Fraternità San Pio X

Discussioni rinnovate? – III

Discussioni rinnovate? – III on Dicembre 15, 2018

Molti lettori di questi “Commenti” potranno non essere contenti se per la terza volta consecutiva ci si occupa di quelli che possono loro sembrare semplici argomenti tra sacerdoti, in particolare l’incontro del 22 novembre a Roma fra il Cardinale Ladaria e Don Davide Pagliarani. Ma ogni essere umano, cattolico o no, soffrirà eternamente nell’Inferno se non salva la sua anima. Questo può essere fatto solo in accordo con la dottrina cattolica, e quindi la dottrina deve essere mantenuta pura. Fin dagli anni ‘70 il più fedele difensore della dottrina cattolica contro la confusione del Vaticano II all’interno della Chiesa cattolica, è stata la Fraternità San Pio X. Ma dal 2012 anche la Fraternità ha oscillato nella sua fedeltà a questa dottrina. Quindi è cosa che riguarda ogni essere umano vivente se le rinnovate discussioni con Roma metteranno o non metteranno fine alla fedeltà della Fraternità alla Chiesa e alla dottrina dell’unico e solo Salvatore degli uomini, Nostro Signore Gesù Cristo.

Due settimane fa questi “Commenti” (CE 594) hanno presentato in generale il comunicato stampa del 23 novembre in cui il Quartier Generale della Fraternità a Menzingen, in Svizzera, ha descritto l’incontro del giorno precedente tra il nuovo Superiore Generale della Fraternità, Don Davide Pagliarani, e il capo romano della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Ladaria. Una settimana fa, ancora questi “Commenti” (CE 595) hanno presentato il testo completo del terzo e del quarto paragrafo di questo comunicato stampa, con il loro barlume di speranza per il fatto che la Fraternità tornerà sulla scia del suo Fondatore a difendere la dottrina della Fede. Ma quando il quinto paragrafo conclude che le discussioni dottrinali con Roma dovrebbero essere riaperte, il barlume si è fatto scuro, non solo perché le discussioni dottrinali fra Roma e la Fraternità si sono già svolte tra il 2009 e il 2011 (CE 594); non solo perché i neo-modernisti come i Romani di oggi non possono pensare in modo retto (CE 595); ma anche perché Roma ha un solo scopo nel discutere con la Fraternità: porre fine alla storica resistenza della Fraternità contro l’instaurazione del loro Nuovo Ordine Mondiale di Satana.

In effetti, ogni volta che i comunisti volevano conquistare un paese, il principale ostacolo sulla loro strada era sempre la Chiesa cattolica, che respinge completamente – dottrinalmente – il materialismo ateo degli stessi comunisti. Ma i comunisti hanno imparato a non combattere i cattolici sulla dottrina, dove i fedeli cattolici sono troppo forti: e hanno invece invitato i cattolici a unirsi a loro in un’ azione congiunta, apparentemente in nome del popolo, perché una volta che i cattolici e i comunisti finivano col collaborare nell’azione, questi ultimi sfruttavano i rapporti pratici per aggirare il blocco dottrinale. L’unica cosa che i comunisti non volevano era che i cattolici interrompessero ogni contatto, in quanto così essi non avrebbero più potuto influenzarli.

Fu così che accadde dieci anni fa quando il Cardinale Castrillón era l’uomo di Roma per trattare con la Fraternità; egli usò fondamentalmente la stessa tattica: “Per prima cosa mettiamoci insieme, e fatto questo risolveremo in seguito tutti i problemi dottrinali. L’importante è innanzitutto un accordo pratico”, affermava il Cardinale. Al contrario, Mons. Lefebvre ha sempre insistito affinché la dottrina cattolica venisse per prima. I suoi successori hanno pensato che loro capissero meglio, e di volta in volta hanno cercato il contatto con gli apostati Romani, che, logicamente, questi sono stati ben felici di acconsentire, col risultato che la difesa della Fede da parte della Fraternità ha continuato a venire meno costantemente dal 2000. II sale sta perdendo il suo sapore. A meno che la Fraternità non cambi seriamente rotta, essa finirà col diventare buona solo per essere gettata via e calpestata (Mt V, 13).

Un altro problema è se la Fraternità vuole le discussioni per ottenere il permesso ufficiale per la consacrazione di una nuova generazione di vescovi, di cui ha bisogno per il suo apostolato mondiale. Ma se non vuole consacrarli senza il permesso di Roma, allora può solo accettare le condizioni di Roma, perché la Fraternità sta diventando la mendicante e Roma colei che sceglie. Ma in tal modo la Fraternità sta decisamente mettendo i Romani conciliari al posto di guida, dove per la difesa della Fede essi sono assolutamente fuori posto. Quindi ci si chiede: il nuovo Superiore Generale vuole riaprire le discussioni con l’intento di ottenere un permesso romano? Dio lo sa. In ogni caso, per il Superiore Generale discutere con Roma significa danzare con lupi. Occupazione pericolosa.

Kyrie eleison.

Discussioni rinnovate? – II

Discussioni rinnovate? – II on Dicembre 8, 2018

Il comunicato stampa ufficiale del Quartiere Generale della Fraternità San Pio X di venerdì di due settimane fa, relativo all’incontro del giorno precedente tra il Superiore Generale della Fraternità e il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede di Roma, è pieno di buone parole. Resta da vedere come queste parole si tradurranno in atti da parte del nuovo Superiore Generale.

Il comunicato stampa contiene sette paragrafi. I primi due paragrafi introducono il Cardinale Ladaria e Don Pagliarani con i rispettivi assistenti, e affermano che è stato il Cardinale ad invitare Don Pagliarani a Roma per discutere lo stato delle relazioni fra Roma e la Fraternità, perché esse potrebbero evolvere dopo l’elezione di Don Pagliarani come nuovo Superiore Generale della Fraternità nel luglio scorso. Il terzo e quarto paragrafo collocano il problema fra Roma e la Fraternità esattamente al suo posto: nell’ambito della dottrina. Eccoli qui, nel testo integrale:—

(3) Nel corso dell’incontro con le autorità romane è stato ricordato che il problema di fondo è esattamente dottrinale e né la Fraternità né Roma possono eluderlo. E’ a causa di questa divergenza dottrinale irriducibile che ogni tentativo di elaborare una bozza di dichiarazione dottrinale accettabile per le due parti non è giunto in porto da sette anni. E questo perché la questione dottrinale rimane assolutamente primaria. (4) La Santa Sede non dice altra cosa quando afferma solennemente che la definizione di uno statuto giuridico per la Fraternità potrà farsi solo dopo la firma di un documento a carattere dottrinale.

Tuttavia, il quinto paragrafo arriva a concludere che “Tutto spinge la Fraternità a riprendere le Discussioni teologiche”, il cui scopo non è tanto di convincere i Romani, quanto di portare davanti alla Chiesa la testimonianza incondizionata della Fede. Gli ultimi due paragrafi esprimono la fiducia della Fraternità nella Provvidenza. Il suo futuro è nelle mani di Dio e della Sua Santissima Madre (Fine del comunicato stampa).

Ahimè, ci si può anche chiedere se sia utile o prudente cercare di riaprire le Discussioni Dottrinali con questi Romani. Uno dei quattro rappresentanti della Fraternità espresse un commento sui quattro rappresentanti romani, dopo l’ultima serie di tali Discussioni tenutesi dal 2009 al 2011: “Sono malati di mente, ma sono loro che hanno l’autorità”. Questo commento non era inteso in maniera personale, ma testimoniava con precisione l’incapacità dei neomodernisti romani di cogliere l’essenza stessa della dottrina cattolica, cioè il suo carattere oggettivo, che non consente alcuna interferenza soggettiva. Dio Onnipotente significa ciò che Egli dice, ed Egli lo dice attraverso la Sua Chiesa, e quindi non si può parlare di rimodulare per i tempi moderni – come ha fatto il Vaticano II – ciò che la Sua Chiesa ha sempre e immutabilmente detto prima del Vaticano II. Come possono allora i Romani di oggi essere fedeli alla Chiesa di Dio e al tempo stesso al Vaticano II senza che le loro menti siano ammalate da contraddizione, o senza che abbiano un’idea completamente falsa della Chiesa?

Stando così le cose, sarà interessante vedere come verrà presentata la prospettiva di una riapertura delle Discussioni dottrinali, se e quando la Santa Sede emetterà un comunicato stampa sulla stessa riunione del 22 novembre. Essi vogliono certamente le Discussioni, nella speranza di attirare il nuovo Superiore Generale fuori dalla sua inespugnabile fortezza della dottrina della Chiesa, ma la loro dottrina conciliare può essere solo falsa in quanto si discosta dalla Tradizione. E così i due grandi argomenti a loro disposizione potranno essere, come sempre, autorità e unità, trascurando la dottrina. Ma che cos’è l’autorità cattolica quando non è più al servizio della Verità? E che cos’è l’unità cattolica se si realizza intorno ad un cumulo di menzogne insidiose (Vaticano II)? Ahimè, l’autorità e l’unità sono le uniche gambe su cui questi Romani conciliari possono stare in piedi.

Perciò, onorevole Superiore Generale, ecco un atto per dare seguito concretamente alle sue parole: perché non rendere pubblica una sintesi chiara e corretta del resoconto delle ultime discussioni dottrinali del 2009–2011? Sosterrà così i suoi bei paragrafi dottrinali del 23 novembre con un vero e proprio atto dottrinale!

Kyrie eleison.

Discussioni rinnovate? – I

Discussioni rinnovate? – I on Dicembre 1, 2018

L’ultimo comunicato stampa della scorsa settimana del quartier generale della Fraternità San Pio X, riguardante l’incontro del giorno precedente tra il Superiore Generale della Fraternità e il capo della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma, suscita un cauto ottimismo; certo controllato, perché, come dice il proverbio, “Il gatto scottato teme (anche) l’acqua fredda”, e i cattolici tradizionali sono stati scottati per gran parte degli ultimi 20 anni dalla politica traditrice di Menzingen, che ha messo l’approvazione conciliare al di sopra della Fede cattolica, pur fingendo sempre di fare il contrario. Tuttavia, c’è spazio per un barlume di ottimismo, perché questo comunicato stampa rimette la dottrina della Fede al primo posto che le spetta.

Altri due proverbi dicono: “Meglio buono che bello” e “I fatti valgono più delle parole”. E così i cattolici che fanno del loro meglio per mantenere la Fede saranno diffidenti per un po’, anche per molto, almeno finché non vedranno le azioni e non solo le belle parole di Menzingen, specialmente quando la conclusione pratica del comunicato stampa è che devono essere riprese le discussioni dottrinali fra Roma e la Fraternità. Discussioni dottrinali? Ma si sono già tenute, tra il 2009 e il 2011, abbastanza a lungo per discutere tutti i temi principali, e abbastanza chiare da dimostrare l’impossibilità di qualsiasi accordo dottrinale tra la Tradizione cattolica e il Vaticano II. Da lì Menzingen abbandonò nel 2012 il buon senso di Mons. Lefebvre: “Nessun accordo pratico SENZA accordo dottrinale”, per sostituirlo con l’insensatezza del suo successore: “Nessun accordo dottrinale, QUINDI un accordo pratico”, che è il diretto opposto! E tale infida direttiva venne seguita docilmente da gran parte di quella che prima era stata la Fraternità di Monsignore . . .

In questo passaggio dall’una formula all’altra sta l’essenza del tradimento, che non è una parola troppo forte, perché la formula di Monsignore mette la dottrina della Fede avanti all’approvazione dei Romani conciliari, mentre si può dire che la seconda formula mette la Fede al secondo o terzo posto. Così, da diversi anni ormai, la Fraternità può essere accusata di aver perseguito come sue priorità: per prima il riconoscimento ufficiale da parte della Roma conciliare, per seconda l’unione nella Fraternità e con Roma, e per terza la Fede. Ma qual è il valore cattolico del riconoscimento da parte dei non-cattolici, e cioè dei sostenitori del Vaticano II; e qual è per i cattolici l’utilità di un’unità in qualsiasi foggia, dimensione o forma con i conciliari? Quello che fu deludente nel 2012 è la mancanza di una sufficiente reazione da parte di tanti sacerdoti formati da Monsignore. Ma tutti noi viviamo in un mondo in cui “indottrinamento” è diventata una brutta parola, e in cui la maggior parte delle persone vogliono nella loro testa la poltiglia massonica perché li libera da tutti e dieci i Comandamenti . . .

Ciò nonostante, i cattolici che vogliono ancora andare in Cielo continuano a volere la Fede, perché, come ci dice Dio stesso nella Sacra Scrittura, senza la fede è impossibile piacere a Lui: infatti, come si potrebbe arrivare al Suo Cielo senza piacere a Lui (Ebrei XI, 6)? Tali cattolici, quindi, scottati dalla travolgente apostasia che li circonda, potrebbero trarre quantomeno un barlume di speranza dal comunicato stampa di cui sopra, perché almeno a parole esso annuncia l’intenzione di Menzingen di rimettere al primo posto la dottrina della Fede, come questi “Commenti” diranno la prossima settimana. (Nel frattempo un atto che il nuovo Superiore Generale potrebbe immediatamente compiere è quello di rendere pubblica una chiara e corretta sintesi del resoconto delle discussioni dottrinali del 2009–2011, cosa che ci era stata promessa all’epoca e che è rimasta una promessa mai mantenuta.)

Tuttavia, Don Pagliarani avrà la visione e la forza d’animo per mettere in atto gli atti corrispondenti alle sue parole? Solo il tempo lo dirà. In tutta onestà, egli ha ancora bisogno di tempo per far girare in mare la grande petroliera, e secondo questi “Commenti” ha bisogno sicuramente – o in ogni caso – delle nostre preghiere. Che la Madonna sia con lui, se veramente intende assumersi il pesante compito che gli sta di fronte di raddrizzare la Fraternità. Compito che rischia di essere una lotta!

Kyrie eleison.

“Diabolico disorientamento”

“Diabolico disorientamento” on Novembre 24, 2018

Da molto tempo ormai ci sono cattolici che, soprattutto se hanno familiarità con il complotto giudeo-massonico per distruggere la Chiesa, hanno giudicato che gli ecclesiastici che governano la Chiesa dal Vaticano II in poi sono dei veri criminali. Ma molti cattolici, a causa della carità e del loro radicato rispetto per i sacerdoti, hanno esitato a trarre una conclusione così drastica. Tuttavia, nel 2018 i frutti marci del Vaticano II stanno mostrandosi sempre più chiaramente. Ecco la testimonianza di un sacerdote americano al di fuori della SSPX:—

È necessario prendere una decisa posizione sulla situazione all’interno della Chiesa. Le parole di Suor Lucia, “diabolico disorientamento”, richiamano alla mente un’intervista pubblicata nel 2001 sulla rivista 30 Giorni. Padre Gabriele Amorth, all’epoca capo esorcista per il Vaticano, ha commentato il nuovo rito dell’esorcismo. Egli ha affermato che il nuovo rituale è così annacquato che è praticamente inefficace contro il Diavolo. Suor Lucia aveva ragione – un “diabolico disorientamento”, se c’è mai stato, dal 2001 è diventato ancora peggiore. Perché Satana si sarebbe dovuto fermare lì? Quello era solo l’inizio.

Per esempio, c’è chi dice che il nuovo Rito dell’Ordinazione Sacerdotale sarebbe invalido, mentre l’uso del Rito tradizionale è proibito. Per amor di Dio, perché? È il piano della neo-Chiesa, eliminare dal mondo il sacerdozio valido? Come preparare meglio la via all’Anti-Cristo? Senza una valida formula per l’esorcismo, come afferma Padre Amorth, e senza un sacerdozio valido, l’umanità non è indifesa contro il Diavolo? I poteri che sono in atto, e che lo sono stati fin dal Vaticano II, si muovono su tale strada in modo molto rapido e deliberato. Ne sono completamente convinto. L’evidenza è senza altro fin troppo incriminante. La gerarchia della Chiesa non crede più che i sacramenti siano comunque rilevanti. Questa era la posizione di Lutero, che ora viene commemorato dall’attuale Pontefice con una statua in Vaticano – è una follia totale!

Per quanto riguarda il mondo, gli Stati Uniti sono in uno stato di caos. Il Paese è completamente diviso e consumato dall’odio per tutto ciò che è corretto e giusto. Odia tutto ciò che proviene da Dio e si diverte nella disputa e nella bruttezza. La Chiesa, che un tempo era un luogo di conforto e di pace, sembra essere diventata irrilevante. La Nuova Messa è abbastanza perché si desideri che tutti i nuovi vescovi fossero morti!

Sinceramente non credo che la Chiesa possa essere restaurata con mezzi umani. L’influenza diabolica è troppo profonda, ed è adesso che si manifestano le vere intenzioni del Vaticano II. Cinquant’anni di lavaggio del cervello e di adesione forzata hanno reso i cattolici ciechi e, peggio ancora, indifferenti a quanto sta accadendo. Il Diavolo sembra essere riuscito a distruggere quella che una volta era la Chiesa. Mons. Lefebvre organizzò l’Operazione Sopravvivenza, ma ora Satana ha trovato il modo di infiltrarsi e distruggere tutto ciò che rimane della FSSPX di Monsignore e della Tradizione. Lentamente ma inesorabilmente il Diavolo li sta attirando, proprio come ha fatto con i vescovi preconciliari. I capi della Fraternità possono rendersi conto di avere sbagliato, ma se insistono a giocare con il fuoco, inevitabilmente si bruceranno.

Così può sembrare che sia l’uomo che governa qui in basso la Chiesa e il mondo, ma è senza dubbio l’influenza diabolica che sta guidando la confusione e la follia assoluta. Le reazioni scettiche della maggior parte dei cattolici mi hanno fatto esitare a chiamare in causa gli ecclesiastici come i veri colpevoli, ma non si può più esitare. Se si tiene conto di quanto dice la Scrittura nell’Apocalisse, forse non si può fare nulla per fermare il disordine, e solo Cristo ristabilirà l’ordine. Egli dice che rimarrà solo un resto.

Kyrie eleison.

Consacrazione imminente?

Consacrazione imminente? on Novembre 17, 2018

Nel mondo della Tradizione Cattolica si è diffusa la voce che nella Fraternità San Pio X ci sarà presto la consacrazione di un nuovo vescovo, o vescovi. Le voci non devono mai essere prese troppo sul serio, ma d’altra parte non sempre sono prive di fondamento. In questo caso, la FSSPX ha certamente bisogno di nuovi vescovi, perché Mons. Tissier da tempo non è in buona salute, Mons. de Galarreta, come primo Assistente della Fraternità, deve ora preoccuparsi di amministrare gli affari della Fraternità in tutto il mondo, e questo lascia Mons. Fellay il solo con piena libertà di viaggiare ovunque per le Cresime e le Ordinazioni. Quindi c’è certamente il fondamento per la voce su una nuova consacrazione.

Ma la voce va oltre, perché dice che il vescovo o i vescovi da consacrare avranno l’approvazione delle autorità romane, ed è su questo che vale la pena di prendere in considerazione tale voce, anche se non fosse vera, perché in questo sta l’esempio più chiaro dell’impossibile vicolo cieco in cui si è cacciata la neo-Fraternità con la sua politica volta a chiedere l’approvazione ufficiale alle autorità conciliari a Roma. In effetti, se il vescovo eletto avrà l’approvazione dei conciliari non pentiti, come potrà essere gradito ai veri tradizionalisti? E se ha l’approvazione dei veri tradizionalisti, come può essere al tempo stesso gradito ai capi del conciliarismo a Roma? E la sola risposta a queste domande può essere che: o i conciliari stanno rinunciando al loro Vaticano II, o i tradizionalisti stanno passando al Vaticano II, o i conciliari e i tradizionalisti si stanno incontrando in qualche modo a metà strada; è come se 2+2=4 e 2+2=5 trovassero una conciliazione in 2+2=quattro e mezzo.

E’ il caso di ricordare che la Tradizione Cattolica e il Vaticano II sono intrinsecamente inconciliabili? Sì, perché noi poveri esseri umani vogliamo sempre avere la nostra torta e mangiarla. Si vuole sempre far quadrare il cerchio, mescolare l’olio e l’acqua, ballare con il Diavolo in questa vita senza rovinare le nostre possibilità di godere con Dio nella prossima vita. E in questo vogliamo avere entrambe le cose: così che ogni ricetta per riconciliare Dio con il Diavolo sarà sempre venduta come una torta fragrante, fino a quando inevitabilmente fallirà, dopo di che ci sarà pronta immediatamente la prossima ricetta, che farà la stessa fine. Il fallimento è inevitabile perché, secondo le parole del vescovo anglicano Butler del XVIII secolo, “Le cose sono quelle che sono, le loro conseguenze saranno quelle che saranno, perché allora dovremmo cercare di essere ingannati?”

Così, mentre la Tradizione Cattolica viene da Gesù Cristo, che è Dio, il Vaticano II (1962–1965) deriva dal desiderio dell’uomo moderno di combinare la religione di Dio con la modernità senza Dio derivante dalla Rivoluzione Francese. Del Vaticano II, sia il Cardinale Suenens, a sinistra, sia Mons. Lefebvre, a destra, hanno detto la stessa cosa: e cioè che si tratta della Rivoluzione del 1789 all’interno della Chiesa: libertà religiosa per liberare gli uomini da ogni verità del passato, uguaglianza per livellare ogni ordine della vecchia Cristianità, e fraternità per creare il Nuovo Ordine Mondiale della fratellanza massonica dell’uomo senza Dio. Naturalmente il Vaticano II ha fallito, eccetto nello scopo segreto dei suoi progettisti giudeo-massonici di provare a distruggere la Chiesa di Dio; e dal momento che Dio Onnipotente, per purificare la Sua Chiesa, continua a permettere ai Suoi nemici secolari di flagellarla, ecco che costoro non stanno affatto rinunciando al loro Concilio, anzi, le odierne autorità della Chiesa lo stanno mettendo in atto più che mai.

Quindi, se queste stesse autorità approvano un vescovo eletto proveniente dall’interno di quella che era una volta la FSSPX tradizionale, questo può solo aiutare a dissolvere ogni resistenza residua nella FSSPX contro la neo-Chiesa massonica. E se i tradizionalisti approvano il vescovo eletto che piace alla neo-Chiesa, questo può accadere solo perché stanno perdendo la loro Fede cattolica sotto la prepotente influenza dell’odierna apostasia mondiale. “Cáveant cónsules”, dicevano i Latini. Che coloro che sono al comando facciano attenzione.

Kyrie eleison.

Ancora scivolamento

Ancora scivolamento on Ottobre 27, 2018

“Nessun nemico a sinistra” è un classico detto di democratici, socialisti, comunisti, ecc. Significa che in politica, nessuno che combatte a sinistra dovrebbe combattere chi come lui combatte a sinistra, a meno che questi non vada a destra. In religione, lo stesso detto dovrebbe valere come segue: nessuno che combatta la buona battaglia per la Tradizione cattolica dovrebbe combattere chi come lui combatte per la Tradizione, a meno che questi non sia in procinto di abbandonare la Tradizione. Questo significa che nessun cattolico della Tradizione dovrebbe normalmente attaccare la Fraternità San Pio X che per oltre 40 anni ha reso un servizio eccezionale alla Tradizione. Purtroppo, il Capitolo del 2012 della FSSPX ha dimostrato che essa sta scivolando via da quella Tradizione per cui fu fondata da Mons. Lefebvre, ed ora il Capitolo elettivo dello scorso luglio sembra mostrare che tale scivolamento stia continuando. Perciò, senza intenzione di danneggiare la vera Fraternità, facciamo che i cattolici vengano a conoscenza di tale scivolamento ufficiale in corso.

La cosa è evidente in una lettera circolare del quartier generale della Fraternità a Menzingen, che inizia a raccontare i dettagli delle decisioni politiche prese dal Capitolo dello scorso luglio riguardo ai rapporti della Fraternità con Roma. Tale politica è suddivisa in cinque sezioni, di cui le prime tre e l’ultima contengono una serie di pie considerazioni atte ad inquadrare la quarta sezione, che non potrebbe essere più ufficiale di così circa la politica della Fraternità nei confronti di Roma. Ecco questa quarta sezione, citata per intero. Essa è così importante per l’immediato futuro della Fraternità che ogni parola sarà stata scelta dal Capitolo con particolare cura, e quindi ogni parola può essere analizzata:—

4a È nei diritti del Superiore Generale decidere se sia opportuno avere contatti con la Santa Sede. Spetta a lui, con prudenza e quando sia giunta l’ora, dettata dalla Divina Provvidenza, prendere in considerazione una modifica dello status canonico, fatta salva la preventiva convocazione di un Capitolo.

4b La Fraternità è un’opera della Chiesa. Pertanto, non ha da concludere alcun accordo con il Santo Padre. Comunque, quando verrà il momento, i veri diritti della Fraternità saranno riconosciuti e codificati canonicamente. Per questo motivo i membri della Fraternità sono invitati a parlare più specificamente di “normalizzazione”, “riconoscimento”, “soluzione o modifica dello status canonico”, o di “rinnovo della nostra approvazione canonica”.

Circa 4a – In effetti, il Superiore Generale della Fraternità deve decidere quali negoziati con Roma servano alla Fede e come condurli, ma in tutti i Capitoli della Fraternità anteriori al 2012 (1994, 2000, 2006), è stato chiaramente ripetuto che ogni sottomissione definitiva alla Roma ufficiale, o ogni reintegrazione o accordo con essa, era cosa tanto importante per la Fraternità che il Superiore Generale non poteva decidere da solo senza un pieno Capitolo Generale che esprimesse voto favorevole. Si noti ora la fraseologia del 2018: la “modifica dello status canonico” è un’espressione da foglia di fico per coprire la collocazione della Fraternità della Verità di Mons. Lefebvre, sotto l’Autorità delle Bugie della Roma conciliare. E il “fatta salva” (cioè non escludendo) è un povero sostituto del “mai senza” (cioè includendo necessariamente). E si noti l’assunto che al Superiore Generale è garantito di decidere secondo la Provvidenza. Paolo VI aveva una tale garanzia?

Circa 4b – In effetti, normalmente nessun sottoposto si accorda con il suo Superiore come se i due fossero uguali, ma la Roma neomodernista non è la Roma normale! La Fraternità della Verità di Monsignore non ha il compito di porsi nella posizione di mendicante nei confronti dei modernisti che oggi ricoprono cariche a Roma. La Verità non va a mendicare dalla menzogna, a meno che non cessi di essere la Verità. In effetti, la neo-Fraternità del 2012 ha perso ogni presa reale sulla verità della travolgente crisi della neo-Chiesa del Vaticano II, e sta perdendo la sua presa sulla Verità in generale. Così, le quattro espressioni da foglia di fico che il Capitolo qui ha scelto per sostituire le parole atte ad esprimere la realtà del quartier generale della Neo-Fraternità, destinata ad essere svenduta ai nemici della Fede oggi sedenti a Roma, sono del tutto fuori luogo. Esse non corrispondono assolutamente alla realtà di tale svendita.

Kyrie eleison.