Istituto San Pio X a Parigi

Accordo in Atto

Accordo in Atto on Luglio 12, 2014

Il 13 dicembre dello scorso anno, nella Casa Santa Marta a Roma, dove il Papa vive abitualmente, lo stesso Papa ha incontrato brevemente Mons. Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X. La Fraternità nega ufficialmente che l’incontro abbia avuto un qualche significato, ma un commentatore italiano che ha una certa familiarità con il modo d’agire di Roma, Giacomo Devoto (GD), argomenta che il fatto prova che è stato raggiunto un accordo Roma-FSSPX. Ecco le sue argomentazioni in breve:—

La mattina del 13, Mons. Fellay e i suoi due Assistenti al capo della FSSPX si sono riuniti in Vaticano con i capi della Commissione Ecclesia Dei, su invito di Mons. Guido Pozzo, richiamato da Papa Francesco alla Commissione per affrontare le problematiche relazioni tra Roma e la FSSPX. Una pubblicazione ufficiale della FSSPX, DICI, sostiene che questo incontro è stato semplicemente “informale”, ma GD dice che pur essendo informale non può aver avuto luogo senza che vi fosse stata preventivamente una serie di contatti discreti per rimediare alla pubblica rottura delle relazioni, avvenuta nel mese di giugno del 2012. Inoltre, dice GD, un tale incontro è preliminarmente necessario per qualsiasi incontro “formale”.

In ogni caso, dopo la riunione, Mons. Pozzo, Mons. di Noia e i tre capi della FSSPX, si sono recati a pranzo a Casa Santa Marta, dove è capitato che ci fosse a mangiare anche il Papa. Quando il Papa si è alzato per andarsene dopo il pasto, Mons. Fellay gli si è avvicinato, e i due si sono scambiati qualche parola in pubblico, e Mons. Fellay ha baciato l’anello del Papa (o si è inginocchiato per avere la sua benedizione, secondo Vatican Insider di Roma). DICIha nuovamente minimizzato l’incontro parlando di nulla di più di un incontro casuale con uno scambio spontaneo di cortesie. Al contrario GD sostiene ragionevolmente che anche un tale incontro “casuale” non può aver avuto luogo senza che il Papa ne avesse preventiva conoscenza e l’avesse approvato.

Inoltre, dice GD, nell’arte della diplomazia un tale incontro è un rompighiaccio finemente calcolato, dall’interpretazione elastica, progettato per significare tanto o poco, come si vuole. Da un lato il cortese incontro si è svolto sotto gli occhi di tutti, in un posto pubblico frequentato da importanti ufficiali della neo-Chiesa, così che può essere visto come un sostegno papale di ciò che era successo nell’incontro del mattino con la Commissione. Dall’altro, Roma e la Fraternità possono plausibilmente negare che l’incontro abbia avuto alcun reale significato al di fuori di uno scambio di cortesie.

Così, l’anno successivo, quando le voci hanno cominciato a circolare, per mesi la FSSPX ha negato che ci fosse in ballo un accordo Roma-FSSPX. Solo il 10 maggio DICI ha ammesso che c’era stato un incontro tra il Papa e Mons. Fellay, e DICIha tanto minimizzato l’evento che GD ritiene si tratti di un segno sicuro che sia stato raggiunto un accordo in privato. (Come dice il cinico, nella politica moderna nulla può essere preso come vero fino a quando non venga negato.)

In realtà il problema principale, per Papa Francesco come per Mons. Fellay, non è come venire ad un accordo che entrambi vogliono, ma come ottenere che le loro rispettive le ali sinistra e destra lo accettino. Tuttavia, per loro il problema è risolto dal fatto la Fraternità, una volta gloriosa per la sua difesa della Fede, diventa giorno dopo giorno l’ingloriosa neo-Fraternità. Veramente, quanti vescovi della neo-Chiesa possono ancora ritenere la neo-Fraternità una minaccia per la loro neo-Chiesa? E quanti sacerdoti della FSSPX sono ancora convinti che qualsiasi accordo con Roma sarebbe un disastro, specialmente se è stato loro promesso che “non avranno bisogno di cambiare niente”? Un tale accordo difficilmente ha bisogno di essere annunciato. Nelle menti e nei cuori è già in atto.

Kyrie eleison.

Grec – III

Grec – III on Aprile 6, 2013

Volendo mettersi al posto di Dio, l’uomo moderno cerca di sostituire all’ordine del mondo voluto da Dio, il suo. Ma l’ordine di Dio è reale, al di fuori e indipendente dalla mente dell’uomo. Così l’uomo moderno sgancia la sua mente da questa realtà e seleziona da essa solo quei pezzi che desidera comporre nella sua fantasia. Ora, l’ordine più alto della creazione di Dio è il più perfettamente espresso nella dottrina della Sua chiesa. Pertanto, sottostando gli uomini di Chiesa o i laici odierni all’influenza di ogni cosa “normale” del mondo che li circonda, ecco che soffrono di un profondo rifiuto o ignoranza della natura e della necessità della dottrina.

È questo il problema essenziale del GREC, come esposto nei due precedenti numeri di “Commenti Eleison” (294 e 295). Il Groupe de Réflexion Entre Catholiques fu fondato nel 1997 nei salotti di Parigi per promuovere incontri e scambi amichevoli tra cattolici della Tradizione e cattolici della Chiesa ufficiale, allo scopo di creare un clima di mutua fiducia e rispetto che avrebbe facilitato una riconciliazione tra loro, e la fine del loro inutile allontanamento. Un tale proposito tralasciava gravemente l’importanza della dottrina, non necessariamente per deliberata malizia, della quale solo Dio è giudice, ma perché la dottrina non si può tralasciare più che la realtà stessa, checché ne vogliano pensare gli uomini.

Nel libro di Padre Lelong sul GREC, Per la necessaria riconciliazione, egli racconta come due sacerdoti della Fraternità San Pio X e il suo Superiore Generale “diedero un contributo decisivo all’avvio e al mantenimento del GREC”. Ancor prima che fosse avviato, Don du Chalard ricevette amichevolmente Padre Lelong nel suo priorato della FSSPX, e “negli anni seguenti non cessò mai di sostenere il GREC in modo discreto e attento”. All’avvio del GREC, Don Lorans, allora Rettore dell’Istituto della FSSPX a Parigi, ed esercitante da Parigi un’influenza decisiva sulle pubblicazioni della Fraternità, da allora fino ad oggi, accolse con favore l’idea del “dialogo tra cattolici”, e molto presto ottenne dal Superiore Generale della FSSPX in Svizzera l’approvazione per la sua partecipazione al GREC. Da allora in poi, Don Lorans svolse un ruolo di primo piano in tutte le attività del gruppo.

Tali attività, iniziarono su piccola scala e in privato. Nel maggio del 2000 si tenne il primo incontro pubblico del GREC con 150 persone presenti, al quale contribuì Don Lorans. Gli incontri divennero sempre più frequenti, con la partecipazione di sacerdoti della FSSPX. Le autorità della Chiesa al massimo livello furono regolarmente informate e consultate. Da parte sua, Don Lorans rese possibile “un rapporto di profonda fiducia” e scambi amichevoli con il Superiore Generale della Fraternità. Dal 2004 gli incontri del GREC si aprirono ancora di più al pubblico e nel settembre dello stesso anno venne istituito “un gruppo di lavoro teologico” a cui partecipò Don Lorans con un altro sacerdote della FSSPX e un teologo di Roma, che più tardi prenderanno parte ai colloqui dottrinali fra Roma e la FSSPX, svoltisi dal 2009 al 2011. A ragione, il GREC avrà potuto vedere in questi colloqui la realizzazione delle sue più vive speranze – finalmente i teologi si incontravano in un clima che il GREC aveva fatto tanto per creare, “per la necessaria riconciliazione”.

Grazie a Dio, i colloqui hanno restituito alla dottrina il suo primato proprio. Essi hanno dimostrato che fra la dottrina cattolica e quella conciliare vi è un abisso incolmabile. Ma il modo di pensare del GREC ha subito un arresto dentro la FSSPX? Lungi da ciò! Improvvisamente, la direzione della FSSPX è passata da “Nessun accordo pratico senza accordo dottrinale” a “Nessun accordo dottrinale, quindi accordo pratico”! Ahimè, la sollevazione della protesta all’interno della FSSPX nella primavera dell’anno scorso, è stata soffocata e confusa al Capitolo Generale di luglio, e la continua ricerca di un accordo pratico da parte della direzione della FSSPX è stata appena soffocata. “Il nostro aiuto è nel nome del Signore”, in particolare nella consacrazione della Russia. Da nessun’altra parte.

Kyrie eleison.