religione

“Teologo” Conciliare – I

“Teologo” Conciliare – I on Giugno 5, 2010

La devastazione operata nelle anime in tutto il mondo, negli anni 1960, dal venir meno della gran parte dei vescovi cattolici al Concilio Vaticano II, è incommensurabile.

Per questo non si rifletterà mai abbastanza sul problema di fondo, perché esso è tutt’ora presente, e oggi più che mai. Esso minaccia di spedire tutte le nostre anime all’Inferno.

L’anno scorso il quindicinale italiano, Si Si No No [a. XXXV, n° 21, 15 dicembre 2009], ha pubblicato un articolo che riassume i principali errori di un “teologo” pioniere del Vaticano II, il domenicano francese P. Marie-Dominique Chenu.

Di seguito sono ulteriormente riassunti i suoi sei errori che portano al cuore del problema: collocare l’uomo al posto di Dio (ho cambiato il loro ordine – cosa che darà materia per un altro “CE”):

1. Volgersi all’uomo , come se fosse Dio ad aver bisogno di essere adattato all’uomo moderno, e non l’uomo moderno a Dio. Ma il continuo sforzo del cattolicesimo è di adattare l’uomo a Dio, e non viceversa.

2. Sottomettere la Rivelazione divina al modo di pensare moderno , ad esempio a Cartesio, Kant, Hegel. Non c’è più un’assoluta, oggettiva Verità. Tutte le impostazioni religiose diventano meramente relative e soggettive.

3. Sottomettere la Rivelazione divina al metodo storico , il che significa che ogni verità nasce solo nel suo contesto storico, tale che, dal momento che ogni contesto storico è cambiato o sta cambiando, nessuna verità è invariata o immutabile.

4. Credere nell’evoluzione panteista , nel senso che Dio non è più il Creatore essenzialmente distinto dalla creazione. Egli è considerato al pari delle creature, diveniente con l’evoluzione e con l’evoluzione costantemente cangiante.

5. Porre al primo posto i sentimenti in materia di religione , cioè mettere l’esperienza religiosa sentimentale al di sopra sia della Fede soprannaturale, nell’intelligenza, sia della Carità soprannaturale, nella volontà.

6. Negare la differenza tra il bene e il male , sostenendo che è la mera esistenza di un atto umano a renderlo buono. Ora, è vero che ogni atto umano che si realizza ha la bontà dell’ esistente , ma esso possiede la bontà morale soltanto se è ordinato al suo fine, che in definitiva è Dio. Gli atti umani che non sono ordinati a Dio sono moralmente cattivi.

I sei errori sono ovviamente interconnessi. Se (1) la religione è centrata su di me, allora (2 e 3) devo sganciare la mia mente dalla realtà, dove la religione è centrata su Dio. Con la mente così paralizzata, poi (4) “niente c’è che sia”, così che tutto si evolve, e (5) i sentimenti prendono il sopravvento (dopo di che la religione, per colpa degli uomini, si femminilizza, perché l’emotività è prerogativa delle donne). Infine, quando i sentimenti sostituiscono la verità (6), crolla la morale.

Negli stessi documenti del Vaticano II questi errori sono piuttosto impliciti che espliciti, poiché hanno dovuto essere mascherati perché i documenti fossero votati dalla gran parte dei vescovi cattolici presenti al Concilio, non ancora sufficientemente modernizzati.

Comunque, questi errori rappresentano l’intero aggiornamento dello “spirito del Vaticano II”, che era ciò a cui miravano coloro che hanno condotto il Concilio, ed è per questo motivo che da 45 anni la Chiesa ufficiale si è posta su un percorso di auto-distruzione: dal 1965 al 2010.

Per quanti anni ancora?

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

La Popolarità di Van Gogh

La Popolarità di Van Gogh on Aprile 10, 2010

Alla recente mostra del moderno artista olandese, Vincent Van Gogh, presso la Royal Academy of Arts di Londra, vi sono state code continue di persone che aspettavano di entrare. Come spiegare tale popolarità?

Certo, Van Gogh è moderno senza esserlo troppo, una combinazione che attrae oggi molte anime ansiose di dare un qualche senso al pazzo mondo che le circonda, ma sicuramente egli, che era religioso senza essere religioso, presenta in questo una combinazione ancora più interessante: la religione per apostati!

Nato in Olanda nel 1853, era il figlio maggiore di un pastore protestante. Per quasi tre quarti della sua breve vita pensò di porsi al servizio della religione, fu infatti solo all’età di 27 anni che scoprì il suo talento eccezionale e la sua vocazione di artista. Da quel momento si dedicò con religiosa intensità ad acquisire la padronanza del disegno e della pittura, per poter esprimere con l’arte ciò che non era riuscito ad esprimere attraverso una qualche apparente forma religiosa. Egli diceva: “In tutta la natura, ad esempio negli alberi, vedo un’espressività e un anima “.

Egli rese quasi tangibile quest’anima nel dipinto scelto dalla Royal Academy per il volantino della mostra: “Davanti all’ospedale di St. Remy”. Tronchi d’alberi nodosi protendono verso l’alto il loro fogliame scuro che sovrasta l’edificio di un giallo brillante e che si intreccia in alto con un cielo di un blu scuro. Le poche figure umane presenti appaiono insignificanti in mezzo alla dinamica vorticosa della natura, tanto più drammatica per la brillante tavolozza di colori, tipica di Van Gogh. La stessa dinamica è ancora più visibile nel suo famoso “Notte stellata” (non incluso in questa mostra), dove il paesaggio, cipressi, montagne, stelle e cielo appaiono stretti insieme in una selvaggia, ritmica, danza tra giallo e viola, che sembra suggerire il vortice dell’intero cosmo.

Entrambi i dipinti appartengono agli ultimi cinque anni particolarmente produttivi di Van Gogh, tra il suo trasferimento a Parigi nei primi mesi del 1886 e la sua morte in Francia nell’estate del 1890. Può non piacere l’arte moderna e può non piacere Van Gogh, ma nessuno può negare che i suoi dipinti di questo periodo rappresentino una reazione profondamente individuale ed umana a quello che Wordsworth chiamava “qualcosa di molto profondamente infuso” nel mondo della Natura che circonda noi esseri umani. Che altro è “arte”?

Solo che, mentre all’inizio del XIX secolo questo “qualcosa di infuso” aveva spinto il poeta inglese a “riflettere in tranquillità”, alla fine dello stesso secolo apostata, l’artista olandese, che aveva anche lui abbandonato la religione notoria, trovò in esso la bellezza, ma poca pace, cosa che lo rende alquanto in sintonia con la nostra epoca ancora più inquieta.

Ahimè, Van Gogh ha pagato un alto prezzo per riconoscere il movimento primario della natura, senza identificare il Primo Motore. Questo movimento senza il Motore immobile, il dinamismo feroce senza il Re della Pace, finirono per travolgerlo, e morì per essersi sparato un colpo al petto.

Signore Iddio, abbi pietà, abbi pietà di milioni e milioni di anime che ti percepiscono, che hanno bisogno di te, ma non possono – o non vogliono – trovarti!

Tu solo sai quanto sia pericolosa senza di te la loro religione irreligiosa!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Verità, Addio

Verità, Addio on Aprile 3, 2010

Ancora una voce della verità rischia di piombare nel silenzio negli Stati Uniti. Non si tratta, almeno apertamente, di una voce della verità cattolica. Ma oggi, i grandi problemi della verità, non sono in realtà, non tanto problemi specifici dei cattolici, quanto problemi basilari comuni a tutti gli uomini? E allora, quando un giornalista e scrittore della statura di Paul Craig Roberts, che ha ottime credenziali istituzionali ed è stato Sottosegretario al Tesoro nell’amministrazione Reagan, annuncia, apparentemente scoraggiato, che abbandona la penna, si tratta di un triste giorno per tutti noi.

Il suo articolo di addio di una decina di giorni fa si occupa precisamente della perdita universale della verità. Il suo pezzo d’apertura merita di essere citato per esteso:

«C’è stato un tempo in cui la penna era più potente della spada . . . quando la gente credeva nella verità e la considerava come qualcosa di indipendente e non come un sostegno per un governo, una classe, una razza, un’ideologia, un interesse personale o finanziario. Oggi gli americani sono governati dalla propaganda. Hanno poco riguardo per la verità, poco accesso ad essa e poca capacità di riconoscerla » (sottolineatura mia). «La verità è un’entità sgradita. Essa disturba. È off-limits. Chi ne parla corre il rischio di essere additato come “anti-americano”, “anti-semita” o “teorico della cospirazione”. La verità è un fastidio per il governo . . . e per gli ideologi».

E prosegue: «Oggi, molti di quelli il cui obiettivo era una volta scoprire la verità sono attualmente pagati profumatamente per nasconderla». Esempi presenti in molti domini dimostrano che «ovunque si guardi, la verità è stata abbattuta dal denaro. E laddove il denaro non è sufficiente a seppellire la verità, completano l’opera l’ignoranza, la propaganda e la memoria corta». Ulteriori esempi confermano che «L’intelligenza e l’integrità sono state comprate dal denaro . . . gli Americani, o la maggior parte di essi, hanno dimostrato di essere dei fantocci nelle mani di uno Stato di polizia». Essi hanno subìto il lavaggio del cervello ad opera dei principali mezzi di informazione che «non servono la verità. Ma servono il governo e i gruppi di interesse che muovono il governo».

È seducente quando sostiene che «Il destino dell’America è stato fissato quando, a proposito dell’11 settembre, il pubblico e il movimento pacifista hanno fatta propria la teoria governativa del complotto. La spiegazione del governo sull’11 settembre è contraddetta da molti elementi di prova. Tuttavia, questo decisivo evento del nostro tempo, che ha catapultato gli Stati Uniti in interminabili guerre di aggressione e in uno stato nazionale di polizia, è un tabù per le indagini dei media. È inutile lamentarsi della guerra e di uno Stato di polizia, quando si è accettata la premessa su cui sono basati » (ancora una sottolineatura mia).

Io vorrei solo aggiungere il corrispondente aspetto religioso: come possono le anime cogliere la sola vera religione di Dio, quando accettano le premesse su cui è basato il loro intero ambiente senza Dio? Agli inizi degli anni 2000 molti cattolici negli Stati Uniti non hanno voluto ascoltare gli interventi che sottolineavano la frode dell’11 settembre, e allora ci si chiede: come possono le anime che non si curano di arrivare alla verità, farsi strada verso il vero Dio? Come possono le anime che hanno perso il gusto per la realtà, mantenere qualche gusto per le supreme realtà dell’anima e della vita dopo la morte?

Roberts conclude tristemente, «Poiché la penna viene censurata e la sua forza annullata, io chiudo qui». Eh, no, caro Dott. Roberts. Nonostante tutte le apparenze, la penna è sempre più potente della spada, ma solo se non viene messa da parte. Continui a scrivere, nonostante siano poche le anime che La leggeranno ancora per amore della verità, poiché queste anime, come la Verità stessa, “sono forti e prevarranno”.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

La Politica di Geremia

La Politica di Geremia on Marzo 27, 2010

Come Geremia è il profeta veterotestamentario del Tempo di Passione, così è anche il profeta dei tempi moderni. Che sia il profeta del Tempo di Passione è evidente dalla liturgia della Settimana Santa, dove, per esprimere il suo dolore per la Passione e la Morte di Nostro Signore, Madre Chiesa attinge in larga misura dalle “Lamentazioni” di Geremia per la distruzione di Gerusalemme, nel 588 a. C. Che Geremia sia anche il profeta dei nostri tempi ne era convinto il cardinale Mindszenty, senza dubbio perché nei peccati del proprio mondo il cardinale vedeva sempre più quelli ricordati da Geremia nelle sue denunce contro Giuda, e capiva che questi peccati odierni stavano portando altrettanto sicuramente alla distruzione il nostro attuale modo di vita peccaminoso.

Ora, nel campo della politica e dell’economia, molti commentatori odierni (rintracciabili su Internet) vedono chiaramente che la distruzione si avvicina, ma non la collegano con la religione, perché loro, o la maggior parte dei loro lettori, partendo dal basso , non guardano verso l’alto. Geremia, al contrario, partendo dall’alto per la sua drammatica chiamata da Dio (Cap. I), vede la politica, l’economia e tutto il resto alla luce abbagliante del Dio degli Eserciti. Quindi dopo aver denunciato a lungo l’orribile perfidia di Giuda e i suoi peccati contro Dio, e dopo aver annunciato la punizione complessiva di Giuda (cap. II-XIX), egli fa delle particolari profezie politiche: i Giudei saranno condotti in cattività a Babilonia (XX), con il loro re Sedecia (XXI), e anche i re Ioacaz, Ioiakim e Ioiachin saranno puniti (XXII).

Simili profezie non resero popolare Geremia. I sacerdoti di Gerusalemme lo arrestarono (XXVI), venne sfidato da un falso profeta (XXVII), lo stesso re Ioiakim cercò di distruggere gli scritti del profeta (XXXVI), e infine i principi di Giuda lo gettarono nel fango di una cisterna per farlo morire, da dove fu tratto in salvo solo da un Etiope (XXXVIII). Subito Geremia tornò alla politica, invitando – invano – il re Sedecia ad arrendersi ai Babilonesi, cosa che gli avrebbe risparmiato grandi sofferenze.

Ovviamente alle autorità laiche e religiose della decadente Gerusalemme non piacevano le cose dette loro dall’uomo di Dio, ma avevano quel tanto di senso religioso da prenderlo sul serio. Oggi, invece, la Chiesa e lo Stato non lo liquiderebbero come un “invasato religioso”, intimandogli di “stare fuori dalla politica”? Non hanno, oggi, la Chiesa e lo Stato, separato tanto drasticamente la politica dalla religione da non vedere più quanto profondamente la loro politica senza Dio sia segnata e condannata dalla loro grande empietà?

In altre parole, la relazione degli uomini con Dio impregna e governa sempre tutto ciò che fanno, anche quando tale rapporto è da parte degli uomini di assoluta indifferenza verso Dio.

Così, se qualcuno di noi segue quest’anno un Ufficio delle Tenebre, lasci che il dolore di Geremia per la devastata Gerusalemme permetta di evocare in noi, non solo il dolore di Madre Chiesa per la Passione e la Morte del Nostro Divino Signore, ma anche l’incommensurabile dolore del Sacro Cuore per tutto un mondo che sprofonda nei peccati, i quali lo trascineranno verso la completa distruzione a meno che non si ascolti il grido lamentoso delle Tenebre: “Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore, tuo Dio”.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Sofferenza Musulmana

Sofferenza Musulmana on Febbraio 27, 2010

Il mese scorso mi sono trovato di fronte ad un piccolo esempio di un grande problema, quando ho incontrato a Londra un giovane di famiglia musulmana che è nato e vive in Francia. Questi è combattuto tra la sua origine maomettana e il suo ambiente europeo, e lo scontro che sta vivendo tra la fedeltà alle sue radici ancestrali e la fedeltà alla sua terra di nascita è chiaramente straziante.

Certi Maomettani possono adottare completamente i valori francesi, molti altri possono completamente respingerli, ma lui non riesce a fare alcuna delle due cose.

Naturalmente, il suo problema è molto più che culturale o politico o anche storico. È religioso.

L’Islam nacque circa 1400 anni fa come una separazione dalla Cristianità Cattolica in Medio Oriente. Radicato nell’eresia nestoriana, che sostiene che in Gesù non c’è nessuna natura divina, divampò con violenza nell’inaridita Cristianità del Medio Oriente e del Nord Africa, occupò per molti secoli anche la Spagna e si infranse in breve in Francia.

Una religione semplice e violenta, che cerca di conquistare il mondo intero con la spada; di fatto, un flagello di Dio, che per un migliaio di anni la Cristianità poté tenere a bada solo con la spada.

Tuttavia, ora che gli stessi Cristiani Europei stanno perdendo quasi tutta la loro fede in Cristo o nella Cristianità, ecco che permettono – e i loro governi anticristiani incoraggiano positivamente la cosa – ai Maomettani di tornare in Europa, non con la spada, ma con l’immigrazione; quello che ha fatto la famiglia di questo giovane, che è in Francia da due o tre generazioni.

Che cosa c’è dietro questa immigrazione?

I mondialisti vogliono aiutare a dissolvere le già gloriose nazioni cristiane per fonderle nel Nuovo Ordine Mondiale.

I liberali vogliono affermare la loro folle pretesa che le differenze di razza e di religione tra gli uomini sarebbero insignificanti.

I Maomettani vogliono che si consenta loro di occupare tutta l’Europa.

Eppure, anche se l’Europa è ogni giorno più corrotta, persistono ancora tracce della sua antica gloria, gloria dovuta alla Chiesa Cattolica. Queste tracce sono abbastanza marcate da suscitare, per un verso, in qualcuno, come in questo giovane, una fedeltà patriottica in grado di rivaleggiare con la fedeltà di sangue verso i suoi antenati, per altro verso, da ispirare ancora in molti europei un tale amore per il proprio modo di vivere da difenderlo con un bagno di sangue se apparisse o fosse troppo minacciato dall’esterno.

Satana non ha dubbi nella pianificazione di questo bagno di sangue.

Quanto a Dio, può permetterlo come una punizione.

In ogni caso esso appare sempre più probabile.

Nel frattempo che cosa dovrebbe fare questo giovane?

Idealmente, andrà alla radice del problema, se cioè Gesù Cristo è la seconda delle tre Persone di Dio, o solo un profeta, seppure sublime. Quindi, se è intelligente, collegherà i benefici della Francia, che tanto ammira, con il loro autore, lo stesso Dio Incarnato; e se poi divenisse un vero cattolico, vedrebbe come conciliare tutto il vero bene delle sue origini con tutto il vero bene della sua terra natale.

In questo modo sarebbe in grado di contribuire, seppure in modo limitato, per se stesso e anche per gli altri, ad evitare l’incombente bagno di sangue.

E cosa dovrebbero fare gli Europei di nascita per evitarlo?

Ritornare alla loro Fede atavica e alla sua pratica, ad essa che è la sola che ha il potere di unire tutti i popoli e le razze nella Verità, nella giustizia e nella pace. Questa è la loro antica responsabilità e la loro vocazione voluta da Dio: dare al mondo intero un esempio di fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, tale che tutte le nazioni e le razze siano invogliate a seguirlo.

Se invece gli Europei continueranno ad essere infedeli, il sangue è sicuro che scorrerà.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Mene, Tekel, Peres…

Mene, Tekel, Peres... on Febbraio 13, 2010

Un vescovo cattolico dovrebbe lasciare da parte le materie economiche sulla base del fatto che dovrebbe limitarsi alle questioni religiose? Niente affatto! Che visione ristretta della religione si deve avere per non accorgersi che l’economia, o l’arte di gestire i beni materiali necessari per la vita, è interamente governata dalla visione che si ha della vita, e che la visione che si ha della vita dipende dalla religione! Come può la religione (o la sua mancanza) essere adeguatamente compresa se non come la visione globale della vita con la quale un uomo si lega (o rifiuta di legarsi) a Dio che gli ha dato la vita?

Se moltitudini di uomini oggi pensano che l’economia non abbia niente a che fare con Dio, è solo perché a priori pensano che egli è o inesistente o insignificante. E quand’anche ritengono che vi sia una vita dopo la morte, pensano che comunque l’Inferno non esiste (“Andremo tutti in Paradiso”) o sia poco importante (“Almeno ci saranno tutti i miei amici”, scherzano). È da tali presupposti che deriva il passaggio dall’economia di ieri, l’economia del risparmio, a quella di oggi, l’economia che spende e spande.

Ieri, non si spendeva più di quanto si guadagnava. Per investire, si risparmiava e non si facevano debiti. Non si estingueva un debito con un altro debito. Oggi, spendere è patriottico. Tutti saremo prosperi se si spende indipendentemente da quello che si guadagna. Non serve risparmiare, perché il denaro inattivo non serve ad alcuno. Per effettuare investimenti redditizi, si prenda in prestito, con ogni mezzo. E se i vostri debiti lievitano, fatene altri per coprire i primi.

Questa economia del mangia-bevi-e-sii-felice è stata intellettualizzata in particolare dal molto influente economista inglese John Maynard Keynes (1883–1946), che una volta pronunciò la famosa frase: “Alla fine tutti moriamo”. Nel 1970 il Presidente Nixon (1913–1994) diceva: “Oggi siamo tutti Keynesiani”. E fin dal 1970 la crescita dell’impostazione keynesiana è stata continua, tanto da giungere all’orgia dei prestiti, dei debiti e delle spese degli anni 2000, resa possibile solo dal fatto che le persone hanno abbandonato il vecchio buon senso che le portava a non spendere più di quanto guadagnavano, e a evitare i debiti – “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole”, dice la Parola di Dio ( Rom . XIII, 8), e “Chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore” ( Prov . XXII, 7).

Così oggi il mondo si è reso schiavo di chi detiene il denaro, l’orgia sta crollando, e il crollo sarà sempre più grande. La disoccupazione è di gran lunga superiore a quella che i politici possano permettersi di ammettere, ma ciò nonostante continuano a rastrellare voti promettendo al popolo lavoro e benessere gratuito. I politici hanno incoraggiato queste aspettative irreali, con cui hanno conquistato il potere, ma che non sono in grado di soddisfare. La gente è in procinto di ribellarsi, la rabbia va crescendo. I politici allora dovranno iniziare qualche guerra all’esterno per distogliere il pensiero della gente dai problemi interni. La guerra è alle porte e sarà seguita, se Dio lo permetterà, dal Governo Mondiale degli usurai. Tutto questo perché la gente pensa che Dio non abbia nulla a che fare col vivere, e il vivere nulla a che fare con Dio.

Ma si legga Daniele V, 5–6 e 24–28! Dio ha computato il nostro regno . . . (Mene). Siamo stati pesati e siamo stati trovati mancanti (Tekel). La nostra società godereccia si è condannata . . . (Peres).

A noi non resta che prendere la nostra medicina.

Kyrie eleison.