cultura

“Postmodernita’” – II

“Postmodernita’” – II on Agosto 31, 2019

A rischio di affaticare i lettori con variazioni sul tema della Verità, questi “Commenti” commenteranno ulteriormente la sintesi della Cultura come religione; l’interpretazione postmoderna del rapporto tra cultura e religione, di Wojcieck Niemczewski, già citata la scorsa settimana. Infatti dobbiamo salvare le nostre anime, e un pericolo profondo nel modo di salvare le nostre anime è l’accecamento della nostra più alta facoltà, che è la nostra mente, a cui segue immediatamente la corruzione del nostro cuore. E il pericolo più profondo per le nostre menti oggi è il presupposto universale che le idee non contino, che la verità non sia importante. Guardate come il Vaticano II ha preferito la modernità al cattolicesimo fedele, in particolare nel documento conciliare Gaudium et Spes, e poi come la Fraternità San Pio X ha preferito i Romani conciliari al loro fedele Fondatore, e comunque, come la grande maggioranza dei sacerdoti e dei laici li hanno seguiti.

Cominciamo con l’esporre in ordine i pensieri di Niemczewski, per vedere da dove egli parte e dove sta andando: 1 Non c’è Dio oggettivo perché “Dio” è una elaborazione soggettiva dentro ognuno di noi. 2 Perciò le vecchie “verità” della religione e della filosofia di ieri non hanno più alcun fondamento. 3 Inoltre non si adattano più al mondo reale di oggi, che sta cambiando in tutti i domini e più velocemente che mai. 4 Peggio ancora, tali verità stanno bloccando il progresso moderno, o la “cultura della scelta” che ci permette di adattarci al cambiamento e che garantisce la libertà di ognuno di noi di mettere insieme il proprio stile di vita. 5 Per rimanere adattabile alla modernità, l’uomo postmoderno deve accettare questa non universale e non obbligatoria “cultura della scelta”, che non impone all’uomo né norme né alcuno superiore a lui. 6 In conclusione, la verità deve lasciare il posto alla libertà, la religione alla cultura e la direzione alla deriva. 7 Quindi abbasso la Verità, e viva la “cultura della scelta”!

Purtroppo, per l’uomo postmoderno, c’è una realtà al di fuori della sua mente, così vicina a lui come le sue stesse braccia e gambe, e questa realtà extra-mentale ha leggi proprie, che non dipendono in alcun modo dalla sua mente. Per esempio, se ha mal di denti, egli dovrà andare dal dentista e non dal pescivendolo. E queste leggi non sono solo fisiche, ma anche morali. Per esempio, se una povera ragazza ha un aborto, non sarà in grado di evitare i rimorsi di coscienza, per quanto lo vorrebbe. Il libero arbitrio di ognuno di noi esseri umani è indiscutibilmente libero – da qui la possibilità della “cultura della scelta” di Niemczewski – ma tale cultura della scelta può funzionare solo all’interno e non al di fuori del quadro strutturato delle leggi della realtà extra mentale, fisica e morale. Così sono libero di scegliere per l’eternità il Cielo o l’Inferno, ma non sono libero di scegliere di infrangere seriamente la legge morale e tuttavia andare ancora in Cielo.

Gli antichi greci al loro apice, hanno preceduto di centinaia di anni l’Incarnazione di Nostro Signore, per cui non hanno potuto beneficiare né della grazia soprannaturale né dell’illuminazione. Ma, naturalmente, essi osservavano – non hanno per noente inventato – le gravi e inevitabili conseguenze della crescita di esseri umani contro la struttura morale della vita umana, e a tale crescita hanno dato un nome – “hybris”, che oggi chiameremmo “orgoglio”. Così la presentazione di Niemczewski della “cultura della scelta” inizia con la negazione di Dio e finisce con la sfida a Dio, ma mentre egli può piegare la mente degli uomini a favore della sua “cultura”, è tuttavia incapace di piegare l’eterna e ineffabile Esistenza di Dio, o l’eterna e assoluta necessità della Verità. Per esempio, se non esiste una cosa come la verità, ne consegue che questo stesso assunto è una verità. Quindi, nel negare ogni e qualsiasi dogma, nessuno è così dogmatico come i Massoni, e nel loro soggettivo minare ogni dottrina, nessuno è così dottrinale come i modernisti e i neomodernisti.

In breve, un uomo come Niemczewski si rifiuta di riconoscere che nell’ambito della scelta dell’umanità esiste uno spazio di realtà che non è di sua scelta. Gli ecclesiastici del Vaticano II si rifiutano di riconoscere che il Deposito della Fede non può essere modernizzato. E i capi della NeoFraternità San Pio X si rifiutano di riconoscere che i Romani conciliari sono mercanti di fantasia. La “cultura della scelta” finirà per costare caro a tutti loro. Può costare loro l’eternità se non riescono a riappropriarsi del loro senso cattolico.

Kyrie eleison.

Importanza della cultura – II

Importanza della cultura – II on Dicembre 30, 2017

Ci rivolgiamo nuovamente al Presidente della Russia, Vladimir Putin, per un po’ di buon senso politicamente scorretto sulla nozione di “cultura”, che lui considera nel suo significato più ampio ma reale di valori, norme e modo di vita dei diversi popoli a livello nazionale e internazionale. I nemici dell’uomo e di Dio vogliono omogeneizzare tutte le nazioni in una poltiglia globale che per il loro Anticristo sarà molto più facile dominare colla tirannia mondiale che essi sognano. Dio onnipotente, al contrario, stabilisce una sorprendente varietà in tutta la Sua Creazione, perché l’ordinata varietà delle creature riflette meglio la Sua stessa pienezza infinita di essere. Ma ogni ordinata varietà comporta il più alto e il più basso, in altre parole la disuguaglianza. Ecco perché i Suoi nemici vogliono abbassare tutto allo stesso livello in nome dell’uguaglianza – “Libertà, Uguaglianza, Fraternità”, per esempio. I cattolici, al contrario, devono volere che tutte le creature siano tanto varie e disuguali, quanto il loro Creatore ha voluto che fossero. In questo caso Putin è dalla parte di Dio Onnipotente.

Qui, egli parla ad un gruppo internazionale di giovani che hanno partecipato al XIX Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti che si è tenuto a Sochi, in Russia, lo scorso ottobre.

(Si veda http://​en.​kremlin.​ru/​events/​president/​news/​55842)

L’India, il nostro vicino di sinistra, ha una popolazione di 1,2 miliardi, e la Cina ha una popolazione di 1,5 miliardi. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, essi continuano a ricevere sempre più immigrati; e a quanto ho capito, la sua popolazione bianca e cristiana, è diventata ultimamente una minoranza, meno del 50% della popolazione totale degli Stati Uniti. Ciò che intendo dire è che il mondo sta attraversando un cambiamento drammatico e globale. Non sto dicendo che questo sia bene o male, ma solo che stanno avvenendo dei cambiamenti globali.

Hai detto che la Russia è un vasto territorio – infatti. Ma dal suo confine occidentale a quello orientale, è uno spazio eurasiatico. Per quanto riguarda la cultura, come per lingua, gruppo linguistico e storia, è indubbiamente uno spazio europeo in quanto è abitato da persone di cultura europea. Dico questo perché è questo che dobbiamo preservare se vogliamo rimanere un centro significativo nel mondo – e non lo dico in senso militare o in qualsiasi altro senso simile. Non dovremmo dividere i popoli in base alla loro etnia, e non dovremmo guardare indietro nella storia, pensando, per esempio, alla guerra tra Francia e Russia dal 1812 al 1814. Piuttosto dovremmo guardare al futuro per trovare modi per costruire un futuro comune e seguire un percorso comune.

È così che possiamo preservare la Russia e il suo popolo come un centro globale, significativo per le relazioni con i paesi asiatici e il continente americano. Se non riusciamo a preservare la Russia, essa sarà divisa in piccole associazioni semi-nazionali di Stati che alla fine perderebbero la loro importanza in senso globale come centri indipendenti. Se preserviamo la Russia, questo sarà un grande vantaggio per lo sviluppo di tutta l’umanità, perché la Russia è una parte importante della cultura globale e certamente deve essere preservata.

Infatti. Importante per la cultura degli uomini è sempre stata la loro letteratura, le arti visive e la musica, perché gli esseri umani di tutti i tempi e in tutti i luoghi hanno soprattutto bisogno di storie, immagini e musica per esprimere e condividere ciò che accade al loro interno. Ecco perché il teatro e il cinema, che possono combinare tutti e tre le cose, sono così influenti, oggi specialmente il cinema. Nella letteratura la Russia vanta un numero di autori di fama mondiale: Pushkin, Tolstoj, Dostoevskij, Chekov, Solzhenitsyn, ecc.; nella musica, Ciajkovskij, Rimsky-Korsakov, ecc.; nel cinema, Eisenstein e Tarkovsky hanno una reputazione internazionale. Putin ha ragione – con i lunghi inverni e i profondi pensatori russi, il suo paese può contribuire molto alla cultura mondiale che è di gran lunga superiore al mucchio di spazzatura democratica che attualmente esprime ciò che accade in mezzo a troppi uomini.

Pregiamo perché Putin non sia assassinato, visto che i nemici di Dio lo odiano, non senza ragione – egli sta conducendo il suo paese verso la sua consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, che ritarderà, almeno per un po’, l’Anticristo. Che Ella lo protegga.

Kyrie eleison.

Importanza della cultura – I

Importanza della cultura – I on Dicembre 16, 2017

“Quando sento la parola ‘cultura’, imbraccio il mio fucile”, è una citazione famosa (spesso attribuita al Maresciallo del Reich Hermann Göring, ma che in realtà proviene da un’opera teatrale di Berlino del 1933), che può essere interpretata nel senso che la cultura non è la fonte ultima dei valori spesso attribuiti ad essa. Spesso la parola funge da foglia di fico per coprire l’apostasia profonda dell’Occidente con una vergognosa ma persistente ipocrisia, alla quale alcuni possessori di armi da fuoco potrebbero essere istintivamente tentati di farle fare una fine violenta. Un americano del nostro tempo che si rende conto che la cultura dipende dalla religione o dalla sua assenza è Ron Austin, che ha scritto nel numero di dicembre della rivista First Things un articolo sulla cultura pop, sostenendo che non è né pop, né cultura.

Austin è un veterano scrittore-produttore di Hollywood che ha trascorso quasi mezzo secolo producendo cultura pop, soprattutto per la televisione. È membro dell’American Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, ma anche membro della Scuola Domenicana di Filosofia e Teologia a Berkeley, in California, il che gli dà almeno un punto di riferimento sulle vere dimensioni della “cultura”. Ad esempio, all’inizio del suo articolo, scrive: “La chiave per comprendere la modernità e il suo definitivo fallimento risiede nei molti tentativi falliti di trovare sostituti alla fede religiosa . . . . Sono stati i mass media a promuovere una “cultura pop” che è stata il più influente e potente sostituto di una visione del mondo significativa . . .” La cultura pop, dice Austin, è un idolo . . . come tale è fasulla . . . non è né pop né cultura.

Austin definisce il “pop” come appartenente al popolo piuttosto che a qualsiasi élite. Ammette che la cultura pop ha oggi una notevole attrattiva popolare, ma dice che è di natura sintetica e industriale, derivata com’è da nessuno stile di vita naturale o organico, quindi non è veramente popolare. “Cultura” è difficile da definire, ma egli dà al termine il significato di un modo di vivere con valori condivisi a cui essa fornisce i mezzi per esprimersi. La cultura in questo senso può crescere solo organicamente come un albero, alla velocità della natura che non può essere forzata, e richiede una memoria condivisa con il senso del passato, una continuità di significato, obiettivi e normative. Ma la “cultura pop” cancella il passato. Quindi non è una vera cultura. Austin ricorda i decenni della sua vita da questo punto di vista.

Negli anni ‘50 e ‘60 ricorda una crescente alienazione dal passato in cui i mass media hanno giuocato un ruolo cruciale. Negli anni ‘70 crebbe una controcultura della frammentazione e del narcisismo, con più intrattenimento che mai, e con esso un crescente distacco dalla realtà. Il mezzo stesso era diventando il messaggio, e la moralità era basata sull’emozione soggettiva, che i media confezionavano come un prodotto a scopo di lucro. L’intrattenimento ha sostituito il pensiero o l’analisi. Se non fatale, la malattia era altamente contagiosa. Negli anni ‘80 il tentativo di ripristinare i valori passati fallì, negli Stati Uniti, in Europa e in Russia. Negli anni ‘90 sono finite alcune false speranze, ma la massa dei consumatori era più frammentata che mai. Tuttavia, negli anni del 2010 la Fede cattolica sta dando qualche speranza ad Austin. La vera cultura dipende dal fatto che l’essere umano sia umano, dice, e gli umani hanno per veri modelli Nostro Signore e la Madonna. La vera cultura sarà ripristinata, e la Luce tornerà.

Austin è sulla buona strada per cogliere il vero problema, anche se la sua valutazione del problema e della sua soluzione non pare molto forte. Perché l’odierno complessivo ambiente o cultura è pericolosissimo per le anime e la loro salvezza. È diventato del tutto normale o non credere in Dio, o, se si crede in Lui, non prenderLo sul serio. Il passato ha poco da dirci (tranne i Sei Milioni, evidentemente). L’immoralità non è importante. Non esiste qualcosa come l’ordine di natura da rispettare. E’ la tecnologia che salva. E la libertà è tutto. E questa malattia è altamente contagiosa, perché è così “liberatrice”. Che il Cielo ci aiuti!

Kyrie eleison.

P. S. – Come un piccolo ricorso alla cultura d’élite del passato, nel vero senso della parola, si terrà qui a Broadstairs, da venerdì 23 febbraio a Domenica 25 febbraio, del prossimo anno, una sessione di Mozart parallela alla “Ventata di Beethoven” di due anni fa. Seguiranno i dettagli.

Colore, poesia…

Colore, poesia... on Gennaio 21, 2017

“Non si può vivere a lungo sulla politica, sui bilanci e sui cruciverba. Non si può vivere a lungo senza poesia, colore, amore”- parole di Antoine de Saint Exupéry (1900–1944), aristocratico francese, aviatore e scrittore, non cattolico, ma che lottò in cuor suo con il materialismo del XX secolo. Egli disse di se stesso: “Io sono un uomo che fruga tra la cenere, un uomo che lotta per trovare le braci della vita nel fondo di un camino.” E descrisse nella sua memoria filosofica Terra degli uomini (1939) una scena di lavoratori con le loro famiglie ammassati in un treno di notte da Parigi a Varsavia, e scrisse che era tormentato non tanto dalla miseria della scena quanto dal vedere “in ognuno di questi uomini un po’ di Mozart assassinato.”

Queste citazioni sono venute in mente dopo una visita l’anno scorso alla Bertramka, una villa posta appena fuori del centro di Praga nella Repubblica Ceca, resa nota nel tardo 18° secolo dalle visite effettuatevi dal famoso compositore, Wolfgang Amadeus Mozart. A quel tempo era raggiungibile dalla città con una passeggiata di mezz’ora lungo strade di campagna e un viale di ippocastani che portava al cancello nel cortile anteriore e si apriva su un giardino in pendenza con aiuole e alberi da frutto. Oggi il viale ombreggiato ha lasciato il posto ad un enorme centro commerciale che si snoda lungo una strada urbana carica di traffico pesante, regolata solo da un semaforo. Il cancello è ancora lì, ma il giardino in pendenza è diventato selvatico, con una statua solitaria del grande musicista e con il tavolo in pietra dove si suppone egli abbia terminato di comporre la sua opera di fama mondiale Don Giovanni. Poco dopo egli diresse la sua prima esecuzione nel teatro dell’opera della città, ancora in uso. Per quanto riguarda le due camere occupate nel Bertramka da Mozart, esse sono state fedelmente conservate, ma quella che una volta era una considerevole raccolta di reperti mozartiani, quest’ottobre non c’era più. Nel Bertramka persiste ancora l’atmosfera, ma molto lì sussurra solo di “Mozart assassinato”.

Eppure nel 18° secolo Praga fu molto gentile con lui. Nel 1786, a differenza di Vienna, riservò una calorosa accoglienza all’altrettanto popolare e famosa opera di Mozart Le nozze di Figaro, e lo stesso fece l’anno successivo col Don Giovanni. E quando Mozart morì nel 1791, mentre la sua città d’adozione, Vienna, gli riservò solo la tomba di un uomo povero, Praga lo onorò con una sontuosa Messa da Requiem a cui assistettero migliaia di persone e che venne eseguita da un centinaio di musicisti che rifiutarono qualsiasi compenso. Furono gli Imperatori cattolici e i nobili che, per ripristinare la Boemia cattolica dopo la trentennale devastante guerra di religione (1618–1648), stabilirono una diffusa educazione musicale per i giovani Boemi che fossero in grado di suonare musica nei servizi in Chiesa. Fu questa educazione cattolica che fece crescere a Praga un pubblico capace di amare immediatamente Mozart e la sua musica.

Si può dire lo stesso per i cattolici di oggi, o siamo anche noi “assassini di Mozart”? Per Saint Exupéry, Mozart era in qualche modo l’opposto del materialismo. Ma quanti Tradizionalisti oggi si annoiano con una Messa cantata, e non vedono l’ora di tornare ai loro bilanci e ai loro cruciverba? Ahimè, non ci sono molti dei nostri ragazzi che quasi si vergognano di saper cantare? E uguale per le nostre ragazze, Oh Dio! Una gran parte di loro, non preferisce forse diventare astronauta o stella della pallavolo, piuttosto che saper suonare uno strumento musicale che potrebbe aiutarle a civilizzare i propri mariti, umanizzare i propri figli e mettere armonia nella propria casa? Un proverbio tedesco dice che gli uomini fanno la cultura, ma sono le donne che la trasmettono. Non è forse suicida per una società non promuovere nelle sue ragazze le vere “cultura, poesia e amore”, che penetreranno poi profondamente nelle loro future famiglie e attraverso di queste nella società?

Quanto a Mozart, egli non è certamente il massimo della spiritualità nella musica occidentale, e nella maturità si unì alla Massoneria, allora di moda a Vienna. Ma certo è molto più spirituale del mondo dei centri commerciali e dei semafori, come vedeva bene Saint Exupéry, e certo non furono i massoni, ma i genitori profondamente cattolici che formarono nel bambino e nel giovane quel cuore cattolico da cui scaturì tutta la spiritualità della musica dell’adulto. Sicuramente il pezzo più spesso eseguito di tutta la musica di Mozart, composto poco prima di morire, è il suo Ave Verum Corpus, perché esso è molto spesso suonato durante la Messa. E il suo profondamente cattolico Requiem egli lo stava ancora componendo sul letto di morte. Possa la sua anima riposare in pace.

Kyrie eleison.

Questioni di cultura!

Questioni di cultura! on Aprile 25, 2015

Da Venerdì sera, 1° maggio, a Domenica a mezzogiorno, 3 maggio, nella Casa Regina dei Martiri a Broadstairs, si terrà un altro seminario dal Dr. David White; come l’anno scorso si è parlato di Charles Dickens, così quest’anno si parlerà di T S Eliot (1888–1965), un altro gigante della letteratura inglese in diretta connessione con quest’angolo d’Inghilterra. Fu in un padiglione all’aperto che guarda sulla spiaggia di Margate, a circa cinque miglia a nord di Broadstairs, che tra ottobre e novembre del 1921 il poeta anglo-americano famoso in tutto mondo, scartabellò i suoi appunti e compose circa 50 versi della terza delle cinque parti della più autorevole poema del XX secolo, sempre in lingua inglese, The Wasteland (1922).

Il poema è un brillante ritratto del venir meno dei cuori e delle menti degli uomini a seguito della Prima Guerra Mondiale (1914–1918). Nel The Wasteland, Eliot forgiò un nuovo modo frammentario di scrivere la poesia che ha colto il cedimento della condizione spirituale dell’uomo moderno. Con la sua ampia e profonda comprensione dei capolavori artistici del passato, in particolare di Dante e Shakespeare, Eliot fu in grado di dare forma alla povertà spirituale odierna. Per esempio nei sei versi del poema che sono chiaramente connessi a Margate, una di tre ragazze della classe operaia racconta come cedette il suo onore, per niente, e per evidenziar questo vuoto della vita di tutte e tre le fanciulle, le loro parole sono incorniciate all’interno di frammenti tratti dal canto delle tre Figlie del Reno che apre e chiude la visione cosmica dell’epico Anello dei Nibelunghi di Wagner.

Vuoto e nulla. Perché mai i cattolici dovrebbero preoccuparsi di tali autori deprimenti? La salvezza è in Nostro Signore Gesù Cristo, non nella cultura, soprattutto non nella cultura nichilista. Una risposta particolare è legata a T S Eliot. Una risposta generale è relativa ad ogni “cultura”, comprendente quelle storie, immagini e musica con le quali gli uomini di tutti i tempi necessariamente formano ed arricchiscono o impoveriscono i loro cuori e le loro menti.

Quanto a T S Eliot, egli stesso mise presto da parte The Wasteland in quanto “ritmica lamentosa”, e pochi anni dopo divenne membro della Chiesa Anglicana. Aveva espresso brillantemente il nulla moderno, ma non sguazzava in esso. Continuò a scrivere parecchi pezzi de teatro e specialmente il lungo poema dei Quattro Quartetti, nient’affatto nichilisti, e di questi il Dr. White, che ama molto Eliot, parlerà a Broadstairs tra pochi giorni. Dopo aver affrontato onestamente il problema, Eliot assunse nessuna soluzione a mo’ di struzzo, come fecero innumerevoli cattolici ingannati dal Vaticano II.

In effetti, la cultura in generale sta alla religione (o all’irreligione), come la periferia di una città sta al suo centro. E proprio come un generale con il compito di difendere una città sarebbe molto sciocco se lasciasse che le periferie venissero occupate dal nemico, così un qualsiasi cattolico che tiene alla sua religione non può essere indifferente alle storie, alle immagini e alla musica che compongono il contesto per le anime intorno a lui. Naturalmente, la religione (o l’irreligione) è fondamentale per la vita dell’uomo, mentre al suo confronto la “cultura” è accessoria, perché la cultura dell’uomo è in fondo un contorno del suo rapporto con Dio. Tuttavia cultura e religione interagiscono. Ad esempio, quanti cattolici sarebbero caduti così facilmente a causa del Vaticano II, se non avessero subito l’effetto per esempio del “The Sound of Music”? Igualmente, se gli attuali capi della Fraternità San Pio X avessero colto tutta la profondità del problema moderno, opponendo la cultura cattolica all’anti-cultura moderna, sarebbero oggi così decisi a tornare sotto i cattivi fautori del Vaticano II? Le questioni di cultura possono importare come il Paradiso e l’Inferno!

Kyrie eleison.

Attenzione alla Cultura

Attenzione alla Cultura on Dicembre 29, 2012

Dato che la direzione della Fraternità San Pio X sembra vacillare, i cattolici che amano la Fraternità, perché da essa hanno ricevuto tanto negli anni, potrebbero essere tentati di pensare che, come semplici fedeli, non possano fare tanto per essa. Se è così, si sbaglierebbero. Vogliano leggere le seguenti riflessioni di un mio amico, tra le cui righe si può capire che se Dio non salva la Fraternità per loro, cosa che certo potrebbe fare, la rovina della Fraternità dipenderà almeno in parte da loro. Quanto segue è un adattamento della lettera del mio amico:—

“Un accordo pratico sarebbe rovinoso per la causa della Tradizione cattolica. Basta guardare a quanto è accaduto ai Redentoristi tradizionali in Scozia . . . . Le due Messe non possono coesistere. L’una scaccerà sempre l’altra . . . . Ho partecipato di recente ad una Messa NovusOrdo. L’intera chiesa era pervasa da parlottii e applausi continui . . . . Le due parti sono semplicemente troppo distanti per un lavoro in comune. Nessun comune intento è possibile tra modernità e Tradizione.

“Vi è poi la profonda rivoluzione che ha travolto la civiltà moderna, compreso il movimento tradizionale, e che in gran parte è stata trascurata dalla direzione della Tradizione . . . . La tecnologia elettronica ha prodotto uno sconvolgimento culturale nelle nostre vite, specialmente delle giovani generazioni. Se questa tecnologia non viene governata correttamente, di certo indebolisce la fede, perché può coinvolgere l’intera vita delle persone. Sovente i giovani ne sono catturati.Si attaccano ad essa per l’intera giornata. E le persone che se ne lasciano inghiottire perdono l’equilibrio, diventano incapaci di svegliarsi al mattino, di tenere una conversazione dal vivo o di mantenere un lavoro.

“Ora, se una compagine sportiva non viene ammonita dal suo allenatore, i suoi standard di giuoco incominciano a venir meno. Se i cattolici non vengono ammoniti sulle questioni culturali, come la musica, l’abbigliamento femminile o l’uso della televisione, i loro standard culturali cominciano a decadere, cosa che comporta profonde implicazioni sulla loro fede. Poiché la direzione della FSSPX ha trascurato questa rivoluzione culturale o non le presta la dovuta attenzione, i genitori tradizionali sono lasciati soli con le loro famiglie nella lotta per tenere fuori dalle loro case la mondanità del mondo moderno,. Ho avuto molte lunghe discussioni con delle famiglie tradizionali che sono preoccupate per il modo in cui si sta evolvendo il movimento tradizionale. Se i movimenti religiosi vogliono prosperare, devono prendere posizione sulle questioni culturali. La Tradizione si è rafforzata quando ha deciso di prendere posizione sulla televisione. Ma se non si prende posizione sulle questioni culturali, ben presto la tenuta delle posizioni dottrinali si indebolisce.

“L’ultimo Capitolo della FSSPX può aver impedito per il momento che essa cadesse nel baratro, ma questo non mi conforta molto. Esso ha prestato molta attenzione alla definizione di parametri relativi a delle future discussioni con Roma in vista di un accordo. Eppure Roma sostanzialmente non è cambiata dal 1988. A mio parere, la FSSPX ha bisogno di recuperare il ruolo profetico che la contraddistingueva quando era ancora in vita Mons. Lefebvre. Il movimento tradizionale ha bisogno di denunciare con forza il modernismo e il liberalismo che stanno portando alla distruzione la Chiesa cattolica. Ultimamente, questa denuncia è stata messa in sordina. Forse molti sacerdoti tradizionali sono distratti dai conforti che pensano di poter acquisire da un accordo con Roma.”

Sta a voi, cari lettori. Nelle vostre case, basta con la musica di scarto e priva di valore. Sbarazzatevi della televisione. Riducete al minimo l’elettronica. Madri, indossate le gonne tutte le volte che è possibile, cioè per la gran parte del tempo. Altrimenti, non ci si lamenti se Dio non salva la Fraternità. Egli non impone i suoi doni ad alcuno. Sia benedetto il suo nome per sempre.

Kyrie eleison.