Categoria: Commenti Eleison

Prosperità pericolosa

Prosperità pericolosa posted in Commenti Eleison on Luglio 19, 2008

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, la prosperità materiale e il benessere non hanno cessato di progredire in molte parti del mondo. Ahimè, questa prosperità non è esente da pericoli, come Mosè mise in guardia gli Israeliti circa 3.500 anni fa. Ecco quel passo che oggi merita di essere riportato per intero ( Deuteronomio VIII, 11–20). È applicabile facilmente ai nostri giorni:

11 Guardati bene dal dimenticare il Signore tuo Dio così da non osservare i suoi comandi, le sue norme e le sue leggi che oggi ti dò.

12 Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato,

13 quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa,

14 il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile;

15 che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima;

16 che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire.

17 Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze.

18 Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dà la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l’alleanza che ha giurata ai tuoi padri.

19 Ma se tu dimenticherai il Signore tuo Dio e seguirai altri dei e li servirai e ti prostrerai davanti a loro, io attesto oggi contro di voi che certo perirete!

20 Perirete come le nazioni che il Signore fa perire davanti a voi, perché non avrete dato ascolto alla voce del Signore vostro Dio.

Per mantenere la testa eretta in mezzo ad una confusione che aumenta sempre più, può certamente aiutare la rilettura (devota) del Vecchio Testamento. Essendo la Parola di Dio, esso ci dà sempre la prospettiva di Dio sulle cose.

Kyrie eleison.

Vescovi concordi

Vescovi concordi posted in Commenti Eleison on Luglio 12, 2008

Molti amici della Fraternità San Pio X si chiedono quale posizione verso un accordo con Roma abbia assunto Mons. Alfonso de Galarreta. Egli è uno dei quattro vescovi della Fraternità, ma quello che pensa e dice non è così spesso citato, almeno in inglese, una lingua che egli capisce, ma che preferisce non dover parlare.

Alla casa madre della Fraternità a Ecône, in Svizzera, è stato lui che quest’anno ha condotto l’annuale cerimonia delle ordinazioni al diaconato e al sacerdozio. Parti del suo sermone sono disponibili su Internet, sul sito christus.imperat, per esempio. Qui ci sono alcuni passi, i primi riguardanti le consacrazioni episcopali della Fraternità del 30 Giugno 1988, perché quest’anno ricorre il loro XX anniversario; i secondi riguardanti l’”ultimatum” del Cardinale Castrillón del 4 e 5 giugno, un mese fa.

« Poi non si predica più la Verità. Si è in cerca della verità [come se non lo si sapesse]». Quindi prosegue: « E questo, in ogni caso, dimostra l’importanza e la necessità delle consacrazioni . . . . Poiché . . . quest’atto delle consacrazioni, è giustamente per la sopravvivenza del Sacerdozio cattolico. Dunque oggi noi rivendichiamo le consacrazioni non come se fosse una sorta di ribellione . . . contro l’autorità del Papa . . . . Al contrario, lo rivendichiamo nella sua reale resistenza. Nella misura in cui abbiamo compiuto quest’atto semplicemente allo scopo di salvaguardare il Sacerdozio cattolico . . . . E dunque noi rivendichiamo la figura di Sua Eccellenza Monsignor Marcel Lefebvre . . . . Non siamo lefebvriani, siamo Cattolici . . . . siamo discepoli di Monsignor Lefebvre, e ne siamo molto fieri . . . . È perché siamo Cattolici, e Mons. Marcel Lefebvre era molto cattolico, che noi siamo discepoli di Mons. Marcel Lefebvre . . . . Noi non ci vergogniamo di Nostro Signore Gesù Cristo. Non ci vergogniamo della Fede cattolica di sempre. Non ci vergogniamo della Chiesa cattolica di sempre. E quindi non arrossiamo per Monsignor Marcel Lefebvre

Più avanti, sull’”ultimatum” del Cardinale, Mons. de Galarreta ha detto: « Io penso che è troppo parlare di ultimatum ». E ha continuato: « Vi è evidentemente una volontà di . . . intimorirci un po’ . . . . Di pressarci, in direzione di un accordo [con Roma] puramente pratico [non dottrinale], che è stata sempre l’intenzione di Sua Eminenza . . . . Questa strada è una strada morta . . . . Quindi non è il caso di seguirla. Non possiamo impegnarci a tradire la confessione pubblica della Fede . . . . E non vogliamo, . . . imbarcarci in un’impresa di demolizione . . . . la nostra risposta va piuttosto in direzione . . . . Di ciò che chiediamo da lungo tempo, le tappe con i preamboli [completa liberalizzazione del rito tridentino della Messa e annullamento delle “scomuniche” del 1988]. Che eventualmente sfoceranno . . . in un confronto . . . dottrinale . . . . Io penso che è più probabile che questo porti . . . ad una stagnazione dei nostri contatti con Roma. Meno probabilmente ad una nuova dichiarazione contro di noi. E ancora meno probabilmente al ritiro del decreto di scomunica ».

Prima di tutto la Fede, poi Roma – tutti e quattro i vescovi della Fraternità seguono sostanzialmente la linea di pensiero di Monsignore, “perché è cattolica”. « Meglio morire che tradire », usava dire Monsignore.

Kyrie eleison.

Ancora la carota

Ancora la carota posted in Commenti Eleison on Luglio 5, 2008

Così, sembra che la settimana scorsa io abbia indovinato.

Da un lato la Fraternità San Pio X non ha rispettato l’”ultimatum” del 5 giugno del Cardinale Castrillón, come voleva il Cardinale; ha invece risposto con una lettera di Mons. Lefebvre a Papa Paolo VI, in cui nel 1975 Monsignore spiegava perché stava difendendo la Tradizione, ma senza mancare del rispetto previsto verso le autorità della Chiesa di Roma. Ancora una volta, la Fraternità potrebbe aver sollevato qualche apprensione, ma non ha “dato il via al negoziato”.

Dall’altro lato, il Cardinale non ha proceduto ad alcuna ulteriore esorcizzazione ufficiale della Fraternità, ma – a quanto riferito – ha dichiarato di non aver mai inteso che il suo testo del 5 giugno dovesse essere un “ultimatum”. E così la situazione ritorna com’era prima. Penso che possiamo aspettarci che si ripeta il copione passato. Il figlio amorevole continuerà a cercare di avvicinarsi alla madre lebbrosa, la madre lebbrosa continuerà a cercare di abbracciarlo, il figlio amorevole continuerà a farsi indietro, poi cercherà di avvicinarsi di nuovo, e così via.

Che confusione! Un noto giornalista italiano non riesce a capire di rigetto da parte della Fraternità delle “generose offerte” di Roma. Egli riporta che il Papa Benedetto XVI e il Cardinale Castrillón sarebbero stati entrambi sinceramente feriti dalle recenti dichiarazioni provenienti dalla Fraternità su Roma o sui Romani affetti dalla lebbra. “Che cosa? Lebbrosi?? Noi???”, “Ahi, è questo il problema”, diceva Amleto. La lebbra è un simbolo dell’eresia già dal Vecchio Testamento, e il Vaticano II non è solo eresia, è una completa nuova religione.

Un cattolico è un cattolico principalmente per la sua Fede. Sceglie con la sua mente di aderire ad una serie di proposizioni vere, che sono soprannaturali, cioè oltre la portata della sua mente meramente naturale. La sua volontà è quindi necessaria per indurre la sua mente a sottomettersi a queste verità che sono sopra di essa. Ma queste verità non sono solo desiderii del pensiero. Esse sono rivelate da Dio e trasmesse dalla Chiesa, e non possono essere manomesse. Il Vaticano II, le ha o non le ha manomesse? E Amleto, di nuovo: “È questo il problema”.

Il capo dei Redentoristi tradizionali che hanno sede nelle isole Orcadi, a nord della Scozia, che ha appena indotto molti di loro a seguirlo nelle braccia della Roma conciliare, scrive estaticamente di come sia “dolce” “assaporare” ancora una volta “la pacifica e indiscussa comunione” con il Vicario di Cristo.

Buona fortuna, caro Padre, speriamo che scansi la lebbra! Ma alla fine, bisogna pur dare qualche consolazione al Cardinale Castrillón! Che confusione!

Kyrie eleison.

Ancora il bastone

Ancora il bastone posted in Commenti Eleison on Giugno 28, 2008

Ancora una volta abbondano le voci: prima della fine di giugno, in altre parole nel giro di pochi giorni, o la Fraternità San Pio X incomincerà a cedere alle richieste di Roma di conformarsi al Vaticano II e alla Nuova Messa, o Roma dichiarerà alla Chiesa e al mondo che la Fraternità ed i suoi seguaci sono in scisma formale e fuori dalla Chiesa.

Per quanto riguarda le voci che la Fraternità stia per intraprendere una qualche azione che potrebbe mettere in pericolo la difesa della Fede, penso che siano del tutto scontate. Il 5 maggio del 1988, in particolare, Mons. Lefebvre arrivò fin dove la Fede gli permetteva, ed anche un po’ più lontano, di venire a patti con le autorità della Chiesa, ma alla fine le condizioni poste lo convinsero che loro non potevano più essere attendibili per preservare la Tradizione immutabile della Chiesa, che è il motivo che lo spinse ad andare avanti con le consacrazioni episcopali di 20 anni fa.

Allo stesso modo, a partire dal Pellegrinaggio Giubilare della Fraternità a Roma, nel 2000, essa è giunta per quanto possibile fino a corrispondere ai gesti di buona volontà del cardinale Castrillon, e anche un po’ oltre, ma in otto anni non ha mai concesso al Cardinale quell’abbandono della posizione della Fraternità sulla Tradizione che lui chiedeva. Al contrario, l’ultima Lettera agli Amici e Benefattori del Superiore Generale della Fraternità ha ribadito con fermezza quella posizione, cosa da cui sicuramente derivano le voci sul Cardinale che avrebbe perso la pazienza dopo i suoi otto anni di carota, che avrebbe una volta di più trasformata in bastone.

I cattolici non dovrebbero in alcun modo spaventarsi per la minaccia di essere dichiarati formalmente, cioè propriamente e ufficialmente, in stato di scisma, o fuori dalla Chiesa. La normalità cattolica giudicherebbe come Nostro Signore ci dice di giudicare ( Gv. VII, 24): dalla realtà e non dalle apparenze. E la realtà è evidente: è il “Rinnovamento” conciliare, e non la Tradizione Cattolica, che ha rotto con la Chiesa cattolica.

Tuttavia, quando nei prossimi giorni la Fraternità non farà alcun gesto verso Roma che corrisponda alla proposta di Roma di dissolvere la resistenza della Tradizione Cattolica, io sono del tutto certo che Roma non andrà davvero avanti con qualche dichiarazione di scisma formale. Forse dopo otto, o 20, o 38 anni di resistenza della Fraternità essi stanno davvero perdendo la pazienza, ma tutte le esperienze passate non dicono loro che ogni volta che usano il bastone, quella resistenza si irrigidisce piuttosto che dissolversi?

E se essi andassero avanti con una tale dichiarazione, i cattolici dovrebbero rallegrarsi, perché dopo diversi anni di una certa ambiguità, ci sarebbe di nuovo una certa chiarezza! Venti anni fa, tutti i Superiori della Fraternità riuniti a Ecône gioirono della “scomunica” dei loro vescovi. Non accadrebbe la stessa cosa se questa volta Roma gettasse anche i sacerdoti e i laici nelle tenebre esteriori? Non che qualcuno di noi gioirebbe dell’auto-umiliazione di Roma . . .

Kyrie eleison.

Verità esclusiva

Verità esclusiva posted in Commenti Eleison on Giugno 21, 2008

In una conferenza pubblica che ho tenuto di recente (non in Germania), un liberale dall’aspetto e dall’età venerabili, dubitava che gli esseri umani siano davvero così preziosi. Io ho volutamente affilato la risposta: “Se si mettono su un piatto di una bilancia tutti i cavalli della terra, e sull’altro piatto un miserabile ma umano mendicante, quale piatto peserà di più? Invece di rispondere alla domanda, egli ha detto: “Questa è religione, non buon senso”. A quel punto mi sono un po’ arrabbiato . . .

Non era tanto il suo amore per i cavalli ad essere sconvolgente. Dopo tutto, il cavallo è un animale nobile e utile, e tutti i cavalli del mondo sono certamente un ottimo affare. Né era anche il suo disprezzo implicito della religione ad essere inquietante. Dopo tutto i miliardi di esseri umani oggi viventi non vedono alcun motivo per prendere sul serio quello che intendono come religione. Quello che era terribile era l’eresia delle eresie sottostante la sua risposta ippofiliaca, vale a dire il presupposto che una verità possa contraddirne un’altra.

Naturalmente il liberalismo è ormai comune come le margherite (o il tarassaco), così il buon uomo era probabilmente all’oscuro dell’oggettiva enormità di ciò che aveva detto. Ma quello che aveva chiaramente sottinteso è che ci sono una verità del senso comune e un’altra verità della religione. In altre parole, la verità non sarebbe una, né assolutamente esclusiva dell’errore, ma ci sarebbero verità diverse per persone diverse, in tempi diversi, soprattutto in domini diversi, ed esse possono nettamente contraddirsi l’un l’altra senza alcun problema. Così che ciò che è vero per il senso comune può essere falso per la religione, e viceversa.

Questa incredulità nell’unicità della verità, o nella sua raggiungibilità da parte degli esseri umani, è, se si tratta di una negazione cosciente, il crimine dei crimini, e la perdita delle perdite se si tratta dell’assimilazione inconscia del incredulità nella verità, così ampiamente condivisa oggi. Privare la mente del nutrimento di quella verità per cui è fatta, è un crimine infinitamente più grande di privare gli stomaci del cibo, così come la vita eterna è infinitamente più grande di questa piccola vita che viviamo sulla terra, 70 anni o giù di lì. Questo perché l’incredulità nella verità esclusiva, o nella sua possibilità, separa i pensieri dalla loro vera radice, riduce le menti in poltiglia e in definitiva sbriciola le indispensabili basi naturali di quella Fede soprannaturale senza la quale non possiamo salvare le nostre anime ( Eb. XI, 6).

Il venerabile amante dei cavalli venne dopo il dibattito per appianare le cose: “Ho solo voluto dire che la domanda posta in quella forma tagliente non è buon senso”, mi disse. C’è da temere che non avesse la minima idea di tutto ciò che ha perso.

Kyrie eleison.

Morale a posteriori

Morale a posteriori posted in Commenti Eleison on Giugno 14, 2008

In un recente volo transatlantico ho visto visualizzato sugli schermi televisivi della cabina principale dell’aeroplano, una cosa che non avevo mai visto: la visione in continua evoluzione della parte anteriore del velivolo, vista da una telecamera esterna montata sul retro, senza dubbio in cima alla coda. Interessante prospettiva . . .

Naturalmente la telecamera può sempre mostrare, solo nella stessa posizione, l’anteriore della fusoliera e l’attacco delle ali, non potrebbe mostrare i timoni di profondità che muovendosi sulle ali, spingono il mostruoso uccello in alto fino alla sua quota di crociera. Nondimeno, non appena la macchina si pone sulla sua rotta in mezzo alle nuvole, come appaiono sgraziati i suoi movimenti, se paragonati ad esempio a quelli di un gabbiano che si libra nel vento e scende in picchiata sulle onde con l’intero corpo che flette in ogni momento con una gran varietà di modi tutti istintivi!

Tuttavia, al tempo stesso non si può non ammirare l’enorme potenza dispiegata dal mostruoso uccello che spinge così tanto peso in alto tra le nuvole, contrastando la forza di gravità. Almeno per ora, solo il carburante ha un sufficiente rapporto peso-energia in grado di rendere possibile il volo. Ma gli aeroporti in continua espansione in tutto il mondo, veri palazzi di vetro, acciaio e cemento, dicono del numero sempre crescente di voli, e tale incremento può solo suggerire la limitata disponibilità di combustibile fossile che viene bruciato sempre più velocemente. “Oggi c’è, domani è finito”, e questi palazzi, non sono condannati?

In questi ultimi strambi 150 anni, il modo di vita industriale, dove col welfare un accattone di oggi può vivere comodamente come un re di ieri, si è reso sempre più dipendente dal petrolio e si è diffuso in tutto il mondo. L’india e la Cina rappresentano due gigantesche popolazioni che oggi reclamano la loro parte in questo “progresso”. Ma tutto ha il suo prezzo, anche il “progresso”.

Più il petrolio aiuta il benessere materiale, evitando a molti la necessità dello sforzo fisico, più il logorio si trasferisce dai muscoli ai nervi, e quindi tende a svanire quel senso della realtà che comportava la disciplina di lavorare col sudore della fronte per procurarsi il cibo, il riscaldamento e l’abbigliamento. Più logorio, meno disciplina, più irrealtà – il disastro può piombarci addosso molto prima che il petrolio finisca.

Kyrie eleison.