Commenti Eleison

Orribile Caduta – III

Orribile Caduta – III on Settembre 21, 2013

Ai lettori dell’ultimo di questi “Commenti” di giugno è stato promesso un terzo articolo sull’orribile caduta della Fraternità San Pio X, che prendesse in considerazione cosa si possa fare. Proprio recentemente è apparso sul sito “Avec l’Immaculée” un articolo con alcune buone risposte a questa questione, a partire dalla domanda se i cattolici possano continuare a frequentare le Messe della FSSPX. Riassumo e adatto:—

Nel 1984, un indulto di Roma permise che, a determinate condizioni, fosse celebrata la Messa tridentina nel quadro della Chiesa ufficiale. Alla domanda se i cattolici potessero assistere a queste Messe, Mons. Lefebvre rispose subito dopo che non avrebbero dovuto assistervi, perché il loro reinserimento nella struttura ufficiale, a quelle condizioni, equivaleva all’accettazione del Vaticano II e delle conseguenti riforme. I sacerdoti celebranti le Messe dell’Indulto non sarebbero stati in grado di parlare liberamente, e avendo accettato implicitamente la nuova Messa, con l’indulto, rischiavano di scivolare nella nuova religione conciliare, trascinando con loro anche i fedeli.

Nel 2012, Mons. Fellay dichiara che la nuova Messa è stata promulgata legittimamente, cosa che equivale col dire che è legittima. Egli soffoca le critiche al Vaticano II e mentre continua a mantenere i sacerdoti e i fedeli nel maggior buio possibile circa quello che egli sta realmente facendo, porta avanti costantemente le idee della sua Dichiarazione pro-conciliare dell’aprile 2012. Quindi, come Mons. Lefebvre escluse la frequenza alle Messe dell’Indulto, adesso, come regola generale, dovrebbe essere esclusa la frequenza alle Messe della FSSPX, perché, anche se questa particolare Messa è ancora celebrata in conformità con la Tradizione, la FSSPX è stata in generale rimodellata come un ambito nel quale la nuova religione conciliare è sempre meno disapprovata, tale che vi è sempre più un certo rischio nell’assistere alle sue Messe.

Tuttavia, sacerdoti particolari della FSSPX sono molto diversi, dal genuinamente tradizionale al virtualmente conciliare. Vi è ovviamente più pericolo nell’assistere alle Messe dei secondi rispetto a quelle dei primi; ma se un sacerdote difende ed approva il nuovo corso imposto dal Quartiere generale della FSSPX o se perseguita ed esclude dai sacramenti chiunque prenda parte alla Resistenza, si è al cospetto di due indicazioni perché le sue Messe siano evitate, specialmente se non molto lontano vi è una Messa di un sacerdote resistente. In più devono entrare in giuoco le circostanze,. Se, per esempio, i propri figli rischiano di essere buttati fuori da una scuola ancora decente della FSSPX, questo può giustificare che si assista ancora alla Messa locale della FSSPX. Quando il tronco è marcio, possono esserci ancora per un tempo dei rami che portano foglie verdi.

Resta il fatto che il tronco della FSSPX è colpito a morte e, umanamente parlando, senza speranza di recupero. La Sinagoga, tra la morte di Nostro Signore sulla Croce e la distruzione di Gerusalemme nel 70 d. C., portava con sé la morte, ma non era ancora morta. Perciò gli Apostoli predicavano in essa e dei buoni Ebrei partecipavano ancora, fino a quando furono perseguitati tutti e infine cacciati. Oggi, se un cattolico si avvede che l’intero corpo della FSSPX, dalla testa ai piedi, è pervaso dal virus mortale di una dissimulata mentalità conciliare, egli deve agire per concorrere al salvataggio di quante più anime è possibile, prima che naufraghino nella fede insieme alla scialuppa che affonda.

Si faccia un tale una convinzione, con la lettura di quanto può reperire, a partire dallo scambio di lettere, dell’aprile 2012, fra i tre vescovi e Mons. Fellay. Parli con i sacerdoti e con i fedeli, per coordinare, per esempio, come realizzare dei rifugi per i sacerdoti che altrimente non si sentiranno capaci di reagire. C’è molto da fare, ma sono pochi, almeno per il momento, quelli che sono disposti a farlo. Dio è con questi pochi.

Kyrie eleison.

Spedita Conciliarizzazione

Spedita Conciliarizzazione on Settembre 14, 2013

Un buon articolo che sostiene che la Dichiarazione di tre vescovi della Fraternità San Pio X, del 27 giugno, non è così fedele alla Tradizione come sembra, è apparso nel numero di agosto del nuovo mensile cattolico inglese, The Recusant, che si definisce “Un bollettino non ufficiale della FSSPX che combatte una guerriglia per l’anima della Tradizione”. Una breve segnalazione difficilmente può rendere giustizia delle fitte sette pagine dell’articolo, ma la linea principale del pensiero espresso merita di essere conosciuta. Eccola:—

A prima vista la Dichiarazione del 27 giugno sembra essere tradizionale, ma, come nei documenti del Vaticano II A, vi è regolarmente una lacuna, un difetto fatale, che finisce col minare il resto del documento. Diamo uno sguardo più attento, paragrafo per paragrafo:—

§ 1 Si esprime “filiale riconoscenza” nei confronti di Mons. Lefebvre, ma nella Dichiarazione vi sono di lui solo innocue e morbide citazioni, nessuna ripresa dal sermone delle Consacrazioni del 1988 e niente delle sue incisive ragioni per la consacrazione di vescovi che resistessero agli “anticristi” di Roma.

§ 3 Si ammette che la “causa” degli errori che devastano la Chiesa cattolica, sta nei documenti conciliari, ma non si ammette che lì ci sono errori, in quanto causa ed effetto non possono essere identici. Ed errori dei più gravi sono negli stessi testi del Concilio, p. e. la libertà religiosa.

§ 4 Si riconosce che il Vaticano II ha cambiato e viziato il modo di insegnare della Chiesa, o il magistero, ma il problema principale non è l’autorità, ma la dottrina – vedi il § 8.

§ 5 Si usa un linguaggio solo relativamente morbido per evocare la “mancata preoccupazione” della Chiesa conciliare per il “regno di Cristo”. In realtà, la Chiesa conciliare nega e contraddice la vera dottrina intera del Regno Sociale di Cristo Re, vessillo di battaglia di Monsignore e oggi dei veri cattolici antiliberali.

§ 6 Come al § 3, si ammette che l’insegnamento dei testi del Concilio sulla libertà religiosa porta a dissolvere Cristo, ma è il testo stesso che dissolve, mettendo l’uomo al posto di Dio. Il Vaticano II non è il frutto della debolezza o della distrazione umane, ma di una diabolica cospirazione.

§ 7 Allo stesso modo, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso non sono solo il silenzio sulla “verità sull’unica Chiesa”, ma essi negano e contraddicono questa veritá. Né si limitano ad uccidere “lo spirito missionario”, ma uccidono le missioni, e con questo, milioni di anime nel mondo intero.

§ 8 Per altro verso, la rovina delle istituzioni della Chiesa viene imputata alla distruzione dell’autorità nella Chiesa, tramite la collegialità e lo spirito democratico del Concilio. Ma il problema essenziale (come si dice debolmente all’inizio del paragrafo) è la perdita della fede. L’autorità è secondaria.

§ 9Mentre si indicano colpe reali e gravi omissioni nel Novus Ordo della Messa, non si fa menzione della carneficina mondiale di anime realizzata dalla sua falsificazione del loro culto per Dio. Il Novus Ordo Missae è stato il motore principale della distruzione della Chiesa dal 1969 ad oggi.

§ 10 In conclusione, viene utilizzato un linguaggio timido e deferente per “chiedere con insistenza” che Roma ritorni alla Tradizione. Ma naturalmente, in coerenza con il “re-branding” della FSSPX, la neo-Fraternità non vuole più combattenti, né parlare di combattimento.

§11 I tre vescovi “intendono . . . seguire la Provvidenza”, che Roma ritorni o no alla Tradizione. Cosa può significare questo, se non l’eventuale accettazione di un accordo che aggiri la dottrina?

§12 La Dichiarazione si conclude piamente, con un’altra mite citazione di Monsignore.

E The Recusant giunge alla triste, ma del tutto probabile conclusione, che la Dichiarazione sia solo un apparente passo indietro rispetto alle Dichiarazioni del 15 aprile e del 14 luglio dell’anno scorso, che furono due chiari passi avanti verso la conciliarizzazione della FSSPX. Che il Cielo l’aiuti!

Kyrie eleison.

Organizzare la Resistenza?

Organizzare la Resistenza? on Settembre 7, 2013

Continua il dibattito su se e come la “Resistenza” odierna dovrebbe essere organizzata (intendendo con “Resistenza” quella dei già membri o seguaci della Fraternità San Pio X che, sconvolti dal recente manifesto cambiamento di direzione di quest’ultima, intraprendono un qualche tipo di azione per resistere a tale cambiamento). In linea di massima, i giovani (relativi) vogliono un’organizzazione che coordini l’azione e la renda più efficace, mentre gli anziani tendono a pensare che, nelle attuali caotiche circostanze, non sia più possibile o perfino desiderabile una qualsiasi organizzazione strutturata.

Per cominciare, occorre valutare la portata del caos. Essenzialmente, esso deriva dal fatto che percosso il pastore, le pecore si disperdono (Zac. XIII, 7; Mt. XXVI, 31). Lo si creda o no, piaccia o no, per il mondo intero questo pastore è il Papa cattolico. Come si osserva oggi, se egli impazzisce, nessuno nell’intero vasto mondo può ripristinare l’ordine. E questo perché il Dio Incarnato ha fatto della Sua Chiesa il sale della terra e la luce del mondo (Mt. V, 13–14) ed ha costituito questa Chiesa come una monarchia, costituzione che nemmeno il Vaticano II poteva annullare. Pertanto, nessuno può prendere il posto del Papa, e se questi dice cose del tipo: “Chi sono io per condannare un omosessuale in cerca di Dio?”, come ha detto recentemente l’attuale occupante del Soglio di Pietro, “il caos è tornato” (Otello), e c’è poco da fare a riguardo, salvo pregare perché intervenga Iddio.

Ciò nonostante, Mons. Lefebvre fece tutto quello che poteva e con la misericordia di Dio creò un’isola di sanità mentale e di ordine: la FSSPX. Ma, naturalmente, sotto la pressione di un papa conciliare dopo l’altro, i suoi successori hanno preso le distanze. Essi si chiedono: “Come si può essere cattolici e disubbidire al Papa?” – confusione e caos. Tuttavia, Mons. Lefebvre ebbe un tale successo nell’organizzare la resistenza al Concilio, che un certo numero di quelli che capiscono quello che egli fece, desiderano organizzare la resistenza contro coloro che lo hanno tradito. Ma come può essere organizzata? È questa la domanda (Amleto).

Un saggio collega, vecchio abbastanza da aver lottato duramente ed effettivamente a fianco di Monsignore per l’espansione mondiale della FSSPX negli anni ‘70 e ‘80, ricorda che in quei primi tempi un certo numero di sacerdoti che nel mondo intero resistettero con successo al Concilio, lo fecero indipendentemente l’uno dall’altro e da Monsignore. Essi lo ascoltarono perché parlava col buon senso cattolico, e per questo molti di loro riconoscevano la sua autorità morale, ma nessuno di loro gli obbediva in senso stretto, così come lui non chiedeva ad essi tale obbedienza. Senza il Papa, l’obbedienza cattolica strutturata era e rimane impossibile. Il mio collega prosegue sottolineando che anche la Fraternità di Monsignore ha resistito alla Chiesa liberale e al mondo per soli 30, forse 40 anni, e adesso la situazione è abbastanza peggiore di quanto lo fosse ai suoi giorni. Quando la patria è occupata dall’esercito nemico, conclude il mio collega, è impossibile organizzare un esercito di difesa, tutto quello che resta è la guerriglia.

A mio parere, egli descrive accuratamente l’aumento del caos, quando scrive: “L’ora di Dio e del Cuore Immacolato di Maria, arriverà (come Lei ha detto) solo quando ogni cosa sembrerà perduta, il che deve includere la piccola FSSPX. L’illusione principale di Mons. Fellay è di aver pensato che la grande FSSPX avrebbe salvato la Chiesa, a cui il Diavolo ha aggiunto: “dal di dentro, come un cavallo di Troia”. Tutto quello che in effetti dovevamo fare era costruire l’Arca di Noè per i restanti fedeli, in coerenza con i piani del Fondatore, e proseguire in questa costruzione fino al Diluvio. Un illuminato ha aperto la porta dell’Arca prima del tempo e l’Arca si è allagata. Dio abbia pietà di noi tutti. Questo capo non era Noè, ma il capitano del Titanic.”

Kyrie eleison.

Editto di Milano

Editto di Milano on Agosto 31, 2013

Ai giorni nostri, con il liberalismo che invade la Fraternità San Pio X, invasione che sembra essere semplicemente l’ultima di una lunga serie di sconfitte della Chiesa cattolica, è difficile immaginare che ci sia stato un tempo in cui la Chiesa ha segnato una vittoria dopo l’altra. Ciò nonostante, quest’anno celebriamo il 1700° anniversario di una di queste vittorie, l’Editto di Milano, del 313 D. C.

L’Imperatore Romano Costantino, noto come “Costantino il Grande”, nacque nel 272 e fu battezzato cristiano solo poco prima della sua morte, nel 337, ma era stato seriamente simpatizzante del Cristianesimo per molti degli anni precedenti. Quando nel 312 marciò su Roma per combattere il suo rivale, l’Imperatore Massenzio, Nostro Signore gli promise la vittoria se avesse posto sui suoi vessilli da battaglia, i “labari”, la X con sovrapposta la P, le prime due lettere greche del nome Cristo. Costantino fece ciò che il Signore aveva detto e sconfisse Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio. Preso il fermo controllo di Roma, l’anno seguente Costantino emanò l’Editto di Milano.

Nel corso dei precedenti 250 anni, gli adoratori di Cristo avevano sofferto dieci sanguinose persecuzioni sotto gli Imperatori Romani, da Nerone (37–68) a Diocleziano (243–316). I Cristiani rifiutavano la religione pagana di Stato, così lo Stato vietò il Cristianesimo. Con l’editto di Milano, per la prima volta il Cristianesimo divenne legale al pari delle religioni ammesse nell’Impero: fu il passo decisivo verso la conversione di Roma al Cristianesimo. Nel 325, Costantino avallò l’ortodossia del Concilio dogmatico di Nicea. Nel 380, l’Imperatore Teodosio fece del Cristianesimo la religione ufficiale di Roma, e nel 392 Teodosio proibì il culto pagano.

In tal modo, Costantino diede inizio a quell’unione fra la Chiesa (cattolica) e lo Stato che fu il fondamento della Cristianità, oggi meglio conosciuta come “civiltà occidentale”. Quale che sia stato nei secoli l’abuso pratico di tale unione, essa, in linea di principio, fu immensamente feconda per la salvezza delle anime. Basti solo pensare a come ancora oggi ogni borgata benefici di un prete e di un poliziotto che siano sensati e complementari. Per 1600 anni, la Chiesa cattolica ha tenuto a tale principio dell’unione fra la Chiesa e lo Stato, mentre negli ultimi 200 anni il liberalismo rivoluzionario ha costantemente cercato di minarlo. Solo col Vaticano II, la Chiesa ha infine ceduto ed ha ripudiato la dottrina dello Stato cattolico, con l’insegnamento della libertà religiosa della Dignitatis Humanae . Uno dei caporioni dei neo-modernisti al Concilio, P. Yves Congar, si rallegrò perché il Concilio aveva messo fine alla “Chiesa costantiniana”.

Ora, vero è che gli uomini di Chiesa legati alle autorità mondane saranno spinti con questo alle tentazioni della mondanità, ma ogni Stato è tenuto a far rispettare le leggi. che per forza corrispondono ad una qualche visione religiosa o anti-religiosa di Dio e dell’uomo. Per rendersi conto di come sia difficile condurre una vita cattolica in uno Stato la cui visione concordi con l’antireligione dell’umanesimo secolare, basti guardarsi intorno. Fu la pressione circostante dei moderni Stati irreligiosi sui vescovi del Vaticano II che indusse questi a voler cambiare la Chiesa cattolica per adattarla al mondo moderno. La stessa pressione oggi induce la dirigenza della Fraternità San Pio X a seguire la via della Rivoluzione.

Invece Costantino avrà contribuito nei secoli alla salvezza di milioni di anime, un’impresa per la quale è sicuramente in Paradiso. Imperatore Costantino, prega per noi.

Kyrie eleison.

Visione Della Resistenza

Visione Della Resistenza on Agosto 24, 2013

Un certo numero di anime cattoliche, che oggi mantengono la fede cattolica, sono spaventate dalla direzione ancora oggi mantenuta dalla dirigenza della Fraternità San Pio X, e dal momento che apprezzano il tanto che hanno ricevuto dalla Fraternità negli ultimi decenni, desiderano disperatamente che un’altra Fraternità la rimpiazzi. Esse sono spaventate dalla diversa visione di una rete di sacche indipendenti di resistenza che sarebbero il loro futuro. Possono essere rassicurate dal sapere che si tratta della stessa visione di un eccezionale profeta e pioniere del movimento tradizionale: il sacerdote francese domenicano P.Roger-ThomasCalmel (1914–1975). Ecco alcune pagine, liberamente tradotte e adattate dal francese, della sua Breve Apologia della Chiesa di sempre (pp. 48–51, 58):—

“Per quanto pazzamente possa comportarsi la gerarchia cattolica, i sacerdoti non possono prendere il posto dei vescovi, né i laici il posto dei sacerdoti. Si può quindi pensare di creare una grossa lega o associazione mondiale di sacerdoti e di laici cristiani, che instauri un dialogo con la gerarchia e la forzi a ripristinare l’ordine cattolico? È un’idea grandiosa e commovente, ma irreale. Questo perché un tale gruppo, volendo essere un gruppo di Chiesa, ma non essendo né una diocesi, né un’arcidiocesi, né una parrocchia, né un ordine religioso, non rientrerà in alcuna delle categorie sulle quali e per le quali si esercita l’autorità nella Chiesa. Esso sarà un raggruppamento artificiale, un artificio sconosciuto a tutti i gruppi reali della Chiesa, stabiliti e riconosciuti come tali.

“A quel punto, come per ogni raggruppamento umano, sorgerà il problema della direzione e dell’autorità, e più grande è il gruppo, più acuto sarà il problema. Immancabilmente si arriverà a questo: essendo un’associazione, il gruppo deve risolvere il problema dell’autorità; essendo artificiale (un gruppo né naturale, né soprannaturale), esso non può risolvere il problema dell’autorità. Ben presto sorgeranno sottogruppi rivali, la guerra diverrà inevitabile, e non ci sarà alcun mezzo canonico per porre fine o per gestire una simile guerra.

“Siamo quindi condannati a non essere in grado di fare alcunché in mezzo al caos, spesso un caos sacrilego? Io non lo penso. Per prima cosa, l’indefettibilità della Chiesa garantisce che fino alla fine del mondo ci sarà un’autentica gerarchia personale sufficiente a mantenere i sacramenti, specialmente l’Eucarestia e gli Ordini Sacri, e a predicare la sola, unica e immutabile dottrina di Salvezza. Secondo poi, quali che siano le manchevolezze della gerarchia reale, tutti noi, sacerdoti e laici, abbiamo la nostra piccola parte di autorità.

“Perciò, il sacerdote in grado di predicare, vada ai limiti del suo potere per predicare, assolvere i peccati e celebrare la vera Messa. La suora insegnante vada ai limiti della sua grazia e del suo potere per formare le giovani nella fede, nei buoni costumi, nella purezza e nella letteratura. Ogni sacerdote e laico, ogni piccolo gruppo di laici e sacerdoti che hanno autorità e potere in un piccolo fortino della Chiesa e della cristianità, vada ai limiti delle sue possibilità e dei suoi poteri. Capi e componenti di tali piccoli fortini si conoscano e siano in contatto gli uni con gli altri. Ognuno di questi fortini, protetto, difeso, orientato e diretto nella preghiera e nel canto da una reale autorità, diventi il più possibile una fortezza di santità. Questo è quello che garantirà la continuazione della vera Chiesa e preparerà efficacemente il suo rinnovamento nel buon tempo di Dio.

“Quindi, non dobbiamo avere timore, ma pregare in tutta fiducia ed agire senza paura, secondo la Tradizione e nei limiti della nostra competenza e del potere che abbiamo, preparandoci così per il tempo felice in cui Roma tornerà ad essere Roma e i vescovi ad essere vescovi.”

Kyrie eleison.

Condizione Patologica

Condizione Patologica on Agosto 17, 2013

Si racconta che la grande Regina di Spagna, Isabella la Cattolica, una volta commissionò un dipinto che avrebbe dovuto mostrare un sacerdote all’altare, una donna che partorisce e un criminale impiccato. In altre parole, ognuno deve fare quello che è destinato a fare e non anche dell’altro. Ma questi “Commenti”, la settimana scorsa, hanno suggerito che oggi le persone non sono quello che dovrebbero essere: spesso gli insegnanti non insegnano, i dottori non guariscono, i poliziotti non proteggono e – peggio di tutto, avrei potuto aggiungere – i sacerdoti spesso non sono più uomini di Dio. Una parola moderna usata da un amico italiano per descrivere questo sfasamento con la realtà, oggi largamente diffuso, è “patologico”.

Ora, “patologico” è un termine che appartiene a quel gergo degli psichiatri che è giustamente chiamato “psychobabble” (psicochiacchere), perché mette su dei neologismi, ognuno dei quali di più sillabe, che sono semplicemente indicativi delle vecchie miserie della natura umana decaduta. Ora, gli stessi psichiatri senza Dio non possono risolvere i problemi di empietà, ma almeno ci provano, per così dire. Così, le novità dello psychobabble servono almeno a suggerire che le miserie accumulate dagli esseri umani odierni tramite i secoli passati, che hanno accumulato l’apostasia, hanno determinato in loro qualcosa senza precedenti. Il mio amico scrive:—

“Patologia può significare un malanno occasionale o congenito, e per estensione un anormale o distorto modo di essere che, sia esso innato o acquisito, è diventato parte della costituzione di un dato individuo. Lo stesso concetto è applicabile, per estensione, ad un gruppo di individui o ad una società. Cosí si può parlare di patologica, cioè malata, anormale, condizione del mondo moderno. Al punto che dalla persona o dalle persone interessate, detta condizione, sia essa acquisita o innata, non è vista per ciò che essa è, anzi, dal momento che la sentono come normale, se ne fanno scudo e addiritura se ne gloriano.L’anormalità diventa normalità e viceversa: è il dramma del mondo moderno e dell’uomo moderno”.

Ed ecco allora che troveremmo il prete che trascura l’altare, le donne che non vogliono partorire e i criminali che non vengono impiccati. E questo è esattamente il mondo che ci circonda – gli accidenti dello psychobabble! Ed ecco ciò che lo stesso amico dice su come i cattolici devono reagire a questa condizione patologica del mondo moderno:—

“I cattolici devono capire che viviamo in una situazione senza precedenti, nella quale ogni senso della realtà oggettiva si va costantemente perdendo. Questo fa si che, per la Chiesa, non valgano più riferimenti validi fino a 50 anni fa. Sono necessarie soluzioni diverse, che in qualche modo, per un verso affrontino como possibile il disordine in aumento, e per altro vcerso abbiano la necessaria elasticitá per adattarsi al continuoi mutamento in peggio. Se quindi la dottrina è primaria e decisiva, i cattolici e i futuri sacerdoti devono essere dottrinalmente preparati sull’unicità di questi nostri tempi ultimi. I Vangeli ci parlano della loro venuta nel futuro, ma essi sono già qui con noi adesso, e sono suscettibili di evolvere solo in peggio, fino a quando Dio dirà che la misura è colma”.

In breve, secoli di crescente apostasia hanno accumulato nella razza umana un rifiuto della realtà che può essere definito “patologico” e che sta causando un inaudito livello di angoscia nelle anime, angoscia che non è compensata da un altrettanto mai visto livello di prosperità materiale. La Chiesa cattolica combatteva questa apostasia, ma quando col Vaticano II ha rinunciato alla lotta, la patologica fantasia ha sopraffato il mondo, e la Chiesa è barcollata verso l’Anticristo. Mons. Lefebvre ha creato un baluardo di sanità mentale all’interno della Chiesa fatiscente, ma adesso la stessa patologia è a buon punto per sopraffare anche la sua Fraternità.

Gli insegnanti insegnino! I dottori guariscano! I sacerdoti studino tutto quello che Mons. Lefebvre diceva e faceva. E, Regina Isabella, per favore, prega per noi.

Kyrie eleison.