Commenti Eleison

«Resistenza» Che Fallisce?

«Resistenza» Che Fallisce? on Agosto 23, 2014

Alcuni lettori di questi «Commenti» senza dubbio hanno obiettato al riferimento fatto la scorsa settimana (CE 370) alla «Resistenza» che attualmente sta facendo «pochi progressi evidenti». Essi avrebbero preferito una vigorosa chiamata alle armi. Ma noi dobbiamo attenerci alla realtà. Per esempio, quando la diocesi tradizionale di Campos in Brasile si mise di nuovo nelle braccia della neo-Roma, nel 2002, non dissero un po’ di noi che dei circa 25 sacerdoti formati alla scuola di Mons. de Castro Mayer, almeno alcuni avrebbero rotto le righe? Eppure da allora nemmeno uno di essi si è reso indipendente per continuare la vera difesa della Tradizione del buon Vescovo, e così tutti sono più o meno sul piano inclinato neo-modernista. Tuttavia, se ci atteniamo alla realtà, c’è qualcosa da dire.

Prima di tutto, Dio è Dio, ed Egli sta conducendo questa crisi alla sua maniera e non alla nostra. “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, dice il Signore” (Is. LV, 8). Noi uomini sogniamo che i sacerdoti con gli occhi aperti e i laici si mettano insieme per resistere ai Suoi nemici, ma Dio non ha bisogno della “Resistenza” di nessuno per guardare le sue pecore o salvare la sua Chiesa. Quarant’anni fa, quando Mons. Lefebvre sperava e si aspettava che una manciata di colleghi vescovi lo seguissero pubblicamente per realizzare una vera barricata sulla via del rullo compressore conciliare, sicuramente avrebbe dovuto trovarli, ma non lo fece mai. In effetti, quando Dio interverrà a salvare la situazione, come accadrà certamente, sarà evidente che il salvataggio è stato il Suo, attraverso Sua Madre.

In secondo luogo, più di cinque secoli di umanesimo dilagante hanno reso l’uomo così ignorante di Dio, il Signore Iddio degli Eserciti, che l’umanità dovrà subire una lezione che apprenderà solo nel modo più duro. La nona delle 14 Regole di Sant’Ignazio per il Discernimento degli Spiriti (prima settimana) dà tre ragioni principali per la desolazione spirituale di un’anima, che possono essere applicate alla presente desolazione della Chiesa:—

1. Dio ci punisce per la nostra tiepidezza spirituale e negligenza. Solo Dio conosce oggi quale castigo mondiale meritano la nostra mondiale apostasia e la nostra immersione nel materialismo e nell’edonismo.

2. Dio ci mette alla prova per mostrarci ciò che sta veramente dentro di noi, e quanto noi dipendiamo da Lui. L’uomo moderno, non pensa seriamente di poter gestire l’universo meglio che lo stesso Dio Onnipotente? E non potrebbe darsi che la verità di Dio scenda solo dopo che tutti i piccoli sforzi dell’uomo abbiano fallito?

3. Dio ci umilia con la desolazione che sminuisce il nostro orgoglio e la nostra vanagloria. Venendo dai principali ministri dell’unica vera religione dell’unico vero Dio, non fu il Vaticano II un’esplosione senza precedenti di umana vanagloria, col suo preferire il mondo moderno dell’uomo all’immutabile Chiesa di Dio? E la piccola Fraternità San Pio X, non ha pensato che avrebbe potuto salvare la Chiesa? Se la “Resistenza” non rimane debitamente modesta nelle sue proposizioni e nelle sue ambizioni, è condannata in anticipo.

Allora, quali dovrebbero essere queste ambizioni? In primo luogo e principalmente, mantenere la Fede, senza la quale è impossibile piacere a Dio ( Eb. XI, 6). Fede che è espressa nella dottrina, nel Credo cattolico. In secondo luogo, testimoniare questa Fede, specialmente con l’esempio, se necessario fino al martirio (“martire” è la parola greca che significa “testimone”). Quindi, comunque la “Resistenza” sia o meno organizzata, deve dedicare le sue risorse, per quanto magre, a tutto ciò che aiuterà le anime a mantenere la Fede. Poi, dal momento che il suo esistere per la Verità è destinato ad essere riconoscibile come tale, per il solo fatto di esserci essa non fallirà, perché starà dando testimonianza.

Kyrie eleison.

Conferenza su Dickens

Conferenza su Dickens on Agosto 16, 2014

Due settimane fa, nella casa Regina dei Martiri, a Broadstairs, Inghilterra, si è tenuta la conferenza su Dickens che, entro limiti modesti, è andata molto bene. Sabato c’è stata solo un po’ di pioggia, ma la Domenica è stata assolata; i quasi 30 partecipanti, provenienti per lo più dall’Inghilterra, ma anche dalla Danimarca, dalla Francia e dagli Stati Uniti, hanno apprezzato molto la casa, la reciproca compagnia cattolica, e le tre lezioni del Dr. David White su tre romanzi di Charles Dickens (1812–1870), lo scrittore più amato in Inghilterra dopo William Shakespeare.

“Entro limiti modesti” perché al di fuori delle Messe seguite devotamente il sabato e la Domenica, nella conferenza c’era poco di manifesto soprannaturale. Diciamo che si è trattato di una sessione di sanità mentale, piuttosto che di santità, ma notiamo subito che almeno in inglese la parola “sanity” [sanità mentale] rappresenta i tre quarti della parola “sanctity” [santità]. La grazia presuppone la natura, e difficilmente la grazia può costruire sulla follia e sulla corruzione della natura, sulle quali continua sempre più a basarsi il mondo intorno a noi, giorno dopo giorno. La sanità mentale, quindi, è più importante che mai, anche ai fini soprannaturali. Se la “Resistenza” sta attualmente facendo così pochi progressi evidenti, non è forse perché non c’è più in giro abbastanza sanità mentale da riconoscere e spazzare via la corruzione mentale e il marcio che offusca la vera obbedienza e la vera santità?

Nella prima lezione, il Dr. White ha parlato del David Copperfield, il romanzo preferito da Dickens tra i suoi molti altri, e particolarmente legato a Broadstairs. Infatti fu nel corso delle sue molte visite per lavoro o per vacanza nella sua amata città di mare che Dickens venne a sapere di una vecchia signora eccentrica che viveva in una piccola casa ancora esistente sul lungomare. Ne rimase colpito così tanto che la rappresentò nel David Copperfield come Betsy Trotwood: una vecchia signora eccentrica che si prende cura dell’eroe orfano del romanzo e lo protegge fino a quando troverà la sua strada nella vita. Nella sua bocca Dickens mette il suo odio per il puritanesimo e il calvinismo, ha detto il Dr. White. Almeno una volta nella sua vita, Dickens percepì che il cattolicesimo è l’unica vera religione, ma non divenne mai cattolico. Tuttavia, egli aveva un supremo rispetto per il Vangelo di Cristo, e sovente nelle pagine dei suoi di romanzi tratteggiò dei personaggi veramente di buon cuore.

Sabato pomeriggio c’è stata la visita alla casa sul lungomare di “Betsy Trotwood”, oggi Museo Dickens; pieno di cimelii e con un curatore dickensiano. La seconda conferenza ha trattato del Bleak House, primo romanzo del secondo periodo di Dickens, quando in Inghilterra arrivò un periodo più oscuro. Bleak House attacca gli avvocati e la legge in particolare, ma in generale, ha detto il Dr. White, attacca un sistema che controlla sempre più la società, che demoralizza e opprime il gregge innocente. I politici stanno diventando insignificanti e l’aristocrazia va perdendo contatto con la realtà, ma un sistema inumano va avanti fino a quando alla fine crollerà schiacciato dalle sue falsità, alla maniera del Vaticano II, ha aggiunto il Dr. White.

La terza lezione della Domenica mattina ha trattato del Hard Times, un altro dei romanzi neri che parla della totale mancanza di vera educazione, 150 anni fa! Dickens sapeva che senza l’educazione del cuore gli esseri umani finiscono col diventare freddi e disumani. Sui suoi decenni di insegnamento all’Accademia Navale degli Usa, il Dr. White ha voluto appoggiare il quadro tratteggiato da Dickens sull’enorme stupidità dei robot sociali prodotti da una “educazione” che disdegna la storia, le arti, la musica, la letteratura e soprattutto la poesia. Il risultato, egli ha detto, è la noia sconfinata dei giovani di oggi, un riflesso di puro nichilismo.

Tuttavia, i partecipanti alla conferenza sono tornati a casa per niente annoiati o nichilisti, ma mentalmente rigenerati. Deo Gratias.

Kyrie eleison.

Israeliti, Israeliani?

Israeliti, Israeliani? on Agosto 9, 2014

Abbiamo ammesso quindi (CE 368) che gli ordini di Dio Onnipotente di sterminare alcuni popoli nel Vecchio Testamento (ad es. I Sam . XV) furono un atto di giustizia e di misericordia verso gli stessi pagani, ed anche un atto volto ad aiutare gli Israeliti a preparare la culla per il futuro Dio Incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, che sarebbe venuto molti secoli dopo. Culla che gli Israeliti approntarono, in particolare attraverso la Beata Vergine Maria, verso la quale l’intera razza umana ha un debito di gratitudine sconfinato. Se qualcuno di noi può arrivare in Paradiso, è solo attraverso la sua intercessione.

Allora: quale connessione può esserci tra quegli Ebrei attraverso i quali viene la salvezza ( Gv . IV, 22) e la massa di Ebrei di oggi, che stanno massacrando la Palestina o stanno sostenendo il massacro, moralmente o finanziariamente? Essendo la maggioranza degli Ebrei di oggi degli Ebrei ashkenaziti, è ben possibile che non siano dei discendenti di sangue di Abramo, ma comunque sia essi hanno certamente assorbito attraverso il Talmud, il libro sacro dell’ebraismo post-cristiano, ciò che Nostro Signore ha chiamato il “lievito dei farisei e dei sadducei” ( Mt . XVI, 11), cioè lo spirito dei Suoi acerrimi nemici, che Lo crocifissero e che da allora hanno combattuto la Sua Chiesa. Com’è possibile che il Suo Popolo Eletto si sia trasformato in uno dei Suoi peggiori nemici? (Se il semplice porre la domanda potrà apparire “anti-semita”, ci si ricordi che la verità è un bene, mentre l’”antisemitismo” è un male, quindi nulla che sia vero può essere “anti-semita” e nulla di “anti-semita” può essere vero. Ciò che segue è la verità, e non ha nulla a che fare con il cosiddetto “anti-semitismo”).

In primo luogo, il fatto che il Popolo Eletto si sia rivoltato contro il suo Dio, potrebbe sembrare una questione cronologica, ma non lo è. In tutto l’Antico Testamento ci furono Israeliti che si rivoltarono contro Dio, per esempio gli adoratori del Vitello d’Oro o gli Ebrei esiliati a Babilonia. Dio dovette punire spesso il suo popolo ribelle e dalla “dura cervice”. Allo stesso modo, dall’inizio del Nuovo Testamento fino ai nostri giorni ci sono sempre stati degli eccezionali ebrei convertiti, come San Paolo, che era ebreo come doveva essere (cfr. Rm . IX, 1–5; II Cor . XI, 21- 22; Fil . III, 4–6). La differenza tra Israeliti e Israeliani è la stessa differenza che c’è sempre stata in ogni razza tra quelli che amano Dio e quelli che si ribellano a Lui. La vera linea “giudaico-cristiana” parte da Abele e arriva, ad esempio, attraverso Abramo, Mosè, Davide e la Madre di Dio, alla Chiesa cattolica. La falsa “giudaico-cristiana” ma vera linea “giudaico-massonica” parte dal maledetto Caino e arriva, ad esempio, attraverso gli assassini dei profeti di Dio e Anas e Caifa, alla moderna massoneria, che è stata creata dagli Ebrei e che da essi è ancora controllata allo scopo di lottare contro la Chiesa cattolica, anche se molti massoni ignorano questo fatto.

Benissimo, ma il contrasto tra Israeliti e Israeliani non è particolarmente acuto? Sì, perché come dice un vecchio proverbio, “più si è in alto, più in basso si cade”. Una volta che gli appartenenti al Popolo Eletto si sono rifiutati di essere i servi particolari di Dio, come hanno fatto in gran parte dall’Incarnazione in poi, sono stati destinati a diventare i servi particolare del Diavolo; non c’erano alternative mediane. E che cosa c’era dietro questo rifiuto? In una parola, l’orgoglio. Invece di utilizzare gli speciali doni che Dio aveva dato loro per la Sua gloria, essi li hanno usati per la loro stessa gloria. Prima ancora che venisse il loro Messia, essi lo concepirono come il loro salvatore materiale, invece che spirituale, così che quand’Egli venne si rifiutarono di riconoscerLo, e da allora in poi Lo hanno combattuto per avere sostituito alla loro uni-razziale religione mosaica la Sua religione cattolica, aperta a tutte le razze.

E che cosa possono fare i cattolici per resistere al loro schiacciante predominio materiale che sta tutt’intorno a noi? Materialmente, quasi nulla, ma una sola anima che prega spiritualmente e sinceramente che venga il regno di Dio e sia fatta la Sua volontà, può ottenere da Dio che muova le montagne materiali, cosa che per Dio è un giuoco da ragazzi. Egli permette tale predominio giudaico solo perché noi si possa ritornare a Lui.

Kyrie eleison.

Dio Vendicativo?

Dio Vendicativo? on Agosto 2, 2014

L’ultimo orribile assalto scatenato contro i Palestinesi praticamente inermi a Gaza, può suscitare nella mente di molte persone un ostacolo alla vera adorazione del vero Dio, perché è ben noto che molti Israeliani di oggi affermano di avere dal Vecchio Testamento il diritto dato da Dio di appropriarsi di tutta la terra occupata dai Palestinesi, con la forza se necessario. Una persona ragionevole potrebbe porsi due domande: che tipo di Dio può essere mobilizato, sia pure lontanamente, per ‘giustificare’ tanta barbara crudeltà, insieme con tale disprezzo per qualsiasi opinione mondiale che condanna questa barbarie? E che razza di ‘Popolo Eletto’ può essere questo? La risposta a entrambe le domande si impernia in Nostro Signore Gesù Cristo, su cui, naturalmente, è imperniata tutta la storia umana.

L’Antico Testamento racconta la storia dell’umanità prima di Cristo, in particolare la storia degli Israeliti, il popolo che Dio scelse in mezzo alla razza umana perché agisse come la culla per la discesa dal Cielo del Dio incarnato, Gesù Cristo. Circa mille anni dopo Adamo, l’umanità era divenuta così corrotta che Dio dovette spazzarla via con l’acqua, per ricominciare con le otto anime salvate nell’Arca di Noè. Circa mille anni dopo, l’umanità divenne di nuovo così corrotta che Dio trasse Abramo dalla degenerata città di Ur perché fosse il fondatore di una razza che doveva rimanere libera da ogni contaminazione umana circostante, in modo da essere così linda per agire come la detta culla. È questa l’origine di quella esclusività razziale osservabile negli Ebrei da allora in poi. Essa iniziò con Dio, ma è caduta nelle mani degli uomini.

Dunque una volta davvero gli Ebrei furono il Popolo Eletto, per causa di Gesù Cristo. In tal senso, San Tommaso d’Aquino, nella sua Summa Theologiae , ha scritto un importante articolo dove egli mostra come ogni singolo dettaglio dell’assegnazione del Tempio esclusivo degli Israeliti a Gerusalemme, miri a Gesù Cristo (Ia IIae, 102, 4). Tuttavia, per ripulire la Terra Promessa che gli Israeliti dovevano prendere in consegna, non c’è dubbio che Dio Onnipotente abbia loro più volte comandato di sterminare completamente i pagani che la occupavano, e punì severamente per esempio il re Saul per non aver osservato alla lettera questo comando (I Sam XV). Cosa potrebbe giustificare un tale comando?

Si tratta della stessa giustificazione con la quale Dio sterminò tutta l’umanità (tranne otto anime) al tempo di Noè. In primo luogo i peccati degli uomini. Dio crea gli uomini per il Cielo, ed essi scelgono il peccato che merita l’Inferno. Indubbiamente il peccato offende prima di tutto Dio. Dunque perdendo il senso di Dio si perde anche il senso del peccato, come oggi tutto intorno a noi. Una generazione senza Dio come la nostra non può assolutamente comprendere la giustizia di Dio. In secondo luogo, la misericordia di Dio, che va di pari passo con la sua giustizia, oggi è altrettanto fraintesa. Ma data la realtà dell’Inferno, non è forse la misericordia di Dio che discrimina gli uomini in modo che possano pentirsi prima di morire, o almeno che possano fermarsi dal peccare per non meritare di piombare ancora più nella profondità dell’Inferno?

Ecco come sarà andata con i pagani nemici degli Israeliti, tra Abramo e Gesù Cristo. Leggere l’Antico Testamento significa vedere quanto spesso gli Israeliti furono tentati di abbandonare il vero Dio e di adorare i demoni dai pagani che stavano intorno a loro. Come disse una volta il Curato d’Ars: “Sbarazzatevi del sacerdote ed entro 25 anni gli uomini adoreranno le bestie”. È a credito eterno degli Israeliti che essi riuscirono a fornire la culla per il Messia, per esempio San Gioacchino e Sant’Anna, e in particolare la loro bambina, la Beata Vergine Maria, i dodici Apostoli e tutti gli altri buoni Israeliti che hanno contribuito alla nascita della Chiesa cattolica del loro Messia. Per quanto riguarda gli Israeliani di oggi ne parleremo la prossima settimana.

Kyrie eleison.

La Francia si Attiva

La Francia si Attiva on Luglio 26, 2014

Molti di voi sanno che martedì e mercoledì della settimana scorsa si è tenuta nel convento domenicano di Avrillé vicino ad Angers, nel nord-ovest della Francia, una riunione di sacerdoti resistenti giunti dai luoghi dove la “Resistenza” è attiva e funzionante, ma soprattutto dalla Francia. Era la terza riunione del genere di sacerdoti francesi svoltasi ad Avrillé dall’inizio dell’anno, ed è stata la più importante. Questa volta essi hanno cominciato a coordinare e ad organizzare le loro attività in Francia, un paese che è stato spesso decisivo per la Chiesa in vari modi.

Il merito per aver convocato questi incontri va al Priore di Avrillé, P. Pierre-Marie. Per diversi anni Avrillé ha offerto sostegno e rifugio ai sacerdoti della Fraternità San Pio X che hanno trovato sempre più difficile la loro vita sacerdotale sotto la sua attuale dirigenza, la quale continua a perseguire implacabilmente, nonostante la dissimulazione e le smentite, l’obiettivo della riconciliazione con la neo-Chiesa di Roma. Solo poche settimane fa, e stato segnalato che il Secondo Assistente della Fraternità avrebbe detto: “Il treno per Roma è in partenza e coloro che vogliono scendere lo facciano”. Il P. Pierre-Marie ha cercato per quanto possibile di non interrompere i rapporti con la FSSPX ufficiale, ma all’inizio di quest’anno è arrivata la lettera di Mons. Fellay che ha determinato la rottura. Questo era inevitabile, a meno che Avrillé non tradisse anch’essa la Tradizione.

Originariamente P. Pierre-Marie, per questa riunione della scorsa settimana, aveva pensato ai soli sacerdoti francesi, ma io gli ho suggerito che anche i sacerdoti resistenti fuori dalla Francia avrebbero potuto essere invitati, per un doppio motivo: i sacerdoti provenienti dall’esterno sarebbero stati incoraggiati nel vedere che la “Resistenza” si attiva in Francia, dove c’è stato poco movimento – apparente – fin’ora, mentre i sacerdoti francesi avrebbero potuto prendere atto che a resistere non c’è solo la Francia. P. Pierre-Marie ha accettato il mio suggerimento, ed è così che alla riunione vi erano circa 18 sacerdoti in tutto.

L’incontro è andato molto bene. Si è guardato poco al passato e non c’è stata alcuna amarezza, si è invece guardato molto al futuro. (Si sarebbe potuto pensare che se un certo vescovo, non presente, fosse stato lì come muto e inavvertito spettatore, si sarebbe reso conto di come non venga preso sempre sul serio!). Il primo giorno ha interessato in gran parte i sacerdoti francesi. Essi hanno iniziato nominando come coordinatore Don De Mérode, un sacerdote belga con 30 anni di esperienza nella Fraternità San Pio X, in tutto il mondo. Poi, per la loro nascente organizzazione hanno scelto il nome di “Unione Sacerdotale Marcel Lefebvre”, un nome che esprime chiaramente l’orientamento. E infine Don De Mérode ha cominciato ad organizzare una rete di centri di Messa in tutta la Francia – tornando cosí agli anni 1970, ma in condizioni più difficili e con risorse molto limitate, almeno per il momento.

Il secondo giorno è stato dedicato alle preoccupazioni internazionali per la difesa della Fede, e qui naturalmente è sorto il problema delle consacrazioni episcopali, perché io per primo desideravo conoscere l’intendimento dei sacerdoti presenti. Esso è stato relativamente unanime. I lettori saranno incoraggiati dal sapere che i sacerdoti ritengono che il tempo per le consacrazioni non sia ancora giunto, e tuttavia esso potrebbe non essere troppo lontano. In effetti, al momento è molto difficile immaginare che uno dei tre vescovi rimasti all’interno della FSSPX possa consacrare qualcuno senza l’approvazione di Roma, ed è impossibile immaginare che la Roma neo-modernista approvi un candidato anti-modernista! Pazienza.

Preghiamo, sia per il tranquillo successo della nascente Unione Sacerdotale, sia perché Dio ci dia a suo tempo, i vescovi in più che siano necessarii per la difesa della fede.

Kyrie eleison.

Priorità della Tradizione

Priorità della Tradizione on Luglio 19, 2014

La parola “Magisterium”, deriva dal latino “magister” (“maestro”), e nella Chiesa indica sia l’autorevole insegnamento della Chiesa sia i suoi insegnanti autorizzati. Ora, come l’insegnante è superiore al discente, così il Magistero che insegna è superiore ai cattolici che sono discenti. Ma i Maestri cattolici hanno il libero arbitrio, e Dio li lascia liberi di sbagliare. Così, se essi sbagliano gravemente, i cattolici possono ergersi e dire loro, seppure rispettosamente, che si sbagliano? La risposta sta nella verità. È solo quando la maggior parte dei cattolici ha perso la verità, come oggi, che la questione può diventare confusa.

Da un lato è certo che Nostro Signore ha dotato la sua Chiesa di insegnanti autorevoli, per insegnare a noi esseri umani fallibili quella Verità che sola ci può portare in Paradiso – “Pietro, conferma i tuoi fratelli”. Dall’altro, Pietro doveva confermarli solo nella fede che Nostro Signore gli aveva insegnato – “Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc XXII, 32). In altre parole, è la fede che governa Pietro, la cui funzione è solo di custodire ed esporre fedelmente, come gli fu consegnato, il Deposito della Fede, da tramandare per sempre come Tradizione. La Tradizione insegna a Pietro, che insegna ai cattolici.

Il Vaticano I (1870) dice la stessa cosa. I cattolici devono credere “tutte le verità contenute nella parola di Dio o tramandate dalla Tradizione”, che la Chiesa propone come divinamente rivelate, con il suo Magistero Straordinario o Ordinario Universale (bisogna ricordarsi che senza la Tradizione, nella sua accezione più ampia, non ci sarebbe stata nessuna “parola di Dio”, cioè Bibbia). Il Vaticano I dice inoltre che questo magistero è dotato dell’infallibilità della Chiesa, ma questa infallibilità esclude ogni novità che venga insegnata. Quindi la Tradizione, nel suo senso più ampio, regge ciò che il Magistero può dire che essa è, e mentre il Magistero ha l’autorità di insegnare all’interno della Tradizione, non ha alcuna autorità per insegnare ai cattolici alcunché fuori dalla Tradizione.

Eppure le anime hanno bisogno di un Magistero vivente che insegni loro le verità della salvezza all’interno Tradizione cattolica. Queste verità non cambiano più di quanto cambi Dio o la sua Chiesa, ma le circostanze del mondo in cui la Chiesa deve operare cambiano continuamente, e quindi secondo la varietà di queste circostanze la Chiesa ha bisogno di Maestri viventi che cambino continuamente la presentazione e la spiegazione delle verità invariabili. Pertanto, nessun cattolico sano di mente contesta la necessità di Maestri viventi della Chiesa.

Ma cosa succede se questi Maestri affermano che qualcosa è dentro la Tradizione mentre invece non lo è? Da un lato sono uomini dotti, autorizzati dalla Chiesa per insegnare ai cattolici, e i cattolici sono relativamente ignoranti. Dall’altro c’è per esempio il famoso caso del Concilio di Efeso (428), quando il popolo insorse a Costantinopoli per difendere la divina Maternità della Beata Vergine Maria contro l’eretico Patriarca Nestorio.

La risposta è che la verità oggettiva è al di sopra dei Maestri come dei cattolici, così che se i cattolici hanno dalla loro la verità, ecco che sono superiori ai loro Maestri che questa verità non ce l’hanno. D’altra parte, se i cattolici non hanno la verità, non hanno il diritto di sollevarsi contro i Maestri. In breve, se essi sono nel giusto, hanno il diritto. Se non sono nel giusto, non hanno alcun diritto. E chi dice se sono nel giusto o no? Né i Maestri (necessariamente), né i cattolici (ancor meno necessariamente), ma la realtà, anche se i Maestri o i cattolici, o entrambi, cospirano per soffocarla.

Kyrie eleison.