Fraternità San Pio X

Invito annullato

Invito annullato on Aprile 5, 2019

Mons. Vitus Huonder, ancora vescovo della grande diocesi di Coira nella Svizzera orientale, che comprende Zurigo, dopo tutto non ha intenzione di stabilirsi nella scuola maschile della Fraternità San Pio X a Wangs, quando andrà in pensione alla fine di questo mese. A gennaio il suo portavoce diocesano aveva annunciato che il vescovo si stava trasferendo nella scuola a nome della Congregazione per la Dottrina della Fede di Roma, per mantenere i contatti tra Roma e la Fraternità, ma il mese scorso lo stesso vescovo ha annunciato che non si sarebbe ritirato nella scuola della Fraternità a Wangs. E così è stato annullato l’amichevole incontro tra il vescovo di Roma e la scuola della Fraternità. E’ stata Roma, o la Fraternità, o entrambe, a raffreddarsi all’ultimo momento? Non lo sappiamo. Non importa. Ciò che conta è vedere chiaramente il conflitto senza fine tra la realtà di Dio e i falsi sogni degli uomini, e preferire la realtà di Dio.

In questo caso la realtà di Dio è che la Sua Chiesa cattolica e la rivoluzione conciliare degli uomini di Chiesa non potranno mai fondersi insieme, mentre gli uomini di Chiesa sognano di farlo. Ma Dio mette Dio prima degli uomini, mentre il Concilio Vaticano II (1962–1965) mette gli uomini prima di Dio. Le due posizioni sono inconciliabili al pari di Gesù Cristo e Satana. Dall’eternità Nostro Signore, il Bene stesso, può solo rigettare il male. Da quando Satana è caduto subito dopo la sua creazione, egli è stato fissato nel male e può solo odiare Dio e il Suo divino Figlio e la vera Chiesa di Suo Figlio. E gli uomini sono divisi tra le due influenze dal concepimento fino alla morte, perché essi ricevono da Dio la loro natura umana di base e possibilmente la grazia santificante, che li muovono verso Dio, mentre dalla Caduta di Adamo la loro natura è ferita dal peccato originale che li inclina verso Satana e il male. Nessun uomo vivo può evitare questo conflitto. O avanza nel bene e riduce in lui il male, o si allontana dal bene e affonda nel male.

Quindi, se Mons. Huonder (MH), un vescovo conciliare, si fosse trasferito nella scuola cattolica tradizionale a Wangs, sarebbe successa una delle due cose. O sarebbe riuscito a rendere la scuola meno tradizionale, o la scuola sarebbe riuscita a renderlo più cattolico. E così, se la sua residenza a Wangs è stata annullata: o Roma temeva che diventasse più cattolico, il che non è probabile perché MH è un tipico crociato della Neochiesa di Roma, oppure la Neofraternità ha cambiato idea, e invece di installare il lupo conciliare nel suo ovile a Wangs, ha deciso di escluderlo, dopo la sua precedente decisione di accoglierlo. Perché il cambiamento di intenzioni?

Ci sono due possibili spiegazioni. O in forza della virtù la Neofraternità per almeno un momento ha smesso di sognare che i lupi siano simpatici, o è stata costretta per necessità, dopo che sono venute fuori due nuove brutte rivelazioni in grado di rinviare l’accoglienza del lupo. Per un verso, sono venuti alla luce i particolari di un incontro discreto tenutosi nell’aprile di quattro anni fa a Oberriet, in Svizzera, tra Mons. Huonder e Mons. Fellay con Mons. de Galarreta, accompagnati da altri cinque sacerdoti della FSSPX, per discutere dell’ecumenismo del Vaticano II. MH ha iniziato con una posizione che può essere riassunta come “Accordo prima, dottrina seconda”, che è tipica di un conciliarista. I vescovi e i sacerdoti della FSSPX hanno risposto mettendo avanti la dottrina cattolica sull’ecumenismo, in un modo degno di Mons. Lefebvre. MH ha concluso con la promessa di portare a Roma le obiezioni della FSSPX sull’ecumenismo conciliare. Ma i romani conoscono quelle obiezioni a modo loro – in breve, gli argomenti di MH hanno mostrato che era un fedele servitore della Roma conciliare. Per un altro verso, sono venuti alla luce anche i particolari dell’ampio lavoro svolto da MH in seno alla Neochiesa, soprattutto a partire dal 2011, relativo all’amicizia ufficiale tra la Chiesa cattolica e gli Ebrei. Lavoro anch’esso tipico di un conciliarista, condotto o innocentemente o ignorando volutamente i quasi 2.000 anni di omogeneo – e soddisfatto – odio ebraico verso la Chiesa.

Queste due rivelazioni hanno dimostrato che MH è imbevuto di spirito del Concilio, e che sarebbe stato un ospite potenzialmente pericoloso di una casa della FSSPX. La vera Fraternità non avrebbe potuto invitarlo più. Ma la Neofraternità rischia di finire con l’aspettare semplicemente che i tradizionalisti diventino abbastanza morbidi da accettare tale conciliarismo in mezzo a loro.

Kyrie eleison.

Monsignor Huonder

Monsignor Huonder on Marzo 30, 2019

Era ampiamente noto che Monsignor Huonder (MH) vescovo della diocesi ufficiale di Coira, Svizzera, quando andrà in pensione in aprile all’età di 77 anni, stava per prender la residenza ufficiale per i suoi anni autunnali in una scuola maschile della Fraternità San Pio X a Wangs, Svizzera. Circolava addirittura la voce, attribuita ad uno stretto collaboratore dei due precedenti Superiori Generali della FSSPX, che lo stesso vescovo conciliare sarebbe stato il principale consacratore di due sacerdoti della Fraternità che, con la piena approvazione di Papa Francesco, sarebbero due nuovi vescovi per la FSSPX, forse dopo Pasqua. Una data così prossima per un evento così significativo sembra altamente improbabile, ma la sua logica è inesorabile, data la ventennale politica della Neofraternità volta a fondersi con la Neochiesa.

La stessa logica era alla base dell’insediamento di MH per il suo pensionamento nella scuola per ragazzi della Fraternità a Wangs. Si sa che anche come vescovo ufficiale di una delle più grandi diocesi della Neochiesa in Svizzera, egli abbia già fatto diverse visite alla scuola, dove era diventato popolare fra i sacerdoti della Neofraternità e i ragazzi che vi abitano. Eppure egli non avrebbe interrotto tutti i contatti con la Neochiesa a Roma. Al contrario, il suo attuale portavoce diocesano ha annunciato a gennaio che il ritiro del vescovo a Wangs in aprile “è legato ad una missione a lui affidata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, per mantenere i contatti con la FSSPX”. Chiaramente MH, ritenuto amico personale di Papa Francesco, aveva in programma di agire come anello di congiunzione tra la Neochiesa e la Neofraternità, nella speranza di avvicinarle di più.

Tale speranza non era necessariamente disonesta. Molti uomini della Neochiesa non possono vedere (o non vogliono vedere) l’abisso che separa la religione cattolica di Dio dalla religione conciliare dell’uomo. Da entrambe le parti esiste il desiderio di fingere che non esista un simile abisso. Da un lato i cattolici hanno difficoltà a sopportare di trovarsi al di fuori della struttura dell’Autorità visibile della Chiesa, mentre dall’altro lato i seguaci del Vaticano II hanno bisogno di rassicurarsi di non aver rotto con la vera Tradizione immutabile della Chiesa. Può ascriversi a merito di MH che voleva stabilirsi in un ambiente più cattolico della sua ex diocesi ufficiale, dove probabilmente non ha alternative a dare la Comunione a giovani donne in abito succinto, e non ha alternative a ritirare alcune osservazioni sue del tutto giustificate contro l’omosessualità. Ma “Un fatto è più forte del sindaco”, dice un proverbio inglese.

E il fatto è che il Vaticano II è stata la più grande rottura con la Tradizione cattolica in tutta la storia della Chiesa. Prendiamo ad esempio la Neomessa, che sta al Concilio come la pratica alla teoria. MH non doveva mai celebrarla nella scuola? Poteva accettare di non celebrarla mai? E anche se poteva, può ammettere che la teoria e la pratica del suo sacerdozio e del suo episcopato sono state immerse nella svendita conciliare della vera Chiesa di Dio al mondo moderno senza Dio? Poteva liberarsi quasi subito delle convinzioni accumulate nelle sue decine di anni di immersione nella Chiesa conciliare? Ordinato sacerdote nel 1971 e consacrato vescovo nel 2007 con i riti del rivoluzionario Paolo VI, può ammettere che per eliminare ogni dubbio sulla validità dei Neoriti, ha bisogno di essere riordinato e riconsacrato sub conditione? O la Neofraternità non richiede più nessuna delle due cose? Sembra molto probabile, data la sua pratica recente, ma come risponderebbero a questo i Tradizionalisti svizzeri? A quanto pare Monsignor Vitus Huonder può essere un uomo onesto e ben intenzionato, ma la sua è un’onestà conciliare, il che significa che è leale ad una corruzione completamente disonesta della Fede e della Chiesa cattolica.

Purtroppo, in tutto il mondo i tradizionalisti della Fraternità stanno abituandosi alla sostituzione della Fraternità di Mons. Lefebvre con la Neofraternità. Mons. Fellay ha voluto collocare la FSSPX dentro le mura della Roma ufficiale perché agisse come un cavallo di Troia per convertire la Roma conciliare. Ma pur concedendo a MH tutta la buona volontà del mondo, non è che egli è stato messo ad agire come cavallo di Troia all’interno delle mura della Fraternità? Si può sperare che la scuola di Wangs gli avrebbe permesso di vedere l’abisso tra la Tradizione e il Concilio, ma questa è una bella speranza. Alice era nel Wonderland (nel Paese delle Meraviglie). La Neofraternità è ora nel Huonderland (nel Paese degli Huonder).

Kyrie eleison.

Un convertito oggi – III

Un convertito oggi – III on Marzo 16, 2019

Caro giovane amico,

Due settimane fa questi “Commenti” hanno raccontato la sua storia di conversione dalla terra desolata di una moderna Università alla verità della fede cattolica. Essa si concludeva con la sua richiesta di consigli perché lei stesso ha capito che Dio le ha dato la Verità, ma che lei aveva bisogno di orientarsi in una situazione molto confusa della Chiesa e del mondo. Il numero della scorsa settimana di questi “Commenti” ha dato dei consigli di base che valgono per un cattolico convertito in generale, cioè in tutti i tempi e i luoghi. Il presente numero offre il consiglio particolare rivolto a lei che si accorge di trovarsi in mezzo all’odierno caos nella Chiesa, mai visto in tutti i 20 secoli di storia della Chiesa.

La crisi è senza precedenti perché il mondo va verso la sua unica fine, e noi ci stiamo avvicinando. Veda la descrizione che fa Nostro Signore degli ultimi tempi (Mt. XXIV, Lc. XXI), e veda l’ammonimento di San Paolo, risalente all’incirca al 67 d. C., e relativo a questi tempi (II Tim. III, 1–9), specialmente i versetti 5 e 8: ci saranno “uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede”, “con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!”. Ottimo consiglio per il 2019 d. C., perché è importante rendersi conto che oggi gli uomini in generale e i cattolici in particolare non sono del tutto “normali”, ma uomini giunti ad una cattiva condizione dopo un lungo processo di degenerazione. E tale consapevolezza non deve portare né a disprezzarli, né a disperare, ma ad avere la giusta misura di ciò che significa vivere da cattolici in un mondo post-cristiano e anticristiano. In Dio questo si può fare: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza ” (Fil IV, 13).

Il caos nella Chiesa oggi è speciale perché mai prima del Vaticano II negli anni ‘60 la Chiesa ufficiale di Roma si era ufficialmente allontanata dalla Fede cattolica. Ora, la Verità e l’Autorità cattoliche furono predisposte da Nostro Signore perché andassero di pari passo – quando Pietro non verrà meno alla sua Fede (Verità cattolica), una volta ravveduto deve confermare gli altri Apostoli (Autorità cattolica – Lc. XXII, 32). Così la Verità è lo scopo stesso dell’Autorità, ma è necessario che l’Autorità la protegga. L’una ha bisogno dell’altra, ma col Vaticano II esse si sono separate, perché i Papi, i Cardinali e i Vescovi (Autorità), calamitati dal mondo moderno, hanno abbandonato la vecchia religione (Verità). Da allora, tutti i cattolici hanno finito col diventare schizofrenici – o si sono aggrappati alla Verità e hanno lasciato andare la falsa autorità, o si sono aggrappati all’Autorità e hanno lasciato andare la Verità, o hanno trovato una loro via di mezzo. Da allora, ogni pecora cattolica ha dovuto trovare la sua strada in mezzo al filo spinato messo su dai cattivi pastori del Vaticano II.

Se dai loro frutti li riconoscerete (Mt. VII, 15–20), la strada intrapresa da Mons. Lefebvre, di resistere ai falsi pastori pur riconoscendone l’autorità, si è rivelata come la più fruttuosa per affrontare la confusione instaurata dal Concilio, ma i suoi successori a capo della sua Fraternità non si sono dimostrati fedeli al suo equilibrio tra Verità e Autorità. Ancora oggi molti stanno strisciando verso la falsa Roma, oggi più falsa che mai! Lasci che l’avverta del pericolo di pensare oggi che l’apparenza del cattolicesimo sia la stessa cosa della sua sostanza. Ma allora, come si fa a sapere dove si trova la sostanza? La risposta migliore è quella di Nostro Signore, appena menzionata – giudicare dai frutti. Da quali frutti? Dalla fede soprannaturale, che Dio le ha appena dato, e dall’autentica carità soprannaturale che deve seguirla.

Nel frattempo frequenti Lei per un po’ diversi tipi di cattolici, ma per ascoltare più che per parlare. Non abbia fretta di perseguire una vocazione perché Dio non ha mai fretta (Gal. I, 18; II, 1). Abbia una fiducia illimitata nella Sua Saggezza e nella Sua Provvidenza, ed eviti di appoggiarsi incondizionalmente a qualsiasi capo o capi umani, finché Dio non rimetterà in piedi la Sua Chiesa (come certamente farà). Onori sempre suo padre e sua madre, per quanto possano sembrare in errore (Dio non ha dato loro la grazia che ha dato a lei). Abbia una inesauribile compassione per la massa di anime confuse che vede intorno a lei, ma non confonda mai la sincerità soggettiva con la verità oggettiva. Ami la Madre di Dio, e reciti ogni giorno, finché può, tutti i 15 Misteri del Suo Santo Rosario. E Dio sia con lei.

Kyrie eleison.

Maccabei ? Dove?

Maccabei ? Dove? on Gennaio 26, 2019

Cosa significa la riunificazione della Fraternità San Pio X con Roma per la gran massa degli abitanti del mondo e anche per la gran parte dei cattolici? La risposta deve essere: poca cosa. Così deve essere accaduto quando i passeggeri del Titanic videro una squadra di ingegneri andare sottocoperta per fare un’ispezione: avranno mostrato poco interesse; ma non appena sono venuti a sapere che la loro grande nave era condannata, il loro interesse deve essere alquanto cresciuto. La Chiesa cattolica si è scontrata con l’iceberg del Vaticano II oltre 50 anni fa. Un grande ingegnere della Chiesa avvertì il capitano della stessa Chiesa di ciò che era successo, e quale fu il risultato? Egli mostrò come impedire che la Chiesa affondasse. Purtroppo, Mons. Lefebvre allora non fu ascoltato, né lo è stato da allora, e i suoi scoraggiati successori oggi preferiscono ascoltare i capitani fuorviati, i quali, se la Fraternità non mostra più la vera via d’uscita, sono da compatire. Ricordiamo gli ultimi sei anni del processo di riunificazione e valutiamo a che punto si trova oggi.

Il passo decisivo in questo processo è stato il Capitolo Generale della Fraternità del 2012, dove si è rinunciato al principio fondamentale di Monsignore: senza un accordo dottrinale tra la Fraternità e Roma, nessun accordo puramente pratico potrà servire alla Chiesa. Questo perché un cattolico è tale in primo luogo per la sua soggettiva virtù di fede, che sottomette la sua mente e la sua volontà all’oggettivo credo della Fede della Chiesa. L’errore che procura il soggettivismo è rendere soggettiva la Fede oggettiva, in modo che io sia libero di credere, e di conseguenza di comportarmi, come mi piace. Come credere che 2 più 2 faccia 4, OPPURE 5 OPPURE 6 OPPURE 6.000.000. Questa infedeltà del Vaticano II, la Fraternità la ha essenzialmente adottata nel 2012, eppure i capi della Fraternità hanno iniziato a rassicurare da subito i loro sacerdoti e i laici che nulla di essenziale era cambiato nella Fraternità. MA –

Nel 2013 ebbe inizio a Roma una serie di incontri pubblicamente ammessi con le autorità romane, per preparare passo dopo passo il pieno riconoscimento. Questo processo è stato regolarmente seguito:—

Nel 2014, ci sono state delle visite di dignitari romani ai seminari della FSSPX, e c’è stato per il Giubileo la “concessione” temporanea della giurisdizione ufficiale per le Confessioni amministrate dalla FSSPX.

Nel 2015, la “concessione” temporanea per le Confessioni e l’Estrema Unzione è stata resa permanente.

Nel 2016, le ordinazioni sacerdotali nella FSSPX non dovevano più essere punite con la sospensione “a divinis”.

Nel 2017, i matrimoni celebrati dalla Fraternità sono stati resi “leciti” dalla partecipazione di un sacerdote della Neochiesa come testimone.

Nel 2018, il Capitolo Generale della FSSPX ha eletto per il suo Consiglio Generale tre uomini che non sono leoni della Fede, e ha creato due nuovi incarichi ad affiancarli (Consiglieri Generali) per consentire a Mons. Fellay e a Don Schmidberger di mantenere il loro potere come i due principali leoni della riunificazione.

E nel 2019? – Roma ha attuado il riassorbimento della Commissione Ecclesia Dei (ED) nella Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), da cui era sorta nel 1988 per riportare a Roma i cattolici tentati dalle consacrazioni episcopali della Fraternità a seguire Monsignore invece che Roma. Come tale, l’ED era destinata ad essere relativamente gentile con i tradizionalisti. Ma Papa Francesco non ha tempo per la Tradizione. Quindi, poiché la Neofraternità ora è d’accordo con Roma e non c’è più lo scontro con Roma che c’era nel 1988, egli ha posto fine all’ED. Ma mentre l’ED era gentile con la Tradizione, la CDF annovera i leoni della Neochiesa. Come Cappuccetto Rosso, la Neofraternità si getta nelle fauci di Roma – “Oh, dolce grande cattiva Roma, che bei denti che hai!” “Per mangiarti meglio, sciocca bambina!”

E la Fraternità? Come sarà felice que Roma ha soppressa l’ED, perché la CFD la tratterà come appartenente pienamente alla Chiesa, così rischia di essere felice se Roma dovesse assegnare alla Fraternità due Neovescovi relativamente decenti per sovvenire al suo bisogno di Ordinazioni e Cresime, ma provenienti da fuori la Fraternità e sempre sotto il controllo della stessa Roma. Da parte di Roma sarebbe una mossa intelligente, atta a chiudere ancora di più la trappola su ciò che resta della Fraternità di Monsignore Lefebvre. E quanti sacerdoti della Neofraternità vedranno che in questo c’è “un mare di problemi”, per non parlare di “prendere le armi, per porvi fine” (Amleto)? Non molti, si può temere.

Kyrie eleison.

Trappola chiusa?

Trappola chiusa? on Gennaio 12, 2019

E così la Chiesa e il mondo sono entrati in un altro anno, con tutto ciò che porta ad una terza Guerra Mondiale per spazzare via l’umanità dalla faccia della terra. E questi “Commenti” hanno raggiunto il loro 600° numero, mentre sembra giusto ieri che celebravano il loro 500° numero. Il mondo gira ad un ritmo vertiginoso – in latino, “volvitur orbis” – ma Dio Onnipotente ha il pieno controllo, e la Sua Croce è saldamente piantata, e non si muove – “stat crux”. E allora Dio dà una grande libertà ai Suoi nemici per agire come Suo flagello per una generazione senza Dio, ma la flagellazione è per il bene della gente, per permettere alle pecore di separarsi dalle capre, e per impedire alle pecore di scivolare all’Inferno. E che i Suoi nemici non pensino di avere la meglio su di Lui – Dio ha usato gli Assiri per castigare gli Israeliti, ma guai agli Assiri se pensavano di sfuggire alla Sua giustizia! – Isaia X, specialmente il versetto 15 – Dio non si prende in giro.

Ma il vero centro dei problemi del mondo è il problema senza precedenti della Chiesa cattolica. La Chiesa dipende dalla sua gerarchia di vescovi e sacerdoti, quindi era logico che se Dio aveva programmato che la Sua Chiesa declinasse prima della fine del mondo (Lc. XVIII, 8), la gerarchia sarebbe stata coinvolta nel declino, e questo fu il Concilio Vaticano II (1962–1965). Il tempo della forte tenuta degli ecclesiastici aveva avuto inizio con la Controriforma del 1500, facendo quattro secoli ammirevoli di cattolicesimo, ma dopo, quella resistenza ha ceduto, e costoro hanno sostituito la Chiesa cattolica di Dio con la loro Neochiesa, o Chiesa conciliare. Negli anni ‘70 c’era ancora abbastanza fede nei cattolici da rendere possibile una seria continuazione della resistenza, alla quale Mons. Lefebvre e la sua Fraternità San Pio X hanno fornito una guida, ma dopo altri 40 anni i successori di Monsignore hanno rinunciato a questo sforzo, e di conseguenza i cattolici sono oggi più abbandonati che mai.

Oggi la vita sembra che si prosciughi ancora all’interno di loro. E’ un’illusione agire o reagire come se fossimo ancora negli anni Settanta. “Volvitur orbis”. Il mondo è andato avanti, e con esso la Chiesa. Condizioni estreme richiedono misure estreme. Mentre quelle che un tempo erano fiorenti istituzioni cattoliche lentamente si trasformano una dopo l’altra in un gioco di società, i cattolici si trasformano lentamente in ambulanti fantasmi di se stessi, e sembra che ci sia poco da fare. Né la retorica o le belle parole sono la soluzione. Le belle parole sono diventate logore e la retorica è vuota. I cattolici dipendono dalla loro gerarchia, e la loro gerarchia è colpita. Il Pastore è colpito, e le pecore sono disperse, e non serve a nulla che si rivolgano al Pastore colpito. E come se egli non ci fosse più!

Una recente notizia, o voce – la geometria è variabile a seconda della reazione pubblica – dice che la Commissione romana, Ecclesia Dei (ED), fondata da Roma subito dopo le Consacrazioni della Fraternità nel 1988 per attrarre i cattolici tentati di seguire Mons. Lefebvre piuttosto che Roma, sta per essere riassorbita nella Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF). Apparentemente il riassorbimento doveva essere annunciato il 20 dicembre, ma forse Roma ci ha pensato due volte. Intanto, mentre gli attuali capi della Fraternità, pensando di trovarsi meglio sotto la “normale” CDF, potrebbero essere ben felici di rinunciare allo speciale privilegio dell’ED e di porre cosí fine al loro “scisma” (come lo vedono loro), ci possono essere ancora cattolici che sono cattolici abbastanza da volere che Roma faccia almeno qualche gesto ancora a favore della Tradizione. Ma dal momento che la ED è da tempo una truffa, sia i Romani sia i capi della Fraternità vogliono che la trappola romana venga chiusa . . . . .

Allora cosa fanno i cattolici che hanno la Fede e vogliono conservarla? Prima di tutto, facciamo il punto della situazione. L’edificio della Chiesa a Roma è stato cementato da 250 anni di sangue dei martiri, che è sgorgato rosso anche da molte giovani donne. Dove sono oggi i potenziali martiri? Dio Onnipotente ne ha abbastanza dei cattolici che sono cresciuti nei secoli sempre più deboli nella Fede, e sta riportando i leoni per suscitare alcuni degni candidati al Cielo. In secondo luogo e di conseguenza, stringiamo i nostri lombi e prepariamoci a giocare da uomini, come hanno fatto quelle giovani donne (senza traccia di femminismo), e umiliamoci sotto la Sapienza e la Giustizia di Dio. In terzo luogo, ricordiamoci che molti che adesso sono fra i primi possono finire fra gli ultimi, e viceversa. E quarto, sempre: “Veglia e prega, veglia e prega, Quindici Misteri ogni giorno”.

Kyrie eleison.

Il problema

Il problema on Dicembre 29, 2018

La via di Dio non è la via facile. Ecco una email di un lettore di questi “Commenti”, che approfondisce un punto qui spesso sollevato, ma che non sarà mai sollevato abbastanza, perché è al centro del problema e del pericolo per la Fraternità San Pio X fin dal 2012 e per il prossimo futuro: la sottovalutazione della dottrina. Ecco cosa egli scrive, abbreviato e adattato come di consueto da questi “Commenti”:—

Quando penso al passaggio effettuato della Fraternità nel 2012: dalla dottrina prima della pratica, alla pratica prima della dottrina, che culminò in un accordo segreto con cose che non vanno dette pero nondimeno concordate, credo che il Quartier Generale della FSSPX si sia comportato come i comunisti la cui tattica era, nella Francia del dopoguerra, quella di dire ai cattolici: “Guarda, voi volete aiutare la classe operaia proprio come noi, ma voi avete la Fede, mentre noi siamo atei. Allora, lasciamo da parte le questioni di dottrina. Lasciateci mantenere la nostra ideologia marxista, e noi non vi chiederemo di abbandonare la vostra Fede. Agiamo insieme per alleviare la miseria degli operai e restituire un po’ di speranza alle vittime della società moderna”. E in questo modo un gran numero di preti-operai che avevano acconsentito a condividere la vita degli operai per convertirli, si trasformarono in marxisti. Il motivo era, come diceva Sant’Agostino, che se non agisco come penso, finirò per pensare come agisco. Pio XII proibì che si continuasse l’esperimento del prete-operaio, ma solo dopo che molti preti avevano abbandonato il sacerdozio. E il futuro Paolo VI a Roma e l’Arcivescovo di Parigi rivaleggiarono nel minare la disposizione di Pio XII, perché già allora credevano più nell’azione che nella dottrina.

Allo stesso modo, il passaggio della Fraternità, nel 2012, dalla dottrina all’azione, non ha cessato di produrre frutti amari. Quando si sente dire che Roma non chiede più alla Fraternità di rinunciare a qualcosa, si tratta di pura scemenza. Benedetto XVI ha visto chiaramente che cosa c’era in gioco quando ha spiegato ai modernisti preoccupati del fatto che Roma e la Fraternità si rimettessero insieme: un accordo pratico avrebbe cambiato l’atmosfera in modo tale da porre fine alle critiche della Fraternità nei confronti di Roma, senza che fosse necessario un ulteriore intervento speciale da parte di Roma. E la sua posizione era confermata dall’esempio degli Istituti Tradizionali che dal 1970 avevano fatto accordi con Roma. Per quanto riguarda la Fraternità, essa si trova oggi con entrambi i piedi in questa trappola. L’insegnamento dei Papi, la voce della ragione, la stessa esperienza, pare che non servano a niente. E tutti quei sacerdoti e laici formatisi nella Tradizione cattolica hanno ora il pregiudizio più terribile di tutti: la mentalità di chi sa, ma pensa sia meglio relativizzare o lasciare da parte ciò che sa.

Quello che conta ora non è aspettare di vedere cosa farà o non farà Roma per fermare la Tradizione. Il vero nemico non è fuori della Fraternità. Quello che conta è capire che chiedendo a Roma una normalizzazione, o un riconoscimento, o una regolarizzazione (la si chiami come si vuole!), la Fraternità sta accettando di fatto i Romani nel loro miserevole stato attuale, e sta così compromettendo la propria integrità. Questo comportamento dimostra che la Fraternità ha inghiottito il veleno modernista, che come un cancro si sta diffondendo sempre di più all’interno della Fraternità.

Cari sacerdoti della Fraternità, questa eccellente analisi vi avverte sul presente e molto reale pericolo che correte. Il vero nemico della Fraternità non è solo all’interno; esso sta nei vostri capi. È la convinzione ipocrita che il contatto con i criminali o i modernisti delusi che governano la Chiesa a Roma non solo non è pericoloso, ma è positivamente vantaggioso per la Chiesa universale. Tuttavia, se alcuni di questi modernisti in carica nella Chiesa di Dio fossero veramente delusi, si può pensare che Dio non stia offrendo loro tutta la grazia necessaria per vedere i loro frutti così come sono, cioè la distruzione radicale della Sua Chiesa? In tal caso, quanti di loro possono essere veramente delusi? In tal caso, quali affari possono trattare e pianificare con loro i vostri capi? Dio disse a Lot di uscire da Sodoma, e non guardare indietro! Per la vostra salvezza e quella del vostro gregge, dovete prendere tutte le misure necessarie per isolarvi dalla mafia non solo di Roma, ma anche di Menzingen se non c’è lí un vero cambio de curso! Che Dio sia con voi.

Kyrie eleison.