colloqui dottrinali

Fiaba?

Fiaba? on Febbraio 4, 2017

C’era una volta una giovane ragazza (FSSPX) che era stata molto ben educata dal suo buon padre (Mons. Lefebvre). Egli l’aveva messa in guardia riguardo a Don Giovanni (i Papi neo-modernisti). Per un certo numero di anni la ragazza si mantenne seria e prudente, e resistette alla corte di Don Giovanni. Ma, ahimè, un giorno il suo amato padre morì, e la ragazza ereditò la sua fortuna. Per un po’ lei rimase fedele ai suoi precetti. Attorniata da un gruppo di altre ragazze sagge e prudenti (gli anti-liberali della FSSPX), lei continuò ad amministrare la sua fortuna, guardando agli orfani nella tenuta di suo padre (i cattolici tradizionali).

Ma il tempo passa. Lei non è più così giovane. Incomincia a temere di diventare troppo vecchia per sposarsi. Teme che continuando a lavorare la sua lana e a portare avanti il suo paziente lavoro di ricamo, presto possa rimanere da sola. Povera ragazza! Così vuole essere amata, vuole avere dei figli legittimi (i tradizionalisti riconosciuti da Roma). Vuole fare più del solo lavoro di carità a favore degli orfani. Si annoia della sua vita. I vicini (i conservatori e i tradizionalisti postisi sotto Roma) la deridono e la insultato perché vogliono che si sposi.

Ora, Don Giovanni aveva più e più volte dimostrato quanto fosse malvagio, e aveva rovinato e disonorato molte brave ragazze (le Comunità passate sotto Roma), ma lui era erede della più grande famiglia nel Regno, con il titolo di Vice-Re (Vicario di Cristo). Dopo uno studio prolungato sul carattere e la virtù della ragazza, lui escogita un modo speciale per sedurla: farà appello ai suoi più alti sentimenti. Così esordisce ammettendo che egli è ben lungi dall’essere perfetto, che ha fatto anche tanti errori. E quindi chiede alla ragazza se possono incontrarsi per discutere le cose. Lei ne approfitta per dirgli tutto quello che pensa di lui e dei suoi amici (Colloqui del 2009–2011). E durante un lungo tempo (2006–2012) lei ripete anche in pubblico che il matrimonio con lui è fuori discussione a meno che lui non emendasse la sua condotta.

E allora Don Giovanni ha una brillante idea! Dice alla ragazza che lei non è come tutte le altre ragazze che ha conosciuto. Che la sua ostinata resistenza gli ha aperto gli occhi. Che lei sola può curare le sue ferite (i disastri post-conciliari), e farlo cambiare, e mutare in buona la sua condotta! La ragazza decide di chiedere consiglio ai suoi amici. Li riunisce nella tenuta di suo padre (Ecône, 2012). Purtroppo nel frattempo si sono allontanate da lei le brave ragazze che il suo defunto padre le aveva scelto come compagne (un vescovo e i sacerdoti della Resistenza). E lei ha scelto come amiche delle ragazze sciocche che erano ubriache di gioia al pensiero che la loro amica sposasse il Vice-Re. Così queste si sono date da fare a convincerla (Capitolo Generale del 2012 e dopo) che lei avrebbe potuto trasformare il suo futuro marito come San Clotilde aveva trasformato Clodoveo. E le hanno anche detto che il desiderio di Don Giovanni di essere aiutato da lei dimostrava che si stava già ravvedendo!

Nel frattempo Don Giovanni continuava con la seduzione, mantenendo i contatti e le discussioni con la ragazza e con le sue amiche più strette. Così, nonostante i rimproveri e i ripetuti avvertimenti dalle brave ragazze che ora vivono nei boschi intorno alla casa signorile di suo padre, lei prende la sua decisione! Crede in quello che le dice Don Giovanni! Crede agli argomenti delle ragazze sciocche! Sì, lei, e solo lei, riuscirà a salvare Don Giovanni da se stesso! Se avesse potuto sentirla, il suo caro vecchio padre le avrebbe dato la sua approvazione!

Povera ragazza! Ha perso il senso della realtà! Non riesce più a vedere che la vera natura del Vice-Re è corrotta, e che egli è sicuro di poter corrompere anche lei e tutti i suoi futuri figli, e tutti gli orfani nella tenuta di suo padre. E le brave ragazze? Esse sono tremanti di freddo nei boschi intorno alla tenuta, dove erano state scacciate. Piangono per il buon vecchio padre con lamenti che spezzano il cuore. Se solo egli potesse tornare indietro! Oh caro! Oh guai a noi! Ma l’unica risposta al loro triste lamento è il sibilo del vento invernale tra gli alberi. E’ notte . . .

Kyrie eleison.

Un nuovo vescovo

Un nuovo vescovo on Marzo 28, 2015

La consacrazione a vescovo di Don Jean-Michel Faure, nel Monastero della Santa Croce in Brasile la scorsa settimana, si è svolta in una piacevole situazione. Il tempo era caldo e asciutto; splendeva il sole. I monaci di dom Thomas d’Aquino e le vicine suore sono riusciti a trasformare magnificamente un semplice garage di metallo e beton in un santuario degno della nobile liturgia, che anch’essa hanno approntata benissimo. Nonostante la notizia fosse riservata, era presente un gruppo di sacerdoti provenienti da tutta l’America e di Francia. Un numero di circa un centinaio di anime, anch’esse provenienti da diversi paesi, hanno seguito attentamente le tre ore di durata della cerimonia.

Con questo hanno gioito tutti i cattolici che sentono il bisogno di almeno un altro vescovo per contribuire a garantire la sopravvivenza della «Tradizione Resistente». La necessità della difesa della fede cattolica come Mons. Lefebvre l’ha compresa, non poteva essere lasciata ancora per molto tempo più alla disponibilità di un solo vescovo. La consacrazione conferita da Monsignore a quattro vescovi nel 1988, senza il permesso di Roma, che costituì l’«Operazione Sopravvivenza» in opposizione all’«Operazione Suicidio», doveva essere prolongata nel XXI secolo. Le scuse vanno a tutti i cattolici che avrebbero voluto partecipare se solo avessero saputo per tempo dell’evento, ma tutto doveva essere fatto con un buon margine di discrezionalità, per poter essere certi che la consacrazione avesse luogo.

Essa poteva contare su potenti avversari. La Chiesa ufficiale a Roma ha reagito dichiarando che il consacrante sarebbe «scomunicato automaticamente», ma, come nel 1988, questa dichiarazione è falsa, perché secondo la legge della Chiesa chi commette un reato non incorre nella sanzione normale, ad esempio la scomunica per la consacrazione di un vescovo senza il permesso di Roma, se ha agito per necessità. Questo è il senso comune, e in questo caso la necessità c’era sicuramente. Mentre il mondo si avvicina sempre di più alla Terza Guerra Mondiale, quale individuo sulla terra può essere certo della sua sopravvivenza?

Anche la Fraternità San Pio X ufficiale, da Menzingen, in Svizzera, ha condannato la consacrazione di Mons. Faure con un comunicato stampa pubblicato lo stesso giorno. In esso, è degna di nota la confessione che il consacrante è stato escluso dalla Fraternità nel 2012 a causa delle «aspre critiche» formulate contro le relazioni che la Fraternità ha tenuto negli ultimi anni con Roma. Menzingen ha continuato a sostenere per lungo tempo che il problema fosse quello della «disobbedienza», ed ecco che adesso lo stesso Menzingen ammette che si trattava del fatto di essere costantemente accusato, Menzingen, di «tradire l’opera di Mons. Lefebvre». E in effetti, essa viene tradita e distrutta.

Roma stessa conferma il tradimento. Il giorno dopo la consacrazione, Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, oltre ad aver parlato dell’inesistente «scomunica», ha continuato dicendo che diversi incontri (tra Roma e la Fraternità San Pio X) hanno avuto luogo ed altri sono in programma con alcuni prelati (romani), per trattare dei problemi che ancora devono essere chiariti in un ambiente di fiducia», problemi «dottrinali e interni alla Fraternità».

Mons. Pozzo ha poi proseguito: Il Papa sta aspettando che la Fraternità si decida a rientrare nella Chiesa; noi siamo sempre pronti con un progetto canonico già conosciuto (una prelatura personale). È necessario un po’ di tempo perché le cose diventino chiare nella Fraternità, e Mons. Fellay raggiunga un ampio e sufficiente consenso, prima di compiere un tale passo.

Cos’altro serve ai veri cattolici laici e chierici, che vedano appesi i manifesti?

Kyrie eleison.

Il buon senso di Monsignore – II

Il buon senso di Monsignore – II on Dicembre 27, 2014

Dodici settimane fa (5 ottobre) “Commenti Eleison” ha presentato una prima serie di stralci dell’ultima intervista pubblica di Mons. Lefebvre, rilasciata alla rivista Fideliter nei primi del 1991. Di seguito ecco la seconda e ultima serie di stralci, leggermente modificati ma solo per brevità e chiarezza:—

D: Quali conclusioni possiamo trarre dopo 20 anni di esistenza della Fraternità San Pio X?

R: Il Buon Dio ha voluto la Tradizione cattolica. Sono profondamente convinto che la Fraternità è il mezzo che Dio ha voluto per mantenere e conservare la Fede, la verità della Chiesa. Dobbiamo continuare con fedeltà a mantenere i tesori della Chiesa, nella speranza che un giorno essi possano riprendere il posto che mai avrebbero dovuto lasciare a Roma.

D: Lei dice spesso che, più che la liturgia, ora è la fede che ci oppone alla Roma moderna.

R: Indubbiamente la questione della liturgia e dei sacramenti è molto importante, ma più importante è la questione della Fede. Questo non è un problema per noi. Noi abbiamo la Fede di tutti i tempi, del Concilio di Trento, del Catechismo di San Pio X, di tutti i Concilii e di tutti i Papi prima del Vaticano II. Per anni a Roma hanno provato a dimostrare che tutto nel Concilio sarebbe pienamente coerente con questa Tradizione. Ora stanno mostrando i loro veri intendimenti, dicendo non vi è più alcuna Tradizione o Deposito da trasmettere. Nella Chiesa è Tradizione qualunque cosa dica oggi il Papa. Ci si deve sottomettere a quello che oggi dicono il Papa e i vescovi. Sta in questo la loro famosa ‘Tradizione vivente’, che è stata l’unica base per la nostra condanna nel 1988.

Ora, hanno rinunciato al tentativo di dimostrare che quello che dicono è coerente con quello che ha scritto Pio IX o ha promulgato il Concilio di Trento. No, tutto questo è finito, è superato, come ha detto il Cardinale Ratzinger. Adesso la cosa è chiara, ma avrebbero potuto dirlo prima. Non ha avuto senso il nostro discutere, il nostro parlare con loro. Oggi noi soffriamo per la tirannia dell’autorità, perché non ci sono più le regole del passato.

Essi stanno dimostrando sempre più che abbiamo ragione. Abbiamo a che fare con persone che hanno una filosofia diversa dalla nostra, un modo diverso di vedere, che sono influenzate da tutti i moderni filosofi soggettivisti. Per loro non c’è verità fissata, non vi è alcun dogma. Tutto si evolve. Questa è davvero la distruzione massonica della Fede. Fortunatamente, noi abbiamo la Tradizione a cui appoggiarci!

D: Lei ha sottolineato di essere certo che la Fraternità sia benedetta da Dio, perché in più circostanze avrebbe potuto scomparire.

R: Infatti. Essa ha resistito ad attacchi molto difficili. Questo è molto doloroso, ma dobbiamo comunque credere che la linea di Fede e di Tradizione che stiamo seguendo è imperitura, perché Dio non può permettere che la sua Chiesa perisca.

D: Che cosa può dire a quei fedeli che ancora sperano nella possibilità di un accordo con Roma?

R: I nostri veri fedeli, quelli che hanno compreso il problema e che ci hanno precisamente aiutati a proseguire lungo il percorso diritto e fermo della Tradizione e della Fede, mi hanno detto che gli approcci che stavo facendo con Roma erano pericolosi e che io stavo sprecando il mio tempo. Tuttavia, io ho sperato fino all’ultimo minuto che a Roma avessimo potuto contare su un po’ di lealtà, quindi non mi si può incolpare di non aver fatto il massimo. Così ora anche a quelli che mi dicono: “Bisogna giungere ad un accordo con Roma”, credo di poter dire che allora sono andato più in là di quanto avrei dovuto.

Kyrie eleison.

Nuove Ordinazioni – I

Nuove Ordinazioni – I on Maggio 10, 2014

I preti ordinati con il nuovo rito dell’Ordinazione del 1972,dovrebbero essere condizionatamente ri-ordinati con il vecchio e certamente valido rito di Ordinazione? La dottrina cattolica sulla validità dei sacramenti è chiara, ma i riti sacramentali della neo-Chiesa sembrano essere stati progettati per portare gradualmente all’invalidità (vedi CE 121 del 31 oct.2009). Il problema è il «gradualmente». Per ogni dato caso, quanto ha avanzato questo processo graduale? Forse solo Dio lo sa per certo. Ma cominciamo con la chiara dottrina.

Si può dire che un sacramento cattolico comporti cinque elementi: Ministro, Intenzione, Materia e Forma sono essenziali per la validità, il Rito che accompagna la Forma può essere importante per la validità, in forza dell’impatto immediato o graduale che ha sull’Intenzione del Ministro. Per le Ordinazioni sacerdotali, il Ministro deve essere un vescovo validamente consacrato; l’ Intenzione è la sua intenzione sacramentale (non morale) di fare, ordinando, ciò che fa la Chiesa; la Materia è il suo imporre entrambe le mani sulla testa dell’uomo che dev’essere ordinato (le donne non possono essere validamente ordinate al sacerdozio di Cristo); la Forma è la formula cruciale o l’insieme di parole che nel rito esprimono il conferimento del sacerdozio; il Rito è l’insieme delle altre parole che accompagnano quella Forma e sono presc ritte nel cerimoniale per l’Ordinazione.

In un nuovo rito dell’Ordinazione, se entrambe le mani sono poste sulla testa, la Materia non fa problema. La nuova Forma in latino è, semmai, più forte per la validità rispetto alla vecchia Forma latina (per l’«et» invece di un «ut»), ma le traduzioni in volgare dovrebbero essere controllate per assicurarsi che esprimano chiaramente la grazia del sacerdozio da conferire. La maggior parte di esse sicuramente lo fanno. I veri problemi di validità sorgono relativamente al Ministro e all’Intenzione, a causa della graduale erosione dell’Intenzione cattolica negli a-cattolici nuovi Riti.

Per quanto riguarda l’ Intenzione , ogni vescovo che oggi ordina un prete intende sicuramente fare ciò che fa la Chiesa odierna, il buono e il giusto, ma cos’è questo nella sua mente? Cos’è un prete nella neo-Chiesa? È ancora l’antico rinnovatore del Sacrificio del Calvario con la sua Presenza Reale, visto che viene lentamente ma costantemente sostituito dall’odierno coordinatore del pic-nic eucaristico? A che punto è questo processo in ogni diocesi del mondo? Questo o quel vescovo ha in mente che quello che fa la Chiesa sia un sacrificatore o un vacanziere? È il comportamento esteriore del vescovo ordinante che indicherà la sua Intenzione, ma solo Dio può saperlo con certezza. Certamente molti nuovi Riti della Messa inclinano per il vacanziere, e il nuovo Rito dell’Ordinazione che accompagna la Forma, con la sua grave diminuzione del contenuto cattolico, pu&o grave; solo aiutare a minare gradualmente l’Intenzione sacramentale di un vescovo ordinante.

Quanto al Ministro , se il vescovo ordinante è stato consacrato vescovo con il nuovo rito di consacrazione, si può ritenere che l’ambiguità della nuova Forma di consacrazione venga sanata dalle parole immediatamente seguenti, nondimeno sorgono dei dubbi come quelli di cui sopra circal’Intenzione del vescovo consacrante: ha egli considerato, e quindi ha assunta come sua Intenzione, se la Chiesa oggi consacri facitori del Sacrificio o del pic-nic? Tali domande mancano spesso di risposte chiare.

In breve, se il Papa fossi io, penso che potrei esigere che tutti i preti ordinati o i vescovi consacrati con i riti «rinnovati», dovrebbero essere condizionatamente ri-ordinati o ri-consacrati, non perché io crederei che nessuno di loro fosse vero prete o vero vescovo, al contrario, ma perché quando si tratta di sacramenti ogni serio dubbio dev’essere rimosso, e questo sarebbe il modo più semplice per rimuovere tutti i possibili dubbi. Il marcio nei sacramenti della neo-Chiesa non può essere mantenuto in giro.

Kyrie eleison.

Giro in Francia

Giro in Francia on Aprile 12, 2014

Ancora buone notizie, questa volta dalla Francia. Ancora una volta, piccole per quantità, ma grandi per qualità. Una manciata di bravi sacerdoti stanno raccogliendosi e stanno agendo per assicurare che la Fede continui ad essere difesa secondo le linee stabilite da Mons. Lefebvre, muovendosi fra il sedevacantismo a destra, ed il conciliarismo – da sopra. Si lascia che il Quartier Generale della FSSPX disarmi i suoi seguaci, mentre un resto di sacerdoti felici continuerà ad armarsi nella vera religione in vista della prossima fase persecutoria.

Questo è quanto ho osservato nel quarto giro di conferenze effettuate a partire dallo scorso autunno per diversi centri di Francia, dove i laici sono interessati alla dottrina anti-liberale dei Papi cattolici, da Pio VI (1717–1799) a Pio XII (1876–1958). Dottrina che non era nuova neanche all’inizio di quel secolo e mezzo in cui è stata elaborata. Essa era semplicemente quella particolare parte dell’insegnamento atemporale della Chiesa che doveva essere rinfrescata nel momento in cui l’ordine sociale cristiano di 15 secoli fosse minato e soppiantato dalla Rivoluzione Francese del 1789.

Quella Rivoluzione non fu altro che il liberalismo massonico che muoveva guerra a Dios forzandosi di rovesciare il trono e l’altare. Da allora i troni cattolici sono stati praticamente rovesciati dalla “democrazia”, mentre gli altari cattolici sono stati rovesciati col Vaticano II per mezzo della conversione del Concilio alla religione dell’uomo. Tuttavia, Mons. Lefebvre, rimanendo fedele alla religione di Dio, volle che ai suoi seminaristi fosse del tutto familiare la dottrina contro-rivoluzionaria della Chiesa, così che potessero sapere come tenere la loro posizione cattolica in mezzo ad un mondo liberale. Ne consegue che i laici cattolici, che vedono come la Fraternità San Pio X di Monsignore venga abilmente trasformata nella neo-Fraternità, sono interessati alle encicliche dei Papi di questi 150 anni che hanno preceduto il Vaticano II. Nel primo dei miei quattro giri di conferenze ci sono state cinque tappe, nell’ultimo, tra fine marzo e i primi di aprile, ce ne sono state nove, col rischio che giungessero nuovi inviti. In ogni caso ci sono sempre più laici attenti a capire come la Fraternità venga indotta in errore.

Purtroppo, ancora troppi sacerdoti della FSSPX sono suggestionati da un maestro di seduzione, perso nel suo sogno mondano. Ne ho incontrati alcuni in quest’ultimo giro. Essi sono indubbiamente delle brave persone, sono dei bravi sacerdoti, hanno gli occhi aperti e si avvedono di tante cose, ma non appena vengono in contatto con quel seduttore, la loro visione si annebbia e la loro volontà vacilla. Il verbo greco “diaballein”, da cui derivano i termini “diabolico” e “diavolo”, significa mettere a soqquadro, gettare nella confusione.

Questi sacerdoti così confusi, contrastano con la mezza dozzina ricordata sopra, che ha visto chiaro e sta agendo in base a ciò che vede. Per questi ultimi, la tensione che li ha afflitti per tutto il tempo che hanno cercato di rimanere leali ai capi diabolici, appartiene al passato. Oggi essi sono sereni e pianificano felicemente la continuazione dell’opera di Monsignore. Don de Mérode, ordinato molti anni fa, ha lasciato la FSSPX di sua spontanea volontà, ha comprato una casa a Lourdes e ne sta comprando un’altra nel Sud-ovest della Francia. Esse serviranno sia come basi per l’apostolato delle tante anime interessate nella regione, sia come rifugi per i sacerdoti che hanno bisogno di qualche posto dove riprendersi. Io posso aggiungere che a Lione ho incontrato una bell’anima che sta offrendo uno dei suoi locali in città a qualche sacerdote che è alla ricerca di un tetto. Anche la casa della “Resistenza” a Broadstairs, in Inghilterra, adesso è aperta e in grado di ricevere in visita i sacerdoti. Uno è già passato. Discrezione garantita.

Kyrie eleison.

Buone Nuove

Buone Nuove on Gennaio 18, 2014

La prima buona notizia è che in questi giorni sta acquistandosi la casa Regina dei Martiri, nel sud-est dell’Inghilterra. In un primo momento il prezzo di acquisto sembrava fuori portata, ma due telefonate ad un benefattore francese e ad uno americano hanno prontamente prodotto rispettivamente circa i due quinti e un altro quarto della somma necessaria, e subito l’acquisto è stato possibile. Un’altra settima parte circa è venuta dai numerosi benefattori della St. Marcel Initiative, io ho svuotato diversi dei miei salvadanai bancari, e infine un benefattore asiatico ci ha fatto raggiungere il totale.

Calorosi ringraziamenti ad ognuno di voi che avete contribuito, perché le piccole donazioni non devono essere disprezzate. Dio non guarda solo alla quantità. Forse solo quando vede abbastanza vedove che si preoccupano di versare i loro spiccioli (Lc. XXI, 1–4), Egli ispira i benefattori capaci di donazioni più cospicue. Con Dio, lo spirito guida la materia, e non viceversa. Ma per favore, pregate per i tre benefattori di cui sopra, a cui siamo tutti debitori. Soprattutto penso alla casa, che possa essere in grado di servire da rifugio per i sacerdoti in visita, come un’oasi – se Dio vuole – di sanità mentale.

La seconda buona notizia è che il tradimento della Fede da parte dei dirigenti della neo-Fraternità San Pio X, un po’ la volta sta diventando sempre più chiaro per i sacerdoti della FSSPX. Uno dopo l’altro, alcuni tra i migliori di loro si si trovano estraniati e poi esclusi dalla Neo-Fraternità. Si pretende che si stiano allontanando di loro spontanea volontà, o per motivi puramente personali, o che siano stati esclusi per la loro disobbedienza. Naturalmente, mai questi traditori della dirigenza della FSSPX ammetteranno che è proprio il loro tradimento che sta cacciando fuori questi sacerdoti. Uno dopo l’altro essi stanno dichiarando che il loro problema con la neo-Fraternità è la dottrina: i documenti ufficiali della FSSPX del 15 aprile e 14 luglio 2012 e del 27 giugno 2013, dimostrano che i capi della neo-Fraternità stanno abbandonando la gloriosa lotta per la Fede di Mons. Lefebvre, in cambio di un conciliare piatto di lenticchie.

Così, in Sud America, un capace e devoto Priore della FSSPX ha rifiutato un trasferimento, ovviamente deciso per controllare e mettere a tacere la sua opposizione alla svendita attuata dal Quartier Generale, e ha scritto al suo Superiore del Distretto che il suo rifiuto è dovuto a ragioni puramente dottrinali. In Austria, un fedele e da tempo sofferente ex Priore ha fornito cinque seri motivi per il suo abbandono della Fraternità San Pio X, e tutto ciò che il Primo Assistente è riuscito a rispondere è che le sue ragioni non meritano di essere prese in considerazione. Soprattutto in Francia, un gruppo di 12 sacerdoti si sono riuniti, hanno rilasciato una pubblica dichiarazione di fedeltà alla posizione dottrinale di Mons. Lefebvre e hanno posto il loro sacerdozio a disposizione dei genitori che hanno bisogno di educare per i propri figli, dei giovani che hanno bisogno di formazione per il sacerdozio e delle anime che hanno bisogno dei sacramenti. C’è voluto tempo perché i sacerdoti in Francia cominciassero a reagire, ma la reazione si rivelara probabilmente tanto più forte del ritardo. Mons. Lefebvre amava citare il proverbio francese che dice che il tempo non rispetta niente di ciò che si fa senza di esso.

Abbiate pazienza, cari lettori. Dio non ha fretta, né ci si può prendere gioco di Lui (Gal.VI, 7). Se i traditori della FSSPX cercano di consolarsi dicendo che i sacerdoti che abbandonano o sono esclusi rappresentano solo una piccola minoranza del totale dei circa 500 sacerdoti della FSSPX, capiscono davvero poco del potere della verità! Essi l’hanno abbandonata, e la verità sta abbandonando loro – inesorabilmente. Dio abbia pietà di noi, tutti quanti.

Kyrie eleison.