Roma

Linee Guida

Linee Guida on Marzo 8, 2008

Un giovane amico tedesco mi pone alcune domande che meritano risposte dirette. Ecco come egli esprime la sua preoccupazione principale:

Domanda:—Con la promulgazione nel luglio scorso del Motu Proprio di Benedetto XVI che liberalizza parzialmente il rito tridentino della Messa, sono sorte varie opinioni e pareri su ciò che esso significhi o può significare per la Fraternità di San Pio X. Alcuni sono ottimisti. Altri dicono che è una trappola per la FSSPX. Alcuni arrivano a dire che la dirigenza della FSSPX sta preparando la sua svendita a Roma . . . . Io ho la sensazione che i comuni fedeli della FSSPX siano un po’ confusi. Può fornirmi delle linee guida, in modo che non mi perda in vani indovinelli o in inutili paure?

Risposta:—Dobbiamo salvare le nostre anime. Per salvare le nostre anime dobbiamo mantenere la Fede cattolica, perché “senza la fede è impossibile piacere a Dio” (Eb. XI, 6). La magnifica realizzazione di Mons. Marcel Lefebvre, tra il 1970, quando fondò la FSSPX, e il 1991, quando morì, fu di aver permesso a molte anime di mantenere la vera Fede in una Chiesa dove milioni di cattolici stavano perdendola, consciamente o inconsciamente, perché gli uomini di Chiesa responsabili avevano finito col credere agli ideali anticattolici del mondo moderno. A partire dal concilio Vaticano II (1962–1965), essi si sono comportati come venditori di ghiaccio convinti di dover esporre la loro merce al sole! E da allora, la Chiesa ha incominciato a sciogliersi davanti ai loro occhi!

Eppure, essi si aggrappano ancora alle idee anti-cattoliche del concilio Vaticano II. Accanto al “Motu Proprio” che apparentemente favorisce la Messa della vera Fede, Benedetto XVI organizza e presiede le riunioni ecumeniche, le quali, ponendo la religione cattolica su un piano più o meno uguale a tutte le altre religioni (ufficialmente rappresentate e tutte necessariamente più o meno false) sono una grave offesa a Dio. Così, qualsiasi apparente benevolenza mostrata da Benedetto XVI verso la vera Fede o la vera Messa, può solo significare che egli vuole riconciliare entrambe con la religione conciliare e con tutte le altre religioni! Pertanto, se non è un agente consapevole della Massoneria, che dissolve ogni verità, in ogni caso è uno che non ha alcuna comprensione della vera Fede, tale che non può comprendere come essa sia assolutamente contraria alla religione omocentrica del Vaticano II.

Domanda:—Allora il “Motu Proprio” è stato una trappola per muovere la FSSPX (insieme ad altri) verso la riconciliazione con questa falsa Roma?

Risposta:—Dio solo sa con certezza quali fossero le intenzioni di Benedetto XVI. Qualsiasi sua benevolenza nei confronti della Tradizione, della FSSPX, della vera Messa, per quanto ne sappiamo può essere soggettivamente sincera. Ma oggettivamente il “Motu Proprio” e la “Lettera ai Vescovi” che l’accompagna, in alcun modo riconoscono i pieni diritti della vera Messa o della vera Fede. Quindi, se qualcuno suggerisce il contrario, con questo dimostra di essere caduto in una trappola.

Domanda:—Eppure c’è stata molta lode e poca critica del “Motu Proprio” all’interno della FSSPX.

Risposta:—I cattolici hanno così tanta bramosia del ritorno degli ecclesiastici romani alla Fede, che si rallegrano al minimo indizio che Roma stia per farlo, purtroppo, però, si può trattare di un errore. A che serve che un aritmetico dica che due più due fa quattro, quando si sa che insieme dice, e da lungo tempo, che fa anche cinque? Ovviamente, egli non ha alcuna nozione della vera aritmetica. A che serve che Benedetto XVI dica che la vera Messa non è mai stata abrogata, e che (entro certi limiti) la liberalizzi, quando insieme organizza continuamente degli incontri ecumenici? Ovviamente, egli non ha alcuna padronanza della vera Fede.

Domanda:—Che dire della voce che la FSSPX si stia preparando a svendersi a Roma?

Risposta:—Certamente la FSSPX non ha alcuna intenzione di tradire la difesa della Fede condotta da Mons. Lefebvre. Quindi, se alcuni dei suoi membri coltivano qualche seria intenzione di andare con i neo-modernisti di Roma, è perché essi sono stati ingannati dal mondo moderno, come tanti prima di loro. Questa volta l’inganno si sarà basato sull’idea che le cose a Roma siano migliorate, rispetto al tempo di Monsignore. Ma non è così. L’apostasia almeno oggettiva è feroce come sempre. Quindi non posso credere che gli eredi di Mons. Lefebvre si lascino ingannare fino a questo punto.

Tuttavia, mi sono spesso reso impopolare tra i colleghi della FSSPX, ricordando il fatto evidente che la Fraternità non ha la garanzia di indefettibilità che ha la Chiesa cattolica. La FSSPX potrebbe sbagliare. Ecco perché, visto il servizio che dal 1970 essa ha reso alla Chiesa universale nel custodire la Fede, e visto il servizio che può ancora rendere, i cattolici devono pregare per essa, soprattutto per la dirigenza, perché non s’inganni.

Domanda:—Se la Fraternità San Pio X dovesse essere riassorbita nella Chiesa ufficiale, potrebbe voler dire che la crisi della Chiesa sia giunta alla fine?

Risposta:—Niente affatto. Che la FSSPX sia “riassorbita” o no, non è questo il problema. Il problema sono gli ecclesiastici romani, soprattutto il Papa. Quando essi ritorneranno alla vera Fede, solo allora la crisi sarà finita.

Domanda:—E se la FSSPX venisse riassorbita senza che la crisi sia finita?

Risposta:—Il Signore dice: “A ciascun giorno basta la sua pena”. In altre parole, il ponte si attraversa quando vi si giunge, come dice il proverbio. Comunque, una cosa è certa: il Buon Pastore NON PUÒ abbandonare le pecore che non vogliono abbandonarlo. Niente paura! Se nella Sua sapienza e provvidenza Egli permettesse alla FSSPX di sbagliare – e questa è una mera possibilità, non una certezza – Egli offrirebbe, in qualche modo, a tutte le pecore di buona volontà tutte le indicazioni e il sostegno di cui avrebbero bisogno per salvare le loro anime.

Domanda:—Ho lo strano presentimento di violente tempeste all’orizzonte. Cosa ne pensa?

Risposta:—Nulla mi sembra più probabile. La tempesta finanziaria si è avviata, e sta aumentando ogni giorno di peso e velocità. Inevitabilmente ne seguiranno tempeste economiche e politiche e, come un castigo di Dio, credo anche la III Guerra Mondiale, che sarà terribile.

“Voi avrete tribolazione nel mondo,” dice Nostro Signore, “ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!” (Gv. XVI, 33).

Kyrie eleison.La Reja, Argentina.

La Saggezza di Monsignore

La Saggezza di Monsignore on Dicembre 29, 2007

Lavorando sulle lettere mensili dal Seminario di Winona tra gli anni delle consacrazioni episcopali (1988) e l’anno della morte di Mons. Lefebvre (1991), ho avuto modo di leggere una serie di citazioni dirette di quegli ultimi anni della sua vita. Che chiarezza di visione!

Ecco alcuni esempi di metà giugno 1988, cioè dopo aver preso la decisione fare le consacrazioni, ma prima che le consacrazioni avessero luogo effettivamente:

“Non è vero che tra noi e Roma vi è solo una questione di dettagli da negoziare. Il problema di fondo è sempre lì – liberalismo e modernismo di Roma. Essi [gli uomini di Chiesa romani] intendono portare noi e tutte le nostre opere sul Concilio, mentre ci si lascia un po’ di Tradizione . . .”

Il cardinale Ratzinger [come poi avvenne] “mi ha messo davanti una lettera al Papa che avrei dovuto firmare, chiedendo scusa per i miei errori! Ma siamo noi che dovremmo interrogarli sulla loro fede! Dovremmo chiedere loro di pronunciare il giuramento antimodernista . . . . Ma ogni volta che io ho messo avanti loro liberalismo e il loro modernismo, non hanno mai risposto. Hanno continuato a persistere nei loro errori”.

“Più ci si pensa, più ci si rende conto che le loro intenzioni non sono buone . . . . Non possiamo metterci nelle loro mani . . . . Abbiamo fatto un onesto tentativo per continuare la Tradizione sotto la protezione di Roma, ma non ha funzionato . . . . Non hanno mai inteso assicurare un posto alla Tradizione in seno alla Chiesa. Ho intrapreso questi negoziati” (maggio 1988) sulla base “della debole speranza che questi uomini di Chiesa fossero cambiati. Essi non sono cambiati, se non in peggio” In conclusione: “Non credo che si possa dire che la Roma non abbia perso la fede”.

E nel 2007 e 2008, abbiamo visto qualcosa che venisse da Roma che ci persuadesse del contrario?

Se qualcuno la pensa così, che ci mostri la sua prova.

Kyrie eleison.

“Scomuniche”

“Scomuniche” on Novembre 24, 2007

Dal momento che circola la voce che Roma potrebbe rimettere le “scomuniche” dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X, comminate dal cardinale Gantin in occasione della loro consacrazione episcopale da parte di Mons. Lefebvre nel 1988, può essere opportuno mettere le cose in chiaro su uno o due punti.

Primo e più importante, quelle “scomuniche”, fin dal momento in cui vennero comminate, non furono né valide né degne di essere prese sul serio. Una valida scomunica della Chiesa può essere positiva ( ferendae sententiae ) o automatica ( latae sententiae ): positiva, quando le autorità della Chiesa dichiarano con una sentenza canonica (nei buoni tempi andati con la solenne cerimonia della “campana, libro e candela”) che l’autore del reato non appartiene più alla Chiesa; automatica, quando l’autore del reato viola così chiaramente certe leggi della Chiesa da incorrere nella scomunica con la sua sola azione ( ipso facto ) con la quale si è posto da sé fuori dalla Chiesa.

Ora, nel 1988, non vi fu alcuna sentenza canonica o cerimoniale di scomunica. Né vi fu, in base al diritto canonico, una qualsivoglia scomunica automatica, perché Monsignore agì per il bene della Chiesa (Nuovo Codice, Canone 1323, numero 4), e anche se egli avesse oggettivamente sbagliato nel pensarla così, non sarebbe incorso nel pieno rigore della legge, in questo caso la scomunica, perché era sicuramente e soggettivamente convinto di agire per il bene di tutta la Chiesa (Nuovo Codice, Canone 1324, § 1, numero 8). Pertanto non vi fu affatto scomunica.

Quello che Roma fece, fu di dichiarare, senza sentenza canonica o cerimonia, che le scomuniche erano automatiche, mentre invece per la legge della Chiesa non lo erano. Ne consegue che la Fraternità non può chiedere che le “scomuniche” vengano rimesse con una qualche forma che comunque potrebbe implicare che fossero valide.

D’altra parte ogni remissione unilaterale delle “scomuniche” da parte di Papa Benedetto XVI, qualunque sia la forma che possa avere, potrebbe essere, in queste circostanze, un coraggioso atto di giustizia. Tutti i neo- modernisti lo odierebbero per questo, a meno che non sperino che possa aiutare a dissolvere la resistenza della Tradizione, ma Dio Onnipotente potrebbe certamente ricompensarlo per il suo ripristino della verità, soprattutto se la sua intenzione fosse retta.

Signore Gesù Cristo, abbi pietà della tua Chiesa!

Kyrie eleison.La Reja, Argentina

Accordisti – II

Accordisti – II on Novembre 10, 2007

L’argomento a favore della Fraternità San Pio X, “rientrare dall’isolamento” e “ritornare nella Chiesa”, può anche essere espresso in questa sorta di doppia proposizione: tutti i grandi scontri nella Chiesa sono sempre finiti in una sorta di compromesso – quale altra soluzione è possibile per la perdurante discordia tra la FSSPX e la Roma conciliare?

Per quanto riguarda la prima parte della proposizione, si potrebbe convenire con un qualche compromesso, se non fosse che alla base di questa discordia c’è la Fede. Per aiutare il Papa o per ripristinare il buon nome o lo stato canonico della FSSPX, potrebbe essere concepibile qualche compromesso, ma non se la posta in gioco è la Fede, perché la Fede cattolica è quel corpo di oggettive verità soprannaturali senza la cui credenza (almeno in modo rudimentale) nessuna anima può essere salvata (Eb XI, 6).

Ma è la vera Fede ad essere coinvolta nei finora 37 anni di lotta della FSSPX? Sì, dice un illustre teologo tedesco, il Professor Johannes Dörmann, che è del tutto indipendente dalla FSSPX. Dopo uno studio prolungato e competente dei discorsi completi e degli scritti di Giovanni Paolo II, egli ha riconosciuto e dichiarato che il “Lefebvrismo” non riguarda solo il latino o la liturgia, ma i fondamenti della Fede. Anzi. Essendo un’altra forma di soggettivismo, il neo-modernismo trasforma qualsiasi roccia della verità in plastica.

Per quanto riguarda la seconda parte della proposizione, al non esserci altra soluzione possibile se non un qualche tipo di compromesso, si può rispondere che ci sono problemi che l’uomo può porre e che solo Dio può risolvere. Un elefante può cadere in una grossa buca che lo intrappola, ma non può uscirne. Al tempo di Noè, l’uomo aveva così “corrotto la sua via” (Gen. VI, 12), che il Signore Iddio fu indotto a spazzarlo via e praticamente a ricominciare tutto da capo.

Nella Sodoma della Chiesa e del mondo di oggi, non si determinano soluzioni meramente umane ugualmente impossibili? Quando nelle miserie del prossimo futuro, abbastanza esseri umani cadranno in ginocchio per implorare il Signore Iddio che li salvi, Egli lo farà per mezzo di Sua Madre. Nel frattempo, il dovere di tutti i cattolici appartenenti al “resto scelto per grazia” (sottolineo “per grazia” – Rm XI, 5), è di non permettere che alcunché, amore per Roma, famiglia, vita o qualsiasi altra cosa, abbia la precedenza rispetto alla salvaguardia della vera Fede, che è l’obbedienza per, e l’amore per, il vero Dio. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!

Kyrie eleison.

Missione di Roma

Missione di Roma on Ottobre 20, 2007

È commovente visitare Roma, per la sua grandezza antica e moderna. Dell’antico foro dove parlava Cicerone e dove Cesare trionfò, rimangono solo ruderi sparsi in un’enclave attorno alla quale vortica la città moderna. Eppure anche i frammenti spezzati bastano a richiamare le rime maestose del romano Virgilio:—

Tu regere imperio, populos, Romane, memento:

Hae tibi erunt artes, pacisque imponere morem,

Parcere subjectis, et debellare superbos.

Tu di reggere col tuo impero i popoli, o Romano, ricorda:

queste saranno le tue arti, e alla pace d’imporre una regola,

risparmiare gli arresi e sgominare i superbi.

Virgilio non era cristiano, perché è morto 19 anni prima della nascita di Nostro Signore. Eppure ogni antico Romano ha condiviso il suo senso della grande missione di Roma: creare un ordine mondiale. Solo poco di quanto fecero quegli antichi basta a capire cosa dovrebbe essere l’ordine mondiale.

I cattolici lo sanno. Ovunque a Roma ci sono reliquie, santuari, chiese e basiliche dei martiri che, riorientando la loro virilità romana sul Cristo morente, nel corso di 250 anni hanno trasformato la loro città nel centro mondiale dell’unica vera religione, che tale rimane oggi. E Madre Chiesa ha rime altrettanto maestose per ricordare questa trasformazione. Per esempio, dalla Festa dei Santi Pietro e Paolo:—

O Roma felix! Quae duorum Principum

Es consecrata glorioso sanguine.

Horum cruore purpurata ceteras

Excellis orbis una pulchritudines.

O felice Roma! Che di entrambi i Principi della Fede

Sei consacrata col sangue glorioso.

Imporporata col loro sangue

Tu sola eccelli in bellezza tra le città.

Ma dove è la romana virilità che resiste all’anticristiano Nuovo Ordine Mondiale che si sta costruendo oggi?

Kyrie eleison.

Accordisti – I

Accordisti – I on Settembre 29, 2007

Un argomento avanzato spesso in favore della Fraternità San Pio X che si avvia ad un qualche tipo di accordo con i neo-modernisti di Roma, si articola in qualcosa del genere: “Non ci si può aspettare che Roma torni improvvisamente alla vera Fede. In tutta la storia della Chiesa tali ritorni hanno avuto bisogno di decine o centinaia di anni. Volete che aspettiamo l’intera nostra vita prima di poter essere ricevuti di nuovo nella Chiesa? Sembra che vi piaccia il proverbio – ‘mezza pagnotta è meglio di nessuna pagnotta’. Innumerevoli anime aspettano che la Fraternità si muova.”

In effetti, qui si avanzano diverse argomentazioni. Prendiamole una ad una:

* Cosa io mi aspetti che Roma faccia o non faccia è di nessuna importanza. Al contrario la vera Fede, intera, è importante quanto la salvezza eterna o la dannazione. La vera Fede, perché “Senza la fede è impossibile piacere a Dio” (San Paolo agli Ebrei). Intera, perché chi nega un solo articolo della Fede ha perso la Fede del tutto (dottrina cattolica), e il neo-modernismo riduce in poltiglia ogni singolo articolo della Fede.

* Sarà stato necessario molto tempo perché le passate eresie fossero spazzate via dall’insieme della Chiesa, ma se i cattolici che dovevano fronteggiare l’eresia ariana avessero accettato il semi-arianesimo o anche un quarto di arianesimo, come sarebbe sopravvissuta la Chiesa? La Chiesa è sopravvissuta grazie ai cattolici come Sant’Atanasio, che ha insistito perché fosse spazzata via dalla Chiesa l’intera eresia ariana: si legga il Credo di Sant’Atanasio.

* Un’attesa di 30 o 50 anni o anche più, è di poca importanza rispetto alla purezza della Fede. Come disse notoriamente Sant’Atanasio: “Essi hanno gli edifici, noi abbiamo la fede.” Sono coloro che, per grazia di Dio, hanno la fede che “ricevono di nuovo”, per così dire, quelli che l’hanno ridotta in poltiglia (nessun aderente alla FSSPX che sia sano di mente presume che essa non abbia alcun tipo di monopolio su questa Fede).

* Mezza pagnotta è sempre pane e nient’altro che pane. Al contrario, una mezza verità è necessariamente accompagnata da una velenosa falsità, altrimenti non sarebbe nient’altro che la verità.

Se la FSSPX conducesse mai delle anime ad una verità cattolica mista all’errore, sarebbe meglio per esse se fossero uscite prima dall’esistenza. Non sia mai che si arrivi a tanto!

Kyrie eleison.Dall’Italia