Fraternità San Pio X

Fede compromessa

Fede compromessa on Aprile 11, 2015

In un recente bollettino di un Priorato, l’editoriale di un valido collega della Fraternità San Pio X mostra una delle ragioni principali per cui i sacerdoti della Fraternità non si uniscono ancora alla “Resistenza” – essi ancora non credono che sia in gioco la Fede. Ci chiediamo che cosa ci vorrà per convincerli. È certo che i capi dell’ex FSSPX, attualmente al comando, sono convinti che essi non stiano cambiando la Fede, e perciò convinceranno tanto più facilmente i sacerdoti della Fraternità e i laici che questo sia vero. Ma se avessero la vera Fede, come potrebbero pensare di mettere la loro roccaforte lefebvriana sotto il controllo dei neo-modernisti di Roma?

L’editoriale è intitolato “Obbedire ai Superiori fallibili”. L’autore riconosce che la resistenza ai Superiori fallibili è legittima quando è in gioco la Fede, ma l’enfasi dell’editoriale è posta piuttosto sui limiti che devono caratterizzare tale resistenza: l’anarchia e la mancanza di rispetto per l’autorità non sono mai lecite; l’obbedienza ai legittimi Superiori è essenziale per ogni società; i Superiori hanno speciali grazie di stato; occorre aver cura di avvertire i fedeli che non possono fare le distinzioni necessarie; oggi vi è al di fuori un pericoloso spirito d’indipendenza (Benedetto XV); gli appellativi divisivi devono essere evitati, ecc. – i principi sono impeccabili, il problema sta nella loro applicazione.

Per esempio, mentre l’editoriale condanna tali appellativi, tuttavia riconosce che Pio IX chiamava i “cattolici liberali”: i “peggiori nemici” della Chiesa. In effetti, in ogni crisi nella Chiesa, individuare e nominare i nemici della Chiesa, ad esempio “Protestanti” al tempo della Riforma, è il primo importante passo per essere in grado di combatterli. Indubbiamente, l’autore dell’editoriale concede questo allorché è in gioco la Fede, solo che nega che vi sia alcuna crisi della Fede all’interno della Fraternità. Ma, Reverendo, pensa che i cattolici liberali del XIX secolo che incorsero nella condanna di Pio IX avessero negato un solo Articolo di Fede? Al contrario, essi affermavano con vigore la loro fede in ognuno di tali Articoli. Eppure non condannavano con pari vigore il Sillabo degli Errori di Pio IX? Per una mente moderna, il problema di essere o meno cattolici non sta nell’accettare o nel rifiutare una qualche verità della Fede, ma nell’istintivo compromettere ogni e qualsivoglia verità; e questa terribile corruzione mentale, senza un miracolo divino, è praticamente un problema insolubile per e della Fede.

E tale corruzione ha raggiunto i vertici della Fraternità. Reverendo, riconosce che l’”ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI equivale alla sospensione della legge di non contraddizione? E ha attentamente considerato il paragrafo III.5 della Dichiarazione Dottrinale di Mons. Fellay dell’aprile 2012? Documento che egli ha ponderatamente “ritirato”, ma che non ha mai sostanzialmente ritrattato? Essa afferma che le dichiarazioni non tradizionali del Vaticano II devono essere interpretate come tradizionali. Non siamo di fronte ad un perfetto esempio di “ermeneutica della continuità”, di interpretazione che scavalca la realtà? E allora, pensa davvero che la Fraternità non abbia alcun problema di Fede, quando il suo Superiore si unisce a Roma nel sospendere la legge di non contraddizione, e nuota felicemente come un pesce in acqua nelle contraddizioni e in quelle che Churchill chiamava eufemisticamente “inesattezze terminologiche”?

Circa la sua affermazione che chiunque “dubiti che possa ancora esistere la gerarchia nei primi del XXI secolo, si esclude dalla vita cattolica”; se egli ne dubita in linea di principio, si potrebbe essere d’accordo con lei, ma se ne dubita solo in relazione a ciò che osserva in pratica, non potrebbe semplicemente osservare l’estensione ad un secolo più tardi di ciò che lei cita avrebbe già osservato Benedetto XIV per il 1914: “un pericoloso spirito di indipendenza all’esterno”?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-Fraternitá – III

Il pensiero della neo-Fraternitá – III on Febbraio 21, 2015

In questi “Commenti” (395), abbiamo già detto che al Primo Assistente della Neo-Fraternità manca la dottrina e che (396) questa mancanza di dottrina è un problema più vasto di quanto possa apparire, perché si tratta dell’intera modernità contro l’intera Verità; adesso resta da mostrare come questo problema universale si manifesti in una serie di errori particolari presenti in questa intervista concessa in Germania da Don Pfluger verso la fine dello scorso anno. Per brevità utilizzeremo la sintesi del suo pensiero (essenzialmente rispondente) che abbiamo esposto due settimane fa. Le espressioni che abbiamo riprese sono in corsivo:—

La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale.

Sì, ma la dottrina del movimento tradizionale è vasta né più né meno la dottrina della Chiesa cattolica, essendo identica ad essa, e questa dottrina è il cuore e l’anima del movimento tradizionale.

Non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70.

Pensare di rendere la Tradizione “convincente o attraente” è un modo troppo umano di concepirla. La Tradizione cattolica viene da Dio, ed ha un potere divino di convincere e di attrarre, a patto che venga presentata fedelmente, senza cambiamenti o alterazioni umane.

La Tradizione cattolica . . . non può essere limitata alle condanne . . . del liberalismo . . . , che erano di routine nel XIX e nel XX secolo.

Vero, ma allora non si sarebbe potuto difendere il Vangelo senza quelle condanne dottrinali, e dal momento che il XXI secolo è più liberale che mai, oggi la Tradizione non può essere mantenuta senza tali condanne.

Il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi . . . . molto di ciò che è moderno non è immorale.

Il nostro tempo non è molto diverso. Esso è più liberale di prima (ad esempio i “matrimoni” omosessuali), quindi, anche ammettendo che non tutto è immorale, la dottrina cattolica è assolutamente necessaria per separare il morale dall’immorale.

Quindi, dobbiamo continuamente ri-posizionarci, e questo è un problema puramente pratico e non una questione di Fede.

Qualsiasi ri-posizionamento che fa la Chiesa deve sempre essere valutato alla luce della Fede. Il ri-posizionamento fatto dalla ex-FSSPX a partire dal 2012 si è chiaramente gettato alle spalle la lotta per la Fede condotta da Mons. Lefebvre.

I “Resistenti” si sono fabbricata una “fede”da loro, soggettiva, personale, per poter condannare la Neo-Fraternità.

Quali che siano le debolezze umane della “Resistenza”, essa, al pari del movimento tradizionale nel 1970, è sorta spontaneamente in tutto il mondo, per reazione contro il tradimento della Neo-Fraternità. La reazione può sembrare disunita, ma è tenuta insieme dell’identica Fede professata dai Resistenti.

Il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 non ha tradito la Tradizione, tant’è che le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati.

Questo significa che la verità è sempre nel mezzo e può essere misurata con le reazioni umane? Ma questa è politica umana! Inadeguata a giudicare della divina Verità, assolutamente inadeguata a risolvere l’odierna crisi della Chiesa.

I testi ufficiali della Neo-Fraternità del 2012 non erano dogmatici.

Ma il più ufficiale dei documenti della ex-FSSPX nel 2012 è stata la delibera del Capitolo Generale con le sue sei condizioni per ogni futuro “accordo” con Roma, e cioè le sei condizioni gravemente inadeguate per sostenere la difesa della Fede contro i suoi mortali nemici conciliari. Forse che non l’intera Fede è dogmatica?

Roma era meno aggressiva verso la FSSPX nel 2012 di quanto lo fosse nel 2006.

Semplicemente perché dal 2006, e anche prima, Roma ha potuto vedere la FSSPX trasformarsi costantemente in una tigre di carta.

In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione.

I neo-protestanti Carismatici “seguono lo Spirito”. Gli Indultisti “si basano sulla Tradizione”.

Dovrebbe essere ormai chiaro che don Pfluger vuole lasciarsi alle spalle la dottrinalmente anti-liberale Fraternità di Mons. Lefebvre, e ridisegnare una Neo-Fraternità che armonizzi con la neo-Chiesa del Vaticano II. Non basta dire che l’ex FSSPX non ha ancora fatto alcun passo decisivo verso Roma, perché a meno che sorga, e presto, una ferma resistenza all’interno della Neo-Fraternità, i suoi capi stanno consegnandola, lentamente ma inesorabilmente, tra le braccia della Roma conciliare. È questo che vogliono veri Cattolici?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-fraternitá – II

Il pensiero della neo-fraternitá – II on Febbraio 14, 2015

Le quasi 650 parole di un singolo “Commenti Eleison” non sono affatto sufficienti a rendere chiaro l’enorme problema posto dall’intervista rilasciata dal Primo Assistente della Neo-fraternità ad una rivista della stessa Neo-fraternità in Germania, verso la fine dello scorso anno (cfr. CE della settimana scorsa). Il pensiero di Don Pfluger scaturisce dalla velenosa mentalità moderna, così che non sorprende se la Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre (FSSPX) è rimasta avvelenata da cima a fondo e sta trasformandosi nella Neo-fraternità di Mons. Fellay (XSPX). Il veleno consiste nel passaggio da Dio all’uomo; dalla religione di Dio alla religione dell’uomo; dalle verità di Dio alle libertà dell’uomo; dalla dottrina di Cristo (“Andate, AMMAESTRATE tutte le nazioni” – Mt. XXVIII, 19) all’unità del genere umano.

Come milioni e milioni di uomini moderni, e migliaia e migliaia di uomini di Chiesa di alto livello e troppi sacerdoti e laici di quella che fu una volta la Fraternità San Pio X, Don Pfluger non comprende l’importanza cruciale della dottrina cattolica per la Chiesa. “INDOTTRINATE tutte le nazioni”, avrebbe potuto dire Nostro Signore. Perché? Perché tutti gli uomini sono creati da Dio per andare in Paradiso (I Tim. II, 4). Questo essi possono farlo solo con Gesù Cristo (Atti IV, 12), innanzi tutto credendo in Gesù Cristo (Gv. I, 12), cosa che si può fare solo ascoltando la fede (Rom. X, 17), in altre parole ascoltando la DOTTRINA cattolica. Se qualcuno non fosse interessato alla dottrina cattolica significa che non è interessato ad andare in Paradiso. Buona fortuna a lui, dovunque egli trascorrerà la sua eternità!

Ora, dall’inizio alla fine, questa intervista tedesca di Don Pfluger tradisce il suo relativo disinteresse per la dottrina cattolica, ma come dice il “Commenti Eleison” della settimana scorsa, tale disinteresse è il più chiaramente tradito dal suo discredito (la parola non è troppo forte) implicito per i grandi documenti anti-liberali, anti-massonici e anti-modernisti che sono in particolare le Encicliche papali del XIX e XX secolo, diciamo dalla Mirari Vos del 1831 alla Humani Generis del 1950. Probabilmente, al modo di pensare di Don Pfluger, questi documenti “anti” appaiono meramente negativi mentre la dottrina cattolica è essenzialmente positiva. Allo stesso modo si può pensare che la medicina sia solo negativa, a fronte della salute che è essenzialmente positiva. Ma la medicina può essere essenziale per preservare la salute, per carità! Tuttavia, perché le Encicliche sono una medicina così necessaria per la salute della Chiesa contemporanea?

Perché l’uomo non è fatto per vivere da solo (il buon selvaggio di Rousseau), egli è per natura un animale sociale (Aristotele) – basta osservare i mille modi in cui gli uomini si riuniscono per associarse. Ora la Rivoluzione Francese del 1789, disprezzando Aristotele e seguendo Rousseau, ha rovesciato la base naturale della società e ha preteso di farla poggiare su dei meri artifici umani, ostili alla natura umana come creata da Dio, e quindi ostili a Dio. Da allora, con l’avanzare delle idee rivoluzionarie, dalla Francia nell’Europa e nel mondo, la Chiesa cattolica si è trovata in un ambito sociale sempre più ostile, perché la profonda influenza che ogni società esercita sugli individui che la compongono, ha lavorato sempre di più contro Dio e contro la salvezza delle anime.

Per lungo tempo i Papi cattolici non sono stati ingannati, e hanno ravvivato la medicina della vera dottrina sociale della Chiesa da applicare attraverso le loro Encicliche alla malattia dell’umanità rivoluzionaria. Così le Encicliche non insegnano altro che la secolare dottrina della Chiesa sulla natura dell’umana società tra l’uomo e Dio, quella dottrina sociale che non era stato necessario ripetere fino a quando veniva praticata spontaneamente. E allora, le Encicliche non sono uno sfortunato accidenti di un passato anch’esso sfortunato; esse sono centrali per l’attuale difesa della fede, come aveva bene appreso Mons. Lefebvre da Padre Le Floch. Ma poi arrivò Papa Giovanni il “buono” a dichiarare che l’uomo moderno non è più malato, ed oggi è arrivato Don Pfluger. Il resto la prossima settimana.

Kyrie eleison.

Il buon senso di Monsignore – II

Il buon senso di Monsignore – II on Dicembre 27, 2014

Dodici settimane fa (5 ottobre) “Commenti Eleison” ha presentato una prima serie di stralci dell’ultima intervista pubblica di Mons. Lefebvre, rilasciata alla rivista Fideliter nei primi del 1991. Di seguito ecco la seconda e ultima serie di stralci, leggermente modificati ma solo per brevità e chiarezza:—

D: Quali conclusioni possiamo trarre dopo 20 anni di esistenza della Fraternità San Pio X?

R: Il Buon Dio ha voluto la Tradizione cattolica. Sono profondamente convinto che la Fraternità è il mezzo che Dio ha voluto per mantenere e conservare la Fede, la verità della Chiesa. Dobbiamo continuare con fedeltà a mantenere i tesori della Chiesa, nella speranza che un giorno essi possano riprendere il posto che mai avrebbero dovuto lasciare a Roma.

D: Lei dice spesso che, più che la liturgia, ora è la fede che ci oppone alla Roma moderna.

R: Indubbiamente la questione della liturgia e dei sacramenti è molto importante, ma più importante è la questione della Fede. Questo non è un problema per noi. Noi abbiamo la Fede di tutti i tempi, del Concilio di Trento, del Catechismo di San Pio X, di tutti i Concilii e di tutti i Papi prima del Vaticano II. Per anni a Roma hanno provato a dimostrare che tutto nel Concilio sarebbe pienamente coerente con questa Tradizione. Ora stanno mostrando i loro veri intendimenti, dicendo non vi è più alcuna Tradizione o Deposito da trasmettere. Nella Chiesa è Tradizione qualunque cosa dica oggi il Papa. Ci si deve sottomettere a quello che oggi dicono il Papa e i vescovi. Sta in questo la loro famosa ‘Tradizione vivente’, che è stata l’unica base per la nostra condanna nel 1988.

Ora, hanno rinunciato al tentativo di dimostrare che quello che dicono è coerente con quello che ha scritto Pio IX o ha promulgato il Concilio di Trento. No, tutto questo è finito, è superato, come ha detto il Cardinale Ratzinger. Adesso la cosa è chiara, ma avrebbero potuto dirlo prima. Non ha avuto senso il nostro discutere, il nostro parlare con loro. Oggi noi soffriamo per la tirannia dell’autorità, perché non ci sono più le regole del passato.

Essi stanno dimostrando sempre più che abbiamo ragione. Abbiamo a che fare con persone che hanno una filosofia diversa dalla nostra, un modo diverso di vedere, che sono influenzate da tutti i moderni filosofi soggettivisti. Per loro non c’è verità fissata, non vi è alcun dogma. Tutto si evolve. Questa è davvero la distruzione massonica della Fede. Fortunatamente, noi abbiamo la Tradizione a cui appoggiarci!

D: Lei ha sottolineato di essere certo che la Fraternità sia benedetta da Dio, perché in più circostanze avrebbe potuto scomparire.

R: Infatti. Essa ha resistito ad attacchi molto difficili. Questo è molto doloroso, ma dobbiamo comunque credere che la linea di Fede e di Tradizione che stiamo seguendo è imperitura, perché Dio non può permettere che la sua Chiesa perisca.

D: Che cosa può dire a quei fedeli che ancora sperano nella possibilità di un accordo con Roma?

R: I nostri veri fedeli, quelli che hanno compreso il problema e che ci hanno precisamente aiutati a proseguire lungo il percorso diritto e fermo della Tradizione e della Fede, mi hanno detto che gli approcci che stavo facendo con Roma erano pericolosi e che io stavo sprecando il mio tempo. Tuttavia, io ho sperato fino all’ultimo minuto che a Roma avessimo potuto contare su un po’ di lealtà, quindi non mi si può incolpare di non aver fatto il massimo. Così ora anche a quelli che mi dicono: “Bisogna giungere ad un accordo con Roma”, credo di poter dire che allora sono andato più in là di quanto avrei dovuto.

Kyrie eleison.

Quarantesimo anniversario

Quarantesimo anniversario on Novembre 22, 2014

Ieri è stato il 40° anniversario della storica Dichiarazione di Mons. Lefebvre del 21 novembre 1974, sui motivi per i quali lui e i sacerdoti e i laici che lo seguivano tenevano la loro posizione contro il totale cambiamento della Chiesa cattolica e della religione, sopraggiunto in seguito al Concilio Vaticano II. La Dichiarazione è attuale oggi come lo era il giorno in cui fu scritta, perché la vera religione cattolica di Dio è immutabilmente vera, mentre la religione conciliare dell’uomo persevera nella sua falsità e sta sempre più occupando Roma come mai è accaduto prima.

La Dichiarazione si compone di dieci brevi paragrafi, poco più di 50 righe in tutto: 1 / Noi rimaniamo fedeli alla Roma Cattolica, alla Roma eterna. 2 / Noi rifiutiamo la Roma conciliare, neo-protestante e neo-modernista. 3 / La riforma conciliare sta distruggendo la Chiesa cattolica e sta sminuendo la nostra Fede cattolica, 4 / nemmeno un Angelo dal Cielo ha il diritto di farlo ( Galati I, 8). 5 / Noi scegliamo la Tradizione, noi rifiutiamo le innovazioni. 6 / Tutto nella Chiesa si sta rinnovando in maniera opposta alla secolare dottrina cattolica. 7 / La riforma conciliare, generata dall’eresia e sfociante nell’eresia, è inaccettabile per i cattolici, quindi 8 / noi continueremo a formare sacerdoti tradizionali. 9 / Ci collegheremo alla dottrina e alla pratica cattoliche di tutti i tempi, 10 / convinti che così facendo resteremo veramente fedeli cattolici.

Si noti in primo luogo la distinzione chiara e netta (1 e 2) tra la Roma cattolica e la Roma conciliare. Ora, è vero che la Roma conciliare sta occupando le strutture della Roma cattolica, ma dire per questo che la Chiesa Conciliare non è altro che la Chiesa cattolica, è così stupido come dire che un cuculo è un usignolo perché occupa il nido di un usignolo. (E dire che Monsignore ha parlato di “Roma” conciliare e cattolica e non di “Chiesa” conciliare e cattolica, significa cavillare con le parole.)

Ma Monsignore, come faceva a distinguere tra il cuculo conciliare e l’usignolo cattolico? Con la dottrina! Il conciliarismo è neo-protestante e neo-modernista (2). La nostra fede è sminuita (3), in opposizione alla dottrina cattolica (6). Il conciliarismo è un’eresia (7). Noi rimaniamo fedeli alla dottrina cattolica (9). E questa breve sintesi non dà tutti i riferimenti alla dottrina forniti da Monsignore. La dottrina cattolica fu la stella polare del suo pensiero e della sua azione. Ed è proprio perché l’uomo moderno vuole la libertà per il suo pensiero e per la sua azione che in pratica arriva al punto che riduce la sua mente in poltiglia, dopo di che per la dottrina non resta più che una funzione meramente decorativa. Essa non ha più presa sull’azione dell’uomo, tranne la disastrosa dottrina che sostiene che la dottrina non sarebbe importante. Disastrosa dottrina che esercita sull’uomo una presa totale. Ecco il motivo per cui in seno alla Fraternità San Pio X, fondata da Monsignore, egli si è potuto ridurre a poco più che una mascotte decorosa.

Si può essere indotti a chiedere: cosa occorre per ripristinare la presa della dottrina, il senso della realtà e l’amore della verità nella Fraternità, nella Chiesa e nel mondo? Sicuramente la sofferenza, non meno. Solgenitsin faceva notare che ci vorrà la barra d’acciaio degli eventi per demolire l’involucro di cemento che l’uomo moderno ha costruito intorno al suo modo di vita peccaminoso. Veramente, Signore, abbi pietà.

Kyrie eleison.

Una storia interna – V

Una storia interna – V on Novembre 15, 2014

Quando i piani a lungo fissati da Mons. Fellay per salvare la Fraternità San Pio X e la Chiesa per mezzo della loro riconciliazione, che mescolava la Tradizione col Concilio, furono spazzati via nel gennaio 2009 dalla piena prodotta dalla pubblicità mondiale data alla veduta del tutto “politicamente scorretta” di un collega della FSSPX, si sarebbe potuto simpatizzare con lui, se tale mescolanza non fosse un sogno impossibile. Ma in effetti la religione cattolica di Dio si mescola con la sua imitazione conciliare, “frutto del lavoro dell’uomo”, come l’olio si mescola all’acqua o la verità alla menzogna. I cattolici che risalgono con la memoria al 1988, ricorderanno come Mons. Lefebvre sosteneva che per la FSSPX un tale tentativo equivaleva ad una “operazione suicidio”, suicidio innanzi tutto per la FSSPX, ma anche per qualunque cosa avesse potuto fare la FSSPX per la Chiesa Universale.

Di conseguenza, i cattolici avvertiti tirarono un gran sospiro di sollievo quando in quel mese la Provvidenza utilizzò i nemici della Chiesa, con i loro media mondiali, per silurare gli sforzi congiunti di Benedetto XVI e di Mons. Fellay tesi a fondere Concilio e Tradizione. E questi cattolici hanno potuto avere dalla Provvidenza una drammatica ma discreta conferma che pensavano correttamente.

L’”accantonamento” operato da Benedetto XVI delle “scomuniche” del 1988 dei quattro vescovi della FSSPX, decretate da Roma subito dopo la loro consacrazione, fu direttamente attribuito da Mons. Fellay, in pubblico, all’intervento della Madonna, grazie alla seconda Crociata del Rosario della FSSPX della fine del 2008. Eppure la Madonna, attraverso la sua messaggera, aveva detto ai primi dello stesso anno che se la Crociata quella volta non fosse stata dedicata alla Consacrazione della Russia, Lei avrebbe usato i rosari per qualche altro scopo. Se questi messaggi sono veri, il Cielo non può aver preso troppo alla leggera l’essere stato manipolato a favore della politica ecclesiastica nella celebrazione del Giubileo fatta dalla FSSPX a Lourdes nell’ottobre 2008.

In ogni caso, quando l’11 febbraio 2009, tre settimane dopo l’”accantonamento”, i seminaristi della casa-madre della FSSPX a Ecône, in Svizzera, stavano facendo un’escursione ricreativa nelle montagne vicine, tre di loro furono travolti da una valanga, spinti e annegati in un lago ghiacciato della montagna. Cos’è l’11 febbraio? La Festa della Madonna di Lourdes.

Mera coincidenza? O il Cielo che parlava attraverso gli accadimenti, con una corrispondenza di più tra la storia interna di questi messaggi e la storia esterna delle due prime Crociate del Rosario? I lettori potranno giudicare da sé. Se sono convinti che la neo-Fraternità è sulla strada giusta quando cerca l’approvazione ufficiale della neo-Chiesa, non avranno alcuna difficoltà a respingere questa serie di messaggi supposti venienti dal Cielo come un’ulteriore “rivelazione privata” indegna di seria considerazione. Se invece ritengono che la neo-Fraternità e la neo-Chiesa stiano percorrendo una strada sbagliata, allora ecco che, essendo il mondo sull’orlo di un disastro inimmaginabile per aver trascurato la Consacrazione della Russia, è ragionevole che la Madonna abbia fatto un altro tentativo per ottenere questa Consacrazione attraverso le preghiere promosse dalla FSSPX.

Non che la FSSPX sia la salvezza della Chiesa, ma se le sue preghiere fossero state dirette correttamente, come aveva detto la Madonna alla sua messaggera, allora Lei avrebbe potuto ottenere da suo Figlio le grazie necessarie per far sì che tale Consacrazione potesse salvare sia la FSSPX sia la Chiesa e il mondo. Adesso è inutile “piangere sul latte versato”. È utile invece praticare la devozione dei Primi Sabati, specialmente per amore della Madonna. Lei non cesserà di provare a salvarci.

Kyrie eleison.