resistenza

Ecclesiastici consapevoli?- II

Ecclesiastici consapevoli?- II on Novembre 12, 2016

La settimana scorsa questi “Commenti” hanno sollevato la questione se il Superiore Generale della Fraternità San Pio X (SG in breve) sappia che cosa sta facendo quando pronuncia costantemente dichiarazioni contraddittorie: ora a favore della Tradizione cattolica, ora in linea con i Romani e la loro rivoluzione conciliare. Nella migliore delle ipotesi il SG sarebbe semplicemente un liberale confuso che confonde, diviso tra cattolicesimo e conciliarismo. Nel peggiore dei casi potrebbe essere un vero lupo travestito da agnello, che usa le parole semplicemente come strumenti politici per consentire ai romani di inglobare nella loro neo-chiesa conciliare la Fraternità un tempo cattolica di Mons. Lefebvre. Qui è in gioco la Fede. Così, per molti sacerdoti e laici è importante riuscire a capire con chiarezza se il SG è un pastore o un lupo, o una via di mezzo. Per una risposta molto chiara possiamo leggere quello che scrive un sacerdote francese resistente, Don Olivier Rioult, sull’ultimo numero della rivista bimestrale francese “Sous la Bannière”.

Egli parte dal comunicato del SG del 29 giugno, seguito alla riunione dei Superiori della FSSPX tenutasi appena prima nei pressi di Ecône, da cui cita delle frasi che potrebbero rassicurare alcuni cattolici sul fatto la FSSPX sarebbe tornata sulla pista tradizionale. Ma, dice Don Rioult, il SG nel passato ha detto tante volte una cosa e poi ne ha fatta un’altra, tale che le sue parole non hanno alcun valore per quanto riguarda la verità. Esse sono solo, come per innumerevoli politici moderni, degli strumenti della politica usati o abusati a seconda delle circostanze, in questo caso per far sì che la FSSPX si sottometta alle autorità della Neo-chiesa senza che ci si renda conto di ciò che sta accadendo. La prova sta nelle azioni del SG. Le azioni parlano sempre meglio delle parole. Ciò che il SG intende veramente lo si coglie meglio dalle sue azioni, che si muovono costantemente a favore della Roma conciliare.

Ed eccone alcune: l’accettazione della “remissione” delle “scomuniche”, nel 2009; l’accettazione della giurisdizione ufficiale per le confessioni e della giurisdizione ufficiale per lo stesso SG come prima istanza giudicante dentro della FSSPX; la preventiva presentazione dei nomi degli ordinandi sacerdoti negli Stati Uniti; l’accettazione della tolleranza diocesana per le ordinazioni sacerdotali in Germania. Lo stesso andazzo si verifica all’interno della FSSPX: retrocessione o rimozione degli oppositori alla sua politica romana, accompagnata dalla promozione di docili sostituti, spesso giovani relativamente poco idonei per responsabilità più gravose. E Don Rioult sottolinea che questa serie di azioni è chiaramente in linea con la Dichiarazione congiunta del SG e del numero due a Roma, il cardinale Müller, rilasciata dopo il loro incontro del settembre 2014, secondo la quale essi avrebbero “proceduto per gradi . . . prendendo il tempo necessario per appianare le difficoltà . . . al fine di raggiungere la piena riconciliazione”.

Questa procedura un passo alla volta, dice Don Rioult, ha il grande vantaggio per entrambe le parti di evitare l’impatto di un gesto chiaro, come la firma congiunta di un documento pubblico che rischierebbe di allarmare i seguaci della Tradizione su quanto sta succedendo. Così manifestate, le contraddizioni del SG confondono, ma sono sufficientemente “sottili” o “morbide” da assicurare sonni tranquilli ai cattolici che non stanno attenti né sono intenti a pregare. In effetti, le parole del SG si rivelano essere una cortina fumogena per mascherare specialmente ai sacerdoti della FSSPX ciò che egli è veramente, perché se tanti di loro fossero avvertiti e consapevoli, per lui sarebbe molto più difficile convincere Roma che sarà in grado di condurre nella neo-chiesa tutta la Fraternità, che è quello che Roma vuole per porre fine al corpo principale della resistenza alla loro religione del Nuovo Ordine Mondiale. Già nel 2012 il SG ha avuto l’amara esperienza che dopo aver predisposto ogni cosa a suo piacimento per la svendita, Roma rifiutò l’accordo perché venne a sapere pubblicamente che in quel momento i suoi tre confratelli vescovi della FSSPX erano tutti contrari. La Neo-chiesa ha bisogno di mettere in ginocchio la Tradizione, una volta per tutte.

Preghiamo per i sacerdoti della FSSPX, perché non si lascino ingannare dalla mafia di Menzingen, la blocchino e infine se ne sbarazzino.

Kyrie eleison.

Disintegrazione

Disintegrazione on Ottobre 29, 2016

Le cose cadono a pezzi; il centro non può reggere,
La pura anarchia si rovescia sul mondo
La torbida marea del sangue dilaga, e in ogni dove
Annega il rito dell’innocenza;
I migliori hanno perso ogni fede, mentre i peggiori
Sono pieni d’ardore appassionato.

Questi famosi versi de Il Secondo Avvento, una poesia scritta nel 1919 sulla scia della Prima Guerra Mondiale dal poeta anglo-irlandese, W. B. Yeats (1865–1939), vengono in mente come una possibile spiegazione di come il movimento di resistenza al tradimento del 2012 della Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre possa essere così forte nella verità e ancora debole in unità e numeri. Il 1919 è quasi un centinaio di anni fa, e Yeats non era né cattolico né particolarmente interessato alla condizione della Chiesa cattolica, che allora sembrava essere fiorente. Ma i poeti possono essere visionari, e Yeats coglieva in questi versi una verità essenziale sulla civiltà occidentale, come emergeva da quella guerra che “stava spegnendo ogni luce in tutta Europa” (Earl Grey): da allora, le nazioni occidentali, sono andate disintegrandosi spiritualmente con un processo ininterrotto.

Ciononostante molti cattolici che oggi desiderano la Fede per sopravvivere, sono sconvolti dall’apparente debolezza della “Resistenza” degli stessi sacerdoti di Mons. Lefebvre in particolare, per l’evidente tradimento dei suoi principi da parte dei loro capi attuali, e cercano una spiegazione. Alcuni pensano che i sacerdoti della FSSPX non prendono una pubblica posizione contro la falsa conciliazione della Tradizione col Vaticano II, perché hanno paura di essere buttati fuori dalla Fraternità senza più un posto per dormire o qualcosa da mangiare. Ma i sacerdoti devono sapere che ci sono dei laici che sarebbero felici di sostenerli. Una spiegazione più approfondita potrebbe essere che i sacerdoti hanno paura di essere tagliati fuori da quella Fraternità che è insieme la loro famiglia umana e la struttura per la quale appartengono all’apparato della Chiesa. Ma anche qui, con una fede abbastanza forte saprebbero che la Provvidenza può supplire a entrambe le esigenze.

D’altra parte, se guardiamo alla svendita della Fraternità nel 2012 tenendo presente la doppia disintegrazione delle due Guerre Mondiali, seguita dalla ben più terribile disintegrazione della Chiesa cattolica al Concilio Vaticano II (1962–1965), è giogo forza ammirare l’eroica impresa di Mons. Lefebvre nel raccogliere insieme i frammenti volanti di tale esplosione senza precedenti, ma non possiamo essere fortemente sorpresi se la Fraternità San Pio X esplodesse a sua volta dall’interno, o se i profughi della sua disintegrazione dovessero avere difficoltà a reintegrarsi fuori di essa. Le cose sono andate in pezzi, e le menti e i cuori con esse. Io penso che non sia rimasta abbastanza integrità o integrazione nei cuori e nelle menti perché noi si possa pensare di ripetere l’impresa di Monsignore. Il mondo è a quasi 50 anni di declino dal 1970, quando Monsignore fondò la Fraternità.

Ciò significa, non che non ci sia niente da fare, ma che in ciò che deve essere fatto si deve operare più dal punto di vista di Dio e meno da quello dell’uomo. Alla stessa fine del mondo, Dio permetterà che la Fede quasi sparisca ( Lc XVIII, 8), ma ci saranno ancora alcune anime che credono, che sperano e che amano. Nel 2016 Egli ci sta dando un’anticipazione di tale sparizione, ma le anime dovrebbero essere in grado di riconoscere che hanno ancora una notevole libertà di credere, sperare ed amare. E dovrebbero essere in grado di prevedere che anche il più potente degli Stati di polizia non avrà il potere di impedire loro di farlo. Inoltre, quanto più pesanti saranno le circostanze che peseranno su tale libertà, tanto più accetta in Cielo sarà la perseveranza di ogni anima nella devozione a Dio, al Suo divino Figlio e alla Beata Vergine, e tanto maggiore saranno i meriti di tali anime. Soprattutto, tanto maggiore sarà il loro costante contributo al benessere della Chiesa. In nessun caso tutto è perso, e mai potrà esserlo. La Chiesa di Dio non è cosa meramente umana.

Kyrie eleison.

Viveri di Riserva

Viveri di Riserva on Ottobre 22, 2016

Nelle questioni militari, è normale per che i generali ed anche i soldati tengano presente l’ultima guerra combattuta piuttosto che quella che stanno combattendo. Chi immaginava la guerra di trincea prima della I Guerra Mondiale? Poi, al momento della II Guerra Mondiale, lo sviluppo dei carri armati prodottosi tra le due guerre rese obsolete le trincee. Lo stesso accade nelle questioni religiose. Nel XXI secolo non è più come nel XX. Sicuramente i cattolici resistenti dal 2012 sono stati meno saggi nello sperare in qualcosa di simile alla creazione e all’espansione della Fraternità San Pio X nel secolo prima. Ad esempio, da due lodevoli resistenti di oggi giungono una lamentela generale ed una particolare, che forse mancano entrambe della necessaria saggezza . . .

La lamentela generale è che la “Resistenza” sta cadendo a pezzi, piuttosto che fare dei progressi. Questi “Commenti” hanno spesso posto tra virgolette la parola “Resistenza”, proprio per suggerire che la resistenza cattolica alla conciliarizzazione della FSSPX non è una sorta di organizzazione, ma un movimento indefinito con uno scopo preciso: salvare la Fede cattolica, ma per il momento non ha molta struttura che l’aiuti a farlo. Tuttavia, i resistenti è bene che si rincuorino, perché mentre l’uomo propone, Dio dispone, così che ciò che può apparire come un fallimento umano può non essere un fallimento dal punto di vista di Dio Onnipotente.

Per esempio, quando nel 1970 Mons. Lefebvre si propose di radunare una mezza dozzina di vescovi cattolici per dar vita ad un concreto ostacolo sulla via intrapresa dai conciliaristi per distruggere la Chiesa, Dio dispose differentemente. In questo suo proposito Monsignore avrebbe fallito, ma col suo tentativo avrebbe avuto successo nel costruire un prezioso caposaldo mondiale in grado di salvaguardare i tesori della dottrina, della Messa e del sacerdozio della Chiesa, per tempi migliori. Allo stesso modo oggi ci sono i Resistenti che si propongono di costruire qualcosa in grado di rimpiazzare la FSSPX in via di estinzione; e la loro apparente debolezza (almeno fino ad ora) può suggerire che tale sostituzione non sia nei piani o nelle disposizioni di Dio Onnipotente. Tuttavia, nel tentativo, i Resistenti stanno aiutando a garantir (almeno per ora) la sopravvivenza della Fede cattolica, cosa che è certamente nelle disposizioni della Provvidenza.

La lamentela particolare è che se solo la “Resistenza” avesse delle scuole, molti genitori legati alla FSSPX potrebbero ingrossare le sue fila, diversamente da come possono fare adesso, perché facendolo i loro figli verrebbero immediatamente buttati fuori dalle scuole della FSSPX senza che ci sia un’alternativa decente. Ma, ancora una volta, noi stiamo lottando per la Fede nel XXI secolo e non nel XX. Negli anni ‘80 c’erano ancora abbastanza genitori, insegnanti e sacerdoti cattolici che erano in grado di costituire quella cornice triangolare entro la quale i bambini potevano crescere bene. Ma oggi? Oggi si viene a sapere di una scuola per ragazzi della FSSPX che è stata in gravi difficoltà a causa del fatto che tra le sue mura vi è un focolaio di quel peccato contro natura che grida vendetta al Cielo. Ma quali mura possono impedire che gli adolescenti apprendano di quella glorificazione di tale peccato, vigente tra la massa dei maschi adulti del loro paese, ed anche della nuova parola inventata per reprimere la condanna del nuovo vizio – “omofobia”? E quali mura possono impedire che fin da adolescenti imitino gli adulti? In realtà, come si può impiantare una seria scuola maschile dopo l’invenzione di Internet, col suo accesso tascabile? Sono ancora possibili oggi delle istituzioni cattoliche?

Nell’odierna guerra di religione, sicuramente l’ordine del giorno è “viveri di riserva”, che significa che i soldati devono limitarsi allo stretto necessario per la sopravvivenza, nel nostro caso: mantenere la Fede. Questa guerra deve essere vinta in casa o verrà perduta. Dio dà ai genitori una forza naturale per formare i loro figli, che supera, diciamo, cinque a due la forza di qualsiasi istituzione che li deforma, ma solo a condizione che i genitori prendano in mano il loro potere. Un piccolo timone può guidare una grande nave, ma non se il timoniere lo lascia andare. Se i genitori lasciano andare i loro figli, non possono dare la colpa al mondo perché essi sono governati verso l’Inferno. E se tutti i genitori hanno voluto le scuole della FSSPX per qualificare i propri figli per il mondo, piuttosto che per il Cielo, non può questa essere una delle ragioni perché la FSSPX sta deviando?

Kyrie eleison.

“Normalizzazione”-illusione

“Normalizzazione”-illusione on Maggio 28, 2016

Che tutti i Superiori della FSSPX che parteciperanno al prossimo incontro per valutare l’ultima offerta di Roma in vista della riconciliazione, ponderino bene i commenti di Don Girouard sulla recente dichiarazione di Don Schmidberger (vedi CE 457):—

A) Nel paragrafo IV, Don Schmidberger dice che Mons. Lefebvre ha ricercato il riconoscimento anche dopo le consacrazioni del 1988. Egli dimentica di dire che Monsignore aveva posto delle condizioni: il totale ritorno di Roma agli antiliberali e antimodernisti documenti dei Papi tradizionali. Lo stesso paragrafo afferma che la Fraternità non ha cercato un riavvicinamento con Roma. Che è stata Roma a iniziare nel 2000. Don S. dimentica di dire che gli incontri del GREC, che miravano alla “normalizzazione” della Fraternità, iniziarono nel 1997, con la benedizione di Mons. Fellay.

B) Nel paragrafo V, la lettera afferma che Roma ha notevolmente abbassato le sue condizioni per una normalizzazione e che quindi è il momento giusto perché noi le si accetti. Don S. non riesce a capire che l’abbassamento delle richieste da parte di Roma è dovuto: 1 – La FSSPX è già stata ridimensionata e quindi è più gradita a Roma; 2 – Roma sa che dopo la normalizzazione si verificherà una maggiore liberalizzazione della FSSPX.

C) Nel paragrafo VI (Risposte alle obiezioni) # 3, Don S. dice che la FSSPX non resterà in silenzio dopo la normalizzazione. Ma in realtà essa lo sta già facendo! E ormai da anni! Le reazioni della FSSPX su Assisi 3, sulle Giornate Mondiali della Gioventù, sulle “canonizzazioni/beatificazioni” dei Papi G XXIII, GP II e Paolo VI, sui Sinodi sulla famiglia e sull’ultima enciclica di Papa Francesco (Amoris Laetitiae), e su altri scandali, non sono stati altro che tenui e morbidi “buffetti”. E quindi dopo la normalizzazione sarà peggio, dato che la FSSPX avrà paura di perdere quello che ha acquisito con tanta fatica.

D) Nel paragrafo VI, # 4, Don S. dice che noi dobbiamo renderci i più utili possibili alla Chiesa, che significa essere normalizzati, affinché miglioriamo la Chiesa dall’interno. Qui la mia risposta è la stessa dei punti B e C: Una volta assorbita nella struttura ufficiale modernista, la FSSPX, che ha già perso la sua “salinità”, sarà travolta dalle cattive influenze e il suo messaggio e le sue azioni avranno sempre meno effetto.

E) Nel paragrafo VI, # 5, Don S. dice che il punto cruciale della situazione è: “Chi convertirà chi?”. E che dobbiamo essere forti, e una volta che saremo dentro saremo noi a convertire i modernisti. Questo è lo stesso tipo di ragionamento di chi vorrebbe affittare una stanza in un bordello per convertire le prostitute e i loro clienti! È peccato di presunzione.

F) Nel paragrafo VI, # 6, Don S. dice che non siamo di fronte agli stessi problemi e tentazioni delle altre comunità tradizionali che sono rientrate a Roma e poi hanno tradito la battaglia, perché queste comunità hanno iniziato il processo, spesso con dei sensi di colpa, mentre nel caso della FSSPX è stata Roma che ha iniziato nel 2000. Qui la mia risposta è come al punto A: il processo è iniziato col GREC nel 1997, con la benedizione di Mons. Fellay.

G) Nel paragrafo VII (Conclusione), Don S. dice che non dobbiamo avere paura, perché la Fraternità è stata consacrata alla BVM, e Lei ci proteggerà. Egli dimentica di dire che tante Congregazioni e persone a Lei consacrate sono perite a partire dal Vaticano II! Basti pensare agli Oblati di Maria Immacolata, ai Servi di Maria, e così via, e così via! La BVM mai aiuterà coloro che si mettono volontariamente in occasione di peccato e di distruzione! Credere il contrario è prendersi giuoco di Lei e prendere in giro Dio! Ancora una volta, un peccato di presunzione! Questo non è il modo migliore, per non dire altro, di lavorare alla conversione di Roma e alla ricostruzione della Chiesa!

Una volta che la Fraternità sarà “normalizzata”, tutto quello che resterà da dire è: RIP FSSPX, e che Dio abbia pietà di noi!

Kyrie eleison.

Dichiarazione dei vescovi – I

Dichiarazione dei vescovi – I on Aprile 23, 2016

Il 19 marzo, poco più di un mese fa, Dom Thomas d’Aquino è stato sommessamente consacrato vescovo a beneficio delle anime che in tutto il mondo desiderano mantenere la vera fede cattolica. Come quando venne consacrato Mons. Faure, appena un anno fa, la cerimonia è stata splendidamente organizzata dai monaci del Monastero della Santa Croce, nei monti alle spalle di Rio de Janeiro, nella cattedrale-granaio, d’acciaio, del Monastero, finemente decorata per l’occasione come l’anno scorso. Il tempo era asciutto e tiepido senza essere troppo caldo. San Giuseppe ha fatto andare tutto senza intoppi. Gli dobbiamo tante grazie.

C’erano presenti un po’ più di persone rispetto all’anno scorso, ma molte di esse venivano dai dintorni in Brasile. Non c’erano giornalisti e l’evento è stato a mala pena menzionato anche nelle fonti d’informazione cattoliche Tradizionali. C’è stata una congiura del silenzio? È passata parola di non prestarvi attenzione? Non importa. Ciò che conta è ciò che Dio Onnipotente possa aver suggerito, vale a dire che la sopravvivenza della Fede in questo momento richiede non di fare pubblicità o farsi conoscere, ma forse di muoversi silenziosamente nell’ombra, da dove la Chiesa può scendere delicatamente nelle catacombe per attendere la sua resurrezione dopo che la tempesta nel mondo, che promette di essere umanamente terribile, si sarà placata.

In ogni caso, ora abbiamo un altro vescovo, saldamente nella linea di Mons. Lefebvre, e sulla sponda occidentale dell’Atlantico. Mentre Mons. Faure conobbe bene Monsignore ed era un suo confidente, Mons. Thomas d’Aquino non lavorò mai direttamente con Monsignore all’interno della FSSPX, ma proprio perché non era un membro della Fraternità, Monsignore può essersi sentito più libero di condividere con lui i suoi pensieri e le sue idee. Certo, egli diede al giovane monaco preziosi consigli in più di un’occasione, e Mons. Thomas non li ha mai dimenticati. I cattolici credenti non si sono sbagliati – ci sono state poche eccezioni alla loro reazione estremamente positiva per il dono di Dio di un altro vero pastore di anime.

Al momento della consacrazione, i due vescovi consacranti hanno fatto una dichiarazione che non ha ancora avuto molta pubblicità. Essa presenta il retroscena approfondito della consacrazione, mostrando come tale evento apparentemente strano in realtà non lo sia affatto, ma, date le circostanze, sia del tutto naturale. Ecco la prima parte della Dichiarazione. La seconda parte seguirà nel “Commento Eleison” della prossima settimana.

Nostro Signore Gesù Cristo ci aveva avvertiti che alla sua seconda venuta la Fede sarebbe quasi sparita dal mondo (Lc. XVIII, 8), e ne consegue che a partire dal trionfo della Sua Chiesa nel Medioevo, essa poteva conoscere solo una lunga discesa fino alla fine del mondo.

In particolare, tre esplosioni hanno segnato questa discesa: quella del protestantesimo, che ha rifiutato la Chiesa nel XVI secolo, quella del liberalismo, che ha rifiutato Gesù Cristo nel XVIII secolo, e quella del comunismo che ha rifiutato interamente Dio nel XX secolo. Ma la cosa peggiore di tutte è avvenuta quando questa Rivoluzione per tappe è infine riuscita a penetrare fin nell’interno della Chiesa, col Vaticano II (1962–1965). Volendo avvicinare la Chiesa al mondo moderno che si era considerevolmente allontanato da essa, il Papa Paolo VI ha saputo fare adottare ai Padri del Concilio «i valori di due secoli di cultura liberale» (Cardinale Ratzinger).

Quello che i Padri adottarono fu il triplice ideale della Rivoluzione Francese e in particolare: la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, nella triplice forma della libertà religiosa, la quale, valorizzando la dignità umana, implica l’elevazione dell’uomo al di sopra di Dio; della collegialità, la quale, promuovendo la democrazia, livella e sovverte ogni autorità nella Chiesa; dell’ ecumenismo, il quale, lodando le false religioni, implica la negazione della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. E nel mezzo secolo trascorso dalla fine del Vaticano II, le conseguenze, mortali per la Chiesa, di questa adozione dei «valori» rivoluzionari, sono divenute sempre più evidenti, culminando negli spaventosi scandali che screditano quasi ogni giorno il pontificato del Papa regnante.

Kyrie eleison.

L’eredità di monsignore – II

L’eredità di monsignore – II on Aprile 2, 2016

Nel 2012, i successori di Monsignore alla testa della sua Fraternità San Pio X, non essendo riusciti a capire come lui ponesse in modo fondamentale la Verità cattolica prima dell’Autorità cattolica, sostennero falsamente di star seguendo il suo esempio, quando al Capitolo Generale della Fraternità, in quell’estate, si disposero a mettere nuovamente la Verità al di sotto dell’Autorità, aprendo la porta a un accordo politico e non dottrinale con i bugiardi di Roma – “Il cattolicesimo è rivoluzionario” è una menzogna mostruosa. Per anni questi successori hanno diffuso le voci che l’accordo sarebbe stato imminente, ma Roma li porta dove vuole, per loro stessa responsabilità, e rischia di continuare ad ottenere concessioni, come, forse, la disastrosa intervista del 2 marzo concessa dal Superiore Generale ad un predatore di professione. La Roma conciliare non dimentica mai ciò che la FSSPX sembra non voler più ricordare – la Tradizione Cattolica e il Vaticano II sono assolutamente inconciliabili.

Tuttavia, Monsignore ha discepoli che non hanno dimenticato questa inconciliabilità. Costoro sono noti sotto il nome di “Resistenza”, che è un movimento piuttosto che un’organizzazione, come è logico che sia. Aggrappati alla Verità contro la falsa Autorità sia di Roma sia ora della FSSPX, ogni autorità interna tra loro può al massimo essere supplita, cioè un’autorità anormale fornita dalla Chiesa invisibilmente in caso di emergenza per la salvezza delle anime. Ma tale autorità, per l’invisibilità della sua trasmissione (in contrasto con le cerimonie visibili con le quali vengono trasmessi molti tipi di autorità tra gli uomini), è molto più debole e più contestabile dell’autorità normale nella Chiesa, che scende sempre, in ultima analisi, dal Papa. Pertanto, la “Resistenza” ha la forza della Verità, ma una debolezza dell’Autorità, di norma essenziale per proteggere la Verità cattolica.

Sicuramente, i cattolici resistenti, all’interno o al di fuori della Tradizione, devono tenere conto delle tante conseguenze di questa divisione tra Verità e Autorità, imposta dal Vaticano II a tutta la Chiesa. Essendo il Supremo Pastore di Dio fortemente colpito dalla follia conciliare, come potrebbero le pecore di Dio non essere fortemente disperse (cfr Zach XIII, 7; Mt. XXVI, 31)? Per non soffrire, i cattolici non avrebbero dovuto appartenere alla Chiesa cattolica. È questo che vogliono? Quindi i cattolici per il momento non devono essere né sorpresi dai tradimenti, né delusi dalle divisioni. Al Diavolo per il momento è stata data quasi mano libera per causare divisioni (“diabolein” in greco), e quando i cattolici sono tutti in lotta per la salvezza eterna, le divisioni sono spesso amare. Pazienza.

Poi, visto che dai Papi conciliari non può più venire la linfa vitale della vera Autorità cattolica, che scenda fin nelle istituzioni cattoliche, le persone cattoliche non possono più dipendere dalle istituzioni cattoliche come normalmente dovrebbero essere in grado di fare. Piuttosto, sono queste istituzioni che per la Verità devono dipendere dalle persone, come si è visto per la FSSPX che dipendeva da Mons. Lefebvre. Ma le persone, senza il sostegno o controllo istituzionali, sono sempre suscettibili di essere fallibili, e così non sembra saggio aspettarsi che oggi ogni raggruppamento di cattolici per la Verità possa attrarre grandi numeri. Naturalmente, i cattolici possono aspettarsi una struttura, una gerarchia, dei Superiori e l’obbedienza, ma queste non possono essere fabbricate dal nulla. Sicuramente i piccoli resti sono all’ordine del giorno. Pazienza.

In conclusione, i cattolici che stanno cercando di mantenere la Fede devono far propria la loro meritata punizione, rinunciare a tutte le umane illusioni e invenzioni, e chiedere in preghiera a Dio Onnipotente di intervenire. Quando abbastanza anime si rivolgeranno a Lui per la Sua soluzione, e non per la loro, esse riconosceranno che la Sua Provvidenza interviene per loro nella forma della Devozione dei Primi Sabati del mese, in riparazione a Sua Madre. Quando sarà stata fatta la bastante riparazione, Egli darà al Suo Vicario in terra la grazia di consacrare la Russia al di lei Cuore Immacolato, e allora l’ordine incomincerà ad essere ripristinato, come Dio ha promesso. Per la pratica di questa Devozione, non perdere i “Commenti” della prossima settimana.

Kyrie eleison.