liberalismo

Fede compromessa

Fede compromessa on Aprile 11, 2015

In un recente bollettino di un Priorato, l’editoriale di un valido collega della Fraternità San Pio X mostra una delle ragioni principali per cui i sacerdoti della Fraternità non si uniscono ancora alla “Resistenza” – essi ancora non credono che sia in gioco la Fede. Ci chiediamo che cosa ci vorrà per convincerli. È certo che i capi dell’ex FSSPX, attualmente al comando, sono convinti che essi non stiano cambiando la Fede, e perciò convinceranno tanto più facilmente i sacerdoti della Fraternità e i laici che questo sia vero. Ma se avessero la vera Fede, come potrebbero pensare di mettere la loro roccaforte lefebvriana sotto il controllo dei neo-modernisti di Roma?

L’editoriale è intitolato “Obbedire ai Superiori fallibili”. L’autore riconosce che la resistenza ai Superiori fallibili è legittima quando è in gioco la Fede, ma l’enfasi dell’editoriale è posta piuttosto sui limiti che devono caratterizzare tale resistenza: l’anarchia e la mancanza di rispetto per l’autorità non sono mai lecite; l’obbedienza ai legittimi Superiori è essenziale per ogni società; i Superiori hanno speciali grazie di stato; occorre aver cura di avvertire i fedeli che non possono fare le distinzioni necessarie; oggi vi è al di fuori un pericoloso spirito d’indipendenza (Benedetto XV); gli appellativi divisivi devono essere evitati, ecc. – i principi sono impeccabili, il problema sta nella loro applicazione.

Per esempio, mentre l’editoriale condanna tali appellativi, tuttavia riconosce che Pio IX chiamava i “cattolici liberali”: i “peggiori nemici” della Chiesa. In effetti, in ogni crisi nella Chiesa, individuare e nominare i nemici della Chiesa, ad esempio “Protestanti” al tempo della Riforma, è il primo importante passo per essere in grado di combatterli. Indubbiamente, l’autore dell’editoriale concede questo allorché è in gioco la Fede, solo che nega che vi sia alcuna crisi della Fede all’interno della Fraternità. Ma, Reverendo, pensa che i cattolici liberali del XIX secolo che incorsero nella condanna di Pio IX avessero negato un solo Articolo di Fede? Al contrario, essi affermavano con vigore la loro fede in ognuno di tali Articoli. Eppure non condannavano con pari vigore il Sillabo degli Errori di Pio IX? Per una mente moderna, il problema di essere o meno cattolici non sta nell’accettare o nel rifiutare una qualche verità della Fede, ma nell’istintivo compromettere ogni e qualsivoglia verità; e questa terribile corruzione mentale, senza un miracolo divino, è praticamente un problema insolubile per e della Fede.

E tale corruzione ha raggiunto i vertici della Fraternità. Reverendo, riconosce che l’”ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI equivale alla sospensione della legge di non contraddizione? E ha attentamente considerato il paragrafo III.5 della Dichiarazione Dottrinale di Mons. Fellay dell’aprile 2012? Documento che egli ha ponderatamente “ritirato”, ma che non ha mai sostanzialmente ritrattato? Essa afferma che le dichiarazioni non tradizionali del Vaticano II devono essere interpretate come tradizionali. Non siamo di fronte ad un perfetto esempio di “ermeneutica della continuità”, di interpretazione che scavalca la realtà? E allora, pensa davvero che la Fraternità non abbia alcun problema di Fede, quando il suo Superiore si unisce a Roma nel sospendere la legge di non contraddizione, e nuota felicemente come un pesce in acqua nelle contraddizioni e in quelle che Churchill chiamava eufemisticamente “inesattezze terminologiche”?

Circa la sua affermazione che chiunque “dubiti che possa ancora esistere la gerarchia nei primi del XXI secolo, si esclude dalla vita cattolica”; se egli ne dubita in linea di principio, si potrebbe essere d’accordo con lei, ma se ne dubita solo in relazione a ciò che osserva in pratica, non potrebbe semplicemente osservare l’estensione ad un secolo più tardi di ciò che lei cita avrebbe già osservato Benedetto XIV per il 1914: “un pericoloso spirito di indipendenza all’esterno”?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-Fraternitá – III

Il pensiero della neo-Fraternitá – III on Febbraio 21, 2015

In questi “Commenti” (395), abbiamo già detto che al Primo Assistente della Neo-Fraternità manca la dottrina e che (396) questa mancanza di dottrina è un problema più vasto di quanto possa apparire, perché si tratta dell’intera modernità contro l’intera Verità; adesso resta da mostrare come questo problema universale si manifesti in una serie di errori particolari presenti in questa intervista concessa in Germania da Don Pfluger verso la fine dello scorso anno. Per brevità utilizzeremo la sintesi del suo pensiero (essenzialmente rispondente) che abbiamo esposto due settimane fa. Le espressioni che abbiamo riprese sono in corsivo:—

La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale.

Sì, ma la dottrina del movimento tradizionale è vasta né più né meno la dottrina della Chiesa cattolica, essendo identica ad essa, e questa dottrina è il cuore e l’anima del movimento tradizionale.

Non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70.

Pensare di rendere la Tradizione “convincente o attraente” è un modo troppo umano di concepirla. La Tradizione cattolica viene da Dio, ed ha un potere divino di convincere e di attrarre, a patto che venga presentata fedelmente, senza cambiamenti o alterazioni umane.

La Tradizione cattolica . . . non può essere limitata alle condanne . . . del liberalismo . . . , che erano di routine nel XIX e nel XX secolo.

Vero, ma allora non si sarebbe potuto difendere il Vangelo senza quelle condanne dottrinali, e dal momento che il XXI secolo è più liberale che mai, oggi la Tradizione non può essere mantenuta senza tali condanne.

Il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi . . . . molto di ciò che è moderno non è immorale.

Il nostro tempo non è molto diverso. Esso è più liberale di prima (ad esempio i “matrimoni” omosessuali), quindi, anche ammettendo che non tutto è immorale, la dottrina cattolica è assolutamente necessaria per separare il morale dall’immorale.

Quindi, dobbiamo continuamente ri-posizionarci, e questo è un problema puramente pratico e non una questione di Fede.

Qualsiasi ri-posizionamento che fa la Chiesa deve sempre essere valutato alla luce della Fede. Il ri-posizionamento fatto dalla ex-FSSPX a partire dal 2012 si è chiaramente gettato alle spalle la lotta per la Fede condotta da Mons. Lefebvre.

I “Resistenti” si sono fabbricata una “fede”da loro, soggettiva, personale, per poter condannare la Neo-Fraternità.

Quali che siano le debolezze umane della “Resistenza”, essa, al pari del movimento tradizionale nel 1970, è sorta spontaneamente in tutto il mondo, per reazione contro il tradimento della Neo-Fraternità. La reazione può sembrare disunita, ma è tenuta insieme dell’identica Fede professata dai Resistenti.

Il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 non ha tradito la Tradizione, tant’è che le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati.

Questo significa che la verità è sempre nel mezzo e può essere misurata con le reazioni umane? Ma questa è politica umana! Inadeguata a giudicare della divina Verità, assolutamente inadeguata a risolvere l’odierna crisi della Chiesa.

I testi ufficiali della Neo-Fraternità del 2012 non erano dogmatici.

Ma il più ufficiale dei documenti della ex-FSSPX nel 2012 è stata la delibera del Capitolo Generale con le sue sei condizioni per ogni futuro “accordo” con Roma, e cioè le sei condizioni gravemente inadeguate per sostenere la difesa della Fede contro i suoi mortali nemici conciliari. Forse che non l’intera Fede è dogmatica?

Roma era meno aggressiva verso la FSSPX nel 2012 di quanto lo fosse nel 2006.

Semplicemente perché dal 2006, e anche prima, Roma ha potuto vedere la FSSPX trasformarsi costantemente in una tigre di carta.

In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione.

I neo-protestanti Carismatici “seguono lo Spirito”. Gli Indultisti “si basano sulla Tradizione”.

Dovrebbe essere ormai chiaro che don Pfluger vuole lasciarsi alle spalle la dottrinalmente anti-liberale Fraternità di Mons. Lefebvre, e ridisegnare una Neo-Fraternità che armonizzi con la neo-Chiesa del Vaticano II. Non basta dire che l’ex FSSPX non ha ancora fatto alcun passo decisivo verso Roma, perché a meno che sorga, e presto, una ferma resistenza all’interno della Neo-Fraternità, i suoi capi stanno consegnandola, lentamente ma inesorabilmente, tra le braccia della Roma conciliare. È questo che vogliono veri Cattolici?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-fraternitá – II

Il pensiero della neo-fraternitá – II on Febbraio 14, 2015

Le quasi 650 parole di un singolo “Commenti Eleison” non sono affatto sufficienti a rendere chiaro l’enorme problema posto dall’intervista rilasciata dal Primo Assistente della Neo-fraternità ad una rivista della stessa Neo-fraternità in Germania, verso la fine dello scorso anno (cfr. CE della settimana scorsa). Il pensiero di Don Pfluger scaturisce dalla velenosa mentalità moderna, così che non sorprende se la Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre (FSSPX) è rimasta avvelenata da cima a fondo e sta trasformandosi nella Neo-fraternità di Mons. Fellay (XSPX). Il veleno consiste nel passaggio da Dio all’uomo; dalla religione di Dio alla religione dell’uomo; dalle verità di Dio alle libertà dell’uomo; dalla dottrina di Cristo (“Andate, AMMAESTRATE tutte le nazioni” – Mt. XXVIII, 19) all’unità del genere umano.

Come milioni e milioni di uomini moderni, e migliaia e migliaia di uomini di Chiesa di alto livello e troppi sacerdoti e laici di quella che fu una volta la Fraternità San Pio X, Don Pfluger non comprende l’importanza cruciale della dottrina cattolica per la Chiesa. “INDOTTRINATE tutte le nazioni”, avrebbe potuto dire Nostro Signore. Perché? Perché tutti gli uomini sono creati da Dio per andare in Paradiso (I Tim. II, 4). Questo essi possono farlo solo con Gesù Cristo (Atti IV, 12), innanzi tutto credendo in Gesù Cristo (Gv. I, 12), cosa che si può fare solo ascoltando la fede (Rom. X, 17), in altre parole ascoltando la DOTTRINA cattolica. Se qualcuno non fosse interessato alla dottrina cattolica significa che non è interessato ad andare in Paradiso. Buona fortuna a lui, dovunque egli trascorrerà la sua eternità!

Ora, dall’inizio alla fine, questa intervista tedesca di Don Pfluger tradisce il suo relativo disinteresse per la dottrina cattolica, ma come dice il “Commenti Eleison” della settimana scorsa, tale disinteresse è il più chiaramente tradito dal suo discredito (la parola non è troppo forte) implicito per i grandi documenti anti-liberali, anti-massonici e anti-modernisti che sono in particolare le Encicliche papali del XIX e XX secolo, diciamo dalla Mirari Vos del 1831 alla Humani Generis del 1950. Probabilmente, al modo di pensare di Don Pfluger, questi documenti “anti” appaiono meramente negativi mentre la dottrina cattolica è essenzialmente positiva. Allo stesso modo si può pensare che la medicina sia solo negativa, a fronte della salute che è essenzialmente positiva. Ma la medicina può essere essenziale per preservare la salute, per carità! Tuttavia, perché le Encicliche sono una medicina così necessaria per la salute della Chiesa contemporanea?

Perché l’uomo non è fatto per vivere da solo (il buon selvaggio di Rousseau), egli è per natura un animale sociale (Aristotele) – basta osservare i mille modi in cui gli uomini si riuniscono per associarse. Ora la Rivoluzione Francese del 1789, disprezzando Aristotele e seguendo Rousseau, ha rovesciato la base naturale della società e ha preteso di farla poggiare su dei meri artifici umani, ostili alla natura umana come creata da Dio, e quindi ostili a Dio. Da allora, con l’avanzare delle idee rivoluzionarie, dalla Francia nell’Europa e nel mondo, la Chiesa cattolica si è trovata in un ambito sociale sempre più ostile, perché la profonda influenza che ogni società esercita sugli individui che la compongono, ha lavorato sempre di più contro Dio e contro la salvezza delle anime.

Per lungo tempo i Papi cattolici non sono stati ingannati, e hanno ravvivato la medicina della vera dottrina sociale della Chiesa da applicare attraverso le loro Encicliche alla malattia dell’umanità rivoluzionaria. Così le Encicliche non insegnano altro che la secolare dottrina della Chiesa sulla natura dell’umana società tra l’uomo e Dio, quella dottrina sociale che non era stato necessario ripetere fino a quando veniva praticata spontaneamente. E allora, le Encicliche non sono uno sfortunato accidenti di un passato anch’esso sfortunato; esse sono centrali per l’attuale difesa della fede, come aveva bene appreso Mons. Lefebvre da Padre Le Floch. Ma poi arrivò Papa Giovanni il “buono” a dichiarare che l’uomo moderno non è più malato, ed oggi è arrivato Don Pfluger. Il resto la prossima settimana.

Kyrie eleison.

Hebdomania

Hebdomania on Gennaio 24, 2015

L’attacco al Charlie Hebdo di gennaio 7 in cui due musulmani armati hanno ucciso una dozzina di disegnatori e giornalisti nella sede di Parigi di un settimanale satirico francese; e l’enorme protesta pubblica di gennaio 11 contro l’attacco, in cui i capi di diverse nazioni europee sono stati ripresi mentre vi prendevano parte; possono essere meglio comprese come un altro episodio della guerra condotta dai nemici di Dio contro quel poco che rimane della civiltà cristiana. Consideriamo nell’ordine: i vignettisti, gli uomini armati, i politici burattini e la gente che asseconda l’Islam e i burattinai dietro tutto questo.

I vignettisti ridicolizzano non solo l’Islam e i musulmani, ma anche la Santissima Trinità, il nostro divino Salvatore e la Beata Vergine Maria che appartengono all’unica vera religione del mondo. Ora, l’unico vero Dio è estremamente paziente, ma non lo si può beffare ( Gal. VI, 7). Come gli uomini hanno il diritto a non soffrire a causa del terrorismo, così il vero Dio ha il diritto a non sopportare la pubblica reiterazione di vignette oscene e blasfeme. Ora, nessuno giustifica il terrorismo come tale, ma dato che le autorità francesi della Chiesa e dello Stato si rifiutano di censurare l’oscena blasfemia, c’è da sorprendersi se Dio ha permesso ai musulmani di vendicare il suo onore?

Gli uomini armati, due giovani musulmani, devono aver agito in chiave religiosa, perché in chiave politica era del tutto prevedibile che la loro azione avrebbe sollevato l’opinione pubblica contro l’Islam. E comunque, come hanno potuto osare attaccare? Perché in tutta Europa i musulmani, col loro tasso di natalità e di immigrazione, sono sempre più forti numericamente, e non fanno mistero del fatto che, non appena saranno forti abbastanza, islamizzeranno quelle che un tempo erano le nazioni cristiane d’Europa, con un bagno di sangue se necessario.

Ma insomma, chi ha convinto queste nazioni ad adottare la politica suicida dell’immigrazione incontrollata e degli incredibili benefici sociali per degli immigrati di fatto non integrabili, e avanti così? Chi, se non i nostri corrotti o facilmente manovrabili burattini politici? In un momento di verità, un anno fa, la Cancelliere tedesca, Angela Merkel, ha ammesso che la “multi-cultura”, la mescolanza di culture contrarie, non funziona. Ma una settimana fa in connessione con l’attacco Hebdo, non s’è messa a proclamare che “l’Islam fa parte della Germania”? Sarà arrivata la velina, per lei che è un burattino che agisce costantemente contro i veri interessi della Germania. Un esempio: se in Francia non ci fossero stati tanti musulmani, Charlie Hebdo si sarebbe mai preso la briga di mettere in ridicolo l’Islam? E chi vota per questi politici fantoccio? Dei populi fantoccio, che permettono che il loro pensiero venga schiavizzato dai loro vili mezzi di informazione.

Ma, chi sono i burattinai? Sono nemici di Dio, intenti a istituire il loro ateo Nuovo Ordine Mondiale, uno Stato di polizia volto a garantire che non un’anima vivente sfugga all’Inferno eterno. Chiamiamoli “globalisti”. E allora, l’attacco a Hebdo non è stato opera loro? Una delle loro azioni come l’11 settembre negli USA e il 7 luglio nel Regno Unito? Progettata per muovere l’opinione pubblica, in questo caso verso la libera blasfemia e la guerra civile? Molto probabilmente. Certo che l’accaduto non è stato quello che si è voluto far apparire. Clamoroso esempio: il filmato di tre minuti che mostra un uomo armato che spara alla testa a bruciapelo ad un “poliziotto musulmano” steso a terra, senza sangue, senza rinculo dell’arma, con poco movimento della “vittima”. La clip si trova tuttora, dal http://youtu.be/gobYWXgzWgY.

E il buon Dio in mezzo a tutta questa follia? “Dio fa impazzire coloro che vuol perdere”, dice il vecchio detto. Recitate 15 Misteri al giorno per il trionfo che Egli ha progettato, attraverso sua Madre solamente. I poveri globalisti finiranno con l’essere colti di sorpresa!

Kyrie eleison.

Monsignore commentato – I

Monsignore commentato – I on Gennaio 3, 2015

Per le odierne autorità della Chiesa “ non c’è verità fissata, non vi è alcun dogma. Tutto si evolve.” Così disse Mons. Lefebvre (1905–1991) nel 1991 (vedi il “Commenti Eleison” della settimana scorsa). Verso la fine della sua vita Monsignore vide più chiaramente con chi avesse avuto a che fare nella sua eroica difesa della Fede. Ma da allora in poi, i liberali (che lo sono a loro propria insaputa?) che hanno diretto la sua Fraternità San Pio X da subito dopo la sua morte, fino ad oggi non hanno compreso la gravità del problema così come venne individuato da Monsignore. Si permetta quindi che questi “Commenti” diano inizio al Nuovo Anno tentando ancora una volta di mettere a fuoco la ferita mortale della Chiesa e del mondo di oggi.

Da quando Immanuel Kant (1724–1804) eresse a sistema filosofico il rifiuto della realtà di Dio da parte dell’uomo, sistema basato sulla sua teoria assolutamente falsa secondo la quale la mente umana non può conoscere l’oggetto com’è in se stesso, le facoltà di filosofia delle università di tutto il mondo iniziarono a spargere ovunque tale follia e a volgarizzarla, perché la gente voleva fare della libertà il suo dio, e Kant aveva offerto la liberazione suprema, quella della mente dal suo oggetto.

Ora, i cattolici non ancora contaminati dalla fantasia kantiana sanno che Dio e il Suo Cielo esistono al di fuori e indipendentemente delle loro piccole menti, così che se vogliono essere felici per l’eternità, la loro mente deve attenersi al meglio alla realtà oggettiva e non alla fantasia soggettiva. Per questo, nel corso di un secolo e mezzo Dio dette una serie di Papi anti-liberali che si opposero ad un mondo liberale che diventava ogni giorno sempre più pazzo, ed essi protessero la Chiesa dall’apprezzato e popolare soggettivismo. Ma a partire dagli anni ‘50, cardinali e vescovi della Chiesa non pregarono abbastanza per mantenere tale protezione delle loro menti e dei loro cuori dalla follia, conosciuta all’interno della Chiesa come “modernismo”, e così al conclave del 1958 elessero uno di loro, il supposto “buono” Giovanni XXIII, un liberale (conscio di essere tale? Solo Dio lo sa), che nel 1962 indisse puntualmente il disastroso Concilio Vaticano II.

Perché disastroso? Perché la follia del soggettivismo (il rifiuto della realtà oggettiva), invece di essere di nuovo duramente condannata dalle più alte autorità della Chiesa, venne da loro adottata ed introdotta (consciamente o inconsciamente? Solo Dio lo sa) nei fondamenti ufficiali della dottrina e dell’azione della Chiesa. Il problema non poteva essere più grave. Gli ufficiali della vera Chiesa di Dio, incaricati di proclamare e difendere l’oggettiva verità di Dio necessaria per la salvezza, ormai filtravano tale verità attraverso le loro menti soggettiviste. Si pensi di avere solo bottiglie sporche dove conservare il meglio del vino; questo potrà solo rovinarsi. Oggi, gli ufficiali della Chiesa conciliare possono solo rovinare la verità di Dio.

Ecco il motivo per cui Monsignore nel 1991 disse, “ Abbiamo a che fare con persone (al vertice della Chiesa) che hanno una filosofia diversa dalla nostra, un modo diverso di vedere, che sono influenzate da tutti i moderni filosofi soggettivisti. Per loro non c’è verità fissata, non vi è alcun dogma. Tutto si evolve. Questa è davvero la distruzione massonica della Fede. Fortunatamente, noi abbiamo la Tradizione a cui appoggiarci!

Ma cos’è accaduto alla Tradizione senza Monsignore che la guidasse? Ahimè, le autorità al vertice della sua Fraternità San Pio X, la quale per circa 40 anni ha guidato la difesa della Fede oggettiva, non hanno pregato abbastanza seriamente per proteggere le loro menti e i loro cuori dall’essere infettati a loro volta dal soggettivismo. Anche loro hanno perso il primato della verità oggettiva, e così si sono fatti giuocare dai Romani come un pesce dal pescatore. Mons. Lefebvre, prega per noi!

Kyrie eleison.

Sacerdoti Coraggiosi

Sacerdoti Coraggiosi on Giugno 14, 2014

Come molti di voi sapranno, Don Fernando Altamira è un giovane sacerdote argentino della Fraternità San Pio X, che opera a Bogotà, capitale della Colombia, in Sud America, e che alcuni mesi fa ha preso una posizione chiara e pubblica contro il tradimento della Fede e della Fraternità di Mons. Lefebvre, attuato da Mons. Fellay e dalla sua squadra a Menzingen, in Svizzera. Uscito dal Priorato della Fraternità per fondare una parrocchia alternativa nelle vicinanze, Don Altamira è stata seguito dalla gran parte dei suoi parrocchiani. Come ho avuto modo di osservare a metà aprile, egli è un pio, intelligente e laborioso sacerdote, molto popolare tra la gente. Per sola recompensa egli è stato “escluso” dalla FSSPX.

Egli ha scritto a Mons. Fellay, protestando per la sua invalida “esclusione”. Ha inviato una copia della sua ben argomentata protesta a un sacerdote veterano della FSSPX che capisce fin troppo bene come il mondo moderno operi perché si venga ingannato da Mons. Fellay. Ecco i saggi commenti del sacerdote:—

“È evidente che nella Fraternità San Pio X c’è un problema. I liberali ne hanno preso il controllo, e vogliono essere integrati nella struttura della Roma modernista. E come ha detto Don Pfluger, essi vogliono espellere tutti gli anti-liberali che si oppongono alla loro Operazione Suicidio. Una prova in più del riconoscimento in corso della FSSPX da parte di Roma, sono le chiese che certi vescovi della Francia hanno offerto a Mons. Fellay per la Messa da Requiem di Don Lagneau, per la Messa del Giubileo di Don Marziac, per le Cresime in Corsica, la Basilica di Lourdes in diverse occasioni, e così via.

“La segretezza è il modo di operare degno di un politico liberale che vuole portare i suoi elettori ad un obiettivo del tutto opposto a quello che ha promesso per farsi eleggere. Con una serie di dichiarazioni ambigue, sapientemente graduate per fare un passo la volta, il politico porta la grande maggioranza dei suoi sostenitori ad accettare la conclusione opposta a quella che erano convinti di perseguire all’inizio. È puramente e semplicemente un inganno machiavellico, menzognero e ipocrita. Per il Superiore Generale il fine giustifica i mezzi, e per raggiungere tale fine non esita a assumere posizioni ripetutamente condannate da Mons. Lefebvre. Che direbbe Monsignore di lui e dei suoi due Assistenti? Che sono idioti, infantili, ingenui e disobbedienti, che stanno facendo in modo che la Fraternità si suicidi e stanno tradendo la lotta per la Fede. E che hanno intenzione di consegnare ai modernisti di Roma i frutti della tanta generosità e dei tanti sacrifici fatti dai fedeli.

“I modernisti di Roma non hanno mai fatto marcia indietro sulle loro richieste perché noi si accetti il Concilio Vaticano II e la legittimità della Nuova Messa. Nel 1975 il Rettore e i professori di Ecône consigliarono a Monsignore di accettare il Concilio per salvare la Messa, e finirono col ribellarsi e col lasciare il Seminario nell’agosto del 1977. Oggi i tre caporioni di Menzingen arrivano al punto di accettare la legittimità della Messa luterana. Come dicono tutti e tre, la riluttanza della Fraternità di andare avanti, ci rende molto irritanti agli occhi dei nostri “nuovi amici a Roma”, mentre per quanto li riguarda, attendere la conversione di Roma non è realistico. Di sicuro solo Dio può rimettere a posto questa situazione, totalmente diversa dalla situazione della Chiesa che San Pio V ha dovuto riformare. Come il capitano del Titanic, Mons. Fellay e il suo quartier generale porteranno l’Operazione Suicidio della Fraternità ad una conclusione positiva. Ciechi che guidano i ciechi. Ma chi non è cieco deve resistere a questo suicidio, e mantenere la Fede”.

Se solo la Fraternità avesse più sacerdoti perspicaci e coraggiosi come Don Altamira e Don Faure!

Kyrie eleison.