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Evoluzione dello Scontro

Evoluzione dello Scontro posted in Commenti Eleison on Agosto 12, 2017

Come sta evolvendo la situazione nella Fraternità San Pio X, dalla primavera e dall’inizio dell’estate, quando sono sorte forti tensioni sulla partecipazione dei sacerdoti conciliari come testimoni ufficiali dei matrimoni della Fraternità? In breve, i rapporti tra i capi della Fraternità, che favoriscono tale partecipazione, e quei sacerdoti e laici della Fraternità, che la condannano, continuano ad essere tesi. Si può anche intravedere una divisione nella Fraternità: tra i seguaci di Monsignor Lefebvre e i seguaci di Mons. Fellay. Tale divisione era inevitabile fin dal giorno in cui Mons. Fellay iniziò a guidare la Fraternità di Monsignore in una direzione diversa da quella dello stesso Monsignore.

Ma nulla scuote la determinazione della Menzingen di Mons. Fellay dall’allontanarsi dalla linea tracciata da Monsignore e dal seguire la linea della Roma conciliare. Solo recentemente in Francia una coppia della Fraternità, pronta a sposarsi, si è rifiutata di avere a che fare con le autorità conciliari, dopo di che il loro sacerdote FSSPX si è rifiutato di sposarli. Ovviamente egli ha avuto il sostegno dei Superiori. Questo insistere sullo smantellamento della Fraternità di Monsignore ha una spiegazione razionale? Tra gli altri, tre fattori possono essere in giuoco.

Primo, la Provvidenza ha scelto la Svizzera per servire come prima base geografica della Fraternità, e la Svizzera da allora in poi ha goduto di una corrispondente importanza e prestigio all’interno della FSSPX. Così, attualmente i suoi due primi funzionari, e molti dei suoi sacerdoti, sono cittadini svizzeri. Ora, la Svizzera è un famoso paese ordinato, per esempio per come i suoi treni viaggino in orario, mentre la mancanza di riconoscimento ufficiale per una Congregazione veramente cattolica è normalmente un disordine che sarà più sentito come tale dalle persone ordinate. Secondo, i sacerdoti della FSSPX possono sognare di quanto si possa ingrandire l’apostolato della Fraternità se solo fosse riconosciuta da Roma. Terzo, può sembrare che per le gravi tensioni interne della Fraternità non ci sia altra soluzione che porla sotto l’autorità della Roma conciliare – Mons. Fellay non vuole sentir parlare di soluzioni apocalittiche come un intervento di Dio.

Ma, primo, il primario ordine per i cattolici non è l’ordine dello Stato, per quanto auspicabile, ma l’ordine di Dio, messo sotto i piedi dal Vaticano II. Secondo, i modernisti, per loro natura, possono dare l’apparenza di essersi “convertiti” perché non vedono alcun problema nel proprio soggettivismo. E la cosa è così comoda che pochi hanno l’intenzione di cambiare per volgersi ad un’oggettiva conversione che comporti la Croce. Come diceva Don Vallet, i liberali non si convertono. E, terzo, pensare che l’unica soluzione ai problemi senza precedenti del mondo e della Chiesa odierni sia di andare avanti con le bugie, tradisce una grave mancanza di fede, per quanto credibili possano sembrare tali menzogne. Pensiamo davvero che il braccio di Dio sia accorciato perché noi uomini siamo malvagi ( Isaia L, 2; LIX, 1)? Dio sa esattamente come trattare le bugie senza precedenti, così che basterà aspettare per vedere, ma nel frattempo Egli non vuole che noi ci si accomodi con esse!

Tuttavia, ci sono anche buone notizie – alcuni sacerdoti e laici che si rifiutano di accomodarsi con le bugie, sono anche risoluti. Un lettore in Francia mi dice che alcuni sacerdoti della FSSPX hanno aperto gli occhi di fronte al concreto problema sui matrimoni. I migliori sacerdoti della FSSPX non stanno ricorrendo ai testimoni conciliari per i matrimoni della Fraternità, con tanto disappunto dei loro Superiori. Tre dei Decani rimossi hanno scritto con forza contro i testimoni conciliari nei matrimoni, anche dopo la loro rimozione, e uno si è anche pronunciato con forza contro la Prelatura personale, perché essa non è affatto accantonata, anche dopo la invalidante dichiarazione del Cardinale Müller di fine giugno. Non siamo affatto “tornati al punto di partenza”, come ha affermato allora Mons. Fellay. “Come un cattivo dirigente”, dice questo lettore, “Mons. Fellay ha perduto la fiducia di ogni suo confratello con un po’ di cervello in testa, anche di quelli più rispettosi”. Ciò che conta ora, conclude il lettore, non è salvare la FSSPX nel suo insieme, perché questo richiederebbe un miracolo, ma salvare il maggior numero di sacerdoti e di laici dalla corsa verso il basso della FSSPX.

Kyrie eleison.

Lo sbaglio di Menzingen – II

Lo sbaglio di Menzingen – II posted in Commenti Eleison on Luglio 15, 2017

Il problema della lettera del 15 giugno del quartier generale della Fraternità San Pio X di Menzingen, Svizzera, intesa a “fornire chiarificazioni sui matrimoni”, dopo la proposta del 4 aprile di Roma per facilitare l’integrazione dei matrimoni della Fraternità nella struttura conciliare, non consiste in un piccolo problema meramente relativo a questo o a quell’argomento o dettaglio. Il problema sta nella complessiva mentalità Conciliare degli uomini di chiesa che hanno fatto tale proposta. Secondo le lapidarie parole di uno dei tre teologi della Fraternità che, guidati da Mons. de Galarreta, hanno incontrato i quattro “teologi” romani nelle “discussioni teologiche” del 2009- 2011, questi quattro Romani erano “malati mentali ma che avevano l’autorità”. E la “malattia mentale” (oggettiva) dei Romani è tale che molti cattolici credenti sono tentati di concludere che costoro abbiano perso ogni autorità nella Chiesa. Ahimè, sembra invece che ancora ce l’abbiano, così che in nome dell’”obbedienza” costoro stanno oggettivamente distruggendo la Chiesa, qualunque siano – solo Dio lo sa – le loro buone intenzioni soggettive.

Così la prima gran parte della Lettera sui matrimoni di Menzingen (vedi il “Commento” della scorsa settimana) ha sostenuto che la proposta di Roma del 4 aprile si limitava a riportare i matrimoni della Fraternità in linea con l’antica e ragionevole pratica della Chiesa da dopo il Consiglio di Trento. Sì, caro Menzingen, ma dove finisce la ragionevolezza della legge quand’essa viene applicata dagli amministratori “malati mentali”? Un profondo assioma scolastico dice: “Qualunque cosa ricevuta, viene ricevuta a modo del ricevitore”. La sana Tradizione, in mano agli (oggettivamente) insani uomini di chiesa moderni, è suscettibile di diventare anch’essa insana. Ad esempio, nella terza parte della Lettera di Menzingen si sostiene che l’ufficializzazione dei matrimoni della Fraternità li farà più sicuri. Sicura in che modo, quando i moderni ufficiali della Chiesa stanno praticamente trasformando gli annullamenti ufficiali in “divorzi cattolici”?

La seconda parte della Lettera esamina otto obiezioni principali alla proposta di Roma, allo scopo di confutarle. L’essenza della maggior parte delle obiezioni è che, nel contesto, accettare la proposta di Roma significa allinearsi con il tradimento Conciliare della Fede: allinearsi con la teoria e la pratica Conciliari del matrimonio (1,2), con la condanna Conciliare dei precedenti matrimoni della FSSPX (3), con il nuovo Codice di Diritto Canonico (8), e così via. La risposta di Menzingen è che presa di per sè, astratta dal suo contesto, la proposta romana non farebbe altro che mettere a disposizione delle coppie della Fraternità un altro modo per sposarsi, in armonia con la Chiesa ufficiale. Sì, caro Menzingen, ma come si può celebrare un matrimonio nella vita reale senza un contesto? E come può oggi un qualsivoglia contesto della Chiesa ufficiale, essere diverso da quello Conciliare?

La quinta obiezione è un classico esempio del ragionare utopico di Menzingen, che separa l’inseparabile: all’obiezione che la facilitazione di Roma all’accesso dei matrimoni della Fraternità nell’ufficialità, costituisca il formaggio della trappola per topi della Prelature Personale, Menzingen risponde che “in sé ” il formaggio è solo formaggio! Eppure, Menzingen riconosce anche che la stessa proposta di Roma menziona che si tratta di un passo verso l’eventuale “regolarizzazione istituzionale” della Fraternità, vale a dire che il formaggio è, oggettivamente, parte di una trappola. Ma ecco che Menzingen risponde che per evitare tutte queste trappole, la Fraternità dovrebbe troncare tutti i contatti con gli ufficiali romani, cosa che Mons. Lefebvre diceva nel 1975 non avrebbe mai fatto.

Sì, caro Menzingen, ma questo avveniva prima che gli ulteriori 13 anni di contatti e trattative con i Romani dimostrassero finalmente a Monsignore che costoro non avevano alcuna reale intenzione di curare la Tradizione. Fu infatti solo nel 1988 che consacrò quattro vescovi che curassero la Tradizione (come lo fecero fino al 2012), pur non rifiutando mai i futuri contatti con i Romani. Solo che Monsignore chiarì che da allora in poi la dottrina doveva precedere la diplomazia, così che i contatti sarebbero potuti riprendere solo quando i Romani sarebbero ritornati alle grandi condanne papali del liberalismo e del modernismo. E dal 1988? Menzingen pretende che Roma sarebbe cambiata in meglio, così che la trappola non sarebbe più una trappola! Oh, Menzingen! Hai contratto la “malattia mentale” dei Romani!

Kyrie eleison.

Lo sbaglio di Menzingen – I

Lo sbaglio di Menzingen – I posted in Commenti Eleison on Luglio 8, 2017

Non tutti i lettori di questi “Commenti” potranno apprezzare il loro regolare ritorno su ciò che possono sembrare meri “litigi fra sacerdoti”, ma sarà il caso che questi lettori ricordino – o apprendano – che la Chiesa cattolica esiste come l’unico e solo mezzo sicuro per salvare le anime nell’eterno Paradiso, mentre il Diavolo esiste come agente di prima classe per mandare le anime all’Inferno eterno. Se allora Nostro Signore sceglie i sacerdoti perché siano gli agenti della Sua Chiesa, il diavolo li attacca, e uno dei migliori mezzi per attaccare i sacerdoti sono altri sacerdoti. Infatti chiaramente la maggior parte degli archi-eretici della Chiesa sono stati sacerdoti, ad es. il Vescovo Nestorio e il Frate Martin Lutero. I “litigi tra sacerdoti” sono insignificanti solo se nessuno vuole più andare in Paradiso, ma a quel punto il Diavolo ha veramente vinto!

Vediamo dunque il documento di 20 pagine pubblicato il 13 giugno dai sacerdoti del quartier generale della FSSPX di Menzingen, in Svizzera, per difendere il fatto che hanno bene accolto il documento del 4 aprile della Roma conciliare che proponeva la partecipazione più o meno stretta degli uomini della Chiesa conciliare alla celebrazione del matrimoni della FSSPX. La Lettera sui matrimoni: chiarimenti e messe a punto, di Menzingen, è ben confezionata e perfino persuasiva se non si fa caso alla speciale arringa, ma essa soffre del difetto paralizzante degli attuali capi della Fraternità a Menzingen, e cioè del fatto che scambia le apparenze conciliari con la sostanza cattolica. A parole la “Lettera” condanna ripetutamente gli errori conciliari in generale e sul matrimonio in particolare, ma di fatto tratta gli uomini della Chiesa conciliare come se fossero normali ecclesiastici cattolici, mentre in realtà sono ecclesiastici profondamente anormali – sono modernisti. Secondo le parole di San Paolo per gli ultimi tempi, essi hanno “una parvenza di pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza interiore” ( II Tim. III, 5). E aggiunge: “Guardatevi bene da costoro!”.

Così l’intera prima parte della Lettera presenta il coinvolgimento del vescovo diocesano o del parroco o del loro delegato come testimone dei matrimoni cattolici per garantire la loro validità, come fosse la pratica classica della Chiesa e parte della sua legge fin dal Concilio di Trento. Chi lo contesta? Ma l’ applicazione di questa legge, fin dal Vaticano II è stata nelle mani di uomini di chiesa che hanno coltivato una visione sempre più anormale del matrimonio cattolico. La Chiesa oggi non è più in tempi normali! Menzingen se n’è accorto? O ha scelto di non accorgersene più? Ci sono voluti alcuni secoli perché il protestantesimo rompesse la tenuta universale della Chiesa cattolica. Ci sono voluti alcuni secoli in più perché il liberalismo si spingesse alla cima della gerarchia della Chiesa, ma una volta che Dio ha permesso, come giusta punizione, che con l’elezione di Giovanni XXIII e di Paolo VI esso prevalesse, allora la più alta autorità cattolica è diventata liberale e da allora in poi non è mai stato così facile per tutti i cattolici sotto tale autorità convincersi, anche sinceramente, che possono rimanere cattolici anche mentre stanno distruggendo la Chiesa.

Quando nel 1987 Mons. Lefebvre chiamò gli uomini di chiesa conciliari: “anticristi” ( Lettera ai quattro futuri vescovi ), egli andò al di là della loro possibile sincerità soggettiva e si attenne strettamente alla loro certa oggettiva distruttività. Quando nel 2017 Menzingen mette in evidenza la normalità del coinvolgimento dei Superiori gerarchici nei matrimoni cattolici, da per scontata la sincerità dei gerarchi e va al di là del loro rovinoso liberalismo. Ma essi rimangono liberali, con un concetto del matrimonio che comprende i facili annullamenti, e così via. Una volta che costoro metteranno piede nei matrimoni tradizionali, cosa impedirà loro domani, o il giorno dopo, di mettere in pratica anche la legge tradizionale della Chiesa in conformità con la loro “rinnovata” idea di matrimonio? Infatti, come possono, domani o il giorno dopo, non applicare le loro sincere convinzioni?

Per decine di anni dal Vaticano II, non appena i cattolici capivano cosa stava accadendo alla Chiesa, diventavano “tradizionalisti”, prendendo così la distanza dalle autorità ufficiali della Chiesa. Senza necessariamente mancare di cortesia o di rispetto, essi si sono allontanati per proteggere la loro fede e la loro morale cattoliche. Ma ecco che adesso arriva Menzingen che si muove verso queste autorità pretendendo che tutti i tradizionalisti lo seguano! Menzingen ha dimenticato la celebre citazione dall’Eneide di Virgilio: “Sia quel che sia, temo i Greci, anche quando portano doni”. Menzingen si fida dei Greci!

Kyrie eleison.

Contesto del matrimonio

Contesto del matrimonio posted in Commenti Eleison on Luglio 1, 2017

Dato il peccato originale, tenere insieme nel matrimonio un uomo e una donna fino a che la morte non li separi, non è necessariamente una cosa facile, eppure questo è stato il disegno originario di Dio per gli esseri umani fin dalla creazione, e così rimane. Tuttavia, al tempo in cui Egli istituì per mezzo di Mosè la Legge del Vecchio Testamento, si poteva divorziare dietro pagamento di un indennizzo, “a causa della durezza dei cuori degli uomini” ( Mt. XIX, 7–8). Ma non era così che Dio intendeva il matrimonio, e così quando il Nostro Divino Signore istituì il Nuovo Testamento, per un verso abolì ogni divorzio, e per l’altro fece del Matrimonio uno dei sette canali speciali di santificazione per la grazia, uno dei Sacramenti soprannaturali, così che tutte le anime che entrassero nella Sua Chiesa avrebbero avuto accesso a speciali aiuti soprannaturali per mantenere uniti i loro matrimoni.

E nel loro matrimonio non sono solamente coinvolti l’uomo e la donna. La corretta educazione dei figli necessita sia del padre (biologico) sia della madre (biologica) e normalmente richiede che i due rimangano insieme per fornire ai figli una completa e stabile dimora. In più, anche il bene della società nel suo complesso richiede che figli sani possano crescere e fare adulti sani. Quindi, se la Cristianità è riuscita a raggiungere vette di civiltà senza precedenti, se si riflette, questo lo si deve in gran parte alla forza del matrimonio cattolico. Ne consegue che per il Diavolo è proprio il matrimonio naturale e cattolico che attacca continuamente, come importante espediente perché lui possa abbattere la Cristianità e mandare tutte le anime all’Inferno.

Nel nostro tempo, la rottura della Cristianità per mezzo dell’indebolimento della Chiesa ha fatto un grande passo avanti con il Vaticano II (1962–1965). Prima di questo Concilio, gli annullamenti dei matrimoni cattolici erano rigorosamente regolamentati. Non c’erano divorzi, perché bisognava dimostrare davanti agli ufficiali della Chiesa che per qualche grave ragione il contratto matrimoniale fosse invalido fin dall’inizio, tale che non fosse mai avvenuto un matrimonio valido. Ma a partire dal Concilio questo rigore ha fatto posto al lassismo, così che in alcuni paesi l’annullamento come eccezione è diventato la regola, cioè il “divorzio cattolico”. Di conseguenza, quando Mons. Lefebvre fondò la sua Fraternità San Pio X per resistere alla decadenza causata dal Vaticano II, fu naturale che la sua Fraternità evitasse gli annullamenti troppo facili e facesse di tutto per aiutare le coppie cattoliche, nella dissolvente società odierna, a forgiare un matrimonio che le avrebbe tenute insieme.

Purtroppo, i successori di Monsignore alla testa della sua Fraternità hanno lavorato per 20 anni in modo mascherato ma tenace per ricongiungerla alla Chiesa conciliare, abbandonando la sua resistenza al Vaticano II. Ciò ha comportato che quando, tre mesi fa, il Papa conciliare ha autorizzato i Vescovi conciliari a delegare i loro sacerdoti conciliari a partecipare attivamente ai matrimoni celebrati all’interno della Fraternità, la cosa è valsa come un annuncio che tale decisione papale avrebbe cambiato la pratica matrimoniale della Fraternità, e allora, mentre da un lato il quartier generale della Neofraternità ha accolto la decisione come un grande dono di Roma, dall’altro sette sacerdoti decani del distretto francese della Fraternità hanno protestato pubblicamente contro l’interferenza della Roma conciliare nella pratica cattolica. Il quartier generale ha prontamente degradato tutti i sette protestatari e licenziato il principale fautore della protesta.

Così scompare la guerra tra il liberalismo e il cattolicesimo. Si dice che tre dei sette protestatari mantengono publicamente le loro posizioni. In breve, come ha scritto uno di essi, qualsiasi vescovo conciliare ora potrà inviare un sacerdote a un matrimonio della Fraternità – e come si farà a rifiutare tale sacerdote dopo che ha già ricevuto il benvenuto dal quartier generale? Oppure il vescovo può rifiutare di inviare un sacerdote – ma questo sarebbe solo un fortunato incidente, che lascia intatto il principio pericoloso dell’interferenza conciliare. Oppure il vescovo è autorizzato a delegare un sacerdote della Fraternità – cosa che può dare origine in qualsiasi Priorato della Fraternità a matrimoni sia conciliari sia non conciliari, con la conseguente falsificazione dei rapporti tra i due, eventualmente conflittuali. Il conciliarismo e il cattolicesimo non possono essere né mescolati né riconciliati tra loro.

Kyrie eleison.

Difesa del matrimonio

Difesa del matrimonio posted in Commenti Eleison on Maggio 27, 2017

Molti di voi devono già sapere della Lettera Aperta dei sette Decani della Fraternità San Pio X, lettera co-firmata dai Superiori di tre altre Congregazioni Tradizionali, in cui essi hanno protestato tre settimane fa contro un tentativo delle autorità romane di interferire nei matrimoni celebrati all’interno della Tradizione dai sacerdoti della Fraternità. Nella loro maniera usuale, le autorità della Fraternità hanno preso le parti della Roma conciliare e stanno punendo i loro sette sacerdoti “sovversivi”. Ma la vera sovversione proviene da quella Roma che sta sovvertendo la famiglia e il matrimonio cristiani, ad esempio con Amoris Laetitia. I capi della Fraternità stanno dando un’altra prova della loro cecità suicida. Ecco il concetto espresso nella Lettera, che è ben scritta:

Rivolgendosi ai laici della Fraternità, per impedire che vengano confusi dall’interferenza di Roma, la Lettera Aperta comincia stabilendo che i matrimoni celebrati all’interno della Fraternità negli ultimi 40 anni sono stati e sono certamente validi. Questo perché, per rafforzare i matrimoni, il Concilio di Trento ha decretato che per essere validi è necessaria la testimonianza di un parroco o di un suo delegato. Tuttavia, se per 30 giorni non fosse possibile, senza “gravi inconvenienti”, trovare un tale sacerdote, la coppia potrà sposarsi validamente solo davanti a dei testimoni laici, con quello che si chiama forma straordinaria del matrimonio (Canone 1098, del vecchio Codice).

Ora, da 40 anni la Fraternità combatte il neomodernismo del Vaticano II, che è velenoso per la Fede e altamente infettivo, e che ha infettato quasi tutta la Chiesa fin dagli anni ‘60. Così la Fraternità ha istruito le anime a stare lontane dall’insieme della Chiesa Novus Ordo e del suo clero. Per esempio in Amoris Laetitia lo stesso Papa ha fatto dichiarazioni e proposte direttamente dannose per le famiglie e i matrimoni cattolici. Ecco il “grave inconveniente” per la Fede e il perché per 40 anni, quando le coppie hanno deciso di sposarsi, la Fraternità, vedendo il pericolo per la loro Fede, li ha allontanati dai parroci del Novus Ordo e li ha indirizzati verso la forma straordinaria del matrimonio, solitamente celebrato all’interno della Fraternità e certamente valido.

Comunque, come potrebbe vedere la Roma neo-modernista un “grave inconveniente” nel fatto che i fedeli si servano dei loro preti neo-modernizzanti? Ecco perché la Commissione Ecclesia Dei, compiendo un ulteriore passo verso l’assorbimento della Fraternità nella Neochiesa, afferma che in futuro la forma straordinaria del matrimonio non potrà più essere utilizzata dai sacerdoti della Fraternità, mentre invece questi stessi matrimoni della Fraternità necessiteranno come testimone di un prete Novus Ordo, nominato o delegato a questo scopo dal locale vescovo Novus Ordo, così che senza tale partecipazione i matrimoni della Fraternità continueranno ad essere giudicati invalidi dalle autorità della Neochiesa.

Questo significa portare la forma straordinaria del matrimonio sotto il controllo del vescovo locale. Ma dopo ripetute discussioni amare, anche i compilatori del Nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) giudicarono che una tale misura fosse troppo contraria al diritto naturale delle coppie a sposarsi, così che il nuovo Canone 1116 mantiene la forma straordinaria. Ecco perché i dieci sacerdoti che hanno firmato la Lettera Aperta concludono che continueranno ad utilizzare la forma straordinaria senza ricorrere ad un vescovo della Neochiesa. Né, aggiungono, ricorreranno ai tribunali della Neochiesa per giudicare i casi di matrimonio, poiché questi tribunali concedono troppo facilmente gli annullamenti per ragioni inadeguate. Con tutti i dieci sacerdoti che hanno firmato la Lettera Aperta bisogna congratularsi!

E la reazione della Fraternità? Il 4 aprile si è fatto conoscere il documento della Commissione Ecclesia Dei sui matrimoni della FSSPX, sputando di fatto sulla Fraternità. Immediatamente il quartier generale della Fraternità a Menzingen ha dato il benvenuto al documento, trattandolo infatti come pioggia dal cielo. Il 7 maggio i dieci sacerdoti hanno reso pubblica la loro protesta contro l’interferenza dell’ Ecclesia Dei. Lo stesso giorno, il Superiore del Distretto francese della Fraternità ha bollato la loro protesta come “sovversiva”, e il 10 maggio i sette Decani della Fraternità che hanno firmato la Lettera Aperta sono stati spogliati del loro rango all’interno del Distretto, mentre a Don de La Rocque, pastore della parrocchia ammiraglia della Fraternità a Parigi, Saint-Nicolas du Chardonnet, sono stati dati tre giorni di tempo per sloggiare.

Tale dirigenza ha dimostrato che la Fraternità sta affondando. La lettera Aperta ha dimostrato che non è ancora affondata.

Kyrie eleison.

Due Viaggi

Due Viaggi posted in Commenti Eleison on Gennaio 19, 2013

I viaggi di metà dicembre, in Nord America e in Francia, mi hanno permesso di osservare all’interno della Fraternità San Pio X, un pericoloso stato di indeterminazione. Dove il Superiore del Distretto non è cieco, per il momento il pericolo è un po’ contenuto, così che la resistenza è perplessa. Dove invece il Superiore del Distretto è un volenteroso servitore della direzione della FSSPX, il movimento verso la neo-Chiesa andrà avanti, ma anche la resistenza sta prendendo forma. Qual è la posta in gioco?

A partire dallo strappo del Protestantesimo, il mondo è scivolato sempre più lontano da Dio. Grazie al concilio di Trento (1545–1563), la Chiesa cattolica tenne fermo, ma grazie al concilio Vaticano II (1962–1965), la Chiesa cattolica ufficiale ha aderito allo scivolamento. Allora, grazie principalmente (ma non solo!) a Mons. Lefebvre (1905–1991), alcuni resti della Chiesa di Trento si sono messi insieme per formare, in mezzo al deserto della modernità, un’oasi cattolica, la FSSPX. Ma laddove la potente Chiesa non ebbe la capacità di resistere, fu, abbastanza sicuramente, solo una questione di tempo prima che la gracile FSSPX fosse tentata a sua volta di aderire allo scivolamento.

Tuttavia, come col Vaticano II la direzione della Chiesa ufficiale fu costretta a far finta di non rompere con la Chiesa tridentina (come per esempio con l’”ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI), così la direzione della FSSPX ufficiale è oggi obbligata a fingere che non ci sia rottura con Mons. Lefebvre. Al pari della maggior parte dei politici degli ultimi 500 anni, questi capi della FSSPX si volgono a destra mentre camminano a sinistra, perché è questo che vogliono tantissime persone: l’apparenza della Cristianità senza la sua sostanza (cf. II Tim . III, 1–5, specialmente il versetto 5). Come Cartesio, questi capi “si muovono dietro una maschera”, cercando di dissimulare il loro camminare a sinistra con delle parole di destra, o parole chiaramente ambigue.

Nella scorsa primavera, che cosa è successo nella FSSPX? Come dice Don Chazal, è caduta la maschera, perché la direzione della FSSPX deve aver calcolato che fosse giunto il momento per compiere apertamente il passo indietro verso la neo-Chiesa. Sfortunatamente per questi capi, tra marzo e giugno emerse una resistenza sufficiente a bloccare al Capitolo generale della FSSPX, a luglio, ogni coevo tentativo di riunione con la neo-Chiesa. E così, dopo quel Capitolo, la maschera è tornata al suo posto. Ma i liberali non si convertono, a meno di un miracolo della grazia, perché l’apertura a sinistra è la loro vera religione. È per questo che i capi della FSSPX stanno sicuramente aspettando che il mondo moderno, uomo e diavolo, li aiuti a continuare il loro lavoro di spostamento a sinistra della FSSPX, così che in pochi anni non ci sarà alcuna resistenza significativa, come nella scorsa estate, per il ricongiungimento della FSSPX con la neo-Chiesa.

Questo pone la FSSPX tra il se e il ma. Tuttavia, come faceva notare il buon senso di Mons. Lefebvre, sono i Superiori che fanno i sottoposti e non viceversa. È per questo che, a meno di un miracolo che spiazzi i capi della FSSPX, questa è destinata a dissolversi nella neo-Chiesa. Non si può certo dire che la punizione non sarebbe stata meritata. Ma dobbiamo pregare la Madre di Dio perché ci ottenga alcuni miracoli dalla misericordia del suo Divino Figlio.

Kyrie eleison.