Tradizione

Varie “Chiese”

Varie “Chiese” on Dicembre 1, 2012

Oggi regna molta confusione sull’identità della vera Chiesa di Nostro Signore qui sulla terra, e sulla varietà di nomi con cui essa può essere chiamata. Certamente la maggior parte dell’attuale confusione deriva dal più grande dei problemi odierni della Chiesa, cioè dal diabolico concilio Vaticano II (1962–1965). Vediamo di districare un po’ di questa confusione.

Church ” ( Chiesa ), deriva dal greco “ek-klesia” che deriva de “ek-kalo”, cioè “chiamo fuori”. Nostro Signore chiama fuori del mundo il suo popolo eletto, e questo popolo è la sua Chiesa, siccomè gli edifici dove si riuniscono si chiamano “chiese”.

Chiesa “ Cattolica ” indica concretamente l’edificio, ma principalmente l’insieme delle persone che nel mondo intero (“katholos”, in greco significa “universale”) condividono una stessa Fede, una serie di Sacramenti ed una Gerarchia, tutti e tre istituiti duemila anni fa dal Dio Incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, nel corso della sua vita sulla terra. Ma dal gruppo originario di credenti, come istituito da Nostro Signore, si sono separati con regolarità altri gruppi, che tuttavia hanno continuato ad affermare di essere la vera Chiesa di Cristo. Come si fa a sapere, quindi, qual è la Sua vera Chiesa?

La “ Chiesa di Cristo ” possiede quattro contrassegni. 1. Una – intesa soprattutto come unità di Fede in Nostro Signore, per unire la Sua Chiesa e per non fondare molte chiese (Cfr. Gv . XVII, 21–23: “che tutti siano una sola cosa”). 2. Santa – Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa per condurre gli uomini a Dio Tutto Santo, nel Suo Santo Paradiso(Cfr. Mt . V, 48: “siate perfetti”). 3. Cattolica – Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa per tutti gli uomini di ogni paese ed età (Cfr. Mt . XXVIII, 19: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni”). 4. Apostolica – Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa come una monarchia, che fosse governata dall’Apostolo Pietro e dai suoi successori (Cfr. Mt . XVI, 18: “Tu sei Pietro e su questa pietra (“petran” in greco) edificherò la mia Chiesa”). Dovunque si ritrovino questi quattro contrassegni, lì è la vera Chiesa di Cristo. Dove mancano, lì non c’è la Chiesa di Cristo.

Chiesa conciliare ”, indica la Chiesa Cattolica centrata su Dio, in quanto è caduta e continua a cadere sotto il dominio del concilio Vaticano II centrato sull’uomo. Il conciliarismo (errore distillato dal Vaticano II) sta alla vera Chiesa di Cristo come il putridume sta alla mela che sta marcendo. Come il putridume invade la mela e dipende dalla mela e non può esistere senza la mela, e tuttavia è diverso dalla mela (come l’immangiabile è diverso dal mangiabile), così il conciliarismo, che è centrato sull’uomo, invade la Chiesa di Cristo, tale che solo una piccola parte della Chiesa oggi non è più o meno marcia, e tuttavia il conciliarismo è così diverso dal Cattolicesimo che si può veramente dire che la Chiesa conciliare non è la Chiesa Cattolica. Ma la Chiesa Cattolica è visibile! E non è visibile anche la Chiesa conciliare?

Chiesa visibile ” indica tutti gli edifici, i funzionari e le persone della Chiesa, che possiamo vedere con i nostri occhi. Ma dire che la Chiesa Cattolica è visibile e quindi che la Chiesa visibile è la Chiesa Cattolica, è tanto stupido quanto dire che tutti i leoni sono animali e quindi tutti gli animali sono leoni. La sola parte della Chiesa visibile che può dirsi Cattolica è quella una, santa, universale e apostolica. Il resto non è altro che marciume di vario tipo.

Chiesa ufficiale ” indica la Chiesa che segue ed è guidata dai suoi funzionari visibili. Dal momento che oggi costoro sono in gran parte conciliari, la “Chiesa ufficiale” è in gran parte conciliare e non Cattolica, in base ai quattro contrassegni.Allo stesso modo, “ Chiesa principale ” indica la Chiesa ufficiale e maggioritaria inquanto opposta al piccolo resto dei “Tradizionalisti”. Tuttavia, che nessuno dica che non c’è niente dell’una, santa, universale o apostolica nella Chiesa maggioritaria, non più di quanto nel resto “Tradizionalista” ogni cosa esprima appieno i quattro contrassegni. Nella Chiesa di Cristo il grano e l’oglio sono sempre mescolati (Cfr. Mt . XIII. 24–30).

Kyrie eleison.

E Adesso ?

E Adesso ? on Novembre 3, 2012

La notizia della scorsa settimana dell’espulsione di uno dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X ha prodotto un gran numero di e-mail di sostegno e di incoraggiamento. A ognuno di voi, molte grazie. Che peccato, una tale grave divisione tra i vescovi della Fraternità! Ma Dio ha le sue ragioni per permettere che questo accada, ed è ovvio che molti di voi comprendono che la fede viene prima dell’unità. Non la divisione, ma la perdita della fede è il male supremo (I Cor. XI, 19; I Gv. II, 19 ). Riguardo a come si svilupperà la guerra titanica tra gli amici e i nemici di questa fede, in questo momento io lo intravedo solo per grandi linee. Permettetemi di ricorrere a tre citazioni preferite di Mons. Lefebvre, che io penso siano valide ancora oggi.

In primo luogo, “dobbiamo seguire la Provvidenza e non provare a guidarla”. Se è vero che “la carità tutto spera” (I Cor. XIII, 7), allora la Fraternità può avere ancora un po’ di tempo per correggersi, prima di iscriversi come un gruppo tradizionale in più passato al nemico. Ecco perché la scorsa settimana ho detto che i sacerdoti della FSSPX per il momento possono tenere un profilo basso in attesa di come si svilupperanno le cose, mentre i laici possono continuare ad assistere alle Messe della Fraternità, ma entrambi devono vegliare (Mt. XXVI, 41) sulle contraddizioni nella dottrina e sul rilassamento nella morale. La tentazione sarà di preferire il comodo al disagio e la routine al sommovimento, com’è accaduto a migliaia di preti e a milioni di laici dopo il Vaticano II, così che hanno finito col perdere la fede. Abbiamo il diritto di aspettare che la Provvidenza ci mostri la via da seguire. Non abbiamo il diritto di perdere la fede.

In secondo luogo, “Le cose affrettate non resistono al tempo”. In altre parole, ci vuole tempo per costruire qualcosa di solido. Noi possiamo avere fretta. Dio non ne ha. Monsignore aspettò il tempo necessario per costruire la Fraternità. Il Vaticano II completò la sua opera diabolica nel 1965. Solo 11 anni dopo uscì il primo grande gruppo di sacerdoti dal primo seminario di Monsignore. Pazienza. Egli non aveva fretta.

In terzo luogo, “Il buono non fa rumore e il rumore non è buono”. Oggi l’opinione pubblica è totalmente avvelenata. Per cercare di ottenere la più ampia attenzione dagli uomini moderni si corre il rischio che sia la coda a condurre il cane, che sia l’attenzione degli uomini, con la sua corruzione, a guidare il messaggio, e il messaggero. Raramente Monsignore andò dietro ai media, furono questi che seguirono lui, perché il suo messaggio era intransigente, e questa era la prova che “La vittoria che ha sconfitto il mondo è la nostra fede” (I Gv. V, 4) e non il fare rumore sulla pubblica scena.

In breve, io penso che la situazione dell’odierna Resistenza Cattolica richieda che non vi siano azioni affrettate, ma ponderate valutazioni degli uomini e degli eventi, fino a che non si presenti più chiaramente la volontà di Dio. Io penso – e posso sbagliarmi – che Egli voglia una larga rete di gruppi di resistenza indipendenti, ognuno raccolto intorno alla Messa, liberamente in contatto tra loro, ma senza una qualche struttura legata alla falsa obbedienza, che è servita ad affondare la Chiesa tradizionale nel 1960 e oggi sta affondando la Fraternità San Pio X. Se siete d’accordo, allora versate pure dei contributi alla St. Marcel Initiative, perché sicuramente torneranno utili forse prima di quanto penso. Per ciò che mi riguarda, non appena si stabilizzerà la mia situazione in Inghilterra, sarò pronto a mettere le mie facoltà vescovili a disposizione di chiunque sappia usarli saggiamente.

Negli Stati Uniti, gli assegni possono essere intestati alla St. Marcel Initiative e inviati a St. Marcel Initiative, P. O. Box 764, Carrollton, VA 23314, USA. Le contribuzioni con carta di credito/debito, o bonifico bancario, possono essere fatte al www.stmarcelinitiative.com. Per gli assegni dal Regno Unito e dall’Eurozona, verranno fornite le indicazioni il più presto possibile.

Kyrie eleison.

Importante Decisione

Importante Decisione on Ottobre 27, 2012

Così, l’esclusione dalla Fraternità San Pio X di uno dei quattro vescovi consacrati nel 1988 da Mons. Lefebvre per servirla, è adesso ufficiale. Si tratta di una decisione importante da parte dei capi della FSSPX, non tanto per motivi personali, quanto perché equivale alla rimozione di ciò che molte persone pensano essere stato il più grande ostacolo dentro della FSSPX a qualsiasi falsa riconciliazione fra la Tradizione cattolica e la Roma conciliare. Ora che l’ostacolo è rimosso, la FSSPX potrà più facilmente continuare il suo slittamento verso il liberalismo più comodo.

Se il problema fosse stato la persona, non ci sarebbero state serie conseguenze. Si tratta infatti di un 72enne (“più o meno rimbambito”) con ancora non tanti anni di attività davanti a sé. Egli avrebbe potuto essere tranquillamente ignorato o ulteriormente screditato se necessario, lasciato a sbraitare e a farneticare nel suo isolato ritiro. Ma se invece la sua esclusione significa il rigetto dell’opposizione a Roma Conciliare che egli rappresentava, la FSSPX è in difficoltà, e lungi dal risolvere le sue tensioni interne per mezzo dell’esempio dato con lui, adesso rischia di essere dilaniata dal dissenso silenzioso o dall’aperta contestazione.

Questo perché Mons. Lefebvre ha fondato la FSSPX per resistere alla distruzione della Chiesa: della fede cattolica operata dal Concilio con i suoi 16 documenti, e della pratica della fede soprattutto tramite la nuova Messa. La resistenza al Concilio fece parte, dall’inizio, della natura della FSSPX. Ora, non si può cancellare la natura di una cosa senza cancellare la cosa. Ne consegue che con questa esclusione, la FSSPX di Mons. Lefebvre è sulla buona strada per essere cancellata ed essere rimpiazzata con qualcosa di diverso. In realtà, questa trasformazione la si è potuta osservare da diversi anni. L’esclusione è semplicemente un colpo finale.

Non che Monsignore fosse primariamente o solo contro il Concilio. Innanzi tutto era cattolico, un vescovo cattolico, un vero pastore d’anime, come si evince chiaramente dai suoi scritti anteriori al Concilio. Ma una volta che quello disastro indicibile della Chiesa ebbe fine, egli si accorse che il compito più urgente in difesa della fede, era resistere alla rivoluzione del Vaticano II, che stava contaminando milioni e milioni di cuori e menti cattoliche. Da qui la fondazione nel 1970 della FSSPX, che avrebbe utilizzato esclusivamente il rito tridentino della Messa. Da qui la sua famosa dichiarazione del novembre 1974, che fu come una carta dei principi cattolici che ispiravano la resistenza della FSSPX. Solo l’inversione e la conversione delle autorità della Chiesa alla vera fede può giustificare l’abbandono di questi principi. Tale inversione o conversione ha avuto luogo? Nient’affatto. Al contrario.

E il futuro? Per riempire il vuoto lasciato dall’abbandono degli scopi di Monsignore, probabilmente i dirigenti della FSSPX si affretteranno a gettarsi nelle braccia di Roma, specialmente se la coscienza di Benedetto XVI lo muove perché ponga fine prima di morire allo “scisma”. L’esclusione del vescovo può essere stata o meno una precondizione di Roma per un accordo Roma-FSSPX, ma in ogni caso certamente lo favorirà. I sacerdoti della FSSPX che ci vedono chiaro, per il momento potrebbero tenere un profilo basso e aspettare che tutti i nodi vengano al pettine. I laici della FSSPX per il momento potrebbero assistere alle Messe della FSSPX, ma stando attenti al momento in cui la suindicata trasformazione incominci a minacciare la loro fede. Circa il vescovo escluso, tutte donazioni per lui e per la sua causa dovranno aspettare un poco. Bisogna sistemare il metodo per riceverle. Questo è certo: non pensa al pensionamento.

Tenersi stretti, tutti. Siamo in una sarabanda. Che ci si lasci fare un giro in Cielo!

Kyrie eleison.

Altre Munizioni

Altre Munizioni on Ottobre 6, 2012

Godendo del privilegio di avere una varietà di amici che mi sparano da tutte le direzioni, non riesco a sopportare l’idea che possano rimanere a corto di munizioni, così ecco una collezione di proiettili e di granate raccolte sul campo di battaglia. I commenti vengono da sacerdoti, laici e suore, sconvolti soprattutto da un certo episodio della storia moderna che sarebbe stato negato alla TV svedese nel novembre del 2008. (Eppure . . . eppure . . . ) Che i lettori si divertano!

“Questo vescovo ha un forte temperamento con grande prestigio e autorità, così non può sopportare di non essere il Numero Uno nella Fratenità San Pio X. Volendo poi farsi un nome nei libri di storia, ma rendendosi conto che a 68 anni non avrebbe più avuto la possibilità di essere eletto Superiore Generale, ha fatto esplodere alla TV svedese la “bomba revisionista” allo scopo di attirare l’attenzione e diventare un pezzo grosso. Per ottenere influenza è stato disposto a rischiare la spaccatura della FSSPX.”

“Ha deciso una provocazione a tutto campo tramite l’emittente, al fine di lanciare un bastone fra le ruote nelle discussioni fra Roma e la FSSPX, che egli disapprova. Essendo in una posizione subordinata, solo con uno scandalo avrebbe potuto fermare il dialogo e l’accordo che ne potrebbe derivare.”

“Ama provocare perché è un infiltrato, un ex anglicano che è ancora fondamentalmente ostile alla Chiesa cattolica. Vuole bloccare ogni accordo fra Roma e la FSSPX perché questo sarebbe troppo favorevole per la FSSPX, cioè per la Chiesa cattolica.”

“È un illuminato supernaturalista, un patito della cospirazione, ossessionato dal pericolo ebraico. Pensa che l’Apocalisse arriverà domani. Né lui né il revisionismo sono seri.”

“Ha qualità naturali che lo rendono mondano e ambizioso. È abituato a ricevere omaggio da tutti. È abituato ad avere influenza su molte persone, ed è stato trattato come un piccolo dio quando ancora era in viaggio. Tuttavia, in forza delle sue qualità personali, è orgoglioso e geloso di Mons. Fellay, così alla TV svedese ha dato sfogo all’invidia e al risentimento.”

“In realtà, ben prima della questione svedese, egli era troppo politico e troppo indipendente dal resto della FSSPX, di cui non condivideva interamente lo spirito. Nel 2004 ha attaccato pubblicamente la dirigenza della FSSPX per il suo spirito giansenizante e il suo supernaturalismo. In realtà si è trattato di un mero regolamento di conti personale, come sono soliti fare gli uomini di Chiesa.”

“La sua originalità si accompagna ad una completa mancanza di responsabilità, ed è per questo che ha scatenato in pubblico il suo cavallo di battaglia antisemita, senza curarsi dei danni che avrebbe potuto fare alla Tradizione. In realtà è stato manipolato da fascisti e neo-pagani o, quanto meno, è stato sfruttato da essi. In quella occasione non si mosse per potere personale, ma è imprevedibile e non ci si può fidare.”

E tutte queste cose sono state dette di me! Oh! Come mi piace l’attenzione!

Kyrie eleison.

Dichiarazione Reversibile

Dichiarazione Reversibile on Settembre 22, 2012

Forse non tutto ciò che riguarda il Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, tenutosi a luglio in Svizzera, è stato disastroso, ma dei suoi due frutti ufficiati: le “Sei Condizioni” sono “pericolosamente deboli” (cfr. EC 268 del 1 settembre) e la “Dichiarazione” finale lascia molto a desiderare. Ecco una brevissima sintesi dei suoi dieci punti:—

1. Ringraziamo Dio per i 42 anni d’esistenza della nostra Fraternità. 2. Abbiamo ritrovato la nostra unità dopo la recente crisi (davvero?). 3. riguardo alla professione di fede, 4. nella Chiesa, nel Papa, in Cristo Re. 5. Teniamo fermo il Magistero costante della Chiesa, 6. come pure la costante Tradizione. 7. Ci uniamo a tutti i cattolici oggi perseguitati. 8. Chiediamo l’aiuto della Beata Vergine Maria, 9. di San Michele 10, e di San Pio X.

Si tratta di una Dichiarazione non priva di pietà, che San Paolo dice essere utile in ogni circostanza (I Tim. IV, 8). Tuttavia, ai suoi due discepoli, Timoteo e Tito, egli sottolinea continuamente la necessità della dottrina, che rimane il fondamento della vera pietà. Ahimè, la Dichiarazione è un po’ meno forte in dottrina. Invece di mettere in risalto gli errori dottrinali del Concilio, che sono stati devastanti per la Chiesa negli ultimi 50 anni, essa presenta, nei suoi paragrafi più dottrinali, il 5 e il 6, solo una timida condanna di questi errori, insieme ad un tributo agli immutabili Magistero (5) e Tradizione (6) della Chiesa, tributo corretto, ma in grado di costituire un argomento fin troppo facilmente reversibile per un conciliarista. Vediamo come:—

Nel paragrafo 5 è detto che il Vaticano II è “viziato da errori”, mentre il Magistero costante della Chiesa è “ininterrotto”, e “con la sua azione di insegnamento trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.” Cosa che naturalmente implica che Roma deve rivedere il Vaticano II per depurarlo dagli errori. Ma vediamo come può replicare un Romano: “L’affermazione del Capitolo sulla continuità del Magistero è del tutto ammirevole! Ma noi Romani siamo questo Magistero, e noi diciamo che il Vaticano II non è viziato da errori!”

Stessa cosa per il paragrafo 6. La Dichiarazione afferma: “La Tradizione costante della Chiesa trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza”. Così che si può pensare ad un ritorno delle autorità della Chiesa alla Tradizione. Ma troppo facilmente il Romano ribatte: “L’affermazione del Capitolo su come la Tradizione mantiene la fede è del tutto ammirevole! Ma i guardiani di questa Tradizione siamo noi Romani, e noi diciamo, in base all’ermeneutica della continuità, che il Vaticano II non interrompe, ma continua la Tradizione. Quindi il Capitolo è del tutto in errore quando insinua che noi abbiamo bisogna di ritornare ad essa.”

Che contrasto con la forza dell’attacco irreversibile di Mons. Lefebvre contro gli errori del Vaticano II, espresso nella sua famosa Dichiarazione del 21 novembre 1974! Dove egli dichiara che la Roma conciliare non è la Roma cattolica perché la riforma conciliare è “naturalista, teilhardiana, liberale e protestante . . . tutta e interamente avvelenata . . . essa nasce dall’eresia e finisce nell’eresia”, ecc. ecc. E la sua conclusione è un rifiuto categorico ad avere a che fare con la neo-Roma, perché essa non è assolutamente la vera Roma.

Basta scaricare da Internet entrambe le dichiarazioni per rendersi conto quale di esse costituisca un inconfondibile squillo di tromba che chiama alla battaglia necessaria (I Cor. XIV, 8). C’è da chiedersi quanti sono i capitolari che hanno studiato ciò che ha detto Mons. Lefebvre, e perché.

Kyrie eleison.

“Ribelle, Divisivo”

“Ribelle, Divisivo” on Settembre 15, 2012

Il settimo capitolo del Vangelo di San Giovanni contiene una particolare lezione per oggi: chi sono i veri ribelli contro l’autorità e chi sono i ribelli semplicemente apparenti ? Chi sembra dividere il popolo di Dio e chi lo sta realmente dividendo? Le cose non sono sempre come appaiono. È sempre necessario “non giudicare secondo le apparenze, ma giudicare con giusto giudizio” ( Gv . VII, 24).

Giovanni VII è a ridosso della fine della vita di Nostro Signore sulla terra. Gli Ebrei cercano di uccidere Gesù (versetto 1), ma Nostro Signore va comunque a Gerusalemme e insegna nel Tempio (14). La folla è già divisa (12) e così l’effetto del suo insegnamento è che alcuni (40) riconoscono in Lui il profeta (Cfr. Dt . XVIII, 15–19), mentre altri (41, 42) rifiutano di riconoscerlo perché è un Galileo. Quindi vi sono divisione e discordia. Ora, la divisione come tale è biasimevole, ma chi è da biasimare? Certo, non Nostro Signore, che predica semplicemente la dottrina del Padre Suo nei Cieli (16–17). Né può essere biasimata quella parte della folla che accetta il divino insegnamento. Chiaramente, il biasimo per la discordia spetta alle autorità del Tempio e a quella parte della folla che rifiuta la Verità.

Parimenti, negli anni ‘70 e ‘80 Mons. Lefebvre divise i cattolici insegnando e praticando la verità della Tradizione cattolica, ma quale cattolico che oggi si vanta di essere tradizionale lo biasima per quella divisione? Chiaramente, il biasimo per la divisione della Chiesa non ricade né su Monsignore né su coloro che lo seguirono, ma principalmente su quelle autorità della Chiesa che distorsero la vera religione, come le autorità del Tempio al tempo di Nostro Signore. Ripetute volte, Monsignore supplicò costoro di “giudicare con giusto giudizio” e di affrontare il problema centrale generato dal loro adulterio conciliare col mondo moderno. Cosa che si rifiutano di fare ancora oggi. E ripetute volte la loro unica risposta è stata “Obbedienza!”, “Unità!”. La loro mancanza di argomenti sulle questioni della verità, non suggerisce già che sono loro i veri ribelli e divisori della Chiesa?

Nonostante, la discordia come tale non è cosa buona. E sia Nostro Signore, sia Mons. Lefebvre sapevano a priori che al loro insegnamento sarebbe seguita la discordia. Perché allora hanno continuato ad andare avanti? Perché le anime possono salvarsi con la discordia (Cfr. Lc . XII, 51–53), ma non possono salvarsi senza la verità . Se le autorità religiose sviano gli uomini – e il Diavolo lavora particolarmente su di esse perché con il loro potere possono condurre fuori strada molte altre anime – allora dev’essere proclamata la Verità per ricondurre gli uomini sulla via del Cielo, anche se per effetto si avrà la discordia. In questo senso la Verità è al di sopra dell’autorità e dell’unità.

E dove sta la verità nel 2012? Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa – è vero o falso? Le autorità della Chiesa che hanno prodotto Assisi III e la “beatificazione” di Giovanni Paolo II, si aggrappano al Vaticano II – è vero o falso? E quindi se la Fraternità San Pio X si sottomettesse a tali autorità, queste, usando tutto il loro prestigio e il potere sulla FSSPX che essa stessa avrebbe riconosciuto loro, farebbero tutto per dissolvere la sua resistenza contro il Vaticano II – è vero o falso? Quindi la FSSPX correrebbe il grave rischio di perdere definitivamente tutto quello che gli permette ancora di resistere a tale prestigio e a tale potere – è vero o falso? Come dicono i Romani: “Roma può aspettare”!

E allora, oggi, nella FSSPX se uno “giudica non secondo le apparenze, ma con giusto giudizio”, chi è che realmente è “divisivo”? Chi sono in realtà i “ribelli contro l’autorità”? Coloro che criticano il rischio di una tale confusione fra la Verità cattolica e l’errore conciliare, o coloro che la promuovono?

Kyrie eleison.