mondo moderno

Non solo… ma anche…

Non solo… ma anche… on Novembre 30, 2019

Se i numeri di questi “Commenti” possono essere suddivisi fra quelli che trattano il problema moderno e quelli che trattano la soluzione cattolica, sarebbe un peccato se un certo numero di lettori fossero interessati al problema ma non alla soluzione, oppure alla soluzione ma non al problema. Questo perché se si conosce il problema senza la soluzione, si può essere seriamente tentati dalla disperazione, soprattutto oggi che Dio sta dando ai suoi nemici il permesso di quasi distruggere la Sua Chiesa. D’altra parte, se la conoscenza della soluzione porta a sbagliare sul problema o a sottovalutarlo, allora il problema finirà col cogliere di sorpresa aggirando le difese inadeguate.

San Paolo è stato il caso classico di chi conosceva entrambe le cose, e che comprendeva così bene la soluzione del Nuovo Testamento, Gesù Cristo (Rm VII, 24–25), solo perché era stato un fervente fariseo che aveva capito il problema di ciò che gli uomini peccatori avevano fatto dell’Antico Testamento (I Cor. XV, 8–10). E’ per il fatto che San Paolo aveva sperimentato direttamente l’impotenza dell’Antico Testamento a perdonare il peccato, che comprese così profondamente la salvezza che Cristo aveva portato agli uomini con il Nuovo Testamento. Un altro grande convertito che approfittò di molti anni di errore per diventare uno dei più grandi servitori della verità cattolica di sempre, è stato Sant’Agostino. Ecco perché i Francesi hanno il detto: “Un convertito vale due apostoli”.

Ed ecco perché oggi i cattolici non devono disprezzare la conoscenza dei nemici di Dio o di come questi Lo combattono, per quanto vile possa essere questa lotta. E i non cattolici saranno saggi a non disprezzare la Chiesa cattolica, perché per quanto essa possa sembrare oppressa, ha ancora le uniche vere soluzioni ai problemi reali del mondo, cioè ai problemi propriamente umani. Tutti questi problemi sono il frutto avvelenato del peccato che cresce contro Dio nelle anime degli uomini, dove solo Dio, e non gli psichiatri, può scendere con il Suo perdono, che Egli sceglie di attuare solo attraverso il Suo Figlio divino, e attraverso la Chiesa da Lui acquistata con il Suo Sangue.

Allora suggeriamo ai lettori non cattolici di questi “Commenti” di interessarsi non solo alle analisi sulle arti o sulla politica moderna, ma anche alle argomentazioni che possono sembrare solo dispute tra cattolici: come ciò che non va bene con il Vaticano II, o come la Fraternità San Pio X va seguendo sempre più il Vaticano II. Questo perché la Chiesa cattolica può anche essere l’unica vera soluzione dei veri problemi di tutti i lettori, ma tale soluzione è vulnerabile per la costante falsificazione da parte di uomini peccatori, e se è falsificata non è più la soluzione, ma parte del problema. Ora il Vaticano II è stato il culmine logico di molti secoli in cui degli uomini volevano mettere l’uomo al posto di Dio, e la Fraternità San Pio X, progettata e fondata nel 1970 per resistere agli errori del Vaticano II, dal 2012 in particolare è caduta sotto il fascino velenoso di quegli stessi errori. Quindi, i non cattolici che sono alla ricerca di soluzioni reali ai problemi moderni che essi conoscono fin troppo bene, farebbero bene di seguire le argomentazioni sul Vaticano II e sulla Fraternità.

Corrispondentemente, ai lettori cattolici di questi “Commenti” suggeriamo di seguire non solo le argomentazioni riguardanti il Vaticano II e il pericoloso scivolare della Fraternità nella conformità con il mondo moderno, ma anche le analisi approfondite di ciò che non va in tale mondo. In effetti, se i capi della Fraternità stanno scivolando come abbiamo detto, non è forse perché hanno sottovalutato il problema del mondo moderno? Non si dirigono diritti verso la sconfitta combattendo una guerra senza conoscere il nemico? Ora, mentre Mons. Lefebvre ebbe a dire che tutto il Vaticano II è affetto dal soggettivismo, Mons. Fellay non ha detto che il 95% dei suoi testi sono accettabili? E mentre Monsignore diceva spesso, in vario modo, che ci vuole un cucchiaio molto lungo per cenare con i Romani conciliari di oggi, il successore di Mons. Fellay sta forse seguendo il suo predecessore comportandosi come se pensi di poter superare i diavoli Romani? La vera forza di Mons. Lefebvre non è mai stata la sua scaltrezza, ma sempre la sua fede, e la sua fedeltà alla verità cattolica. E lo stesso deve valere per la Fraternità che ha fondato. E allora, i lettori cattolici di questi “Commenti” non pensino di non dover prendere in considerazione le analisi dei “Commenti” sulla corruzione moderna, per quanto esse possano sembrare sgradevoli. Seppellire la testa nella sabbia può costare molto caro.

Kyrie eleison.

Scivolamento del mondo

Scivolamento del mondo on Novembre 23, 2019

Non è solo la Fraternità di San Pio X che sta scivolando, è il mondo intero che scivola, nel cuore degli uomini. E come “non si può cavare sangue da una rapa” e “non si possono fare mattoni senza paglia”, così non si può sperare che le istituzioni di ieri non vengano svuotate dagli esseri umani di oggi, come tanti palloncini afflosciati da cui è stata fatta uscire l’aria. Ecco la risposta interessante di uno che sta ancora pensando, quando gli è stato chiesto cosa intravedeva per il futuro della “Resistenza”, della FSSPX, della Chiesa e del mondo –

«Per quanto riguarda la “Resistenza” non ci sarà un grande incremento di numeri, né una grande messe di anime, semplicemente perché manca il materiale umano adatto. Come si può fare qualcosa di cattolico con delle persone che hanno poca o nessuna idea di vero e di falso, di giusto e sbagliato, di ciò a cui veramente si deve resistere? Verità e diritto sono stati minati, e sempre più persone hanno rinunciato a credere che sono di una qualche importanza, sia perché l’uomo è un animale sociale che prende le sue caratteristiche da coloro che lo circondano e che oggi hanno rinunciato massicciamente alla verità e al diritto, sia perché la vita è molto meno esigente se verità e diritto sono insignificanti. E allora si può lasciare andare con la corrente, e non c’è nulla a cui si debba resistere.

«Per quanto riguarda la FSSPX, se Mons. Fellay ha paura, la sua paura si estenderà al resto della Fraternità e da lì al resto della Chiesa, in quanto la Fraternità di Mons. Lefebvre, nel suo periodo di massimo splendore, era il nerbo della spina dorsale della Chiesa. Senza tale nerbo prevarrà un morbido conciliarismo, con un Messale ibrido nel quale è mischiata la Messa Tridentina con la Nuova Messa; con una “ermeneutica della continuità” che mischia la dottrina cattolica con il Vaticano II; con sacerdoti e riti dubbi che rendono possibile un’illusoria ripresentazione degli anni Cinquanta. E così la Chiesa finirà con nessuno che dice ancora la Verità, e la “luce del mondo” si ridurrà solo ad un bagliore tenue e facoltativo, e il “sale della terra” non sarà più in grado di ostacolare la corruzione universale.

«Conseguentemente, il mondo diventerà sempre più degenerato, sempre più volutamente artificiale, perché la Chiesa è stata la protettrice soprannaturale, per la grazia infusa nelle anime degli uomini, di tutto ciò che è naturale nella creazione di Dio. E in questo Nuovo Ordine Mondiale anche i resti della vera Chiesa continueranno ad essere perseguitati dall’odierna sottile-aggressiva intimidazione. Sotto l’apparenza di una tacita tolleranza, la realtà è un’incessante pressione a conformarsi – “E’ meglio che tu sia ‘politicamente corretto’, come tutti gli altri, o faremo di te un fuori casta”. A questa pressione esterna corrisponde una misteriosa debolezza della mente moderna che non è in grado di mantenere in sé alcuna verità. Il Diavolo poi si intromette a livello naturale e fa oscillare la mente a sinistra, lontano da Dio, facendo dubitare i cattolici – ‘Chi sono io per dire che Mons. Lefebvre aveva ragione? I suoi nemici erano davvero malvagi? Chi sono io per giudicare?’ E con questo stato d’animo è facile tradire . . .

«E’ stato il Concilio degli anni ‘60 che ha irradiato la confusione negli anni ‘70, e da allora ha avuto un altro mezzo secolo di diffusione, con la FSSPX che ha lavorato segretamente per il nemico negli ultimi 20 anni . . . ».

Questa visione del futuro è molto fosca, ma è una previsione realistica a livello meramente umano. Fortunatamente Dio è Dio, Egli esiste davvero, e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri, né le nostre vie le Sue vie. «Quanto il cielo sovrasta la terra,tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Isaia LV, 9). Né questo Dio sarà vanificato dalle macchinazioni degli uomini: « . . . così sarà della parolauscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto,senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata. Voi dunque partirete con gioia,sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi,invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà» (Isaia LV, 11–13).

Kyrie eleison.

Rosmersholm di Ibsen

Rosmersholm di Ibsen on Settembre 28, 2019

Henrik Ibsen (1828–1906) fu un famoso drammaturgo norvegese, spesso considerato il padre mondiale del dramma moderno. Non era cattolico, ma ha detto una grande verità, e Sant’Agostino una volta disse che tutta la verità appartiene ai cattolici (perché il loro Dio è “la Via, la Verità e la Vita”). Per questo motivo i cattolici possono a volte anche apprezzare meglio dei non cattolici le verità espresse dagli stessi non cattolici. La grande verità di Ibsen è che anche nella oltremodo ipocrita Norvegia della fine del XIX secolo, dove la vita e la gioia erano soffocate sotto un peso di tradizioni morenti, lo spirito umano si alza ancora per protestare, e preferisce persino la morte a un’esistenza intrappolata senza apparente libertà o significato.

Presentiamo tale protesta richiamando un gruppo di tre opere teatrali successive di Ibsen in cui egli parla del dramma delle singole persone piuttosto che del dramma della società moderna. Rosmersholm [in italiano La casa dei Rosmer] (1886) termina con il suicidio congiunto dell’eroe e della sua amata. The Master Builder [in italiano Il costruttore Solness] (1892) si conclude con l’eroe che cade a morte da un’alta torre nel corso del tentativo suicida di scalarla. John Gabriel Borkman (1896) termina con la morte dell’eroe per il freddo nel tentativo potenzialmente suicida di scalare una montagna ghiacciata. In tutti e tre i casi, l’eroe lottava per la libertà dello spirito umano contro un mondo che soffocava questo spirito. Diamo uno sguardo a Rosmersholm in particolare, di cui un adattamento è stato messo in scena a Londra di recente con grande successo. Ibsen vive!

Ogni dramma ha bisogno di uno scontro drammatico, e lo scontro in Rosmersholm è tra il vecchio mondo della famiglia Rosmer e la sua casata, che si è distinta da 200 anni per i suoi soldati e i suoi pastori che hanno con loro esempio edificato ed elevato tutta la regione, di contro al nuovo mondo nascente che vuole emanciparsi e liberarsi di tutti quei vecchi valori. La figura centrale del dramma è l’ultimo rampollo della nobile famiglia, John Rosmer, già pastore, ma che ha perso la sua fede cristiana ed è ora diviso tra i due mondi. Da un lato c’è il dottor Kroll, un conservatore dal cuore freddo che cerca di salvare la Norvegia dal liberalismo dilagante, ma la cui moglie e i cui figli stanno diventando liberali. Dall’altra parte c’è l’editore del giornale radicale locale, Mortensgaard, che è riprovevole quanto Kroll nei suoi tentativi di tirare Rosmer dalla sua parte. Lo stesso Rosmer è stato in teoria conquistato al nuovo mondo di gioia e libertà dalla giovane e affascinante Rebekka West, sua compagna platonica per diversi anni.

Il dramma sorge quando Rosmer racconta a Kroll della sua perdita della fede e della sua intenzione di lottare pubblicamente per i liberali. Kroll si dà da fare, con mezzi giusti o no, per impedire a Rosmer di prestare la sua persona e il suo prestigio al marciume. Sotto la pressione di Kroll, Rebekka si rende conto che nella sua lotta per liberare Rosmer dal suo nobile ma soffocante retroterra, è in realtà quello stesso retroterra, Rosmersholm, che ha vinto lei stessa. Alla fine, l’unico modo col quale John e Rebekka possono ottenere la nuova libertà e mantenere la vecchia nobiltà è gettarsi insieme nel mulino ad acqua di Rosmersholm. In altre parole, dice Ibsen, la vecchia nobiltà è senza gioia, il nuovo conservatorismo è senza cuore e la nuova emancipazione non è migliore. Rimane solo la morte come via d’uscita, apparentemente l’unica affermazione possibile per la coppia intrappolata.

Sono tutte oscure fantasie, non adatte ai cattolici di oggi? No, qui si tratta del ritratto realistico del nostro mondo. Quando la fede muore, come in Rosmer e in miliardi di anime oggi, ecco che il conservatorismo (Kroll) alla fine non conserva nulla, la sinistra (Mortensgaard) è buona come gettare benzina senza Dio su un fuoco senza Dio, l’emancipazione (Rebekka) manca di costanza, e il suicidismo del liberalismo prende il sopravvento. In fatti, se Rosmer vuole avere la vita, e averla più abbondantemente (Gv X, 10), deve far rivivere in se stesso la fede dei suoi nobili antenati, il che significa che deve superare anche i migliori dei suoi antenati protestanti per tornare ai cattolici che hanno fatto la Norvegia cristiana. Una volta che Rosmer tornerà ad essere veramente cattolico, ecco che Kroll, Mordensgaard e Rebekka potranno vedere tutti la vera soluzione, e l’intera regione potrà illuminarsi di nuovo con la luce di Cristo.

Kyrie eleison.

“Postmodernita’” – II

“Postmodernita’” – II on Agosto 31, 2019

A rischio di affaticare i lettori con variazioni sul tema della Verità, questi “Commenti” commenteranno ulteriormente la sintesi della Cultura come religione; l’interpretazione postmoderna del rapporto tra cultura e religione, di Wojcieck Niemczewski, già citata la scorsa settimana. Infatti dobbiamo salvare le nostre anime, e un pericolo profondo nel modo di salvare le nostre anime è l’accecamento della nostra più alta facoltà, che è la nostra mente, a cui segue immediatamente la corruzione del nostro cuore. E il pericolo più profondo per le nostre menti oggi è il presupposto universale che le idee non contino, che la verità non sia importante. Guardate come il Vaticano II ha preferito la modernità al cattolicesimo fedele, in particolare nel documento conciliare Gaudium et Spes, e poi come la Fraternità San Pio X ha preferito i Romani conciliari al loro fedele Fondatore, e comunque, come la grande maggioranza dei sacerdoti e dei laici li hanno seguiti.

Cominciamo con l’esporre in ordine i pensieri di Niemczewski, per vedere da dove egli parte e dove sta andando: 1 Non c’è Dio oggettivo perché “Dio” è una elaborazione soggettiva dentro ognuno di noi. 2 Perciò le vecchie “verità” della religione e della filosofia di ieri non hanno più alcun fondamento. 3 Inoltre non si adattano più al mondo reale di oggi, che sta cambiando in tutti i domini e più velocemente che mai. 4 Peggio ancora, tali verità stanno bloccando il progresso moderno, o la “cultura della scelta” che ci permette di adattarci al cambiamento e che garantisce la libertà di ognuno di noi di mettere insieme il proprio stile di vita. 5 Per rimanere adattabile alla modernità, l’uomo postmoderno deve accettare questa non universale e non obbligatoria “cultura della scelta”, che non impone all’uomo né norme né alcuno superiore a lui. 6 In conclusione, la verità deve lasciare il posto alla libertà, la religione alla cultura e la direzione alla deriva. 7 Quindi abbasso la Verità, e viva la “cultura della scelta”!

Purtroppo, per l’uomo postmoderno, c’è una realtà al di fuori della sua mente, così vicina a lui come le sue stesse braccia e gambe, e questa realtà extra-mentale ha leggi proprie, che non dipendono in alcun modo dalla sua mente. Per esempio, se ha mal di denti, egli dovrà andare dal dentista e non dal pescivendolo. E queste leggi non sono solo fisiche, ma anche morali. Per esempio, se una povera ragazza ha un aborto, non sarà in grado di evitare i rimorsi di coscienza, per quanto lo vorrebbe. Il libero arbitrio di ognuno di noi esseri umani è indiscutibilmente libero – da qui la possibilità della “cultura della scelta” di Niemczewski – ma tale cultura della scelta può funzionare solo all’interno e non al di fuori del quadro strutturato delle leggi della realtà extra mentale, fisica e morale. Così sono libero di scegliere per l’eternità il Cielo o l’Inferno, ma non sono libero di scegliere di infrangere seriamente la legge morale e tuttavia andare ancora in Cielo.

Gli antichi greci al loro apice, hanno preceduto di centinaia di anni l’Incarnazione di Nostro Signore, per cui non hanno potuto beneficiare né della grazia soprannaturale né dell’illuminazione. Ma, naturalmente, essi osservavano – non hanno per noente inventato – le gravi e inevitabili conseguenze della crescita di esseri umani contro la struttura morale della vita umana, e a tale crescita hanno dato un nome – “hybris”, che oggi chiameremmo “orgoglio”. Così la presentazione di Niemczewski della “cultura della scelta” inizia con la negazione di Dio e finisce con la sfida a Dio, ma mentre egli può piegare la mente degli uomini a favore della sua “cultura”, è tuttavia incapace di piegare l’eterna e ineffabile Esistenza di Dio, o l’eterna e assoluta necessità della Verità. Per esempio, se non esiste una cosa come la verità, ne consegue che questo stesso assunto è una verità. Quindi, nel negare ogni e qualsiasi dogma, nessuno è così dogmatico come i Massoni, e nel loro soggettivo minare ogni dottrina, nessuno è così dottrinale come i modernisti e i neomodernisti.

In breve, un uomo come Niemczewski si rifiuta di riconoscere che nell’ambito della scelta dell’umanità esiste uno spazio di realtà che non è di sua scelta. Gli ecclesiastici del Vaticano II si rifiutano di riconoscere che il Deposito della Fede non può essere modernizzato. E i capi della NeoFraternità San Pio X si rifiutano di riconoscere che i Romani conciliari sono mercanti di fantasia. La “cultura della scelta” finirà per costare caro a tutti loro. Può costare loro l’eternità se non riescono a riappropriarsi del loro senso cattolico.

Kyrie eleison.

“Postmodernita” ? – I

“Postmodernita” ? – I on Agosto 24, 2019

Ci si imbatte nei termini “post-moderno”, “post-modernità”, e ci si chiede cosa significhino, o a cosa si riferiscano. Un’ipotesi ragionevole è che per “modernità” si intenda il periodo della storia mondiale iniziato con la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando la civiltà dovette uscire dalle rovine e intraprendere un nuovo corso. Ma il 1945 è ormai lontano quasi tre quarti di secolo, e 74 anni sono un tempo troppo lungo perché il mondo sia andato avanti senza evolversi in qualcosa di diverso – esso continua a girare, “Volvitur orbis”, ma mai il mondo è sembrato girare più velocemente che in questo nostro XXI secolo. Quindi, qualunque cosa si sia prodotta, questa è “post-moderno”.

Naturalmente a questo punto la domanda diventa: cosa si è prodotto? E il senso stesso della “post-modernità” può capitare di ritrovarlo in un libro di Wojcieck Niemczewski intitolato Culture as religion; the post-modern interpretation of the relationship between culture and religion (Cultura come religione; l’interpretazione postmoderna del rapporto tra cultura e religione). Qui di seguito una sintesi in due paragrafi della tesi di Niemczewski:—

Viviamo in un’epoca di cambiamenti di ogni genere, ma i vecchi principi religiosi e filosofici frenano il progresso e non sono più adatti alla realtà che ci circonda, che va cambiando più velocemente che mai. A questo punto stiamo sperimentando la “cultura della scelta”, che utilizza tutti quegli elementi culturali che possiamo noi mescolare per mettere insieme la nostra personale visione del mondo. Tale possibilità di scelta diventa allora un segno di libertà ottenuta sacrificando il vecchio elemento della verità, cosa che ci permette di adattarci alla vita moderna.

Il risultato è che questa cultura post-moderna non impone norme, obblighi, e non si applica a tutta la vita. Né essa trascende questa vita, perché Dio può esistere, ma solo in noi stessi, solo dentro di noi, così che Egli dipende da noi! L’uomo post-moderno vuole essere in sintonia con il suo tempo, cioè con il movimento e il cambiamento. Ma movimento e cambiamento continuo verso che cosa? Quest’uomo non ne ha idea, perché si è reso incapace di definire dove sta andando. Così, anche se gli uomini si attengono alla Tradizione, essa può essere assorbita all’interno di questa nuova cultura.

Ai tempi di Noè – vedi Genesi, VI-IX, specialmente VI, 1–13 – l’umanità era così corrotta che, per salvare un numero ancora significativo di anime, Dio Onnipotente dovette infliggere una punizione mondiale che avrebbe dato ad almeno una minoranza di esse la motivazione e il tempo di fare un buon atto di contrizione. E dato il peccato originale, è logico che da allora solo gli interventi di Dio possono rallentare o invertire l’inclinazione dell’umanità a cadere nel peccato. Naturalmente il più grande di questi interventi è stata l’Incarnazione di Dio stesso, ma siccome “più si sale in alto e più pesantemente si cade”, dopo quasi 2000 anni era prevedibile che la condizione dell’umanità sarebbe stata peggiore che mai, se Dio avesse scelto di permetterlo. Ora, chiaramente (Lc XVIII, 8) Egli ha scelto dall’eternità di permettere la quasi completa scomparsa della Chiesa di suo Figlio prima della fine del mondo. Quindi, che forma assumerà questa quasi scomparsa? Lo intravediamo oggi nella descrizione di Niemczewski della “nuova cultura”.

La sua descrizione ci invita a distinguere tra “moderno” e “post-moderno” come segue: il “moderno” sarebbe la cultura totalizzante del nichilismo, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale: cuori e menti vuote di ogni convinzione, credo, speranza o fiducia, ma fin lì i cuori e le menti non si sono ancora disintegrati e c’è ancora un doloroso senso di ciò che è andato perduto. Al contrario, il “post-moderno” sarebbe la conseguenza logica di quel dolore, cioè l’autodistruzione, operata dalla volontà, di ciò che resta del cuore e della mente, così che il dolore non sia più percepito. Rinuncio volutamente alla verità perché la mia mente possa galleggiare in un giardino di loti fatto di belle bugie che ho finito col credere che non sono più bugie, mentre il mio cuore va alla deriva in un mondo dei sogni fatto di deludenti desideri, dove tutto è morbido e dolce e sarà sempre così.

Ma “Un fatto è più forte del sindaco”, dice un proverbio inglese. È vero, una massa di menti e cuori moderni hanno gettato via tutti gli ancoraggi, e rifiutano tutti gli orientamenti, ma vento e marea rimangono vento e marea, come almeno gli immutabili nemici del Dio non dimenticano mai, perché vogliono tutte le anime reali nell’Inferno reale. Se solo gli amici di Dio avessero lo stesso senso della realtà!

Kyrie eleison.

Verita minata ancora di piu

Verita minata ancora di piu on Luglio 13, 2019

Questi “Commenti” hanno più di una volta raccomandato il sito Internet del Dott. Paul Craig Roberts, il commentatore americano sugli sviluppi politici ed economici mondiali. Nonostante gli manchi la pienezza di prospettiva fornita dall’unica vera religione, egli coglie moltissime verità mondane, e le commenta sul suo sito – paulcraigroberts.org – al punto che ci si chiede: quando sarà assassinato? Ma l’omicidio comporta sempre complicazioni e l’assassinio di un messaggero rischia sempre di dare credito al suo messaggio. Comunque sia, gli articoli del dottor Roberts sono ampiamente letti in tutto il mondo, e un suo recente articolo rafforza a livello molto pratico la manera in cui Don Calderón inizia la sua analisi dell’uomo nuovo” del Vaticano II (vedi il numero del 22 giugno di questi “Commenti”) con il soggettivismo, cioè con la separazione dell’uomo moderno dalla verità oggettiva. Per alcuni sviluppi recenti di questa separazione, si legga l’articolo del dottor Roberts, leggermente riassunto qui di seguito.

Egli inizia citando un sito veridico, Zero Hedge, in cui è detto che la capacità di falsificare la realtà sta crescendo a passi da gigante. Degli sconsiderati senza cervello hanno sviluppato una tecnologia che sta rendendo la falsa realtà indistinguibile dalla realtà vera. “Credo che non siamo affatto preparati per questo. E non credo che il pubblico sia consapevole di ciò che sta accadendo, ha detto il Presidente del Comitato di Intelligenza del Congresso degli U,S.A. Egli parlava del rapido progresso della tecnologia di sintesi. Questa nuova intelligenza artificiale permette ai programmatori competenti di creare audio e video di chiunque, dicendo qualsiasi cosa. Le creazioni sono chiamate “deepfakes” – “finte profonde” e per quanto oltraggiose possano essere, sono praticamente indistinguibili dalla realtà. Non appena ci saremo adattati ad un mondo in cui la nostra realtà sembrava falsa, e le cose che sono false diventanno la nostra realtà.

“Noi siamo sopraffatti”, ha detto un esperto di forense digitale della Università della California di Berkeley, “Il numero di persone che oggi lavorano alla video-sintesi è molto superiore a quello di coloro che lavorano alla scoperta dei deepfakes in ragione di 100 a 1” . . . . Già due terzi degli Americani affermano che le immagini e i video alterati sono diventati un grave problema per comprendere i fatti fondamentali dell’attualità. I ricercatori sulla disinformazione allertano sulla crescente “indifferenza per la realtà”, perché si richiedono tanti sforzi per distinguere tra ciò che è reale e ciò che è falso, che la gente finisce col rinunciare alla ricerca della verità e si affida ai suoi istinti di base, ai pregiudizi tribali, agli impulsi. Immersi negli inganni dei nostri capi, finiamo col non credere in nulla.

Ad esempio, due petroliere vanno in fiamme, sollevando del fumo. Si vede comparire in un video sfocato una sospetta barca della Guardia Rivoluzionaria Iraniana. Immagini infette inondavano i nove miliardi di schermi della terra. Ogni parte racconta una storia diversa. Nessuno sa bene di chi fidarsi. Le teorie complottiste riempiono il vuoto, mentre ognuno di noi si aggrappa a ciò che più vuole credere.

https://​www.​zerohedge.​com/​news/​2019-06-16/​hedge-fund-cio-i-dont-think-public-aware-whats-coming

Il dottor Roberts continua, perché gli esperti tecnologici si compiacciono nel sviluppare una tecnologia che rende la verità sempre più difficile da cogliere? Cosa loro manca como uomini che sono portati a creare metodi per distruggere la capacità di conoscere la verità? In cosa differisce questo dal rilasciare nell’aria un’impercettibile sostanza che spazza via la vita? L’unico uso serio di questa tecnologia è quello di consentire allo stato di polizia il controllo completo. Oggi è possibile mettere parole e fatti sulla bocca e nelle azioni di chiunque, e usare le prove false per condannarli del crimine simulato. Senza verità, non c’è libertà, né sovranità, né pensiero indipendente e neanche consapevolezza. C’è solo The Matrix [mondo virtuale inventato]. Fino a che punto l’America ha perso la sua strada perché le aziende, gli investitori e gli scienziati siano motivati a sviluppare una tecnologia che distrugge la verità? Questi idioti senza cervello non sono forse i nostri veri nemici? Nel mondo di oggi la cosa più difficile è accertare la verità. E l’articolo del dottor Roberts si conclude con una richiesta di sostegno, che sicuramente merita.

Lettori, se vi è cara la vita aggrappatevi alla verità, perché essa viene minata velocemente, col mondo che mette la libertà sopra la verità e la fantasia sopra la realtà. Le conseguenze saranno umanamente disastrose per tutti noi.

Kyrie eleison.