Fraternità San Pio X

Come Discernere? – II

Come Discernere? – II on Novembre 25, 2017

Dopo la prima domanda di Joseph riguardante la confusione nella Chiesa in generale (cfr il “Commento” della scorsa settimana), la sua seconda domanda riguardava in particolare la Fraternità San Pio X. Eccola:—

La scorsa settimana lei ha scritto che, giudicati dai loro frutti, il Vaticano II non è cattolico, mentre lo era Mons. Lefebvre. Tuttavia, nella Fraternità San Pio X da lui fondata, sembra che sia emerso un nuovo modo di pensare che si potrebbe articolare in una serie di proposizioni. Per esempio:—

1 Per quanto male si comportino il Papa e i vescovi, sono ancora le autorità valide della Chiesa.

2 Papa Francesco può essere un modernista, ma ha ancora il potere di riportare la FSSPX nella Chiesa.

3 I vescovi conciliari non sono tutti cattivi. Tra di loro ci sono delle reazioni cristiane, ci sono quelli che mostrano di essere consapevoli della crisi della Chiesa, di difendere pubblicamente la morale cattolica, di chiedere il rispetto di Dio nella liturgia, di mostrare la devozione alla Beata Vergine Maria e così via.

4 Un accordo con Roma può essere considerato a patto che noi si venga “accettati come siamo”.

5 Saremmo colpevoli se rifiutassimo sistematicamente qualsiasi accordo con Roma.

6 È più utile parlare della pietà di Mons. Lefebvre piuttosto che della sua opposizione al Concilio.

7 Meglio essere in buoni rapporti con la SSPX piuttosto che in cattivi rapporti a causa di opinioni fallibili.

8 Indisciplinati e disobbedienti sono i conciliari. Gli aderenti alla FSSPX devono essere disciplinati e obbedienti.

In conclusione, data la complessità della situazione in cui si trovano oggi i cattolici, possono ai membri o ai seguaci della Fraternità essere biasimati perché pensano in linea con queste proposizioni?

Risposta: tutto dipende da quanto sanno questi membri e questi seguaci. Per esempio, i vecchi aderenti alla FSSPX sapevano che il Concilio era una nuova religione e che quindi l’opposizione ad esso di Monsignore era una questione di fede, intrinsecamente più importante della pietà; perché come può esserci pietà senza fede? Quei veterani della Fraternità sono da biasimare molto (salvo che e fin quando non reagiscano pubblicamente) perché permettono che ciò che Joseph chiama “un nuovo modo di pensare” si impadronisca della Fraternità di Monsignore, di modo che i giovani della Fraternità finiscono con l’avere sempre minori probabilità di cogliere ciò che vi è di sbagliato nelle otto proposizioni di cui sopra. Una nuova generazione di sacerdoti della Fraternità è tanto pia per quanto si possa desiderare, ma (salvo sempre le eccezioni) è inconsapevole della crisi che oggi devasta la Chiesa da più di mezzo secolo. Dunque:—

1 È vero che il Papa e i vescovi, secondo le apparenze, sembrano essere le autorità valide della Chiesa, ma il loro comportamento circa la Fede è così cattivo che molti cattolici seri mettono in discussione tale validità.

2 In quale Chiesa il Papa porterebbe la Neo-Fraternità? Nella Neo-chiesa? “Essi mi hanno espulso dalla Neo-chiesa?” – si chiedeva lo “scomunicato” Monsignore – “E allora? Io non ho mai fatto parte di essa!”

3 In effetti, i vescovi conciliari non sono tutti cattivi, ma sono quasi tutti modernisti, il che significa che molti di loro hanno perso la loro fede cattolica senza neppure rendersene conto. L’uomo moderno è così corrotto che quando la sua religione cattolica viene adattata alla sua modernità, non si rende nemmeno conto di non essere più cattolico.

4 “Accettati come siamo” è qualcosa che poteva andare bene per la FSSPX, diciamo, del 1987. Nel 2017 essa è ormai un’altra cosa!

5 Se solo Roma fosse tornata alla vera fede, non ci sarebbe più bisogno di alcun accordo.

6 Ringraziamo Dio anche per la pietà di Monsignore, ma la sua qualità più importante era di gran lunga la sua fede.7 “Opinioni fallibili”? C’è una cosa che si chiama verità! C’è forse qualcuno di una qualche importanza nella Neo-Fraternità che abbia veramente studiato i documenti di Vaticano II? E che potrebbe negare che esso rappresenta una nuova religione?

8 Gli aderenti alla FSSPX devono essere disciplinati e obbedienti . . . a cosa? Alla nuova religione conciliare?

Il problema con tutte queste proposizioni è che la FSSPX è nata nel fitto della grande guerra che il mondo moderno ha dichiarato a Dio, ma dalla morte di Monsignore, nel 1991, i suoi nuovi capi hanno perso ogni effettiva cognizione di chi stia conducendo questa guerra, e come e perché.

Joseph, legga la “Pascendi”, la legga e la rilegga, fino a che non la farà sua completamente!

Kyrie eleison.

Come discernere? – I

Come discernere? – I on Novembre 18, 2017

Un giovane dalla mente sveglia avanza una buona domanda sulla crisi della Chiesa e un’altra buona domanda sulla crisi della Fraternità di San Pio X. Ecco come Joseph presenta la sua prima domanda:

Da un lato la crisi conciliare rientra in una serie di crisi che hanno afflitto la Chiesa: come il protestantesimo, il liberalismo e le rivoluzioni, con due guerre mondiali, e perciò gli errori che si sono fatti strada nel Concilio erano chiaramente quelli già condannati dalla Chiesa prima del Vaticano II. E dopo il Concilio le sue novità sono state applaudite dai nemici classici della Chiesa, come i massoni e i socialisti, mentre lo spirito missionario della Chiesa è stato chiaramente annientato. Dall’altro lato, le idee del Concilio sono opera delle sottili intelligenze di uomini di Chiesa supposto cattolici, e non si può sempre dire che il Papa non sia Papa o che la maggioranza dei Vescovi modernisti siano stati consacrati invalidamente. Quindi, possiamo dire che la crisi conciliare comporta delle zone d’ombra che la rendono ancora difficile da delineare con chiarezza? E se non possiamo arrivare a conclusioni definitive, possiamo essere certi che stiamo ancora mantenendo la vera fede?

La risposta migliore viene da Nostro Signore stesso, quando parla nel Sermone della Montagna ( Mt. VII, 15–20) – “Dai loro frutti li riconoscerete”. Ovviamente il Signore sapeva che ci sarebbero stati costanti attacchi contro la Sua Chiesa, con ripetuti tentativi del Diavolo di seminare confusione nelle menti dei Suoi seguaci. E vero que la confusione che è seguita al Vaticano II non è diversa per natura dalle precedenti crisi della storia della Chiesa, ma per la defezione degli uomini di Chiesa nel Vaticano II, tale confusione odierna è senza precedenti in quanto al grado – mai era successo prima che la massa dei pastori cattolici fosse così persa, né di conseguenza il gregge cattolico.

Tuttavia, per trovare una via d’uscita dalla confusione, si deve applicare ancora lo stesso infallibile principio: gli atti parlano più delle parole e i frutti degli atti dell’uomo sono la guida più sicura per capire chi egli sia e cosa intenda veramente. Soprattutto nel caso del modernismo un uomo può ingannarsi se stesso su ciò che vuole o intende, perché nessuno è così profondamente staccato dalla realtà come un modernista. “La fine del mondo sarà caratterizzata da uomini che fanno il male mentre pensano di fare il bene”, diceva Padre Frederick Faber a metà del XIX secolo. Nel XXI secolo siamo alla cattiva conclusione di questo secolare processo dell’umanità che inganna se stessa mentre si allontana da Dio. Ma allora Dio starebbe lasciando le sue pecore indifese in balia di questi lupi di modernisti che come mai è accaduto sono travestiti da pecore? No, perché giudicare dai frutti è qualcosa che ognuno può fare, con un minimo di buon senso e di buona volontà.

Quindi, Joseph, lei osserva che le odierne autorità della Chiesa sono uomini altamente intelligenti e suppostamente cattolici, e suppone abbastanza ragionevolmente che si tratta di autorità ecclesiastiche valide, perché anche se si sa che i loro frutti sono così poco cattolici da permettere a molti fedeli di mettere in dubbio tale validità, ciò nonostante, chi altro c’è che sia autorizzato a parlare e ad agire per conto della Chiesa Universale? Ma al tempo stesso lei osserva che le loro idee sono in linea con i gravi errori anticattolici del passato e che adesso sono applaudite dai nemici classici della Chiesa, come i massoni. Lei argomenta così da più lati, ed ecco dubbi ed ombre. Come risolvere la confusione?

La risposta sta nella sua stessa ulteriore osservazione: che lo spirito missionario è stato annientato nella Chiesa a partire dal Vaticano II. Ecco i frutti. Il Concilio ha predicato l’ecumenismo ( Unitatis Redintegratio ), la libertà religiosa ( Dignitatis Humanae ) e la relativa accettabilità delle false religioni come l’Induismo, l’Islam e il Giudaismo ( Nostra Aetate ) – come avrebbe potuto non sparire lo spirito missionario cattolico da dopo il Concilio? E innumerevoli monasteri, seminari, conventi, diocesi e parrocchie non sono state anch’esse svuotate e chiuse a partire dal Vaticano II? Al contrario, sono state aperte delle nuove in qualche posto? Sì, sotto la guida dell’unico vescovo cattolico in tutto il mondo che fin dall’inizio rifiutò apertamente il Concilio e tutte le sue opere: Mons. Lefebvre. Ecco i frutti di quegli stessi principi cattolici fedelmente applicati in sfida al Vaticano II. Joseph, non ha bisogno di cercare altro.

Kyrie eleison.

Menzingen comanda

Menzingen comanda on Novembre 11, 2017

Non necessariamente tutti i lettori di questi “Commenti” sono favorevoli alle critiche delle parole e delle azioni del quartier generale a Menzingen della Neo-Fraternità San Pio X. Tuttavia, ce ne sono molti che vedono questo come lo vedeva Mons. Lefebvre, e per il bene della Chiesa Cattolica trovano pienamente giustificato assumere il suo fecondo atteggiamento contrario all’essere rovinato dal Concilio Vaticano II; pertanto è completamente giustificato, per la stessa salvezza delle anime, criticare in pubblico lo scivolamento della Neo-Fraternità nelle braccia degli ufficiali della Roma conciliare. Il numero di giugno del bollettino interno di Menzingen per i sacerdoti della Fraternità, “Cor Unum”, ha pubblicato un’altra impossibile giustificazione di tale scivolamento. Menzingen è ostinata. Menzingen deve essere corretta, in pubblico.

Qui di seguito, in corsivo, un fedele sommario di alcuni dei principali argomenti, che possono essere verificati (in francese) su Internet sul sito http://resistance.vraiforum.com/t417-Cor-Unum-juin-2017.htm

Mons. Lefebvre ha voluto che le relazioni della Fraternità con Roma attenessero solo al Superiore Generale (SG). Questo perché egli sapeva che dei suoi sacerdoti non poteva fidarsi circa la comprensione dell’estrema necessità di prudenza necessaria per trattare con i funzionari romani. Il presente SG dimostra quanto avesse ragione.

Il Capitolo Generale del 2006 autorizzava le autorità della Fraternità a licenziare dalla Fraternità ogni sacerdote in pubblico disaccordo con le loro politiche – “Questo avvertimento deve essere preso sul serio”. Non è così che Paolo VI “licenziò” Mons. Lefebvre? Menzingen, si rende conto di chi imita? E i sacerdoti che votarono nel 2006 si resero conto che la loro autorizzazione avrebbe portato a tali licenziamenti?

Non importa quanto siano buoni gli argomenti dissenzienti, il dissenso pubblico danneggia sempre il bene comune. Mons. Lefebvre danneggiò il bene comune della (vera) Chiesa con i suoi due decenni di dissenso? E’ la verità la primaria misura dell’autorità, specialmente nella Chiesa cattolica, e non viceversa!

Mons. Lefebvre salvò la Chiesa formando sacerdoti secondo la tradizione cattolica. Non esattamente. Formare dei buoni sacerdoti era il suo modo per salvare la Fede cattolica. I sacerdoti formati oggi da Menzingen per intendersi con i Romani conciliari rischiano invece di non salvare né la Fede né la Chiesa.

Monsignore ha sempre riconosciuto e voluto che i sacerdoti della Fraternità riconoscessero le vigenti autorità della Chiesa, sia prima sia dopo che egli consacrò i quattro vescovi nel 1988.

Sì, ma nel 1988, dopo che i Romani dimostrarono una volta per tutte che non avrebbero avuto cura della Fede, il suo atteggiamento verso di loro cambiò radicalmente: “Finora la diplomazia, ma d’ora in poi la dottrina”, disse Monsignore, come Menzingen sa benissimo, ma è che Menzingen non vede affatto l’importanza della dottrina come la vedeva Monsignore.

In effetti, i dissenzienti da Menzingen guardano alle questioni di prudenza come fossero questioni di Fede.

No. Sottomettere i credenti cattolici ai Romani conciliari – cioè miscredenti –, è esattamente una questione di fede.

Ma come possono essere convertiti questi Romani se i cattolici credenti della Fraternità rifiutano ogni contatto con loro? Come possono mantenere la Fede i cattolici se si sottomettono ai modernisti contagiosi, sopra tutto se questi sono inconsapevolmente pericolosi?

Ma non tutta la dirigenza odierna della Chiesa è conciliare. In essa ci sono dei conservatori che ci approvano. Ma questi conservatori non hanno alcun potere. Tutto il potere a Roma è nelle mani dei Massoni che sono i più aspri e risoluti nemici della Tradizione cattolica, della Chiesa di Nostro Signore, di Nostro Signore stesso e di Dio. E ogni cosa nella dirigenza della Chiesa si muove in ultima analisi nella direzione conciliare, specialmente con Papa Francesco.

Kyrie eleison.

Perché la “Resistenza”?

Perché la “Resistenza”? on Agosto 26, 2017

In seguito al “Perché la Tradizione?”, ecco una spiegazione di Don Patrick Girouard, attualmente ministro in una parrocchia della “Resistenza” nel Canada occidentale, circa la necessità di essere, non solo cattolici tradizionali, ma anche cattolici tradizionali “resistenti”. La seguente dichiarazione: “Annuncio della nostra Missione”, è stata scritta da lui nel giugno del 2013, proprio per spiegare perché lui e alcune dozzine di parrocchiani della FSSPX uscirono da quest’ultima. Purtroppo, abbiamo dovuto accorciare crudelmente il “Annuncio”. Per il testo completo, si veda la traduzione in italiano su www.unaxox.it.

Se io, Padre Girouard, e circa un terzo della parrocchia di Langley abbiamo deciso di avviare una nuova parrocchia, è perché la nostra amata Fraternità sta per essere distrutta dai suoi dirigenti e noi non possiamo più sostenere la costante propaganda che favorisce tale distruzione. Dopo aver studiato accuratamente i documenti che fanno luce sulla questione, siamo riusciti a capire cosa è successo. Se noi fossimo rimasti in silenzio e inattivi, non solo avremmo messo in pericolo noi stessi, ma avremmo anche contribuito alla distruzione del movimento tradizionale. Che la nostra presa di posizione incoraggi altri sacerdoti e fedeli a fare altrettanto!

In effetti, la Fraternità San Pio X ha già aderito alla Chiesa conciliare. Anche se l’accordo con Roma non è ancora stato firmato, esso è stato accettato in linea di principio dal Capitolo Generale della Fraternità del luglio 2012, inserendo così la Rivoluzione all’interno della Fraternità: il Capitolo ha preso la decisione che da oggi la Fraternità potrà firmare un patto con gli implacabili distruttori della Chiesa cattolica.

Ma come può un cattolico degno di questo nome condividere una tale decisione? Come possiamo dire che siamo cattolici, se accettiamo di fare un accordo con coloro che facilitano, con le loro azioni o il loro silenzio, la dannazione di innumerevoli anime, per le quali Nostro Signore ha dato la sua vita? Come possiamo perfino sederci a parlare con persone che promuovono quella abominazione a Dio che è il Novus Ordo Missae? Posso ricordare come Mons. Lefebvre ha citato il Profeta Malachia contro la Nuova Messa: “. . . voi sacerdoti che disprezzate il mio nome, e avete detto: ‘Dove abbiamo disprezzato il tuo nome?’ Quando voi offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite ‘Come ti abbiamo contaminato?’. Dice il Signore degli eserciti” (I, 7).

La missione del FSSPX non è mai stata quella di entrare nella struttura della Chiesa conciliare per “trasformarla” dall’interno. Tale illusione fu condannata da Mons. Lefebvre dopo le Consacrazioni del 1988. La missione della Fraternità è di formare sacerdoti che predichino la Verità e combattano vigorosamente contro l’errore, senza “colloqui” o “dialoghi” o “negoziati”. Come un faro, quel piccolo resto attirerà le anime di buona volontà. Ma gli attuali dirigenti della Fraternità hanno tradito quella missione, non tollerano né dissenzienti né critici, perciò l’unico modo per attenersi alla Verità è separarsi dalla Neo-fraternità. Dobbiamo pregare con forza per una soluzione della crisi e per la nostra perseveranza.

Mi si può chiedere: quando sarà il momento di unirsi a Roma? Come sapremo se abbiamo un buon Papa? La risposta è semplice: quando il Papa denuncerà pubblicamente la Nuova Messa e proibirà la sua celebrazione sotto pena di scomunica; quando egli condannerà e rigetterà pubblicamente l’intero Concilio Vaticano II; in breve, quando lo vedremo intraprendere azioni efficaci per ripulire il disordine. Allo stesso modo, quando potremo tornare a fidarci della FSSPX? Risposta: Quando Mons. Fellay e tutti i sacerdoti della Fraternità che promuovo la nuova linea saranno dismessi e banditi da qualsiasi ufficio futuro; quando i testi del Capitolo di 2012 saranno ufficialmente ripudiati; quando i sacerdoti fedeli saranno vendicati, e così via.

Impossibile? Io rispondo semplicemente: E dunque? Qual è il problema? Noi si faccia il nostro dovere, si renda gloria a Dio, lasciando che Lui si occupi dei distruttori. Noi si preghi e ci si sacrifichi per la loro conversione, rimanendo uniti nella preghiera, ovviamente. Ma ci daremo ai compromessi e ci metteremo in pericolo? – Mai!

Kyrie eleison.

Evoluzione dello Scontro

Evoluzione dello Scontro on Agosto 12, 2017

Come sta evolvendo la situazione nella Fraternità San Pio X, dalla primavera e dall’inizio dell’estate, quando sono sorte forti tensioni sulla partecipazione dei sacerdoti conciliari come testimoni ufficiali dei matrimoni della Fraternità? In breve, i rapporti tra i capi della Fraternità, che favoriscono tale partecipazione, e quei sacerdoti e laici della Fraternità, che la condannano, continuano ad essere tesi. Si può anche intravedere una divisione nella Fraternità: tra i seguaci di Monsignor Lefebvre e i seguaci di Mons. Fellay. Tale divisione era inevitabile fin dal giorno in cui Mons. Fellay iniziò a guidare la Fraternità di Monsignore in una direzione diversa da quella dello stesso Monsignore.

Ma nulla scuote la determinazione della Menzingen di Mons. Fellay dall’allontanarsi dalla linea tracciata da Monsignore e dal seguire la linea della Roma conciliare. Solo recentemente in Francia una coppia della Fraternità, pronta a sposarsi, si è rifiutata di avere a che fare con le autorità conciliari, dopo di che il loro sacerdote FSSPX si è rifiutato di sposarli. Ovviamente egli ha avuto il sostegno dei Superiori. Questo insistere sullo smantellamento della Fraternità di Monsignore ha una spiegazione razionale? Tra gli altri, tre fattori possono essere in giuoco.

Primo, la Provvidenza ha scelto la Svizzera per servire come prima base geografica della Fraternità, e la Svizzera da allora in poi ha goduto di una corrispondente importanza e prestigio all’interno della FSSPX. Così, attualmente i suoi due primi funzionari, e molti dei suoi sacerdoti, sono cittadini svizzeri. Ora, la Svizzera è un famoso paese ordinato, per esempio per come i suoi treni viaggino in orario, mentre la mancanza di riconoscimento ufficiale per una Congregazione veramente cattolica è normalmente un disordine che sarà più sentito come tale dalle persone ordinate. Secondo, i sacerdoti della FSSPX possono sognare di quanto si possa ingrandire l’apostolato della Fraternità se solo fosse riconosciuta da Roma. Terzo, può sembrare che per le gravi tensioni interne della Fraternità non ci sia altra soluzione che porla sotto l’autorità della Roma conciliare – Mons. Fellay non vuole sentir parlare di soluzioni apocalittiche come un intervento di Dio.

Ma, primo, il primario ordine per i cattolici non è l’ordine dello Stato, per quanto auspicabile, ma l’ordine di Dio, messo sotto i piedi dal Vaticano II. Secondo, i modernisti, per loro natura, possono dare l’apparenza di essersi “convertiti” perché non vedono alcun problema nel proprio soggettivismo. E la cosa è così comoda che pochi hanno l’intenzione di cambiare per volgersi ad un’oggettiva conversione che comporti la Croce. Come diceva Don Vallet, i liberali non si convertono. E, terzo, pensare che l’unica soluzione ai problemi senza precedenti del mondo e della Chiesa odierni sia di andare avanti con le bugie, tradisce una grave mancanza di fede, per quanto credibili possano sembrare tali menzogne. Pensiamo davvero che il braccio di Dio sia accorciato perché noi uomini siamo malvagi ( Isaia L, 2; LIX, 1)? Dio sa esattamente come trattare le bugie senza precedenti, così che basterà aspettare per vedere, ma nel frattempo Egli non vuole che noi ci si accomodi con esse!

Tuttavia, ci sono anche buone notizie – alcuni sacerdoti e laici che si rifiutano di accomodarsi con le bugie, sono anche risoluti. Un lettore in Francia mi dice che alcuni sacerdoti della FSSPX hanno aperto gli occhi di fronte al concreto problema sui matrimoni. I migliori sacerdoti della FSSPX non stanno ricorrendo ai testimoni conciliari per i matrimoni della Fraternità, con tanto disappunto dei loro Superiori. Tre dei Decani rimossi hanno scritto con forza contro i testimoni conciliari nei matrimoni, anche dopo la loro rimozione, e uno si è anche pronunciato con forza contro la Prelatura personale, perché essa non è affatto accantonata, anche dopo la invalidante dichiarazione del Cardinale Müller di fine giugno. Non siamo affatto “tornati al punto di partenza”, come ha affermato allora Mons. Fellay. “Come un cattivo dirigente”, dice questo lettore, “Mons. Fellay ha perduto la fiducia di ogni suo confratello con un po’ di cervello in testa, anche di quelli più rispettosi”. Ciò che conta ora, conclude il lettore, non è salvare la FSSPX nel suo insieme, perché questo richiederebbe un miracolo, ma salvare il maggior numero di sacerdoti e di laici dalla corsa verso il basso della FSSPX.

Kyrie eleison.

Lo sbaglio di Menzingen – III

Lo sbaglio di Menzingen – III on Luglio 22, 2017

Un altro sacerdote della Fraternità San Pio X (Don PR, delle Pubbliche Relazioni) è sceso nell’arena per difendere il suo Superiore che persegue il riconoscimento ufficiale della Fraternità da parte di Roma. Anche la difesa di Don PR è ben presentata, ma soffre anch’essa dello stesso errore essenziale del perseguimento del riconoscimento che egli intende difendere: la mancanza di realismo. Il principio è una cosa, la pratica un’altra, anche se governata dai principi. Essere maestro nei principi non è uguale all’essere maestro della pratica, e viceversa. È degno di nota come la difesa di Don PR, del riconoscimento perseguito dal suo Superiore, inizi dicendo che in questa difesa egli, Don PR, sia interessato solo ai principi: per primo, se si possa accettare in linea di principio il riconoscimento da un modernista e, successivamente, come sia possibile collaborare in linea di principio con un modernista.

Per dimostrare che si può accettare un riconoscimento da un Papa modernista, egli sostiene che Mons. Lefebvre lo ricercò da Paolo VI fino alla morte di quest’ultimo, nel 1978, e nel 1988 rifiutò la collaborazione con Giovanni Paolo II nella pratica, ma non in linea di principio. Né il Capitolo Generale della Fraternità del 2012 chiese a Benedetto XVI una professione di Fede cattolica, cosa che avrebbe senz’altro tradito uno spirito scismatico. Ma, si risponde, lo scontro tra Monsignore e Paolo VI a partire dal 1974 in poi è ben noto, e dietro il rifiuto pratico di Monsignore del Protocollo del 1988 vi erano i principi della sua Fede. Il 2012 invece è stato proprio il momento in cui la Fraternità ha abbandonato Monsignore, abbandonando la sua posizione di principio sulla Fede; e in quanto allo spirito scismatico: chi era in realtà in stato di scisma? – Monsignore o i modernisti? Quanto a Papa Francesco, Don PR sostiene che egli è il Papa; che la Chiesa non è ciò che è lui, ma ciò che Nostro Signore ha fatto; la collaborazione con lui lo è solo in quanto Papa cattolico. Ma, si risponde, nella vita reale, come il marcio di una mela è e non è la mela, così la Chiesa conciliare è e non è la Chiesa. Nella vita reale, la Fraternità non ha rapporti solo con la Chiesa cattolica o un Papa cattolico, ma direttamente con il marcio conciliare.

Quando poi Don PR, esaminando successivamente quanto è possibile collaborare con un modernista, risponde che lo si può fare in quanto è per il bene della Chiesa, è evidente che continua ad astrarsi dalla realtà odierna. Così:

* La Chiesa è indefettibile – Certo, ma gli uomini di chiesa conciliari continuano ad essere defettibili.

* La Fraternità sta servendo la Chiesa, non gli uomini di chiesa – Certo, ma deve farlo tramite falsi uomini di chiesa.

* Una prelatura cattolica non potrebbe essere rifiutata – Certo, ma non se è gestita da falsi uomini di chiesa.

* Basta che il Papa si attenga solo alle condizioni della prelatura – Certo, ma come fa un pezzo di carta a proteggere da tali dirigenti?

* L’autorità del Papa viene da Dio – Certo, ma non per distruggere la Chiesa ( II Cor. XIII, 10).

* La Fraternità ha avuto ragione ad accettare la giurisdizione per le confessioni e i matrimoni – Don PR, sei così sicuro? E se si trattasse solo del formaggio di una trappola per topi?

* La domanda pratica come quest’ultima sulla nostra situazione in questo momento “non è nel potere di questo articolo giudicare”, risponde Don PR (cioè, la realtà non lo interessa). Ma la sola possibilità che potrebbe non trattarsi di una trappola dimostra, secondo lui, che l’accettazione o meno del riconoscimento canonico di Roma “non dovrebbe essere giudicato solo sulla base dell’unità con la fede del Papa.” Così che conclude che “il riconoscimento canonico dovrebbe essere accettato se lo è per il bene della Chiesa e rifiutato se non lo è, indipendentemente dalla fede del Papa.”

Ma, Padre, dato che la “fede” di questo Papa è quella che è, questo riconoscimento canonico potrebbe non condurre la Fraternità sotto la dirigenza della Chiesa ufficiale, cioè sotto i Superiori modernisti? Si o no? Nella vita reale, pensi davvero che questo Papa concederebbe una prelatura che non portasse la Fraternità sotto il controllo di Roma? In altre parole, sotto il controllo di persone che non credono più alla verità oggettiva? C’è molta bellezza nei principi cattolici, ma essi devono essere applicati in un mondo reale, spesso troppo reale.

Kyrie eleison.