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Lezioni della Settimana Santa

Lezioni della Settimana Santa posted in Commenti Eleison on Aprile 13, 2019

Nessuna lettura evangelica può essere così ricca di lezioni come quelle della Settimana Santa. Ecco alcuni riferimenti dalla Passione di Nostro Signore, citati in ordine cronologico, che hanno una particolare rilevanza per il nostro tempo, quello della Passione della Sua Chiesa.

Lc. XIX, 40: “Vi dico che se questi (discepoli) taceranno, grideranno le pietre” – Mentre Gesù sta per entrare a Gerusalemme la Domenica delle Palme, la folla lo loda ad alta voce. I farisei si lamentano del trambusto. Ma la verità di Dio sarà ascoltata. Mentre la FSSPX sta piacendo a Roma, qualcun altro deve dire le verità che essa era solita dire.

Gv. XVII, 15: “Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno”. Dopo l’Ultima Cena, poco prima di lasciare il Cenacolo, Gesù prega il Suo Padre Celeste per i Suoi Apostoli, ma non perché la vita sia resa loro facile. Allora perché la vita dovrebbe essere resa facile oggi per i cattolici?

Mt. XXVI, 31: “Percuoterò il pastore, e saranno disperse le pecore del gregge”. Sul Monte degli Ulivi, Gesù dice ai Suoi Apostoli che cederanno tutti, e cita l’Antico Testamento (Zach. XIII, 7). Oggi, con il Papa paralizzato nella sua fede, tutta la Chiesa cattolica è più o meno paralizzata.

Mt. XXVI, 40: “Vegliate e pregate”. Nel Giardino del Getsemani, dove Gesù sarà presto tradito, Egli avverte i Suoi Apostoli di prepararsi in preghiera per l’ora della loro prova. Non dice solo “Pregate”, né “Pregate e vegliate”, ma “Vegliate e pregate”, perché se non tengono gli occhi aperti, se cessano di vigilare, cesseranno anche di pregare. Oggi l’ora di una prova suprema per la Chiesa sembra imminente. Preghiamo.

Gv. XVIII, 6: “Appena disse loro ‘Sono io’, indietreggiarono e caddero a terra”. Quando le guardie del Tempio si avvicinarono a Gesù, Egli si presentò senza paura, e per un momento fece scattare una sola scintilla della Sua divina potenza: tutti crollarono tutti a terra. Un’altra scintilla come quella potrebbe istantaneamente salvare la Chiesa di oggi, ma non conquistare il cuore degli uomini. L’odierna prova della Chiesa deve essere consumata.

Mt. XXVI, 52: “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”. Pietro è virile, ama il suo Maestro, vuole assolutamente difenderLo, ma non Lo ha capito – Gesù sarà il Re di Cuori, non il Fante di Bastoni. Gli uomini virili oggi pensano ad ogni azione atta a difendere la Chiesa, perché non si accontentano “solo” di pregare, e invece, che preghino, o fuggiranno, come fecero gli Apostoli (v. 56).

Lc. XXII, 53: “Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre.” Gesù sta per essere catturato dalle guardie del Tempio. Si lamenta gentilmente perché non Lo abbiano preso alla luce del giorno, quando predicava apertamente nel Tempio, ma hanno preferito prenderLo di notte, quando non era più circondato dalle folle che Lo proteggevano. Mai in tutta la storia Egli è stato così abbandonato, mai i tempi sono stati così oscuri, come oggi. Stiamo vivendo lo stesso mistero di Satana liberato.

Mt. XXVII, 25–26: “E tutto il popolo rispose: ‘Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli’. Allora (Pilato) rilasciò loro Barabba e dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso”. Chiaramente, qui il “popolo” non sono solo i “sommi sacerdoti e gli anziani” che “persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù” (v. 20), ma furono tutte le persone davanti a Pilato, con il tumulto che cresceva sempre più (v. 24), che fecero cedere Pilato reclamando su se stesse e sui loro discendenti la responsabilità del deicidio (la morte di Dio nella sua natura umana). Ora questa folla era prevalentemente ebrea, ed essa stessa si identificava come tale (“Noi e i nostri figli”). Perciò la colpa del deicidio ricade sui discendenti di costoro, a meno che e fin quando non riconosceranno e adoreranno collettivamente il loro vero Messia, ma la Scrittura dice che questo avverrà solo alla fine del mondo (es. Rm. XI, 25–27). Da vero cattolico, Leone XIII (1878–1903) chiedeva che quello stesso sangue ricadesse sugli Ebrei non come una maledizione, ma come un “lavacro di rigenerazione” (Atto di Consacrazione del mondo al Sacro Cuore di Gesù). Nel frattempo, essi servono Dio, senza volerlo, per sferzare la nostra apostasia.

Kyrie eleison.

Condizione Patologica

Condizione Patologica posted in Commenti Eleison on Agosto 17, 2013

Si racconta che la grande Regina di Spagna, Isabella la Cattolica, una volta commissionò un dipinto che avrebbe dovuto mostrare un sacerdote all’altare, una donna che partorisce e un criminale impiccato. In altre parole, ognuno deve fare quello che è destinato a fare e non anche dell’altro. Ma questi “Commenti”, la settimana scorsa, hanno suggerito che oggi le persone non sono quello che dovrebbero essere: spesso gli insegnanti non insegnano, i dottori non guariscono, i poliziotti non proteggono e – peggio di tutto, avrei potuto aggiungere – i sacerdoti spesso non sono più uomini di Dio. Una parola moderna usata da un amico italiano per descrivere questo sfasamento con la realtà, oggi largamente diffuso, è “patologico”.

Ora, “patologico” è un termine che appartiene a quel gergo degli psichiatri che è giustamente chiamato “psychobabble” (psicochiacchere), perché mette su dei neologismi, ognuno dei quali di più sillabe, che sono semplicemente indicativi delle vecchie miserie della natura umana decaduta. Ora, gli stessi psichiatri senza Dio non possono risolvere i problemi di empietà, ma almeno ci provano, per così dire. Così, le novità dello psychobabble servono almeno a suggerire che le miserie accumulate dagli esseri umani odierni tramite i secoli passati, che hanno accumulato l’apostasia, hanno determinato in loro qualcosa senza precedenti. Il mio amico scrive:—

“Patologia può significare un malanno occasionale o congenito, e per estensione un anormale o distorto modo di essere che, sia esso innato o acquisito, è diventato parte della costituzione di un dato individuo. Lo stesso concetto è applicabile, per estensione, ad un gruppo di individui o ad una società. Cosí si può parlare di patologica, cioè malata, anormale, condizione del mondo moderno. Al punto che dalla persona o dalle persone interessate, detta condizione, sia essa acquisita o innata, non è vista per ciò che essa è, anzi, dal momento che la sentono come normale, se ne fanno scudo e addiritura se ne gloriano.L’anormalità diventa normalità e viceversa: è il dramma del mondo moderno e dell’uomo moderno”.

Ed ecco allora che troveremmo il prete che trascura l’altare, le donne che non vogliono partorire e i criminali che non vengono impiccati. E questo è esattamente il mondo che ci circonda – gli accidenti dello psychobabble! Ed ecco ciò che lo stesso amico dice su come i cattolici devono reagire a questa condizione patologica del mondo moderno:—

“I cattolici devono capire che viviamo in una situazione senza precedenti, nella quale ogni senso della realtà oggettiva si va costantemente perdendo. Questo fa si che, per la Chiesa, non valgano più riferimenti validi fino a 50 anni fa. Sono necessarie soluzioni diverse, che in qualche modo, per un verso affrontino como possibile il disordine in aumento, e per altro vcerso abbiano la necessaria elasticitá per adattarsi al continuoi mutamento in peggio. Se quindi la dottrina è primaria e decisiva, i cattolici e i futuri sacerdoti devono essere dottrinalmente preparati sull’unicità di questi nostri tempi ultimi. I Vangeli ci parlano della loro venuta nel futuro, ma essi sono già qui con noi adesso, e sono suscettibili di evolvere solo in peggio, fino a quando Dio dirà che la misura è colma”.

In breve, secoli di crescente apostasia hanno accumulato nella razza umana un rifiuto della realtà che può essere definito “patologico” e che sta causando un inaudito livello di angoscia nelle anime, angoscia che non è compensata da un altrettanto mai visto livello di prosperità materiale. La Chiesa cattolica combatteva questa apostasia, ma quando col Vaticano II ha rinunciato alla lotta, la patologica fantasia ha sopraffato il mondo, e la Chiesa è barcollata verso l’Anticristo. Mons. Lefebvre ha creato un baluardo di sanità mentale all’interno della Chiesa fatiscente, ma adesso la stessa patologia è a buon punto per sopraffare anche la sua Fraternità.

Gli insegnanti insegnino! I dottori guariscano! I sacerdoti studino tutto quello che Mons. Lefebvre diceva e faceva. E, Regina Isabella, per favore, prega per noi.

Kyrie eleison.

Autorità Disabilitata – II

Autorità Disabilitata – II posted in Commenti Eleison on Giugno 29, 2013

Vengo di nuovo incalzato da un valente partecipante all’attuale “Resistenza” Cattolica per mettermi a capo di essa. Il motivo avanzato continua ad essere che io sono il solo vescovo che ad oggi ha preso parte a questo movimento di opposizione al collasso interno della Fraternità San Pio X. Ma l’ultimo alito di vera autorità della Chiesa, Dio l’ha dato a Mons. Lefebvre, e di esso i suoi successori hanno crudelmente abusato. Perché dovrebbe darlo di nuovo? Tra il 1970 e il 2010, la crisi della Chiesa è molto avanzata. A rischio di infastidire molti di voi, ecco i principali argomenti di questa bell’anima, con le risposte che propongo a tutti, ma non impongo ad alcuno –

1L’ampia diversità di opinione tra i sacerdoti della Resistenza confonde i laici.

* Ma per controllare le opinioni ci vuole l’autorità (vedi sopra). E forse i cattolici meritano di essere confusi, dopo aver seguito tanto ciecamente il Vaticano II, e oggi altrettanto ciecamente la FSSPX. Forse Dio ne ha avuto abbastanza dell’obbedienza cieca. Forse Egli vuole che i cattolici usino la loro testa e pensino da soli, e non si limitino al cieco “obbedire”, come via indolente per andare in Cielo.

2In particolare vi è confusione se abbandonare o meno la nave, cioè andare o meno a Messa alla FSSPX.

* Ma perché uno stesso ragionamentovarrebbe per i tutti i casi? Ogni tipo di circostanza diversa può condurre a questa decisione. Certo, rimanere nella FSSPX col suo attuale andamento errato, comporta un reale pericolo di graduale cedimento, ma le anime hanno bisogno dei sacramenti e non tutti i sacerdoti della Fraternità sono già dei traditori. In Francia, recentemente, la prima edizione di un libro di 350 pagine, il 90% delle quali costituito da citazioni di Mons. Lefebvre, è andato esaurito in due settimane. Esso è stato composto da un sacerdote della FSSPX, Don François Pivert; e questo è un positivo segno di speranza. Che Dio lo benedica!

3La divergenza tra i sacerdoti della Resistenza potrebbe portare alla sua autodistruzione.

* La divergenza personale tra i sacerdoti c’è sempre stata e sempre ci sarà. Quello che è grave è la divergenza dottrinale . È soprattutto la fedeltà dottrinale che ha mantenuto finora la FSSPX, ed è l’infedeltà dottrinale che oggi la sta distruggendo. È la fedeltà dottrinale che garantirà la nostra unica e sola Fede, che sarà la base della sopravivenza del cattolicesimo sia nella Chiesa o nella FSSPX o nella “Resistenza”.

4Non c’è Chiesa senza un capo o una gerarchia. Dio ci vuole organizzati.

* In effetti, normalmente non c’è Chiesa senza un capo o una gerarchia, ma l’uomo moderno ha creato una situazione anormale . Mentre il centurione romano del Vangelo ( Mt . VIII, 6–10) aveva un senso naturale di come si comanda e di come si ubbidisce (le due cose vanno insieme), l’uomo democratico, in nome della libertà, ha volontariamente disimparato come praticare entrambi. È così che comandi arbitrarii e obbedienza eccessiva stanno oggi distruggendo la FSSPX, come hanno ampiamente distrutto la conduzione della Chiesa. Questo perché, sia ai governanti, sia ai governati, manca il senso e l’amore per la verità oggettiva, che li sovrasta entrambi e, quando è assecondato, facilmente armonizza le rispettive autorità e obbedienza. Forse Dio vuole che noi perseguiamo la dottrina piuttosto che l’organizzazione.

In conclusione, questa eccezionale prova della Chiesa durerà finché Dio lo riterrà necessario per la purificazione della Sua Chiesa. Nel frattempo, a me sembra che in questi primi del XXI secolo non sia più sufficiente la paglia cattolica per fare un mattone cattolico, come avvenne per la FSSPX alla fine del XX secolo. Pazienza. Dio avrà il suo disegno. È la Sua Chiesa, ed Egli sta occupandosene. Pazienza.

Kyrie eleison.

Grec – IV

Grec – IV posted in Commenti Eleison on Aprile 27, 2013

Una signora che ha letto il primo “Commenti Eleison” sul GREC (CE 294 del 2 marzo), ha scritto per lamentarsi che io ho travisato il GREC, il gruppo parigino di cattolici fondato alla fine degli anni 1990 per riunire tradizionalisti e cattolici ufficiali, perché potessero pensare e discutere pacificamente tra loro per il bene di Madre Chiesa. Sono contento di correggere gli errori materiali da lei segnalati. Non ho alcun problema ad ammettere i miei difetti personali che lei ha evidenziati. Tuttavia, su un punto importante devo dissentire da lei.

Per quanto riguarda gli errori materiali, il Sig. Gilbert Pérol fu ambasciatore di Francia presso il governo italiano, e non in Vaticano. Non fu neanche un “collaboratore laico”, ma un amico personale di Padre Michel Lelong, un Padre Bianco. Il GREC non fu avviato “nei salotti di Parigi”, ma nell’appartamento della vedova dell’Ambasciatore, la Signora Huguette Pérol, la quale, mi è stato detto, si assume tutta la responsabilità per aver fondato il GREC, semplicemente per aiutare la Chiesa, con l’aiuto di persone “competenti e interessate a restare fedeli al Vangelo e alla Tradizione”.

Per quanto riguarda i miei difetti, lei ha scritto che io sarei “pieno di me” e “ignorante”, che mancherei di modestia e di diplomazia, che avrei dimostrato insufficiente rispetto per il morto e che avrei scritto con un tono sarcastico che non si addice né ad una persona istruita né ad un sacerdote. Oh, Signora, come sarei felice se fossero questi i peggiori difetti di cui dovrò rispondere al tribunale di Dio! Preghi per il mio giudizio particolare.

Tuttavia, per il sarcasmo confesso che quando ho preso in giro la nostalgia dei cattolici odierni per il cattolicesimo degli anni ‘50, non pensavo personalmente all’Ambasciatore Pérol, ma alla moltitudine dei cattolici di oggi che, non rendendosi conto perché per prima cosa Dio abbia permesso al Vaticano II di separare la Chiesa ufficiale dalla Tradizione cattolica, desidera tornare a quella fede sentimentale del decennio precedente, quella che ha portato direttamente al Vaticano II! Mia cara Signora, il punto cruciale non ha niente a che fare con persone soggettive, ha tutto a che vedere con l’oggettiva dottrina.

Ecco perché devo dissentire da Lei circa la competenza delle persone che hanno aiutato la Signora Pérol a fondare il GREC. Che un diplomatico di professione come l’Ambasciatore Pérol abbia pensato di poter ricorrere alla diplomazia per risolvere i grandi problemi dottrinali, è cosa sbagliata, ma comprensibile. Che un prete conciliare come Padre Lelong abbia potuto incoraggiare una simile impresa diplomatica, è cosa più grave, ma ancora comprensibile, visto come il Vaticano II ha minato l’intera dottrina, ufficializzando il soggettivismo nella Chiesa. Ciò che invece è molto meno facile da accettare è “la competenza e la preoccupazione per il Vangelo e la Tradizione” riferita a dei sacerdoti formatisi sotto Mons. Lefebvre proprio per comprendere e combattere il disastro dottrinale del Vaticano II. Questi sacerdoti non avrebbero neanche dovuto incoraggiare, figuriamoci prendere parte attiva, ad uno sforzo essenzialmente diplomatico volto a risolvere un disastro essenzialmente dottrinale, per quanto buone fossero state le intenzioni alla base di questo sforzo.

E tuttavia, anche nel loro caso in qualche misura si applica il proverbio francese: “Comprendere tutto significa perdonare tutto”. Monsignore era di una generazione più vecchia e più sana. Essi sono tutti figli del mondo scombussolato da due guerre mondiali. Merito a loro per essere ricorsi alla di lui persona per la loro formazione sacerdotale, poiché quand’era in vita egli ci ha risollevati tutti. Ma loro non hanno mai veramente assimilato la sua dottrina, e così, una volta morto, nel giro di pochi anni hanno cominciato a cedere. Ma mentre lui era nel giusto, loro, e il GREC – mi perdoni, cara Signora, – sbagliano. Voglia Iddio che possano rivenire al giusto.

Kyrie eleison.

Lettura Domestica

Lettura Domestica posted in Commenti Eleison on Ottobre 20, 2012

Quando, un po’ di tempo fa, questi “Commenti” hanno consigliato ai lettori di fortificare le proprie case nel caso in cui i bastioni pubblici della fede, a causa della malvagità dei tempi, dimostrassero di essere un monumento del passato, alcuni lettori hanno scritto per sapere come si possano fortificare le case. In realtà, in precedenti numeri dei “Commenti” sono stati suggeriti vari mezzi spirituali e materiali per difendere la casa e la famiglia, in particolare, naturalmente, il Santo Rosario, ma non è stata indicata una fortificazione che io proverei ad usare in alternativa della televisione, se avessi una famiglia da difendere: la lettura serale a voce alta ai bambini di capitoli selezionati del Poema dell’Uomo-Dio di Maria Valtorta. E una volta arrivati alla fine dell’ultimo volume, ripartire dall’inizio, e così via fino a quando tutti i bambini non lascerebbero la casa!

Eppure, il Poema ha molti ed eloquenti nemici. Esso si compone di episodi della vita di Nostro Signore e della Madonna, dalla sua immacolata concezione fino alla sua assunzione in cielo, derivati da visioni ricevute verosimilmente dal Cielo, durante la seconda guerra mondiale in Nord Italia, da Maria Valtorta, una donna in età matura, non sposata, che giaceva a letto malata perché paralizzata in modo irreversibile a causa di un infortunio alla schiena occorsole anni prima. Le note incluse nell’edizione italiana (che compongono più di quatro mila pagine raccolte in dieci volumi) mostrano come lei avesse paura di essere ingannata dal Diavolo, e in effetti molte persone non sono convinte che il Poema venga veramente da Dio. Vediamo tre importanti obiezioni.

Per prima cosa, il Poema fu messo nell’Indice dei libri proibiti dalla Chiesa, nel 1950, prima che Roma diventasse neo-modernista negli anni 60. Il motivo addotto per la condanna fu la forma romanzata e la sentimentalizzazione degli eventi del Vangelo. Secondariamente, il Poema è accusato di contenere errori dottrinali. Terza cosa, Mons. Lefebvre obiettava che il Poema fornisse troppi dettagli fisici sulla vita quotidiana di Nostro Signore, tale da renderlo troppo materiale e da abbassare troppo il livello spirituale dei quattro Vangeli.

Ora, in primo luogo, i modernisti come avrebbero potuto prendere il sopravvento a Roma negli anni 60, come hanno fatto, se non fossero stati insediati a Roma già nel 1950? Il Poema, come i Vangeli (p. e. Gv. XI, 35, ecc), è pieno di sentimento, ma sempre in proporzione al suo oggetto. A mio avviso, il Poema, secondo un sano giudizio, non è né sentimentale né romanzato. Secondariamente, gli apparenti errori dottrinali non sembrano difficili da spiegare, uno ad uno, come è stato fatto da un teologo competente nelle note che si trovano nell’edizione italiana del Poema stesso. Terzo, con tutto il dovuto rispetto per Mons. Lefebvre, io ritengo che l’uomo moderno abbia bisogno di dettagli materiali per tornare a credere alla realtà dei Vangeli. Non c’è troppa spiritualità nel relegare Nostro Signore al piano nobile, per così dire, mentre si lascia che il cinema e la televisione despiritualizino il senso della realtà dell’uomo moderno al piano terra? Invece siccome Nostro Signore fu vero Dio e vero uomo, così il Poema è ad ogni passo sia totalmente spirituale sia totalmente materiale.

Da una lettura domestica non elettronica del Poema, riesco a immaginare molti benefici, oltre al reale rapporto vitale tra genitori che leggono e figli che ascoltano. I bambini assorbono dall’ambiente in cui si trovano, come le spugne nell’acqua. Dalla lettura dei capitoli del Poema, selezionati in base all’età dei bambini, riesco a immaginare che vi sarà un grande continuo apprendimento su Nostro Signore e la Madonna. E le domande che farebbero! E le risposte che dovrebbero dare i genitori! Credo che il Poema possa fortificare notevolmente una casa.

Kyrie eleison.

“Ribelle, Divisivo”

“Ribelle, Divisivo” posted in Commenti Eleison on Settembre 15, 2012

Il settimo capitolo del Vangelo di San Giovanni contiene una particolare lezione per oggi: chi sono i veri ribelli contro l’autorità e chi sono i ribelli semplicemente apparenti ? Chi sembra dividere il popolo di Dio e chi lo sta realmente dividendo? Le cose non sono sempre come appaiono. È sempre necessario “non giudicare secondo le apparenze, ma giudicare con giusto giudizio” ( Gv . VII, 24).

Giovanni VII è a ridosso della fine della vita di Nostro Signore sulla terra. Gli Ebrei cercano di uccidere Gesù (versetto 1), ma Nostro Signore va comunque a Gerusalemme e insegna nel Tempio (14). La folla è già divisa (12) e così l’effetto del suo insegnamento è che alcuni (40) riconoscono in Lui il profeta (Cfr. Dt . XVIII, 15–19), mentre altri (41, 42) rifiutano di riconoscerlo perché è un Galileo. Quindi vi sono divisione e discordia. Ora, la divisione come tale è biasimevole, ma chi è da biasimare? Certo, non Nostro Signore, che predica semplicemente la dottrina del Padre Suo nei Cieli (16–17). Né può essere biasimata quella parte della folla che accetta il divino insegnamento. Chiaramente, il biasimo per la discordia spetta alle autorità del Tempio e a quella parte della folla che rifiuta la Verità.

Parimenti, negli anni ‘70 e ‘80 Mons. Lefebvre divise i cattolici insegnando e praticando la verità della Tradizione cattolica, ma quale cattolico che oggi si vanta di essere tradizionale lo biasima per quella divisione? Chiaramente, il biasimo per la divisione della Chiesa non ricade né su Monsignore né su coloro che lo seguirono, ma principalmente su quelle autorità della Chiesa che distorsero la vera religione, come le autorità del Tempio al tempo di Nostro Signore. Ripetute volte, Monsignore supplicò costoro di “giudicare con giusto giudizio” e di affrontare il problema centrale generato dal loro adulterio conciliare col mondo moderno. Cosa che si rifiutano di fare ancora oggi. E ripetute volte la loro unica risposta è stata “Obbedienza!”, “Unità!”. La loro mancanza di argomenti sulle questioni della verità, non suggerisce già che sono loro i veri ribelli e divisori della Chiesa?

Nonostante, la discordia come tale non è cosa buona. E sia Nostro Signore, sia Mons. Lefebvre sapevano a priori che al loro insegnamento sarebbe seguita la discordia. Perché allora hanno continuato ad andare avanti? Perché le anime possono salvarsi con la discordia (Cfr. Lc . XII, 51–53), ma non possono salvarsi senza la verità . Se le autorità religiose sviano gli uomini – e il Diavolo lavora particolarmente su di esse perché con il loro potere possono condurre fuori strada molte altre anime – allora dev’essere proclamata la Verità per ricondurre gli uomini sulla via del Cielo, anche se per effetto si avrà la discordia. In questo senso la Verità è al di sopra dell’autorità e dell’unità.

E dove sta la verità nel 2012? Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa – è vero o falso? Le autorità della Chiesa che hanno prodotto Assisi III e la “beatificazione” di Giovanni Paolo II, si aggrappano al Vaticano II – è vero o falso? E quindi se la Fraternità San Pio X si sottomettesse a tali autorità, queste, usando tutto il loro prestigio e il potere sulla FSSPX che essa stessa avrebbe riconosciuto loro, farebbero tutto per dissolvere la sua resistenza contro il Vaticano II – è vero o falso? Quindi la FSSPX correrebbe il grave rischio di perdere definitivamente tutto quello che gli permette ancora di resistere a tale prestigio e a tale potere – è vero o falso? Come dicono i Romani: “Roma può aspettare”!

E allora, oggi, nella FSSPX se uno “giudica non secondo le apparenze, ma con giusto giudizio”, chi è che realmente è “divisivo”? Chi sono in realtà i “ribelli contro l’autorità”? Coloro che criticano il rischio di una tale confusione fra la Verità cattolica e l’errore conciliare, o coloro che la promuovono?

Kyrie eleison.