Don Franz Schmidberger

Di Noia, Che Annoia

Di Noia, Che Annoia on Febbraio 16, 2013

Due mesi fa, il Vice Presidente della romana Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha scritto una lettera di diverse pagine al Superiore Generale e a tutti i sacerdoti della Fraternità San Pio X, lettera che è accessibile su Internet e che Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha definito un “appello personale”. Da allora, la lettera ha suscitato parecchi commenti. Si tratta chiaramente dell’ultima mossa della campagna romana volta a mettere la FSSPX al guinzaglio e a porre fine alla sua quarantennale resistenza alla rivoluzione conciliare. Come ha detto Mons. de Galarreta nell’ottobre 2011, anche se la FSSPX rifiuta le offerte di Roma, questa tornerà sempre alla carica. Ed infatti. Ma vediamo brevemente cos’ha da dire Mons. Di Noia a Sua “Eccellenza e Cari fratelli sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X”:—

Egli comincia con l’ammonire i dirigenti della FSSPX, in particolare Don Schmidberger, Don Pfluger e Mons. Fellay (in questo ordine), per aver rilasciato delle interviste così critiche su Roma, da rimettere in questione il fatto che la FSSPX voglia realmente la riconciliazione con Roma. Prosegue dicendo che le differenze dottrinali tra la FSSPX e Roma sono irrisolvibili come sempre. Quindi, che c’è bisogno di un nuovo approccio che faccia perno sull’unità.

L’unità della Chiesa è ostacolata da quattro vizi e promossa da quattro opposte virtù: umiltà, mansuetudine, pazienza e carità. Coloro che sono contro l’unità della Chiesa sono nemici di Dio. Ciò di cui abbiamo bisogno è amore. Al bando quindi la “retorica aspra e controproducente”. Che la FSSPX adempia il suo carisma della formazione di sacerdoti, ma di sacerdoti che siano docili nei confronti del Magistero ufficiale, che predichino la fede e non facciano polemica, e che trattino i problemi teologici, non di fronte ai laici impreparati, ma con le competenti autorità a Roma. Il Papa è il giudice supremo di tali difficili questioni. In conclusione, Benedetto XVI vuole la riconciliazione. Ogni amarezza dev’essere superata. Nelle parole di Nostro Signore: “Che siano una cosa sola” (fine della lettera dell’Arcivescovo.)

Si noti di passaggio che, com’è tipico dell’uomo moderno e dei modernisti, l’Arcivescovo mette in sordina la questione essenziale della dottrina, così che l’interesse principale di questa lettera sta altrove: l’Arcivescovo, come ha osato indirizzarla a tutti i sacerdoti della Fraternità senza prima aver concordato la cosa con la direzione della FSSPX? Avrà dovuto farlo, perché è da questa direzione che la lettera è stata inoltrata a tutti i sacerdoti della FSSX! Ecco quindi un indizio tra molti altri che vi sono dei contatti fra Roma e la FSSPX che vengono nascosti al pubblico. Ma la domanda che sorge è: qual è il motivo per cui la direzione della FSSPX ha dato all’Arcivescovo modernista un accesso tanto privilegiato e pericoloso, a tutti i sacerdoti della FSSPX? Vuole che anch’essi diventino modernisti? Bisogna supporre che no! Ma potrebbe voler aiutare Roma per la “riconciliazione”.

Trasmettendo l’amorevole appello dell’Arcivescovo, la direzione della FSSPX ha mandato un messaggio morbido a tutti i sacerdoti della FSSPX, senza che nessuno possa accusarla di essere essa stessa morbida. Piuttosto, la lettera romana permetterà di far vedere a tutti, quanto siano dolci i Romani. Vero è che essa contiene un gentile rimprovero ai capi della FSSPX, ma questo servirà a dimostrare quanti essi siano saldi nella difesa della fede! Soprattutto la lettera servirà da banco di prova per testare le reazioni dei sacerdoti. Cosa stanno pensando? Roma e Menzingen hanno bisogno di calcolare quando possono spingere in avanti la “riconciliazione”, in maniera da portarsi dietro una larga maggioranza di sacerdoti e non alienarsene così tanti da permettere la continuazione della resistenza organizzata alla nuova religione del Nuovo Ordine Mondiale.

Cari sacerdoti della FSSPX, se non volete essere fagocitati dal Nuovo Ordine di Roma, io vi consiglio gentilmente di reagire. Fate sapere ai vostri Superiori, con tutta la discrezione che volete, ma senza mezzi termini , che voi non volete avere niente, ma proprio niente , a che fare con la Roma conciliare, fino a quanto essa non abbandonerà chiaramente il Concilio.

Kyrie eleison.

Buona Notizia

Buona Notizia on Marzo 3, 2012

Se non tutti, molti voi lettori avrete sentito parlare dell’ultima buona notizia della scorsa settimana dalla Germania: il Mercoledì delle Ceneri la Corte d’Appello di Norimberga, nella Bassa Baviera, ha annullato la mia condanna del Tribunale Regionale di Ratisbona dell’11 luglio dell’anno scorso, inflitta per “incitamento all’odio razziale”, per aver espresso in una intervista alla televisione svedese, nel novembre del 2008, vedute politicamente scorrette e piuttosto differenti dall’opinione diffusa su certi accadimenti storici. La Corte d’Appello ha anche deciso che lo Stato della Baviera deve pagare le spese processuali finora sostenute da me. Onore al mio difensore, il prof. Edgard Weiler, i cui argomenti sono stati accettati, al Padre Schmidberger che lo ha proposito come difensore, e a Monsignore Fellay che lo ha accettato.

Tuttavia, non sono ancora libero e scagionato, poiché i giudici d’Appello hanno emesso la loro sentenza per motivi procedurali. Questa la loro conclusione: “Se una citazione giudiziaria descrive il comportamento di un accusato non (o non ancora) punibile e non precisa le circostanze concrete che lo renderebbero suscettibile di punizione, questa mancata elencazione dei fatti interni ed esterni del caso fa sì che la citazione fallisca nella sua funzione essenziale di definire l’azione per la quale l’imputato è stato messo sotto processo. Caso rigettato.”

Quindi, in teoria, la Procura di Ratisbona potrebbe correggere la sua procedura e avviare una nuova azione penale. Tuttavia, nella pratica potrebbe esitare, perché i giudici d’Appello hanno chiesto di specificare chi esattamente sia venuto a conoscenza delle vedute in questione, con quali mezzi, come esattamente tali vedute fossero in grado di disturbare la pace in Germania e infine in che modo si suppone che io abbia acconsentito che tali vedute fossero rese note in Germania.

Ora, l’accusa potrebbe facilmente dimostrare che il mondo intero, oltre alla Germania, è stato martellato per un mese con queste vedute, ad opera dei media mondiali (soprattutto per forzare Benedetto XVI a prendere le distanze dalla Tradizione Cattolica), ma non le sarebbe altrettanto facile dimostrare il disturbo della pace in Germania. I procuratori avrebbero anche la concreta difficoltà di provare che io volessi che le mie vedute fossero rese pubbliche in Germania, visto che nell’ultimo minuto dell’intervista (reperibile ancora su Youtube) io desidero espressamente il contrario. Così che la continuazione o meno del procedimento è nelle mani di Dio.

Nel frattempo, cari lettori, non pensate che io abbia mai troppo sofferto di questi processi in Germania, più di quanto abbia preso troppo tragicamente i miei forzati corrispondenti tre anni di esilio all’interno della FSSPX. Questo esilio semmai è stato troppo comodo, mentre i processi hanno terminato, per il momento almeno, nella loro suspensione totale Lasciate quindi che io ringrazi tutti voi che nel corso di questi tre anni avete pregato per me. So che siete molti e io sono grato ad ognuno di voi. In cambio, a gennaio ho celebrato una novena di Messe per le vostre intenzioni, perché sicuramente per tutti noi si preparano prove ancora maggiori.

Kyrie eleison.

 . . . . E se mai . . .

 . . . . E se mai . . . on Settembre 26, 2009

 . . . . E se mai le discussioni che si svolgeranno fra Roma e la Fraternità San Pio X sembrassero potere giungere ad un “accordo pratico” non dottrinale fra le parti, tutti i cattolici desiderosi di salvare le loro anime dovrebbero studiare l’”accordo” da vicino – in particolare nelle scritte più piccole – per vedere chi sarebbe in futuro a nominare il capo o i capi, e i loro successori, nella FSSPX approvata da Roma.

Questi potrebbe portare qualunque titolo che piacerà a entrambe le parti: “Superiore Generale” o “Prelato personale” o “Gran Signore delle galere” (un personaggio di nobile rango e titolo) – il nome sarebbe di nessuna importanza. Cruciale sarebbe chi dovesse prendere le decisioni; e chi nominerebbe chi dovesse prendere le decisioni? Sarebbe nominato dal Papa o dalla Congregazione del Clero, o da qualche ufficiale romano, o come adesso dovrebbe continuare ad essere nominato, indipendentemente da Roma, all’interno della FSSPX, con un’elezione ogni 12 anni da parte dei circa 40 principali sacerdoti della FSSPX (prossime elezioni nel 2018)? Che “accordo” si sarebbe raggiunto con Roma se non si fosse ottenuto il controllo sulle nomine della direzione della FSSPX?

La storia della Chiesa cattolica è costellata di esempi della lotta tra gli amici e i nemici di Dio – normalmente Chiesa e Stato, rispettivamente – ma oggi non più! – per il controllo della nomina dei vescovi cattolici. Come ogni intelligente amico o nemico della Chiesa sa bene, i vescovi sono la chiave per il suo futuro. (Come Mons. Lefebvre usava dire, a dispetto di tutte le sciocchezze democratiche odierne, sono i vescovi che formano il popolo cattolico e non il popolo che forma i vescovi.)

Un classico esempio di questa lotta è il Concordato napoleonico del 1801, con il quale lo Stato francese da poco massonico, fece in modo di assicurarsi un significativo grado di controllo sulla scelta dei vescovi nella Chiesa in Francia. Prontamente tutti i vescovi pre-rivoluzionari furono allontanati in quanto ancora troppo cattolici, e la Chiesa si avviò tranquillamente lungo il cammino verso il Vaticano II. Allo stesso modo, quando nel 1905 la massoneria interruppe l’unione dello Stato francese con la Chiesa, per meglio perseguitarla, l’eroico Papa Pio X approfittò dalla sua indesiderata nuova indipendenza dallo Stato per nominare, e consacrare lui stesso, una manciata di nove vescovi; ma il loro virile cattolicesimo spaventò così tanto i Massoni che, non appena Pio X morì, si affrettarono a tornare a negoziare una certa riunione fra Chiesa e Stato, perché potessero recuperare il controllo della nomina dei vescovi francesi – e il Vaticano II ne ha seguito la pista.

Lo schema si ripeté nel 1988, quando solo la fede eroica e il coraggio di Mons. Lefebvre salvarono la FSSPX con la consacrazione di quattro vescovi a prescindere dalla disapprovazione esplicita della Roma conciliare. Le stesse volpi conciliari potrebbero ora “dar via al negoziato”, al fine di riprendere il controllo dei quattro “brutti anatroccoli” della FSSPX, e dei loro successori potenzialmente indipendenti – gli anatroccoli sono un boccone prelibato per le volpi affamate!

Dio benedica don Schmidberger e Mons. Fellay, e tutti i loro successori che sosterranno questa indipendenza cattolica fino a quando Roma rimarrà fuori del suo sentire cattolico!

Kyrie eleison.