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Orgoglio omicida

Orgoglio omicida posted in Commenti Eleison on Agosto 1, 2009

Amo “ Il Poema dell’Uomo-Dio ” di Maria Valtorta. Esso è composto, nell’edizione inglese, da cinque volumi [in italiano reperibile in 10 volumi] di visioni della vita, morte e resurrezione di Nostro Signore, per lo più relativamente ai tre anni del suo ministero pubblico, avute negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale da una donna italiana nubile, paralizzata e inchiodata al suo capezzale da un infortunio sofferto molti anni prima nella sua giovinezza. Come veggente, lei temeva sempre di poter essere ingannata dal Diavolo. I frutti del suo “Poema” in termini di edificazione e di conversioni, indicano invece con forza che le sue visioni erano un vero dono del Cielo.

Il “Poema” non è gradito a tutti. Ha critici severi. Alcuni lo trovano sentimentale. Io lo trovo pieno di sentimento, ma di un sentimento oggettivo e non auto-indulgente. Alcuni lo trovano privo di dottrina. Io trovo che forse sia discutibile in alcuni dettagli, ma in generale la dottrina è sorprendentemente ricca e accurata (le note a pie’ di pagina dell’edizione italiana aiutano). Alcuni trovano il “Poema” troppo ordinario. Io trovo che sia una presentazione meravigliosa di Nostro Signore come vero Dio e vero uomo. Pensano forse, questi ultimi critici, che l’Incarnazione possa essere stata meno incarnata? Cristo si è fatto carne.

Ecco un esempio tra migliaia dei concreti riferimenti del “Poema” su come funziona la natura umana, oggi misconosciuta. Per superare gli impulsi malvagi che Giuda Iscariota riconosce in se stesso, egli chiede alla Madre di Dio se può stare con lei per un po’ a Nazareth. Come “Rifugio dei peccatori”, lei chiede a Nostro Signore, se può rendere questo servizio a Giuda. Nostro Signore risponde che non è contrario, solo che lui sa che sarà inutile:—

“Giuda è come qualcuno in procinto di annegare, che sente che sta annegando, ma rifiuta per orgoglio la corda che gli si porge per trarlo a riva. Gli manca la volontà di raggiungere la riva. Ogni tanto il terrore di annegare lo spinge a chiedere aiuto, egli si aggrappa, ma poi l’orgoglio prende di nuovo il sopravvento, lascia cadere l’aiuto e lo spinge via, come se volesse fare da solo, ma nel frattempo diventa sempre più pesante con l’acqua fangosa che lo sta inghiottendo. Tuttavia, perché nessuno possa dire che non abbia provato tutti i rimedii – continuo, povera Mamma” (“povera”, perché non le piace questo tentativo di salvataggio).

Ogni anima che sta nell’Inferno – ahimè, come vorrei che fosse vuoto! – ha scelto da sé di essere lì, essendo questa l’unica alternativa alla sottomissione a Dio. Ogni sottomissione sminuisce il mio senso di compiacimento per me stesso. L’orgoglio è il peccato dei peccati.

Dal nostro orgoglio nascosto, o Signore, liberaci!

Kyrie eleison.

Quindici decine

Quindici decine posted in Commenti Eleison on Luglio 25, 2009

Prima che “Commenti Eleison” diventi un po’ più discreto (assicuratevi di registrarvi su dinoscopus.com se volete essere sicuri di continuare a riceverli in privato), lasciamo che qualcun altro scriva la sua ultima parola pubblica al posto mio. Cito parola per parola un lettore a cui avevo consigliato di recitare ogni giorno, nel modo più ragionevolmente possibile, tutti i quindici Misteri del Rosario.

“. . . . A volte è difficile adattarsi, ma . . . questo ha già fatto un’enorme differenza nella mia vita. Certamente la mia fede e la mia speranza sono state notevolmente rafforzate; erano diventate deboli per gli attacchi costanti provenienti da ogni direzione e senza reali difese sacramentali (il neretto è mio) . . . . Oltre a contribuire alla mia santificazione personale, posso notare molti altri benefici . . . . È un atto di riparazione. È una partecipazione alla Crociata del Rosario di Mons. Fellay . . . . Esso permette di liberare delle grazie della Madonna, da usare, e aiuterà a salvare le anime (spesso mi sentivo angosciato pensando a quante anime, incluse alcune molto vicine a me, sembra che siano sulla strada della perdizione, e mi sentivo completamente impotente per questo – ma ora sento che sto facendo qualcosa per aiutare).

E infine posso vedere che il Rosario è un’arma tremendamente potente contro Lucifero e il suo Nuovo Ordine Mondiale. Da tempo ho capito che c’era qualcosa di molto sbagliato nel mondo, e negli ultimi dieci anni o giù di lì, soprattutto a partire dall’11 settembre, ho imparato più di quanto avrei mai voluto sapere su ciò che sta realmente accadendo. Quando le squame sono cadute dai miei occhi mi sono sentito assolutamente devastato, e vicino alla disperazione. Ma ora mi sento come se avessi per le mani dell’artiglieria pesante, e sto facendo qualche danno reale al nemico ” (il neretto è mio).

Cari lettori, credeteci! Il Signore Iddio permette questa crisi terribile della Chiesa e del mondo solo allo scopo di svegliarci dal nostro sonno mortale e di ricondurci a Lui, perché possiamo essere felici con Lui, invece di essere infelici senza di Lui per tutta l’eternità. Di fronte all’apparente imminente trionfo mondiale dei Suoi nemici, possiamo avere la sensazione che non ci sia nulla che possiamo fare. Sbagliato! Il nostro amico lo ha capito bene. Quindici misteri al giorno sono un’”artiglieria pesante” in tutti i sensi! Come egli suggerisce, uno potrebbe preferire di non sapere cosa sta succedendo, tanto esso è orrendo. Ma piuttosto che sognare nella palude del “Sound of Music”, è molto meglio tornare alla realtà e fare quello che si può fare a riguardo. Le bombe cadranno presto.

Allo stesso modo il nostro amico scrive: “Fin dall’inizio, pregare ogni giorno almeno quindici decine del Rosario della Madonna . . . non ho lo stomaco per entrare in una chiesa Novus Ordo . . .”. Lui dice di aver temuto di non poter andare a Messa la Domenica, ma io gli ho detto che il terzo comandamento è di “mantenere la santità del sabato”, e di non tenerlo in una diapositiva in mezzo all’apostasia, e gli ho dato il consiglio che usava dare Mons. Lefebvre in questi casi, vale a dire di assistere alla vera Messa ogni volta che si può. Dio lo benedica. La Croce gli si para davanti, ma lui ha il Rosario in mano.

Kyrie eleison.

Bella domanda!

Bella domanda! posted in Commenti Eleison on Aprile 25, 2009

Sul sito di un certo Don John Zuhlsdorf è apparsa questa settimana una serie di osservazioni provocate da “ Colloqui difficili ”, pubblicato qui la settimana scorsa. Molti di queste osservazioni sono relativamente ponderate – complimenti a Don Zuhlsdorf. Una di esse va dritta al punto: “Mons. Williamson usa dei termini senza definirli. Mi piacerebbe sapere davvero se io sono un neo-modernista.”. Da parte sua, Joe Pinyan vuole sapere se, “per non essere in combutta con Baal”, deve rendere culto a Dio in una cappella della FSSPX piuttosto che in una parrocchia dove si celebra la Messa nella forma “straordinaria” e nella forma “ordinaria”.

Per dare una risposta a Joe, vorrei iniziare definendo il neo-modernismo. Esso è la rinascita (“neo”), permessa dentro la Chiesa cattolica dal Vaticano II (1962–1965), dell’onnicomprensiva eresia del modernismo. Il modernismo è il terribile sistema della corruzione della mente, emerso più di un secolo fa all’interno della Chiesa, e solennemente condannato da San Pio X nella sua enciclica “ Pascendi ”; secondo il modernismo la Chiesa cattolica dovrebbe adeguarsi per adattarsi al mondo moderno, a guisa di protestantesimo e di liberalismo. In effetti, esso è l’ultima forma di liberalismo, perché con i suoi principi kantiani pretende di liberare la mente dell’uomo (e la sua volontà) da qualsiasi verità (o legge).

Il modernismo è un errore particolarmente ipocrita e pericoloso, perché può lasciare intatte le apparenze del cattolicesimo mentre lo svuota della sua realtà. Così, Gesù Cristo non è veramente Dio, ma io sono libero di farne un Dio (per me) se voglio. Così, la verità cattolica e la Legge diventano tutto ciò che mi conviene fare di esse. Così, prescindendo dai Dieci Comandamenti, io divento libero di obbedire a nessuno di essi o a tutti e dieci, perché in entrambi i casi sto ubbidendo a me stesso. Il neo-modernismo è ancora più pericoloso del modernismo, perché i più altolocati uomini di Chiesa, invece di continuare a condannare totalmente il modernismo come S. Pio X, lo hanno adottato per stabilirlo ufficialmente all’interno della Chiesa!

In tal modo, oggi i cattolici sono stati resi liberi di partecipare sia alla forma “straordinaria” sia a quella “ordinaria” della Messa, a seconda che preferiscano il vero Dio immutabile e la sua essenzialmente immutabile vera Messa, o entrambe le Messe in quanto adatte al mondo di oggi. Ora, questa recente liberalizzazione della vera Messa può essere derivata dalle migliori intenzioni di Benedetto XVI, ma il vero Dio impone a tutti noi di adorarLo come Egli è realmente, e non come è stato ridimensionato dall’uomo moderno. Così, Joe, io mi aspetto di certo che tu mi creda contro Roma, se ti dico di fuggire la forma “ordinaria” della Messa, ma se non vuoi avere niente a che fare con il culto di Baal, perché oggi di questo si tratta, oggettivamente parlando è quello che dovresti fare.

Tuttavia, se non vuoi credere a me, devi leggere! Purtroppo, Pascendi di Pio X è una lettura difficile. Allora inizia da qui su Dinoscopus, con questi “Commenti Eleison”, che trattano di religione. Poi gradualmente passa ai due libri, che presto saranno quattro, pubblicizzati a fianco. Poi puoi leggere qualcosa degli scritti di Mons. Lefebvre.

Ma la cosa più importante per fare luce è recitare il Rosario della Madre del vero Dio.

E che Dio ti benedica.

Kyrie eleison.

Sofferenza di Cristo

Sofferenza di Cristo posted in Commenti Eleison on Aprile 4, 2009

La vigilia della Domenica delle Palme è sicuramente un buon momento per considerare con San Tommaso d’Aquino (IIIa, Q46, art.5,6) come la sofferenza di Cristo abbia superato ogni altra sofferenza. Naturalmente Cristo non poteva soffrire nella sua impassibile natura divina, ma scelse la sua natura umana perfetta, concepita per opera dello Spirito Santo e nata dalla Vergine Maria, per fornirsi di uno strumento di sofferenza incomparabilmente sensibile, in anima e corpo, per riscattare tutti noi e per salvarci dall’Inferno, se lo vogliamo.

Per quanto riguarda il Corpo di Cristo, ogni parte di esso, dal capo coronato di spine ai piedi trafitti dai chiodi, fu tormentata nella Sua Passione, culminante nei dolori lancinanti della morte in Croce, tre ore di tormento tra i crampi per spingere sui piedi inchiodati per respirare, e la dispnea o il soffocamento per reggersi sulle mani inchiodate per alleviare i crampi. La crocifissione era stata studiata appositamente perché fosse atroce – entrambe le parole [in inglese: crucifixion (crocifissione) e excruciating (atroce)] derivano dal latino crux, crucis, “croce”.

Per quanto riguarda l’ Anima di Cristo, con la sua gamma di percezione molto più ampia di quella dei semplici sensi corporei, quantunque perfetti, St. Tommaso indica tre ordini di sofferenza.

In primo luogo, per la scienza infusa, Cristo vide tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi, e scelse di pagare col suo sacrificio per tutti quei peccati in generale. In altre parole Egli usò le sue doti sovrumane, non per evitare la sofferenza, ma per soffrire di più. Eppure, allo stesso tempo ha voluto soffrire non solo con un calcolo divino, in base al quale una semplice puntura della Persona divina sarebbe stata un pagamento infinito e più che sufficiente, ma con un calcolo umano, subendo Egli solo come le esecuzioni di innumerevoli criminali!

In secondo luogo, con la normale conoscenza umana, Cristo soffrì nella sua anima osservando i diversi tipi di persone che contribuirono alla sua Passione: Ebreo e Gentile, uomo e donna (ad esempio, la serva che beffeggia Pietro), capi e popolo, amici e nemici. In particolare, dice San Tommaso, Cristo ha sofferto nella sua anima per essere stato odiato dal suo stesso popolo, allora ancora il Popolo Eletto da Dio, e – peggio di tutto – per essere stato abbandonato e tradito dai suoi stessi Apostoli. In terzo luogo, come ogni uomo, Cristo soffrì nella sua anima per il dover morire, e quanto più innocente e perfetta fu la sua vita, tanto più acutamente soffrì per il doverla perdere e per l’ingiustizia di questa perdita.

Ora, quale altro essere umano, o massa di esseri umani, ha vissuto una vita perfetta e innocente; ha scelto di darla via con una morte così orribile come con la crocifissione; è stato in grado di vedere tutti i peccati di tutti gli uomini e ha desiderato pagare per loro; e infine ha constatato l’abbandono di tutti intorno a lui, al punto di sentirsi abbandonato anche da Dio (“ lama, lama, sabactani ”)? Ci sono stati sei milioni di questi uomini, ma non si potrebbe pretendere che il loro sacrificio sia stato motivato da qualcosa come la carità di Cristo, con il suo travolgente amore divino e umano per tutti noi poveri peccatori. Quindi il loro sacrificio non potrebbe essere lontanamente paragonabile al suo.

Kyrie eleison.

Ouverture Coriolano

Ouverture Coriolano posted in Commenti Eleison on Marzo 7, 2009

Molti dei più popolari capolavori di Beethoven esprimono in musica una lotta tremenda nell’animo umano. Alcuni, come la terza e la quinta Sinfonia, finiscono con un tripudio di gloria eroica. La famosa sonata per pianoforte “Appassionata” si conclude con una tempesta di distruzione eroica. L’”Ouverture Coriolano”, riconducibile allo stesso picco della creatività di Beethoven, finisce con la rovina dell’eroe.

Beethoven amava la lettura di Plutarco, la cui “Vite Parallele” dei grandi uomini della Grecia e di Roma, è stata definita “una scuola per eroi”. Coriolano fu un conquistatore, ma, orgoglioso generale dei primi anni della Repubblica Romana, ritenendosi un bel momento non sufficientemente apprezzato dai suoi compatrioti romani, offrì i suoi servizi ai loro nemici, i Volsci, e con un esercito di Volsci avanzò su Roma per farla a pezzi. I capi romani, i senatori, gli amici e la famiglia lo pregarono perché risparmiasse il loro paese. Invano. Solo la supplica della madre ruppe finalmente la sua rabbia. Risparmiando Roma, si condannò all’esilio e alla morte tra i Volsci.

Beethoven scrisse la sua “Ouverture Coriolano” per introdurre la presentazione teatrale non dell’ultima delle grandi tragedie di Shakespeare, ma di un’opera dallo stesso titolo di un drammaturgo contemporaneo, H. J. v. Collin. L’Ouverture è un programma musicale che si regge da sé, un semplice dramma dell’anima in forma di sonata, a prescindere dalla storia che l’ha ispirata. Tuttavia, è facile leggere la musica in relazione a tale episodio della storia romana . . .

Il primo Oggetto dell’Esposizione, in due parti, intende descrivere la rabbia del generale (battute 1–14) e la sua agitazione (15–27), e il loro sviluppo (29–50), ma che conducono dritti al secondo Oggetto, scorrevole e lirico (52–77), che lascia cogliere facilmente la supplichevole azione di una matrona romana forte e sicura. La rabbia ritorna (84–95), per svanire in un piccolo motivo di caduta (96–100), che monopolizzerà lievemente lo Sviluppo (101–152) – l’argomentare della madre che prevale e muove il figlio a ripensarci. Con la Ricapitolazione (152–229), la rabbia del generale scoppia di nuovo, più violenta che mai (167–176), solo per sfociare in una supplica anche più insistente di prima (178–206) – con Beethoven, una Ricapitolazione finisce con l’acuire piuttosto che ammorbidire il conflitto che ha animato l’Esposizione!

La Coda, o la fine del pezzo (230–314), comincia con la madre che ancora fa prevalere la sua argomentazione (230–240), con il soffermarsi sulla supplichevole lirica (242–254). Un confronto finale (255–269) e un argomento (270–275) concludono con un ultimo impeto di collera del generale (276–285), solo che questa volta esso si rompe in una serie di accordi di caduta e di quiete (286–294) per poi ripresentare per quattro volte la prima frase di agitazione del Generale (297, 299, 300, 306), ogni volta più lenta e sommessa della precedente, fino a quando l’Ouverture si spegne in silenzio. Il generale e la sua ira sono annullate. Roma è salva!

Cattolici, se non volete fare a pezzi Roma, ascoltate vostra Madre! Non-cattolici, se non volete essere d’aiuto nel fare a pezzi il vostro paese, ascoltate la Beata Vergine Maria, Madre di tutti noi, ai piedi della Croce!

Kyrie eleison.

“Scomuniche rimesse”

“Scomuniche rimesse” posted in Commenti Eleison on Gennaio 24, 2009

Come certamente un gran numero di lettori già sanno, un Decreto del 21 gennaio dalla Congregazione dei Vescovi a Roma (non l’ Ecclesia Dei ) ha “rimesso”, il Decreto di “scomunica” del 1 luglio 1988, così che i quattro vescovi della Fraternità San Pio X, allora dichiarati “scomunicati”, adesso sono “ri-comunicati”. A mio parere quest’ultimo decreto è un grande passo in avanti per la Chiesa, senza essere un tradimento da parte della FSSPX.

Si tratta di un grande passo in avanti per la Chiesa, perché se fin dal Vaticano II il problema della Chiesa è stato la separazione dell’Autorità cattolica dalla Verità cattolica, con questo decreto l’Autorità cattolica ha compiuto un decisivo passo indietro verso la loro riunione. Proprio come dopo il Motu Proprio del luglio 2007, nessuno ha potuto più dire che il vero rito della Messa era stato vietato da Roma, anche se c’è chi si comporta ancora come se lo fosse, così anche adesso nessuno può più dire che i cattolici che tengono alla Tradizione sono “fuori della Chiesa”. Certo, un certo numero di conciliaristi continuerà a comportarsi come se lo fossero, ma sanno benissimo che non hanno più il Papa dalla loro parte. La differenza è enorme!

Naturalmente c’è ancora una lunga strada da percorrere prima che i neo-modernisti a Roma, consci o inconsci, si rendano conto – se mai lo faranno! – di come essi abbiano cambiano la Fede, ma come dice il vecchio proverbio: “Roma non fu costruita in un giorno”, e non verrà riparata in un giorno. Il fatto è che “mezza pagnotta è meglio di niente” – chiedete ad un uomo affamato! -, così nel frattempo lasciatemi dire come ringraziare Dio per questo grande cambiamento di direzione della Chiesa conciliare. Ringraziamo quindi la Beata Vergine Maria, il cui intervento sarà stato decisivo, grazie ai quasi un milione e tre quarti di rosarii offerti a lei con questa intenzione, tra i quali anche i vostri. E ringraziamo e preghiamo per Benedetto XVI e per tutti i suoi collaboratori, che hanno contribuito a far passare questo Decreto, nonostante, ad esempio, il clamore dei media orchestrato e programmato per impedirlo.

Tuttavia, chiedendo e accettando tale riconciliazione con la Chiesa conciliare, non è che la FSSPX corre il rischio di intraprendere la strada verso il Conciliarismo? Niente affatto! Non c’è dubbio che alcuni conciliaristi a Roma sperano che il Decreto servirà a preparare la FSSPX a tornare all’ovile del Vaticano II, ma il Decreto stesso, così com’è, impegna la Fraternità a nient’altro che a quei colloqui nei quali la Fraternità si è impegnata nel 2000, quando propose la liberalizzazione della Messa e la fine delle “scomuniche”, come pre-condizioni preliminari.

E allora, tali colloqui non comportano alcun pericolo? Certo che no! Ma San Pietro dice che dovremmo essere “ pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi ” ( I Pt. III, 15). Come può la FSSPX non gioire per la possibilità di poter presentare a Roma, prima alle stesse autorità romane, le profonde ragioni dottrinali che riteniamo essere alla radice del presente disagio della Chiesa? Guai a noi cattolici della Tradizione, se non fossimo pronti a dare ragione di quella speranza che è in noi per il salvataggio della Chiesa!

Quindi, cari cattolici, continuiamo a recitare il Rosario per la possibile realizzazione e per i risultati di tali colloqui, perché possano servire in primo luogo, e soprattutto, gli interessi di Dio, di Dio, di Dio.

Kyrie eleison.