morte

Ignoranza Innocente?

Ignoranza Innocente? on Agosto 13, 2011

Un lettore pone una domanda vitale: «Se un buon protestante ha condotto una vita buona, ma continua a credere fermamente che la fede cattolica sia in errore, così da non prendere nemmeno in considerazione la possibilità di entrare nella Chiesa cattolica, può ancora essere salvato?» La domanda è davvero vitale, poiché per innumerevoli anime è una questione di vita o di morte eterna.

Per rispondere, la prima cosa che va detta è che ogni anima che al momento della morte si ritrova istantaneamente al cospetto del giudizio di Dio sarà da Lui giudicata con una giustizia perfetta e con perfetta misericordia. Solo Dio conosce le profondità del cuore dell’uomo che questi può nascondere anche a se stesso, figuriamoci agli altri uomini. Gli uomini possono fraintendere, Dio mai. Quindi il buon protestante si dannerà da se stesso o sarà salvato da Dio, proprio perché Dio sa perfettamente quello che ha meritato.

Tuttavia, è ovvio che se Dio vuole che tutti si salvino ( I Tim . II, 4) ed esige che tutti credano pena la dannazione ( Mc . XVI, 16), dovrà farci sapere cosa dobbiamo credere e cosa dobbiamo fare per salvare le nostre anime. Cosa deve credere quindi il “buon protestante”?

Ogni anima che vuole salvarsi deve credere quantomeno che Dio esiste e che ricompensa i buoni e punisce i malvagi ( Eb . XI, 6). Se un “buon protestante” che ha condotto una “vita buona” non crede in questo non può essere salvato. Però, molti teologi cattolici vanno oltre e affermano che per essere salvato uno deve anche credere nella Santissima Trinità e in Cristo Redentore. Se questi teologi sono nel giusto ci potranno essere molti “buoni protestanti” in più che non potranno salvare le loro anime.

E Dio può chiedere loro di credere più di questi imprescindibili elementi basilari, a seconda delle opportunità che hanno avuto nella loro vita di apprendere la Verità che viene da Lui. Se essi ignorano tutto il resto della fede cattolica, è perché non hanno mai avuto occasione di incontrarla? Forse si, ma forse no. Io ricordo che mia madre diceva con ammirazione che un sacerdote cattolico una volta rispose a tutte le domande serie di suo padre,”buon protestante”, ma non ci fu alcun seguito che io sappia. Se quindi i “buoni protestanti” hanno incontrato anche solo una volta la verità cattolica, perché non vi hanno dato seguito? A meno che essa non sia stata presentata male, essi di fatto avranno rigettato la verità. Possono averla rigettata senza alcuna colpa? L’hanno rigettata innocentemente o volontariamente? I “buoni protestanti” si considerano innocenti, come facciamo tutti, ma nessuno di noi può ingannare Dio.

Tuttavia, vi è anche ciò che un “buon protestante” deve fare per essere salvato. Egli può non conoscere ciò che la Chiesa cattolica ci chiede infallibilmente in campo morale, ma ha quantomeno la luce naturale della sua coscienza innata. Ora, col peccato originale e senza l’aiuto dei sacramenti cattolici, può essere realmente difficile seguire la luce naturale della propria coscienza, ma se uno la viola scientemente o la distoglie dal vero, per lui diventa facile vivere e morire in peccato mortale, condizione nella quale nessuna anima si può salvare. Ancora quindi il “buon protestante” può invocare l’ignoranza della pienezza della legge di Dio, come la conoscono i cattolici, ma questa sua ignoranza è realmente “invincibile”, cioè innocente? Per esempio, egli non sa realmente, o non vuole sapere, che i mezzi artificiali per il controllo delle nascite sono altamente invisi a Dio?

Solo Dio lo sa. Solo Dio giudica. Possa Egli avere pietà di tutti i “buoni protestanti”, e di tutti noi.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Il Pensiero di Benedetto XVI – III

Il Pensiero di Benedetto XVI – III on Luglio 23, 2011

Dopo aver studiato le radici del pensiero di Papa Benedetto ( CE 209 ), Mons. Tissier, nel suo La fede in pericolo per la ragione , prosegue nello studio dei suoi frutti. Se questo pensiero è radicato soprattutto nel soggettivismo sistematico di Kant (1724–1804), i suoi frutti non possono essere buoni. Come può la verità oggettiva della Fede essere in qualche modo intrinsecamente dipendente dalla partecipazione o dalle reazioni del soggettivo credente? Il Vangelo, il dogma, la Chiesa, la società, Cristo Re e i Fini Ultimi saranno uno dopo l’altro colpiti a morte.

Cominciamo col Vangelo. Il suo valore non risiede più nel racconto dei fatti storici della vita e della morte di Nostro Signore, ma nella forza narrativa capace di evocare i problemi esistenziali del nostro tempo. Per esempio, non è importante che lo stesso corpo di Nostro Signore sia realmente sortito dalla tomba riunito con la sua anima mortale nella mattina di Pasqua, la cosa che conta è il significato moderno che sta dietro la narrazione: l’amore che è più forte della morte, Cristo che vive per la forza dell’amore e garantisce che anche noi sopravviveremo in forza dell’amore. La realtà, i fatti, passano nel dimenticatoio. “Tutto ciò che serve è l’amore”.

Similmente il dogma ha bisogno di essere purificato dal passato e arricchito dal presente. Ora, l’odierno filosofo Heidegger insegna che la persona è “auto-superamento”, quindi Cristo fu l’uomo che si auto-superò totalmente, che si batté completamente per l’infinito al di là di se stesso, che compì se stesso al punto da diventare divino. Tale che il dogma dell’Incarnazione non significa più che Dio si è fatto uomo, ma che l’uomo è diventato Dio! Del pari, la Redenzione non deve più significare che Gesù, con la sua terribile Passione, ha pagato a suo Padre il debito per tutti i peccati degli uomini, ma che Egli, con la sua Croce, ha amato al nostro posto Dio come dev’essere amato e ci attrae perché facciamo lo stesso. Il peccato cessa di essere un’offesa mortale a Dio e diviene semplicemente un atto di egoismo, una mancanza d’amore. Così che la Messa non è più necessario che sia un sacrificio, e il sacerdote può diventare il mero animatore della celebrazione comunitaria. Non stupisce che Benedetto XVI creda nel Novus Ordo Missae.

Quanto alla Chiesa, dal momento che il valore supremo è la persona esistente ( CE 209 ) e tutte le persone sono ugualmente esistenti, basta con la Chiesa delle ineguaglianze gerarchiche e basta con la Chiesa cattolica unica Arca di salvezza, perché anche i seguaci di ogni altra religione sono persone esistenti. Lasciamo che l’ecumenismo rimpiazzi tutti gli sforzi missionari cattolici. Inoltre, facendo della persona il valore supremo, si dissolverà la società subordinando il bene comune ai diritti individuali, si pregiudicherà sia la società sia la famiglia esaltando di fronte ai bambini la mutua compagnia dei maschi e delle femmine. Fino a Cristo Re che verrà detronizzato conferendo ad ogni persona quella dignità per cui lo Stato deve proteggere il diritto della persona a scegliersi la propria religione.

Infine, la morte da pena diventa rimedio per i nostri mali. Il giudizio particolare significa solo ricompensa. L’Inferno non è più che un irrevocabile stato egoistico dell’anima. Il Cielo sarà semplicemente “una sempre nuova immersione nell’infinito dell’essere” – quale essere? – e così via.

Ecco una nuova religione, commenta Mons. Tissier, abbastanza più comoda – almeno qui in terra – della religione cattolica.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra