Eucarestia

Discernere, Discriminare

Discernere, Discriminare on Dicembre 17, 2016

Se la prova, a quanto pare seria, dei miracoli eucaristici che avvengono all’interno del Novus Ordo Missae (NOM) è da credere – e tali miracoli possono anche accadere spesso, una delle ultime sembra venire da Legnica, ancora in Polonia il giorno di Natale del 2013 (http://​www.​garabandal.​org/​News/​Adoration_​of_​the_​Blessed_​Sacrament.​shtml) – allora davvero per alcuni di noi potrebbe essere necessario fare qualche ripensamento. Ecco come lo esprime un lettore: «Dio non può contraddire se stesso, così che i suoi miracoli non possono contraddire l’insegnamento della Sua Chiesa. Ma il NOM si allontana dalla dottrina cattolica fondamentale sulla Messa. Quindi o i miracoli sono falsi o il NOM è da Dio, e in questo caso qual è la giustificazione dei tradizionalisti legati alla Tradizione? Infatti, se il NOM che è il cuore della Neochiesa viene confermato con dei miracoli, ne deriva che anche la Neochiesa è confermata da Dio, e anche i Neopapi, così che io devo loro obbedienza. Certamente è protestante valutare e scegliere. Posso farlo?”

Oggi, sì che lo puoi, e non solo puoi, ma devi, al fine di compiere il tuo dovere assoluto di mantenere la Fede.

Questo perché quello che tu chiami “valutare e scegliere” può meglio dirsi “discernere”. Ognuno di noi ha bisogno ogni giorno di discernere. Questo è buon senso, ed è ciò che San Tommaso d’Aquino fa dall’inizio alla fine della sua miracolosa Summa Theologiae. Diamo uno sguardo più da vicino all’argomento del nostro amico.

L’oggetto del contendere è il NOM. Il NOM è un rito della Messa, un libro di centinaia se non di mille pagine, che contiene molte cose. Dal punto di vista cattolico il rito nel suo complesso è indubbiamente cattivo, perché cambia radicalmente la concezione della Messa: da sacrificio propiziatorio incentrato su Dio a pasto comunitario incentrato sull’uomo. In quanto tale, dal momento che gran parte dei cattolici vivono la loro religione assistendo alla Messa, quando cambia la concezione di essa, in effetti cambia la loro religione. Ecco perché il NOM è il principale distruttore della vera Chiesa, e il principale motore della Neochiesa. Ecco perché il NOM nel suo complesso non è solo cattivo, ma molto cattivo, pessimo.

Ma questo non significa che tutte le sue parti, come parti, sono cattive. Come parti, alcune sono ancora cattoliche perché dovevano esserlo, al fine di ingannare la massa dei sacerdoti quando nel 1969 il NOM fu introdotto, affinché credessero che il NOM non era essenzialmente diverso dal rito tridentino della Messa, soprattutto nella Consacrazione. Diversamente i sacerdoti l’avrebbero rifiutato, ed esso non avrebbe potuto svolgere il compito di distruggere la Chiesa. Così il NOM è, in quanto alle sue parti, in parte buono e in parte cattivo, mentre nel suo complesso, è ambiguo, infido, un’opera distorta.

Tuttavia, per quanto riguarda gli uomini: “Per il puro tutto è puro” (Tit. I,15), allora alle anime innocenti che ancora non sanno della intrinseca pericolosità per la Fede del NOM, esso con la sua Consacrazione e le sue parti buone, può ancora offrire la grazia e il nutrimento spirituale, soprattutto quando questi elementi cattolici non vengono strangolate, da un prete che cerca di rendere le ambiguità le più cattoliche possibile. Per quanto riguarda Dio, poi, Egli “scrive dritto sulle righe storte”, dice il proverbio, e così le parti cattive del NOM non Gli impediscono di fare dei miracoli con le parti cattoliche, per nutrire l’innocente e per ammonire il colpevole.

Pertanto, da un lato, il NOM nel suo complesso è molto cattivo, e i tradizionalisti sono assolutamente necessari alla Chiesa per testimoniare la sua cattiveria e per mettere a disposizione una vera Messa per quando le anime si accorgono della cattiveria del NOM, come hanno fatto già con tempi e modalità diverse, in modo che tali anime possano mantenere la fede e non perderla prima della fine della crisi. Dall’altro lato, il NOM è in parte ancora buono a sufficienza per nutrire le anime innocenti e permettere a Dio di fare dei miracoli, sia per il nutrimento delle anime, sia per il loro ammonimento. Così facendo, Dio non sta confermando il NOM nel suo insieme, o la Neochiesa nel suo insieme, o i Neopapi complessivamente, ma fa affidamento su di me perché io usi il cervello e la Fede, che Egli mi ha dato, per discernere il bene dal male. Nel Suo Cielo glorioso, Egli non vuole robot senza cervello!

Kyrie eleison.

Miracoli nel NOM?

Miracoli nel NOM? on Dicembre 3, 2016

Negli Stati Uniti l’anno scorso è sorta una seria controversia sul fatto che Dio possa fare miracoli nel contesto della Messa del Novus Ordo. Ora, se Dio attua dei miracoli soprannaturali, ovviamente è perché siano creduti, così che si rafforzi la fede soprannaturale della gente. E se Egli vuole che sia creduto qualcosa al di fuori dell’ordine naturale, ovviamente provvede fornendo prove sufficienti, come Lazzaro che esce dalla sua tomba al cospetto di una grande folla di astanti. E in questo senso la prova più convincente è di un genere materiale e fisico, che dunque non può essere in alcun modo il mero prodotto di una qualche mente umana, quantunque pia, come i giuochi del sole a Fatima nell’ottobre del 1917. Allora quale sarebbe la prova materiale e fisica di un miracolo eucaristico verificatosi in una Messa Novus Ordo?

E’ stato riferito che un tale miracolo si è verificato nella chiesa parrocchiale di Sokulka, Polonia orientale. Il 12 ottobre 2008, a un sacerdote ordinato cinque anni prima da un vescovo polacco consacrato nel 1980, mentre distribuiva la Santa Comunione capitò che un’Ostia consacrata gli cadesse sui gradini dell’altare. Egli si fermò a raccoglierla e la mise accanto al Tabernacolo in un piccolo vaso contenente dell’acqua. Dopo la Messa si chiuse l’Ostia nella sacrestia, affinché si sciogliesse nell’acqua, così che la Presenza Reale non ci sarebbe stata più e l’acqua avrebbe potuto essere eliminata in modo sicuro. Questa procedura è del tutto normale per tali incidenti nella liturgia cattolica.

Ma quando il 19 ottobre una Suora della parrocchia andò a controllare se l’Ostia si fosse sciolta, vide nel suo centro un qualcosa dall’intenso colore rosso, come un coagulo di sangue. Informò immediatamente il parroco, che insieme ad altri sacerdoti andò ad osservare quello che sembrava un pezzo di carne viva. Tutti gli osservatori furono stupiti. Poi venne l’Arcivescovo del luogo, di Bialystok, con diversi funzionari diocesani. Tutti rimasero profondamente commossi. Per disposizione dell’Arcivescovo, il 30 ottobre l’Ostia venne rimossa dall’acqua, posta su un piccolo corporale e collocata nel Tabernacolo ad asciugare. Ancora oggi mantiene la forma di un grumo di sangue.

Il 7 gennaio 2009, venne prelevato un campione dall’Ostia per essere esaminato da due morfopatologi, separatamente, presso la vicina Università di Medicina di Bialystok. Il loro giudizio unanime, indipendente l’uno dall’altro, fu che “tra tutti i tessuti degli organismi viventi, il campione assomiglia più al tessuto miocardico umanoproveniente dal ventricolo sinistro del cuore e tipico di una persona che vive uno stato di agonia. Per di più, entrambi i patologi trovarono, presumibilmente al microscopio, che le fibre del tessuto miocardico e la struttura del pane erano così strettamente legate insieme da escludere ogni possibilità di fabbricazione umana. Il 29 gennaio questa evidenza materiale e fisica venne presentata alla Curia Metropolitana di Bialystok, e si è in paziente attesa del giudizio ufficiale della Chiesa sull’origine soprannaturale dell’evento. In tale attesa, in un’omelia dell’ottobre 2009, l’Arcivescovo ha detto che saranno decisivi i frutti spirituali tra i cattolici. Si è già verificato un significativo aumento della pietà e della pratica religiosa dei cattolici del luogo, mentre ci sono stati centinaia di pellegrinaggi da altri luoghi e si sono verificati numerosi miracoli di guarigione e conversione.

Se la prova materiale è da credere, a Sokulka Dio ha operato un altro di una lunga serie di miracoli eucaristici avvenuti nel tempo per aiutare le anime a credere in qualcosa che di solito è abbastanza difficile da credere, e cioè che Egli è Realmente Presente sotto le apparenze del pane e del vino che sono stati consacrati. Ma come è possibile questo quando i cattolici tradizionali sanno che la Nuova Messa è la causa principale della distruzione della Chiesa con la perdita della fede a partire dal Vaticano II? Una risposta potrebbe essere che il Sacro Cuore, sapendo che i pastori sono stati i responsabili principali dell’ambiguo NOM, si rifiuta di abbandonare le Sue pecore e continua a nutrirle con ciò che è rimasto ancora cattolico in mezzo all’ambiguità. Per di più in mezzo a tutta la relativa disattenzione della Neo-Chiesa nel trattare la Santa Eucaristia, l’evento di Sokulka è un forte monito per i pastori e per le pecore – “Ricordate Chi state trattando – Me, il vostro Dio!”

Kyrie eleison.

Visione Della Resistenza

Visione Della Resistenza on Agosto 24, 2013

Un certo numero di anime cattoliche, che oggi mantengono la fede cattolica, sono spaventate dalla direzione ancora oggi mantenuta dalla dirigenza della Fraternità San Pio X, e dal momento che apprezzano il tanto che hanno ricevuto dalla Fraternità negli ultimi decenni, desiderano disperatamente che un’altra Fraternità la rimpiazzi. Esse sono spaventate dalla diversa visione di una rete di sacche indipendenti di resistenza che sarebbero il loro futuro. Possono essere rassicurate dal sapere che si tratta della stessa visione di un eccezionale profeta e pioniere del movimento tradizionale: il sacerdote francese domenicano P.Roger-ThomasCalmel (1914–1975). Ecco alcune pagine, liberamente tradotte e adattate dal francese, della sua Breve Apologia della Chiesa di sempre (pp. 48–51, 58):—

“Per quanto pazzamente possa comportarsi la gerarchia cattolica, i sacerdoti non possono prendere il posto dei vescovi, né i laici il posto dei sacerdoti. Si può quindi pensare di creare una grossa lega o associazione mondiale di sacerdoti e di laici cristiani, che instauri un dialogo con la gerarchia e la forzi a ripristinare l’ordine cattolico? È un’idea grandiosa e commovente, ma irreale. Questo perché un tale gruppo, volendo essere un gruppo di Chiesa, ma non essendo né una diocesi, né un’arcidiocesi, né una parrocchia, né un ordine religioso, non rientrerà in alcuna delle categorie sulle quali e per le quali si esercita l’autorità nella Chiesa. Esso sarà un raggruppamento artificiale, un artificio sconosciuto a tutti i gruppi reali della Chiesa, stabiliti e riconosciuti come tali.

“A quel punto, come per ogni raggruppamento umano, sorgerà il problema della direzione e dell’autorità, e più grande è il gruppo, più acuto sarà il problema. Immancabilmente si arriverà a questo: essendo un’associazione, il gruppo deve risolvere il problema dell’autorità; essendo artificiale (un gruppo né naturale, né soprannaturale), esso non può risolvere il problema dell’autorità. Ben presto sorgeranno sottogruppi rivali, la guerra diverrà inevitabile, e non ci sarà alcun mezzo canonico per porre fine o per gestire una simile guerra.

“Siamo quindi condannati a non essere in grado di fare alcunché in mezzo al caos, spesso un caos sacrilego? Io non lo penso. Per prima cosa, l’indefettibilità della Chiesa garantisce che fino alla fine del mondo ci sarà un’autentica gerarchia personale sufficiente a mantenere i sacramenti, specialmente l’Eucarestia e gli Ordini Sacri, e a predicare la sola, unica e immutabile dottrina di Salvezza. Secondo poi, quali che siano le manchevolezze della gerarchia reale, tutti noi, sacerdoti e laici, abbiamo la nostra piccola parte di autorità.

“Perciò, il sacerdote in grado di predicare, vada ai limiti del suo potere per predicare, assolvere i peccati e celebrare la vera Messa. La suora insegnante vada ai limiti della sua grazia e del suo potere per formare le giovani nella fede, nei buoni costumi, nella purezza e nella letteratura. Ogni sacerdote e laico, ogni piccolo gruppo di laici e sacerdoti che hanno autorità e potere in un piccolo fortino della Chiesa e della cristianità, vada ai limiti delle sue possibilità e dei suoi poteri. Capi e componenti di tali piccoli fortini si conoscano e siano in contatto gli uni con gli altri. Ognuno di questi fortini, protetto, difeso, orientato e diretto nella preghiera e nel canto da una reale autorità, diventi il più possibile una fortezza di santità. Questo è quello che garantirà la continuazione della vera Chiesa e preparerà efficacemente il suo rinnovamento nel buon tempo di Dio.

“Quindi, non dobbiamo avere timore, ma pregare in tutta fiducia ed agire senza paura, secondo la Tradizione e nei limiti della nostra competenza e del potere che abbiamo, preparandoci così per il tempo felice in cui Roma tornerà ad essere Roma e i vescovi ad essere vescovi.”

Kyrie eleison.

“A Voi La Scelta!”

“A Voi La Scelta!” on Marzo 23, 2013

Che confusione regna nella Chiesa, come nel mondo! Vediamo, uno dopo l’altro, degli uomini trai migliori, magari con le migliori intenzioni, rinunciare alla lotta e prendere la decisione di non resistere più a lungo, lasciarsi andare, seguire l’andazzo, fare quello che fanno tutti gli altri. Eppure questo andazzo manca di Dio e da Dio è condannato senza appello perché Egli non cambia.Non v’è dubbio che Egli ora si sta appellando al nuovo Papa perché faccia ciò che è giusto, costi quel che costi.

Tra il 1966 e il 1975, sembra che Egli si sia rivolto ad una donna in Francia perché un prelato francese facesse giungere nelle mani di Paolo VI una serie di messaggi con i quali si chiedeva al Papa di guidare dei massicci pellegrinaggi alla famosa Basilica di Vézelay (e dal 1972, per ripristinare la Messa Tridentina). I messaggi, che portavano il titolo del canto quaresimale Parce, Dómine, Pópulo Tuo (Perdona, o Signore, il tuo popolo), non hanno alcuna autorizzazione ufficiale, ma si adattano alla Settimana Santa. I lettori disposti a leggerli potranno giudicare loro stessi se suonano veri:—

16-X-65: Il mondo è sull’orlo di una catastrofe. Tuttavia, tenete presente che la supplica nella preghiera di poche anime umili abbia un grande potere sul mio cuore.

3-III-68: Dite al Santo Padre di cantare implorante il Parce, Dómine con le braccia allargate a croce, al cospetto della folla che egli riunirà aVézelay.

2-III-70: Se il mio appello non verrà ascoltato, le acque della mia ira sommergeranno tutto. Pianti e gemiti si leveranno in quel momento, ma sarà troppo tardi.

13-II-71: Dite ai sacerdoti che, in mezzo al collasso della Cristianità, richiamino alla preghiera e alla penitenza e che essi stessi diano l’esempio. In caso contrario, ci saranno massacri sul suolo francese. Se vi rifiutate di innalzare fino al Padre mio le grida dell’umile preghiera di pentimento,giocoforza alzerete grida di terrore. A voi la scelta!

25-III-71: Figlioli miei, se non vorrete processioni d’amore, avrete processioni di odio. Queste sono già in arrivo. Che altro avete bisogno per credere nel mio appello?

28-IV-72: Se non vogliono genuflettersi davanti al Santissimo Sacramento, si genufletteranno nelle miniere di sale!

10-VII-72: Se il Papa non fa quello che ho chiesto, la giustizia divina scenderà pesantemente sul mondo, e dovrete subire una tale sofferenza che se oggi ne conosceste i dettagli, raggelereste dal terrore.

15-VII-72: Io faccio appello ai miei figli fedeli. Devo trovare solo disertori? Se sapeste, figli miei, ciò che vi aspetta, come vi affrettereste a realizzare i miei desideri. Ma presto sarà fatta giustizia. Mi invocherete nel vostro terrore, ma sarà troppo tardi.

6-XI-72: Se vi mostrassi ciò che vi aspetta, passereste intere notti in preghiera ai miei piedi, per tenere a distanza il terribile castigo.

13-VII-73: Attualmente sono i laici la speranza della Chiesa. Pregate per i vostri pastori infedeli.

2-V-75: Nei prossimi brutti tempi, le famiglie cristiane dovranno mettersi insieme per occuparsi dei bisogni dei miei sacerdoti fedeli, che dovranno esercitare il loro ministero nella clandestinità . . . . Si torna alle catacombe. Non vi è altro da fare.

Parce, Dómine.

Infezione ? – Chi ?

Infezione ? – Chi ? on Agosto 25, 2012

Uno dei miei proverbi preferiti viene dalla Cina: “Il saggio biasima se stesso, lo stolto biasima gli altri”. Non perché gli altri non siano mai da biasimare, ovviamente, ma perché in genere io posso fare poco o niente perché cambi il loro comportamento, mentre invece sono padrone del mio, almeno in teoria. Com’è detto nell’Imitazione di Cristo: raramente traiamo profitto pensando ai peccati degli altri, sempre pensando ai nostri stessi peccati.

Questa antica saggezza ci è tornata in mente per una lettera di una lettrice di “Commenti Eleison” (n. 263), dove lei lamenta l’”infezione conciliare” che ha notato nel modo in cui, negli USA, le Messe Tridentine vengono celebrate dai sacerdoti e seguite dai laici. Se riassumiamo di seguito le sue tristi osservazioni, non è per gettare ombra sui sacerdoti o sui laici, ma per suggerire come ognuno di noi debba esaminare il proprio comportamento.

In generale, lei dice che l’”infezione conciliare” si è insinuata da tempo nelle cappelle della FSSPX. E arriva a dire che la situazione è già deteriorata ed è disperata: ormai il danno è fatto. È come se il latino avesse prevalso sulla Fede, come se tutto andasse bene sol perché la Messa Tridentina è detta in latino. Non avendo compreso – o fatto proprio – che cosa sia realmente la Messa – lei dice – i laici trovano normale assistere semplicemente. Molti assistono alla Messa pensando ad altro e ricevono la Santa Comunione in modo molto irriverente, proprio come nella neo-Chiesa.

Lei biasima i sacerdoti perché non spiegano a sufficienza la Fede o la Messa. E per le loro prediche, a volte si chiede se capiscano cosa stanno dicendo, mentre altre volte trova che le idee personali dei sacerdoti e l’insieme della predica si presentano come quelle conciliari. Le norme liturgiche non sarebbero rispettate, le rubriche non sarebbero corrispondenti, il Canone della Messa appare affrettato. In breve, lei non si sorprende se un certo numero di sacerdoti e di laici della FSSPX sembrano pronti per riunirsi alla neo-Chiesa, anzi, è come se già ne facessero parte.

Ora, nessuno potrebbe con giustizia sostenere che questa sua triste descrizione si adatti a tutte le Messe della FSSPX, ma la corruzione del nostro tempo è tale che un deterioramento come quello osservato dalla lettrice appare del tutto normale. Questa corruzione preme sui sacerdoti e sui laici, e significa che tutti noi abbiamo bisogno di controllare da vicino come essa possa insinuarsi in noi stessi. Come disse una volta, nel 1950, Suor Lucia di Fatima: i laici non possono più contare che il clero faccia per loro tutto il lavoro per farli andare in Cielo. In realtà essi non hanno mai potuto farlo, ma una pigra “obbedienza” è ancora oggi una tentazione comune. Se i laici vogliono che a guidarli siano dei buoni sacerdoti, e se non vogliono che la FSSPX diventi conciliare, si preoccupino di mettere ordine nel loro stesso comportamento – per esempio: come assistiamo alla Messa io e la mia famiglia?

Per quanto riguarda i sacerdoti, non dobbiamo dimenticare il grave avvertimento che il profeta Ezechiele (III, 17–21) rivolge ai pastori: se i pastori ammoniscono i fedeli per come stanno peccando e se i fedeli continuano a peccare, il Signore Iddio punirà i fedeli, ma non riterrà responsabili i pastori. Al contrario, se i fedeli peccano e i pastori non li richiamano perché stanno peccando, il Signore Iddio riterrà responsabili i pastori per i peccati dei fedeli. “Il giudizio inizii dalla casa di Dio” (I Pt. IV, 17).

Quindi, dipende da ognuno di noi fare quant’è in nostro potere per evitare che la FSSPX diventi preda dell’”infezione conciliare”, cosa oggi più facile a dirsi che a farsi. In ogni caso, dice San Paolo (I Cor. IV, 3–5): che ognuno di noi guardi ai propri peccati. È Dio che giudica.

Kyrie eleison.

L’ecumenismo di Benedetto – I

L’ecumenismo di Benedetto – I on Febbraio 25, 2012

Pochi anni fa, in Germania, è apparso uno studio prezioso sull’ecumenismo conciliare, scritto da un certo Dr. Wolfgang Schüler. In “Benedetto XVI e l’auto-comprensione della Chiesa cattolica” egli sostiene che l’ecumenismo sorto dal Vaticano II ha trasformato la comprensione che la Chiesa ha di se stessa, e con una serie di citazioni testuali, egli prova che Joseph Ratzinger, come prete, Cardinale e Papa, ha promosso in maniera consistente questa trasformazione, dal Concilio fino ad oggi. Né può vergognarsi di averlo fatto.

In ordine logico – ci vorrà più di un “Commenti Eleison” – vedremo qual è la visione che la vera Chiesa ha di se stessa, e quindi, con l’aiuto del Dr. Schüler, come questa sia cambiata a partire dal Concilio e come Benedetto XVI abbia promosso in modo consistente tale cambiamento. Infine trarremo le conclusioni che ne emergono per i cattolici che desiderano mantenere la vera fede.

La vera Chiesa cattolica ha sempre considerato se stessa come un tutto organico, una società unica, santa, cattolica e apostolica, composta da esseri umani uniti dalla Fede, dai sacramenti e dalla gerarchia romana. Questa Chiesa è talmente una che nessuna parte può staccarsi o andar via da essa senza cessare di essere cattolica (Cf. Gv XV, 4–6). Per esempio, quella Fede che è l’elemento primario del credente cattolico non può essere considerata in maniera frammentaria, ma dev’essere assunta o tutt’intera (almeno implicitamene) o niente. Questo perché è per l’autorità di Dio, che ha rivelato i dogmi della Fede cattolica, che io credo in essi, tale che se non credo in uno solo di tutti questi dogmi non faccio altro che rigettare la Sua autorità, così che anche continuando a credere in tutti gli altri dogmi il mio credo non poggerà più sull’autorità di Dio, ma solo sulla mia scelta.

Infatti, la parola “eretico” deriva dal greco hairein, “scegliere”, perché il credo di un eretico è ormai una sua mera scelta, egli ha perso la virtù soprannaturale della fede, così che se rifiuta anche un solo dogma di Fede, egli non è più cattolico. Una famosa frase di Agostino recita: “In molto sei con me, in poco non lo sei, ma per quel poco che non lo sei, quel tanto che lo sei non ti è di alcuna utilità”

Ad esempio, un protestante può credere in Dio, può anche credere nella divinità dell’uomo Gesù di Nazareth, ma se non crede nella Presenza Reale di Dio, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, sotto le specie del pane e del vino dopo la consacrazione nella Messa, egli ha un concetto profondamente diverso e manchevole dell’amore di Gesù Cristo e del Dio in cui crede. Si può dire quindi che un vero protestante e un vero cattolico credono nello stesso Dio? Il Vaticano II dice che si può, e costruisce il suo ecumenismo sulla base di presunte credenze più o meno condivise tra i cattolici e tutti i non cattolici.

Al contrario, il Dr. Schüler, con una serie di confronti, illustra che ciò che pur appartenendo a due credi diversi può sembrare una stessa credenza, non lo è affatto. Ecco un esempio: le molecole di ossigeno mescolate coll’azoto sono sempre le medesime come quando sono composte coll’idrogeno, ma vi è una bella differenza nei due casi: nell’uno è l’aria che respiriamo (O + 4N), nell’altro è l’acqua che beviamo (H2O)! Continuate a seguire.

Kyrie eleison.