Commenti Eleison

Il problema

Il problema on Dicembre 29, 2018

La via di Dio non è la via facile. Ecco una email di un lettore di questi “Commenti”, che approfondisce un punto qui spesso sollevato, ma che non sarà mai sollevato abbastanza, perché è al centro del problema e del pericolo per la Fraternità San Pio X fin dal 2012 e per il prossimo futuro: la sottovalutazione della dottrina. Ecco cosa egli scrive, abbreviato e adattato come di consueto da questi “Commenti”:—

Quando penso al passaggio effettuato della Fraternità nel 2012: dalla dottrina prima della pratica, alla pratica prima della dottrina, che culminò in un accordo segreto con cose che non vanno dette pero nondimeno concordate, credo che il Quartier Generale della FSSPX si sia comportato come i comunisti la cui tattica era, nella Francia del dopoguerra, quella di dire ai cattolici: “Guarda, voi volete aiutare la classe operaia proprio come noi, ma voi avete la Fede, mentre noi siamo atei. Allora, lasciamo da parte le questioni di dottrina. Lasciateci mantenere la nostra ideologia marxista, e noi non vi chiederemo di abbandonare la vostra Fede. Agiamo insieme per alleviare la miseria degli operai e restituire un po’ di speranza alle vittime della società moderna”. E in questo modo un gran numero di preti-operai che avevano acconsentito a condividere la vita degli operai per convertirli, si trasformarono in marxisti. Il motivo era, come diceva Sant’Agostino, che se non agisco come penso, finirò per pensare come agisco. Pio XII proibì che si continuasse l’esperimento del prete-operaio, ma solo dopo che molti preti avevano abbandonato il sacerdozio. E il futuro Paolo VI a Roma e l’Arcivescovo di Parigi rivaleggiarono nel minare la disposizione di Pio XII, perché già allora credevano più nell’azione che nella dottrina.

Allo stesso modo, il passaggio della Fraternità, nel 2012, dalla dottrina all’azione, non ha cessato di produrre frutti amari. Quando si sente dire che Roma non chiede più alla Fraternità di rinunciare a qualcosa, si tratta di pura scemenza. Benedetto XVI ha visto chiaramente che cosa c’era in gioco quando ha spiegato ai modernisti preoccupati del fatto che Roma e la Fraternità si rimettessero insieme: un accordo pratico avrebbe cambiato l’atmosfera in modo tale da porre fine alle critiche della Fraternità nei confronti di Roma, senza che fosse necessario un ulteriore intervento speciale da parte di Roma. E la sua posizione era confermata dall’esempio degli Istituti Tradizionali che dal 1970 avevano fatto accordi con Roma. Per quanto riguarda la Fraternità, essa si trova oggi con entrambi i piedi in questa trappola. L’insegnamento dei Papi, la voce della ragione, la stessa esperienza, pare che non servano a niente. E tutti quei sacerdoti e laici formatisi nella Tradizione cattolica hanno ora il pregiudizio più terribile di tutti: la mentalità di chi sa, ma pensa sia meglio relativizzare o lasciare da parte ciò che sa.

Quello che conta ora non è aspettare di vedere cosa farà o non farà Roma per fermare la Tradizione. Il vero nemico non è fuori della Fraternità. Quello che conta è capire che chiedendo a Roma una normalizzazione, o un riconoscimento, o una regolarizzazione (la si chiami come si vuole!), la Fraternità sta accettando di fatto i Romani nel loro miserevole stato attuale, e sta così compromettendo la propria integrità. Questo comportamento dimostra che la Fraternità ha inghiottito il veleno modernista, che come un cancro si sta diffondendo sempre di più all’interno della Fraternità.

Cari sacerdoti della Fraternità, questa eccellente analisi vi avverte sul presente e molto reale pericolo che correte. Il vero nemico della Fraternità non è solo all’interno; esso sta nei vostri capi. È la convinzione ipocrita che il contatto con i criminali o i modernisti delusi che governano la Chiesa a Roma non solo non è pericoloso, ma è positivamente vantaggioso per la Chiesa universale. Tuttavia, se alcuni di questi modernisti in carica nella Chiesa di Dio fossero veramente delusi, si può pensare che Dio non stia offrendo loro tutta la grazia necessaria per vedere i loro frutti così come sono, cioè la distruzione radicale della Sua Chiesa? In tal caso, quanti di loro possono essere veramente delusi? In tal caso, quali affari possono trattare e pianificare con loro i vostri capi? Dio disse a Lot di uscire da Sodoma, e non guardare indietro! Per la vostra salvezza e quella del vostro gregge, dovete prendere tutte le misure necessarie per isolarvi dalla mafia non solo di Roma, ma anche di Menzingen se non c’è lí un vero cambio de curso! Che Dio sia con voi.

Kyrie eleison.

Protezione del Cuore

Protezione del Cuore on Dicembre 22, 2018

Ecco un prezioso resoconto di come il Natale ha potuto proteggere il Cuore Immacolato di Maria dall’essere sopraffatto dalla sua intima partecipazione alla Passione del suo divino Figlio.

“L’estatica beatitudine del mio parto è venuta meco come essenza di fiore chiusa nel vivo vaso del mio cuore per tutta la vita. Una gioia indescrivibile. Umana e sovrumana. Una gioia perfetta.

“Quando il venir de ogni sera della vita di mio Figlio mi martellava nel cuore il doloroso memento: “Un giorno in meno di attesa, un giorno in più di vicinanza al Calvario”, e la mia anima era sommersa dalla pena come se un flusso di strazio l’avesse ricoperta, anticipata onda della marea di tormento che mi avrebbe inghiottita sul Golgota, io curvavo il mio spirito sul ricordo della beatitudine della Notte Santa che era rimasto vivo nel mio cuore, come ci si curva su una stretta gola di montagna per riudire l’eco di un canto d’amore, o per vedere in lontananza la casa della sua gioia.

“Questa è stata la mia forza nella vita, specialmente nell’ora della mia mistica morte ai piedi della Croce. Essa mi ha aiutata a non dire a Dio – che stava punendo noi due, io e il mio dolce Figlio, per i peccati del mondo intero –, che il castigo era troppo atroce e che la sua mano di Giustiziere era troppo severa; e fui costretta, attraverso il velo del più amaro pianto che donna abbia mai versato, a fissare il mio cuore in quella Notte Santa, in quel ricordo luminoso, beatifico, santo, il quale si alzava in quell’ora sul Golgota dall’interno del mio cuore per dirmi quanto Dio mi avesse amata – visione che si alzava per venirme incontro non attendendo, poiché era una gioia santa, che io lo cercassi, perché tutto quanto è santo è infuso da amore e l’amore dà vita anche a cose apparentemente senza vita.

“Ecco cosa dobbiamo fare quando Dio ci colpisce.

* Ricordare i tempi in cui Dio ci ha dato la gioia, così che possiamo dire, anche fra lo strazio: “Grazie, Dio. Tu sei buono con me”.

* Non rifiutare il conforto del ricordo di un dono del passato, per confortarci nell’ora in cui il dolore ci piega, come steli percossi da una bufera, verso la disperazione, per non disperare della bontà di Dio.

* Fare in modo che le nostre gioie siano gioie di Dio, ossia non darci gioie umane di nostra scelta e troppo facilmente non di Dio, come tutto ciò che facciamo se è avulso da Dio, dalla Sua Legge divina e dalla Sua Volontà. Dobbiamo attendere la gioia solo da Dio.

* Tenere a mente la Legge e la Volontà di Dio anche per le gioie del passato, perché il ricordo che ci sprona a fare il bene e a benedire Dio non è biasimevole, ma anzi consigliato e benedetto.

* Far brillare la luce della gioia passata in mezzo alle tenebre presenti, per rendere le tenebre tanto luminose che anche nella notte più buia ci bastino a vedere il Volto Santo di Dio.

* Addolcire un calice amaro con un dolce ricordo, per poterne sopportare l’orribile gusto e giungere a berlo fino all’ultima goccia.

* Sentire col prezioso ricordo che serbiamo nel cuore, la sensazione della carezza di Dio anche mentre le spine ci stringono la fronte.

“Ecco le sette beatitudini contrapposte alle sette spade, come quelle che hanno trafitto il mio Cuore Immacolato. Esse costituiscono la mia lezione di Natale per te, e insieme ne faccio un regalo ai miei figli prediletti. La mia carezza per benedizione a tutti”.

Kyrie eleison.

Discussioni rinnovate? – III

Discussioni rinnovate? – III on Dicembre 15, 2018

Molti lettori di questi “Commenti” potranno non essere contenti se per la terza volta consecutiva ci si occupa di quelli che possono loro sembrare semplici argomenti tra sacerdoti, in particolare l’incontro del 22 novembre a Roma fra il Cardinale Ladaria e Don Davide Pagliarani. Ma ogni essere umano, cattolico o no, soffrirà eternamente nell’Inferno se non salva la sua anima. Questo può essere fatto solo in accordo con la dottrina cattolica, e quindi la dottrina deve essere mantenuta pura. Fin dagli anni ‘70 il più fedele difensore della dottrina cattolica contro la confusione del Vaticano II all’interno della Chiesa cattolica, è stata la Fraternità San Pio X. Ma dal 2012 anche la Fraternità ha oscillato nella sua fedeltà a questa dottrina. Quindi è cosa che riguarda ogni essere umano vivente se le rinnovate discussioni con Roma metteranno o non metteranno fine alla fedeltà della Fraternità alla Chiesa e alla dottrina dell’unico e solo Salvatore degli uomini, Nostro Signore Gesù Cristo.

Due settimane fa questi “Commenti” (CE 594) hanno presentato in generale il comunicato stampa del 23 novembre in cui il Quartier Generale della Fraternità a Menzingen, in Svizzera, ha descritto l’incontro del giorno precedente tra il nuovo Superiore Generale della Fraternità, Don Davide Pagliarani, e il capo romano della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Ladaria. Una settimana fa, ancora questi “Commenti” (CE 595) hanno presentato il testo completo del terzo e del quarto paragrafo di questo comunicato stampa, con il loro barlume di speranza per il fatto che la Fraternità tornerà sulla scia del suo Fondatore a difendere la dottrina della Fede. Ma quando il quinto paragrafo conclude che le discussioni dottrinali con Roma dovrebbero essere riaperte, il barlume si è fatto scuro, non solo perché le discussioni dottrinali fra Roma e la Fraternità si sono già svolte tra il 2009 e il 2011 (CE 594); non solo perché i neo-modernisti come i Romani di oggi non possono pensare in modo retto (CE 595); ma anche perché Roma ha un solo scopo nel discutere con la Fraternità: porre fine alla storica resistenza della Fraternità contro l’instaurazione del loro Nuovo Ordine Mondiale di Satana.

In effetti, ogni volta che i comunisti volevano conquistare un paese, il principale ostacolo sulla loro strada era sempre la Chiesa cattolica, che respinge completamente – dottrinalmente – il materialismo ateo degli stessi comunisti. Ma i comunisti hanno imparato a non combattere i cattolici sulla dottrina, dove i fedeli cattolici sono troppo forti: e hanno invece invitato i cattolici a unirsi a loro in un’ azione congiunta, apparentemente in nome del popolo, perché una volta che i cattolici e i comunisti finivano col collaborare nell’azione, questi ultimi sfruttavano i rapporti pratici per aggirare il blocco dottrinale. L’unica cosa che i comunisti non volevano era che i cattolici interrompessero ogni contatto, in quanto così essi non avrebbero più potuto influenzarli.

Fu così che accadde dieci anni fa quando il Cardinale Castrillón era l’uomo di Roma per trattare con la Fraternità; egli usò fondamentalmente la stessa tattica: “Per prima cosa mettiamoci insieme, e fatto questo risolveremo in seguito tutti i problemi dottrinali. L’importante è innanzitutto un accordo pratico”, affermava il Cardinale. Al contrario, Mons. Lefebvre ha sempre insistito affinché la dottrina cattolica venisse per prima. I suoi successori hanno pensato che loro capissero meglio, e di volta in volta hanno cercato il contatto con gli apostati Romani, che, logicamente, questi sono stati ben felici di acconsentire, col risultato che la difesa della Fede da parte della Fraternità ha continuato a venire meno costantemente dal 2000. II sale sta perdendo il suo sapore. A meno che la Fraternità non cambi seriamente rotta, essa finirà col diventare buona solo per essere gettata via e calpestata (Mt V, 13).

Un altro problema è se la Fraternità vuole le discussioni per ottenere il permesso ufficiale per la consacrazione di una nuova generazione di vescovi, di cui ha bisogno per il suo apostolato mondiale. Ma se non vuole consacrarli senza il permesso di Roma, allora può solo accettare le condizioni di Roma, perché la Fraternità sta diventando la mendicante e Roma colei che sceglie. Ma in tal modo la Fraternità sta decisamente mettendo i Romani conciliari al posto di guida, dove per la difesa della Fede essi sono assolutamente fuori posto. Quindi ci si chiede: il nuovo Superiore Generale vuole riaprire le discussioni con l’intento di ottenere un permesso romano? Dio lo sa. In ogni caso, per il Superiore Generale discutere con Roma significa danzare con lupi. Occupazione pericolosa.

Kyrie eleison.

Discussioni rinnovate? – II

Discussioni rinnovate? – II on Dicembre 8, 2018

Il comunicato stampa ufficiale del Quartiere Generale della Fraternità San Pio X di venerdì di due settimane fa, relativo all’incontro del giorno precedente tra il Superiore Generale della Fraternità e il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede di Roma, è pieno di buone parole. Resta da vedere come queste parole si tradurranno in atti da parte del nuovo Superiore Generale.

Il comunicato stampa contiene sette paragrafi. I primi due paragrafi introducono il Cardinale Ladaria e Don Pagliarani con i rispettivi assistenti, e affermano che è stato il Cardinale ad invitare Don Pagliarani a Roma per discutere lo stato delle relazioni fra Roma e la Fraternità, perché esse potrebbero evolvere dopo l’elezione di Don Pagliarani come nuovo Superiore Generale della Fraternità nel luglio scorso. Il terzo e quarto paragrafo collocano il problema fra Roma e la Fraternità esattamente al suo posto: nell’ambito della dottrina. Eccoli qui, nel testo integrale:—

(3) Nel corso dell’incontro con le autorità romane è stato ricordato che il problema di fondo è esattamente dottrinale e né la Fraternità né Roma possono eluderlo. E’ a causa di questa divergenza dottrinale irriducibile che ogni tentativo di elaborare una bozza di dichiarazione dottrinale accettabile per le due parti non è giunto in porto da sette anni. E questo perché la questione dottrinale rimane assolutamente primaria. (4) La Santa Sede non dice altra cosa quando afferma solennemente che la definizione di uno statuto giuridico per la Fraternità potrà farsi solo dopo la firma di un documento a carattere dottrinale.

Tuttavia, il quinto paragrafo arriva a concludere che “Tutto spinge la Fraternità a riprendere le Discussioni teologiche”, il cui scopo non è tanto di convincere i Romani, quanto di portare davanti alla Chiesa la testimonianza incondizionata della Fede. Gli ultimi due paragrafi esprimono la fiducia della Fraternità nella Provvidenza. Il suo futuro è nelle mani di Dio e della Sua Santissima Madre (Fine del comunicato stampa).

Ahimè, ci si può anche chiedere se sia utile o prudente cercare di riaprire le Discussioni Dottrinali con questi Romani. Uno dei quattro rappresentanti della Fraternità espresse un commento sui quattro rappresentanti romani, dopo l’ultima serie di tali Discussioni tenutesi dal 2009 al 2011: “Sono malati di mente, ma sono loro che hanno l’autorità”. Questo commento non era inteso in maniera personale, ma testimoniava con precisione l’incapacità dei neomodernisti romani di cogliere l’essenza stessa della dottrina cattolica, cioè il suo carattere oggettivo, che non consente alcuna interferenza soggettiva. Dio Onnipotente significa ciò che Egli dice, ed Egli lo dice attraverso la Sua Chiesa, e quindi non si può parlare di rimodulare per i tempi moderni – come ha fatto il Vaticano II – ciò che la Sua Chiesa ha sempre e immutabilmente detto prima del Vaticano II. Come possono allora i Romani di oggi essere fedeli alla Chiesa di Dio e al tempo stesso al Vaticano II senza che le loro menti siano ammalate da contraddizione, o senza che abbiano un’idea completamente falsa della Chiesa?

Stando così le cose, sarà interessante vedere come verrà presentata la prospettiva di una riapertura delle Discussioni dottrinali, se e quando la Santa Sede emetterà un comunicato stampa sulla stessa riunione del 22 novembre. Essi vogliono certamente le Discussioni, nella speranza di attirare il nuovo Superiore Generale fuori dalla sua inespugnabile fortezza della dottrina della Chiesa, ma la loro dottrina conciliare può essere solo falsa in quanto si discosta dalla Tradizione. E così i due grandi argomenti a loro disposizione potranno essere, come sempre, autorità e unità, trascurando la dottrina. Ma che cos’è l’autorità cattolica quando non è più al servizio della Verità? E che cos’è l’unità cattolica se si realizza intorno ad un cumulo di menzogne insidiose (Vaticano II)? Ahimè, l’autorità e l’unità sono le uniche gambe su cui questi Romani conciliari possono stare in piedi.

Perciò, onorevole Superiore Generale, ecco un atto per dare seguito concretamente alle sue parole: perché non rendere pubblica una sintesi chiara e corretta del resoconto delle ultime discussioni dottrinali del 2009–2011? Sosterrà così i suoi bei paragrafi dottrinali del 23 novembre con un vero e proprio atto dottrinale!

Kyrie eleison.

Discussioni rinnovate? – I

Discussioni rinnovate? – I on Dicembre 1, 2018

L’ultimo comunicato stampa della scorsa settimana del quartier generale della Fraternità San Pio X, riguardante l’incontro del giorno precedente tra il Superiore Generale della Fraternità e il capo della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma, suscita un cauto ottimismo; certo controllato, perché, come dice il proverbio, “Il gatto scottato teme (anche) l’acqua fredda”, e i cattolici tradizionali sono stati scottati per gran parte degli ultimi 20 anni dalla politica traditrice di Menzingen, che ha messo l’approvazione conciliare al di sopra della Fede cattolica, pur fingendo sempre di fare il contrario. Tuttavia, c’è spazio per un barlume di ottimismo, perché questo comunicato stampa rimette la dottrina della Fede al primo posto che le spetta.

Altri due proverbi dicono: “Meglio buono che bello” e “I fatti valgono più delle parole”. E così i cattolici che fanno del loro meglio per mantenere la Fede saranno diffidenti per un po’, anche per molto, almeno finché non vedranno le azioni e non solo le belle parole di Menzingen, specialmente quando la conclusione pratica del comunicato stampa è che devono essere riprese le discussioni dottrinali fra Roma e la Fraternità. Discussioni dottrinali? Ma si sono già tenute, tra il 2009 e il 2011, abbastanza a lungo per discutere tutti i temi principali, e abbastanza chiare da dimostrare l’impossibilità di qualsiasi accordo dottrinale tra la Tradizione cattolica e il Vaticano II. Da lì Menzingen abbandonò nel 2012 il buon senso di Mons. Lefebvre: “Nessun accordo pratico SENZA accordo dottrinale”, per sostituirlo con l’insensatezza del suo successore: “Nessun accordo dottrinale, QUINDI un accordo pratico”, che è il diretto opposto! E tale infida direttiva venne seguita docilmente da gran parte di quella che prima era stata la Fraternità di Monsignore . . .

In questo passaggio dall’una formula all’altra sta l’essenza del tradimento, che non è una parola troppo forte, perché la formula di Monsignore mette la dottrina della Fede avanti all’approvazione dei Romani conciliari, mentre si può dire che la seconda formula mette la Fede al secondo o terzo posto. Così, da diversi anni ormai, la Fraternità può essere accusata di aver perseguito come sue priorità: per prima il riconoscimento ufficiale da parte della Roma conciliare, per seconda l’unione nella Fraternità e con Roma, e per terza la Fede. Ma qual è il valore cattolico del riconoscimento da parte dei non-cattolici, e cioè dei sostenitori del Vaticano II; e qual è per i cattolici l’utilità di un’unità in qualsiasi foggia, dimensione o forma con i conciliari? Quello che fu deludente nel 2012 è la mancanza di una sufficiente reazione da parte di tanti sacerdoti formati da Monsignore. Ma tutti noi viviamo in un mondo in cui “indottrinamento” è diventata una brutta parola, e in cui la maggior parte delle persone vogliono nella loro testa la poltiglia massonica perché li libera da tutti e dieci i Comandamenti . . .

Ciò nonostante, i cattolici che vogliono ancora andare in Cielo continuano a volere la Fede, perché, come ci dice Dio stesso nella Sacra Scrittura, senza la fede è impossibile piacere a Lui: infatti, come si potrebbe arrivare al Suo Cielo senza piacere a Lui (Ebrei XI, 6)? Tali cattolici, quindi, scottati dalla travolgente apostasia che li circonda, potrebbero trarre quantomeno un barlume di speranza dal comunicato stampa di cui sopra, perché almeno a parole esso annuncia l’intenzione di Menzingen di rimettere al primo posto la dottrina della Fede, come questi “Commenti” diranno la prossima settimana. (Nel frattempo un atto che il nuovo Superiore Generale potrebbe immediatamente compiere è quello di rendere pubblica una chiara e corretta sintesi del resoconto delle discussioni dottrinali del 2009–2011, cosa che ci era stata promessa all’epoca e che è rimasta una promessa mai mantenuta.)

Tuttavia, Don Pagliarani avrà la visione e la forza d’animo per mettere in atto gli atti corrispondenti alle sue parole? Solo il tempo lo dirà. In tutta onestà, egli ha ancora bisogno di tempo per far girare in mare la grande petroliera, e secondo questi “Commenti” ha bisogno sicuramente – o in ogni caso – delle nostre preghiere. Che la Madonna sia con lui, se veramente intende assumersi il pesante compito che gli sta di fronte di raddrizzare la Fraternità. Compito che rischia di essere una lotta!

Kyrie eleison.

“Diabolico disorientamento”

“Diabolico disorientamento” on Novembre 24, 2018

Da molto tempo ormai ci sono cattolici che, soprattutto se hanno familiarità con il complotto giudeo-massonico per distruggere la Chiesa, hanno giudicato che gli ecclesiastici che governano la Chiesa dal Vaticano II in poi sono dei veri criminali. Ma molti cattolici, a causa della carità e del loro radicato rispetto per i sacerdoti, hanno esitato a trarre una conclusione così drastica. Tuttavia, nel 2018 i frutti marci del Vaticano II stanno mostrandosi sempre più chiaramente. Ecco la testimonianza di un sacerdote americano al di fuori della SSPX:—

È necessario prendere una decisa posizione sulla situazione all’interno della Chiesa. Le parole di Suor Lucia, “diabolico disorientamento”, richiamano alla mente un’intervista pubblicata nel 2001 sulla rivista 30 Giorni. Padre Gabriele Amorth, all’epoca capo esorcista per il Vaticano, ha commentato il nuovo rito dell’esorcismo. Egli ha affermato che il nuovo rituale è così annacquato che è praticamente inefficace contro il Diavolo. Suor Lucia aveva ragione – un “diabolico disorientamento”, se c’è mai stato, dal 2001 è diventato ancora peggiore. Perché Satana si sarebbe dovuto fermare lì? Quello era solo l’inizio.

Per esempio, c’è chi dice che il nuovo Rito dell’Ordinazione Sacerdotale sarebbe invalido, mentre l’uso del Rito tradizionale è proibito. Per amor di Dio, perché? È il piano della neo-Chiesa, eliminare dal mondo il sacerdozio valido? Come preparare meglio la via all’Anti-Cristo? Senza una valida formula per l’esorcismo, come afferma Padre Amorth, e senza un sacerdozio valido, l’umanità non è indifesa contro il Diavolo? I poteri che sono in atto, e che lo sono stati fin dal Vaticano II, si muovono su tale strada in modo molto rapido e deliberato. Ne sono completamente convinto. L’evidenza è senza altro fin troppo incriminante. La gerarchia della Chiesa non crede più che i sacramenti siano comunque rilevanti. Questa era la posizione di Lutero, che ora viene commemorato dall’attuale Pontefice con una statua in Vaticano – è una follia totale!

Per quanto riguarda il mondo, gli Stati Uniti sono in uno stato di caos. Il Paese è completamente diviso e consumato dall’odio per tutto ciò che è corretto e giusto. Odia tutto ciò che proviene da Dio e si diverte nella disputa e nella bruttezza. La Chiesa, che un tempo era un luogo di conforto e di pace, sembra essere diventata irrilevante. La Nuova Messa è abbastanza perché si desideri che tutti i nuovi vescovi fossero morti!

Sinceramente non credo che la Chiesa possa essere restaurata con mezzi umani. L’influenza diabolica è troppo profonda, ed è adesso che si manifestano le vere intenzioni del Vaticano II. Cinquant’anni di lavaggio del cervello e di adesione forzata hanno reso i cattolici ciechi e, peggio ancora, indifferenti a quanto sta accadendo. Il Diavolo sembra essere riuscito a distruggere quella che una volta era la Chiesa. Mons. Lefebvre organizzò l’Operazione Sopravvivenza, ma ora Satana ha trovato il modo di infiltrarsi e distruggere tutto ciò che rimane della FSSPX di Monsignore e della Tradizione. Lentamente ma inesorabilmente il Diavolo li sta attirando, proprio come ha fatto con i vescovi preconciliari. I capi della Fraternità possono rendersi conto di avere sbagliato, ma se insistono a giocare con il fuoco, inevitabilmente si bruceranno.

Così può sembrare che sia l’uomo che governa qui in basso la Chiesa e il mondo, ma è senza dubbio l’influenza diabolica che sta guidando la confusione e la follia assoluta. Le reazioni scettiche della maggior parte dei cattolici mi hanno fatto esitare a chiamare in causa gli ecclesiastici come i veri colpevoli, ma non si può più esitare. Se si tiene conto di quanto dice la Scrittura nell’Apocalisse, forse non si può fare nulla per fermare il disordine, e solo Cristo ristabilirà l’ordine. Egli dice che rimarrà solo un resto.

Kyrie eleison.