Tradizione

Doppia consacrazione

Doppia consacrazione on Maggio 6, 2017

A commento delle consacrazioni di un nuovo vescovo e della Russia, che si terranno la prossima settimana a Vienna, in Virginia, sulla costa orientale degli Stati Uniti, ecco una testimonianza di un altro lettore di questi “Commenti”, proveniente dal Brasile. La sua testimonianza pone le consacrazioni dell’11 e 12 maggio nel contesto dell’odierna crisi del mondo e della Chiesa, un contesto che dà ad esse ne troppa ne troppo poco importanza, ma sottolinea il ruolo centrale che svolgerà in entrambi i casi il Cuore Immacolato di Maria. Lui scrive:—

Ho letto che lei nei “Commenti” si riferisce costantemente a tutti e 15 i Misteri del Santo Rosario. In una lettera del 1930, Suor Lucia di Fatima scrisse che se solo altre nazioni come il Portogallo venissero solennemente consacrate al Cuore Immacolato di Maria, “il Cielo avrebbe concesso ad esse grandi o addirittura maggiori grazie”. Chiaramente Dio vuole salvare le nazioni del mondo attraverso il Cuore di Maria e chiunque possa vedere di aver ricevuto una grazia speciale da Dio. Ma quale altra nazione oltre il Portogallo ha fatto una tale Consacrazione con tutti i suoi vescovi? Nessuna che io sappia.

Ma anche se la maggior parte degli uomini non sta profittando delle meraviglie del Cuore Immacolato, Ella si degna ancora di concedere la grazia a degli umili laici, come possiamo testimoniare noi qui nella nostra parte del Brasile. Nel 2011 la nostra cappella fu consacrata al Cuore Immacolato, e una catena sulla parete simboleggia la santa schiavitù della nostra cappella alla Beata Vergine. In particolare da alcuni anni stiamo seguendo la devozione dei Cinque Primi Sabati. Quando non abbiamo la Messa, facciamo quello che possiamo con il Rosario, la Comunione spirituale, i 15 minuti di meditazione dei Misteri del Rosario e un atto di riparazione al Cuore Immacolato, come ci ha chiesto la Madonna.

Il suo Rosario, tutti i 15 Misteri, viene recitato ogni giorno dal 2012 davanti al Santissimo Sacramento da un gruppo o l’altro di noi, ogni giorno, e le innumerevoli grazie che abbiamo ricevuto sono quasi incredibili. Questa devozione del Rosario e dei Primi Sabati è molto gradita a Dio anche in questi nostri giorni malvagi. Essa è la luce dei nostri tempi di oscurità e di apostasia. Dobbiamo praticare la Devozione, studiare l’intero contesto delle apparizioni di Fatima e applicare quello che così impariamo alla nostra vita e ai gruppi della “Resistenza”.

Viste tutte le difficoltà di vivere in un mondo liberale senza Cristo, vista la Rivoluzione che sta distruggendo la fortezza della Tradizione che era la Fraternità San Pio X, vista la nostra grande miseria e i nostri numerosi peccati, non sembra esagerato dire che è grazie al Rosario e ai Primi Sabati che stiamo mantenendo una minuscola Cristianità, un gruppo cattolico con un’aura cattolica, con buoni amici e una solida e spirituale formazione dottrinale, sia antiliberale sia controrivoluzionaria. Noi abbiamo i nostri problemi umani, senz’altro, ma riceviamo molte grazie dal Cuore Immacolato. Con la recita dei 15 Misteri ogni giorno, siamo testimoni delle meraviglie operate dalla Beata Vergine su una persona, un villaggio, una città, e anche un paese. Benedetto il Rosario della Vergine Maria!

Ecco la grandezza e la piccolezza delle consacrazioni della prossima settimana. La piccolezza sta nel fatto che esse contribuiranno a mantenere al livello più umile, in un mondo in balia del Diavolo, dei piccoli ambiti di Cristianità. Questi ridotti sono possibili ovunque e sono infinitamente validi ovunque, perché c’è un’infinita grandezza nel contribuire alla salvezza delle anime per tutta l’eternità. E speciali ringraziamenti speciali per entrambe le prossime consacrazioni vanno al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria.

Kyrie eleison.

“Guerra” Vaticana

“Guerra” Vaticana on Gennaio 7, 2017

Nell’attuale crisi della Chiesa, di una gravità senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, è molto importante che i cattolici diano la dovuta importanza sia al movimento Tradizionale sia alla Chiesa cattolica fuori dal movimento tradizionale. La Tradizione nel senso più ampio, vale a dire tutto ciò che Nostro Signore ha affidato alla Sua Chiesa per essere trasmesso (tradendum in latino) fino alla fine del mondo, è indispensabile per la Chiesa, e il movimento Tradizionale ha svolto un ruolo indispensabile nel preservare la dottrina tradizionale e i sacramenti dalla distruzione ad opera della Rivoluzione conciliare nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ma per sopravvivere, il movimento Tradizionale ha dovuto porsi al di fuori della normale struttura gerarchica della Chiesa, e tale struttura è parte integrante della Tradizione – “Pietro, pasci le mie pecorelle” (Gv XXI, 17). Quindi, per quanto profonda sia la corruzione conciliare a Roma, i cattolici devono sempre guardare a Roma.

Da qui l’interesse del seguente rapporto proveniente dall’interno di Roma ad opera del fondatore e direttore di una pubblicazione americana del Novus Ordo, LifeSiteNews. Steve Jalsevac visita normalmente Roma due volte l’anno con i colleghi per parlare con diverse persone con cui è in contatto a Roma, il modo migliore per essere in grado di valutare come si sviluppa la situazione nella Chiesa. Della sua ultima visita di novembre, egli ha pubblicato il 16 dicembre un rapporto “molto preoccupante” delle sue impressioni sull’attuale situazione a Roma. Eccone degli estratti:—

La nostra visita a Roma del 16–23 novembre è stata la più drammatica tra i tanti viaggi di lavoro che due volte l’anno abbiamo compiuto nel corso degli ultimi 10 anni. Dopo l’incontro con cardinali, vescovi, altri uffici vaticani e personale delle congregazioni, il nostro nuovo corrispondente a Roma John-Henry Westen, Jan Bentz ed io abbiamo osservato tra i fedeli servitori della Chiesa una costante aria di ansia diffusa e una paura molto reale. Mai avevamo osservato una cosa del genere. Molti avevano paura di essere rimossi dai loro incarichi, allontanati dai loro posti di lavoro negli uffici vaticani o suscettibili di incorrere in gravi rimproveri pubblici o privati e in accuse personali, da parte coloro che sono intorno al Papa o anche dallo stesso Francesco. Costoro sono anche impauriti e in ansia per il grande danno fatto alla Chiesa, che loro sono incapaci di fermare.

“. . . . Le Università cattoliche a Roma sono controllate e le lezioni dei professori vengono vagliate per garantire che siano in linea con un’interpretazione liberale di Amoris Laetitia. I chierici vengono segnalati ai superiori se si sente che esprimono preoccupazioni circa Papa Francesco. Molti hanno paura di parlare apertamente, anche se in passato sono stati sempre molto disponibili. I corrispondenti in Vaticano ci hanno detto che sono stati avvisati più volte di non parlare dei dubia (le questioni sollevate dal cardinale Burke e da altri tre cardinali sulla dottrina contenuta nell’ Amoris Laetitia). Ho sentito dire che il Vaticano è come uno Stato occupato. Alcune fonti con cui ho parlato temono che le comunicazioni con i funzionari del Vaticano siano registrate; alcuni hanno anche riscontrato anomalie sospette nelle loro conversazioni telefoniche con essi: la linea caduta dopo una chiamata, l’audio degli ultimi momenti della loro conversazione interrotto più e più volte con un clic, come se si stesse ascoltando una registrazione. Alcune persone che lavorano all’interno del Vaticano hanno avvisato i loro contatti all’esterno di non condividere informazioni delicate via e-mail o tramite i telefoni cellulari gestiti in Vaticano.

Ci chiediamo cosa stia succedendo. Il tutto è profondamente, enormemente preoccupante. La frase comune che abbiamo ascoltato continuamente in quella settimana a Roma è che c’è una “guerra” in corso nella Chiesa – una guerra dello “spirito del Vaticano II” progressista contro i cattolici ortodossi. Una persona dopo l’altra ha utilizzato in maniera scioccante la parola “guerra”. Non ho mai sperimentato nulla di simile nella mia vita e sono sicuro che la maggior parte, se non tutti i lettori abituali di LifeSite, possa dire la stessa cosa”.

I Tradizionalisti diranno che i quattro cardinali e Jalsevac sono vittime del Vaticano II e che si sono svegliati un po’ tardi, ma che nessuno dica che non sono o non intendono essere cattolici. La Chiesa guarirà solo quando la vera dottrina e la vera Gerarchia saranno di nuovo insieme, così i Tradizionalisti devono pregare con urgenza per queste anime che stanno aprente gli occhi sulla guerra conciliare. Voglia Dio illuminarli e dar loro forza.

Kyrie eleison.

L’eredità di monsignore – II

L’eredità di monsignore – II on Aprile 2, 2016

Nel 2012, i successori di Monsignore alla testa della sua Fraternità San Pio X, non essendo riusciti a capire come lui ponesse in modo fondamentale la Verità cattolica prima dell’Autorità cattolica, sostennero falsamente di star seguendo il suo esempio, quando al Capitolo Generale della Fraternità, in quell’estate, si disposero a mettere nuovamente la Verità al di sotto dell’Autorità, aprendo la porta a un accordo politico e non dottrinale con i bugiardi di Roma – “Il cattolicesimo è rivoluzionario” è una menzogna mostruosa. Per anni questi successori hanno diffuso le voci che l’accordo sarebbe stato imminente, ma Roma li porta dove vuole, per loro stessa responsabilità, e rischia di continuare ad ottenere concessioni, come, forse, la disastrosa intervista del 2 marzo concessa dal Superiore Generale ad un predatore di professione. La Roma conciliare non dimentica mai ciò che la FSSPX sembra non voler più ricordare – la Tradizione Cattolica e il Vaticano II sono assolutamente inconciliabili.

Tuttavia, Monsignore ha discepoli che non hanno dimenticato questa inconciliabilità. Costoro sono noti sotto il nome di “Resistenza”, che è un movimento piuttosto che un’organizzazione, come è logico che sia. Aggrappati alla Verità contro la falsa Autorità sia di Roma sia ora della FSSPX, ogni autorità interna tra loro può al massimo essere supplita, cioè un’autorità anormale fornita dalla Chiesa invisibilmente in caso di emergenza per la salvezza delle anime. Ma tale autorità, per l’invisibilità della sua trasmissione (in contrasto con le cerimonie visibili con le quali vengono trasmessi molti tipi di autorità tra gli uomini), è molto più debole e più contestabile dell’autorità normale nella Chiesa, che scende sempre, in ultima analisi, dal Papa. Pertanto, la “Resistenza” ha la forza della Verità, ma una debolezza dell’Autorità, di norma essenziale per proteggere la Verità cattolica.

Sicuramente, i cattolici resistenti, all’interno o al di fuori della Tradizione, devono tenere conto delle tante conseguenze di questa divisione tra Verità e Autorità, imposta dal Vaticano II a tutta la Chiesa. Essendo il Supremo Pastore di Dio fortemente colpito dalla follia conciliare, come potrebbero le pecore di Dio non essere fortemente disperse (cfr Zach XIII, 7; Mt. XXVI, 31)? Per non soffrire, i cattolici non avrebbero dovuto appartenere alla Chiesa cattolica. È questo che vogliono? Quindi i cattolici per il momento non devono essere né sorpresi dai tradimenti, né delusi dalle divisioni. Al Diavolo per il momento è stata data quasi mano libera per causare divisioni (“diabolein” in greco), e quando i cattolici sono tutti in lotta per la salvezza eterna, le divisioni sono spesso amare. Pazienza.

Poi, visto che dai Papi conciliari non può più venire la linfa vitale della vera Autorità cattolica, che scenda fin nelle istituzioni cattoliche, le persone cattoliche non possono più dipendere dalle istituzioni cattoliche come normalmente dovrebbero essere in grado di fare. Piuttosto, sono queste istituzioni che per la Verità devono dipendere dalle persone, come si è visto per la FSSPX che dipendeva da Mons. Lefebvre. Ma le persone, senza il sostegno o controllo istituzionali, sono sempre suscettibili di essere fallibili, e così non sembra saggio aspettarsi che oggi ogni raggruppamento di cattolici per la Verità possa attrarre grandi numeri. Naturalmente, i cattolici possono aspettarsi una struttura, una gerarchia, dei Superiori e l’obbedienza, ma queste non possono essere fabbricate dal nulla. Sicuramente i piccoli resti sono all’ordine del giorno. Pazienza.

In conclusione, i cattolici che stanno cercando di mantenere la Fede devono far propria la loro meritata punizione, rinunciare a tutte le umane illusioni e invenzioni, e chiedere in preghiera a Dio Onnipotente di intervenire. Quando abbastanza anime si rivolgeranno a Lui per la Sua soluzione, e non per la loro, esse riconosceranno che la Sua Provvidenza interviene per loro nella forma della Devozione dei Primi Sabati del mese, in riparazione a Sua Madre. Quando sarà stata fatta la bastante riparazione, Egli darà al Suo Vicario in terra la grazia di consacrare la Russia al di lei Cuore Immacolato, e allora l’ordine incomincerà ad essere ripristinato, come Dio ha promesso. Per la pratica di questa Devozione, non perdere i “Commenti” della prossima settimana.

Kyrie eleison.

Un nuovo vescovo

Un nuovo vescovo on Marzo 28, 2015

La consacrazione a vescovo di Don Jean-Michel Faure, nel Monastero della Santa Croce in Brasile la scorsa settimana, si è svolta in una piacevole situazione. Il tempo era caldo e asciutto; splendeva il sole. I monaci di dom Thomas d’Aquino e le vicine suore sono riusciti a trasformare magnificamente un semplice garage di metallo e beton in un santuario degno della nobile liturgia, che anch’essa hanno approntata benissimo. Nonostante la notizia fosse riservata, era presente un gruppo di sacerdoti provenienti da tutta l’America e di Francia. Un numero di circa un centinaio di anime, anch’esse provenienti da diversi paesi, hanno seguito attentamente le tre ore di durata della cerimonia.

Con questo hanno gioito tutti i cattolici che sentono il bisogno di almeno un altro vescovo per contribuire a garantire la sopravvivenza della «Tradizione Resistente». La necessità della difesa della fede cattolica come Mons. Lefebvre l’ha compresa, non poteva essere lasciata ancora per molto tempo più alla disponibilità di un solo vescovo. La consacrazione conferita da Monsignore a quattro vescovi nel 1988, senza il permesso di Roma, che costituì l’«Operazione Sopravvivenza» in opposizione all’«Operazione Suicidio», doveva essere prolongata nel XXI secolo. Le scuse vanno a tutti i cattolici che avrebbero voluto partecipare se solo avessero saputo per tempo dell’evento, ma tutto doveva essere fatto con un buon margine di discrezionalità, per poter essere certi che la consacrazione avesse luogo.

Essa poteva contare su potenti avversari. La Chiesa ufficiale a Roma ha reagito dichiarando che il consacrante sarebbe «scomunicato automaticamente», ma, come nel 1988, questa dichiarazione è falsa, perché secondo la legge della Chiesa chi commette un reato non incorre nella sanzione normale, ad esempio la scomunica per la consacrazione di un vescovo senza il permesso di Roma, se ha agito per necessità. Questo è il senso comune, e in questo caso la necessità c’era sicuramente. Mentre il mondo si avvicina sempre di più alla Terza Guerra Mondiale, quale individuo sulla terra può essere certo della sua sopravvivenza?

Anche la Fraternità San Pio X ufficiale, da Menzingen, in Svizzera, ha condannato la consacrazione di Mons. Faure con un comunicato stampa pubblicato lo stesso giorno. In esso, è degna di nota la confessione che il consacrante è stato escluso dalla Fraternità nel 2012 a causa delle «aspre critiche» formulate contro le relazioni che la Fraternità ha tenuto negli ultimi anni con Roma. Menzingen ha continuato a sostenere per lungo tempo che il problema fosse quello della «disobbedienza», ed ecco che adesso lo stesso Menzingen ammette che si trattava del fatto di essere costantemente accusato, Menzingen, di «tradire l’opera di Mons. Lefebvre». E in effetti, essa viene tradita e distrutta.

Roma stessa conferma il tradimento. Il giorno dopo la consacrazione, Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, oltre ad aver parlato dell’inesistente «scomunica», ha continuato dicendo che diversi incontri (tra Roma e la Fraternità San Pio X) hanno avuto luogo ed altri sono in programma con alcuni prelati (romani), per trattare dei problemi che ancora devono essere chiariti in un ambiente di fiducia», problemi «dottrinali e interni alla Fraternità».

Mons. Pozzo ha poi proseguito: Il Papa sta aspettando che la Fraternità si decida a rientrare nella Chiesa; noi siamo sempre pronti con un progetto canonico già conosciuto (una prelatura personale). È necessario un po’ di tempo perché le cose diventino chiare nella Fraternità, e Mons. Fellay raggiunga un ampio e sufficiente consenso, prima di compiere un tale passo.

Cos’altro serve ai veri cattolici laici e chierici, che vedano appesi i manifesti?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-Fraternitá – III

Il pensiero della neo-Fraternitá – III on Febbraio 21, 2015

In questi “Commenti” (395), abbiamo già detto che al Primo Assistente della Neo-Fraternità manca la dottrina e che (396) questa mancanza di dottrina è un problema più vasto di quanto possa apparire, perché si tratta dell’intera modernità contro l’intera Verità; adesso resta da mostrare come questo problema universale si manifesti in una serie di errori particolari presenti in questa intervista concessa in Germania da Don Pfluger verso la fine dello scorso anno. Per brevità utilizzeremo la sintesi del suo pensiero (essenzialmente rispondente) che abbiamo esposto due settimane fa. Le espressioni che abbiamo riprese sono in corsivo:—

La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale.

Sì, ma la dottrina del movimento tradizionale è vasta né più né meno la dottrina della Chiesa cattolica, essendo identica ad essa, e questa dottrina è il cuore e l’anima del movimento tradizionale.

Non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70.

Pensare di rendere la Tradizione “convincente o attraente” è un modo troppo umano di concepirla. La Tradizione cattolica viene da Dio, ed ha un potere divino di convincere e di attrarre, a patto che venga presentata fedelmente, senza cambiamenti o alterazioni umane.

La Tradizione cattolica . . . non può essere limitata alle condanne . . . del liberalismo . . . , che erano di routine nel XIX e nel XX secolo.

Vero, ma allora non si sarebbe potuto difendere il Vangelo senza quelle condanne dottrinali, e dal momento che il XXI secolo è più liberale che mai, oggi la Tradizione non può essere mantenuta senza tali condanne.

Il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi . . . . molto di ciò che è moderno non è immorale.

Il nostro tempo non è molto diverso. Esso è più liberale di prima (ad esempio i “matrimoni” omosessuali), quindi, anche ammettendo che non tutto è immorale, la dottrina cattolica è assolutamente necessaria per separare il morale dall’immorale.

Quindi, dobbiamo continuamente ri-posizionarci, e questo è un problema puramente pratico e non una questione di Fede.

Qualsiasi ri-posizionamento che fa la Chiesa deve sempre essere valutato alla luce della Fede. Il ri-posizionamento fatto dalla ex-FSSPX a partire dal 2012 si è chiaramente gettato alle spalle la lotta per la Fede condotta da Mons. Lefebvre.

I “Resistenti” si sono fabbricata una “fede”da loro, soggettiva, personale, per poter condannare la Neo-Fraternità.

Quali che siano le debolezze umane della “Resistenza”, essa, al pari del movimento tradizionale nel 1970, è sorta spontaneamente in tutto il mondo, per reazione contro il tradimento della Neo-Fraternità. La reazione può sembrare disunita, ma è tenuta insieme dell’identica Fede professata dai Resistenti.

Il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 non ha tradito la Tradizione, tant’è che le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati.

Questo significa che la verità è sempre nel mezzo e può essere misurata con le reazioni umane? Ma questa è politica umana! Inadeguata a giudicare della divina Verità, assolutamente inadeguata a risolvere l’odierna crisi della Chiesa.

I testi ufficiali della Neo-Fraternità del 2012 non erano dogmatici.

Ma il più ufficiale dei documenti della ex-FSSPX nel 2012 è stata la delibera del Capitolo Generale con le sue sei condizioni per ogni futuro “accordo” con Roma, e cioè le sei condizioni gravemente inadeguate per sostenere la difesa della Fede contro i suoi mortali nemici conciliari. Forse che non l’intera Fede è dogmatica?

Roma era meno aggressiva verso la FSSPX nel 2012 di quanto lo fosse nel 2006.

Semplicemente perché dal 2006, e anche prima, Roma ha potuto vedere la FSSPX trasformarsi costantemente in una tigre di carta.

In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione.

I neo-protestanti Carismatici “seguono lo Spirito”. Gli Indultisti “si basano sulla Tradizione”.

Dovrebbe essere ormai chiaro che don Pfluger vuole lasciarsi alle spalle la dottrinalmente anti-liberale Fraternità di Mons. Lefebvre, e ridisegnare una Neo-Fraternità che armonizzi con la neo-Chiesa del Vaticano II. Non basta dire che l’ex FSSPX non ha ancora fatto alcun passo decisivo verso Roma, perché a meno che sorga, e presto, una ferma resistenza all’interno della Neo-Fraternità, i suoi capi stanno consegnandola, lentamente ma inesorabilmente, tra le braccia della Roma conciliare. È questo che vogliono veri Cattolici?

Kyrie eleison.

Priorità della Tradizione

Priorità della Tradizione on Luglio 19, 2014

La parola “Magisterium”, deriva dal latino “magister” (“maestro”), e nella Chiesa indica sia l’autorevole insegnamento della Chiesa sia i suoi insegnanti autorizzati. Ora, come l’insegnante è superiore al discente, così il Magistero che insegna è superiore ai cattolici che sono discenti. Ma i Maestri cattolici hanno il libero arbitrio, e Dio li lascia liberi di sbagliare. Così, se essi sbagliano gravemente, i cattolici possono ergersi e dire loro, seppure rispettosamente, che si sbagliano? La risposta sta nella verità. È solo quando la maggior parte dei cattolici ha perso la verità, come oggi, che la questione può diventare confusa.

Da un lato è certo che Nostro Signore ha dotato la sua Chiesa di insegnanti autorevoli, per insegnare a noi esseri umani fallibili quella Verità che sola ci può portare in Paradiso – “Pietro, conferma i tuoi fratelli”. Dall’altro, Pietro doveva confermarli solo nella fede che Nostro Signore gli aveva insegnato – “Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc XXII, 32). In altre parole, è la fede che governa Pietro, la cui funzione è solo di custodire ed esporre fedelmente, come gli fu consegnato, il Deposito della Fede, da tramandare per sempre come Tradizione. La Tradizione insegna a Pietro, che insegna ai cattolici.

Il Vaticano I (1870) dice la stessa cosa. I cattolici devono credere “tutte le verità contenute nella parola di Dio o tramandate dalla Tradizione”, che la Chiesa propone come divinamente rivelate, con il suo Magistero Straordinario o Ordinario Universale (bisogna ricordarsi che senza la Tradizione, nella sua accezione più ampia, non ci sarebbe stata nessuna “parola di Dio”, cioè Bibbia). Il Vaticano I dice inoltre che questo magistero è dotato dell’infallibilità della Chiesa, ma questa infallibilità esclude ogni novità che venga insegnata. Quindi la Tradizione, nel suo senso più ampio, regge ciò che il Magistero può dire che essa è, e mentre il Magistero ha l’autorità di insegnare all’interno della Tradizione, non ha alcuna autorità per insegnare ai cattolici alcunché fuori dalla Tradizione.

Eppure le anime hanno bisogno di un Magistero vivente che insegni loro le verità della salvezza all’interno Tradizione cattolica. Queste verità non cambiano più di quanto cambi Dio o la sua Chiesa, ma le circostanze del mondo in cui la Chiesa deve operare cambiano continuamente, e quindi secondo la varietà di queste circostanze la Chiesa ha bisogno di Maestri viventi che cambino continuamente la presentazione e la spiegazione delle verità invariabili. Pertanto, nessun cattolico sano di mente contesta la necessità di Maestri viventi della Chiesa.

Ma cosa succede se questi Maestri affermano che qualcosa è dentro la Tradizione mentre invece non lo è? Da un lato sono uomini dotti, autorizzati dalla Chiesa per insegnare ai cattolici, e i cattolici sono relativamente ignoranti. Dall’altro c’è per esempio il famoso caso del Concilio di Efeso (428), quando il popolo insorse a Costantinopoli per difendere la divina Maternità della Beata Vergine Maria contro l’eretico Patriarca Nestorio.

La risposta è che la verità oggettiva è al di sopra dei Maestri come dei cattolici, così che se i cattolici hanno dalla loro la verità, ecco che sono superiori ai loro Maestri che questa verità non ce l’hanno. D’altra parte, se i cattolici non hanno la verità, non hanno il diritto di sollevarsi contro i Maestri. In breve, se essi sono nel giusto, hanno il diritto. Se non sono nel giusto, non hanno alcun diritto. E chi dice se sono nel giusto o no? Né i Maestri (necessariamente), né i cattolici (ancor meno necessariamente), ma la realtà, anche se i Maestri o i cattolici, o entrambi, cospirano per soffocarla.

Kyrie eleison.