Commenti Eleison

Mozart contestato

Mozart contestato on Giugno 2, 2018

Dopo la pubblicazione del numero 550 di questi “Commenti”, in cui si è altamente lodato Mozart (27 gennaio 2018), un lettore ha scritto in privato per esprimere le sue riserve sul famoso compositore: Mozart era un massone entusiasta, nella seconda parte della sua vita non ha scritto alcun lavoro importante per la Chiesa cattolica, e le sue opere trattano delle relazioni uomo-donna e della moralità in modo molto generico. Ora la musica è così importante per le anime che le obiezioni di questo lettore meritano di essere affrontate pubblicamente, in modo che le persone che non conoscono ancora Mozart possano essere incoraggiate – ovviamente non forzate – a usare la sua musica nei loro momenti di svago. Quindi mettiamo in evidenza alcuni principi per ciascuna di queste tre obiezioni del lettore.

Che Mozart fosse un massone solleva un principio molto importante: l’artista e la sua arte non sono separati, ma sono distinti. Ciò che rende la bontà morale dell’artista come persona non è lo stesso che rende la bontà artistica dei lavori che egli produce (Summa Theologiae, 1a 2ae, Q57, Art. 3). Così, Picasso era personalmente un mascalzone, ma la sua arte, puramente come arte, è brillante, mentre innumerevoli pittori vittoriani possono essere stati personalmente molto morali, ma i loro dipinti sono noiosi come l’acqua stagnante. Del pari, la Massoneria entrò certamente in alcune delle musiche tardive di Mozart, in particolare nel “Flauto Magico”, ma la sua musica si regge da sé, e certamente deve la sua bellezza non alla guerra della Massoneria contro Dio, ma ai genitori cattolici di Mozart e alla sua precoce educazione nella cattolicissima Austria dell’Imperatrice Maria Teresa.

In secondo luogo, che il maturo Mozart non abbia mai completato una grande opera per la Chiesa è vero nella misura in cui la Messa C minore e il Requiem sono incompiuti, ma quante volte si suonano queste due opere, e con quale effetto religioso! Inoltre, c’è forse qualche pezzo di musica, così spesso suonato o cantato nelle chiese cattoliche e nelle cappelle come l’”Ave Verum Corpus” di Mozart? E se distinguiamo la musica implicitamente cattolica da quella esplicitamente cattolica, qualcuno può negare che Mozart, come Shakespeare, sia un formidabile portatore di valori cattolici, e nel caso di Mozart dei valori di armonia, ordine, bellezza e gioia per innumerevoli ascoltatori? E questi grandi artisti, implicitamente e per tradizione cattolici, non sono forse una misericordia di Dio per consentire ai post-cattolici di godere dei valori cattolici senza rendersene conto? Se i post-cattolici se ne rendessero conto, non ripudierebbero quei valori come fanno gli arroganti liberali che “destrutturano” Shakespeare nelle cosiddette “università” e lo stesso Mozart nei “conservatori di musica”. In effetti, gli attori e i musicisti liberali di oggi possono mai avvicinarsi al cuore di Shakespeare o di Mozart? Non lo possono! E perché? Perché quei cuori sono essenzialmente non liberali!

E in terzo luogo, alcune delle opere di Mozart sono in parte così spensierate da aver suscitato il disprezzo di Beethoven – “Non potrei mai scrivere opere così frivole”, diceva questi. Però così si dimentica quello che è serio nelle stesse opere: accanto del flirt di Zerlina ci sono le fiamme della dannazione di Don Giovanni; a fianco del disorientamento del conte vi è la sua sincera scusa per la sua sofferente contessa; a fianco del Serraglio c’è la valorizzazione del perdono. La vita reale in un mondo decaduto è insieme comica e seria. Si veda come all’inizio del “Don Giovanni”, Mozart combini musicalmente il duello e la morte di un duellante con il borbottante panico del servo-coniglio di Don Giovanni, Leporello. Sicuramente Mozart, come Shakespeare, “ha visto la vita fermamente e l’ha vista interamente”, come diceva Matthew Arnold di Sofocle.

Tuttavia, un lato di Mozart rimane quello di un ragazzaccio (cfr. il film “Amadeus”), ed egli fa parte integrante di una cristianità già decadente alla fine del XVIII secolo. Ma se paragonata alla caduta subita da allora dalla musica, non si può dire che la sua musica è quasi angelica, senza essere così lontana dai nostri tempi da sembrare inaccessibile? Ogni uomo nuoce alla sua anima abituandosi ad ascoltare musica che è spazzatura, con un poco o nessun valore intrinseco di melodia, armonia o ritmo. Egli invece solitamente non danneggia la sua anima abituandosi alla musica di Mozart, al contrario.

Kyrie eleison.

Aborto totalitario

Aborto totalitario on Maggio 26, 2018

È possibile che si dia troppa importanza alla lotta contro l’aborto, in quanto è solo la vita naturale che verrebbe difesa e non la vita soprannaturale. A parità di condizioni, lo stesso tempo e gli stessi sforzi sarebbero spesi meglio a difendere con qualsiasi mezzo la vita di grazia piuttosto che la vita non nata della natura, ma nella società di oggi non ci sono pari condizioni. Soprattutto, c’è così poca fede nel nostro mondo senza Dio, che parlare oggi del soprannaturale con la maggior parte delle persone è come parlare loro in greco – “Dio, Paradiso, Inferno, eternità – di che diavolo stai parlando?” Ma se oggi alle persone è rimasto un briciolo di decenza, possono ancora concepire quale crimine sia trasformare il santuario della vita, il ventre di una madre, in una prigione di morte. Perciò Dio benedica i cattolici che fanno il possibile per ostacolare l’aborto.

Ma essi sono contro lo Stato totalitario dell’Inghilterra di oggi. Un attivista anti-aborto di lunga data scrive che una nuova tecnica di “consulenza da marciapiede”, che si impegna più direttamente con le donne che vorrebbero abortire, ha provocato una reazione draconiana da parte del sistema in atto, senza dubbio perché è stata efficace, almeno a breve termine. Nel PSPO (Public Space Protection Order – Ordine di Protezione del Spazio Pubblico), primo del suo genere nel paese, il Consiglio locale ha votato per confinare gli anti-abortisti in un’area erbosa a 100 metri da dove si pratica l’aborto, e qui non devono essere più di quattro, e non è permesso loro di esporre dei poster di dimensioni maggiori al formato A3, essi non devono parlare di aborto, bambino, mamma, feto, anima, uccisione, inferno o omicidio, non devono mostrare alcuna immagine, riprodurre musica o voci amplificate, diffondere messaggi relativi all’aborto o pregare ad alta voce. Queste restrizioni sono entrate in vigore il 23 aprile e potrebbero essere applicate più ampiamente sia da questo Consiglio locale, sia da altri. In caso di trasgressione, le multe potrebbero arrivare fino a 1.000 Sterline.

Che dire? L’Inghilterra si sta suicidando. Forse il Consiglio locale ha scelto di applicare le restrizioni il 23 aprile perché questo è il giorno di San Giorgio, quando l’Inghilterra celebra il suo Santo Patrono, come se proteggere l’aborto fosse un atto di patriottismo, di amore per il paese! Ma cosa è più anti-naturale per una donna del distruggere il frutto del proprio seno? Più anti-sociale per un uomo dell’incoraggiarla a farlo? Fino a che punto una donna deve avere percorso la strada dell’autodistruzione per acconsentire all’uccisione letterale della sua maternità: scopo principale della sua esistenza dopo la salvezza della propria anima. Eppure la donna “potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia”, dice la Scrittura (I Tim. II, 15), che non è la Parola di un supposto misogino, ma di Dio.

Fedele alla norma, Shakespeare ha colto l’essenza dell’autodistruzione della donna in poche righe, che mette in bocca a Lady Macbeth (Atto 1, Scena 5) che spinge il marito ad uccidere Duncan, il suo re, cugino e amico, mentre Duncan sarà ospite sotto il tetto di Macbeth. Con parole terrificanti, ella chiede ai diavoli di strappare tutta la sua femminile tenerezza e compassione:

“. . . . Venite, spiriti

Addetti ai pensieri di morte!

Strappatemi questo mio sesso,

Riempitemi, dal cranio ai piedi,

Della ferocia più cruda. Fatelo denso il mio sangue,

Sbarrate la porta e il passo al rimorso,

Che nessuna compunta visita della natura

Faccia tremare il mio impegno feroce,

O si metta tra di esso e la sua attuazione.

Venite ai miei seni di donna,

E mutate il latte in fiele, agenti di morte . . .”

Lei provvede a sopraffare gli scrupoli di Macbeth e lui uccide Duncan, la prima di molte altre vittime.

Lettori, per favore pregate per l’Inghilterra, mentre la “Dote di Maria” [l’Inghilterra] è ancora oggetto delle sue cure materne.

Kyrie eleison.

“Pii” sogni – II

“Pii” sogni – II on Maggio 19, 2018

Se c’è una cosa certa riguardo alla Tradizione cattolica e al Concilio Vaticano II, è che sono inconciliabili. Si è tentati di pensare che possano essere conciliati, perché ovviamente la lettera dei 16 documenti del Consiglio include un certo numero di verità cattoliche. Ma lo spirito del Concilio sta portando verso una nuova religione centrata sull’uomo, e poiché tale spirito ha ispirato la lettera dei documenti, ne consegue che anche le verità cattoliche incluse in essi sono vincolate dal “rinnovamento” conciliare e ne fanno parte. In effetti, le Verità Cattoliche (e la Gerarchia) sono state usate dai Modernisti come veicoli per il loro veleno liberale, come un cavallo di Troia per le loro eresie. Quindi, nei documenti conciliari anche le verità cattoliche sono avvelenate. Così nel 1990 Mons. Lefebvre ha rilevato e affermato che il Vaticano II è infettato al 100% dal soggettivismo, mentre nel 2001 Mons. Fellay ha affermato che i documenti del Vaticano II sono accettabili al 95%.

È davvero seducente pensare che la Tradizione cattolica e il Vaticano II siano conciliabili. In questo modo non si è più combattuti nel cercare di seguire contemporaneamente sia l’Autorità Cattolica sia la Verità Cattolica. In effetti, a partire da quel Concilio, come diceva Monsignore, i cattolici sono stati costretti ad obbedire ai Papi conciliari e ad allontanarsi dalla Tradizione cattolica, oppure ad aderire alla Tradizione e a “disobbedire” a questi Papi. Da qui, la tentazione di fingere in un modo o nell’altro che la Tradizione e il Concilio siano conciliabili. Ma il fatto che sono inconciliabili è oggi la realtà più importante che governa la vita della Chiesa, e continuerà ad esserlo fino a quando l’Autorità della Chiesa tornerà alla Verità cattolica di sempre.

Nel frattempo, tuttavia, Mons. Fellay, l’attuale Superiore Generale della Fraternità di Monsignore, è fermamente convinto che la Tradizione cattolica e i Romani conciliari possano conciliarsi tra loro, e da quando ha approvato il GREC negli anni ‘90, si è sforzato di metterli insieme. Il suo problema è che egli non capisce come il modernismo mantenga le apparenze cattoliche perché servano come un cavallo di Troia per ingannare le anime cattoliche, mentre non esiste un vero cavallo cattolico dietro quello che oggi appare. Ma Mons. Fellay crede che il falso cavallo abbia insite tutte le qualità di un vero cavallo, tale che con la cura amorevole della Fraternità possa tornare a diventare un cavallo cattolico. Troppi tradizionalisti si sono permessi di credere in questa politica sbagliata e di seguire la sua marcia verso i Romani conciliari, ma i Romani da parte loro non si sono lasciati ingannare. Si sono prestati al giuoco della sua politica, facendo apparenti concessioni alla Fraternità e alla Tradizione (ad es.: autorizzazioni a confessare, ordinare e sposare), e facendogli credere ripetutamente di essere sul punto di ricevere il riconoscimento canonico per la Fraternità, come per esempio quando Mons. Fellay dichiarò: “Manca solo il timbro finale all’accordo”. Ma a differenza di lui, i Romani hanno chiaro nelle loro menti che la Tradizione cattolica è inconciliabile con il loro Concilio, e così ogni volta che lo hanno portato sull’orlo dell’accordo, hanno insistito affinché la Fraternità si sottomettesse al loro Concilio.

Tuttavia, ad ogni “concessione” che Mons. Fellay ha accettato per la Fraternità, i Romani lo hanno attirato ulteriormente nella loro trappola, così che per lui è diventato sempre più difficile tornare indietro. Per mezzo delle diverse “concessioni” l’accordo con Roma è diventato sempre più una realtà concreta, con o senza il “timbro finale”. Tenendo quest’ultimo in sospeso, i Romani, per colpa di Mons. Fellay, lo hanno trattato come un pescatore che gioca col pesce – come potrebbe egli oggi smascherare le “concessioni” concesse, ed ammettere che la sua politica di 20 anni è stata un errore? E tuttavia la sua politica è stata sbagliata fin dall’inizio. Mancando della fede di Monsignore, ha frainteso il problema della Chiesa e il “problema” della Fraternità, e si è fidato nella politica umana per risolverli entrambi. Ma naturalmente i Romani, con i loro 2000 anni di esperienza, sono stati i politici più abili – “Eccellenza, basta con i giochetti. Per anni abbiamo fatto tutte le concessioni, mentre lei non ne ha fatta una” (grossa bugia, perché accettare le “concessioni” conciliari è di per sé una concessione a Roma). “Prima di luglio accetti il Concilio, o la scomunichiamo, e la sua politica di 20 anni si mostra al mondo in rovina. Scelga!”

Questa è senza dubbio una cruda versione di come gli astuti Romani possano fare pressioni sul Superiore Generale, ma è lui che non avrebbe mai dovuto mettersi a ginocchio davanti all’Autorità senza fede. Nel caso della Chiesa cattolica, l’Autorità senza fede è in realtà un’Autorità senza autorità.

Kyrie eleison.

“Pii” sogni – I

“Pii” sogni – I on Maggio 12, 2018

Nel giugno dello scorso anno, un confratello in Francia ha redatto un buon articolo sul fatto che la Fraternità San Pio X dovesse o non dovesse ottenere dalle autorità della Chiesa a Roma uno statuto canonico che tutelasse gli interessi della Fraternità. Ovviamente il Quartier Generale della Fraternità a Menzingen, in Svizzera, crede nell’ottenimento di tale statuto, e se l’attuale Superiore Generale verrà rieletto per un terzo mandato a luglio, questo è l’obiettivo che la Fraternità continuerà a perseguire. Tuttavia, è alquanto meno ovvio che tale obiettivo debba essere perseguito. L’argomento svolto su otto intere pagine di Ocampo n. 127 di giugno 2017, è qui di seguito sintetizzato in una singola pagina.

La posizione dell’articolo è che la Fraternità non deve in alcun modo porsi sotto le autorità della Chiesa Conciliare, che hanno in mano tutto il potere e sono imbevute dei principi della Rivoluzione Francese fatti propri dal Vaticano II, perché sono i Superiori che plasmano i soggetti e non viceversa. Mons. Lefebvre fondò la Fraternità per resistere al tradimento della Fede cattolica operata dal Vaticano II. Sottomettendosi ai conciliaristi, la Fraternità si unirebbe ai traditori della Fede.

Le autorità della Chiesa sono i vescovi diocesani e il Papa. Quanto ai vescovi, quelli apertamente ostili alla Fraternità potrebbero essere meno pericolosi di quelli che si dimostrano amichevoli, ma che non hanno compreso le assolute esigenze della Tradizione cattolica, che non sono le esigenze della sola Fraternità San Pio X. Quanto al Papa, se le sue parole e azioni dimostrano che sta lavorando contro quella Tradizione cattolica che è suo dovere sostenere, allora i cattolici hanno il diritto e il dovere di proteggersi sia dal modo in cui egli sta abusando della sua autorità, sia dal loro stesso innato bisogno di seguire e obbedire all’autorità cattolica. Ora, in teoria, un Papa conciliare può promettere una speciale protezione per la Tradizione della Fraternità, ma in pratica le sue stesse convinzioni lo portano a impegnarsi perché la Fraternità riconosca il Concilio e abbandoni la Tradizione. Data la sua grande autorità di Papa, in grado di imporre la sua volontà, la Fraternità deve stare lontana da lui.

L’esperienza dimostra che i tradizionalisti che si ricongiungono alla Roma conciliare possono iniziare semplicemente tacendo sugli errori del Concilio, ma in genere finiscono con l’accettare tali errori. Il loro iniziale consenso a tacere, alla fine si rivela mortale per la loro trasmissione della Fede. E col naturale scivolare da un compromesso all’altro, possono persino finire col perdere la Fede. È la Fede che faceva dire a Mons. Lefebvre che se i Romani conciliari non ritorneranno alla dottrina delle grandi Encicliche anti-liberali dei Papi – cosa che finora non hanno fatto e non faranno – ogni ulteriore dialogo tra Romani e tradizionalisti è inutile, e – si avrebbe potuto aggiungere – decisamente pericoloso per la Fede.

L’articolo elenca anche otto obiezioni a questa posizione, riportate qui in corsivo insieme ad una breve risposta:

1 Con la Prelatura personale Roma offre alla Fraternità una protezione speciale. Protezione forse dai vescovi diocesani, ma non dalla suprema autorità del Papa nella Chiesa. 2 Le richieste di Roma per un accordo sono diminuite. Solo perché le concessioni mirando la cooperazione pratica sono più efficaci per ottenere la sottomissione dei cattolici, come ben sanno i comunisti. 3 La Fraternità insiste per essere accettata da Roma “così come siamo”, cioè Tradizionale. Per i Romani ciò significa “Come sarete, una volta che la cooperazione pratica vi avrà fatto vedere quanto siamo bravi”. 4 La Fraternità continuerà ad attaccare gli errori del Concilio. Nulla cambierà. Roma prenderà tutto il tempo che vuole per insistere su dei cambiamenti sempre più grandi. 5 Ma a Papa Francesco piace la Fraternità! Come al Lupo Cattivo piaceva Cappuccetto Rosso! 6 La Fraternità è troppo virtuosa per farsi ingannare da Roma. Folle illusione! Lo stesso Monsignore fu inizialmente ingannato dal Protocollo del 5 maggio 1988. 7 Diverse comunità tradizionali si sono ricongiunte con Roma senza perdere la vera Messa. Ma molte di esse hanno finito col difendere i maggiori errori del Concilio. 8 Papa Francesco come persona è in errore, ma la sua funzione è sacra. Riconoscere la sacralità della sua funzione non può obbligarmi a seguire i suoi errori personali, cioè l’abuso di questa stessa sua funzione. La vera fede è al di sopra del Papa.

Kyrie eleison.

Chiesa dissanguata

Chiesa dissanguata on Maggio 5, 2018

Un confratello che resiste alla trasformazione della Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre nella Neofraternità di Menzingen, proprio come è stata trasformata la Chiesa Cattolica della Tradizione nella Neochiesa del Vaticano II, ha scritto alcune considerazioni interessanti, qui di seguito tradotte. Esse erano private, ma sono troppo preziose per non dover essere condivise più ampiamente. In occasione della Pasqua, un suo confratello gli aveva scritto per esprimergli la speranza che “la Chiesa (e la FSSPX) potessero presto risorgere dalla morte.” E lui ha risposto:

Un uomo di 60 anni che considero saggio, il Sabato Santo mi ha detto: “La Chiesa deve essere crocifissa come il suo divino Maestro il Venerdì Santo . . . stiamo vivendo il Venerdì Santo . . . . Il Sabato Santo è ancora da venire, e ci vorrà ancora un tempo.”

Al che, vorrei aggiungere alcuni pensieri.

La Chiesa non è affatto sul punto di risorgere, piuttosto morirà dissanguata in un modo molto doloroso fino al punto da sembrare che non ci sia più. Se la FSSPX (soprattutto i suoi sacerdoti) parteciperà a questo mortale dissanguamento, è cosa che solo il Cielo sa. In ogni caso è la morte per dissanguamento che sta seminando i semi per la risurrezione.

Se la FSSPX nega di voler prendere parte al dissanguamento della Chiesa, ma continua ad insinuarsi poco a poco all’interno della comunità multi-religiosa presieduta da Papa (?) Francesco – e Menzingen e Don Schmidberger è da anni che lavorano per trasformare la Fraternità San Pio X in un’altra Fraternità San Pietro – allora la FSSPX morirà lo stesso dissanguata, perché in un modo o nell’altro la persecuzione sta probabilmente arrivando per tutti, specialmente per le persone che indossano la talare. Tuttavia, a quel punto la Fraternità non soffrirà tanto come i gloriosi Apostoli degli ultimi tempi, quanto piuttosto, ahimè, come punizione per il suo benessere materiale, la sua tiepidezza e la sua infedeltà nei confronti di Mons. Lefebvre che la fondò . . .

(Se su “Papa Francesco” incombe un punto interrogativo, è perché, per ragioni oggettive, c’è almeno un po’ di incertezza, qualche dubbio sul fatto che sia Papa. E fu proprio per questo che nel 1988 i Cieli separarono con i loro modi delicati la Fraternità da una Roma che in qualche modo era diventata scismatica . . . . In effetti, noi non abbiamo alcuna comunione nella Fede con le attuali autorità vaticane, e realmente noi siamo fuori dalla loro comunione – o scomunicati – il che è la nostra fortuna e il nostro punto d’onore; proprio come nel pomeriggio del primo Venerdì Santo, quando la Chiesa fortemente ridotta di numero la si trovava solo fuori da Gerusalemme, sul Calvario . . . )

In verità, nulla getta tanta luce sullo stato presente della Chiesa come la narrazione evangelica della Passione di Cristo, e viceversa si può dire che nulla getta tanta luce sulla narrazione evangelica come la presente desolazione della Chiesa. E proprio come allora gli stessi Apostoli, anche dopo essere stati ripetutamente avvertiti da Nostro Signore della Sua prossima Passione ( Mt. XVI, 21; XVII, 21; XX, 17–19) non potevano ancora credere che questa fosse reale quando si verificò, così anche oggi molti buoni cattolici non riescono a credere che sia la Chiesa di Cristo ad avere problemi così tormentosi e Papi così inadeguati.

Ma lo scopo di Dio nel creare l’universo era quello di condividere la Sua divina felicità popolando il Suo Cielo con creature razionali, angeliche o umane, che avrebbero scelto liberamente di unirsi a Lui nel Suo Cielo. La parola chiave qui è “liberamente”. Insieme alla facoltà della ragione, Dio dà a ogni essere umano capace di usarlo, anche il libero arbitrio, ed Egli bilancia le circostanze per ciascuno di noi, in modo da rendere reale la scelta tra il Paradiso e l’Inferno. Per questo Egli concede quanta più libertà possibile agli esseri umani: sia per uccidere il Suo Figlio, sia per abbattere la Chiesa di Suo Figlio; ma tale libertà non è mai così tanta da giungere a prostrare del tutto o Suo Figlio o la Sua Chiesa. E’ per questo che Egli permette inimmaginabili tribolazioni per la Sua Chiesa, tali che solo il tempo tra adesso e la fine del mondo potrà pienamente delineare, ma la saggezza di Dio arriva ben al di là delle nostre piccole immaginazioni ( Is. LV, 8, 9).

Kyrie eleison.

Guerra evitata? – II

Guerra evitata? – II on Aprile 28, 2018

Poiché il migliore dei commentatori politici raramente si avvicina alle scaturigini religiose della storia, e a come sia Dio a governare l’uomo, e a come i rapporti di un uomo con il suo Dio (religione) regolino i suoi rapporti con i suoi simili (la politica), tale che la religione governa la politica; ecco che allora un commentatore religioso deve mostrare la dimensione religiosa delle questioni politiche, dimensione che la maggior parte delle persone senza Dio può desiderare positivamente che i propri commentatori politici lascino da parte. Dio Onnipotente sembra essere sgradito all’attuale scenario mondiale, nonostante Egli è pur sempre il suo reale e totale Maestro!

In effetti, il tema della religione ha guidato la politica nel “Commento” della scorsa settimana, quando in esso si affermava che una certa razza di uomini sta dietro le menzogne dei media e la pressione militare per spingere alla Terza Guerra Mondiale. Considerando quanto siano letali le ultime armi dei tempi moderni che verranno usate in guerra, chi mai potrà pensare che in un conflitto globale si possa guadagnare più di quello che si perda? La risposta è: una razza di uomini così assolutamente sicuri della loro superiorità su tutti gli altri uomini, da convincersi di meritare di governare tutta l’umanità, e per questo convincersi che possono e devono manipolare gli eventi mondiali fino a che non arriveranno a tale dominio, con mezzi leciti o illeciti, dal momento che il fine sarebbe così sacro da giustificare ogni mezzo. Sacro? L’annientamento dell’umanità, sacro? Sì, un distorto senso del sacro è la chiave della follia: “Noi, il Popolo Eletto, siamo così sacri che o governiamo il mondo o esso deve essere distrutto, e noi stessi con esso!”

Il problema è che da Abramo a Cristo, costoro erano davvero la razza scelta da Dio per essere la culla e il trampolino di lancio del Suo Figlio Incarnato. Per duemila anni dovevano essere rigorosamente separati dal resto degli uomini e posti al di sopra di essi, privilegiati in modo speciale e in modo speciale puniti quando necessario, in ogni caso trattati in modo speciale per renderli idonei a fornire al Suo Figlio divino la Sua natura umana, la Sua Madre umana e gli amici e il necessario perché Egli, come loro Messia, potesse redimere tutti gli uomini dai loro peccati. E se il proverbio africano dice che ci vuole un villaggio per fare un figlio, cosa ci vuole per fare una Beata Vergine Maria? Si dica oggi ciò che si vuole di quella razza, ma essi hanno svolto la loro missione da questo importante punto di vista. Il dramma è che quando il loro Messia arrivò tra loro e dimostrò che la Sua missione era di conquistare il mondo per il Regno dei Cieli e non per la loro gloria, ecco che essi Lo crocifissero, e come da allora Lo hanno ripudiato collettivamente, così essi stessi si sono costituiti come la Razza del Messia che odia il Messia, un problema patologico insolubile, a meno che e fino a quando non ritorneranno individualmente al Cristo che hanno così odiato.

Da questa patologia – o piuttosto teologia – ebraica di due millenni, è derivata una cascata di conseguenze per la corretta lettura degli eventi del mondo di oggi, ma le conclusioni più importanti da trarre sono le seguenti. Prima di tutto, se Dio Onnipotente sta deliberatamente permettendo a un piccolo numero di Ebrei di dominare la corruzione e il caos di un gran numero di gentili, è solo per riportare questi Gentili nuovamente a Lui. Infatti, la sola e unica cosa che gli Ebrei non possono gestire è la vera Fede dell’unica vera Chiesa cattolica. Dio non ha creato né il mondo né la Chiesa cattolica perché tutte le anime cadessero nell’Inferno, e così ogni volta che le anime accolgono la vera Fede, hanno in mano la loro “vittoria sul mondo” ( I Gv V, 4). E niente e nessun può costringerli ad abbandonare questa Fede. Se lo fanno, non hanno essenzialmente nessuno altro a cui dare la colpa.

Ognuno di noi, quindi, torni col cuore e con la mente all’unico vero Dio dell’unica vera Chiesa (non quella del Vaticano II), e i nemici di Dio, ebrei o gentili, potranno solo perdere il loro attuale potere. Solo questa è la vera soluzione alla nostra odierna mondiale corruzione e al nostro attuale caos mondiale. Si faccia il possibile per recitare ogni giorno i quindici Misteri del Santissimo Rosario della Beata Madre di Dio, la persona umana più grande che sia mai vissuta – e un’Ebrea.

Kyrie eleison.