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Malizia del Modernismo – V

Malizia del Modernismo – V on Giugno 13, 2020

C’è almeno un’altra importante considerazione da presentare prima di lasciare il modernismo (almeno per il momento), ed è una profezia di P. Frederick Faber (1814–1863), riguardante i nostri tempi, che sicuramente è apparsa già più di una volta in questi “Commenti”. Egli disse parole secondo le quali la fine del mondo sarà caratterizzata da uomini che fanno il male mentre pensano di fare il bene.

E’ ragionevole. Anche alla fine del mondo gli uomini avranno ancora la loro natura donata da Dio, che come tale è buona, che sta alla base dei loro peccati, originale e personali, per quanto pesanti siano negli ultimi tempi – II Tim. III, 1–5. Per questa natura di fondo l’uomo ha una naturale inclinazione al bene. Eppure la massa degli uomini sotto l’Anticristo e i suoi predecessori seguiranno il suo male, attuale o anticipato. Come saranno stati compatibili in loro questo bene e questo male?

La volontà umana non può volere nulla che la mente umana non le abbia prima presentato. A fronte ad ogni desiderio umano deve esserci un pensiero umano. Il desiderio di un non-oggetto può essere solo un non-desiderio. Quindi la volontà dipende dalla mente che coglie il suo oggetto proprio per essa, e ogni volontà e l’oggetto che essa vuole devono passare per la mente, sempre supponendo che la mente riesca a cogliere il suo proprio oggetto. Ma ora arriva Kant che dice che la mente non può cogliere il suo proprio oggetto, può solo fabbricarlo. Questo significa che la volontà e il suo oggetto reale non sono più propriamente connessi. Questo significa che una buona volontà può volere in realtà cose cattive e una cattiva volontà può volere in realtà qualcosa buona, ma a causa del peccato originale dell’uomo, quest’ultimo caso sarà meno frequente. E così, quando Kant sgancia la mente dalla realtà oggettiva, rende molto più facile per la volontà volere qualcosa di brutto mentre sembra essere buono. Così, in tutto un mondo dove la mente è sganciata dalla realtà oggettiva, è molto più facile per gli uomini essere ancora di buona volontà anche quando vogliono ciò che in realtà non è buono, perché la mente è stata radicalmente paralizzata.

Ecco ciò che P. Faber profetizza. Egli dice che alla fine del mondo, il problema non sarà tanto il cuore cattivo o la cattiva volontà quanto i cuori buoni con la mente paralizzata, in altre parole i cuori buoni con dei principi cattivi. Che cosa significa questo in pratica? Significa che oggi ci sarà un gran numero di cattolici che hanno la Fede e che hanno buone intenzioni, ma le cui menti non funzionano bene perché seguono, consciamente ma più spesso inconsciamente, l’insegnamento di Kant, così che la loro buona fede è corrispondentemente indebolita. Allora non riescono più a vedere come la Neochiesa sia una cancrena che grava sulla vera Chiesa cattolica, o come la Fraternità San Pio X di Monsignore sia stata messa in cancrena dai suoi successori. Ma in molti casi la cecità di tali anime non è necessariamente dovuta a malizia o alla mancanza di buona volontà.

Ne consegue che, nel trattare con tali anime in cui il soggettivo è stato scisso dall’oggettivo da un mondo intero paralizzato da Kant, un cattolico può facilmente commettere uno di due errori opposti ma collegati. Può dire che tali anime sono così innocenti di cuore da non potersi sbagliare nella mente, così la Neochiesa non può essere tutta in errore, quindi dovrei ricongiungermi ad essa, a Pachamama e a tutto – così si comportano oggi i capi della Neofraternità e tutti coloro che li seguono. Oppure può dire che gli errori nella mente della Neochiesa, e nella Neofraternità che desidera riunirsi ad essa, sono così gravi che non possono essere la vera Chiesa o la vera Fraternità, ed entrambi devono essere assolutamente evitate – così argomentano e si comportano quelli conosciuti come sedevacantisti e quelli che si rifiutano di essere chiamati sedevacantisti, ma che comunque parlano e agiscono come loro.

Al contrario, se riconosco come Kant abbia alla fine diviso il soggetto dall’oggetto, non dirò né che tali anime sono di buona volontà e quindi la loro dottrina è buona, né che la loro dottrina è così falsa che devono avere una cattiva volontà. Dirò invece che soggettivamente possono essere di buona volontà, ma in ogni caso sono oggettivamente di una tale cattiva dottrina che per la mia salvezza eterna non posso seguirli o andare in loro compagnia. E con il Santo Rosario pregherò la Madonna di tenere il mio cuore e la mia mente nell’equilibrio cattolico.

Kyrie eleison.

Intelligenza artificiale – II

Intelligenza artificiale – II on Luglio 21, 2018

L’intelligenza artificiale è in effetti una contraddizione in termini. Tutto ciò che è artificiale non può essere intelligente. Tutto ciò che è intelligente non può essere artificiale. Ogni essere intelligente (come tale) deve essere vivo, spirituale e libero. Tutto ciò che è artificiale (come tale) deve essere non vivente e materiale e non può essere libero. Quindi nulla di artificiale può essere intelligente nel vero senso della parola, e nulla di veramente intelligente può essere artificiale. Un’intelligenza può essere creata solo da Dio. L’uomo può creare solo cose artificiali.

A riprova di ciò, partendo dal “Commento” della scorsa settimana, assumiamo che ci sono tre gradi di esseri spirituali: il (1) Creatore, gli (2) angeli e gli (3) uomini; e quattro gradi di esseri materiali: gli (3) uomini, gli (4) animali, i (5) vegetali e i (6) minerali. Ciò significa che l’uomo è la più complicata delle creature, perché solo lui è sia spirituale sia materiale. Se qualcuno affermasse che l’uomo è puramente materiale, probabilmente farebbe il più elementare degli errori in filosofia, cioè che esistono solo esseri materiali. Tale errore è diffuso nel nostro odierno mondo materialistico, ma o nessuno di questi uomini ha mai pensato o amato, o piuttosto sta negando la piena natura della sua stessa esperienza. Ma se egli non fosse altro che materia, perché avrebbe un così acuto senso della propria dignità umana? E perché si comporterebbe come se la libertà fosse di importanza suprema per lui?

In realtà, i sei gradi dell’essere possono essere classificati in base a quanto superano la materia. (6) Il minerale è rinchiuso nella materia, mentre (5) le piante non vi sono rinchiuse allo stesso modo: vivono e si muovono, ma sono fisse e non conoscono altro al di fuori di se stesse. (4) Gli animali vivono e si muovono, e non sono fissati su un posto e hanno una conoscenza sensoriale e un desiderio sensoriale delle cose materiali al di fuori di se stessi. (5) Gli uomini vivono e si muovono, non sono fissati su un posto e non hanno solo la conoscenza sensoriale e il desiderio sensoriale di particolari materiali al di fuori di loro stessi, hanno invece anche l’intelligenza e la volontà per conoscere e desiderare le cose universali non materiali al di fuori di loro stessi, il che è un enorme passo avanti nel distanziarsi e uscire dalla materia. La parola “intelligenza” deriva dal latino “intus-lego”, che significa “leggere dentro”, vale a dire, che all’interno delle cose percepite dai sensi l’intelligenza legge la loro forma o essenza non materiale. Questo perché l’intelligenza e la volontà che la segue sono entrambe facoltà spirituali, appartenenti a quella parte dell’uomo che è, come tale, libera dalla materia e al di sopra di essa.

E da queste due facoltà deriva la libertà della (3) volontà dell’uomo, che non è condivisa da alcun altro degli (4) animali, che sono tutti costretti nei loro istinti. E questa libertà manifesta anche al più ateo dei materialisti la sua superiore dignità sopra tutti i meri (4) animali, sempre che egli sia onesto abbastanza da riconoscerlo. Al di sopra dell’uomo ci sono gli (2) angeli che sono puramente spirituali e intelligenti ma pur sempre degli esseri particolari, mentre (1) il Creatore è l’Essere spirituale universale in Sé stesso, non limitato in alcun modo e nemmeno connotato da alcuna particolarità.

Quindi (3) l’uomo è vivente e spirituale in forza della sua anima immortale con la sua intelligenza e la sua volontà, che sono il fondamento del suo libero arbitrio, che lo rende libero. Ora, c’è qualcosa di “artificiale”, come un computer o un robot, che sia vivente o spirituale o libero? In primo luogo, esso non vive da se stesso. La natura sparge il seme umano, animale e vegetale in tutte le direzioni, e ogni seme contiene la vita. Ma nonostante gli enormi sforzi compiuti per molti anni, l’arte e la scienza umane non sono riuscite a creare un seme con la vita al suo interno (e si può ritenere che non ci riusciranno mai). In secondo luogo, se nulla di ciò che è fatto dall’arte umana è vivente, tanto meno può essere spirituale, perché un essere spirituale presuppone una forma di vita elevata (3). E in terzo luogo nessun computer o robot fatto dall’uomo può essere libero, perché il libero arbitrio presuppone un’intelligenza spirituale che nessuna arte umana può fabbricare. Una (3) intelligenza spirituale non può essere creata nemmeno da un (2) angelo, ma solo dal (1) Creatore, Dio.

Pertanto (6) i computer e i robot guidati da computer non possono vivere e non possono produrre nulla al di fuori di ciò che è stato programmato in essi. Non possono essere intelligenti nel pieno senso della parola, perché ciò richiede un essere spirituale che solo Dio può creare. E quindi non possono essere liberi di prendere decisioni da soli, essi sono solo (6) macchine, bloccate all’interno del loro (6) programma materiale. Accreditare loro una qualche passione umana, un pensiero originale o la libertà è semplicemente materialismo infantile.

Kyrie eleison.

Maledetti Liberali

Maledetti Liberali on Dicembre 3, 2011

Il liberalismo è una malattia terribile, che consegna all’Inferno eterno milioni e milioni di anime. Esso “libera” la mente dalla verità oggettiva e il cuore (volontà e affetti) dal bene oggettivo. Il soggetto regna sovrano. L’uomo si colloca al posto di Dio e concede a Dio quell’importanza che l’uomo stesso ritiene opportuna, generalmente poca. Dio Onnipotente è messo al guinzaglio, per così dire, come un piccolo cucciolo obbediente! Infatti, il “dio” dei liberali è una caricatura del vero Dio. Ma “non ci si può prendere gioco di Dio” (Gal. VI, 7). I liberali vengono puniti in questa vita diventando falsi crociati, veri tiranni e uomini effeminati.

Un esempio classico di falsi crociati è dato dai preti rivoluzionari dell’America Latina, come affermava Mons. Lefebvre. Egli era solito dire che i preti che nella Chiesa perdono la fede sotto l’influenza del movimento modernizzante, si trasformano nei più terribili dei rivoluzionari, perché alla falsa crociata del comunismo essi finiscono per apportare tutta la forza della vera crociata della salvezza delle anime, per la quale sono stati preparati ma alla quale non credono più.

La vera crociata è per Dio, per Gesù Cristo, per la salvezza eterna, quindi, quando non vi si crede più, nella vita degli uomini resta un vuoto corrispondentemente grande che essi finiscono col riempire impegnandosi in qualsiasi cosa: nella lotta contro il fumo (ma con la libertà per la marijuana e l’eroina), nella lotta contro la pena di morte (ma con la libertà di sopprimere i sostenitori di destra), nella lotta contro la tirannia (ma con la libertà di bombardare “democraticamente” qualsiasi paese), nella difesa della sacralità dell’uomo (ma con la libertà di abortire i bambini che sono nel grembo materno), e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Le contraddizioni appena indicate sono perfettamente coerenti con la crociata liberale per un nuovo ordine mondiale che rimpiazzi l’ordine cristiano. Danno ad intendere che non combattono Cristo, ma la finzione è divenuta fin troppo evidente.

Logicamente, i liberali diventano dei veri tiranni. Dal momento che si sono “liberati” da ogni divinità o verità o legge che li sovrasti, resta loro solo l’autorità del proprio pensiero e della propria volontà, da imporre agli altri uomini qualunque cosa sia. Per esempio, avendo perso completamente il senso della Tradizione, che era in grado di limitare la sua autorità, Paolo VI, nel 1969, impose alla Chiesa cattolica il nuovo ordinario della Messa, coerente col nuovo ordine mondiale, trascurando il fatto che solo due anni prima un numero significativo di vescovi aveva rigettato un rito sperimentale della Messa sostanzialmente simile. Che poteva importargli l’opinione dei suoi sottoposti che non fossero liberali come lui? Essi non sapevano cos’era bene per loro. Lui si.

Sempre logicamente, i liberali diventano effeminati, perché non possono evitare di considerare ogni cosa in termini personali. Ogni sana opposizione al loro autoritarismo si basa sulla verità o sulla legge che sovrasta tutti gli essere umani, ma i liberali si fanno beffe di queste. Così quando Mons. Lefebvre resistette al liberalismo di Paolo VI, questi non poté fare a meno di pensare che Mons. Lefebvre volesse mettersi al posto del Papa. Egli infatti era incapace di comprendere che ci fosse una Autorità di gran lunga superiore alla sua, sulla quale Monsignore si appoggiava in tutta tranquillità. Chi potrà dubitare che il Signore Iddio possa mai fallire?

Sacro Cuore di Gesù, concedeteci di meritare i buoni capi che possono venire solo da Voi.

Kyrie eleison.

Il Pensiero di Benedetto XVI – II

Il Pensiero di Benedetto XVI – II on Luglio 16, 2011

Delle quattro parti dello studio di Mons. Tissier sul pensiero di Benedetto XVI, la seconda espone le sue radici filosofiche e teologiche. Analizzando prima la filosofia, il vescovo segue la grande enciclica di San Pio X, “Pascendi”. Se una bottiglia di vino è sporca dentro, il miglior vino che verrà versato in essa si guasterà. Se la mente di un uomo è scollegata dalla realtà, come accade con la filosofia moderna, la Fede cattolica che verrà filtrata da essa sarà disorientata, perché non sarà più orientata alla realtà. Sta qui il problema di Benedetto XVI.

Come San Pio X prima di lui, il vescovo attribuisce la principale responsabilità di questo disastro delle menti moderne al filosofo illuminista tedesco Emanuele Kant (1724–1804), il quale ha messo a punto il sistema dell’anti-pensiero, oggi prevalente ovunque, che esclude Dio dal discorso razionale.

Se, come postulava Kant, la mente non può conoscere alcunché dell’oggetto, salvo ciò che appare ai sensi, ne deriva che essa è libera di ricostruire la realtà che sta dietro le apparenze sensibili come le pare, liquidando la realtà oggettiva come inconoscibile, tale che il soggetto regni sovrano. Se poi il soggetto ha bisogno di Dio e postula la sua esistenza, benissimo. Diversamente, per così dire, Dio è sfortunato!

Mons. Tissier presenta poi cinque filosofi moderni, tutti alle prese con le conseguenze della follia soggettiva di Kant che mette l’idea al di sopra della realtà e il soggetto al di sopra dell’oggetto. Di questi, i due più importanti in relazione al pensiero del Papa potrebbero essere Heidegger (1889–1976), uno dei padri dell’ esistenzialismo , e Buber (1878–1965), esponente di punta del personalismo . Se le essenze sono inconoscibili (Kant), resta solo l’esistenza. Ora, l’esistente più importante è la persona, costituita, secondo Buber, dall’intersoggettività, dalla relazione Io-Tu tra persone soggettive, la quale, secondo lui, apre la strada a Dio. Pertanto, la conoscenza del Dio oggettivo dipenderebbe dal coinvolgimento soggettivo della persona umana.

Che pericoloso fondamento per tale conoscenza!

Eppure, il coinvolgimento del soggetto umano sarà la chiave del pensiero teologico di Benedetto XVI, influenzato, scrive il vescovo, dalla nota Scuola di Tubinga. Fondata da J. S. von Drey (1777–1853), questa scuola sosteneva che la storia è mossa dallo spirito del tempo in continuo movimento, e questo spirito è lo spirito di Cristo. Quindi la Rivelazione di Dio non sarebbe più costituita dal deposito della Fede completatosi con la morte dell’ultimo Apostolo e col passare del tempo reso solo più esplicito, ma da qualcosa il cui contenuto sarebbe in continua evoluzione per l’apporto di contributi soggettivi. Tale che la Chiesa, in ogni età, svolgerebbe un ruolo attivo e non solo passivo nella Rivelazione, e darebbe alla Tradizione passata il suo significato presente.

E questo non incomincia ad avereun suono familiare? Come l’ermeneutica di Dilthey? Si veda EC 208 .

In tal modo, per Benedetto XVI Dio non è un oggetto a parte, semplicemente oggettivo, ma è personale, un “Io” che interagisce con ogni “Tu” umano. La Scrittura o la Tradizione vengono oggettivamente dall’“Io” divino, ma contemporaneamente il “Tu” vivente e mutevole deve costantemente interpretare di nuovo questa Scrittura, e dato che la Scrittura è la base della Tradizione, questa deve diventare dinamica per il coinvolgimento del soggetto, smettendo di essere statica come la Tradizione “fissista” dell’arcivescovo Lefebvre. Del pari, la teologia dev’essere soggettivizzata e la Fede dev’essere una personale “sperimentazione” di Dio, mentre il Magistero stesso deve smettere di essere semplicemente statico.

“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”, dice Geremia (XVII, 5).

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Infezione Tradizionale

Infezione Tradizionale on Gennaio 29, 2011

Il liberalismo è una malattia incredibile, in grado di corrompere i cuori e le menti migliori. Se lo definiamo nel modo più breve come la liberazione dell’uomo da Dio, è certo che si tratta di qualcosa vecchia come il mondo, ma mai come oggi esso è stato così radicato, così diffuso e così apparentemente normale. Ora, il cuore del liberalismo è la libertà religiosa – infatti, come posso essere libero da tutto e da tutti se non sono libero da Dio? E dal momento che Benedetto XVI, tre settimane fa, si è lamentato che “la libertà religiosa è minacciata in tutto il mondo”, è chiaro che è affetto da questa malattia.

Ma i fedeli legati alla Tradizione Cattolica non pensino di essere immuni da questa malattia.

Ecco una e-mail che ho ricevuto qualche giorno fa da un laico dell’Europa:—

“Per lungo tempo, circa 20 anni, sono stato imbevuto di liberalismo. È per grazia di Dio che ho vissuto una conversione tramite la Fraternità San Pio X.

Con mio stupore ho trovato del comportamento liberale anche nei ranghi della Tradizione. Vi è della gente che sostiene che non bisognerebbe esagerare su come vanno male le cose al momento. La Massoneria è a mala pena indicata come un nemico della Chiesa, perché il farlo potrebbe danneggiare l’interesse personale di qualcuno, e allora la gente reagisce come se, nel complesso, il mondo fosse ancora in buono stato.”

“Certi tradizionalisti raccomandano anche gli psico-farmaci per affrontare lo stress che procura l’essere un cattolico tradizionale, e se si è alla ricerca della felicità, dicono, bisognerebbe andare da un medico per avere una vita più facile.”

“La conseguenza di tali comportamenti è l’indifferentismo, che è il vivaio del liberalismo. Di colpo non è più così male assistere alla Messa del Novus Ordo , fare causa comune con i modernisti, mutare i propri principi da un giorno all’altro, rinunciare a mostrare la propria fede in pubblico, studiare in una Università di Stato, fidarsi dello Stato e agire col presupposto che dopotutto ognuno nutre buone intenzioni.”

“Nostro Signore ha parole dure per questo tipo di indifferentismo: il tiepido Egli ‘lo vomita dalla sua bocca’ (Ap. III, 16).

Può sembrare paradossale, ma i peggiori nemici della Chiesa sono i cattolici liberali. Vi è anche un tradizionalismo liberale!!!” (fine della citazione).

Qual è allora l’antidoto per questo veleno che minaccia ognuno di noi? Indubbiamente la grazia santificante (Rom. VII, 25), la quale può liberare la mente dalla confusione e rafforzare la volontà per fare ciò che la mente si avvede essere giusto.

E come faccio ad essere sicuro della grazia santificante?

Questo è un po’ come chiedere: come posso garantire la mia perseveranza finale? La Chiesa insegna che non si può garantire, perché essa è un dono – o il dono – di Dio.

Ma quello che si può sempre fare è recitare il Santo Rosario, una media di cinque Misteri al giorno – meglio quindici, se ragionevolmente possibile. Chiunque fa questo, fa ciò che la Madre di Dio chiede di fare a tutti noi, e lei ha praticamente un potere materno illimitato su suo Figlio, Nostro Signore e Dio, Gesù Cristo.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Pensare L’impensabile

Pensare L’impensabile on Gennaio 1, 2011

È difficile non pensare che il 2011 sarà un anno molto importante. Il mondo vive nelle tenebre dell’intelligenza e nella corruzione della volontà. La Chiesa, che dovrebbe essere la “luce del mondo” per l’intelligenza e il “sale della terra” contro la corruzione della volontà, è in eclissi.

Essa c’è ancora, ma la sua luce e il suo calore, per colpa degli uomini, a malapena giunge loro da presso.

Stando così le cose, i problemi del mondo e dal mondo stanno per piombarci addosso. Sta per verificarsi, quest’anno o subito dopo, un’inimmaginabile maremoto negli affari umani.

Le leggi inesorabili della realtà sono in procinto di capovolgere l’economia del mondo, nonostante la maggior parte degli “economisti”, spacciatori d’irrealtà, continui a evocare il paese dei sogni.

Per aiutare i padri di famiglia a pensare l’impensabile vorrei citare alcuni consigli di uno scrittore e commentatore di questioni pratiche che non ha perso il senso della realtà: Gerald Celente, della zona di New York ( trendsresearch.com ):—

« Ci viene chiesto continuamente di fornire specifiche indicazioni mirate su cosa fare per superare le tempeste finanziarie . . . . Non ci sono soluzioni semplici o valide per tutti. Ogni singola situazione è diversa. Se siete disoccupati in una zona rurale, vi sono una serie di possibilità e una serie di problemi diversi da quelli di coloro che vivono in città o in periferia.

« Il fattore chiave da intendere è che la cosa si profila a largo raggio. Questo è un tempo di contrazione e un tempo di conservazione e di preservazione . In genere ci sarà meno reddito disponibile e meno dollari da spendere nel superfluo. Ciò che era considerato “essenziale” quando il denaro scorreva, diventa “frivolezza” quando il flusso si ferma.

« Quando cerchi un lavoro, se il tuo miglior giudizio ti dice che il lavoro che avevi non è più una possibilità (agenzia immobiliare, mediazione ipotecaria, editoria, edilizia, vendita al dettaglio, lavoratore dell’auto, etc.), ora può essere il tempo, se praticabile, per vivere il tuo sogno. Cosa hai voluto fare da sempre? Hai scoperto qualche talento e qualche capacità che ti distinguono dagli altri? Considera attentamente ciò che ti piacerebbe fare di più e quali sono le possibilità per viverlo . Bisogna partire da qui. Se il solo lavoro che puoi trovare è umile, fallo al meglio. Fallo con creatività e senza risentimento, e allora si presenteranno delle possibilità al più alto livello . Se fai ciò che ami, non sarà mai un “lavoro”. Una definizione di felicità può essere questa: “Quando ti svegli il mattino e quello che devi fare è quello che sceglieresti di fare ”.

« Valuta la tua situazione personale. Cerca uomini che pensano come te e che si trovano in situazioni analoghe e hanno altre competenze. Vi è una qualche forza nel numero. Un gruppo con un obiettivo può avviare un programma che per un singolo sarebbe impensabile e inattuabile. »

Le sottolineature sono mie. Sarò felice se si riveleranno errate, ma adesso devo pensare che la prima priorità sarà fra poco un’azione che guardi alla sopravvivenza. Gerald Celente fornisce qui alcune linee di pensiero. Naturalmente bisogna pregare, questo è essenziale, ma come dice un vecchio proverbio . . . aiutati che Dio t’aiuta.

A tutti i lettori mando la mia benedizione per il nuovo anno.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra