Commenti Eleison

Ritirare i ponti! – III

Ritirare i ponti! – III on Maggio 16, 2020

Gli ultimi due numeri di questi “Commenti”, rispettivamente 668 e 669 del 2 e 9 maggio, hanno cercato di difendere l’apparente durezza del consiglio di addio di Mons. Lefebvre che egli rivolse nel 1990 ai sacerdoti della Fraternità da lui fondata, quando disse loro che non avrebbero dovuto avere più nulla a che fare con gli ufficiali conciliari della Chiesa a Roma. Il n° 668 ha sottolineato la gravità del soggettivismo denunciato da Monsignore come fondamento di tutti i principali documenti del Concilio. Il n° 669 ha riconosciuto che ai più alti funzionari della vera Chiesa di Nostro Signore sono dovuti il rispetto e la carità, ma ha ripetuto ancora una volta che il loro soggettivismo è così grave per la Fede della Chiesa che i dovuti rispetto e carità devono essere misurati dalla Fede e non viceversa.

Tuttavia, l’”apparente durezza” può richiedere ulteriore difesa, e quei “Commenti” qualche spiegazione.

Per prima cosa, un breve ricordo della storia della Fraternità negli anni cruciali tra il 1988 e il 2012. Nel 1988 Monsignore, al termine di una lunga ed eccezionale carriera al servizio della Chiesa, rese apparentemente un grave disservizio alla stessa Chiesa: consacrando quattro vescovi contro l’espressa volontà di Papa Giovanni Paolo II e per difendere la Fede e la Chiesa dalle devastazioni della nuova religione conciliare promossa dal Papa stesso in tutto il mondo. Naturalmente il Papa non comprese la sua azione, e si comportò come uno di quei maiali contro cui ci ha messo in guardia Nostro Signore, dicendoci di non gettare perle ai porci perché non le calpestino e poi ci si rivoltino contro. Infatti fino al 2000 Giovanni Paolo II calpestò la Tradizione della Chiesa difesa da Monsignore e fece del suo meglio per “rivoltirsi contro” la Fraternità.

Tuttavia, in tutto il mondo c’erano cattolici seri e credenti che comprendevano e sostenevano pienamente Monsignore, i quali si sono raccolti in tal manera a suo sostegno, che la Fraternità ha probabilmente goduto nei suoi anni d’oro in difesa della Fede, tra il 1988 e il 2000. Di conseguenza, non solo il calpestio attuato da Roma e dal Papa nei confronti della Fraternità non ebbe successo, ma fu addirittura controproducente, attirando sempre più seguaci che volevano acquisire le vere perle della Tradizione della Chiesa, grazie a Monsignore e alla sua Fraternità. L’incapacità degli ufficiali della Chiesa di calpestare quelle perle nel fango divenne assolutamente evidente con il successo del pellegrinaggio dell’anno giubilare compiuto dalla Fraternità a Roma nella primavera del 2000. Fu allora che i “maiali” di Roma cambiarono la loro strategia dal bastone alla carota, e cominciarono a tubare come colombe per invogliare la Fraternità a scendere dalla sua inespugnabile fortezza della dottrina, alle sabbie mobili della diplomazia. Ma nel 1991 Monsignore morì, il suo carisma e la sua saggezza non erano più presenti per evitare che i suoi relativamente giovani successori fossero sedotti dal tubare delle apparenti colombe.

Così, le linee di battaglia nella lotta per la Fede sembrarono essere state rintracciate, con la Fraternità ufficiale passata al nemico, tale che oggi essa è più arrabbiata con la debole “Resistenza” che con la possente Roma conciliare. In tutta onestà, però, gli attuali capi della Fraternità non hanno ancora firmato un accordo, e un buon numero di sacerdoti della Fraternità è veramente contrario alla firma di tale accordo. Ma ogni cattolico deve desiderare che la Fraternità non cessi mai di sostenere ciò per cui si è battuto Monsignore.

E la di lui “durezza”? Pachamama è solo un esempio molto chiaro di come egli abbia fatto bene a dare l’allarme e ad agire contro il Vaticano II. Gli stessi “maiali” che più tardi, avevano tubato come colombe anche al Concilio (1962–1965) per ingannare un gran numero di pecore e pastori cattolici dell’epoca, incanto da cui non tutti si svegliarono più tardi o nei 55 anni successivi. Ma Monsignore aveva imparato a valorizzare la buona filosofia che aveva appresa in seminario per rafforzare il suo buon senso, e così giudicava tutto alla luce dei veri principi e della Fede. In quella luce il mondo moderno e il suo miserabile Concilio erano e sono una triste storia, col suo lasciare solo un’apparenza di Cristianità mentre la sostanza e diventata qualcosa di completamente diverso. Dire, vai per le colline e non guardare indietro, non è altro che quello che Dio stesso disse a Lot. E’ un buon consiglio, per quanto oggi sia difficile da applicare, in un mondo confinato nella follia.

Kyrie eleison.

Ritirare i ponti! – II

Ritirare i ponti! – II on Maggio 9, 2020

La settimana scorsa questi “Commenti” sono partiti dalle parole di Monsignor Lefebvre nel 1990 sulla mentalità dei funzionari ai vertici della Chiesa Conciliare a Roma, e hanno chiuso con la sua tranciante conclusione:—

Non resta che ritirare i ponti! (cioè rompere ogni contatto) Noi non abbiamo alcunché a che fare con questa gente, poiché non abbiamo alcunché in comune con loro.

Queste parole possono sembrare prive di carità, o almeno del rispetto dovuto ai principi della Chiesa di Nostro Signore, ma in realtà non sono né prive di carità né irrispettose, perché lo scopo stesso della Chiesa di Nostro Signore è 1/ la Fede su cui 2/ deve basarsi la carità e 3/ il rispetto per i funzionari che devono prendersi cura di questa Chiesa.

1/ “Senza la fede è impossibile compiacere Dio. Chi infatti si accosta a Dio deve credere che Egli esiste e che ricompensa coloro che Lo cercano”. (Ebrei XI, 6). (Atei, se volete credere in Dio, notate subito che “Egli ricompensa coloro che Lo cercano”, e se perseverate nel cercarLo, la vostra ricompensa sarà molto probabilmente quella di trovarLo, come attestano molte citazioni della Scrittura, ma questa è una storia per un altro tempo). Tutte le anime spirituali, per mezzo solo delle quali gli esseri umani vivono, vengono da Dio secondo il Suo desiderio che usino la loro breve vita per scegliere di tornare a Lui per la beatitudine eterna nel Suo cielo. Tuttavia, mentre questa scelta è incoraggiata da tutta la bontà della creazione, essa è scoraggiata dai tre grandi nemici dell’anima, il mondo, la carne e il diavolo, e da tutto il male che Dio sceglie di permettere nella Sua creazione, in modo che ci sia una scelta genuina da fare, che richiede virtù, altrimenti ci si allontana da Dio verso il male.

Ora tale è la manifestazione della bontà nella creazione di Dio che coloro che la vedono e ancora non credono in Dio sono chiamati da San Paolo “inescusabili” (Romani, I, 20). Tuttavia Dio stesso rimane normalmente invisibile (per esempio Col. I, 15), così che la prima virtù necessaria per cominciare a farsi strada verso di Lui è la virtù della fede, con la quale scelgo di fare il salto, da ciò che vedo con i miei occhi a ciò o Chi devo conoscere con la mia mente, e che è dietro a ciò che vedo con i miei occhi. Per questo il Concilio di Trento (VI, 6) chiama la fede “il fondamento della salvezza”, e la Chiesa cattolica con i suoi Credo indica semplicemente ciò che devo credere per avere fede nella verità, e non nelle falsità, su Dio.

2/ Ora non può esserci desiderio nella volontà umana che non sia preceduto da qualche pensiero nella mente della stessa persona. Un desiderio senza oggetto è un non-desiderio. Quest’oggetto è presentato alla volontà umana dalla mente. Ora la carità è una sorta di desiderio collocato nella volontà, quindi presuppone un pensiero nella mente. E se la carità deve essere veramente soprannaturale e non solo umanistica o sentimentale, presuppone un oggetto soprannaturale nella mente, che è l’oggetto soprannaturale in cui si crede per fede. Quindi la vera carità presuppone la vera fede, e senza la vera fede soprannaturale non può esserci vera carità. Ne consegue che se gli odierni funzionari romani hanno una fede almeno seriamente contaminata dal Vaticano II, come è certamente il caso, allora le persone che desiderano mantenere la vera Fede devono essere seriamente avvertite di stare lontane da tali funzionari per non contaminare anche la loro stessa fede. In altre parole, si deve dire loro di “ritirare i ponti”.

3/ E se a quelli “seduti sulla cattedra di Mosè” (Mt. XXIII, 2) è dovuto tutto il rispetto dovuto alla cattedra di Mosè, tanto più alla Sede di Roma, e mentre agli alti funzionari della Chiesa è dovuta tutta la carità verso le anime che hanno una tremenda responsabilità per il loro Giudizio Particolare, tuttavia la fede cattolica viene prima, così che né il rispetto né la carità possono implicare l’esporre la mia anima o quella di chiunque altro alla contaminazione della nostra fede tramite dei contatti imprudenti che rischiano proprio tale contaminazione. I conciliaristi del 2020 sono ancora crociati per l’idolatria dell’uomo propugnata dal loro miserabile Concilio. Monsignor Lefebvre aveva ragione: ritirare i ponti. Cattolici e conciliaristi sono in una guerra di religioni, una guerra fino alla morte.

Kyrie eleison.

Ritirare I ponti! – I

Ritirare I ponti! – I on Maggio 2, 2020

Molte persone che dovrebbero ascoltare Monsignor Lefebvre non lo fanno più, come se lo conoscessero al meglio, o come se ultimata la sua vita, dopo aver lasciato in eredità quattro vescovi alla Fraternità San Pio X per assicurarne la sopravvivenza, non avesse più nulla di importante da dire o da fare. Ma nel settembre del 1990 la Provvidenza gli concesse di predicare a Écône prima di morire un ritiro ai suoi sacerdoti, in cui poté consegnare loro – o almeno a quelli che avevano orecchie per ascoltare – le sue linee guida per il loro futuro. Riprendiamo uno dei passaggi più importanti, e sospiriamo con dolore perché non è stato ascoltato, o non è stato capito –

Questa battaglia fra la Chiesa e i liberali modernisti è quella del concilio Vaticano II.Non bisogna cercare mezzogiorno alle due. E questo va ben oltre. Più si analizzano i documenti del Vaticano II e l’interpretazione che ne danno le autorità della Chiesa [dopo il Concilio], più ci si accorge che non si tratta solo di alcuni errori, l’ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità, un certo liberalismo, ma di una totale perversione dello spirito. Vi è tutta una nuova filosofia basata sulla filosofia moderna del soggettivismo. Da questo punto di vista è molto istruttivo il libro appena pubblicato da un teologo tedesco [Johannes Dörmann], che io spero venga tradotto in francese perché possiate leggerlo. Egli commenta il pensiero del Papa [Giovanni Paolo II], specialmente in un ritiro che da semplice vescovo predicò in Vaticano. Egli mostra che nel Papa tutto è soggettivo. Quando si rileggono i suoi discorsi, ci si accorge che è quello il suo pensiero. Malgrado le apparenze, questo non è cattolico.

Il pensiero che il Papa ha di Dio, di Nostro Signore, viene dal profondo della sua coscienza e non dalla Rivelazione oggettiva a cui aderire con la sua intelligenza. Il Papa costruisce la sua idea di Dio. Ultimamente, in un documento incredibile, ha detto che l’idea della Trinità è potuta sopraggiungere molto tardi, perché bisognava che la psicologia intima dell’uomo fosse capace di cogliere la Santa Trinità. Così, quindi, l’idea della Trinità non sarebbe venuta dalla Rivelazione, ma dal profondo della coscienza umana. E’ tutta un’altra concezione della Rivelazione, della fede e della filosofia, è una perversione totale. Come venirne fuori? Io non lo so. Ma in ogni caso è questa la realtà. Qui non si tratta di piccoli errori. Ci si trova al cospetto di tutta una filosofia che risale a Cartesio, a Kant, a tutta la linea dei filosofi moderni che hanno preparato la Rivoluzione. ( . . . )

Poi Monsignore cita lo stesso Papa Giovanni Paolo II, che ha detto di aver fatto dell’ecumenismo “la priorità della mia sollecitudine pastorale”, cosa che abbiamo visto messa in pratica col suo continuo ricevere delegazioni di ogni tipo di sette e religioni; e ciò nonostante – dice Monsignore – tutto questo ecumenismo non ha fatto fare il minimo progresso alla Chiesa, esso ha portato a niente, se non a confortare gli altri nei loro errori, senza cercare di convertirli. Infine, Monsignore cita il Segretario di Stato del Papa, Cardinale Casaroli, che in un discorso alla Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti dell’Uomo ha riferito le parole del Papa riguardo alla libertà religiosa, da lui definita come una pietra angolare nell’edificio dei Dritti dell’Uomo. «Ogni uomo, tutto l’uomo, ecco la preoccupazione della Santa Sede, esattamente com’è indubbiamente la vostra» ha concluso il Cardinale.

E rivolto ai sacerdoti della Fraternità lì presenti per il ritiro, Monsignore ha concluso:—

Non resta che ritirare i ponti! (cioè rompere ogni contatto) Noi non abbiamo alcunché a che fare con questa gente, poiché non abbiamo alcunché in comune con loro.

Questa è la corretta conclusione ogni volta che ci si trova di fronte a persone che partono da una negazione della realtà che sta al di fuori della loro mente, o della capacità della mente di conoscere questa oggettiva realtà extra-mentale. Costoro sono malati di mente, e vanno trattati come i maiali davanti ai quali non si devono gettare le perle, dice Nostro Signore, “perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi ” (Mt VII, 6). Forse che negli ultimi 20 anni, la Roma Conciliare ha fatto qualcosa di diverso dal voltarsi ad attaccare – cercare di sedurre – la Fraternità nel suo tentativo di ottenere un riconoscimento ufficiale?

Kyrie eleison.

Sepoltura della Chiesa – II

Sepoltura della Chiesa – II on Aprile 25, 2020

Due settimane fa questi “Commenti” hanno sollevato un doppio interrogativo su come la Chiesa cattolica, nella sua attuale angoscia, paragonabile al tempo trascorso da Nostro Signore tra la Sua crocifissione e la Sua risurrezione, possa prima di tutto sopravvivere nella sua “tomba” e poi risorgere da essa. Una prima parte della risposta è stata, in generale, che in ciò che Dio Onnipotente può o vuole fare non si limita a quello che gli esseri umani possono pensare, anzi ci si può aspettare che Egli faccia l’inaspettato. Nel quinto Mistero gaudioso del Santo Rosario, Sua Madre stessa era perplessa per l’apparente indifferenza per la sua felicità di suo Figlio, altrimenti totalmente obbediente.

Poi, in particolare, questi “Commenti” hanno suggerito che mentre è assolutamente anomalo per la Chiesa sopravvivere come in una tomba, praticamente senza l’aiuto dall’alto di un Papa o di vescovi ortodossi, senza la struttura di una diocesi o parrocchia o congregazione ufficiale, tuttavia dove c’è la vera Fede e un minimo di buon senso e di carità, la Chiesa può sopravvivere anche in piccoli gruppi disarticolati, almeno per un po’, finché la Provvidenza non ripristini una normale gerarchia che ponga fine al disordine. Per esempio, possiamo guardare il disordine che ci circonda oggi e possiamo dire che è la fine della Chiesa, ma se Dio l’ha permesso, è certo che non è la fine della Chiesa, che Egli non potrebbe mai permettere (Mt. XXVIII, 20).

Adesso rimane la seconda metà dell’interrogativo sollevato due settimane fa, cioè come la Chiesa potrà uscire dalla sua tomba attuale, o risorgere da essa. La domanda ha un’importanza particolare, perché la tentazione è quella di vedere il problema in modo troppo umano e di cercare una risposta troppo umana. Così, mentre Monsignor Lefebvre diceva che la soluzione è nelle mani di Dio – e questa è la verità, non è solo una facile via d’uscita – i suoi successori alla guida della Fraternità San Pio X hanno preso la posizione che non si può aspettare all’infinito per risolvere l’insoddisfacente status della Fraternità nell’interno della Chiesa ufficiale. Si deve invece cercare di ottenere al più presto il riconoscimento ufficiale che è dovuto alla fedeltà della Fraternità, e che sarà di immenso beneficio per tutta la Chiesa. E su questa base i successori di Monsignore, in diversi momenti dal 2012, si sono rallegrati di essere arrivati in procinto, hanno detto, di suggellare un accordo con Roma che avrebbe finalmente concesso alla Fraternità il riconoscimento ufficiale che merita.

Ma questi successori avevano scambiato il legno con l’albero. Chi è la Roma di oggi se non quella sposata e dedicata alla nuova religione di Pachamama e del Vaticano II? E che cos’era la Fraternità di Monsignore se non il baluardo della vera Fede da difendere con la formazione di veri sacerdoti per continuare la vera religione cattolica come prima del Vaticano II? Il confronto è stato diretto, perché il cambiamento di religione è stato radicale. Quindi se la Roma di oggi ha concesso – o concede – qualcosa alla Fraternità, questo può avvenire solo se la Fraternità abbassa la guardia. Così l’ufficializzazione dei matrimoni e delle confessioni della Fraternità ha fatto molto per disarmare la resistenza della Fraternità alla Roma ufficiale, e tramite essa alla sua religione conciliare e all’apostasia mondiale.

Ciò che i successori di Monsignore non hanno colto, come ha fatto Monsignore, è la soprannaturale ampiezza e profondità di questa apostasia. Essi sono troppo vicini ad essa. Sono troppo vicini al mondo moderno da cui essa scaturisce. Per questo cercano risposte umane a un problema che può avere solo una soluzione divina. Il problema va ben oltre il calcolo, le manovre o la politica degli uomini, anche degli uomini di Chiesa.

Come dice Daniele, gli uomini devono rivolgersi a Dio, e per rivolgersi a Dio noi dobbiamo passare attraverso Sua Madre, come Dio ha chiarito a Fatima nel 1917, proprio quando il problema moderno stava sorgendo in tutta la sua forza, con la rivoluzione comunista in Russia. Infatti Dio ci ha dato la soluzione soprannaturale proprio quando il Diavolo deve aver pensato di essere sul punto di vincere davvero, e questa soluzione è la Consacrazione (non la secolarizzazione), della Russia (non di tutto il mondo), al Cuore Immacolato di Maria (e nemmeno al Sacro Cuore), da parte del Papa (non da parte di autorità di qualsivoglia religione che non sia quella cattolica), in unione con tutti i vescovi cattolici del mondo (non da parte del solo Papa). Ed ecco come la Chiesa uscirà dalla sua tomba. E solo qui è il come, perché lo ha detto Sua Madre. Che la Fraternità esorti tutti i suoi sacerdoti e i suoi fedeli a praticare intensamente i Primi Sabati, per contribuire all’ottenimento di questa Consacrazione.

Kyrie eleison.

Preghiera di Daniele

Preghiera di Daniele on Aprile 18, 2020

In questi giorni, Internet è pieno di commenti e analisi, ognuna più interessante dell’altra, sul coronavirus e sul turbolento stato della finanza in tutto il mondo, ma pochi di questi commenti toccano ciò che è più importante di tutti in questo doppio – o singolo – sconvolgimento, e che è ciò che mostra i rapporti tra tutti gli uomini e il loro Dio: l’apostasia mondiale. Si tratta di un crimine enorme, per il quale il collasso-corona è una punizione non lontanamente pesante come gli flagelli che seguiranno se gli uomini non torneranno a Dio. Ma allo stato attuale delle cose, la massa del Suo Popolo eletto per Fede, i cattolici, seguono volentieri il Vaticano II, perché esso ha allentato la vecchia disciplina e ha permesso loro di adorare se stessi al posto di Dio. Dovremmo tutti essere in ginocchio, implorando Dio di perdonarci, come fece Daniele nell’Antico Testamento. Ecco la sua possente preghiera che troviamo nel cap. IX, 3–19, che oggi non ha bisogno di un grande adattamento al Nuovo Testamento:—

3 Mi rivolsi al Signore Dio per pregarLo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere. 4 E feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore, mio Dio: “Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l’alleanza e la benevolenza verso coloro che Ti amano e osservano i Tuoi comandamenti, 5 abbiamo peccato e operato da malvagi e da empii, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai Tuoi comandamenti e dalle Tue leggi; 6 non abbiamo ascoltato i tuoi fedeli Papi di prima del Vaticano II, che hanno parlato in Tuo nome ai nostri re, ai nostri presidenti e ai nostri padri, e a tutti i popoli del mondo. 7 A te, o Signore, conviene la giustizia, ma a noi la vergogna sul volto, come oggi, agli uomini di Chiesa, agli abitanti di Roma, e a tutti i cattolici, a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani, in tutte le terre dove Tu li hai fatti nascere, a causa dell’apostasia mascherata che essi hanno commesso contro di Te. 8 O Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri presidenti e ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di Te. 9 Al Signore nostro Dio appartengono la misericordia e il perdono; perché ci siamo ribellati contro di Lui, 10 e non abbiamo obbedito alla voce del SIGNORE nostro Dio seguendo le Sue leggi, che Egli ci ha posto davanti per mezzo dei suoi servitori fedeli. 11 Tutta la Chiesa ha trasgredito la Tua legge e si è allontanata da Te, rifiutando di obbedire alla Tua voce. Così si è riversata su di noi l’esecrazione scritta nella legge di Mosè, il servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di Te. 12 Egli ha messo in atto le Sue parole, che ha pronunciato contro di noi e contro i nostri governanti che ci governavano, facendo scendere su di noi una grande calamità; poiché sotto l’intero cielo mai è stato fatto ciò che in questi anni è stato fatto contro la vera Roma. 13 Tutto questo male è venuto su di noi come sta scritto nella legge di Mosè, tuttavia noi non abbiamo supplicato il SIGNORE Dio nostro, convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la Sua verità. 14 Perciò il SIGNORE ha tenuto pronta la calamità e l’ha mandata su di noi; poiché il SIGNORE Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la Sua voce. 15 Ed ora, o SIGNORE Dio nostro, che hai mantenuto la Tua Chiesa per duemila anni con mano potente, e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo commesso malvagità. 16 O Signore, secondo la Tua misericordia, si plachi la Tua ira e si allontani il Tuo sdegno dalla città di Roma, dal Tuo santo colle; perché per i nostri peccati e per le iniquità dei nostri padri, Roma e il Tuo popolo sono diventati oggetto di vituperio per tutti quelli che ci circondano. 17 Ora dunque, o Dio nostro, ascolta le preghiere dei Tuoi servi e le loro suppliche, e per il Tuo amore, o Signore, fai risplendere il Tuo volto sul Tuo santuario, che è desolato. 18 Porgi l’orecchio, o Dio mio, e ascolta; apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, e la Chiesa sulla quale è stato invocato il Tuo nome; poiché noi non Ti presentiamo le nostre suppliche in base alla nostra giustizia, ma in base alla Tua grande misericordia. 19 O SIGNORE, ascolta, perdona, o SIGNORE; guarda e agisci senza indugio, per amore di Te stesso, o mio Dio, perché il Tuo nome è stato invocato sulla Tua città e sul Tuo popolo

Kyrie eleison.

Sepoltura della Chiesa – I

Sepoltura della Chiesa – I on Aprile 11, 2020

Se la Madonna de La Salette e il Venerabile Bartolomeo Holzhauser sono da credere, allora ciò che stiamo vivendo oggi è solo la fine della Quinta Età del mondo, non è ancora la fine della Settima e ultima Età del mondo. La Quinta Età è destinata a concludersi con un grande Castigo, preludio alla breve Sesta Età che sarà il più grande e glorioso trionfo della Chiesa in tutta la sua storia, preludio a sua volta alla Settima Età che vedrà l’ascesa dell’Anticristo, la più grande persecuzione di tutta la storia della Chiesa e la conclusione del mondo come lo conosciamo, per essere misteriosamente sostituito da “nuovi cieli e nuova terra” (II Pt. III, 13). Se questo è ciò che intendevano San Pietro, il Ven. Holzhauser e la Madonna de La Salette, allora certamente la Chiesa risorgerà dalla sua tomba attuale ben prima di decollare alla fine del mondo per il Cielo. La domanda è: come sopravviverà nella sua tomba attuale e come uscirà da essa?

Il punto essenziale da cogliere è che la Chiesa appartiene a Dio, che la Chiesa è diretta dallo Spirito di Dio, e che l’azione di questo Spirito Santo è paragonabile a quella del vento che soffia dove vuole, sappiamo che è lì perché possiamo sentirlo, ma non sappiamo da dove viene né dove va (Gv III, 8). Perciò i pensieri di Dio saranno molto al di sopra dei nostri pensieri come uomini, e dobbiamo abituarci, per esempio, al fatto che il primo può farsi l’ultimo e l’ultimo il primo (Mt. XX, 16). Così, dal 1970, quando fu fondata la Fraternità San Pio X, fino al 2012, quando i suoi capi stabilirono le condizioni perché la Fraternità tornasse sotto i Romani conciliari, la Fraternità era in prima linea nella difesa della Fede, ma dal 2012 è ufficialmente come un cagnolino dei Romani. Il Sistema aveva inghiottito la Fraternità, e da una dei primi, ha iniziato a trasformarsi in una degli ultimi, perché il Diavolo non lascerà che si fermi a metà strada.

A questo punto molti cattolici della Tradizione hanno desiderato con tutto il cuore che sorgesse una post-Fraternità che prendesse il posto della Fraternità. Ma una post-Fraternità potrebbe non corrispondere alla volontà di Dio. Gli anni 2010 non sono più gli anni ‘70 o ‘80, quando Monsignor Lefebvre ha potuto costruire la Fraternità in tutto il mondo. La disintegrazione dei cuori e delle menti è molto più avanzata che negli anni Settanta, e dal 2012 semmai sta accelerando. Si veda quanto poco buon senso hanno oggi gli uomini, sempre meno. Naturalmente la grazia di Dio può rendere cattolici integrali gli esseri umani disintegrati, ma Dio raramente costringerà il libero arbitrio degli uomini, e così se gli uomini insistono a trasformare il loro animo in una palude fangosa, l’elicottero della grazia soprannaturale di Dio può anche non tentare di atterrare, per timore di affondare nel fango.

Certamente Dio manterrà la Chiesa per il 2020. Anche per mezzo di un movimento di “Resistenza” senza struttura né organizzazione, e con lotte endemiche tra i membri che si oppongono l’uno all’altro? Se tutti i resistenti condividono almeno la stessa vera Fede, il loro movimento può essere ancora in prima linea nella difesa della Fede, e la loro mancanza di struttura può anche essere un vantaggio, se essa significa che non c’è un solo capo la cui cattura rischierebbe di equivalere alla caduta della struttura stessa, perché l’uomo moderno non sa obbedire o disobbedire. E se chi resiste ha in più un minimo di buon senso e di carità, allora tutti possono anche andare avanti insieme senza doversi divorare l’un l’altro. E se la “Resistenza” non è un’etichetta di cui andare fieri, anche questo non è un male, perché la situazione finora è andata ben oltre le mere etichette.

In ogni caso ciò che è di vitale importanza per i cattolici che desiderano salvare le loro anime mantenendo la Fede è vedere come e perché il mondo intorno a noi mina e corrompe la loro Fede cattolica. Non è necessariamente per mancanza di buona volontà o di buone intenzioni, al contrario. Mentre i protestanti originari erano aperti e acerrimi nemici della Fede, i loro successori, i liberali di tutto il mondo, possono essere sinceramente amichevoli con i cattolici, purché i cattolici condividano il loro radicato principio che la verità può essere solo soggettiva; che c’è un solo Dogma, secondo il quale tutti gli altri dogmi sono facoltativi; che le idee non contano; che “Tutto quello di cui si ha bisogno è l’amore”; che tutte le religioni hanno lo stesso unico Dio, e così via. Questo Dogma è diventato così istintivo che non lo si discute più, per questo è così pericoloso. La verità è esclusa dal tribunale prima ancora che possa mettere piede in aula. Ma se non c’è verità, come può esserci un vero Dio?

Kyrie eleison.