Giovanni XXIII

Canonizzazioni Irreali

Canonizzazioni Irreali on Aprile 5, 2014

La “canonizzazione” di due Papi conciliari, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, è prevista per l’ultima Domenica di questo mese, e molti credenti cattolici sono spaventati a morte. Sanno che i Papi conciliari sono stati (oggettivi) distruttori della Chiesa. Sanno che la Chiesa sostiene che le canonizzazioni siano infallibili. Saranno costretti a credere che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II siano santi? Ed ecco che la loro mente vacilla. Ma non è necessariamente così.

Nel mese di agosto dell’anno scorso, questi “Commenti” hanno precisato che le “canonizzazioni” della neo-Chiesa sono una realtà talmente diversa dalle canonizzazioni della Chiesa pre-conciliare, che nessun cattolico deve credere che queste canonizzazioni post-conciliari siano infallibili. Non ero in errore. Ma se ho detto che le cose stanno così, non né ho detto il motivo, che è il mezzo migliore per conoscere qualcosa. Diversamente da me, in una conferenza per un ritiro, forse del 1989, Mons. Lefebvre ha fornito la ragione profonda del perché. Questa ragione – della depravazione mentale modernista – è cruciale per comprendere l’intera rivoluzione conciliare.

Monsignore disse che, al pari della gran massa degli uomini moderni, i Papi conciliari non credono in una verità che sia stabile. Per esempio, la formazione di Giovanni Paolo II era basata sulla verità evolutiva, che va al passo con i tempi, che procede con l’avanzare della scienza, ecc. Che la verità non sia mai fissa, fu la ragione per la quale Giovanni Paolo II condannò nel 1988 le consacrazioni episcopali della FSSPX: perché esse derivavano dall’idea che la Tradizione cattolica fosse fissa e non vivente o mutevole.In effetti, i cattolici sostengono che, per esempio, ogni parola del Credo sia immutabile, perché quelle parole sono state ribadite nei secoli per esprimere il più perfettamente possibile le immutabili verità della Fede e sono state definite infallibilmente dai Papi della Chiesa e dai Concilii.

Le vere canonizzazioni sono un altro esempio: (1) il Papa che si pronuncia come Papa, (2) così che tale persona sia un modello di fede e di morale, (3) una volta per tutte (nessuno può togliere la canonizzazione), (4) che tutta la Chiesa lo accetti come modello. In tal modo le canonizzazioni soddisfacevano le quattro condizioni dell’insegnamento infallibile della Chiesa ed erano tenute come infallibili. Ma questa idea cattolica di una verità immutabile è inconcepibile per le fluide menti moderne come quelle dei Papi conciliari. Per loro la verità è come la vita, una vita che si sviluppa, che evolve, che cresce verso la perfezione. Come può allora un Papa conciliare effettuare, per non dire imporre, una canonizzazione infallibile?

Monsignore immaginava come potesse reagire un Papa conciliare all’idea di poter fare una cosa del genere: “Oh, no! Se mai in futuro si scoprisse che la persona che ho canonizzato non aveva tutte le qualificazioni richieste, beh, qualche mio successore potrebbe benissimo dichiarare che io abbia fatto una dichiarazione sulle virtù di una persona, ma non che abbia definito una volta per tutte la sua santità”. Per intanto, la “dichiarazione” di “canonizzazione” di questi Papi avrà fatto felici il Presidente della locale Repubblica e i cristiani del luogo, e avrà dato loro una scusa per avere una festa da celebrare.

A ben riflettere, questa spiegazione di Monsignore si applica perfettamente a tutta la neo-Chiesa. Quello che ci è venuto col Vaticano II è che l’esigente bellezza dell’immutabile Verità di Dio, che conduce in Cielo, è stata rimpiazzata dalla bruttezza senza pretese della fluida fantasia dell’uomo, che può condurre all’Inferno, ma che permette all’uomo stesso, lui pensa, di prendere il posto di Dio. Il punto chiave di questo processo è lo sganciamento della mente dalla realtà. E quando il processo viene applicato oggi alla Chiesa, come concezione modernista, il risultato è talmente diverso da quello di prima, che le nuove realtà esigono assolutamente nomi nuovi: neo-Chiesa, neo-canonizzazioni, neo-santi, ecc. Dopotutto, non sono i conciliaristi orgogliosi di fare nuova ogni cosa?

Kyrie eleison.

Vere Canonizzazioni ?

Vere Canonizzazioni ? on Agosto 10, 2013

“Cosa ne pensa dell’intenzione di Papa Francesco di “canonizzare” Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII la prossima primavera? Non è un modo per “canonizzare” il Vaticano II? E non si solleva la questione dell’autorità, dato che tutti i manuali di teologia anteriori al Vaticano II insegnano che il Papa è infallibile quando pronuncia una canonizzazione?” È questa la domanda seria (leggermente modificata) che mi è stata posta recentemente da un giornalista del settimanale parigiano, Rivarol. Ho risposto in questo senso:—

La determinazione manifestata dei capi della Chiesa conciliare di canonizzare i papi conciliari, dimostra la ferma volontà dei nemici (quanto meno oggettivi) di Dio di farla finita con la religione cattolica e di rimpiazzarla con la nuova religione del Nuovo Ordine Mondiale. Così, ad una neo-Chiesa fanno corrispondere neo-Santi, fabbricati con un processo di canonizzazione smantellato e “fatto nuovo”. Come sempre accade col modernismo, le parole rimangono le stesse, ma il loro senso è del tutto diverso. Perciò i cattolici che hanno la vera fede non devono minimamente preoccuparsi se queste neo-canonizzazioni siano più o meno infallibili. Esse procedono dalla neo-Chiesa, che è un simulacro della Chiesa cattolica.

Ma alla fine cos’è questo simulacro? Domanda delicata, per la quale si può essere facilmente tacciati di “sedevacantista”, termine che oggigiorno spaventa i cattolici della Tradizione quasi come il termine “antisemita”. Ma quello che importa è concentrarsi sulla realtà: “Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!”, come dice Nostro Signore (Gv. VII, 24). Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze, dalle emozioni o dalle parole. Sovente oggi, per esempio, le scuole non sono diventate centri di diseducazione invece che di educazione, e gli ospedali centri di morte invece che di guarigione, e la polizia strumento di oppressione invece che di protezione, e così via?

Così, per quello che Suor Lucia chiamava processo di “disorientamento diabolico”, gli uomini di Chiesa sono diventati agenti della menzogna invece che della Verità. Essi hanno permesso che le loro menti e i loro cuori divenissero preda delle idee e degli ideali della Rivoluzione, questa radicale e universale rivolta dell’uomo moderno contro il suo Dio e Creatore. Eppure, questi oggettivi traditori (che nei loro cuori possono ancora credere di servire Dio – Gv. XVI, 2) sono ancora uomini di Chiesa, nel senso che solo loro stanno “seduti sulla cattedra di Mosè”, come dice Nostro Signore (Mt. XXIII, 2). Un Papa è seduto lì, e c’è persino una scelta!

In altre parole, la Chiesa simulacro in questione è la Chiesa occupata non da uomini che non sono di Chiesa, ma da uomini di Chiesa i cui cuori e le cui teste sono occupati più o meno da una nuova religione che è assolutamente non cattolica. Ma si noti il “più o meno”. Come il marcio non occupa la mela tutto in una volta, così la Chiesa simulacro, o la neo-Chiesa, può essere in procinto di eclissare la Chiesa cattolica, ma in questa vi sono dei vescovi, molti sacerdoti e una miriade di fedeli che ancora adesso hanno conservato la fede cattolica. Essi si trovano su un pendio scivoloso, molto pericoloso per la loro fede, ma non si può dire che sono fuori dalla vera Chiesa. E Dio che lo sa.

Così, circa le autorità della neo-Chiesa, io guardo alla loro autorità come si può guardare ad un padre di famiglia divenuto temporaneamente pazzo. Si presta attenzione alla sua pazzia per quel tanto necessario per capire quando avrà fine, ma intanto non si può cessare di amarlo e si continua a rispettare l’intrinseca autorità della sua paternità. Che Dio mi aiuti per questo.

Kyrie eleison.

Orribile Caduta – I

Orribile Caduta – I on Giugno 8, 2013

La caduta della Fraternità San Pio X, da ciò che era con Mons. Lefebvre tra il 1970 e il 1991 e ciò che è diventata negli ultimi, diciamo, 15 anni, è poco meno che orribile. In una piccola serie di “Commenti” vedremo: per prima cosa perché nel povero mondo che ci circonda l’orrore sia normale, poiché capire significa perdonare, e tutti abbiamo bisogno di perdono; secondariamente affronteremo l’orrore, non per scoraggiarci, ma al contrario per fortificarci rispetto al peggio che quasi certamente arriverà; in terzo luogo vedremo cosa possiamo fare per fortificarci, perché sotto il Cielo di Dio, Egli non può averci lasciato senza la possibilità di agire (ma per questo è importante che non si versi sulla sabbia la poca acqua che abbiamo). Cominciamo con tre belle menti cattoliche che valutano il nostro tempo, per vedere come l’horrore si sia fatta oggi normale.

Nella sua grande Enciclica del 1884 sulla Massoneria, Papa Leone XIII sottolinea come i principi di questo male procedono dal prescindere (§13) dalla Chiesa cattolica,fino ad arrecarle danno (§14) e a distruggerla (§15), e quindi dalla rovina (§16) di ogni religione positiva, alla rovina (§17) della religione naturale, alla rovina (§18) delle grandi verità naturali come la Creazione e la Provvidenza di Dio e l’immortalità dell’anima. Logicamente, nel XXI secolo siamo andati ancora più in là, cioè alla rovina della nozione stessa di verità. Le menti sono state ridotte in poltiglia, perfino le menti dei Papi, dei Cardinali e dei Vescovi.

Nella sua grande Enciclica del 1907 sul Modernismo, Papa San Pio X vide chiaramente la stessa rovina di ogni verità e di ogni pensiero, causata dai modernisti. Non rientra nella dignità dei Papi il gridare, ma San Pio X nella Pascendiusa espressioni le più forti possibili per castigare il marciume mentale con cui i modernistiimmarcesciscono la Fede Cattolica. In molti modi egli afferma che il modernismo è il punto terminale. Il suo drammatico avvertimento procurò alla Chiesa una tregua di mezzo secolo, ma col Vaticano II, la fede marcia che egli aveva sbattuto fuori dalla Chiesa, da Giovanni XXIII e Paolo VI venne tradotta nella fede ufficiale della Chiesa! Se perdono la testa i Papi, perché non dovrebbero perderla dei meri Superiori?

La terza mente cattolica che valutò il caos abbattutosi col Vaticano II sulla dottrina della Chiesa, fu quella di Romano Amerio, un laico italiano la cui analisi degli errori moderni, Iota Unum, fu altamente apprezzata da Mons. Lefebvre. A un certo punto, Amerio dice (qualcuno può inviarmi il riferimento?) che se le cose andranno avanti allo stesso modo, diventerà impossibile parlare o scrivere ancora, tutto ciò che rimarrà possibile fare sarà restare in silenzio! Questo può sembrare inimmaginabile, ma solo recentemente, un ottimo commentatore negli USA, il Dott. Paul Craig Roberts, ha quasi smesso di scrivere, perché gli è sembrato che non ci fosse più della gente capace o disposta a pensare.

In verità, in questa presente prova generale per l’Anticristo, se questi giorni non fossero accorciati, come dice Nostro Signore (Mt. XXIV, 22), potremmo tutti perdere la nostra mente e la nostra fede. Allora, chi si sente ancora disposto a gettare la prima pietra su un Papa o su un Vescovo che oggi abbia perso la sua mente?

Tuttavia, mentre Nostro Signore ci vieta di giudicare per condannare (Mt. VII, 1), perché solo Dio ha la perfetta conoscenza di tutte le circostanze necessarie per giudicare senza errori, al tempo stesso Nostro Signore ci comanda di giudicare per discernere tra i veri pastori e i mercenari o tra le pecore e i lupi travestiti da pecore (Mt. VII, 15). Questa è la nostra responsabilità come cattolici, per salvare le nostre anime, ed è per questo che fra poco daremo un altro sguardo all’orrore che oggi si sta diffondendo nella Fraternità San Pio X.

Kyrie eleison.

Problema Profondo

Problema Profondo on Novembre 17, 2012

Molti cattolici non colgono la profondità del problema posto nella Chiesa cattolica dalla rivoluzione conciliare del Vaticano II (1962–1965). Se conoscessero meglio la storia della Chiesa, potrebbero essere meno tentati sia dal liberalismo, che li porta a pensare che il Concilio non fu affatto cattivo, sia dal “sedevacantismo”, che li porta a pensare che le autorità della Chiesa non sono più le autorità. Forse Nostro Signore mise in questione l’autorità religiosa di Caifa o l’autorità civile di Ponzio Pilato?

Il problema è profondo perché è sepolto sotto secoli e secoli di storia della Chiesa. Quando nei primi del 1400 San Vincenzo Ferreri (1357–1419) predicò in tutta Europa che la fine del mondo era prossima, noi sappiamo oggi che si sbagliava di 600 anni. Eppure Dio confermò la sua predicazione consentendogli di operare migliaia di miracoli e migliaia e migliaia di conversioni. Dio confermò la falsità? Lungi da me! La verità è che il Santo aveva compreso correttamente, nell’implicito della decadenza della fine del Medio Evo, l’esplicita e quasi totale corruzione del nostro tempo, prova generale della corruzione totale della fine del mondo.

Semplicemente c’è voluto del tempo, il tempo di Dio, molti secoli, perché la corruzione da implicita divenisse esplicita, perché Dio è ad intervalli regolari che sceglie di suscitare dei Santi che trattengano la parabola discendente, come la crescita di Santi famosi che portò alla Contro-Riforma del XVI secolo. Tuttavia, Dio non toglie agli uomini il libero arbitrio, così che se essi scelsero di abbandonare le altezze del Medio Evo, Egli non li costrinse a non farlo. Al contrario, Egli pemette alla sua Chiesa, almeno in un certa misura, di adattarsi ai tempi, perché essa esiste per salvare le anime presenti e non le glorie passate.

Due esempi possono essere: la teologia molinista, resasi quasi necessaria a causa di Lutero e Calvino per garantire la protezione del libero arbitrio, e il Concordato del 1801, resosi necessario a causa dello Stato rivoluzionario, per permettere alla Chiesa di Francia di operare pienamente in pubblico. Ora, sia il Molinismo sia il Concordato furono dei compromessi col mondo del tempo, ma entrambi permisero che molte anime fossero salvate, mentre La Chiesa impedì che si minassero i principi che dovevano rimanere sacri: rispettivamente di Dio come Atto Puro e di Cristo come Re della società. Tuttavia, entrambi i compromessi permisero una certa umanizzazione della Chiesa divina, ed entrambi contribuirono alla graduale secolarizzazione della Cristianità. I compromessi comportano delle conseguenze.

In tal modo, se un lento processo di umanizzazione e di secolarizzazione dovesse spingersi troppo oltre nel mondo da cui uomini e donne sono chiamati a servire Dio nella sua Chiesa, difficilmente essi potrebbero entrare al suo servizio senza una forte dose di liberalismo radioattivo nelle ossa, che richiede il vigoroso antitodo della loro formazione religiosa. Difatti, com’è naturale,essi condividerebbero l’istintiva convinzione di quasi tutti i loro contemporanei: che i principi e gli ideali rivoluzionari del mondo da cui provengono sarebbero normali, mentre la loro formazione religiosa opposta a quel mondo sembrerebbe loro pia, ma fondamentalmente anormale. Tali uomini e donne di Chiesa rappresenterebbero un disastro potenziale. E tale disastro si rese attuale a metà del XX secolo. Una gran parte dei vescovi cattolici del mondo del 2000 si rallegrò invece di rivoltarsi, quando Giovanni XXIII fece apparire con chiarezza che stava abbandonando la Chiesa anti-moderna.

Così, nessuno che voglia salvare la propria anima dovrebbe seguire costoro o i loro successori, ma d’altra parte, questi ultimi sono così convinti di essere normali in relazione ai tempi moderni, che non sono colpevoli della distruzione della Chiesa di Cristo come lo sarebbero stati nei tempi passati. Beate le anime cattoliche che possono aborrire gli errori di costoro, ma che continuano ad onorarne l’ufficio.

Kyrie eleison.

Sei Condizioni

Sei Condizioni on Settembre 1, 2012

In una lettera ufficiale del 18 luglio ai Superiori di Distretto della Fraternità San Pio X, il suo Segretario generale ha reso note le sei “Condizioni” per ogni futuro accordo tra la FSSPX e Roma.

Esse sono state fortemente dibattute dai 39 capitolari ai primi di luglio e dimostrano sicuramente un’allarmante debolezza da parte dell’insieme dei capi della Fraternità.

La prima “condizione irrinunciabile” è la libertà per la Fraternità di insegnare l’immutabile verità della Tradizione cattolica e di criticare i responsabili degli errori del modernismo, del liberalismo e del Vaticano II. Buona e giusta. Ma si noti come la visione del Capitolo sia cambiata rispetto a quella di Mons. Lefebvre. Non più “ Roma deve convertirsi perché la verità è assoluta”, ma ora semplicemente “La FSSPX chiede, per se stessa , la libertà di dire la verità”. Invece di attaccare il tradimento conciliare, adesso la FSSPX vuole che i traditori le diano il permesso di dire la verità? “Oh, qual caduta fu quella!”

La seconda condizione consiste nell’utilizzo esclusivo della liturgia del 1962. Anche questa, buona e giusta, tenuto conto che la liturgia del 1962 non è quel tradimento della fede costituito dalla liturgia conciliare imposta da Roma dal 1969 in poi. Ma non stiamo vedendo come Roma si prepari ad imporre, questo dicembre, alle Congregazioni tradizionali sottomesse alla sua autorità, un “mutuo arricchimento” del Messale, che mischia Tradizione e Novus Ordo? Una volta che la FSSPX fosse sottomessa a Roma, perché dovrebbe essere più protetta?

La terza condizione chiede la garanzia di almeno un vescovo. Qui il punto chiave è: chi lo sceglierà? Lettori, nel testo di ogni futuro “accordo” con Roma, andate subito al paragrafo che parla della nomina dei vescovi. Nel 1988, Roma propose a Mons. Lefebvre di presentare una selezione di tre candidati, dai quali sceglierne uno. Roma li rigettò tutti e tre. Quand’è che la gente capirà questo? I cattolici devono lottare e combattere in questa guerra titanica tra la religione di Dio e la religione dell’uomo.

La quarta condizione auspica che la Fraternità abbia tribunali suoi propri di prima istanza. Ma se tutti gli altri tribunali a livello più alto sono della Chiesa ufficiale e possono annullare le decisioni di grado inferiore, quale sarà la forza giuridica delle decisioni cattoliche assunte dai tribunali della Fraternità?

La quinta condizione auspica l’esenzione delle case della FSSPX dal controllo dei vescovi diocesani. Incredibile! Per quasi 40 anni, la FSSPX ha combattuto per salvare la Fede, proteggendo la vera pratica di essa dall’interferenza dei locali vescovi conciliari, ed ecco oggi arriva il Capitolo generale a meramente auspicare l’indipendenza da essi! Cari lettori, la FSSPX non è più quello che era. È in mano a persone alquanto diverse da Mons. Lefebvre!

La sesta ed ultima condizione auspica una Commissione da costituire a Roma e che abbia cura della Tradizione, tramite una forte rappresentanza proveniente dalla Tradizione, ma “dipendente dal Papa”. Dipendente dal Papa? Ma i papi conciliari non sono stati i caporioni del conciliarismo? Il conciliarismo, non è più un problema?

In conclusione, queste sei condizioni sembrano molto gravi. A meno che i capi della Fraternità non vengano fuori dal sogno di pace con la Roma conciliare, che queste condizioni sembrano manifestare, l’ultimo bastione mondiale della Tradizione cattolica rischia di trovarsi sulla strada che lo porta ad arrendersi ai nemici della Fede. Forse i bastioni sono antiquati.

Amici, preparatevi a combattere per la Fede dall’interno delle vostre case. Fortificate le vostre case.

Kyrie eleison.

Equilibrio Cattolico

Equilibrio Cattolico on Giugno 26, 2010

Dopo che la scorsa settimana è sembrato che “Commenti Eleison” simpatizzasse inizialmente per i “sedevacantisti”, che credono che i papi, a partire da Giovanni XXIII, non sono stati papi, e concludesse dando l’impressione che simpatizzasse per il Cardinale Kasper col prendere in giro la ininfluente Fraternità San Pio X, so che almeno un lettore è rimasto confuso e sospetto che non sia stato il solo. Ma tutto torna a posto se si considera che a partire dal Vaticano II la Verità Cattolica è stata separata dall’Autorità Cattolica.

Ora, l’Autorità Cattolica degli uomini di Chiesa dovrebbe essere ancorata alla Verità Cattolica di Nostro Signore, poiché questa Autorità umana esiste solo per proteggere ed insegnare quella Verità divina.

Ma nel terribile Concilio (1962–1965), secoli di eresia protestante e di dissoluzione liberale della verità trovarono finalmente il modo per insinuarsi nei cuori e nelle menti di larga maggioranza dei Padri conciliari, i quali rinunciarono alla purezza della Verità Cattolica, e da quel momento usarono tutta la loro Autorità Cattolica per imporre ai cattolici la nuova, falsa religione dell’uomo, partorita dal Concilio.

A quel punto, com’era inevitabile, i Cattolici sono stati lacerati in se stessi e nel contempo divisi tra loro.

Infatti, o hanno dovuto aggrapparsi alla Verità Cattolica e abbandonare più o meno l’Autorità Cattolica, e questa è la soluzione dei “sedevacantisti”. E quando si guarda primariamente alla Verità Cattolica, si può ben simpatizzare con loro, tanto orribile è stato il tradimento della Verità praticato dai principali uomini di Chiesa, fin dall’inizio del Concilio.

O hanno scelto di rimanere legati all’Autorità Cattolica e di abbandonare più o meno la Verità Cattolica, e questa è la soluzione del Cardinale Kasper. E quando si guarda primariamente all’Autorità Cattolica, si può ben simpatizzare con la sua fedeltà a Benedetto XVI e comprendere il sorriso del Cardinale quando scopre di essere rimproverato come un non cattolico dalla totalmente ininfluente e tuttora praticamente scomunicata Fraternità San Pio X.

L’Arcivescovo Lefebvre, invece, tra i due estremi della Verità senza Autorità o dell’Autorità senzaVerità, scelse una terza via. La sua via, sulla quale è stato seguito dalla FSSPX, è stata contrassegnata dall’ancorarsi alla Verità Cattolica senza mancare di rispetto all’Autorità della Chiesa, senza rifiutarsi di credere nella validità dei suoi ufficiali.

Si tratta di un equilibrio che sicuramente non è sempre facile da mantenere, ma che ha prodotto frutti cattolici ovunque nel mondo, ed ha sostenuto un resto di fedeli Cattolici con la vera dottrina e i veri Sacramenti, per i 40 anni che abbiamo finora trascorsi nel deserto conciliare (1970–2010).

In questo deserto noi pecore cattoliche possiamo rimanere disperse ancora un po’, fino a quando il Pastore sarà ancora percosso ( Zc XIII, 7, richiamato da Nostro Signore nell’Orto di Getsemani – Mt XXVI, 31). In questo Getsemani della Chiesa, noi dobbiamo avere compassione per tutte le nostre pecore sorelle.

È per questo che io posso simpatizzare con i “sedevacantisti” ed anche con i liberali (fino a un certo punto!).

Ma questo non significa assolutamente che la terza via, quella tracciata dall’Arcivescovo Lefebvre, abbia cessato di essere la strada giusta.

Che la Gran Madre di Dio protegga a lungo la piccola Fraternità!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra