Tradizione

Infallibilità Della Chiesa – V

Infallibilità Della Chiesa – V on Maggio 31, 2014

Il liberalismo è una guerra a Dio, ed è la dissoluzione della verità. All’interno della Chiesa odierna paralizzata dal liberalismo, il sedevacantismo è una reazione comprensibile, ma esso accredita ancora troppo potere all’autorità rispetto alla verità. Il mondo moderno ha perduto la verità naturale, per non parlare della verità soprannaturale, e qui sta il cuore del problema.

Ai nostri fini, possiamo dividere tutto il magistero pontificio in tre parti. Prima: quando il Papa insegna come Papa, sulla Fede o la morale, in maniera definitoria e in modo da impegnare tutti i cattolici, allora abbiamo il suo Magistero Straordinario (MS), necessariamente infallibile. Seconda: quando egli non impegna tutte e quattro le condizioni, ma insegna in linea con ciò che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e imposto a credere ai cattolici, allora egli è partecipe di ciò che viene chiamato “Magistero Ordinario Universale” della Chiesa (MOU), anch’esso infallibile. Terza: che comprende tutto il resto del suo insegnamento, il quale, se non è in linea con la Tradizione, non solo è fallibile, ma è anche falso.

Ormai dovrebbe essere chiaro che il MS sta al MOU, come la cima innevata sta alla montagna. La cima innevata non è la cima della montagna, si limita a renderla più visibile. Il MS sta al MOU come un servo sta al padrone. Esso esiste per servire il MOU, chiarendo una volta per tutte cos’è che appartiene o non appartiene al MOU. Ma ciò che rende visibile il resto della montagna, per così dire, è il suo essere riconducibile a Nostro Signore e ai suoi Apostoli: in altre parole, alla Tradizione. Ecco perché ogni definizione del MS si sforza di dimostrare che ciò che viene definito, da sempre faceva già parte della Tradizione. Era la montagna prima che fosse ricoperta dalla neve.

Ormai dovrebbe essere anche chiaro che è la Tradizione che dice ai Papi cosa insegnare, e non il contrario. Questa è la base su cui Mons. Lefebvre fondò il movimento tradizionale, ed è questa stessa base che, con tutto il rispetto, né i liberali né i sedevacantisti riescono a cogliere. Basta vedere nel Vangelo di San Giovanni come spesso Nostro Signore stesso, in quanto uomo, dichiara che ciò che sta insegnando non viene da lui, ma dal Padre suo, per esempio: “La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato” (VII, 16), o, “Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.”(XII, 49). Naturalmente nessuno sulla terra è più autorizzato del Papa ad esporre alla Chiesa e al mondo ciò che è nella Tradizione, ma non può dire alla Chiesa o al mondo che nella Tradizione vi è quello che in essa non c’è. Ciò che si trova in essa è oggettivo, ormai da 2.000 anni, ed è al di sopra del Papa, e pone i limiti a ciò che un Papa può insegnare, esattamente come il comando del Padre poneva i limiti a ciò che Cristo come uomo poteva insegnare.

Com’è possibile allora che i liberali e i sedevacantisti sostengano similarmente, come fanno, che il Papa è infallibile anche al di fuori del MS e del MOU? Perché entrambi sopravvalutano l’autorità rispetto alla verità, valutando così l’autorità della Chiesa non più come la serva, ma come la maestra della verità. E perché questo? Perché sono entrambi figli del mondo moderno, dove il protestantesimo ha sfidato la Verità, e il liberalismo, fin dalla Rivoluzione francese, è stato il dissolutore della verità oggettiva. E se non vi è più alcuna verità oggettiva, ne consegue naturalmente che l’autorità possa dire tutto ciò che vuole e farla franca, che è ciò che osserviamo intorno a noi; e non c’è più nulla che permetta di fermare un Paolo VI o un Mons.Fellay dal diventare sempre più arbitrario e tirannico in tale processo.

Madre di Dio, ottienimi di amare, discernere e difendere la Verità e l’ordine, soprannaturali e naturali, provenienti dal Padre, e a cui fu sottoposto come uomo il vostro stesso Figlio, “fino alla morte e alla morte di croce”.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – IV

Infallibilità Della Chiesa – IV on Maggio 24, 2014

Al cardinale Newman è attribuito un saggio commento sulla definizione del 1870 dell’infallibilità papale: “Ha lasciato il Papa come l’ha trovato”. Infatti, tale definizione non cambiò nulla nel potere del Papa di insegnare infallibilmente, perché appartiene alla natura della vera Chiesa di Dio che sia protetta dall’errore da Dio stesso, almeno quand’è impegnata l’autorità del suo supremo insegnamento. Tale impegno è oggi chiamato “Magistero Straordinario” della Chiesa, ma la novità del 1870 sta solo nell’uso di questa espressione, al pari dell’espressione “Magistero Ordinario Universale”. Se il Vaticano I ha dichiarato infallibile anche quest’ultimo, dev’essere stato così fin dall’inizio della Chiesa. Per cogliere le realtà che esprimono queste due espressioni, ritorniamo a quell’inizio.

Dal momento della Sua ascesa al Cielo, Nostro Signore, con la Sua divina infallibilità, ha affidato ai Suoi Apostoli un corpo di dottrina che dovevano tramandare intatto nella Sua Chiesa fino alla fine del mondo (Mt. XXVIII, 19–20), dottrina che tutte le anime erano tenute a credere pena la dannazione (Mc. XVI, 15–16). Questo Deposito della Fede, o Rivelazione pubblica, Dio doveva necessariamente renderla riconoscibile e accessibile alle anime di buona volontà, inquanto ovviamente il vero Dio non potrebbe mai condannare in eterno un’anima perché si è rifiutata di credere in una cosa non vera. A partire dalla morte dell’ultimo Apostolo, questo Deposito non fu solo infallibile, ma anche completo.

Quindi, dagli Apostoli in poi Dio avrebbe sempre preservato tutti gli uomini di Chiesa dall’insegnare l’errore? Nient’affatto. Nostro Signore ci ha avvertito di stare attenti ai “falsi profeti” (Mt. VII, 15), e San Paolo altresì ci ha messo in guardia contro i “lupi rapaci” (Atti, XX, 29–30). Ma Dio come ha potuto permettere che le Sue pecore corressero un tale pericolo per colpa dei pastori erranti? Perché nel Suo Cielo Egli non vuole pastori robot, né pecore robot, ma pastori e pecore che devono usare il libero arbitrio che ha dato agli uni per insegnare e alle altre per seguire la Verità. E se una gran parte dei pastori tradiscono, Egli può sempre suscitare un Sant’Atanasio o un Mons. Lefebvre, per esempio, per garantire che la Sua infallibile Verità rimanga sempre accessibile alle anime.

Tuttavia, tale Deposito sarà continuamente esposto ai lupi rapaci, che possono aggiungervi dell’errore o sottrarvi della Verità. Come farà allora Dio per proteggerlo sempre? Garantendo che ogni volta che un Papa impegna tutte e quattro le condizioni della sua piena autorità d’insegnamento per definire ciò che appartiene e ciò che non appartiene a tale Deposito, egli sarà divinamente preservato dall’errore – è quello che oggi chiamiamo “Magistero Straordinario”. (Si noti come questo Magistero Straordinario presupponga l’infallibile Magistero Ordinario, al quale esso non può aggiungere alcuna verità o infallibilità, ma solo conferirgli una maggiore certezza per noi esseri umani.) Ma se il Papa impegna meno di tutte e quattro le condizioni, il suo insegnamento sarà infallibile se corrisponde al Deposito tramandato a partire da Nostro Signore – oggi chiamato “Magistero Ordinario Universale” -, ma sarà fallibile se non rientra in questo Deposito tramandato, o Tradizione. Al di fuori della Tradizione, il suo insegnamento può essere vero o falso.

Quindi non c’è alcun circolo vizioso (vedi CE 357 della scorsa settimana), perché è Nostro Signore che avalla la Tradizione e la Tradizione avalla il Magistero. È vero che la funzione del Papa consiste nel dichiarare con autorità ciò che appartiene alla Tradizione, ed egli sarà divinamente preservato dall’errore se impegna la sua piena autorità per farlo; ma egli può fare dichiarazioni al di fuori della Tradizione, nel qual caso non godrà di tale protezione. Ora le novità del Vaticano II, come la libertà religiosa e l’ecumenismo, sono al di fuori della Tradizione della Chiesa, così che non rientrano né nel Magistero Ordinario, né nel Magistero Straordinario del Papa, e quindi tutte le sciocchezze di tutti i Papi conciliari non obbligano alcun cattolico ad essere o un liberale o un sedevacantista.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – III

Infallibilità Della Chiesa – III on Maggio 17, 2014

Le folli parole e gli atti di Papa Francesco stanno attualmente guidando molti credenti cattolici verso il sedevacantismo, che è pericoloso. La convinzione che i Papi conciliari non sono stati e non sono Papi può iniziare come un’opinione, ma troppo spesso si osserva che l’opinione si trasforma in un dogma e poi in una mentale morsa d’acciaio. Penso che le menti di molti sedevacantistisi siano bloccate perché la crisi senza precedenti del Vaticano II ha causato nelle loro menti e nei loro cuori cattolici un’angoscia che ha trovato nel sedevacantismo una soluzione semplice, ed essi non hanno alcun desiderio di riprovare l’angoscia riaprendo la questione. Così conducono attivamente una crociata perché gli altri si uniscano a loro nella loro soluzione semplice, e in tal modo molti di loro – non tutti – finiscono col mostrare un’arroganza e un’amarezza che non sono segni o frutti di un vero cattolico.

Ora, questi “Commenti” si sono astenuti dal dichiarare con certezza che i Papi conciliari sono stati veri Papi, ma al tempo stesso hanno sostenuto che gli usuali argomenti dei sedevacantisti non sono né esaustivi né vincolanti per i cattolici, come alcuni di loro vorrebbero farci credere. Torniamo ad uno dei loro argomenti più importanti, che riguarda l’infallibilità papale: i Papi sono infallibili; ma i liberali sono fallibili, e i Papi conciliari sono liberali, quindi non sono Papi.

A questo si può obiettare che un Papa è certamente infallibile solo quando impegna le quattro condizioni del Magistero Straordinario della Chiesa; quando insegna: 1 come Papa, 2 sulla Fede o sulla morale, 3 in maniera definitoria, 4 così da impegnare tutti i cattolici. Ma a questo punto i sedevacantisti e i liberali replicano che è insegnamento della Chiesa che anche il Magistero Ordinario Universale sia infallibile, cosicché – e qui sta il punto debole nella loro tesi – ogni volta che il Papa insegna solennemente anche al di fuori del suo Magistero Straordinario, anche allora dev’essere infallibile, e siccome il loro insegnamento conciliare liberale è solenne, non c’è scelta: o diventare liberali o diventare sedevacantisti, ovviamente a seconda di chi sostiene questo argomento.

Ma il segno distintivo dell’insegnamento che fa parte al Magistero Ordinario Universale della Chiesa non è la solennità con cui il Papa insegna fuori dal Magistero Straordinario, ma il fattoche ciò che sta insegnando corrisponda, o no, a ciò che Nostro Signore, gli Apostoli e praticamente tutti i loro successori, i vescovi della Chiesa Universale, hanno insegnato in tutti i tempi e in tutti i luoghi; in altre parole se corrisponde alla Tradizione. Ora, l’insegnamento conciliare (ad esempio la libertà religiosa e l’ecumenismo) è in rottura con la Tradizione, pertanto i cattolici odierni non sono tenuti di fatto a diventare o liberali o sedevacantisti.

Tuttavia, sia i liberali sia i sedevacantisti si aggrappano alla loro incomprensione dell’infallibilità papale, per motivi che non sono senza interesse, ma questa è un’altra storia. In ogni caso non si arrendono facilmente, e tornano alla carica con un’altra obiezione che merita una risposta. Entrambi diranno che: sostenere che la Tradizione è il segno distintivo del Magistero Ordinario significa creare un circolo vizioso. Infatti, se l’insegnamento autorevole della Chiesa, o Magistero, esiste per dire qual è la dottrina della Chiesa, come avviene di fatto, com’è possibile che al tempo stesso la dottrina tradizionale possa dire cos’è il Magistero? O l’insegnante avalla ciò che viene insegnato, o ciò che viene insegnato avalla l’insegnante, non è possibile che entrambi avallino contemporaneamente l’uno l’altro. Quindi, sostenere che la Tradizione, che viene insegnata, avalli il Magistero Ordinario, che è l’insegnante, è sbagliato, e così non è solo nel suo insegnamento Straordinario che il Papa è infallibile, tale che essi concludono che noi si debba diventare o liberali o sedevacantisti.

Per sapere perché non c’è un circolo vizioso si deve attendere fino alla prossima settimana. La cosa è interessante al pari del perché sia i sedevacantisti sia i liberali cadono nello stesso errore sull’infallibilità.

Kyrie eleison.

Prima la Verità

Prima la Verità on Marzo 1, 2014

Ci devono essere molte obiezioni all’argomento dei recenti numeri di questi “Commenti”: che essendo la divina verità prioritaria rispetto agli insegnanti umani, l’infallibilità dei Papi non è necessario che ci tocchi più di tanto, perché dietro, al di là e al di sopra di loro, sta la vera Fede. Ma ecco un’obiezione classica: la Verità in sé può essere al di sopra di loro, ma a noi esseri umani essa giunge solo attraverso di loro – “ la fede viene dall’ascolto ” ( Rom .X, 17).Perciò Nostro Signore ha affidato a Pietro (cioè ai Papi), il compito di confermare i suoi fratelli nella fede ( Lc .XXII,31–32). Così, per noi cattolici gli insegnanti precedono la Verità che non possiamo ricevere senza di loro. Inoltre lo Spirito Santo li guida ( Gv .XVI, 13), quindi come posso dire io in qualche modo se o quando Egli non lo stia facendo?

Anche la risposta si trova nella Scrittura. San Paolo scrive a un gregge che ha istruito nella Fede:” Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! ” E il punto è così importante che San Paolo ripete immediatamente: “ L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema !” ( Gal .I,8–9).

Ma, un Galato avrebbe potuto obiettare: perché dovremmo credere al Vangelo della tua prima visita in Galazia e non ad un altro eventualmente diverso, della tua seconda? San Paolo dà subito una prima ragione:” Il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo .”( Gal . I, 1–12). E San Paolo conferma questo narrando quanto poco contatto egli avesse avuto con coloro che avrebbero potuto istruirlo, gli altri Apostoli, prima che cominciasse a predicare (I, 15–19), un fatto ovviamente verificabile da loro, e egli giura ai Galati che non sta mentendo (I, 20). Una seconda ragione che dà un po’ dopo, sono i miracoli e l’esperienza dello Spirito Santo (III, 2–5) che gli stessi Galati avevano sperimentato come diretto risultato della predicazione fatta da Paolo nella prima visita.

Così Paolo dimostra che Dio ha istruito lui e ha confermato i Galati, sul Vangelo di quella prima visita, e la contraddizione tra esso e qualsiasi altro Vangelo, i Galati sarebbero non solo in grado, ma anche obbligati a coglierla da loro stessi, se volevano salvare le loro anime. E non importa se (I, 8), il predicatore del diverso Vangelo fosse un angelo o Paolo stesso – o un Papa! – i Galati avrebbero sempre il dovere assoluto di attenersi al primo Vangelo di Paolo. La verità che era stata loro rappresentata (III, 1), i Galatil’aveva riconosciuta e accettata (III, 3), così come si riconosce che 2 più 2 fa 4, quindi essa doveva avere la priorità su qualsiasi altro insegnante che la contraddicesse, a prescindere dall’autorità che potesse sembrare avere per insegnare (I, 9).

Così Mons. Lefebvre usava dire che per i 19 secoli trascorsi da San Paolo al Vaticano II, la Chiesa aveva predicato esattamente lo stesso Vangelo, che viene da Dio e da Lui è sempre e nuovamente confermato. Quel Vangelo, in quanto rivelato da Dio è la Rivelazione; in quanto tramandato dagli uomini di Chiesa è la Tradizione; in quanto insegnato con autorità dalla Chiesa è il suo Magistero Ordinario e Straordinario. Tra quel Vangelo e il Vaticano II la contraddizione è evidente, quindi dobbiamo accettare e credere alla Tradizione, se vogliamo salvare le nostre anime, quali che siano le apparenti autorità della Chiesa Conciliare che possano dire il contrario. Così Dio ci aiuti. Come può allora, proprio la Fraternità San Pio X di Monsignore Lefebvre, essere ufficialmente alla ricerca di una sottomissione alle autorità del Vaticano II?

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – II

Infallibilità Della Chiesa – II on Febbraio 15, 2014

Molto deve essere detto sull’infallibilità della Chiesa, soprattutto per correggere le illusioni derivate (per errore) dalla definizione dell’infallibilità papale nel 1870. Oggi, per esempio, sedevacantisti e liberali pensano che le loro posizioni siano totalmente opposte; ma si soffermano a considerare,anche solo un momento, che in realtà la pensano allo stesso modo? Proposizione principale: i Papi sono infallibili. Proposizione secondaria: i Papi conciliari sono liberali. Conclusione liberale: dobbiamo diventare liberali. Conclusione sedevacantista: non possono essere Papi. L’errore non sta né nella logica, né nella proposizione secondaria.Si può trattare solo di un malinteso di entrambe le parti sull’infallibilità espressa nella proposizione principale. Ancora una volta, gli uomini moderni pongono l’autorità al di sopra della verità.

L’Eterno Iddio è la Verità stessa, assolutamente infallibile. Nel tempo creato, attraverso il Suo Figlio Incarnato, ha istituito la Sua Chiesa con una dottrina per la salvezza delle anime umane. Provenendo da Lui, tale dottrina può essere solo infallibile, ma per mantenerla libera dagli errori degli umani uomini di Chiesa a cui Egli l’ha affidata, il Suo Figlio ha loro promesso che lo “spirito di verità” li avrebbe guidati “per sempre” (Gv XIV, 16). In effetti, senza una tale garanzia, Dio come potrebbe esigere dagli uomini, pena la dannazione eterna, che credano in Suo Figlio, nella Sua dottrina e nella Sua Chiesa (Mc. XVI, 16)?

Eppure, neanche agli uomini di Chiesa Dio toglierà la libera volontà di errare su ciò che ha loro affidato. Ed Egli permetterà che essi spingano la loro libertà fin dove vogliono, eccetto che permettere che rendano la sua Verità inaccessibile agli uomini. Questa permissione si spinge lontano e comprende un certo numero di Papi altamente manchevoli, ma la portata di Dio va ancora più in là, nonostante la malvagità degli uomini (Isaia LIX, 1,2). Al Vaticano II, per esempio, l’errore della Chiesa si è spinto ben oltre, senza però che Dio permettesse alla sua Chiesa di essere totalmente defettibile nel presentare agli uomini la Verità infallibile proveniente dalla Sua propria infallibilità. Anche i Papi conciliari hanno espresso molte verità cattoliche accanto ai loro errori conciliari.

Ma allora, io anima semplice, come posso distinguere tra le loro verità ei loro errori? In primo luogo, se sto davvero cercando Dio con cuore retto, Egli mi guiderà a Lui, come dice la Bibbia in molti passi. E in secondo luogo, essendo la dottrina di Dio immutabile come Dio stesso, essa dev’essere quella dottrina che trovo essere stata insegnata e tramandata da (quasi) tutti i suoi uomini di Chiesa in (quasi) tutti i luoghi e in (quasi) tutti i tempi, dottrina conosciuta cosí come la Tradizione. Fin dall’inizio della Chiesa, ciò che è stato tramandato è il testo più certo di ciò che ha insegnato Nostro Signore stesso. Nel corso dei secoli è stato il lavoro di milioni di uomini di Chiesa a tramandare la Tradizione senza errori. Si è trattato di ciò di cui Dio ha dotato la sua Chiesa nel suo insieme, e non solo nei Papi, sotto la guida dell’infallibile Spirito Santo.

È questa, per così dire, la torta dell’infallibilità della Chiesa, sulla quale le solenni definizioni dei Papi sono solo la ciliegina, preziosa e necessaria, la cima dell’infallibilità della Chiesa, ma non il corpo della sua montagna. Si noti innanzi tutto che le definizioni del Magistero Straordinario dei Papi sono esistite non solo dal 1870, ma dall’inizio della Chiesa, e sono esistite non per rendere vera la Tradizione, ma solo per rendere certo che cosa appartenesse alla Tradizione e cosa no, e questo ogni volta che l’errare degli uomini lo aveva reso incerto. Intuendo la verità, Mons. Lefebvre ha giustamente preferito l’infallibile Tradizione ai Papi gravemente erranti. Non avendolo mai compreso, come tutti i liberali moderni che non percepiscono sufficientemente la verità, i suoi successori sono in procinto di preferire i Papi erranti all’infallibile Tradizione. Sottovalutando la verità e sopravvalutando i Papi, i sedevacantisti ripudiano interamente i Papi erranti e possono essere tentati di abbandonare del tutto la Chiesa. Signore, abbi pietà!

Kyrie eleison.

Grec – IV

Grec – IV on Aprile 27, 2013

Una signora che ha letto il primo “Commenti Eleison” sul GREC (CE 294 del 2 marzo), ha scritto per lamentarsi che io ho travisato il GREC, il gruppo parigino di cattolici fondato alla fine degli anni 1990 per riunire tradizionalisti e cattolici ufficiali, perché potessero pensare e discutere pacificamente tra loro per il bene di Madre Chiesa. Sono contento di correggere gli errori materiali da lei segnalati. Non ho alcun problema ad ammettere i miei difetti personali che lei ha evidenziati. Tuttavia, su un punto importante devo dissentire da lei.

Per quanto riguarda gli errori materiali, il Sig. Gilbert Pérol fu ambasciatore di Francia presso il governo italiano, e non in Vaticano. Non fu neanche un “collaboratore laico”, ma un amico personale di Padre Michel Lelong, un Padre Bianco. Il GREC non fu avviato “nei salotti di Parigi”, ma nell’appartamento della vedova dell’Ambasciatore, la Signora Huguette Pérol, la quale, mi è stato detto, si assume tutta la responsabilità per aver fondato il GREC, semplicemente per aiutare la Chiesa, con l’aiuto di persone “competenti e interessate a restare fedeli al Vangelo e alla Tradizione”.

Per quanto riguarda i miei difetti, lei ha scritto che io sarei “pieno di me” e “ignorante”, che mancherei di modestia e di diplomazia, che avrei dimostrato insufficiente rispetto per il morto e che avrei scritto con un tono sarcastico che non si addice né ad una persona istruita né ad un sacerdote. Oh, Signora, come sarei felice se fossero questi i peggiori difetti di cui dovrò rispondere al tribunale di Dio! Preghi per il mio giudizio particolare.

Tuttavia, per il sarcasmo confesso che quando ho preso in giro la nostalgia dei cattolici odierni per il cattolicesimo degli anni ‘50, non pensavo personalmente all’Ambasciatore Pérol, ma alla moltitudine dei cattolici di oggi che, non rendendosi conto perché per prima cosa Dio abbia permesso al Vaticano II di separare la Chiesa ufficiale dalla Tradizione cattolica, desidera tornare a quella fede sentimentale del decennio precedente, quella che ha portato direttamente al Vaticano II! Mia cara Signora, il punto cruciale non ha niente a che fare con persone soggettive, ha tutto a che vedere con l’oggettiva dottrina.

Ecco perché devo dissentire da Lei circa la competenza delle persone che hanno aiutato la Signora Pérol a fondare il GREC. Che un diplomatico di professione come l’Ambasciatore Pérol abbia pensato di poter ricorrere alla diplomazia per risolvere i grandi problemi dottrinali, è cosa sbagliata, ma comprensibile. Che un prete conciliare come Padre Lelong abbia potuto incoraggiare una simile impresa diplomatica, è cosa più grave, ma ancora comprensibile, visto come il Vaticano II ha minato l’intera dottrina, ufficializzando il soggettivismo nella Chiesa. Ciò che invece è molto meno facile da accettare è “la competenza e la preoccupazione per il Vangelo e la Tradizione” riferita a dei sacerdoti formatisi sotto Mons. Lefebvre proprio per comprendere e combattere il disastro dottrinale del Vaticano II. Questi sacerdoti non avrebbero neanche dovuto incoraggiare, figuriamoci prendere parte attiva, ad uno sforzo essenzialmente diplomatico volto a risolvere un disastro essenzialmente dottrinale, per quanto buone fossero state le intenzioni alla base di questo sforzo.

E tuttavia, anche nel loro caso in qualche misura si applica il proverbio francese: “Comprendere tutto significa perdonare tutto”. Monsignore era di una generazione più vecchia e più sana. Essi sono tutti figli del mondo scombussolato da due guerre mondiali. Merito a loro per essere ricorsi alla di lui persona per la loro formazione sacerdotale, poiché quand’era in vita egli ci ha risollevati tutti. Ma loro non hanno mai veramente assimilato la sua dottrina, e così, una volta morto, nel giro di pochi anni hanno cominciato a cedere. Ma mentre lui era nel giusto, loro, e il GREC – mi perdoni, cara Signora, – sbagliano. Voglia Iddio che possano rivenire al giusto.

Kyrie eleison.