Fraternità San Pio X

Mons. Fellay – II

Mons. Fellay – II on Agosto 13, 2016

Un errore non è mai adeguatamente confutato fino a quando non viene sradicato. In altre parole, per superare veramente un errore è necessario dimostrare non solo che si tratta di un errore, ma perché è un errore. Prendiamo, con il “Commento” della scorsa settimana, la Dichiarazione del 28 giugno del Superiore Generale della Fraternità San Pio X, che guarda al pio sacerdozio della Fraternità come alla soluzione per risolvere la crisi della Fede nella Chiesa. In esso si commette l’errore di mettere il carro del sacerdozio davanti ai buoi della Fede. Ora, questo errore ha le sue radici nella sottovalutazione quasi universale della mente, presente nella nostra epoca, insieme alla sopravvalutazione della volontà, le quali resultano, anche inconsapevolmente, nel disprezzo per la dottrina (fatta eccezione per la dottrina dei Beatles di “Tutto il necessario è luv”).

Già verso l’inizio della Dichiarazione si trova un accenno di questo errore, quando in essa si dice che il principio centrale condannato nella Pascendi, la condanna magistrale di Pio X del modernismo, è quello dell’”indipendenza”. Non è così. Il principio costantemente condannato lì come radice del modernismo è invece l’agnosticismo, la dottrina secondo la quale la mente non può conoscere alcunché di ciò che sta dietro a quello che appare ai sensi. E’ su questa misconoscenza che si basa l’indipendenza della mente dal suo oggetto, seguita a sua volta dalla dichiarazione di indipendenza della volontà da tutto ciò da cui non vuole dipendere. E’ nella natura delle cose che se la volontà può dichiarare la propria indipendenza è perché prima c’è stato il suicidio della mente. Così, quando la Dichiarazione pone al cuore della Pascendi l’indipendenza prima dell’agnosticismo, questo è segno che questa Dichiarazione è parte del problema della Chiesa piuttosto che della sua soluzione.

E a sua volta, da dove viene questo declassamento della mente e della dottrina? Principalmente da Lutero che ha definito “prostituta” la ragione umana, e che più di chiunque altro ha avviato la Cristianità lungo la via del sentimentalismo che l’ha portata all’odierna auto-distruzione. Ma questo per ben 500 anni? Sì, perché vi fu una resistenza naturale e cattolica lungo tale via. Ma Lutero aveva ragione quando disse al Papa che alla fine egli l’avrebbe distrutto – “Pestis eram vivus, functus tua mors ero, Papa” – La tua piaga fui quando ero vivo, ma una volta morto, o Papa, sarò la tua morte.

A questo radicale e gigantesco errore del declassamento della mente e della dottrina possono essere attribuiti due sub-errori dell’autore della Dichiarazione del 28 giugno: in primo luogo, la sua incomprensione di Mons. Lefebvre, e in secondo luogo la sua eccessiva comprensione di Madame Cornaz (il cui pseudonimo era Rossinière).

Come molti di noi seminaristi a Ecône, quando a dirigere c’era lo stesso Mons. Lefebvre, Bernard Fellay fu giustamente incantato e stregato dall’eccezionale esempio che stava sotto i nostri occhi di ciò che un sacerdote cattolico può e deve essere. Ma l’asse portante del suo sacerdozio e della sua lotta eroica per la Fede non era la sua pietà – molti modernisti sono “pii” – ma la sua dottrina, la dottrina che fa l’eterno sacerdozio profondamente allergico al liberalismo e al modernismo. Né Monsignore ebbe mai a dire che la sua Fraternità avrebbe salvato la Chiesa. Piuttosto diceva che i suoi sacerdoti erano a salvaguardia degli inestimabili tesori della Chiesa, in vista di giorni migliori.

La persona che ebbe a dire che i sacerdoti della Fraternità avrebbero salvato la Chiesa fu Madame Cornaz, una madre di famiglia di Losanna, in Svizzera, la cui vita è trascorsa per la maggior parte del XX secolo, e che tra il 1928 e il 1969 ricevette delle comunicazioni, che secondo lei venivano dal Cielo, su come le coppie sposate dovrebbero santificare il sacerdozio (!). Le comunicazioni ripresero di nuovo nel 1995 (!), quando incontrò un sacerdote della Fraternità che lei convinse, e tramite lui Mons. Fellay, che i sacerdoti della FSSPX erano destinati dalla Provvidenza a salvare la Chiesa con la diffusione delle sue “Case di Cristo Sacerdote”. Con tutta la sua autorità il Superiore Generale sostenne questo progetto, ma la reazione negativa dei sacerdoti della Fraternità portò rapidamente alla sua pubblica rinuncia. Ma nel suo intimo, quella visione mistica del futuro esaltante della Fraternità persiste in lui? Sembra del tutto possibile. Come Martin Luther King, il Superiore Generale “has a dream” – ha un sogno.

Kyrie eleison.

Mons. Fellay – I

Mons. Fellay – I on Agosto 6, 2016

Dopo la riunione del 26–28 giugno, in Svizzera, dei Superiori della FSSPX, il Superiore Generale ha reso noto non solo il Comunicato del 29 giugno, rivolto al pubblico in generale e che abbiamo già esaminato in questi “Commenti” tre settimane fa, ma anche una Dichiarazione, il 28 giugno, rivolta ai membri della FSSPX, cioè primariamente ai sacerdoti della FSSPX. La Dichiarazione, di per sé, è criptica, ma una volta decifrata (con l’aiuto di Don Girouard), essa risulta carica di significato per il futuro della Tradizione cattolica. Ecco schematicamente i primi sei paragrafi della Dichiarazione, insieme col testo integrale del settimo:—

(1–4) La Chiesa e il mondo sono in crisi, perché invece di ruotare intorno alla Croce di Cristo, ruotano intorno all’uomo. La FSSPX si oppone a questa “destrutturazione” della Chiesa e della società umana.

(5) Il rimedio di Dio per questo disordine consistette nell’ispirare un Arcivescovo a fondare una Congregazione cattolica gerarchica centrata intorno al sacramento degli Ordini Sacri – Gesù Cristo, la Sua Croce, la Sua Regalità, il Suo Sacrificio e il Suo Sacerdozio, fonte di ogni ordine e di tutte le grazie, sono ciò che connotano la Fraternità fondata dall’Arcivescovo.

(6) Così la FSSPX non è né conciliare (essa ruota intorno a Cristo) né faziosa (essa è gerarchica).

(7) “È veramente il momento della restaurazione generale della Chiesa? La Divina Provvidenza non abbandona la sua Chiesa il cui capo è il Papa, Vicario di Gesù Cristo. Per questo, un segno incontestabile di questa restaurazione sarà la volontà manifesta del Sommo Pontefice di fornire i mezzi per ristabilire l’ordine del sacerdozio, della Fede, della Tradizione – segno che sarà, per di più, il garante della necessaria unità della famiglia della Tradizione.”

Chiaramente i primi sei punti portano al settimo. E non è irragionevole intendere il settimo nel senso che quando Papa Francesco darà l’approvazione ufficiale alla Fraternità, questa sarà la prova che è finalmente arrivato il momento che tutta la Chiesa cattolica si riprenderà, che saranno restaurati il sacerdozio cattolico, la Fede cattolica e la Tradizione cattolica, e che tutti i tradizionalisti si uniranno alla Fraternità San Pio X sotto il suo Superiore Generale. Mons Fellay sembrerebbe ripetere qui a beneficio di tutti i sacerdoti della Fraternità, la sua costante visione del glorioso ruolo della Fraternità, dal momento che nel corso della riunione svizzera, come si è saputo, almeno alcuni dei Superiori avevano poco prima messo in dubbio che la gloria potesse venire sottoforma di una riunione con la Roma ufficiale. Solo che quei Superiori in disaccordo avevano ragione, perché qui Mons. Fellay sta sognando! Un sogno nobile, ma mortale.

Il sogno è nobile perché è tutto in onore di Nostro Signore Gesù Cristo, della Sua Chiesa, del Suo Sacrificio, di Mons. Lefebvre, del sacerdozio cattolico e così via. Il sogno è mortale perché si muove sul sacerdozio piuttosto che sulla Fede, e mentre accredita correttamente Papa Francesco e i Romani come i detentori dell’Autorità della Chiesa, non tiene conto di quanto essi siano lontani dal detenere la Fede cattolica. Se si può dire che Mons. Lefebvre ha salvato il sacerdozio cattolico e la Messa, per lui erano solo come un mezzo per salvare la Fede. Ricordiamo infatti la Fede sta al sacerdozio come il fine sta al mezzo, e non viceversa. Cosa sarebbe il sacerdozio senza la Fede? Chi crederebbe nei Sacramenti? Chi avrebbe bisogno di sacerdoti?

E riguardo a questa Fede, il Papa attuale e gli ufficiali romani che imperversano intorno a lui, hanno perso la presa sulla Verità in quanto unica, oggettiva, non contraddittoria ed esclusiva, e con ciò hanno perso loro presa sulla vera Fede, per non dire che hanno perso la vera Fede. Ciò significa che se Papa Francesco approvasse davvero ufficialmente la Fraternità, questo non sarebbe in alcun modo un segno che la Fraternità potrebbe restaurare la sanità della Chiesa, quanto piuttosto il fatto che la Chiesa ufficiale assorbirebbe la Fraternità nella sua follia.

Kyrie eleison.

Dichiarazione dei vescovi – II

Dichiarazione dei vescovi - II on Aprile 30, 2016

Ecco la seconda e ultima parte della Dichiarazione dei vescovi in occasione della consacrazione di Dom Thomas d’Aquino in Brasile il 19 marzo, sei settimane fa:

Ma, la cosa più grave di tutte, in questo XXI secolo, è forse la massa di cattolici, chierici e laici, che seguono ancora docilmente i distruttori. Circa gli uomini di Chiesa, com’è che i distruttori non si accorgono tra loro di quello che fanno? Dev’essere per quel “disorientamento diabolico” richiamato già prima del Concilio da Suor Lucia di Fatima. E circa i laici, com’è che molti non vedono ancora che l’Autorità cattolica esiste solo per stabilire la Verità cattolica, e dal momento che la prima tradisce la seconda, l’Autorità perde il suo diritto di essere obbedita? Dev’essere per lo stesso “disorientamento”. E allora, in che consiste esattamente questo disorientamento? Nella perdita della Verità, nella perdita progressiva di ogni senso della esistenza di una verità oggettiva, perché gli uomini hanno voluto liberarsi della realtà di Dio e delle Sue creature, per rimpiazzarla con la loro stessa fantasia, così da poter fare ciò che piace a loro. La falsa libertà è sempre all’opera.

Ma Dio non abbandona la Sua Chiesa, e così, negli anni 1970, per venirle in aiuto, Egli suscitò Mons. Lefebvre. Monsignore riconobbe che il Papa e i suoi spiriti affini al Concilio preferivano essere moderni abbandonando la Tradizione della Chiesa, e che così facendo avrebbero finito col distruggere la Chiesa. Ma per una sorta di miracolo egli riuscì a costituire all’interno della Chiesa una solida resistenza all’opera di distruzione, sotto forma di una Fraternità Sacerdotale che dedicò a San Pio X, Papa perfettamente lungimirante quanto alla corruzione dei tempi moderni. Ma le autorità romane non sopportavano che qualcuno rifiutasse il loro supposto “rinnovamento” del Vaticano II, e fecero tutto ciò che era in loro potere perché la resistenza di Monsignore sparisse.

Tuttavia, egli tenne loro testa, e per assicurare la sopravvivenza della sua opera, di una importanza immensa per la difesa della Tradizione cattolica, nel 1988 procedette alla consacrazione di quattro vescovi, contro l’espressa volontà delle autorità romane fuorviate, ma in linea con l’implicita volontà di tutti i Papi a partire dall’inizio della Chiesa, salvo gli ultimi quattro, tutti presi dal Concilio.

Questa eroica decisione di Mons. Lefebvre fu ampiamente giustificata dagli eventi, in particolare dalla ininterrotta decadenza delle autorità della Chiesa, il cui unico desiderio era quello di portare la Chiesa in linea con il corrotto mondo odierno. Di questi quattro vescovi, quello che parlava spagnolo venne scelto per stabilirsi nell’America del Sud dove occuparsi dei fedeli che avrebbero voluto conservare la Fede di sempre in tutto questo continente un tempo così cattolico, ma dove non c’erano più vescovi a cui appellarsi per condurre le anime al Cielo.

Ahimé, da allora la decadenza non è cessata, solo che adesso a cadere vittima della corruzione universale è stata la Fraternità San Pio X di Monsignore, per mezzo del suo Capitolo Generale del 2012, dove i capi della Fraternità, sotto il loro Superiore Generale, l’hanno fatta pendere verso il Concilio. Invece di insistere sul primato dell’immutabile dottrina della Chiesa, della Tradizione, essi hanno aperto la porta ad un accordo con la Roma ufficiale, devota al Concilio. E così, a partire dal 2012, lo stesso disorientamento si sta facendo strada all’interno della Fraternità, sui cui vescovi, almeno per il momento, non si può più contare. Questo è molto triste, ma è del tutto normale nello stato attuale della Chiesa e del mondo. Ecco che ancora una volta bisognava consacrare un vescovo affidabile per assicurare la sopravvivenza dell’immutabile Fede, soprattutto in un intero continente di anime che hanno bisogno di un vero pastore per salvarsi per l’eternità.

Che Dio sia con lui! Preghiamo la Beata Vergine Maria perché lo conservi fedele sotto il suo manto, fedele fino alla morte.

Mons. Jean-Michel Faure
Mons. Richard Williamson

Erronea Visione

Erronea Visione on Aprile 16, 2016

Don Franz Schmidberger, ex Superiore Generale della Fraternità San Pio X dal 1982 al 1994 e attuale Rettore del Seminario tedesco della Fraternità a Zaitzkofen, Baviera, ha recentemente messo in circolazione “Considerazioni sulla Chiesa e sulla posizione della Fraternità in seno alla Chiesa”. In tre pagine che promuovono fermamente l’accettazione da parte della Fraternità di una Prelatura Personale offerta da Papa Francesco e che riporterebbe la Fraternità nella Chiesa ufficiale sotto il Papa, Don Schmidberger mostra una comprensione molto inadeguata del problema nella Roma conciliare, a stento parlando del Vaticano II.

Egli comincia presentando la Chiesa cattolica come contenente elementi umani e fallibili che indussero Monsignor Lefebvre a fondare nel 1970 la FSSPX per salvare il sacerdozio, la Messa e la Regalità Sociale di Cristo Re. Nel 1975 la FSSPX venne condannata dalla Chiesa ufficiale, ma essa prosperò. La consacrazione di quattro vescovi della Fraternità nel 1988 manifestò la contraddizione tra Roma e la FSSPX, ma Monsignore si sforzava ancora, dopo come prima, per una soluzione. Dal 2000 anche i Romani, onestamente o no, ricercarono una soluzione. Ora, nel 2016, essi hanno attenuato le loro richieste perché la FSSPX accetti il Concilio e la nuova Messa.

COMMENTO: È questa una visione relativamente superficiale dell’attacco del tutto radicale lanciato contro la Fede e la stessa Verità dagli ecclesiastici massoni durante e dopo il Vaticano II. Don Schmidberger vede semplicemente ecclesiastici romani fuorviati che per tornare al loro sentire cattolico potrebbero essere seriamente aiutati se solo la FSSPX fosse ufficialmente riconosciuta. Ha egli una qualche idea di come la lebbra dello spirito modernista finirebbe molto probabilmente col contagiare la FSSPX, piuttosto che questa guarisca quei Romani con cui essa vuole unirsi?

Secondariamente, Don Schmidberger presenta una mezza dozzina di argomenti a favore dell’accettazione della Prelatura Personale. La FSSPX deve riacquistare la normalità. Nel suo attuale “esilio” non deve perdere il senso della Chiesa. A Roma si aprono le porte. La FSSPX ha urgente bisogno del permesso di Roma per consacrare altri vescovi. L’ansietà di alcuni modernisti per la prospettiva della normalizzazione della FSSPX, è un buon segno. E, infine, in quale altro modo può essere risolta la presente crisi della Chiesa se non con la FSSPX che esca dal suo “esilio” e converta i Romani?

COMMENTO: La FSSPX che converte questi Romani? Che illusione! Ancora una volta Don Schmidberger ha poca o nessuna idea della profonda perversione del modernismo, che egli avversa. Non è “normale” per i cattolici sottomettersi ai modernisti. “Esilio” non significa necessariamente perdere il senso della Chiesa. Roma non ha aperto porte importanti. La Fede non ha bisogno di vescovi approvati dai modernisti. I modernisti ansiosi sono quelli ingenui – i veri modernisti sanno che convertiranno la Fraternità e non viceversa, una volta che riusciranno a fare scattare la trappola. E, infine, la crisi della Chiesa certamente non può essere risolta da una Fraternità illusa che si riunisce Roma, ma solo da Dio, il cui braccio non è accorciato dalla malvagità degli uomini ( Isaia, LIX, 1).

Infine, Don Schmidberger risponde ad alcune obiezioni: Papa Francesco può non essere un buon Papa, ma ha la giurisdizione per normalizzare la FSSPX. Il parere della “Resistenza” non ha importanza in quanto essa non ha il senso della Chiesa ed è divisa. Alla FSSPX non verrà messa la museruola perché Roma l’accetterà “così com’è” ( illusione ), né perderà la sua identità, perché con l’aiuto di Dio convertirà Roma ( illusione ). Né verrà meno la sua resistenza come è accaduto a tutte le altre Congregazioni tradizionali che hanno ceduto ritornando con Roma, perché è Roma che sta implorando, mentre la FSSPX ha la scelta ( illusione ), e perché la FSSPX ha vescovi che resistono ( illusione ), e gli sarà data una Prelatura Personale ( per condurla sotto i modernisti ).

COMMENTO: In altre parole, la trappola romana sarà fornita di ammortizzatori. Che serie di illusioni! Povera FSSPX! Preghiamo per la salvezza di tutto ciò che può ancora essere salvato di essa.

Kyrie eleison.

L’eredità di monsignore – II

L’eredità di monsignore – II on Aprile 2, 2016

Nel 2012, i successori di Monsignore alla testa della sua Fraternità San Pio X, non essendo riusciti a capire come lui ponesse in modo fondamentale la Verità cattolica prima dell’Autorità cattolica, sostennero falsamente di star seguendo il suo esempio, quando al Capitolo Generale della Fraternità, in quell’estate, si disposero a mettere nuovamente la Verità al di sotto dell’Autorità, aprendo la porta a un accordo politico e non dottrinale con i bugiardi di Roma – “Il cattolicesimo è rivoluzionario” è una menzogna mostruosa. Per anni questi successori hanno diffuso le voci che l’accordo sarebbe stato imminente, ma Roma li porta dove vuole, per loro stessa responsabilità, e rischia di continuare ad ottenere concessioni, come, forse, la disastrosa intervista del 2 marzo concessa dal Superiore Generale ad un predatore di professione. La Roma conciliare non dimentica mai ciò che la FSSPX sembra non voler più ricordare – la Tradizione Cattolica e il Vaticano II sono assolutamente inconciliabili.

Tuttavia, Monsignore ha discepoli che non hanno dimenticato questa inconciliabilità. Costoro sono noti sotto il nome di “Resistenza”, che è un movimento piuttosto che un’organizzazione, come è logico che sia. Aggrappati alla Verità contro la falsa Autorità sia di Roma sia ora della FSSPX, ogni autorità interna tra loro può al massimo essere supplita, cioè un’autorità anormale fornita dalla Chiesa invisibilmente in caso di emergenza per la salvezza delle anime. Ma tale autorità, per l’invisibilità della sua trasmissione (in contrasto con le cerimonie visibili con le quali vengono trasmessi molti tipi di autorità tra gli uomini), è molto più debole e più contestabile dell’autorità normale nella Chiesa, che scende sempre, in ultima analisi, dal Papa. Pertanto, la “Resistenza” ha la forza della Verità, ma una debolezza dell’Autorità, di norma essenziale per proteggere la Verità cattolica.

Sicuramente, i cattolici resistenti, all’interno o al di fuori della Tradizione, devono tenere conto delle tante conseguenze di questa divisione tra Verità e Autorità, imposta dal Vaticano II a tutta la Chiesa. Essendo il Supremo Pastore di Dio fortemente colpito dalla follia conciliare, come potrebbero le pecore di Dio non essere fortemente disperse (cfr Zach XIII, 7; Mt. XXVI, 31)? Per non soffrire, i cattolici non avrebbero dovuto appartenere alla Chiesa cattolica. È questo che vogliono? Quindi i cattolici per il momento non devono essere né sorpresi dai tradimenti, né delusi dalle divisioni. Al Diavolo per il momento è stata data quasi mano libera per causare divisioni (“diabolein” in greco), e quando i cattolici sono tutti in lotta per la salvezza eterna, le divisioni sono spesso amare. Pazienza.

Poi, visto che dai Papi conciliari non può più venire la linfa vitale della vera Autorità cattolica, che scenda fin nelle istituzioni cattoliche, le persone cattoliche non possono più dipendere dalle istituzioni cattoliche come normalmente dovrebbero essere in grado di fare. Piuttosto, sono queste istituzioni che per la Verità devono dipendere dalle persone, come si è visto per la FSSPX che dipendeva da Mons. Lefebvre. Ma le persone, senza il sostegno o controllo istituzionali, sono sempre suscettibili di essere fallibili, e così non sembra saggio aspettarsi che oggi ogni raggruppamento di cattolici per la Verità possa attrarre grandi numeri. Naturalmente, i cattolici possono aspettarsi una struttura, una gerarchia, dei Superiori e l’obbedienza, ma queste non possono essere fabbricate dal nulla. Sicuramente i piccoli resti sono all’ordine del giorno. Pazienza.

In conclusione, i cattolici che stanno cercando di mantenere la Fede devono far propria la loro meritata punizione, rinunciare a tutte le umane illusioni e invenzioni, e chiedere in preghiera a Dio Onnipotente di intervenire. Quando abbastanza anime si rivolgeranno a Lui per la Sua soluzione, e non per la loro, esse riconosceranno che la Sua Provvidenza interviene per loro nella forma della Devozione dei Primi Sabati del mese, in riparazione a Sua Madre. Quando sarà stata fatta la bastante riparazione, Egli darà al Suo Vicario in terra la grazia di consacrare la Russia al di lei Cuore Immacolato, e allora l’ordine incomincerà ad essere ripristinato, come Dio ha promesso. Per la pratica di questa Devozione, non perdere i “Commenti” della prossima settimana.

Kyrie eleison.

“Trovato mancante”

“Trovato mancante” on Maggio 9, 2015

I cattolici che si sforzano oggi di mantenere la Fede non hanno un compito facile. Ecco le considerazioni di un osservatore dello stato attuale della Fraternità San Pio X negli Stati Uniti, come egli lo vede, in positivo e in negativo. Vediamo prima il negativo, non per cattiveria verso la Fraternità, ma al fine di meglio valutare il problema. Come disse il patriota americano, Patrick Henry, nel 1775: “Da parte mia, qualunque sia l’angoscia che può comportare, sono disposto ad ascoltare tutta la verità, a conoscere il peggio, e a provvedervi”.

Fino ad ora i sacerdoti della Fraternità negli Stati Uniti, non hanno reagito all’infiltrazione modernista della loro Fraternità. La gran parte di essi si fa in quattro per giustificare ogni parola ed ogni azione del loro Superiore Generale. Come essi possano giustificare il compromesso in dottrina, per me è un mistero. Uno di loro dice che basta parlare con Mons. Fellay per chiarire tutto. I pochi seminaristi statunitensi che ho incontrato sono male formati, dediti a giustificare tutto, anche il ‘buono’ che si troverebbe nel Vaticano II. L’obbedienza cieca è la loro cifra comportamentale. Le teorie cospiratorie sono un tabù in seminario, così che come futuri sacerdoti saranno facile preda del nemico. Non c’è stata alcuna reazione per la visita in seminario del vescovo del Novus Ordo Mons. Schneider, o per la ‘assimilazione argentina’. Della ‘Resistenza’ al modernismo di Mons. Fellay non se ne parla affatto, essendo liquidata come un’altra rivolta, come quella dei ‘nove’ sacerdoti del 1983.

I Priori della FSSPX consentono indiscriminatamente la partecipazione alle Messe della Fraternità San Pietro, e definiscono il modernismo come un ‘mucchietto di polvere’ da spazzare in un angolo. Un sacerdote ordinato da poco è stato inviato ad assistere all’insediamento di un locale vescovo Novus Ordo. In generale non c’è lotta contro gli errori del Vaticano II o contro gli errori della stessa Dichiarazione Dottrinale della Fraternità del 2012. Peggio di tutto è lo slittamento dottrinale che ha avuto inizio dal 2012 all’interno della Fraternità, mentre i sacerdoti della stessa continuano a dire che non intraprenderanno alcuna azione prima di aver constatato qualcosa di concreto.”

Tale cecità può essere solo una punizione di Dio. Che cosa sta Egli punendo? I cattolici degli anni ‘50, che cercavano fin troppo il loro comodo nel mondo, furono puniti con il Concilio degli anni ‘60. Ai rimanenti fedeli, Dio concesse Mons. Lefebvre, il vero pastore degli anni ‘70 e ‘80.

Sicuramente Dio aveva il diritto di aspettarsi in cambio che questi restanti cattolici comprendessero il problema, e fuggissero la falsa soluzione degli anni ‘50. E invece no. Fin dalla fine degli anni ‘90 i capi della FSSPX e poi i sacerdoti e i fedeli sono tornati lentamente ma sicuramente al “Cinquantismo”, o al “Cattolicesimo domenicale” degli anni ‘50, che è un rendimento misero di fronte alle molteplici grazie da Lui concesse alla Fraternità. Sembrerebbe che Dio ne abbia abbastanza. Così Egli ha permesso che una diocesi in Argentina desse l’esempio di come la Chiesa ufficiale possa giungere all’approvazione della Fraternità. Scartata dalla dirigenza della stessa Fraternità come un “mero atto amministrativo”, tale esempio apre nondimeno la strada per la completa approvazione della Fraternità o da Roma stessa o diocesi per diocesi, approvazione che tutti farebbero finta di non notare, ma della quale quasi tutti gioirebbero. Questi Romani sono maestri!

Ma Dio dal resto Tradizionale sta di nuovo suscitando un resto Resistente. L’osservatore citato ha concluso: “Penso che quando arriverà il momento della verità, tra i sacerdoti e i fratelli, e speriamo anche tra le suore, della Fraternità, ci sarà una manciata di Nicodemo e di Giuseppe d’Arimatea. I fedeli ‘Resistenti’ in tutto il Nord America sono fermi, insieme con i nuovi arrivati occasionali, per lo più dal Novus Ordo, o non si sa da dove.” La stessa fermezza era evidente nelle reazioni di molti cattolici alla consacrazione di Mons. Faure. Qui ci sarà un futuro per le anime. Ma questa volta cerchiamo di non ripetere lo stesso errore: Dio non vuole più cattolici solo di domenica. Egli vuole potenziali martiri.

Kyrie eleison.