Tag: Mons. Marcel Lefebvre

La fede è cruciale – II

La fede è cruciale – II posted in Commenti Eleison on Gennaio 13, 2018

Vostra Eccellenza,

Parlando con un sacerdote dell’Indulto (uno che dice la vera Messa ma obbedisce agli ufficiali di Chiesa a Roma), mi sono confuso riguardo a Mons. Lefebvre e alla posizione che ha assunto in difesa della Fede. Pensavo che avesse ragione, ma ora non ne sono così sicuro. Ecco alcuni degli argomenti del sacerdote:—

1 Monsignore disobbedì a Roma. Ciò dimostra che era orgoglioso.

2 Se avesse rinunciato alla sua Fraternità e ai suoi seminari per obbedire a Roma, sarebbe stato eroico.

3 Se ha disobbedito a Roma per salvare la Tradizione, ha fatto il male per ottenere il bene, il che è vietato.

4 Ubbidire a un Papa fuorviato come Papa Francesco, è un martirio con cui si imita Cristo.

5 Che Mons. Fellay faccia un passo nelle fauci del leone romano è, in termini spirituali, eroico.

Caro Signore,

In tempi normali, la Chiesa cattolica dà alle anime una chiara direzione su ciò che è vero o falso, giusto o sbagliato, e Lei non avrebbe motivo di essere confuso. Ma a partire dal Concilio Vaticano II (1962–1965) non ci sono più stati tempi normali, perché gli stessi uomini di Chiesa romani in quel Concilio abbandonarono la vera religione cattolica di Dio e adottarono una falsa religione umana che possiamo chiamare “Conciliarismo”. Quindi, sin dagli anni ‘60, i cattolici sono stati confusi da cima a fondo nella Chiesa, cercando di andare contemporaneamente in due direzioni. Per esempio, il suo sacerdote dell’Indulto dice la Messa della vera religione, mentre intende obbedire ai Romani che fanno tutto per scostare questa buona Messa. Nessuna meraviglia che nell’ascoltarlo Lei si confonda. E rimarrà confuso finché non comprenderà appieno la differenza tra la vera religione di Dio e il Conciliarismo degli uomini – Dio vuole forse che Lei faccia un po’ di più compiti a casa.

Un cattolico è un cattolico per la Fede in cui crede, per i sacramenti che riceve e per la gerarchia a cui obbedisce. Ma egli è in primo luogo cattolico per la sua Fede, senza la quale non avrebbe alcuna preoccupazione per i sacramenti cattolici o per la gerarchia. Perciò per un cattolico, la fede cattolica è fondamentale, e si tratta di quella fede che gli ufficiali romani hanno abbandonato al Vaticano II per scendere dalla lunghezza d’onda di Dio alla lunghezza d’onda dell’uomo moderno. Quindi il Conciliarismo è fondamentalmente diverso dal Cattolicesimo e crea un punto di vista completamente diverso da cui valutare l’orgoglio, l’eroismo, l’obbedienza e così via. Il punto di vista cattolico è vero, il punto di vista conciliare è falso. Quindi, agli argomenti del sacerdote dell’Indulto si può replicare:—

1 Monsignore non era orgoglioso, perché egli difendeva la verità di Dio e metteva Dio prima degli uomini. Al contrario, eretici come Lutero e i Conciliaristi sono orgogliosi perché sfidano Dio per compiacere gli uomini.

2 Egli fu eroico nel non seguire Roma, nel resistere a Roma sbagliata, per mettere Dio al primo posto.

3 Quando fece quello che fece per salvare la Tradizione, fece non il male ma il bene per ottenere il bene.

4 Il martirio cattolico sta nella sofferenza e nella morte, non per una causa qualsiasi, ma solo per la vera Fede cattolica. Monsignore ha sofferto un vero martirio nel non allontanarsi dai Papi che avevano sbagliato, e nel fare tutto il possibile per far vedere loro che stavano abbandonando la vera Fede.

5 I suoi successori, al contrario, che stanno facendo tutto il possibile, almeno dal 2000, per portare la Fraternità di Monsignore sotto il controllo dei Romani conciliari, non sono in alcun modo eroici perché stanno mettendo gli uomini prima di Dio. Né sono martiri, né imitano veramente Cristo, ma sono davvero orgogliosi.

Caro Signore, io spero che da adesso lei possa considerare che nella Chiesa, in definitiva, ogni cosa deve essere valutata alla luce della Verità e della Fede. Q uesto, perché l’attitudine basilare verso Dio consiste per l’uomo nella sua fede o nella mancanza di essa. Un uomo può scegliere di andare all’Inferno, se vuole, ma se vuole andare nell’unico vero Paradiso dell’unico vero Dio, deve partire dal credere in Lui, secondo la vera Fede.

Kyrie eleison.

FSSPX, 2018?

FSSPX, 2018? posted in Commenti Eleison on Gennaio 6, 2018

Mentre il mondo precipita in basso, sempre più persone stanno aprendo gli occhi e si stanno chiedendo dove finirà. Mentre la Chiesa cattolica è guidata risolutamente in basso da un papa che sembra intenzionato solo a cancellare le ultime tracce della Chiesa pre-conciliare, sempre più cattolici stanno aprendo gli occhi e sono spinti a chiedersi se il Concilio (1962–1965) non sia stato un qualche problema per la vera Chiesa cattolica. Quindi costoro guardano verso la Fraternità San Pio X, che fu fondata nel 1970 da Mons. Lefebvre proprio per assicurare la continuazione della Chiesa pre-conciliare, e cosa trovano? Un gruppo di sacerdoti sempre più solidari con la Chiesa post-conciliare, sempre meno chiari sul Vaticano II, e che stanno scivolando tra le braccia dei Romani conciliari. Risultato? Molte di queste anime che cercano la Verità sono più confuse che mai. Allora, dove sono diretti la Chiesa e la Fraternità San Pio X nel 2018?

Le anime che cercano la Verità devono leggere (per esempio, Il Reno si getta nel Tevere, di Ralph Wiltgen, o la Lettera aperta ai cattolici perplessi, di Mons. Marcel Lefebvre). È così che molti cattolici hanno trovato la loro strada negli anni ‘70 e ‘80 verso il movimento Tradizionale, dove hanno ritrovato la vera Chiesa che sapevano di aver perso dopo il “rinnovamento” del Concilio. E in Mons. Lefebvre (1905–1991) trovarono una guida con una chiara visione cattolica di ciò che era accaduto al Concilio – che si era svolto sotto la pressione del mondo moderno per conformarsi a tale mondo, mentre dall’inizio della Chiesa fino al XX secolo, era sempre stata la Chiesa stessa a mettere il mondo sotto pressione perché si conformasse a Dio. In questa prospettiva, il Vaticano II è stato uno sconvolgimento, un capovolgimento senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, ma i Padri conciliari erano quasi tutti più o meno affascinati dal mondo moderno. È tale sconvolgimento che ha determinato il corso della Chiesa ufficiale dal Concilio fino ad oggi. E dato che i nemici di Dio e dell’uomo erano dietro il mondo moderno e dietro il Vaticano II, e dato che per una giusta punizione di Dio essi si sono fortemente trincerati negli uffici del Vaticano, nel 2018, a meno di un miracolo o di gravi eventi che intervengano, la Chiesa ufficiale continuerà il suo tuffo verso il basso.

E la Fraternità San Pio X nel 2018? All’inizio di luglio, tra sei mesi, la FSSPX terrà le elezioni per scegliere coloro che saranno per i successivi 12 anni i suoi tre alti funzionari, il Superiore Generale e i suoi due Assistenti. Se i 40 sacerdoti dirigenti della Fraternità che voteranno in quelle elezioni desiderano che la Fraternità continui a scivolare nelle braccia della Roma conciliare, cioè della Chiesa ufficiale, allora senza dubbio voteranno Mons. Fellay come Superiore Generale, in modo che egli possa finire il lavoro di sostituzione della chiara visione di Monsignore sulla necessità di resistere al Vaticano II, con la sua confusa visione volta a mescolare la Tradizione cattolica con il Vaticano II, che è come mescolare il fuoco con l’acqua. Proprio come Paolo VI (1963–1978) sognava di salvare sia la Chiesa sia il mondo moderno mescolandoli nel Vaticano II, e quasi annientava la vita della Chiesa col suo sogno tirannico, così Mons. Fellay ha dissanguato la vita dalla Fraternità avvolgendola nel suo sogno parallelo di salvare sia la Tradizione sia il Concilio con una riconciliazione messianica di sua invenzione. Tale visione è molto diversa da quella di Mons. Lefebvre. Allora come voteranno i 40 sacerdoti? Dal loro voto dipende come la Società si svilupperà nel 2018, almeno da luglio in poi.

Tuttavia, per il Vaticano II c’era una ragione, ed era il divario sempre più ampio tra la vera Chiesa di Dio e l’uomo moderno. La tensione di tenerli insieme era divenuta insopportabile, e i Padri conciliari cedettero. Mons. Lefebvre tenne la sua posizione cattolica e fondò la Fraternità, ma i suoi successori a capo di essa a loro volta hanno ceduto alla stessa tensione. L’odierno mondo senza Dio circonda tutti noi, e il fascino delle sue sirene è altamente seducente. I cattolici devono “vegliare e pregare” – hanno bisogno di leggere e ancora leggere, e devono mantenere una forte vita di preghiera con cui aderire a Dio – i 15 Misteri del Santo Rosario, ogni giorno.

Kyrie eleison.

Liberalismo = Religione

Liberalismo = Religione posted in Commenti Eleison on Dicembre 2, 2017

Non solo il liberalismo è un peccato grave che disonora Nostro Signore Gesù Cristo; esso è in effetti una religione. Stiamo morendo di liberalismo e delle sue conseguenze. Per due secoli si è diffuso ovunque, nelle nostre scuole, nelle nostre società. È un veleno che distrugge i comandamenti di Dio, insieme a tutto ciò che costituisce la bellezza e la grandezza della civiltà cristiana. Nella sua Enciclica Humanum Genus, Leone XIII disse riguardo ai massoni: “Dobbiamo strappare loro la maschera e mostrarli così come sono, per evitare loro e i loro errori”. Io credo che il liberalismo sia un frutto della Massoneria che deve anche essere smascherato, perché se ne comprendano appieno i pericoli.

Il liberalismo ha la sua dea: la libertà. Al tempo della Rivoluzione francese, i liberali adorarono la “dea ragione” nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, adorarono cioè la libertà, la libertà dell’uomo, quella stessa libertà che ha la sua statua all’ingresso del porto di New York, e che è stata celebrata in un modo incredibile non molto tempo fa. L’uomo è libero, finalmente liberato da ogni legge, e in particolare dalla legge di Dio. La libertà è la dea della religione del liberalismo.

Il liberalismo ha un suo sacerdozio, nelle persone dei massoni, un sacerdozio segreto, organizzato ed estremamente efficiente. Ci sono migliaia e migliaia di massoni. La setta esclusivamente ebraica del B’nai B’rith, che viene ricevuta molto frequentemente dagli uomini di Chiesa a Roma, e che è stata presente negli incontri di Assisi, da sola conta cinquecentomila membri in tutto il mondo. Molto diffuso è anche il Grande Oriente.

Il liberalismo ha i suoi dogmi: sono la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Questi diritti del liberalismo, come hanno insegnato i Papi, sono gli strumenti inventati dalla massoneria da usare contro Dio, per liberare l’uomo da Dio. A partire da lì, l’uomo è libero di peccare, di disobbedire a Dio . . . la libertà di stampa . . . è solo uno dei tanti presunti Diritti dell’Uomo che sono stati condannati dai Papi per un secolo e mezzo.

Il liberalismo ha la sua moralità, che è semplicemente immoralità: niente freno alla libertà. Per vent’anni i liberali sono riusciti a introdurre nella legislazione di quasi tutti gli Stati tutti quei principi che vanno contro la morale cattolica, come l’aborto, la libera unione, ecc. – il vivere nel peccato è favorito dal sistema fiscale.

Il liberalismo ha la sua politica: in particolare la democrazia, la democrazia dei numeri. E il popolo che si suppone abbia la responsabilità. Ma in realtà, si tratta di soggiogarlo meglio, dominarlo, espropriarlo a beneficio di uno Stato onnipotente, di un socialismo totalitario che gradualmente distrugge il diritto di proprietà, che fa lavorare il cittadino per un terzo dell’anno per lo Stato. In effetti, i cittadini diventano schiavi dello Stato totalitario. Questa è la politica del liberalismo, la cosiddetta libertà.

Il liberalismo ha la sua educazione: l’educazione deve essere atea, laica e unica in tutta la nazione. In Francia, non sono stati i vescovi a difendere la libertà dell’educazione non governativa, ma le famiglie. Se non ci fossero stati due milioni di persone che sono andate a Parigi per sconfiggere la legge socialista sull’educazione, oggi in Francia ci sarebbe solo l’educazione governativa, e l’educazione privata sarebbe scomparsa.

Il liberalismo ha la sua economia, diretta da gruppi finanziari internazionali. Nella misura in cui gli Stati applicano una morale liberale, un’economia liberale, un’educazione liberale, delle leggi liberali, anche se contraggono enormi debiti, sono sostenuti dal Fondo Monetario Internazionale. Al contrario, gli Stati che resistono al liberalismo sono finanziariamente indeboliti ed economicamente rovinati, se possibile. Il Vaticano stesso è stato rovinato dalla finanza internazionale. I massoni si infiltrarono nelle finanze pontificie e trasferirono la fortuna vaticana in Canada, dove scomparve. Immediatamente i massoni e la finanza internazionale intervennero con l’offerta di un qualche sostegno finanziario necessario. Da qui le pressioni che possono essere esercitate su Roma nella nomina di vescovi o cardinali, in ciò che fa il Papa. Oggi, questi è praticamente al servizio del liberalismo massonico. Dobbiamo dirlo che è così.

E’ quello che disse Mons. Lefebvre a Barcellona nel 1986; e oggi non c’è bisogno di cambiare neanche una parola!

Kyrie eleison.

Menzingen comanda

Menzingen comanda posted in Commenti Eleison on Novembre 11, 2017

Non necessariamente tutti i lettori di questi “Commenti” sono favorevoli alle critiche delle parole e delle azioni del quartier generale a Menzingen della Neo-Fraternità San Pio X. Tuttavia, ce ne sono molti che vedono questo come lo vedeva Mons. Lefebvre, e per il bene della Chiesa Cattolica trovano pienamente giustificato assumere il suo fecondo atteggiamento contrario all’essere rovinato dal Concilio Vaticano II; pertanto è completamente giustificato, per la stessa salvezza delle anime, criticare in pubblico lo scivolamento della Neo-Fraternità nelle braccia degli ufficiali della Roma conciliare. Il numero di giugno del bollettino interno di Menzingen per i sacerdoti della Fraternità, “Cor Unum”, ha pubblicato un’altra impossibile giustificazione di tale scivolamento. Menzingen è ostinata. Menzingen deve essere corretta, in pubblico.

Qui di seguito, in corsivo, un fedele sommario di alcuni dei principali argomenti, che possono essere verificati (in francese) su Internet sul sito http://resistance.vraiforum.com/t417-Cor-Unum-juin-2017.htm

Mons. Lefebvre ha voluto che le relazioni della Fraternità con Roma attenessero solo al Superiore Generale (SG). Questo perché egli sapeva che dei suoi sacerdoti non poteva fidarsi circa la comprensione dell’estrema necessità di prudenza necessaria per trattare con i funzionari romani. Il presente SG dimostra quanto avesse ragione.

Il Capitolo Generale del 2006 autorizzava le autorità della Fraternità a licenziare dalla Fraternità ogni sacerdote in pubblico disaccordo con le loro politiche – “Questo avvertimento deve essere preso sul serio”. Non è così che Paolo VI “licenziò” Mons. Lefebvre? Menzingen, si rende conto di chi imita? E i sacerdoti che votarono nel 2006 si resero conto che la loro autorizzazione avrebbe portato a tali licenziamenti?

Non importa quanto siano buoni gli argomenti dissenzienti, il dissenso pubblico danneggia sempre il bene comune. Mons. Lefebvre danneggiò il bene comune della (vera) Chiesa con i suoi due decenni di dissenso? E’ la verità la primaria misura dell’autorità, specialmente nella Chiesa cattolica, e non viceversa!

Mons. Lefebvre salvò la Chiesa formando sacerdoti secondo la tradizione cattolica. Non esattamente. Formare dei buoni sacerdoti era il suo modo per salvare la Fede cattolica. I sacerdoti formati oggi da Menzingen per intendersi con i Romani conciliari rischiano invece di non salvare né la Fede né la Chiesa.

Monsignore ha sempre riconosciuto e voluto che i sacerdoti della Fraternità riconoscessero le vigenti autorità della Chiesa, sia prima sia dopo che egli consacrò i quattro vescovi nel 1988.

Sì, ma nel 1988, dopo che i Romani dimostrarono una volta per tutte che non avrebbero avuto cura della Fede, il suo atteggiamento verso di loro cambiò radicalmente: “Finora la diplomazia, ma d’ora in poi la dottrina”, disse Monsignore, come Menzingen sa benissimo, ma è che Menzingen non vede affatto l’importanza della dottrina come la vedeva Monsignore.

In effetti, i dissenzienti da Menzingen guardano alle questioni di prudenza come fossero questioni di Fede.

No. Sottomettere i credenti cattolici ai Romani conciliari – cioè miscredenti –, è esattamente una questione di fede.

Ma come possono essere convertiti questi Romani se i cattolici credenti della Fraternità rifiutano ogni contatto con loro? Come possono mantenere la Fede i cattolici se si sottomettono ai modernisti contagiosi, sopra tutto se questi sono inconsapevolmente pericolosi?

Ma non tutta la dirigenza odierna della Chiesa è conciliare. In essa ci sono dei conservatori che ci approvano. Ma questi conservatori non hanno alcun potere. Tutto il potere a Roma è nelle mani dei Massoni che sono i più aspri e risoluti nemici della Tradizione cattolica, della Chiesa di Nostro Signore, di Nostro Signore stesso e di Dio. E ogni cosa nella dirigenza della Chiesa si muove in ultima analisi nella direzione conciliare, specialmente con Papa Francesco.

Kyrie eleison.

Soldato Cattolico

Soldato Cattolico posted in Commenti Eleison on Settembre 2, 2017

Ancora una volta buone e cattive notizie, questa volta per i lettori di lingua inglese, dagli Stati Uniti. La buona notizia è che esiste una rivista trimestrale Tradizionale e Resistente, su carta patinata, inviata per posta ordinaria, e che è non si può più politicamente scorretta, perché è cattolica militante. È intitolata Oportet Christum Regnare (OCR – Cristo deve regnare) ed è edita da Hugh Akins, un veterano della guerra del Vietnam negli anni ‘60, in seguito ferito e fatto oggetto di una sparatoria probabilmente in un tentativo di assassinio, perché il suo marchio di cattolico deve seriamente dispiacere ai nemici di Dio che oggi imperversano nel mondo. La cattiva notizia è che la rivista conta abbonamenti appena sufficienti per andare avanti. È un peccato, perché essa getta una rara luce sulla Chiesa e sul mondo, una luce molto utile per i cattolici che desiderano seriamente salvare le loro anime. La luce che Akins getta sul mondo moderno la si coglie, nella sua chiarezza, dalla presentazione del suo libro molto coraggioso, scritto qualche anno fa: Synagogue Rising [Sinagoga in ascesa], OCR n. 6, p.67:—

Il libro sostiene l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla questione ebraica, documenta la minaccia ebraica, seguendola fino ai nostri giorni in relazione alle più scottanti questioni ed eventi del XX e XXI secolo, comprese le due guerre mondiali, l’ascesa del comunismo, l’occupazione della Terra Santa, il saccheggio della Chiesa al Vaticano II, l’attacco israeliano in America dell’11 settembre, la frode della guerra al terrorismo con la pianificazione della III Guerra Mondiale, accompagnati dalla connessione di tutto ciò con gli Ebrei, con la moderna apostasia, Fatima, Russia, la pace mondiale o il annientamento delle nazioni . . . . Per diffondere la verità che rende liberi gli uomini, non si preoccupa di essere tacciato di “anti-semita”. Il cosiddetto anti-semitismo non ha niente a che fare con l’odio per gli Ebrei, ma è piuttosto una tattica di camuffamento ebraico molto efficace e destinata a far tacere ogni opposizione con lo screditare chiunque voglia esporre gli intrighi diabolici della guerra talmudica e sionista contro Cristo e la Sua Chiesa ( . . . )

Questa luce che Akins getta sul mondo si accompagna con la luce che getta sulla Chiesa. Per volontà di Dio la Chiesa è inserita nel nostro mondo decaduto. Studiando la storia della Chiesa, Akins ha avuto modo di cogliere il disegno dell’inimicizia bimillenaria degli Ebrei verso Nostro Signore e la Sua Chiesa Cattolica, e sapendo come questa interminabile inimicizia teologica sia travestita e nascosta, Akins, come Papa Leone XIII con la Massoneria, si sarà sentito obbligato a “strapparle la maschera”. Che gli angeli lo proteggano!

Ma il suo valore per i cattolici in particolare è che egli ha capito, e in OCR lo spiega, non solo perché Monsignore Lefebvre è stato il principale sostenitore del vero cattolicesimo dopo il “saccheggio della Chiesa al Vaticano II”, ma anche perché oggi i cosiddetti sacerdoti “Resistenti” siano i principali sostenitori dell’opera di Monsignore, nonostante le apparenze. Al pari di come denuncia i nemici esterni della Chiesa, Akins identifica e condanna, ed espone le ragioni per condannare, i suoi nemici interni, sia in seno alla Fraternità San Pio X sia in seno alla gerarchia ecclesiale. Akins è un soldato di Cristo che combatte la vera guerra, nella Chiesa e nel mondo, per la salvezza delle anime. E questa guerra è sempre più feroce. Le copie cartacee di Oportet Christum Regnare costeranno certo più delle fonti elettroniche di informazione, ma sono più durature e saranno una risorsa duratura e preziosa di orientamento in una biblioteca di casa.

Per abbonarsi a Oportet Christum Regnare, o per i numeri arretrati o per una buona lettura cattolica, in particolare per la Synagogue Rising, contattare Hugh Akins all’indirizzo hughakins@comcast.net oppure ordinare direttamente al Catholic Action Resource Center/League of Christ the King, tramite il sito web www.ca-rc.com.

Kyrie eleison.

P.S.: Non domani, ma la prossima domenica 10 settembre, dopo la Santa Messa delle 10.00, il dottor David White, docente in pensione di Letteratura Mondiale presso l’Accademia Navale USA, terrà tre conferenze alla Queen of Martyrs a Broadstairs, Inghilterra, su Padre Gerard Manley Hopkins (1844–1889), gesuita inglese e importante poeta dell’età vittoriana. Usalo come ponte che porta dalla tua Fede al negletto ma ricco mondo dei poeti inglesi. Treni di ritorno da Broadstairs per Londra alle 17,26 e alle 17,42.

 

Lo sbaglio di Menzingen – III

Lo sbaglio di Menzingen – III posted in Commenti Eleison on Luglio 22, 2017

Un altro sacerdote della Fraternità San Pio X (Don PR, delle Pubbliche Relazioni) è sceso nell’arena per difendere il suo Superiore che persegue il riconoscimento ufficiale della Fraternità da parte di Roma. Anche la difesa di Don PR è ben presentata, ma soffre anch’essa dello stesso errore essenziale del perseguimento del riconoscimento che egli intende difendere: la mancanza di realismo. Il principio è una cosa, la pratica un’altra, anche se governata dai principi. Essere maestro nei principi non è uguale all’essere maestro della pratica, e viceversa. È degno di nota come la difesa di Don PR, del riconoscimento perseguito dal suo Superiore, inizi dicendo che in questa difesa egli, Don PR, sia interessato solo ai principi: per primo, se si possa accettare in linea di principio il riconoscimento da un modernista e, successivamente, come sia possibile collaborare in linea di principio con un modernista.

Per dimostrare che si può accettare un riconoscimento da un Papa modernista, egli sostiene che Mons. Lefebvre lo ricercò da Paolo VI fino alla morte di quest’ultimo, nel 1978, e nel 1988 rifiutò la collaborazione con Giovanni Paolo II nella pratica, ma non in linea di principio. Né il Capitolo Generale della Fraternità del 2012 chiese a Benedetto XVI una professione di Fede cattolica, cosa che avrebbe senz’altro tradito uno spirito scismatico. Ma, si risponde, lo scontro tra Monsignore e Paolo VI a partire dal 1974 in poi è ben noto, e dietro il rifiuto pratico di Monsignore del Protocollo del 1988 vi erano i principi della sua Fede. Il 2012 invece è stato proprio il momento in cui la Fraternità ha abbandonato Monsignore, abbandonando la sua posizione di principio sulla Fede; e in quanto allo spirito scismatico: chi era in realtà in stato di scisma? – Monsignore o i modernisti? Quanto a Papa Francesco, Don PR sostiene che egli è il Papa; che la Chiesa non è ciò che è lui, ma ciò che Nostro Signore ha fatto; la collaborazione con lui lo è solo in quanto Papa cattolico. Ma, si risponde, nella vita reale, come il marcio di una mela è e non è la mela, così la Chiesa conciliare è e non è la Chiesa. Nella vita reale, la Fraternità non ha rapporti solo con la Chiesa cattolica o un Papa cattolico, ma direttamente con il marcio conciliare.

Quando poi Don PR, esaminando successivamente quanto è possibile collaborare con un modernista, risponde che lo si può fare in quanto è per il bene della Chiesa, è evidente che continua ad astrarsi dalla realtà odierna. Così:

* La Chiesa è indefettibile – Certo, ma gli uomini di chiesa conciliari continuano ad essere defettibili.

* La Fraternità sta servendo la Chiesa, non gli uomini di chiesa – Certo, ma deve farlo tramite falsi uomini di chiesa.

* Una prelatura cattolica non potrebbe essere rifiutata – Certo, ma non se è gestita da falsi uomini di chiesa.

* Basta che il Papa si attenga solo alle condizioni della prelatura – Certo, ma come fa un pezzo di carta a proteggere da tali dirigenti?

* L’autorità del Papa viene da Dio – Certo, ma non per distruggere la Chiesa ( II Cor. XIII, 10).

* La Fraternità ha avuto ragione ad accettare la giurisdizione per le confessioni e i matrimoni – Don PR, sei così sicuro? E se si trattasse solo del formaggio di una trappola per topi?

* La domanda pratica come quest’ultima sulla nostra situazione in questo momento “non è nel potere di questo articolo giudicare”, risponde Don PR (cioè, la realtà non lo interessa). Ma la sola possibilità che potrebbe non trattarsi di una trappola dimostra, secondo lui, che l’accettazione o meno del riconoscimento canonico di Roma “non dovrebbe essere giudicato solo sulla base dell’unità con la fede del Papa.” Così che conclude che “il riconoscimento canonico dovrebbe essere accettato se lo è per il bene della Chiesa e rifiutato se non lo è, indipendentemente dalla fede del Papa.”

Ma, Padre, dato che la “fede” di questo Papa è quella che è, questo riconoscimento canonico potrebbe non condurre la Fraternità sotto la dirigenza della Chiesa ufficiale, cioè sotto i Superiori modernisti? Si o no? Nella vita reale, pensi davvero che questo Papa concederebbe una prelatura che non portasse la Fraternità sotto il controllo di Roma? In altre parole, sotto il controllo di persone che non credono più alla verità oggettiva? C’è molta bellezza nei principi cattolici, ma essi devono essere applicati in un mondo reale, spesso troppo reale.

Kyrie eleison.