modernismo

Madiran la Filosofia

Madiran la Filosofia on Ottobre 17, 2020

Come Papa Pio X nella sua grande Enciclica anti-modernista del 1907, “Pascendi”, Jean Madiran nel suo libro “L’eresia del XX secolo” parte dalla filosofia, perché per entrambi il motivo che ha reso le menti moderne incapaci di comprendere il cattolicesimo è di natura filosofica piuttosto che teologica. Così la prima delle sei parti del libro di Madiran ha come titolo “Preambolo filosofico”. Sorprendentemente, l’autore stesso dice ai lettori che possono saltare il Preambolo se vogliono, probabilmente per risparmiare tempo a coloro che sono giustamente allergici alle delinquenziali assurdità che provengono dalle cosiddette “università” contemporanee. In effetti, il tema del libro di Madiran è tanto dipendente dalla vera filosofia quanto indipendente dalla “filosofia” odierna, o pseudo-filosofia.

Ma perché e come la Fede soprannaturale dipende dalla filosofia, che è lo studio razionale di tutta la realtà naturale, o l’elevazione, per così dire, del (vero) buon senso dal livello amatoriale al livello professionale? La Fede sopranaturale non è infinitamente superiore alla filosofia intrinsicamente naturale? Risposta: La produzione di buon vino da parte di un vignaiolo non dipende dalle bottiglie di vetro pulite e intatte, anche se senza di esse il produttore non riuscirà a mandare avanti la sua attività, perché se le bottiglie sono sporche o crepate nessuno acquisterà il suo vino, a prescindere dalla sua bontà. Quindi il viticoltore dà per scontato di essere fornito di bottiglie pulite e intatte. Rispetto al vino, la bottiglia di vetro non vale quasi nulla quando è vuota, ma è assolutamente necessario che sia senza crepe o sporcizia per poter contenere il vino.

Ora la ragione umana è come la bottiglia. Seppur sia solo una facoltà naturale, quando essa giungerà alla morte dovrà, pena l’eterna condanna, necessariamente contenere il vino soprannaturale della Fede (Mc. XVI, 16). La Fede è un dono supremo di Dio mediante la quale la ragione di un uomo è soprannaturalmente elevata a credere, ma se quella facoltà di ragione è viziata da errori e miscredenze umane allora, come la bottiglia sporca, rischia di sporcare il vino della Fede di Dio, per quanto divina di per sé sia quella convinzione. E il modernismo è un errore così radicale che rovinerà, o minerà, qualsiasi Fede, per quanto pura, riversata in quella mente. E come il vino versato in una bottiglia sporca non può fare a meno di essere rovinato, così la Fede cattolica versata in una mente moderna non potrà che essere minata. Questo insegnano Pio X, de Corte, Calderón e Madiran, insieme a tutti i maestri che hanno colto l’oggettiva malizia di una mente soggettivista.

E come ha fatto Madiran a dimostrare che i vescovi francesi negli anni ‘60 erano privi della ragione cattolica? Egli parte da una loro dichiarazione ufficiale del dicembre 1966 (p. 40) dove affermano che “per una mente filosofica” le parole “persona” e “natura”, cruciali per la cristologia (teologia cattolica di Cristo), hanno cambiato il loro significato fin dai tempi di Boezio (che ha elaborato la definizione di “persona”) e dell’Aquinate (che ha rafforzato la definizione di “natura”). In altre parole, per i vescovi francesi la filosofia moderna ha superato e sostituito la filosofia classica, da sempre incorporata nella dottrina immutabile della Chiesa, rendendo il tomismo obsoleto e impraticabile “per una mente filosofica”.

Ma in una Chiesa in cui la dottrina si è sempre adeguata a ciò che non cambia mai nella realtà extra-mentale, questa prospettiva dei vescovi francesi si configura essere assolutamente rivoluzionaria. Può solo significare, dice Madiran (43), che stanno aderendo alla rivoluzione copernicana filosofica di Immanuel Kant (1724–1804) che ha posto la “realtà” non più fuori ma dentro la mente. Tuttavia (45, 46), non vi è alcun obbligo, tranne che nell’ambito della filosofia kantiana, di accettare questa interiorizzazione della realtà. Solo, sulla base di soggettive premesse si arriva inevitabilmente a irreali conclusioni. La scelta (im)morale da parte dei vescovi francesi di seguire Kant e abbandonare l’Aquinate, dimostra la loro apostasia implicita (50) e l’adesione ad una religione anti-naturale. Stavano dichiarando la loro indipendenza dalla verità di Dio attraverso il loro rifiuto della realtà di Dio e dell’Ordine che Egli a impiantato nella Natura (60–63).

Madiran conclude la sua Parte I spiegando che mentre il tomismo corrisponde all’esperienza umana di tutti i tempi e di tutti i luoghi (66), il kantismo ha separato i vescovi francesi dalla realtà, come ha fatto per la mente dell’epoca moderna, alla quale tanto questi vescovi vogliono piacere (67).

Kyrie eleison.

Ancora Vocazioni?

Ancora Vocazioni? on Ottobre 10, 2020

Possono ancora oggi esserci nuove vocazioni di più o meno giovani anime al servizio di Dio in un seminario, convento, frateria o monastero, attanagliati dalle attuali angosce della Chiesa Cattolica? La risposta può essere solo che positiva perché il fatto è che Dio sta ancora chiamando le anime al Suo servizio, e “un fatto è più forte del Sindaco della Città”. D’altra parte, i superiori dei seminari o delle case religiose devono prendere in considerazione due circostanze peculiari della situazione della Chiesa di oggi, che dovrebbero renderli più attenti che mai nell’accogliere le vocazioni sotto il loro tetto. Queste sono in primo luogo la sempre più crescente immaturità delle anime che crescono nel mondo moderno e, in secondo luogo, la sempre più crescente inaffidabilità dei dirigenti della Chiesa.

Per cominciare, ricordiamoci che la Chiesa Cattolica viene direttamente da Gesù Cristo che la preserverà fino alla fine del mondo (Mt. XXVIII, 20) e per l’eternità. Egli ha con il Padre e lo Spirito Santo tutto il potere necessario, e molto di più, per fornire alla Sua sposa tutti i mezzi necessari per la sua sopravvivenza. Ora questi mezzi includono necessariamente il sacerdozio e una gerarchia di vescovi e sacerdoti che assicurino quei sacramenti che sono essenziali per mantenere la grazia soprannaturale ai membri della Chiesa. Pertanto, fino alla fine del mondo, Nostro Signore fornirà sempre alla Sua Chiesa le vocazioni sufficienti per garantirgli i ministri di cui ha bisogno. Per quanto riguarda le donne, create da Dio per essere le “aiutanti” o “compagne” dell’uomo (Gen. II, 18), esse non sono necessarie alla Chiesa in qualità di sacerdoti. Ma è in virtù dei doni che Dio ha dato loro e non agli uomini, che possono offrire quei servizi così preziosi ed indispensabili che non si può immaginare cosa sarebbe la Chiesa se fosse priva delle vocazioni femminili. Ad esempio, cosa sarebbe l’apostolato della Chiesa senza le preghiere delle suore, nonne, ecc.?

Tuttavia Dio è Dio e le Sue vie sono imperscrutabili agli uomini. Vedi San Paolo ai Romani (XI, 33–34) e il Libro di Giobbe, (da XXXVII a XLI). Egli va ben oltre le nostre menti umane e, nella fallibilità degli ultimi sei Papi inclusi, sta già andando ben oltre ciò che molte menti cattoliche pensano di potere sopportare. È necessario leggere Giobbe. Né l’Onnipotente ha, in alcun modo, ancora finito. La Madonna ci ha detto che il fuoco cadrà dal cielo eliminando gran parte dell’umanità, e se i peccati non rallenteranno non ci sarà più perdono per loro, e questa previsione è più facile da comprendere da quando la truffa Covid ha indotto tanti ecclesiastici a chiudere i propri confessionali. Preghiamo e lavoriamo affinché Nostro Signore mandi operai nella Sua vigna, ma non proviamo a dirgli quanti ne occorrono. Solo Lui lo sa.

Al contempo, noi esseri umani dobbiamo ammettere e confessare che opponiamo almeno due seri ostacoli sulla via della Sua chiamata al Suo servizio. In primo luogo, l’immaturità delle anime che conducono una vita moderna. Se c’è una cosa che fa crescere un ragazzo o una ragazza in modo da diventare capace di sopportare la disciplina della vita religiosa o le difficoltà della vita coniugale è la sofferenza, al contrario della velenosa illusione, che oggi pervade le nostre vite, di poter vivere “liberi” dal patimento e dall’afflizione. Né mai i bambini potranno diventare uomini allorquando i genitori sanno sempre meno come allevarli e sempre più come deresponsabilizzarli. La vita di città e di periferia difficilmente favorisce le vocazioni.

In secondo luogo, ciò che scoraggia le vocazioni è il disordine che imperversa nella Chiesa. Finché la Chiesa è stata, nonostante tutti i fallimenti umani, una roccia dottrinale e strutturale, da giovane ho potuto affidarle la mia vita ed essere certo che i miei superiori avrebbero agito sulla base di una verità oggettiva e della giustizia. Ma da quando il Vaticano II ha cambiato la sua dottrina e le basi su cui opera, come posso ancora essere sicuro di un quadro oggettivo e stabile entro il quale condurre il resto della mia vita? Una grande lezione di questa crisi è che la Chiesa Cattolica non può fare a meno del Papa tanto quanto un burattino possa fare senza il suo burattinaio: diventa un mucchio confuso di fili e pezzi di legno colorati.

Certamente Dio provvede e continuerà a provvedere al bene della Sua Chiesa, ma difficilmente possiamo aspettarci che domani ci saranno nuove vocazioni, proprio come ci sono state l’altro ieri.

Kyrie eleison.

Madiran Prologo

Madiran Prologo on Ottobre 3, 2020

Nel prologo al suo libro “L’Eresia del XX secolo”, pubblicato nel 1972, Jean Madiran affermava, senza inutili preamboli e consapevole di esporsi agli attacchi da parte della nuova chiesa, che i responsabili della diffusione degli errori e dell’eresia nella Chiesa erano stati gli stessi vescovi cattolici (p. 17 della riedizione del 2018). Motivo per cui (28) non aveva bisogno, come cattolico battezzato, né di chiedere né di ricevere alcun mandato, per difendere la Fede, dal momento in cui quegli stessi pastori o vescovi si erano trasformati in lupi o eretici, distruttori della Fede.

Alla base dell’opera di Madiran c’è (26) una distinzione cruciale e chiarificatrice del concetto di eresia. Essa, nel senso stretto del termine, significa negazione intenzionale di ciò che si sa essere una proposizione definita della Fede. Ma in senso lato significa l’accettazione di una mentalità radicalmente estranea alla Fede. E in questa seconda accezione, l’eresia va ben oltre la contraddizione di una qualsiasi proposizione particulare di Fede: l’eresia del XX secolo si trova piuttosto “nella notte, nel vuoto, nel nulla”.

E come sono stati “svuotati” i vescovi francesi? Madiran scrive (20) che per 100 anni, quindi dalla metà del XIX secolo, essi si erano mentalments pian piano separati dalla Sede Apostolica e si erano cosí allontanati dalla Roma veramente cattolica di Pio IX e del Sillabo. La loro disciplina era divenuta formale obbedienza priva di convinzione. Con poche parole Madiran tratteggia qui l’essenza della Chiesa preconciliare: sotto l’influenza del mondo moderno, dietro un apparente mantenimento dell’esteriorità, una malcelata progressiva perdita della Fede stava cambiando la Chiesa, allontanandola dalla sua originaria missione. Sebbene il Magistero papale, mediante le più importanti encicliche dei papi antiliberali quali Pio IX, Leone XIII e Pio X, aveva tentato di arginare l’invasione del nuovo mondo rivoluzionario, di quell’insegnamento Madiran (23) dice che i vescovi degli anni ‘50 non sapevano praticamente nulla.

L’aspetto ancora più grave dell’eresia del XX secolo, per il nostro filosofo francese, consisteva nell’infedeltà dei vescovi che si traduceva nella negazione dell’esistenza della legge naturale (24). Sebbene negli anni Cinquanta ancora sopravvivevano certe formule del vecchio catechismo, i vescovi, magnetizzati dal mondo moderno e contagiati dal suo liberalismo, da tempo si erano allontanati mentalmente da Roma, rifiutando la sua dottrina sociale. Nei loro cuori si stava perdendo ogni senso della legge naturale e questo preparò la via, negli anni immediatamente successivi al Concilio, alla riforma del dogma e del catechismo che fino ad allora avevano lasciato esteriormente intatti. Il loro rivoluzionario rifiuto di seguire la magisteriale dottrina sociale conteneva già implicitamente quel totale sradicamento della religione cristiana che colpì l’intera Chiesa all’indomani del Concilio (25).

Perché se non c’è una legge naturale né un ordine razionale incorporato da Dio in tutta la Creazione, allora la ragione e la fede sono naufragate. E anche se le formule del Vangelo e le definizioni dogmatiche possono, per un po’, ancora essere recitate e ripetute accuratamente, la loro sostanza è oramai stata prosciugata, e tutta la religione è stata radicalmente sovvertita. I vescovi senza legge naturale non hanno più accesso ni al Vangelo ni alle definizioni dogmatiche. Non possono più conservare o tramandare nulla (26). Sono maturi per scivolare a sinistra verso la religione sostitutiva della modernità, che è il comunismo (26).

E per concludere il suo Prologo, Madiran fa appello a un connazionale che aveva previsto questa decadenza nel clero anche prima della prima guerra mondiale. Charles Péguy (1873–1914) scrisse nel 1909 che il clero (30) stava distruggendo con successo il Cristianesimo volendo che progredisse con i tempi. Stavano perdendo loro stessi la fede (32), accettando la sua scomparsa come una naturale evoluzione.

Kyrie eleison.

Madiran Introdotto

Madiran Introdotto on Settembre 19, 2020

In qualità di figlia maggiore della Chiesa, la Francia ha sempre avuto pensatori e scrittori in prima linea nella difesa della sposa di Cristo, e i tempi moderni non fanno eccezione. Dalla confusione e dal disordine determinati dal Concilio Vaticano II, si distinse un eccezionale ed autentico pioniere di quello che sarebbe diventato il pensiero “tradizionale”, il francese Jean Madiran (1920–2013), ideatore ed editore, dal 1956 al 1996, della rivista mensile di destra e nazionalista “Itinéraires” (Itinerari). Madiran, già strenuo difensore della Verità prima del Concilio, divenne un faro per molti cattolici che cercavano di non perdere la testa e non indulgere negli errori razionalisti, naturalisti e relativisti che rigurgitavano dal Vaticano II.

Negli anni ‘60 Madiran contribuì, in primo luogo, a conservare in Francia quella sana dottrina filosofica e politica che successivamente, negli anni ‘70, fornì all’arcivescovo Lefebvre uno dei capisaldi su cui organizzare un movimento clericale “tradizionale” in Francia da opporre all’abominio della desolazione conciliare. Madiran e la sua rivista ebbero un importante influenza sulla decisione dell’Arcivescovo di fondare, alla fine degli anni ‘60 nella Svizzera francese, la Fraternità San Pio X, araldo della Tradizione Cattolica, Apostolica e Romana nei successivi 40 anni. Dopo il primo incontro tra lo scrittore e l’Arcivescovo presso il seminario di Écône, per un breve periodo i due poterono collaborare.

Collaborazione che però fu interrotta quando a salire al soglio pontificio fu Giovanni Paolo II, di cui Madiran nutriva molta fiducia e speranza. La storia, come ben sappiamo, aveva preso da tempo un’altra piega, ma ciò non invalidò la provvidenziale influenza che Madiran aveva esercitato sull’Arcivescovo e la “Tradizione”. Dobbiamo oggi ricordare quanto fosse impensabile, negli anni ‘50 e ‘60, per i cattolici dubitare del proprio clero. È questo il merito di Madiran: aver conservato la Fede che la quasi intera gerarchia cattolica aveva deliberatamente rinnegato, ed essersi schierato pubblicamente contro il gregge corrotto che o seguiva “fedelmente” quella gerarchia per “obbedienza”, o si rallegrava per l’indebolimento della Chiesa provocato dalla massoneria. Il fatto che Madiran si sia successivamente lasciato ingannare da Giovanni Paolo II testimonia solo la forza del potere preternaturale che l’influsso dello gnosticismo talmudico esercita su Roma, potere che, per un periodo cruciale, Madiran è riuscito a vincere al servizio della Roma Cattolica.

Che la sua Fede non abbia mai vacillato in fondo è dimostrato dal fatto che tra tutti i libri che ha scritto durante la sua lunga vita, quello che secondo egli stesso meglio riassume l’essenza del suo pensiero è il libro di cui tratteremo in questi “Commenti Eleison”, e cioè, “L’hérésie du vingtième siècle”, “L’eresia del XX secolo”. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1968, nel bel mezzo della controversia che attanagliava il Vaticano II. Contiene una Prefazione e sei parti a cui sarà opportuno dare ampio spazio in questi “Commenti”, perché il libro pur essendo un classico ha avuto scarsissima diffusione.

È un classico perché ci vuole un filosofo tomista per purificare e chiarire il modernismo: d’altronde, come si scruta la nebbia? E Madiran era un filosofo tomista. Ma non un filosofo tomista qualsiasi, perché seppur la massa dei Vescovi del Vaticano II era stata addestrata, nei seminari o nelle congregazioni, sui principi della filosofia di san Tommaso d’Aquino, essi non avevano imparato o capito come quei principi si applicassero alla realtà. Questo perché è relativamente facile insegnare quella filosofia come un elenco telefonico coerente. Gli alunni cattolici sono docili e bevono tutto, senza necessariamente rendersi conto che il Tomismo è l’unico e il solo resoconto possibile dell’unica realtà che ci circonda. Ma chi può insegnare la realtà agli alunni nati con il riscaldamento centralizzato e allattati dalla televisione? Madiran apparteneva ad una generazione precedente, il che senz’altro lo aiutò, ma anche per lui, per comprendere lucidamente il modernismo, il collettore di tutte le eresie, era necessaria una grazia speciale di realismo, come fu per Pio Decimo, De Corte, Calderón e pochi altri eletti.

Allacciate le cinture di sicurezza. Madiran vale la pena di studiare per comprenderlo. Nelle prossime settimane, il suo Prologo.

. Kyrie eleison

I Vescovi di Drexel

I Vescovi di Drexel on Agosto 1, 2020

Dopo averci ricordato la settimana scorsa (CE del 18 luglio 2020) quanto i Messaggi degli anni ‘70 riportati da p. Drexel ne La Fede è superiore l’Obbedienza si adattino ancora alla situazione dei cattolici nel 2020, vediamo come questi Messaggi hanno visto il perno della Chiesa tra Papa e sacerdoti, cioè i vescovi. Questi Messaggi sono molto severi per il clero che ha praticamente abbandonato il suo gregge sulla scia del Vaticano II, specialmente per i vescovi che hanno consegnato le loro responsabilità date da Dio a loro invece alle Conferenze episcopali create dall’uomo (vedi sotto, 5 luglio 1974. Due anni dopo Monsignor Lefebvre venne “odiato e ridicolizzato”) . . .

3 dicembre 71 Ma il dolore più grande al Mio Cuore è stato dato da coloro che dovrebbero essere pastori dei fedeli – e questi sono i vescovi, che sono diventati silenziosi, indifferenti e codardi. Non solo pochi, ma molti di loro hanno paura degli uomini e si sono allontanati dal timore di Dio. Questo è il motivo per cui i lupi hanno potuto irrompere nel gregge, portando tanta confusione, devastazione e distruzione nella Chiesa. Infatti, cercano di distruggere e di spaccare la roccia della Mia Chiesa, ma milioni di anime, di anime immortali, si stanno perdendo. Per queste anime, quei pastori apostatati e quei vescovi tiepidi dovranno rendere un conto davanti al Mio Giudizio eterno! Una volta ho pianto su Gerusalemme e sul popolo di questa città e sui loro sacerdoti e sommi sacerdoti; e ancora il loro peccato non era così grande come il peccato di coloro che, nella Chiesa di oggi, invece di essere condottieri diventano seduttori, invece che pastori diventano mercenari, invece che consiglieri diventano traditori. Ma ci sono certamente anche veri pastori d’anime e vescovi vigili, che stanno con fermezza e carità accanto al successore di Pietro.

4 agosto 72 Mentre mio figlio Paolo ( . . . ) riceve con grande dolore la notizia dei sacerdoti che abbandonano il loro gregge, la loro vocazione e il loro ufficio, ed implora questi fuggiaschi e questi deboli di cuore, tuttavia il suo dolore è maggiore per i molti pastori (vescovi) che, in virtù del loro ufficio e della loro vocazione, sono obbligati ad assistere con chiarezza e fermezza il capo, il capo e il padre di tutti i fedeli, e a rispettare le sue istruzioni. Ma invece conducono una vita comoda e, a causa della pigrizia e della viltà, omettono di essere vigili nelle loro parrocchie e non si prendono cura della fede con grande e rigorosa attenzione per il mantenimento della disciplina e la conservazione della Fede.

1 dicembre 72 Così, tanti fedeli anelano ad avere un buon pastore. Sì, i vescovi sono stati chiamati e nominati pastori. Ma diventano mercenari e lupi, perché hanno abbandonato la strada della fedeltà. Le anime loro affidate un giorno testimonieranno contro di loro al Giudizio.

5 luglio 74 L’angoscia delle anime grida al Cielo; nel frattempo, persone senza vocazione prendono il potere nella Chiesa e nelle riunioni, e tutto questo accade a causa dei vescovi, che non li fermano, e che non stabiliscono limiti.

1 novembre 74 Considerate: Una grande confusione ha trafitto la Mia unica e vera Chiesa. Libri pieni di false dichiarazioni ed eresie sono accettati dai vescovi, che si suppone siano pastori, mentre gli scritti che dicono la verità sono respinti dai rappresentanti della Chiesa, così grande è diventata la confusione!

7 febbraio 75 Alcuni dei pastori e dei guardiani che sono stati unti ( . . . ) hanno abbandonato la fede e danno libertà alle eresie. ( . . . ) Oh, vorrei che tutti quei pastori capissero che responsabilità hanno e quanto questa responsabilità stia aumentando su di loro, perché coloro che ancora credono e pregano non trovano più protezione.

2 luglio 76 Perché non ci sono più guardiani che proteggono la fede, e di conseguenza il popolo fedele, i giovani e i bambini, dall’assassinio delle loro anime? Ma coloro che si oppongono ai danni della fede sono perseguitati, e i loro gravi e pesanti dolori sono esposti all’odio e al ridicolo.

Kyrie eleison.

Ammirevole riorientamento

Ammirevole riorientamento on Giugno 20, 2020

Riportiamo un compendio della lettera aperta di Mons. Viganò sul Concilio Vaticano II, del 9 giugno:

Bravo, Mons. Schneider, per il suo recente scritto sul Concilio e la sua falsa libertà religiosa. La gente parla dello “Spirito del Concilio”. Ma quando mai si è parlato dello “Spirito di Trento” o di qualsiasi altro Concilio cattolico? Mai, perché tutti gli altri Concili hanno seguito semplicemente lo spirito della Chiesa.

Tuttavia, il buon vescovo si guardi dall’esagerare su degli “errori” che avrebbero avuto bisogno di “correzioni” nei passati insegnamenti della Chiesa, perché qualunque essi fossero non avevano nulla a che vedere con il Concilio Vaticano II, che è paragonabile (anche nei contenuti) al Concilio di Pistoia (1786), poi condannato dalla Chiesa.

Al Concilio Vaticano II, molti di noi siamo stati ingannati. In buona fede, abbiamo tenuto troppo conto delle presunte buone intenzioni di coloro che promuovevano un ecumenismo che si è poi trasformato in un falso insegnamento sulla Chiesa. Oggi molti cattolici non credono più che non ci sia salvezza al di fuori della Chiesa cattolica, ed è nei testi del Vaticano II che si trovano le ambiguità che hanno aperto la strada a questa compromissione della Fede. Questo è cominciato con gli incontri interreligiosi, ma è destinato a portare ad una qualche religione universale da cui il vero Dio sarà stato bandito. Questo è stato programmato tempo fa. Numerosi errori di oggi affondano le loro radici nel Vaticano II, ai cui testi è facile far risalire gli odierni molteplici tradimenti del credo e della pratica veramente cattolici. Oggi il Vaticano II è usato per giustificare ogni aberrazione, mentre i suoi testi si rivelano di interpretazione molto difficile, e contraddicono la precedente Tradizione della Chiesa come nessun altro Concilio ha mai fatto.

Oggi confesso serenamente che all’epoca ero troppo incondizionatamente obbediente alle autorità della Chiesa. Penso che molti di noi allora non potevamo immaginare che la Gerarchia fosse infedele alla Chiesa, come vediamo soprattutto nell’attuale Pontificato. Con l’elezione di papa Francesco, finalmente è caduta la maschera dei cospiratori. Finalmente si sono liberati del filo-tridentino Benedetto XVI, liberi di creare la Neochiesa e di sostituire la vecchia Chiesa con una Neo-chiesa massonica e fasulla, sia nella forma sia nella sostanza del cattolicesimo. Democratizzazione, sinodalità, donne prete, pan-ecumenismo, dialogo, demitizzazione del Papato, politicamente corretto, teoria del gender, sodomia, matrimonio omosessuale, contraccezione, immigrazione, ecologismo, – se in tutte queste deviazioni non si riesce a riconoscere le radici nel Vaticano II, non ci sarà cura per loro.

Tale riconoscimento “richiede una grande umiltà, anzitutto nel riconoscere di essere stati tratti in errore per decenni, in buona fede, da persone che, costituite in autorità, non hanno saputo vigilare e custodire il gregge di Cristo”. Quei pastori che in malafede o anche con intento maligno hanno tradito la Chiesa, devono essere identificati e scomunicati. Abbiamo avuto fin troppi mercenari più preoccupati di piacere ai nemici di Cristo che di essere fedeli alla Sua Chiesa.

Come onestamente e serenamente ho obbedito ad ordini opinabili sessant’anni fa, credendo che rappresentassero l’amorevole voce della Chiesa, così oggi con altrettanta serenità e onestà riconosco di essermi lasciato ingannare”. Ora non posso perseverare nel mio errore. Né posso affermare di aver visto chiaro fin dall’inizio. Sapevamo tutti che il Concilio era più o meno una rivoluzione, ma nessuno di noi immaginava quanto sarebbe stata devastante. Potremmo dire che Benedetto XVI l’ha rallentata, ma il Pontificato di Francesco ha dimostrato al di là di ogni possibile dubbio che tra i pastori al vertice della Chiesa c’è una pura apostasia, mentre le pecore sottostanti sono abbandonate e virtualmente disprezzate.

La Dichiarazione di Abu Dhabi (Dio si compiace di tutte le religioni) è imperdonabile per un cattolico. La vera carità non scende a compromessi con l’errore. E se un giorno Francesco si rifiutasse di non stare più al giuoco, sarebbe rimosso, come è stato rimosso e sostituito Benedetto XVI. Ma la Verità rimane e prevarrà: “Fuori dalla Chiesa cattolica non c’è salvezza”.

Kyrie eleison.