conciliarismo

Monsignor Huonder

Monsignor Huonder on Marzo 30, 2019

Era ampiamente noto che Monsignor Huonder (MH) vescovo della diocesi ufficiale di Coira, Svizzera, quando andrà in pensione in aprile all’età di 77 anni, stava per prender la residenza ufficiale per i suoi anni autunnali in una scuola maschile della Fraternità San Pio X a Wangs, Svizzera. Circolava addirittura la voce, attribuita ad uno stretto collaboratore dei due precedenti Superiori Generali della FSSPX, che lo stesso vescovo conciliare sarebbe stato il principale consacratore di due sacerdoti della Fraternità che, con la piena approvazione di Papa Francesco, sarebbero due nuovi vescovi per la FSSPX, forse dopo Pasqua. Una data così prossima per un evento così significativo sembra altamente improbabile, ma la sua logica è inesorabile, data la ventennale politica della Neofraternità volta a fondersi con la Neochiesa.

La stessa logica era alla base dell’insediamento di MH per il suo pensionamento nella scuola per ragazzi della Fraternità a Wangs. Si sa che anche come vescovo ufficiale di una delle più grandi diocesi della Neochiesa in Svizzera, egli abbia già fatto diverse visite alla scuola, dove era diventato popolare fra i sacerdoti della Neofraternità e i ragazzi che vi abitano. Eppure egli non avrebbe interrotto tutti i contatti con la Neochiesa a Roma. Al contrario, il suo attuale portavoce diocesano ha annunciato a gennaio che il ritiro del vescovo a Wangs in aprile “è legato ad una missione a lui affidata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, per mantenere i contatti con la FSSPX”. Chiaramente MH, ritenuto amico personale di Papa Francesco, aveva in programma di agire come anello di congiunzione tra la Neochiesa e la Neofraternità, nella speranza di avvicinarle di più.

Tale speranza non era necessariamente disonesta. Molti uomini della Neochiesa non possono vedere (o non vogliono vedere) l’abisso che separa la religione cattolica di Dio dalla religione conciliare dell’uomo. Da entrambe le parti esiste il desiderio di fingere che non esista un simile abisso. Da un lato i cattolici hanno difficoltà a sopportare di trovarsi al di fuori della struttura dell’Autorità visibile della Chiesa, mentre dall’altro lato i seguaci del Vaticano II hanno bisogno di rassicurarsi di non aver rotto con la vera Tradizione immutabile della Chiesa. Può ascriversi a merito di MH che voleva stabilirsi in un ambiente più cattolico della sua ex diocesi ufficiale, dove probabilmente non ha alternative a dare la Comunione a giovani donne in abito succinto, e non ha alternative a ritirare alcune osservazioni sue del tutto giustificate contro l’omosessualità. Ma “Un fatto è più forte del sindaco”, dice un proverbio inglese.

E il fatto è che il Vaticano II è stata la più grande rottura con la Tradizione cattolica in tutta la storia della Chiesa. Prendiamo ad esempio la Neomessa, che sta al Concilio come la pratica alla teoria. MH non doveva mai celebrarla nella scuola? Poteva accettare di non celebrarla mai? E anche se poteva, può ammettere che la teoria e la pratica del suo sacerdozio e del suo episcopato sono state immerse nella svendita conciliare della vera Chiesa di Dio al mondo moderno senza Dio? Poteva liberarsi quasi subito delle convinzioni accumulate nelle sue decine di anni di immersione nella Chiesa conciliare? Ordinato sacerdote nel 1971 e consacrato vescovo nel 2007 con i riti del rivoluzionario Paolo VI, può ammettere che per eliminare ogni dubbio sulla validità dei Neoriti, ha bisogno di essere riordinato e riconsacrato sub conditione? O la Neofraternità non richiede più nessuna delle due cose? Sembra molto probabile, data la sua pratica recente, ma come risponderebbero a questo i Tradizionalisti svizzeri? A quanto pare Monsignor Vitus Huonder può essere un uomo onesto e ben intenzionato, ma la sua è un’onestà conciliare, il che significa che è leale ad una corruzione completamente disonesta della Fede e della Chiesa cattolica.

Purtroppo, in tutto il mondo i tradizionalisti della Fraternità stanno abituandosi alla sostituzione della Fraternità di Mons. Lefebvre con la Neofraternità. Mons. Fellay ha voluto collocare la FSSPX dentro le mura della Roma ufficiale perché agisse come un cavallo di Troia per convertire la Roma conciliare. Ma pur concedendo a MH tutta la buona volontà del mondo, non è che egli è stato messo ad agire come cavallo di Troia all’interno delle mura della Fraternità? Si può sperare che la scuola di Wangs gli avrebbe permesso di vedere l’abisso tra la Tradizione e il Concilio, ma questa è una bella speranza. Alice era nel Wonderland (nel Paese delle Meraviglie). La Neofraternità è ora nel Huonderland (nel Paese degli Huonder).

Kyrie eleison.

Difendere Menzingen – II

Difendere Menzingen – II on Marzo 3, 2018

Non c’è dubbio che alcuni lettori di questi “Commenti” non sono così interessati a leggere ciò che a loro appaiono solo liti interne tra relativamente pochi sacerdoti cattolici. Tali lettori si guardino dal trascurare l’importanza di questi “liti”. La religione guida il mondo perché Dio esiste, e il modo in cui gli uomini guardano a Lui (la religione) regge il modo in cui essi si rapportano con i loro simili (la politica). La Chiesa cattolica guida la religione perché dall’incarnazione di Cristo il cattolicesimo è l’unica religione fondata dall’unico vero Dio. E la Tradizione cattolica guida la Chiesa cattolica perché questa Chiesa è essenzialmente immutabile come Nostro Signore stesso. E per 42 anni (1970–2012) la Fraternità San Pio X è stata in prima linea nella difesa della Tradizione cattolica perché è stata l’unica organizzazione cattolica mondiale a resistere efficacemente all’infedele modernizzazione della Chiesa operata dal Concilio Vaticano II. E’ per questo che tutti gli uomini svegli, atei o protestanti o conciliaristi, in particolare i sacerdoti e i seguaci della FSSPX, sono preoccupati per il problema dell’infedeltà alla Tradizione cattolica sorto all’interno della FSSPX. Che ognuno legga!

Un altro campione di Menzingen, Don B., si è unito all’elenco dei difensori della sua politica di ricongiungimento alla Roma conciliare – chiamiamoli riconciliaristi – con un articolo sulla rivista mensile ufficiale della FSSPX negli Stati Uniti. Da quando il Vaticano II ha separato l’Autorità cattolica dalla Verità cattolica, in cui la prima esiste solo per difendere e mantenere la seconda, tutti i cattolici sono diventati necessariamente più o meno schizofrenici – o seguono l’Autorità e abbandonano la Verità, o seguono la Verità e abbandonano l’Autorità, o scelgono una delle varietà di combinazioni tra di esse.

Il fondatore della FSSPX, Mons. Lefebvre, scelse la Verità, ma mantenne il rispetto per i detentori dell’Autorità cattolica fintanto che questa rimaneva compatibile con la fedeltà alla Verità, e come risultato egli subì gravi persecuzioni e condanne da parte di tutti i cattolici che preferivano più o meno l’Autorità. Al contrario, i suoi successori a capo della sua Fraternità vogliono riportarla sotto l’Autorità conciliare, così che dal 2012 la Fraternità è diventata ufficialmente “riconciliarista”. Con questo trasbordo della FSSPX dalla Verità del Fondatore all’Autorità conciliare, questi successori hanno diffuso la schizofrenia nella Fraternità, causando un movimento di “Resistenza” al loro “Riconciliarismo”.

Per gran parte del suo articolo, Don B. è cattolico nei principi, ma alla fine è riconciliarista nella loro applicazione. Così, forse per aiutare l’attuale riconciliarista Superiore Generale della Fraternità ad essere rieletto a luglio, egli attacca la “Resistenza”, non per il suo attaccamento alla Verità, che è il suo punto di forza, ma per il suo distanziarsi dall’Autorità cattolica, sia essa di Roma o di Menzingen. Don B. dice allora che la “Resistenza”, per suo “comodo e convenienza”, nei confronti di Roma rischia di ignorare il Papa e di disconoscere la sua autorità, mentre nei confronti di Menzingen rifiuta il dovuto rispetto e obbedienza, e, criticando ogni parola pronunciata dal Superiore Generale, semina il sospetto e ostruisce i canali della grazia.

Ma, Reverendo Padre, tra i suoi princípi cattolici lei stesso riconosce il primato della Fede. Ora il Vaticano II è stato un disastro per la Fede, col suo cercare di mettere l’uomo moderno al posto di Dio. Quindi il conciliarismo e il riconciliarismo sono entrambi disastrosi, così che gli ufficiali romani e l’attuale Superiore Generale della Fraternità devono essere giudicati di conseguenza. E quest’ultimo non dev’essere sostituito con un altro riconciliarista. Il problema non è la “Resistenza”, che non “ignora” il Papa e sicuramente non sta perseguendo il suo comodo e la sua convenienza, perché è molto scomodo per i cattolici rimanere privi di ogni manifesto sostegno dei suddetti ufficiali. Ragion per cui la “Resistenza” non sta cadendo in “un atteggiamento scismatico di per sé”, né sta ostruendo i canali della grazia. Il problema è che è stato il Concilio a causare uno scisma, è stato il Concilio che ha avvelenato i Papi, è stato il Concilio che ha ostruito i canali della grazia di Gesù Cristo. E se qualcosa della vera Fraternità deve sopravvivere, l’attuale Superiore Generale non deve essere rieletto.

Kyrie eleison.

“Chiesa ufficiale”?

“Chiesa ufficiale”? on Febbraio 3, 2018

Bisogna stare molto attenti con le parole, perché le parole sono la maniglia della nostra mente sulle cose, e le cose sono la materia della vita di tutti i giorni. Quindi, dalle parole dipende come conduciamo le nostre vite. Presso la chiesa parrocchiale ammiraglia della Fraternità San Pio X a Parigi, in Francia, c’è un sacerdote della Fraternità che ha cura delle parole. Nel numero del mese scorso (n.333) del mensile della parrocchia, Le Chardonnet, Don Gabriel Billecocq ha scritto un articolo intitolato “Hai detto ‘Chiesa ufficiale’?”. In esso, non una volta cita il quartier generale della Fraternità a Menzingen, in Svizzera, ma lamenta il “desiderio”, che viene da qualche parte, presumibilmente dall’alto, che si sostituisca sempre l’espressione “Chiesa conciliare” con l’espressione “Chiesa ufficiale”. Ed ha ragione, perché l’espressione “Chiesa conciliare” è perfettamente chiara, mentre l’espressione “Chiesa ufficiale” non è chiara, ma ambigua.

Infatti, da un lato, “Chiesa conciliare” indica chiaramente quella gran parte della Chiesa odierna che è più o meno avvelenata dagli errori del Concilio Vaticano II. Questi errori consistono essenzialmente nel ricentramento della Chiesa sull’uomo, mentre essa dovrebbe essere centrata su Dio. Dall’altro lato, “Chiesa ufficiale” è un’espressione con due possibili significati: può significare la Chiesa ufficialmente istituita da Cristo e ufficialmente protrattasi nei secoli attraverso la successione dei Papi, e a questa “Chiesa ufficiale” nessun cattolico può obiettare, al contrario. E può essere intesa come quell’insieme di funzionari della Chiesa ufficiale devoti al Vaticano II i quali nell’ultimo mezzo secolo hanno usato il loro potere ufficiale a Roma per infliggere ai cattolici gli errori conciliari; e a questa “Chiesa ufficiale” qualunque cattolico deve obiettare. Perciò l’espressione “Chiesa conciliare” esprime qualcosa di immediatamente cattiva, mentre l’espressione “Chiesa ufficiale” esprime qualcosa che può essere buona o cattiva, a seconda di quale dei due significati le viene dato. Pertanto sostituire “Chiesa conciliare” con “chiesa ufficiale” significa sostituire la chiarezza con la confusione, e impedire anche ai cattolici di riferirsi ai mali del Vaticano II.

Don Billecocq non dice mai che una cosa del genere è stata “desiderata” dal quartier generale della Fraternità, ma un fatto e una deduzione lo suggeriscono. Circa il fatto, all’inizio di questo mese, il Superiore del Distretto francese della Fraternità, Don Christian Bouchacourt, intervistato in pubblico sulle prossime elezioni di luglio nella Fraternità, ha dichiarato: “Non appena verrà eletto il Superiore Generale, il Vaticano verrà immediatamente informato della decisione.” Tale notifica al Vaticano da parte della Fraternità sulle sue elezioni interne, non è mai stata fatta prima. E suggerisce fortemente che gli attuali capi della Fraternità, non solo non vedono l’ora che Roma sia informata, ma che essa dia anche la sua approvazione ufficiale sulla scelta dei capi della Fraternità – perché notificare se non per ottenere infine l’approvazione? Quale altra elemosina potrà ancora chiedere la neo-Fraternità alla neo-Chiesa? Cosa non mendicherà ancora? Oh, quanto è lontana la Fraternità dai tempi in cui era la fede di Mons. Lefebvre a costringere Roma all’accattonaggio!

Circa la deduzione, si sente che Menzingen sta curando la presentazione di due principali candidati agli elettori per le elezioni di luglio della Fraternità, allo scopo di scegliere il nuovo Superiore Generale, che non sarebbe più un vescovo. A occhio e croce, Roma avrebbe già il controllo virtuale su queste importanti decisioni prese all’interno del quartier generale della Fraternità. In tal caso, Roma avrà poco da temere che uno di questi due candidati modifichi sostanzialmente le politiche filo-romane di Mons. Fellay, mentre potrebbe avere molto da guadagnare da un cambiamento ai vertici: potrebbe anche avere la possibilità di utilizzare Mons. Fellay a Roma, mettendolo a capo di una “rinnovata” Congregazione Ecclesia Dei, che includa tutte le comunità tradizionali, compresa la sua ex Fraternità.

Chi può dubitare dell’abilità dei Romani di volgere ogni situazione a loro vantaggio? A meno che . . . a meno che non finiscano di nuovo col venir fuori all’interno della Fraternità quella Fede e quella Verità che erano la forza trainante di Mons. Lefebvre, e della sua vittoria su tutti i liberali e i modernisti di Roma. Questi demoni si sforzano di annullare una volta per tutte la Tradizione Cattolica di Dio, che è il più serio potenziale ostacolo alla loro nuova Unica Religione Mondiale. E Dio può chiedere niente di meno del sangue di martiri cattolici per fermarli. I martiri tra i sacerdoti e i laici della Fraternità saranno la sua gloria.

Kyrie eleison.

Come Discernere? – II

Come Discernere? – II on Novembre 25, 2017

Dopo la prima domanda di Joseph riguardante la confusione nella Chiesa in generale (cfr il “Commento” della scorsa settimana), la sua seconda domanda riguardava in particolare la Fraternità San Pio X. Eccola:—

La scorsa settimana lei ha scritto che, giudicati dai loro frutti, il Vaticano II non è cattolico, mentre lo era Mons. Lefebvre. Tuttavia, nella Fraternità San Pio X da lui fondata, sembra che sia emerso un nuovo modo di pensare che si potrebbe articolare in una serie di proposizioni. Per esempio:—

1 Per quanto male si comportino il Papa e i vescovi, sono ancora le autorità valide della Chiesa.

2 Papa Francesco può essere un modernista, ma ha ancora il potere di riportare la FSSPX nella Chiesa.

3 I vescovi conciliari non sono tutti cattivi. Tra di loro ci sono delle reazioni cristiane, ci sono quelli che mostrano di essere consapevoli della crisi della Chiesa, di difendere pubblicamente la morale cattolica, di chiedere il rispetto di Dio nella liturgia, di mostrare la devozione alla Beata Vergine Maria e così via.

4 Un accordo con Roma può essere considerato a patto che noi si venga “accettati come siamo”.

5 Saremmo colpevoli se rifiutassimo sistematicamente qualsiasi accordo con Roma.

6 È più utile parlare della pietà di Mons. Lefebvre piuttosto che della sua opposizione al Concilio.

7 Meglio essere in buoni rapporti con la SSPX piuttosto che in cattivi rapporti a causa di opinioni fallibili.

8 Indisciplinati e disobbedienti sono i conciliari. Gli aderenti alla FSSPX devono essere disciplinati e obbedienti.

In conclusione, data la complessità della situazione in cui si trovano oggi i cattolici, possono ai membri o ai seguaci della Fraternità essere biasimati perché pensano in linea con queste proposizioni?

Risposta: tutto dipende da quanto sanno questi membri e questi seguaci. Per esempio, i vecchi aderenti alla FSSPX sapevano che il Concilio era una nuova religione e che quindi l’opposizione ad esso di Monsignore era una questione di fede, intrinsecamente più importante della pietà; perché come può esserci pietà senza fede? Quei veterani della Fraternità sono da biasimare molto (salvo che e fin quando non reagiscano pubblicamente) perché permettono che ciò che Joseph chiama “un nuovo modo di pensare” si impadronisca della Fraternità di Monsignore, di modo che i giovani della Fraternità finiscono con l’avere sempre minori probabilità di cogliere ciò che vi è di sbagliato nelle otto proposizioni di cui sopra. Una nuova generazione di sacerdoti della Fraternità è tanto pia per quanto si possa desiderare, ma (salvo sempre le eccezioni) è inconsapevole della crisi che oggi devasta la Chiesa da più di mezzo secolo. Dunque:—

1 È vero che il Papa e i vescovi, secondo le apparenze, sembrano essere le autorità valide della Chiesa, ma il loro comportamento circa la Fede è così cattivo che molti cattolici seri mettono in discussione tale validità.

2 In quale Chiesa il Papa porterebbe la Neo-Fraternità? Nella Neo-chiesa? “Essi mi hanno espulso dalla Neo-chiesa?” – si chiedeva lo “scomunicato” Monsignore – “E allora? Io non ho mai fatto parte di essa!”

3 In effetti, i vescovi conciliari non sono tutti cattivi, ma sono quasi tutti modernisti, il che significa che molti di loro hanno perso la loro fede cattolica senza neppure rendersene conto. L’uomo moderno è così corrotto che quando la sua religione cattolica viene adattata alla sua modernità, non si rende nemmeno conto di non essere più cattolico.

4 “Accettati come siamo” è qualcosa che poteva andare bene per la FSSPX, diciamo, del 1987. Nel 2017 essa è ormai un’altra cosa!

5 Se solo Roma fosse tornata alla vera fede, non ci sarebbe più bisogno di alcun accordo.

6 Ringraziamo Dio anche per la pietà di Monsignore, ma la sua qualità più importante era di gran lunga la sua fede.7 “Opinioni fallibili”? C’è una cosa che si chiama verità! C’è forse qualcuno di una qualche importanza nella Neo-Fraternità che abbia veramente studiato i documenti di Vaticano II? E che potrebbe negare che esso rappresenta una nuova religione?

8 Gli aderenti alla FSSPX devono essere disciplinati e obbedienti . . . a cosa? Alla nuova religione conciliare?

Il problema con tutte queste proposizioni è che la FSSPX è nata nel fitto della grande guerra che il mondo moderno ha dichiarato a Dio, ma dalla morte di Monsignore, nel 1991, i suoi nuovi capi hanno perso ogni effettiva cognizione di chi stia conducendo questa guerra, e come e perché.

Joseph, legga la “Pascendi”, la legga e la rilegga, fino a che non la farà sua completamente!

Kyrie eleison.

Lo sbaglio di Menzingen – I

Lo sbaglio di Menzingen – I on Luglio 8, 2017

Non tutti i lettori di questi “Commenti” potranno apprezzare il loro regolare ritorno su ciò che possono sembrare meri “litigi fra sacerdoti”, ma sarà il caso che questi lettori ricordino – o apprendano – che la Chiesa cattolica esiste come l’unico e solo mezzo sicuro per salvare le anime nell’eterno Paradiso, mentre il Diavolo esiste come agente di prima classe per mandare le anime all’Inferno eterno. Se allora Nostro Signore sceglie i sacerdoti perché siano gli agenti della Sua Chiesa, il diavolo li attacca, e uno dei migliori mezzi per attaccare i sacerdoti sono altri sacerdoti. Infatti chiaramente la maggior parte degli archi-eretici della Chiesa sono stati sacerdoti, ad es. il Vescovo Nestorio e il Frate Martin Lutero. I “litigi tra sacerdoti” sono insignificanti solo se nessuno vuole più andare in Paradiso, ma a quel punto il Diavolo ha veramente vinto!

Vediamo dunque il documento di 20 pagine pubblicato il 13 giugno dai sacerdoti del quartier generale della FSSPX di Menzingen, in Svizzera, per difendere il fatto che hanno bene accolto il documento del 4 aprile della Roma conciliare che proponeva la partecipazione più o meno stretta degli uomini della Chiesa conciliare alla celebrazione del matrimoni della FSSPX. La Lettera sui matrimoni: chiarimenti e messe a punto, di Menzingen, è ben confezionata e perfino persuasiva se non si fa caso alla speciale arringa, ma essa soffre del difetto paralizzante degli attuali capi della Fraternità a Menzingen, e cioè del fatto che scambia le apparenze conciliari con la sostanza cattolica. A parole la “Lettera” condanna ripetutamente gli errori conciliari in generale e sul matrimonio in particolare, ma di fatto tratta gli uomini della Chiesa conciliare come se fossero normali ecclesiastici cattolici, mentre in realtà sono ecclesiastici profondamente anormali – sono modernisti. Secondo le parole di San Paolo per gli ultimi tempi, essi hanno “una parvenza di pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza interiore” ( II Tim. III, 5). E aggiunge: “Guardatevi bene da costoro!”.

Così l’intera prima parte della Lettera presenta il coinvolgimento del vescovo diocesano o del parroco o del loro delegato come testimone dei matrimoni cattolici per garantire la loro validità, come fosse la pratica classica della Chiesa e parte della sua legge fin dal Concilio di Trento. Chi lo contesta? Ma l’ applicazione di questa legge, fin dal Vaticano II è stata nelle mani di uomini di chiesa che hanno coltivato una visione sempre più anormale del matrimonio cattolico. La Chiesa oggi non è più in tempi normali! Menzingen se n’è accorto? O ha scelto di non accorgersene più? Ci sono voluti alcuni secoli perché il protestantesimo rompesse la tenuta universale della Chiesa cattolica. Ci sono voluti alcuni secoli in più perché il liberalismo si spingesse alla cima della gerarchia della Chiesa, ma una volta che Dio ha permesso, come giusta punizione, che con l’elezione di Giovanni XXIII e di Paolo VI esso prevalesse, allora la più alta autorità cattolica è diventata liberale e da allora in poi non è mai stato così facile per tutti i cattolici sotto tale autorità convincersi, anche sinceramente, che possono rimanere cattolici anche mentre stanno distruggendo la Chiesa.

Quando nel 1987 Mons. Lefebvre chiamò gli uomini di chiesa conciliari: “anticristi” ( Lettera ai quattro futuri vescovi ), egli andò al di là della loro possibile sincerità soggettiva e si attenne strettamente alla loro certa oggettiva distruttività. Quando nel 2017 Menzingen mette in evidenza la normalità del coinvolgimento dei Superiori gerarchici nei matrimoni cattolici, da per scontata la sincerità dei gerarchi e va al di là del loro rovinoso liberalismo. Ma essi rimangono liberali, con un concetto del matrimonio che comprende i facili annullamenti, e così via. Una volta che costoro metteranno piede nei matrimoni tradizionali, cosa impedirà loro domani, o il giorno dopo, di mettere in pratica anche la legge tradizionale della Chiesa in conformità con la loro “rinnovata” idea di matrimonio? Infatti, come possono, domani o il giorno dopo, non applicare le loro sincere convinzioni?

Per decine di anni dal Vaticano II, non appena i cattolici capivano cosa stava accadendo alla Chiesa, diventavano “tradizionalisti”, prendendo così la distanza dalle autorità ufficiali della Chiesa. Senza necessariamente mancare di cortesia o di rispetto, essi si sono allontanati per proteggere la loro fede e la loro morale cattoliche. Ma ecco che adesso arriva Menzingen che si muove verso queste autorità pretendendo che tutti i tradizionalisti lo seguano! Menzingen ha dimenticato la celebre citazione dall’Eneide di Virgilio: “Sia quel che sia, temo i Greci, anche quando portano doni”. Menzingen si fida dei Greci!

Kyrie eleison.

Previsioni sulla Chiesa

Previsioni sulla Chiesa on Aprile 22, 2017

Come ci si poteva aspettare, non è stata piccola la reazione dei lettori alla descrizione del “lento declino” della Fraternità San Pio X, come presentato nei due recenti numeri di questi “Commenti”. La reazione dimostra che non tutti i cattolici sono ciechi o non pensano. Ecco qui due lettori che argomentano, uno sul prossimo futuro della Fraternità, l’altro sul più lontano futuro della Chiesa. Ecco il primo:—

La destabilizzazione, la confusione e l’ammorbidimento delle menti dei sacerdoti e dei laici della Fraternità, ahimè, continuerà, e per molti diventerà ancora più penosa, perché gli attuali capi della Fraternità persevereranno e porteranno avanti il gioco che hanno impostato con i semi-conservatori. Dell’”urgente bisogno” (Mons. Tissier) di consacrare dei vescovi non si parlerà più. E quando l’elezione dei dirigenti della Fraternità non potrà più essere evitata, al Capitolo Generale che si volgerà normalmente nel luglio del 2018, gli attuali capi della Fraternità faranno preventivamente tutto quanto è in loro potere per assicurarsi che il loro perseguire un riconoscimento da parte di Roma continui senza interruzioni.

A seconda di come si recitano molte preghiere per il salvataggio della fortezza della vera Fede costruita da Mons. Lefebvre, Dio Onnipotente può intervenire con un miracolo per salvarla, ma umanamente parlando si direbbe che il marcio sia davvero andato troppo oltre perché essa possa salvarsi. Così l’apostolato mondiale della Fraternità ha bisogno urgentemente di nuovi e più giovani vescovi, ma come potranno essere scelti per servire la vera Fede anti-conciliare senza alienarsi i Romani conciliari che sono i soli che possono dare alla Fraternità quel riconoscimento così disperatamente perseguito dal quartier generale della stessa Fraternità a Menzingen? Mons. Lefebvre nel 1988 diceva che un tale perseguimento sarebbe stato l’”Operazione Suicidio” della Fraternità, ma quando mai i crociati liberali hanno fatto marcia indietro? Dimenticato il cattolicesimo, la loro reale religione è la crociata per il loro Valoroso Nuovo Ordine Mondiale.

L’altro lettore ritiene che il suicidio della Fraternità sia già cosa fatta, e guarda al futuro della Fede, senza la Fraternità, e più da un punto di vista divino.

Il silenzio proveniente da Ecône riguardo alla ‘regolarizzazione’, al momento è assordante. Sembrerebbe che l’affare sia, in realtà, un ‘fatto compiuto’. In questo caso, adesso possiamo rivolgere la nostra attenzione alla lunga strada del recupero e della cura di cui i Profughi Cattolici Tradizionali hanno sicuramente bisogno: un ripristino dell’ordine fuori dal caos e una scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi, visto che la nave romana che affonda risucchia il debole nella fede verso il fondo del mare. La diffusione della Fede si contrae, oppure ci si libera di coloro che sono stati infedeli? Dio ci aiuti!

Quando pensiamo al futuro della Chiesa di oggi, dobbiamo tenere a mente che la situazione è così drammatica che “non si accettano più scommesse”, cosa significhi nessuno lo sa, perché se la Fraternità, che ha agito per 40 anni come una boa per la vera fede, adesso sta affondando, cosa impedisce più alla Roma conciliare di risucchiare in fondo al mare i più deboli nella fede? Ma Dio è Dio, e può intervenire in qualsiasi momento, e in una varietà di modi, per interrompere la corsa a capofitto della Sua Chiesa verso la distruzione. Tuttavia, il pessimismo umano di questo lettore al momento sembra ben giustificato.

Meno facile da capire è il suo ottimismo circa un futuro di ripristino dell’ordine e di approntamento di una scialuppa di salvataggio, considerato il permanere dei Papi conciliari. Se c’è una lezione da trarre dalla storia della “Resistenza” dal 2012, è l’estrema difficoltà di fondare un’opera cattolica senza l’approvazione di quella che almeno sembra essere la Chiesa ufficiale. La verità cattolica è immensamente forte di per sé, ma senza il sostegno e la protezione dell’Autorità cattolica, che è l’autorità di Nostro Signore, la verità rimane altamente vulnerabile. Per esempio, in un contesto di autorità, un sacerdote può facilmente sottoscrivere una proposta sulla quale è in disaccordo, ma fuori da tale contesto, può facilmente obiettare alla saggezza della più saggia delle proposte.

Pazienza. Il problema è insolubile. Preghiamo, e aspettiamo che Dio Onnipotente ci sbalordisca tutti con la Sua soluzione!

Kyrie eleison.