Commenti Eleison

Cinquantismo Constatato

Cinquantismo Constatato on Marzo 8, 2014

Se dall’interno della Fraternità San Pio X, almeno finora, viene solo una relativamente piccola reazione al suo completo cambio di direzione attuatasi sotto Mons. Fellay, è a causa del desiderio di ritornare al cattolicesimo degli anni Cinquanta. È quello che fa notare una cattolica che assiste alla Messa in una cappella della FSSPX nel mondo anglofono. Ella mi ha scritto recentemente:—

“Perché non c’è ‘Resistenza’ dalle nostre parti? Io penso di averlo capito. Lei ha detto molte volte che la maggior parte dei capi originarii della Fraternità San Pio X non ha mai capito veramente Mons. Lefebvre. Io penso che questo valga da noi per molti dei nostri originarii fondatori di questa cappella, che sono legati alla Fraternità e ai suoi capi attuali. Come mai? Perché non reagiscono quando ciò per cui hanno combattuto così a lungo e così duramente, è minacciato di distruzione dall’interno?

“Domenica, un’anziana signora me ne ha fatto una sintesi. Lei e suo marito la vedono così: si sono sforzati valorosamente negli anni Settanta e nei primi degli anni Ottanta, e il frutto delle loro fatiche è la cappella stessa. Oggi la Messa con tutti elementi accessori, la proprietà, gli edifici, i banchi, le statue, i paramenti – tutto questo è minacciato dalla mera esistenza della Resistenza! Loro si sono battuti in tutti questi anni per restaurare per loro stessi il cattolicesimo della loro giovinezza. Per loro, NON è affatto una questione di dottrina. Lei è membro di un Terz’Ordine, ma crede che le questioni dottrinali siano cose per i sacerdoti e i vescovi e non per i laici. Per esempio, studiare le encicliche papali significherebbe intromettersi negli affari che Dio ha assegnato alla gerarchia.

“Io ho chiesto se sentono la necessità di comprendere la loro Fede, se le singole anime non debbano rispondere a Dio della conoscenza della loro Fede. La loro risposta è stata sincera, io ritengo, ma mi è apparsa sorprendente. Mi hanno risposto: ‘No! La responsabilità del cattolico consiste nell’obbedire ai suoi superiori’. E se i superiori sbagliano? ‘Obbedire comunque! Fare altrimenti è ribellione’. Per un cattolico, è ‘segno di ribellione’ mettere in discussione i proprii superiori su ‘materie che non gli competono’, cioè la dottrina. Se il superiore sbaglia, sarà Dio a giudicarlo. – ‘Non si sbaglia mai ad ubbidire al sacerdote’, laddove egli c’è. I Resistenti sono ribelli, disobbedienti e irrispettosi. Come osano mettere in discussione il superiore? Come osano presumere di studiare la dottrina, chiedere conto su di essa ai proprii superiori? I Resistenti sono il male, non perché sbagliano sulla dottrina, ma perché le loro parole ed azioni minacciano il cattolicesimo degli anni Cinquanta.

“Ma l’obbedienza cieca è ridicola! Cosa devono fare gli agnelli quando il Pastore è colpito e le pecore sono disperse? Far finta che tutto vada bene e lasciarsi divorare dai lupi in nome dell’obbedienza? Cosa si può dire a queste persone? Esse sono volutamente ignoranti, nella convinzione che l’ignoranza volontaria sia una virtù! Da dove deriva una tale mentalità? Che razza d’errore si è insinuato nella Chiesa, perché i cattolici spegnessero le loro menti? Tutto quello che posso dire è che se la FSSPX è rimasta con un gregge di pecore lobotomizzate, per Roma sarà facile spazzar via l’ultima roccaforte della Tradizione! Alle cappelle della FSSPX manca solo di essere condotte sotto la giurisdizione del vescovo locale, con un accordo formale o con la cooperazione di fatto con i preti del Novus Ordo, come abbiamo visto qui da noi.”

Si noti come ella evochi la possibilità che Roma assorba la FSSPX non più con un qualche accordo alla luce del sole, ma tramite un graduale accorpamento. Si tratta di un pericolo reale. Mi chiedo se non sia questo che è stato consigliato ai capi della FSSPX dai loro “nuovi amici” di Roma.

Kyrie eleison.

Prima la Verità

Prima la Verità on Marzo 1, 2014

Ci devono essere molte obiezioni all’argomento dei recenti numeri di questi “Commenti”: che essendo la divina verità prioritaria rispetto agli insegnanti umani, l’infallibilità dei Papi non è necessario che ci tocchi più di tanto, perché dietro, al di là e al di sopra di loro, sta la vera Fede. Ma ecco un’obiezione classica: la Verità in sé può essere al di sopra di loro, ma a noi esseri umani essa giunge solo attraverso di loro – “ la fede viene dall’ascolto ” ( Rom .X, 17).Perciò Nostro Signore ha affidato a Pietro (cioè ai Papi), il compito di confermare i suoi fratelli nella fede ( Lc .XXII,31–32). Così, per noi cattolici gli insegnanti precedono la Verità che non possiamo ricevere senza di loro. Inoltre lo Spirito Santo li guida ( Gv .XVI, 13), quindi come posso dire io in qualche modo se o quando Egli non lo stia facendo?

Anche la risposta si trova nella Scrittura. San Paolo scrive a un gregge che ha istruito nella Fede:” Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! ” E il punto è così importante che San Paolo ripete immediatamente: “ L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema !” ( Gal .I,8–9).

Ma, un Galato avrebbe potuto obiettare: perché dovremmo credere al Vangelo della tua prima visita in Galazia e non ad un altro eventualmente diverso, della tua seconda? San Paolo dà subito una prima ragione:” Il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo .”( Gal . I, 1–12). E San Paolo conferma questo narrando quanto poco contatto egli avesse avuto con coloro che avrebbero potuto istruirlo, gli altri Apostoli, prima che cominciasse a predicare (I, 15–19), un fatto ovviamente verificabile da loro, e egli giura ai Galati che non sta mentendo (I, 20). Una seconda ragione che dà un po’ dopo, sono i miracoli e l’esperienza dello Spirito Santo (III, 2–5) che gli stessi Galati avevano sperimentato come diretto risultato della predicazione fatta da Paolo nella prima visita.

Così Paolo dimostra che Dio ha istruito lui e ha confermato i Galati, sul Vangelo di quella prima visita, e la contraddizione tra esso e qualsiasi altro Vangelo, i Galati sarebbero non solo in grado, ma anche obbligati a coglierla da loro stessi, se volevano salvare le loro anime. E non importa se (I, 8), il predicatore del diverso Vangelo fosse un angelo o Paolo stesso – o un Papa! – i Galati avrebbero sempre il dovere assoluto di attenersi al primo Vangelo di Paolo. La verità che era stata loro rappresentata (III, 1), i Galatil’aveva riconosciuta e accettata (III, 3), così come si riconosce che 2 più 2 fa 4, quindi essa doveva avere la priorità su qualsiasi altro insegnante che la contraddicesse, a prescindere dall’autorità che potesse sembrare avere per insegnare (I, 9).

Così Mons. Lefebvre usava dire che per i 19 secoli trascorsi da San Paolo al Vaticano II, la Chiesa aveva predicato esattamente lo stesso Vangelo, che viene da Dio e da Lui è sempre e nuovamente confermato. Quel Vangelo, in quanto rivelato da Dio è la Rivelazione; in quanto tramandato dagli uomini di Chiesa è la Tradizione; in quanto insegnato con autorità dalla Chiesa è il suo Magistero Ordinario e Straordinario. Tra quel Vangelo e il Vaticano II la contraddizione è evidente, quindi dobbiamo accettare e credere alla Tradizione, se vogliamo salvare le nostre anime, quali che siano le apparenti autorità della Chiesa Conciliare che possano dire il contrario. Così Dio ci aiuti. Come può allora, proprio la Fraternità San Pio X di Monsignore Lefebvre, essere ufficialmente alla ricerca di una sottomissione alle autorità del Vaticano II?

Kyrie eleison.

Umanizzazione Fatale

Umanizzazione Fatale on Febbraio 22, 2014

Alcuni cattolici che ritengono che la Sede Apostolica sia vacante hanno fortemente protestato contro le recenti problematiche affrontate da questi “Commenti”, che sembrano mettere sullo stesso piano l’eresia universale del liberalismo e l’opinione particolare del sedevacantismo. Ma mentre questi “Commenti” hanno costantemente criticato con forza la peste del liberalismo, hanno fatto di più recentemente che sostenere che nessuno è obbligato a essere sedevacantista? Considerando infatti come il sedevacantismo si dimostri essere in certi casi una trappola sterilizzante, non è esso una posizione alquanto moderata da assumere?

Tuttavia, i “Commenti” sostengono che il sedevacantismo, pur ammirevole come sforzo per combattere il liberalismo nella Chiesa, è nel migliore dei casi un mezzo inadeguato per farlo, perché condivide con i liberali uno dei loro errori di base, vale a dire l’esagerazione dell’infallibilità pontificia. In tutta la sua profondità, questo errore ci porta al cuore dell’odierna crisi senza precedenti della Chiesa, ed è questo il motivo per cui i “Commenti” insisteranno sulla questione, mentre chiedono il perdono di tutti i lettori indebitamente stufi o offesi. È in gioco l’intera Chiesa, non solo la sensibilità di questi o quelli dei suoi membri.

Tale profondità è dovuta al lento ma costante allontanamento dell’umanità da Dio, da Suo Figlio e dalla Sua Chiesa, prodottosi negli ultimi 700 anni. Al culmine del Medio Evo, i cattolici avevano una fede limpida e forte, essi coglievano l’unicità e l’esclusività dell’oggettivo Iddio e della Sua non contraddittoria Verità. Dante per esempio non ebbe problemi a mettere dei Papi nel suo Inferno. Ma, dal momento che nel corso dei secoli l’uomo ha posto se stesso sempre più al centro di tutte le cose, ecco che per lui Dio ha perso la sua assoluta trascendenza rispetto a tutte le creature, e la verità è divenuta sempre più relativa non all’autorità di Dio, ma a quella dell’uomo.

All’interno della Chiesa, si prenda ad esempio la13a delle 17 “Regole per sentire con la Chiesa” presenti nel famoso libro degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, lodato da allora da innumerevoli Papi e che indubbiamente ha contribuito a salvare milioni di anime. Sant’Ignazio scrive: “Per non sbagliare, dobbiamo sempre essere disposti a credere che ciò che a noi sembra bianco è nero, se è così che stabilisce la Chiesa gerarchica”. Una tale posizione potrebbe sostenere l’autorità degli uomini di Chiesa nel breve periodo, ma a lungo andare non ha fatto correre un grave rischio per questa autorità di distacco dalla verità?

In effetti, dalla fine del XIX secolo il liberalismo è diventato così forte che la Chiesa, nel 1870, ha dovuto sostenere la propria autorità con la Definizione del suo Magistero quand’esso opera con pieni poteri, cioè ogni volta che 1) un Papa 2) definisce 3) un punto di Fede o di morale 4) in modo da impegnare tutta la Chiesa. Ma col pensare troppo umanamente, da allora troppi cattolici, invece di mettere questo Magistero Straordinario in relazione con Dio e con la verità immutabile del Magistero Ordinario della Chiesa, hanno acquisito la tendenza ad assegnare alla persona umana del Papa quell’infallibilità che proviene de, ed appartiene solo a, Dio. Questo processo umanizzante ha generato una serpeggiante infallibilità che quasi inevitabilmente è sfociata nella pretesa assurda di Paolo VI di essere autorizzato a rimodellare la Tradizione della Chiesa in nome di un “Solenne Magistero Ordinario”. La grande maggioranza dei cattolici gli ha permesso di farla franca, e ad oggi una gran parte di essi, seguendo i Papi conciliari, diventa liberale giorno dopo giorno, mentre una piccola minoranza di cattolici è portata fino a negare che i responsabili dell’insensatezza conciliare possano essere realmente Papi.

In somma, io personalmente ho rispetto per molti sedevacantisti, in quanto credono nella Chiesa e sono alla disperata ricerca di una soluzione di un problema infinitamente grave della Chiesa, ma a mio parere essi hanno bisogno di guardare più in alto e più in profondità – le infinite altezza e profondità di Dio stesso.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – II

Infallibilità Della Chiesa – II on Febbraio 15, 2014

Molto deve essere detto sull’infallibilità della Chiesa, soprattutto per correggere le illusioni derivate (per errore) dalla definizione dell’infallibilità papale nel 1870. Oggi, per esempio, sedevacantisti e liberali pensano che le loro posizioni siano totalmente opposte; ma si soffermano a considerare,anche solo un momento, che in realtà la pensano allo stesso modo? Proposizione principale: i Papi sono infallibili. Proposizione secondaria: i Papi conciliari sono liberali. Conclusione liberale: dobbiamo diventare liberali. Conclusione sedevacantista: non possono essere Papi. L’errore non sta né nella logica, né nella proposizione secondaria.Si può trattare solo di un malinteso di entrambe le parti sull’infallibilità espressa nella proposizione principale. Ancora una volta, gli uomini moderni pongono l’autorità al di sopra della verità.

L’Eterno Iddio è la Verità stessa, assolutamente infallibile. Nel tempo creato, attraverso il Suo Figlio Incarnato, ha istituito la Sua Chiesa con una dottrina per la salvezza delle anime umane. Provenendo da Lui, tale dottrina può essere solo infallibile, ma per mantenerla libera dagli errori degli umani uomini di Chiesa a cui Egli l’ha affidata, il Suo Figlio ha loro promesso che lo “spirito di verità” li avrebbe guidati “per sempre” (Gv XIV, 16). In effetti, senza una tale garanzia, Dio come potrebbe esigere dagli uomini, pena la dannazione eterna, che credano in Suo Figlio, nella Sua dottrina e nella Sua Chiesa (Mc. XVI, 16)?

Eppure, neanche agli uomini di Chiesa Dio toglierà la libera volontà di errare su ciò che ha loro affidato. Ed Egli permetterà che essi spingano la loro libertà fin dove vogliono, eccetto che permettere che rendano la sua Verità inaccessibile agli uomini. Questa permissione si spinge lontano e comprende un certo numero di Papi altamente manchevoli, ma la portata di Dio va ancora più in là, nonostante la malvagità degli uomini (Isaia LIX, 1,2). Al Vaticano II, per esempio, l’errore della Chiesa si è spinto ben oltre, senza però che Dio permettesse alla sua Chiesa di essere totalmente defettibile nel presentare agli uomini la Verità infallibile proveniente dalla Sua propria infallibilità. Anche i Papi conciliari hanno espresso molte verità cattoliche accanto ai loro errori conciliari.

Ma allora, io anima semplice, come posso distinguere tra le loro verità ei loro errori? In primo luogo, se sto davvero cercando Dio con cuore retto, Egli mi guiderà a Lui, come dice la Bibbia in molti passi. E in secondo luogo, essendo la dottrina di Dio immutabile come Dio stesso, essa dev’essere quella dottrina che trovo essere stata insegnata e tramandata da (quasi) tutti i suoi uomini di Chiesa in (quasi) tutti i luoghi e in (quasi) tutti i tempi, dottrina conosciuta cosí come la Tradizione. Fin dall’inizio della Chiesa, ciò che è stato tramandato è il testo più certo di ciò che ha insegnato Nostro Signore stesso. Nel corso dei secoli è stato il lavoro di milioni di uomini di Chiesa a tramandare la Tradizione senza errori. Si è trattato di ciò di cui Dio ha dotato la sua Chiesa nel suo insieme, e non solo nei Papi, sotto la guida dell’infallibile Spirito Santo.

È questa, per così dire, la torta dell’infallibilità della Chiesa, sulla quale le solenni definizioni dei Papi sono solo la ciliegina, preziosa e necessaria, la cima dell’infallibilità della Chiesa, ma non il corpo della sua montagna. Si noti innanzi tutto che le definizioni del Magistero Straordinario dei Papi sono esistite non solo dal 1870, ma dall’inizio della Chiesa, e sono esistite non per rendere vera la Tradizione, ma solo per rendere certo che cosa appartenesse alla Tradizione e cosa no, e questo ogni volta che l’errare degli uomini lo aveva reso incerto. Intuendo la verità, Mons. Lefebvre ha giustamente preferito l’infallibile Tradizione ai Papi gravemente erranti. Non avendolo mai compreso, come tutti i liberali moderni che non percepiscono sufficientemente la verità, i suoi successori sono in procinto di preferire i Papi erranti all’infallibile Tradizione. Sottovalutando la verità e sopravvalutando i Papi, i sedevacantisti ripudiano interamente i Papi erranti e possono essere tentati di abbandonare del tutto la Chiesa. Signore, abbi pietà!

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – I

Infallibilità Della Chiesa – I on Febbraio 8, 2014

Probabilmente il problema principale dei sedevacantisti è l’infallibilità della Chiesa (i Papi conciliari sono terribilmente fallibili, quindi come possono essere Papi?). Tuttavia, l’infallibilità merita di essere esaminata come qualcosa di più dalla semplice panacea del sedevacantismo. Il moderno problema di preferire l’autorità alla verità è vasto.

Per “Infallibilità” si intende l’impossibilità di sbagliare o di cadere in errore. Il Concilio Vaticano I ha definito nel 1870 che il papa non può errare quando sono assicurate quattro condizioni: deve (1) parlare come Papa, (2) su una questione di Fede o di morale, (3) in maniera definitoria, e (4) con il chiaro intento di impegnare tutta la Chiesa. Ogni insegnamento siffatto appartiene a ciò che viene detto il suo Magistero “Straordinario”, perché per un verso il Papa raramente copre tutte e quattro le condizioni, e per l’altro insegna molte altre verità sulle quali non può sbagliare o cadere in errore perché esse sono sempre state insegnate dal Chiesa, e quindi appartengono a quello che il Vaticano I ha chiamato “Magistero Ordinario Universale” della Chiesa, anch’esso infallibile. La domanda è: come si relaziona il Magistero Straordinario del Papa col Magistero Ordinario della Chiesa?

Madre Chiesa insegna che il Deposito della Fede, o Rivelazione pubblica, è stato completato con la morte dell’ultimo Apostolo vivente, diciamo intorno al 105 d. C. Da allora, a tale Deposito o corpo di verità rivelate, non è stata aggiunta, né potrebbe essere aggiunta un’ulteriore verità. Quindi nessuna definizione “straordinaria” può aggiungere uno iota di verità a questo Deposito, essa, per il bene dei credenti, può solo aggiungere certezza a qualche verità già appartenente al Deposito, ma la cui appartenenza non era stata abbastanza chiara fino ad allora. Seguendo un quadruplice ordine ne deriva, per primo una REALTA’ oggettiva, indipendente da qualsiasi mente umana, come ad esempio il fatto storico della Madre di Dio concepita senza peccato originale. Per secondo, una VERITA’ in ogni mente che conforma se stessa a tale realtà. Solo per terzo ne deriva una DEFINIZIONE infallibile, quando un Papa impegna tutte e quattro le condizioni per definire tale verità. E per quarto da tale definizione scaturisce per i credenti la CERTEZZA di tale verità. Così, mentre la realtà genera la verità, una Definizione si limita a generare la certezza di tale verità.

Ma la realtà e la sua verità già appartenevano al Magistero Ordinario , perché non si dà che un Papa definisca infallibilmente una verità al di fuori del Deposito della Fede. Così, il Magistero Ordinario sta al Magistero Straordinario come un cane alla coda, e non come la coda a un cane ! Il problema è che la Definizione del 1870 ha dato un tale prestigio al Magistero Straordinario che il Magistero Ordinario in confronto ha incominciato a impallidire, al punto che i cattolici, anche teologi, si sono industriati per inventare per quest’ultimo un’infallibilità simile a quella del Magistero Straordinario. Ma questa è follia. Il Magistero Straordinario presuppone l’Ordinario, ed esiste solo per dare certezza (4) ad una verità (2) già insegnata dal Magistero Ordinario.

Il punto può essere illustrato dall’idea di una montagna innevata. In nessun modo la montagna dipende dalla neve, tranne che per essere resa ancora più visibile di quanto lo fosse già. Viceversa, che la neve stia lì dipende completamente dalla montagna che sta dov’è. Allo stesso modo, il Magistero Straordinario non fa altro che rendere più chiaro o certamente visibile il Magistero Ordinario. Più l’inverno si avvicina più scende la quota dell’innevamento. Dal momento che nei tempi moderni la carità si raffredda, possono rendersi necessarie più definizioni del Magistero Straordinario, ma questo non fa che esse perfezionino il Magistero della Chiesa. Al contrario, esse segnalano una debolezza dei credenti nel cogliere le verità della loro Fede. Più un uomo è sano, meno sono le pillole di cui ha bisogno.

La prossima settimana, ne vedremo l’applicazione sia al sedevacantismo sia all’attuale crisi della FSSPX.

Kyrie eleison.

Ansia Sedevacantista – II

Ansia Sedevacantista – II on Febbraio 1, 2014

1 O si riconoscono in toto i Papi conciliari (come lo fanno i liberali – Dio non voglia!), o li si rifiuta in toto (come lo fanno i sedevacantisti ). Riconoscerli in parte sì e in parte no, significa cogliere e scegliere ciò che si intende riconosce, come fece Lutero, e come fanno tutti gli eretici (in greco: “persone che scelgono”). Questo è vero se si coglie e sceglie secondo la propria scelta personale, ma non è vero se, come Mons. Lefebvre, si giudica secondo la Tradizione cattolica, che si coglie nel valore dei documenti di 2000 anni della Chiesa. In questo caso si sta giudicando insieme a 260 Papi contro solo sei, cosa che però non prova l’invalidità di questi sei.

2 Ma i Papi conciliari hanno avvelenato la Fede e messo in pericolo la salvezza eterna di milioni e milioni di cattolici. Questo è contrario alla indefettibilità della Chiesa . Nella crisi ariana del IV secolo, Papa Liberio mise in pericolo la fede condannando Sant’Atanasio e sostenendo i vescovi ariani in Oriente. Per poco tempo l’indefettibilità della Chiesa non passò per il Papa, ma per il suo apparente avversario. Tuttavia, questo non significa che Liberio non fosse Papa, né che fosse Papa, Atanasio. Allo stesso modo, oggi l’indefettibilità della Chiesa passa per i fedeli seguaci della linea adottata da Mons. Lefebvre, senza che necessariamente debba significare che Paolo VI non è stato Papa.

3 Ciò che insegnano i vescovi del mondo, in unione con il Papa, è Magistero Ordinario Universale della Chiesa, che è infallibile. Ora, negli ultimi 50 anni i vescovi del mondo in unione con i Papi conciliari, hanno insegnato le sciocchezze conciliari. Pertanto, questi Papi non possono essere stati veri Papi. Se il Magistero Ordinario della Chiesa dovesse divergere dalla Tradizione, non sarebbe più “Ordinario”, ma molto straordinario, perché la dottrina della Chiesa non ammette novità, l’”Universale” “attiene al tempo e allo spazio. Ora, la dottrina conciliare va ben al di fuori della Tradizione (ad esempio la libertà religiosa e l’ecumenismo). Pertanto la dottrina propria del Consiglio non rientra nel Magistero Ordinario Universale, e non può servire a dimostrare che i Papi conciliari non siano stati Papi.

4 Il modernismo è “la sintesi di tutte le eresie” (San Pio X). Ma i Papi conciliari sono stati tutti modernisti “pubblici e manifesti”, cioè eretici di una natura tale che, come affermato da san Roberto Bellarmino, non possono essere membri della Chiesa, figuriamoci a capo di essa. Si veda il “Commento” della scorsa settimana. Al tempo di Bellarmino le cose erano molto più chiare, o “pubbliche e manifeste”, da quello che sono in mezzo all’odierna confusione delle menti e dei cuori. L’ oggettiva eresia dei Papi Conciliari (cioè quello che dicono) è pubblica e manifesta, ma non la loro eresia soggettiva o formale (cioè la loro cosciente e decisa intenzione di negare ciò che sanno essere immutabile dogma cattolico). E dimostrare la loro eresia formale si potrebbe fare solo con un confronto con l’autorità dottrinale della Chiesa, ad esempio, l’Inquisizione o il Sant’Uffizio, la si chiami come si vuole (“Una rosa con qualsiasi nome avrà sempre il suo dolce profumo”, dice Shakespeare). Ma il Papa è sempre lui stesso la massima autorità dottrinale della Chiesa, sopra e dietro l’attuale Congregazione per la Dottrina della Fede. Come si può quindi dimostrare che egli è quel tipo di eretico impossibilitato ad essere il capo della Chiesa?

5 Ma in questo caso la Chiesa è in un pasticcio senza speranza! Anche qui, si veda il “Commento”della settimana scorsa. Oggi, le menti degli uomini sono così universalmente disordinate che solo Dio può raddrizzare il disordine. Ma questa obiezione può provare che egli deve intervenire (e presto!) piuttosto che i Papi pasticcioni non siano Papi. Pazienza. Dio ci sta mettendo alla prova, come ha tutto il diritto di fare.

Kyrie eleison.