modernismo

Campos che si riprende

Campos che si riprende on Dicembre 20, 2008

I cattolici chiedono continuamente: “ Che è successo a Campos? ” Essi si riferiscono ovviamente alla diocesi brasiliana che Mons. de Castro Mayer, eroe solitario dell’episcopato postconciliare a fianco di Mons. Lefebvre, mantenne nella Tradizione cattolica fino alla sua morte nel 1991, ma che il suo secondo successore, Mons. Rifan, ha portato di nuovo sotto le autorità romane una decina di anni dopo. La domanda allora è: come si trova oggi la Tradizione cattolica a Campos, sotto il controllo romano?

La risposta è che la guerra di più di 40 anni tra cattolicesimo e conciliarismo si sta svolgendo nella maniera solita: i laici che tengono alla Tradizione sono tranquilli nella loro fede; il meglio dei sacerdoti, oggi sotto la Roma neo- modernista, soffre per la duplice lealtà; il loro vescovo, fedele alla stessa Roma – o alla sua ambizione – sta manovrando tutto il tempo per conciliarizzare l’opera di Mons. de Castro Mayer.

L’ambizione è l’unica spiegazione che i laici avveduti possono trovare per la defezione di Mons. Rifan verso la Roma neo- modernista. Questi laici dicono: “ Se ha sbagliato a seguire la Tradizione per tanto tempo, perché dovrebbe fare bene adesso? I libri validi che scrisse allora, adesso sarebbero invalidi? ” Il Vescovo li intimidisce togliendo i loro sacerdoti. Replica di uno di questi laici: « Eccellenza, questo riguarda Lei. Quanto a me, a Pasqua andrò da un altro sacerdote, se necessario.” E il vescovo ha perso ogni influenza su queste anime.

Alcuni dei laici dicono che nulla è cambiato nelle undici parrocchie della Tradizione, e dichiarano che Mons. Rifan non può sbagliare. Altri notano l’inizio dei cambiamenti, per esempio, come i sacerdoti non raccomandino più di gettare via il televisore perché sarebbero in grado di tenerlo abbastanza sotto controllo. Logicamente, per un vescovo e dei sacerdoti, allontanarsi dalla verità tutta intera significa muovere la loro predicazione verso un atteggiamento più autoritario. Tuttavia, essi sono tenuti a fare marcia indietro quando percepiscono che una resistenza potrebbe far diminuire il numero dei loro fedeli.

In genere, i laici avveduti, in particolare un gruppo di circa 180 anime in tre cappelle della parrocchia tradizionale di Vari Sai, si rivolgono ai sacerdoti tradizionali non compromessi, per avere la Messa e per mantenere la loro fede. A lungo termine, loro sperano nella Fraternità San Pio X, che è la principale struttura di sostegno di questi sacerdoti, e che non sta dando mostra di essere sul punto di cedere ai neomodernisti di Roma. Ma la lotta deve continuare. Come dice Nostro Signore: “ Se quei giorni non fossero abbreviati  . . .”

Kyrie eleison.

Messale di Giovanni XXIII

Messale di Giovanni XXIII on Ottobre 25, 2008

La Fraternità San Pio X viene attaccata, ma fintanto che è attaccata quasi equamente dal modernismo da sinistra e dal sedevacantismo da destra, non c’è da preoccuparsi troppo – probabilmente sta facendo qualcosa di giusto. Tuttavia, in questo caso l’equanimità non va misurata solo in quantità, – gli attacchi da destra sono tanto più velenosi per quanto bassi di numero! Attualmente la FSSPX è stata ancora attaccata per l’uso che fa del Messale tridentino del 1962, invece di quello del 1955, o del 1945, o del 1905 – come lo si voglia chiamare!

Tre osservazioni:

In primo luogo, come ha sempre spiegato Monsignore, il “Messale di Giovanni XXIII”, così chiamato perché fu promulgato sotto il suo regno nel 1962, fu interamente approntato prima del 1958, sotto il pontificato di Pio XII, certo non caro ai modernisti. Inoltre Monsignore conosceva personalmente il liturgista benedettino che lo aveva preparato ed ha testimoniato che il benedettino non era un modernista.

In secondo luogo, visto che come sempre le cose vanno ripetute, se Monsignore scelse il Messale del 1962 per la sua Fraternità San Pio X, fu perché, per un verso questo Messale non contiene alcunché contro la Fede, mentre il Messale Novus Ordo del 1969 è fortemente protestantizzato e il Messale del 1967 era già stato de-cattolicizzato; per altro verso, nella Chiesa cattolica il Papa è il maestro della liturgia, ed è per questo che il Messale del 1962 è l’ultimo rito pienamente ortodosso della Messa ad essere stato legittimamente promulgato da un Papa regnante, e come tale lo scelse Monsignore, con giudizio motivato e non per gusto personale. I riti precedenti erano stati obrogati. I riti successivi non erano cattolici.

In terzo luogo, la differenza, diciamo così, tra il Messale di “Giovanni XXIII” e quello di San Pio X, sta nel fatto che nel primo sono omessi molti dettagli del secondo, ma in sostanza, prescindendo dai dettagli, i due Messali sono gli stessi – altrimenti come potrebbe essere così facile celebrare una Messa “Giovanni XXIII” con un Messale di San Pio X? Ora, in nessun caso si può sopravvalutare l’importanza del dettaglio senza sottovalutare quella dell’essenziale. Se quindi col deciso rifiuto del “Messale di Giovanni XXIII” si afferma che con i dettagli in esso omessi è stata tradita l’essenza del Messale tridentino, si finisce, con i fatti e non con le parole, sia pure inconsapevolmente, col declassare l’essenza del Messale tridentino, ad esempio gli invariati Canone e Consacrazione, così che con l’esagerazione della relativa importanza dei dettagli, stranamente, si spiana la strada perché per le anime perdano di vista l’assoluta importanza degli elementi essenziali, col risultato che si aiutano le anime ad abbandonare del tutto la Messa tridentina!

Non sarà la prima volta che scomposte esagerazioni da destra finiscano con lo spingere le anime a sinistra!

Divino Signore, Ti prego, riporta presto il Tuo legittimo Vicario ai suoi sensi pienamente cattolici!

Kyrie eleison.

Menti disarticolate

Menti disarticolate on Settembre 27, 2008

Quando due settimane fa “Commenti Eleison” ha suggerito che ogni cattolico che non crede che l’11 settembre sia stato un affare interno potrebbe essere affetto da “cattolicesimo disarticolato”, un lettore (solo uno, ma probabilmente ce ne saranno stati molti di più) ha protestato vigorosamente. Chiaramente egli si chiede come diamine sia possibile che una questione come quella del crollo delle Torri Gemelle di New York, o come l’impatto contro il Pentagono, di sette anni fa, possa ricondursi alla sua religione.

È possibile che questo lettore non abbia studiato seriamente le corpose argomentazioni secondo le quali l’11 settembre sarebbe stato qualcosa di diverso da quello che continuano a pretendere i nostri vili mezzi di comunicazione. Eppure queste argomentazioni sono così corpose che uno è portato a considerare che possa esserci qualche altra spiegazione oltre a quella offerta dai media e accettata da tante persone. Ecco, per esempio, molto brevemente, tre argomenti di elementare buon senso:—

Com’è possibile che il kerosene, che brucia a 850 gradi centigradi, abbia potuto fondere i 47 pilastri centrali in acciaio delle torri, che fondono solo a 1500 gradi centigradi? (Si sarebbero solo ammorbiditi? Ma le torri si sono afflosciate o sono cadute?). E poi, il piano di taglio della torre a Sud ha attraversato il suo angolo di Sud-Est, e allora come ha fatto la torre a non cadere a Sud-Est, ma verticalmente verso il basso, “entro la sua base”, come in una perfetta demolizione? E ancora, se (come ci viene detto) i pavimenti in cemento si sono stratificati uno sopra l’altro, come hanno fatto entrambi le torri a collassare a velocità gravitazionale, e in che modo, di grazia, i 47 pilastri d’acciaio (che portavano i piani e che non sono crollati con essi) non sono rimasti in piedi?

Questi argomenti e una massa di altri sono così forti che posso solo concludere che chi crede veramente nella versione ufficiale dell’11 settembre (che escluderebbe una moltitudine di finti credenti) o non ha guardato all’evidenza perché è soddisfatto della veridicità dei nostri giornali e dei politici, o l’evidenza è sopraffatta nella sua mente da una generale credenza nei nostri governanti e nel nostro modo di vita, o, peggio che mai, l’evidenza non è quello che muove la sua mente. Ma, mi chiedo, come può un cattolico adeguarsi ad una di queste tre possibilità o a qualcuna delle possibili varianti di esse?

Innanzi tutto, come può un cattolico avere un così poco senso della verità da fidarsi ancora dei media o dei politici di oggi? (O Cielo, aiútali entrambi: essi stanno fuggendo solo con quello che la gente lascia loro portar via). Secondariamente, come può un cattolico credere in generale a quest’ammasso di crasso materialismo ateo dei governi e dello stile di vita di oggi? E terzo, come diavolo può un cattolico giudicare le questioni di fatto sulla base delle emozioni invece che delle prove? La mia risposta a tutte e tre le domande è: perché il suo cattolicesimo sarà stato disarticolato dal protestantesimo, dal liberalismo e dal modernismo che inquinano quasi tutte le menti di oggi.

Kyrie eleison.

L’ultima cartuccia?

L’ultima cartuccia? on Maggio 24, 2008

Un collega sacerdote della Fraternità San Pio X ha appena scritto (o forse fatta sua) una parabola in cui la Fraternità è l’ultima cartuccia di un cacciatore che deve sparare per uccidere il mostro del neo-modernismo radicato all’interno delle strutture della Chiesa cattolica. Dal momento che si tratta dell’ultima cartuccia, il cacciatore non può permettersi di sbagliare! Ebbene, il “cacciatore” può sentirsi oppresso, ma mi permetta di tentare di rassicurarlo che non è poi oppresso più di tanto!

In primo luogo, la Chiesa cattolica appartiene a Dio Onnipotente, che ha così tanti modi per venire in suo soccorso che noi uomini non possiamo nemmeno immaginare. “ È forse la mia mano troppo corta per riscattare? ” chiede il Signore Iddio ( Isaia L, 2). Immaginare che il Signore Iddio dipenda dalla Fraternità San Pio X per affrontare il mostro del neo-modernismo, significa sottovalutare gravemente i suoi poteri!

In secondo luogo, il neo-modernismo è sicuramente troppo radicato nei cattolici (o ex cattolici) perché una piccola Congregazione di appena 450 sacerdoti possa essere in grado di farlo sloggiare! Proprio come il crimine dell’aborto è diventato sempre più normale e accettato nel corso degli ultimi 40 anni, così anche l’eresia del neo-modernismo si è sempre più affermata nello stesso periodo di tempo nei cuori e nelle menti della massa dei cattolici (o di un tempo cattolici). Per grazia di Dio, la Fraternità San Pio X ha ancora la Verità, ma che presa o influenza può ancora avere la Verità sulle menti diabolicamente disorientate, a partire da quelle degli attuali dirigenti uomini di Chiesa?

In terzo luogo, quale potere ha la Fraternità San Pio X oltre a quella della Verità oggi senza più presa? Oltre alla Fede, la FSSPX non ha né grandi numeri, né grandi teologi, né grandi scrittori. Essa si mantiene in tutto il mondo, che è già un miracolo, ma è fragile e in termini mondani sta avanzando sicuramente non più di un piccolo passo alla volta, mentre la Rivoluzione in tutto il mondo avanza a passi da gigante.

No, caro collega. L’umile missione della FSSPX non è sicuramente quella di uccidere i morti (cosa che solo Nostro Signore può fare), ma quella di muoversi all’esterno. Non vincere le bugie, ma sostenere la Verità. Non conquistare, ma testimoniare. Non avere fretta, ma attendere il buon tempo di Dio. Si tratta della Sua Chiesa, e Lui sta certamente provvedendo, tra le altre cose, col sostenere finora la FSSPX. Ma Lui non è mai a corto di cartucce!

Kyrie eleison.

Melma mortale

Melma mortale on Aprile 19, 2008

Non ho mai creduto che qualcuno dei Papi conciliari non fosse veramente Papa. Il pensiero moderno riduce le menti in poltiglia ed io ho sempre ritenuto che i Papi conciliari fossero troppo moderni per essere capaci di un chiaro e solido pensiero in materia di Fede, necessario per fare di essi dei chiari e fermi eretici tali da non poter più svolgere il loro alto ufficio nella Chiesa.

Quando dico questo, tutti sono in completo disaccordo con me, ma io credo che Mons. Lefebvre sostenesse la stessa cosa, in modo diverso, quando diceva che questi Papi erano liberali, ma non per questo li si poteva mettere fuori dalla Chiesa. Ecco cosa disse per esempio in un’intervista rilasciata nel 1987:

«Penso che dobbiamo giudicare gli odierni uomini di Chiesa di Roma, e tutti i chierici e i vescovi che si muovono sotto la loro influenza, allo stesso modo che i Papi Pio IX e San Pio X giudicarono i liberali e i modernisti. Pio IX condannò i cattolici liberali arrivando a dire che essi erano “i peggiori nemici della Chiesa”. Cosa si potrebbe dire di peggio? Eppure, egli non disse che tutti i cattolici liberali fossero scomunicati, fossero fuori dalla Chiesa e si dovesse rifiutare loro la Comunione . . . . San Pio X, nella Pascendi, fu altrettanto severo col modernismo, dicendo che è “la sintesi di tutte le eresie”. Potrebbe essere condannato più duramente un qualsiasi movimento? Eppure egli non disse mai che da quel momento tutti i modernisti fossero scomunicati, fuori dalla Chiesa e si dovesse rifiutare loro la Comunione. Infatti egli scomunicò solo alcuni di essi.

«Così, seguendo Pio IX e San Pio X, io penso che dovremo giudicare severamente questi uomini di Chiesa, ma senza concluderne che essi sono necessariamente fuori dalla Chiesa.»

Due obiezioni vengono subito in mente. La prima: come può un cattolico liberale essere peggiore di un eretico formale che rifiuta categoricamente la Fede, che è il fondamento della vita cattolica e della salvezza eterna? Risposta: mai il nemico può fare tanto danno come quando è un nemico interno; tenuto conto che mentre l’eretico si pone fuori dalla Chiesa, il cattolico liberale rimane all’interno, dove, più alto è il suo ufficio, più può recare danno alla Chiesa.

Non è questa l’enorme devastazione abbattutasi sulla Chiesa con i recenti Papi? Non è meglio attribuibile al loro essere dei nemici interni piuttosto che, come vorrebbero i sedevacantisti, dei nemici fuori dalla Chiesa?

Ma poi – seconda obiezione – se la Chiesa non può scomunicare tali pericolosi nemici interni, che senso ha rimanere in essa per difenderla? Risposta: questa è forse la ragione più seria per pensare che solo un castigo divino paragonabile al Diluvio potrà spazzar via la presente corruzione nella Chiesa e nel mondo. La Tradizione Cattolica è l’Arca di oggi.

Kyrie eleison.

Disintegrazione Documentata

Disintegrazione Documentata on Aprile 5, 2008

Le mostre di arte moderna non dovrebbero interessarmi tanto, perché non c’è davvero da sperare dall’arte moderna, tanto quanto non ce n’è continuando a guardare Humpty Dumpty. Ma “la speranza scaturisce sempre nel petto dell’uomo”, così passando per Londra solo ora sono andato a vedere una mostra di Duchamp, Man Ray e Picabia, indicati come “tre artisti d’avanguardia e amici, il cui incontro durante la prima Guerra Mondiale ha portato alla creazione del movimento New York Dada ed ha cambiato il mondo dell’arte per sempre”.

Ahimè, il programma era invitante, ma i soggetti esposti erano deludenti come sempre. Nati tra il 1887 e il 1890, prima di incontrarsi tutti e tre gli artisti hanno mostrato un certo talento convenzionale, ma dal momento in cui hanno lavorato insieme per raggiungere il loro comune obiettivo di rompere ogni convenzione artistica, nei soggetti di questa mostra tradiscono la loro incapacità quasi totale di produrre alcunché di valore da mettere al posto di quello che hanno rotto.

Del francese Duchamp, pensatore del gruppo, tipico e rinomato è il suo soggetto del 1917 dal titolo “Fontana”, costituito da nient’altro che da un comune orinatoio di porcellana poggiato sul dorso. Che idea geniale! L’arte, diceva Duchamp, non ha bisogno né che sia fatta dallo stesso artista, né che sia visivamente accattivante. D’ora in poi l’arte può essere qualsiasi cosa già bell’e pronta, basta che sia indicata da un “artista” come opera d’”arte”. Da qui la spazzatura in acciaio intrecciato indicata come “statua”, che si trova in così tante città moderne. I tre amici erano partiti per cambiare la definizione di arte. Sembra che abbiano avuto successo!

La prima moglie di Francis Picabia diceva su di lui e Duchamp che “hanno dimostrato una straordinaria aderenza ai principi paradossali e distruttivi, nelle loro bestemmie e nella loro disumanità, che erano dirette non solo contro i vecchi miti dell’arte, ma contro tutti i fondamenti della vita in generale.” Quanto a Man Ray, nel 1951 diceva ancora che voleva “dipingere il più possibile in modo difforme da altri pittori, soprattutto, dipingere in modo difforme da me stesso – così che ogni opera successiva, o una serie di opere, doveva essere completamente diversa dalle opere precedenti.”

Il programma di questi tre – ri-definiti – “artisti” fu la distruzione dalle fondamenta, non esclusa l’autodistruzione. Com’è possibile che il loro programma abbia raggiunto quel prestigio universale e quella popolarità di cui gode oggi? – La mostra era frequentata da spettatori devoti! Risposta, perché ogni civiltà che si allontana da Dio deve chiudersi in se stessa, e poi, per giusta vendetta, rivoltarsi su se stessa.

Ecco perché milioni di anime vogliono il modernismo nella loro arte – e nella loro religione.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra