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Una storia interna – I

Una storia interna – I posted in Commenti Eleison on Ottobre 18, 2014

Dopo 1917, la Madonna di Fatima disse chiaramente al mondo che la salvezza della Chiesa e del mondo (“un periodo di pace”) dipendeva da due cose: non solo dalla Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, da parte del Papa con tutti i vescovi del mondo, ma anche dal fatto che i cattolici facessero atto di riparazione al suo Cuore, facendo la Confessione e ricevendo la Comunione, meditando per 15 minuti e recitando un rosario ogni primo Sabato del mese. Quindi nessun cattolico pensi che non ci sia nulla che possa fare per aiutare la Chiesa e il mondo a venir fuori dall’attuale crisi spaventosa in cui entrambi si trovano. Ogni singolo cattolico, corrispondendo alla seconda richiesta della Madonna, aiuterà il Papa a corrispondere alla prima.

Ma la risposta a queste richieste della Madonna non è stata ancora sufficiente. Ad esempio, nel 1930, Papa Pio XI era ben consapevole di questa richiesta, ma non ha mai attuato la Consacrazione della Russia. Perché? Secondo Fra Michele della Trinità, nel secondo dei suoi tre eccellenti volumi su Tutta la verità su Fatima, fu perché Pio XI in quel tempo era impegnato nei contatti diplomatici con le autorità russe a Mosca e pensò che la sua diplomazia fosse un mezzo migliore per trattare con i comunisti, piuttosto che la Consacrazione della Madonna. Preferì il modo umano al divino per affrontare il problema, e così, naturalmente, il problema rimase irrisolto. Il mondo piombò nella Seconda Guerra Mondiale e la Chiesa fu lacerata all’interno dal Vaticano II.

Ora, si è venuto a sapere di una storia parallela negli ultimi dieci anni: la Madonna, attraverso una messaggera, avrebbe chiesto a Mons. Fellay che la Fraternità San Pio X realizzasse una Crociata del Rosario per pregare perché si compisse la consacrazione della Russia. Se questa storia è vera (come io e alcuni altri sacerdoti crediamo che sia), vale la pena di raccontarla in alcuni numeri di questi “Commenti”, non per screditare Mons. Fellay (la cui preferenza per i mezzi umani è comprensibile come quella di Pio XI – Dio giudicherà), ma per sottolineare quanto permanga urgente la Consacrazione della Russia, e in particolare la pia pratica dei primi cinque sabati, anche se quasi 100 anni più tardi. Ma è vera la storia? In particolare, quanto è affidabile la messaggera?

Io stesso mi sono imbattuto in lei diverse volte, e credo che la sua storia abbia tutte le probabilità di essere vera, in primo luogo perché si tratta di una seria persona adulta che dà segno di dire la verità, ma soprattutto perché quella che lei racconta è una storia interna che corrisponde, e spiega, un gran numero di fatti e di eventi ben noti all’esterno, per così dire. Per quanto riguarda la messaggera i lettori hanno il diritto di diffidare del mio giudizio personale, ma circa la corrispondenza perfetta tra la storia interna e i fatti esterni, i lettori potranno giudicare da sé.

La storia comincia la Domenica del Buon Pastore del 2004, quando la Beata Vergine Maria apparve alla messaggera e le diede un messaggio da trasmettere al Vescovo della Fraternità San Pio X. In esso lei chiese che la FSSPX guidasse i fedeli in una Crociata del Rosario per la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, la stessa Consacrazione che il Cielo sta chiedendo dagli anni 1920. Negli anni 2000, la messaggera comprese che se questo fosse stato fatto come lla Madonna chiedeva, si sarebbero finalmente ottenute, attraverso di lei, le grazie per realizzare la tanto necessaria Consacrazione.

Nel giugno del 2006 la messaggera diede il messaggio personalmente a Mons. Fellay. Egli ne parlò con lei, ma non sapeva ancora che in realtà si trattava di una direttiva della Madre di Dio. E così sulla via del ritorno in Svizzera egli prese una prima decisione importante. (Continua)

Kyrie eleison.

“Illuminismo” Tenebroso

“Illuminismo” Tenebroso posted in Commenti Eleison on Aprile 28, 2012

Che la Fraternità San Pio X alla fine decida o meno di aggirare il dissenso dottrinale e di stipulare un accordo puramente pratico con le autorità romane della Chiesa conciliare, le anime interessate al loro benessere eterno devono capire il più pienamente possibile qual è la posta in giuoco. In questa ottica, un mio amico mi ha appena inviato una mirabile sintesi del cuore della questione:—

“Dal 2009 al 2011 si sono svolti i cosiddetti “Colloqui Dottrinali” tra esperti del Vaticano e quattro teologi della FSSPX. Questi colloqui hanno chiarito come le autorità romane siano fermamente legate agli insegnamenti del Vaticano II, il Concilio che ha tentato di conciliare la dottrina cattolica col concetto di uomo sviluppato dall’ “Illuminismo” del XVIII secolo.

“Così il Concilio dichiara che, in ragione della dignità della sua natura, la persona umana ha il diritto di praticare una religione a sua scelta. Di conseguenza la società deve proteggere la libertà religiosa e organizzare la coesistenza pacifica delle varie religioni. Queste sono invitate a partecipare al dialogo ecumenico, visto che possiedono tutte la loro parte di verità.

“In effetti, tali principi negano che Cristo è veramente Dio e negano che la sua Rivelazione, il cui deposito è custodito dalla Chiesa, dev’essere accettata dagli uomini e di tutte le società. In tal modo, la dottrina della libertà religiosa, come espressa dal documento conciliare Dignitatis Humanae 2, contraddice gli insegnamenti di Gregorio XVI nella “Mirari Vos”, di Pio IX nella “Quanta Cura”, di Leone XIII nella “Immortale Dei” e di Pio XI nella “Quas Primas”. La dottrina espressa nella Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium” 8, secondo cui la Divina Provvidenza userebbe le sette non cattoliche come mezzi di salvezza, contraddice gli insegnamenti di Pio IX nel “Syllabus”, di Leone XIII nella “Satis Cognitum” e di Pio XI nella “Mortalium Animos”.

“Queste nuove dottrine che, insieme a molte altre, contraddicono gli insegnamenti formali e unanimi dei Papi di prima del Concilio, alla luce del dogma cattolico possono essere qualificate solo come eretiche.

“Dal momento che l’unità della Chiesa poggia sull’integrità della Fede, è chiaro che la FSSPX non può addivenire ad alcun accordo – foss’anche solo “pratico” – con coloro che sostengono tali dottrine.”

Quando il mio amico accusa il movimento di emancipazione intellettuale del XVIII secolo, noto come “Illuminismo”, di essere alla base del collasso degli uomini di Chiesa nel XX secolo, egli avanza essenzialmente lo stesso appunto di Mons. Lefebvre, quando, un mezzo anno prima di morire, nel 1991, diceva ai suoi sacerdoti: “Più si analizzano i documenti del Vaticano II . . . e più ci si rende conto di ciò che è in giuoco . . . una complessiva perversione del pensiero, una complessiva nuova filosofia basata sulla filosofia moderna, sul soggettivismo . . . . Si tratta di una versione interamente diversa della Rivelazione, della Fede, della filosofia . . . una cosa veramente spaventosa”.

Allora, come si ritorna ad una concezione sottomessa alla realtà di Dio? Un modo consiste nel prendere le encicliche papali citate sopra dal mio amico e studiarle. Esse furono scritte per i vescovi, ma i vescovi conciliari non sono affidabili. Oggi sono i laici che devono prendere in mano la propria formazione – e il loro Rosario.

Kyrie eleison.

Di Fronte al Caos

Di Fronte al Caos posted in Commenti Eleison on Febbraio 18, 2012

Gli attenti lettori di questi “Commenti” possono aver colto un’apparente contraddizione. Per un verso i “Commenti” hanno ripetutamente condannato ogni elemento moderno nelle arti (p. e. CE 114, 120, 144, 157, etc.); per l’altro la scorsa settimana il poeta anglo-americano T. S. Eliot è stato definito “arcimodernista” e contemporaneamente elogiato per aver lanciato un nuovo stile poetico più aderente ai tempi moderni, certamente caotici.

Come hanno spesso detto i “Commenti”, la modernità nelle arti è caratterizzata dalla disarmonia e dalla bruttezza, perché l’uomo moderno sceglie sempre più di vivere senza o contro Dio, che ha posto ordine e bellezza in tutta la Sua creazione. Quest’ordine e questa bellezza sono oggi talmente sepolti sotto i fasti e le opere dell’uomo senza Dio, che è facile per gli artisti credere che non ci siano più. Se poi la loro arte consiste nell’aderire a ciò che percepiscono dell’ambiente e della società, solo eccezionalmente un artista moderno potrà trasmettere qualcosa dell’ordine divino che sta sotto la disordinata superficie della vita moderna. I più moderni artisti hanno rinunciato all’ordine e al pari dei loro committenti sguazzano nel disordine.

Ma Eliot nacque e crebbe alla fine del XIX secolo, quando la società era ancora relativamente ordinata, ed egli ricevette negli USA una buona educazione classica quando soli pochi nascosti furfanti sognavano di rimpiazzare l’educazione con la formazione secondo concetti disumani. Così Eliot, in gioventù, può aver avuto poco o nessun accesso alla vera religione, ma fu ben introdotto nelle cose da essa derivate fin dal Medio Evo, i classici della musica e della letteratura occidentali. Ricercando e rilevando in essi quell’ordine che mancava intorno a lui, Eliot fu quindi in grado di cogliere il nascosto profondo disordine del nascente XX secolo, un disordine che semplicemente esplose nella Prima Guerra Mondiale (1914–1918). Da qui La Terra Desolata del 1922.

Ma in quel poema egli è lungi dallo sguazzare nel disordine. Al contrario, lo odia chiaramente, mostrando quanto ad esso manchi di calore e di valori umani. Così, La Terra Desolata potrà contenere poche tracce della religione dell’Occidente, ma si conclude con frammenti della religione d’Oriente, e come dice Scruton, Eliot delineò certamente la profonda religiosità del problema. In effetti, pochi anni dopo Eliot quasi divenne cattolico, ma si spaventò per la condanna di Pio XI che nel 1926 colpì l’”Action française”, una condanna nella quale egli scorgeva più il problema che la sua soluzione. Così, grato all’Inghilterra per tutto ciò che gli aveva dato circa il senso dell’ordine tradizionale, si decise per una soluzione meno compiuta, combinando anglicanesimo e fine cultura, con un Rosario sempre in tasca. Ma Dio scrive diritto sulle righe storte. Quante anime in cerca di ordine sarebbero rimaste lontane da Shakespeare o da Eliot se avessero pensato che entrambi, essendo pienamente cattolici, fornivano della vita risposte solo artificiali e non vere.

È triste, ma è così. Oggi le anime possono ingannarsi in un modo o in un altro se evitano gli autori o gli artisti cattolici sulla base dell’idea che non sono sinceri sulla vita reale, spetta ai cattolici non dar loro una simile scusa. Noi cattolici dobbiamo mostrare col nostro esempio che non abbiamo ammorbidito il nostro spirito con le soluzioni artificiali, necessariamente false, a fronte della profondità del problema moderno. Non siamo angeli, ma creature terrene chiamate al Cielo, se saremo in grado di assumere la nostra croce moderna per seguire Nostro Signore Gesù Cristo. Solo seguaci così possono rifare la Chiesa, e il mondo!

Kyrie eleison.

Paura per Natale

Paura per Natale posted in Commenti Eleison on Dicembre 26, 2009

Così il giorno di Natale è arrivato e passato ancora una volta, ricordandoci la grande gioia che con la Sua Incarnazione e la Sua Nascita Nostro Signore ha apportato al mondo intero, ma soprattutto a sua Madre. Finalmente lei lo tiene al sicuro fra le sue braccia, accudendolo come una madre, ma nello stesso tempo adorandolo come suo Dio.

Ahimè, chi è colui che, conservando ancora un po’ di religione, può non lamentarsi di come il mondo che ci circonda approfitti della gioia dimenticandosi però in gran parte di Dio?

Sotto quest’aspetto, la gioia di Natale è come il sorriso del Gatto di Alice, soprattutto nei paesi capitalisti (ma Pio XI osservava già nel 1931 che il capitalismo stava diffondendosi in tutto il mondo – “ Quadragesimo anno ”, 103–104). I lettori di “ Alice nel Paese delle Meraviglie ” ricorderanno come il sorriso del Gatto fosse ancora visibile quando il resto del Gatto era già sparito. La sostanza svanisce, ma gli effetti persistono, almeno per un po’. La fede nel Divino Bambino viene progressivamente uccisa, specialmente grazie al Vaticano II, mentre la gioia del Natale persiste. Questo, per un verso, perché Dio, sommamente generoso, commemora ogni anno la Nascita di Suo Figlio tra gli uomini con un diluvio di grazie attuali, alle quali molte anime rispondono disponendosi un po’ meglio di come facciano nel resto dell’anno; per l’altro, perché agli uomini piace la gioia. Cosa che è certo meno affidabile.

Perché, come continua a sparire il vero culto di Dio, e con esso ogni vera comprensione del significato della venuta del Salvatore, indispensabile per l’ingresso dell’uomo in Cielo, così la gioia di Natale si riduce alla mercificazione e alla fiera che tutti conosciamo. Il sorriso non può sopravvivere indefinitamente al Gatto. Neanche il più tenero dei BISi (Buoni Intimi Sentimenti) può sopravvivere indefinitamente senza il suo oggetto. Se Gesù Cristo non è Dio, e ancor meno l’unico e solo Salvatore dell’umanità, perché gioire della sua nascita? Io amo i miei BISi, ma se sono basati solo su essi stessi, presto o tardi crolleranno, lasciando al loro posto solo l’amaro sapore della disillusione. Io posso essere dolcissimo col “Natalizio”, ma se è perché cerco i miei sentimenti interiori, invece che ciò su cui essi sono basati, allora sto andando diritto verso un collasso emotivo o altro.

Si tratta della differenza tra il sentimentalismo e il sentimento. Nostro Signore era pieno di sentimenti, come quando incontrò la vedova di Naim affranta per l’imminente sepoltura del suo figlio unico ( Lc . VII, 11–15). Ma in Nostro Signore non v’era traccia di sentimentalismo (neanche, dico io, nel “ Poema dell’Uomo-Dio ” di Maria Valtorta), perché i sentimenti di Gesù non erano mai nutriti per essi stessi. I suoi sentimenti erano sempre mossi direttamente da un oggetto reale, per esempio dal dolore della vedova, che gli richiamava in mente quella che sarebbe stata la desolazione di sua Madre quando egli stesso sarebbe stato condotto nella tomba.

Il soggettivismo è la piaga dei nostri tempi: con esso l’uomo respinge la realtà oggettiva per poterla ricostruire come piace a lui soggettivamente. Il soggettivismo è il cuore e l’anima del Neo-modernismo che oggi sta devastando la Chiesa. E il soggettivismo che svia la mente da ogni oggetto esterno, genera necessariamente sentimentalismo nel cuore, perché separa dal cuore tutti gli oggetti esterni che possano servire da base reale ai suoi sentimenti. Alla fine il Natale capitalista sarà ucciso dal sentimentalismo.

O l’uomo ritorna al vero Dio, a Nostro Signore Gesù Cristo e alla vera importanza della sua Nascita, o il crollo di alcuni dei suoi più dolci BISi, i sentimenti natalizi, rischia di fornire al poco che resta della “Civiltà Occidentale” una ragione di più alla sua amarezza suicida.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Il 2009 della Provvidenza

Il 2009 della Provvidenza posted in Commenti Eleison on Dicembre 27, 2008

A metà novembre 2007 “Commenti Eleison” raccomandava di “allacciare le cinture di sicurezza” per l’anno 2008, perché un paio di rivelazioni private e soprattutto “la spinta verso lo sbocco in una terza guerra mondiale” costituivano insieme “quantomeno un semaforo giallo”. L’allarme era giustificato? Che dire del 2009?

Per quanto riguarda l’allarme, la terza guerra mondiale è ancora stata rinviata, ma sicuramente non annullata. “La giustizia di Dio mácina lentamente”, dice il vecchio proverbio, “ma mácina molto fine”. In altre parole, il Signore Iddio può prendere il suo tempo – “ Usa pazienza verso di voi ”, dice San Pietro, “ non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi ” ( II Pt. III, 9) – ma Dio non si lascia sfuggire il più piccolo dettaglio. Il 2008 ha visto solo l’incremento delle offese contro di Lui – indifferenza, blasfemia, immoralità, ecc. ecc. Ad un certo momento Egli dice “Basta!”. Nel 2009?

Forse. In ogni caso vale la pena ricordare che nel 1917, sotto il pontificato di Benedetto XV, la Madonna disse a Fatima che se la Russia non fosse stata consacrata al suo Cuore Immacolato nel modo in cui avrebbe chiesto, un’altra guerra più terribile della prima guerra mondiale, quindi devastante, sarebbe scoppiata “sotto il regno del prossimo papa”. Che sarebbe Pio XI. Ma Pio XI morì nel febbraio del 1939, mentre la seconda guerra mondiale fu dichiarata dall’Inghilterra e dalla Francia solo nel settembre di quell’anno, sotto Pio XII. La Madonna si sbagliò?

Questo non è probabile. Ciò che successe è che nel gennaio del 1938, mentre era ancora papa Pio XI, proprio quando l’insolita luce rossa predetta dalla Madonna come segno di avvertimento della “guerra più terribile” fu vista in tutto il cielo notturno dell’Europa, Stalin si accordava in Russia, facendo un’alleanza con Hitler (il successivo patto Von Ribbentrop), per permettere che questi lanciasse una guerra estenuante in Occidente (dichiarata dieci giorni dopo il patto!), la quale avrebbe permesso alla Russia stessa di acquisire tutta l’Europa dall’Est. In altre parole, la seconda guerra mondiale è scoppiata pubblicamente sotto Pio XII sol perché era stata precedentemente pianificata e decisa in privato sotto Pio XI. Quindi la Madonna non si era sbagliata. E Dio sa come da oltre un secolo i suoi nemici stiano progettando la terza guerra mondiale.

Così, per il prossimo anno, le anime ancora addormentate dall’economia o dalla politica veglino sulla giustizia di Dio che è prossima, e le anime già sveglie, ma che possono essere scoraggiate o spaventate da ciò che vedono intorno a loro, prendano coraggio!

Poco prima di morire di una tubercolosi terribilmente dolorosa, Santa Teresa di Lisieux, disse: “ Sono più che mai convinta che la Provvidenza veglia fin sul piccolo dettaglio delle nostre vite ”. Come potrebbe essere altrimenti?

Kyrie eleison.

De Corte

De Corte posted in Commenti Eleison on Gennaio 5, 2008

La malattia essenziale del mondo odierno è l’empietà. La filosofia puramente naturale senza una dimensione soprannaturale è una medicina insufficiente, ma può bene analizzare in che modo la natura umana sia stata devastata nel corso degli ultimi 500 anni, dal genere umano allontanatosi dal vero Dio della Rivelazione soprannaturale.

Tale è stato il caso del filosofo belga Marcel de Corte. Nato nel 1905, la sua carriera di scrittore come filosofo ebbe inizio nel 1930 con studi seri sulla sperimentata e vera filosofia di Aristotele, ma dalla Seconda Guerra Mondiale in poi egli rivolse la sua attenzione sempre più al mondo che stava crollando intorno a lui. Morì nel 1994.

Nei suoi ultimi tre libri, “ Fine di una Civiltà ” (1949), “ L’Uomo contro l’Uomo ” (1962) e “ L’intelligenza in pericolo di morte ” (1968), egli dimostra una forte familiarità con i moderni poeti e pensatori come Kant, Marx e Nietzsche, ma abbandonò Aristotele, al contrario. Alla luce di tale secolare filosofia, illuminato dall’alto dalla sua fede cattolica, egli fa una profonda diagnosi naturale della malattia moderna.

Il punto centrale di tale diagnosi è che a partire dal Rinascimento, che divide la fede dalla vita, e a partire dalla Riforma, che divide lo spirito dalla carne, sorge il RAZIONALISMO, in cui il pensiero astratto prima respinge e poi torna a schiacciare la vita umana concreta. È questa una profonda spiegazione del perché ci troviamo in un mondo di computer, elettronica, tecnologia e scienza che ha sempre meno comprensione o simpatia per l’essere umano in carne e ossa. Tuttavia, l’uomo che finge di essere un angelo si trasforma in una bestia, dice il vecchio detto, è per questo che oggi osserviamo l’elettronica ripiena con sempre più materiale bestiale.

Il rimedio di De Corte? Ripristinare l’integrità dell’uomo con il vivere umilmente la concreta ordinaria vita quotidiana, cosa che, egli dice, oggi può essere fatta solo con la grazia di Dio. E ritorna alla “più grande santa dei tempi moderni” (come diceva Pio XI), Santa Teresa di Lisieux e la sua “Piccola Via”.

Naturalmente, lì c’era prima Dio! È Lui che ha dato la soluzione che il filosofo in seguito ha capito.

Che Dio abbia pietà di noi.

Kyrie eleison.