denaro

Finanza Criminale – I

Finanza Criminale – I on Ottobre 29, 2011

L’imminente collasso della finanza globale, e/o l’avvento di una finanza globale in vista di un governo globale in funzione del quale è stato architettato tale collasso, potrebbe far pensare: come siamo caduti in questo pasticcio e come si può venirne fuori? Se Dio onnipotente non ha svolto alcun ruolo in una crisi tanto pesante, ovviamente Egli non è una cosa seria, ma solo un piacevole passatempo della Domenica. Se invece Egli è così importante come una volta pensavano evidentemente i costruttori delle cattedrali medievali, il fatto di averLo trascurato sarà stato un elemento centrale nel trionfo odierno della finanza sulla realtà.

In effetti, occorre riandare al Medio Evo per comprendere da dove viene il disastro odierno. Quando la Fede incominciò a venir meno dopo l’alto Medio Evo, gli uomini divennero sempre più interessati a Mammona, l’altro elemento portante della loro vita (Mt. VI, 24). Fu così che il denaro, nato per servire agli scambi di beni reali e servizi, abbandonò la sua propria natura per diventar la finanza moderna, padrona dell’economia globale. Un passaggio chiave di questo processo fu la diffusione dopo il Medio Evo del sistema bancario a riserva frazionata, che ha condotto direttamente all’odierna montagna di debiti indifferenziati e insolubili, con il mondo schiavizzato dai banchieri visibili o meglio dai loro invisibili controllori.

Quando il denaro è al servizio dell’economia, uno Stato virtuoso si assicura che la quantità totale di moneta circolante aumenti o diminuisca in corrispondenza con la quantità totale di beni reali che sono scambiati in quella data economia, così che il suo valore rimanga stabile. Troppo denaro a caccia di pochi beni fa sì che il suo valore diminuisca con l’inflazione. Troppo poco denaro ambito da troppi beni fa sì che il suo valore aumenti con la deflazione. In entrambi i casi il cambio del suo valore destabilizza lo scambio di tutti i beni. Ora, se alle banche, dove i clienti depositano soldi veri, basta mantenere solo una parte di questi soldi come riserva su cui appoggiare una più grande quantità di carta moneta da poter mettere in circolazione, esse, facendone circolare troppo o troppo poco, possono giuocare col valore del denaro e fare una fortuna prestando denaro costato poco ed esigendo il ritorno di denaro costoso. Tale che i finanzieri possono assumere il controllo dello Stato.

Peggio ancora, se il sistema bancario a riserva frazionata consente alle banche di sganciare il denaro dalla realtà e di fabbricarne a volontà, e se possono caricare interessi composti anche lievi sul loro denaro irreale, logicamente sono in grado di succhiare – e lo fanno! – tutto il valore reale di una economia, riducendo la maggior parte dei depositanti in debitori e la maggior parte dei debitori in schiavi di un debito impagabile o di una ipoteca schiacciante, con la sola precauzione di non uccidere la gallina dalle uova d’oro di cui beneficiano. La saggezza divinamente ispirata del legislatore Mosè gli fece porre dei freni sul potere di chi fa dei prestiti, cancellando tutti i debiti ogni sette anni (Dt. XV, 1–2) e restituendo tutte le proprietà agli originari possessori ogni 50 anni (Lv. XV, 10)!

E perché Mosè, uomo di Dio e quindi uomo dalla profonda “spiritualità”, si è occupato di tali questioni materiali? Perché come la cattiva economia può portare l’uomo alla disperazione, verso l’Inferno, lontano da Dio – basta guardarsi intorno, oggi ma soprattutto domani – così la buona economia rende possibile una avveduta prosperità che in nessun modo adora Mammona, ma piuttosto rende più facile affidarsi alla bontà di Dio e adorarLo e amarLo. L’uomo è fatto di anima e corpo.

Sicuramente Mosè avrebbe fracassato il sistema bancario a riserva frazionata, come fracassò il Vitello d’Oro!

Kyrie eleison.

Film Sulla Crisi

Film Sulla Crisi on Settembre 24, 2011

Sono già apparsi due film interessanti sulla crisi finanziaria ed economica negli USA, che dal 2008 minaccia di minare l’intero stile di vita occidentale. Entrambi i film sono ben fatti. Entrambi sono convincenti. Eppure uno dice che i banchieri sono eroi, mentre l’altro sostiene che sono malvagi. Se la società occidentale dovrà avere un futuro, la contraddizione merita una riflessione.

Il film documentario Inside Job è costituito da una serie di interviste con banchieri, politici, economisti, imprenditori, giornalisti, docenti universitari, consulenti finanziari, ecc. Qui emerge un quadro terrificante di avidità e di complicità in frode al vertice della società americana e in tutti questi ambiti. La libera impresa è stata la giustificazione per la deregolamentazione finanziaria degli anni ‘80 e ‘90, che ha dato sempre più potere ai finanzieri fino al punto che costoro sono riusciti a porre sotto il loro controllo tutti i politici o i giornalisti o gli intellettuali influenti. Di fatto un processo di spietato saccheggio delle classi medie elavoratrici è ancora in corso. La rabbia delle vittime sta montando verso l’esplosione, ma almeno per adesso i finanzieri continuano a rimpinzarsi alla greppia che hanno così ben predisposto per loro stessi.

“L’avidità è cosa buona. Fa girare il mondo”, dicono i banchieri.

Il secondo film, Too Big to Fail [Troppo grandi per fallire], ricostruisce i drammatici avvenimenti dell’autunno del 2008, con al centro il crollo della Lehman Brothers, una delle più grandi banche d’investimenti di New York.

Hank Paulson, allora Segretario del Tesoro degli USA, è presentato mentre assume una classica decisione da libero mercato, rifiutando l’intervento del governo, il solo che potesse salvarela Lehman Brothers dal fallimento. Ma il risultato è un tale shock per la comunità finanziaria mondiale che viene paventato il tracollo della finanza e del commercio mondiali, al punto che Paulson, con i suoi compagni di governo e con l’aiuto dei principali banchieri di New York, è costretto a persuadere il Congresso degli USA ad approvare un intervento finanziario governativo a favore di tutte le grandi banche, che non si possono lasciar fallire. La cosa si realizza a stento. Il sistema è salvo. Il governo e i banchieri sono gli eroi del giorno. Ancora una volta il capitalismo ha dimostrato di essere la meraviglia che sempre abbiamo saputo fosse . . . grazie all’intervento socialista!

I banchieri sono quindi eroi o malvagi? Risposta: eroi al massimo nel breve periodo, ma certamente malvagi nel lungo periodo, poiché basta il minimo buonsenso per capire che ogni società ha bisogno dell’altruismo, nessuna società può costruirsi con l’avidità, cioè con l’egoismo. In ogni società ci saranno sempre gli abbienti e i non abbienti (cf. Gv . XII, 8). I dirigenti delle società che hanno il denaro e il potere devono assolutamente badare alle masse che non ne hanno, diversamente sarà la rivoluzione e il caos. Naturalmente i mondialisti contano su questo caos di domani per poter prendere il potere mondiale il giorno dopo, ma per quanto essi possano proporre, è Dio che dispone.

Nel frattempo i cattolici e chiunque abbia a cuore il futuro, dovrebbero andare a vedere questi due film e quindi porsi alcune domande scomode sul capitalismo e il libero mercato. Com’è capitato che questa volta il capitalismo sia stato salvato solo dal socialismo? Il governo è dunque realmente così malvagio? Il capitalismo è realmente così buono? Com’è possibile che una società, per sopravvivere, dipenda dall’avidità degli uomini? Come mai la società si è messa in tale stato di dipendenza? Vi è qualche segno che faccia pensare che qualcuno si stia ponendo queste domande? O l’universale culto di Mammona – chiamiamo le cose col loro nome – procede indisturbato?

In definitiva, se Gesù Cristo non assolve gli uomini dai loro peccati tramite i suoi sacerdoti, non può esistere alcun sistema sociale idoneo dopo l’Incarnazione. Negli ultimi secoli, il capitalismo è vissuto sempre e solo come parassita del Cattolicesimo dei secoli precedenti. Il Cattolicesimo è esaurito? Il capitalismo sta morendo!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Il Pomodoro e il Palo – I

Il Pomodoro e il Palo – I on Settembre 10, 2011

Poco tempo fa una moglie e madre di famiglia mi ha detto che faceva fatica a comunicare col marito. A stento incominciavano a discutere di ciò che andava male, che subito si arrabbiavano l’uno con l’altro. Giusto o sbagliato che fosse, percepii che il suo problema rientrava in quella universale, deliberata e diabolica negazione del ruolo meravigliosamente complementare voluto da Dio nel matrimonio per l’uomo e per la donna. Ecco cosa le ho risposto. Lei mi ha fatto sapere che l’ha aiutata. Spero quindi che possa aiutare altri (attenzione, care signore, io non penso che il problema stia tutto dalla vostra parte!):—

Mi dispiace sentire che il suo matrimonio attraversa un momento difficile. Regola numero uno: non disputare mai col marito in presenza dei bambini o mentre essi possono ascoltare. La prima preoccupazione dev’essere per loro. Non si può aiutare la famiglia sminuendo il marito o disputando con lui di fronte ai bambini. Al contrario.

Regola numero due: RISPETTI suo marito, anche se non sempre lo merita. Le donne si muovono con l’amore, gli uomini con l’ego, una differenza non da poco. Ecco perché San Paolo – PAROLA DI DIO – dice: “Mogli, obbedite ai vostri mariti, mariti, amate le vostre mogli”. Una differenza enorme! Quando nel matrimonio il marito dimostra amore per la moglie e la moglie rispetta il marito, normalmente si pongono le basi per un matrimonio felice. E se lui non dimostra amore per lei, lei si renda amabile, cosa che non potrà mai fare battagliando con lui.

A qualunque costo, rispetti suo marito. Egli ha bisogno del suo rispetto ancor più che del suo amore. Lei invece ha bisogno del suo amore ancor più che del suo rispetto. Gli obbedisca. Non dimostri mai che gli sta dicendo cosa deve fare. Lo induca a decidere di fare ciò che lei vuole che egli faccia. Non è buona cosa per la moglie lavorare fuori casa, specialmente se guadagna più del marito. Se lei deve guadagnare, e di fatto guadagna più di lui, non lo faccia mai pesare. Sminuisca la cosa. Un uomo ha bisogno di considerarsi il sostegno e il capo della casa. Lei ne è il cuore, altrettanto necessario che il capo famiglia, forse di più, ma non è lei il capo. E se talvolta è costretta ad agire come il capo, non lo dia a vedere, ma lo dissimuli.

Mi sorprenderebbe se lei non riuscisse a far funzionare il suo matrimonio. Generalmente spetta alla donna adattarsi all’uomo e non viceversa. Un proverbio russo dice: “Come il pomodoro si attacca al palo (su cui si arrampica), così fa la donna con l’uomo”. Se lui non è un palo, faccia di tutto perché lo diventi. E se non ci riesce, allora faccia di tutto perché lo sembri. Dio fa le donne più adattabili degli uomini, così che possano adattarsi ai loro uomini.

Lei dice che la famiglia ha avuto bisogno di soldi per educare le sue bambine.

Ha pensato che la migliore e più importante educazione delle bambine si realizza nella cucina della madre? Posto che la madre stia in casa. Lei, col suo esempio, può dare alle sue bambine molto di più di quanto possa dare qualsiasi scuola fuori casa. Può dar loro il prezioso esempio di una moglie e di una madre che obbedisce e rispetta il proprio marito, nonostante tutto. I bambini sono degli ottimi osservatori. Il suo esempio è di cruciale importanza per la felicità dei loro futuri matrimoni e delle loro future case.

Disputi con suo marito, se vuole, ma con calma, rispettosamente e sempre lontano dai bambini. E non dica: “Sono stata fuori tutto il giorno a lavorare, a casa ho bisogno anch’ io di comprensione”. Lavorare fuori casa, per le madri non è normale, e gli uomini lo percepiscono, anche se si tratta del loro stesso difetto. Gli uomini sono quelli che sono. Questo è l’uomo che Dio le ha dato in sposo. Dia ai suoi figli l’esempio col rispetto che gli porta. Per loro si tratta di un regalo prezioso, specialmente per le sue ragazze.

Oggi, tutte le famiglie hanno bisogno di molte preghiere. Madre di Dio, aiutaci!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

No Prestiti !

No Prestiti ! on Luglio 2, 2011

L’ultimo salvataggio finanziario della Grecia, se si realizzerà, rimanderà ancora una volta il giorno della resa dei conti per l’Unione Europea e forse per il sistema finanziario mondiale, ma la scadenza è solo rinviata, non cancellata.

Il problema è nel sistema.

Se i politici democratici vogliono essere rieletti devono ricorrere ai prestiti per pagare l’allegra greppia sulla quale hanno condotto i popoli, ma la follia di individui, famiglie e nazioni di contrarre prestiti su prestiti non può durare per sempre e un giorno subirà una pesante battuta d’arresto. Questi popoli e questi politici hanno battuto fino ad oggi la strada sbagliata, perché decidere di accumulare prestiti normalmente è cosa stupida o criminale.

Stupida, se negli importanti volumi scritti dagli “economisti” di professione si dimentica la saggezza basilare delle tre strofe di Shakespeare:—

“Non chiedere né dare denaro in prestito / Col prestito si perde spesso il denaro e l’amico / E il fare debiti ottunde il senso della parsimonia.”

In altre parole, l’abitudine al prestito non dispone alla “parsimonia” o alla cura delle risorse che si hanno. Per esempio, il denaro chiesto in prestito arriva troppo facilmente, almeno all’inizio, minando sia la percezione del valore del denaro sia il senso della realtà, come quanto possa essere duro il guadagnare denaro o eventualmente il restituirlo. E i prestiti, dice Polonio ( Amleto , I, 3), non solo spesso non vengono restituiti, ma se ho fatto un prestito ad un amico che non può restituirlo finisce che questo non mi si avvicina più per la troppa paura o per la vergogna.

Tuttavia, quelli che prestano i soldi non sono tutti stupidi. Di questi, certuni sono criminali, perché sanno che prestando denaro a tassi da usura possono ridurre gli individui, le famiglie e le nazioni alla povertà e alla schiavitù –

“Chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore” (Pr . XXII, 7).

Per certe carte di credito oggi si paga tra il 20 e il 30% di interesse, e la Chiesa cattolica ha sempre severamente condannata l’usura. Gli usurai sono dei criminali che distruggono il tessuto sociale, impoverendo e schiavizzando i loro simili o intere nazioni.

Nei tempi moderni l’usura assume forme diverse, dicono i Papi, ed è per questo che il mondo intero oggi dovrebbe aprire gli occhi di fronte al fatto di essersi lasciato schiavizzare dall’astuzia dei finanzieri, che usano il loro denaro per padroneggiare i mezzi di comunicazione e in particolare i politici, acquistando così il controllo dell’intera società, che ha voluto mettersi nelle mani di Mammona.

Sorge allora la domanda: come può permettere, Iddio, che si determini un tale stato di cose, e come mai potrà permettere l’immensa sofferenza che sopraggiungerà con il prossimo crollo finanziario e/o la prossima guerra mondiale, entrambe architettate dai suoi nemici per acquisire il controllo totale del mondo, come sperano?

La risposta è che Egli ha concesso tale potere ai suoi nemici perché la loro crudeltà e disumanità siano come una sferza da abbattere sulle spalle di un mondo che si è allontanato da Lui e ha preferito avere Mammona per padrone

– non potete servire a Dio e a Mammona, dice Nostro Signore ( Mt . VI, 24).

E Dio permetterà nel prossimo futuro una sofferenza maggiore perché “la saggezza si acquista con la sofferenza” (Eschilo). Infatti oggi solo una grande sofferenza potrà permettere ad un numero significativo di anime nel mondo intero di imparare che il loro materialismo e il loro culto per Mammona sono gli infidi nemici del loro unico vero interesse: la salvezza eterna delle loro anime.

Madre di Dio, ottieni misericordia per noi poveri peccatori!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Rimanere Vigili!

Rimanere Vigili! on Aprile 16, 2011

In una situazione del mondo così grave che si levano perfino delle voci per le quali il recente disastro del Giappone, con i suoi stimati 27.000 morti in tempo di pace, non sarebbe un atto di Dio, ma un atto dell’uomo (si veda HAARP tsunami su internet), cosa può fare un cattolico per salvare la sua anima?

In tutta verità egli non è in grado di fare molto per il mondo, ma per se stesso quanto meno può stare in guardia, rimanere vigile.

È Nostro Signore, nell’orto del Getsemani, che dice di stare in guardia anche prima di pregare, cioè tenere gli occhi aperti e non addormentarsi ( Mt . XXVI, 41). La ragione è ovvia. Se, come Pietro, Giacomo e Giovanni, io non sto in guardia ( Mt . XXVI, 43), cesso di pregare, magari, come nel loro caso, proprio quando Nostro Signore ha più bisogno.

Esattamente come molti cattolici negli anni ‘50 e ‘60, specialmente chierici, che non stettero in guardia sui segni dei tempi nella Chiesa e nel mondo e così rimasero completamente intrappolati nei passi sbagliati del Vaticano II.

È per questo che i “Commenti Eleison”, come facevano le “Lettere del Rettore”, si volgono costantemente all’osservazione dell’economia e della politica, per permettere ai cattolici di rimanere vigili sulla loro religione e le sue esigenze, che sono di gran lunga superate dalle Sue promesse ( I Cor . II, 9).

Così vediamo un esperto di Wall Street (si veda JSmineset.com , 30 marzo 2011) che dice: “il sistema finanziario è accartocciato senza rimedio. Al suo vertice non c’è neanchela volontà di rimediare ad alcunché, perché i sapientoni sanno che è impossibile. È il mondo creato dall’implosione della Lehman. Non è un bel ‘Mondo Nuovo’”. . . . Jim Sinclair dice che non importa quanta valuta fittizia, per così dire, creeranno le banche centrali . . . “Il danno è fatto e non c’è soluzione . . . per favore rendetevi materialmente autosufficienti ” (dice lui, ed io sottolineo).

Eppure, anche i cattolici tradizionali sono portati a sonnecchiare, per non dire ad abbandonarsi al sonno. Ecco due recenti testimonianze.

La prima è di un insegnante di una scuola tradizionale:—“Mi sento terribilmente solo nella battaglia, non nella battaglia con i nemici esterni del mondo, ma nella battaglia dentro la Fraternità San Pio X, che è diretta con tale sottigliezza che nessuno sembra rendersene conto. Lo stesso che accadeva tra i cattolici nel 1960 , lo stesso lento e graduale mutamento di comportamenti.”

La seconda è di un osservatore interno all’ambito cattolico tradizionale odierno negli USA:—“Ho l’impressione che la militanza cattolica sia in declino. Vedo molti cattolici tradizionali, specialmente padri di famiglia, che accettano l’andazzo del mondo. Per loro la lotta non è più importante. Si accontentano di avere la loro bella Messa domenicale e il lunedì mandano i loro figli alla scuola pubblica. Ogni novembre vanno a votare per il minore dei due mali, guardano (la conservatrice?) Fox News e dichiarano che il (conservatore?) Partito Repubblicano è la risposta a tutti i problemi del mondo. A mio modesto avviso, questa mancanza di militanza è diventata sempre più diffusa nel mondo cattolico tradizionale. Stiamo (noi laici) ritornando allo stesso insieme di circostanze che ha condotto al Concilio Vaticano II? Costituiscono i fedeli tiepidi la gran maggioranza del movimento tradizionale? Temo che per entrambe le domande la risposta sia: sì”.

In effetti, non è fin troppo facile rinunciare a provare a nuotare contro-corrente, e tanto accattivante da cadere nelle braccia di Morfeo? Il minimo, proprio il minimo che si possa fare per se stessi è scaraventare fuori il televisore.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Pensare L’impensabile

Pensare L’impensabile on Gennaio 1, 2011

È difficile non pensare che il 2011 sarà un anno molto importante. Il mondo vive nelle tenebre dell’intelligenza e nella corruzione della volontà. La Chiesa, che dovrebbe essere la “luce del mondo” per l’intelligenza e il “sale della terra” contro la corruzione della volontà, è in eclissi.

Essa c’è ancora, ma la sua luce e il suo calore, per colpa degli uomini, a malapena giunge loro da presso.

Stando così le cose, i problemi del mondo e dal mondo stanno per piombarci addosso. Sta per verificarsi, quest’anno o subito dopo, un’inimmaginabile maremoto negli affari umani.

Le leggi inesorabili della realtà sono in procinto di capovolgere l’economia del mondo, nonostante la maggior parte degli “economisti”, spacciatori d’irrealtà, continui a evocare il paese dei sogni.

Per aiutare i padri di famiglia a pensare l’impensabile vorrei citare alcuni consigli di uno scrittore e commentatore di questioni pratiche che non ha perso il senso della realtà: Gerald Celente, della zona di New York ( trendsresearch.com ):—

« Ci viene chiesto continuamente di fornire specifiche indicazioni mirate su cosa fare per superare le tempeste finanziarie . . . . Non ci sono soluzioni semplici o valide per tutti. Ogni singola situazione è diversa. Se siete disoccupati in una zona rurale, vi sono una serie di possibilità e una serie di problemi diversi da quelli di coloro che vivono in città o in periferia.

« Il fattore chiave da intendere è che la cosa si profila a largo raggio. Questo è un tempo di contrazione e un tempo di conservazione e di preservazione . In genere ci sarà meno reddito disponibile e meno dollari da spendere nel superfluo. Ciò che era considerato “essenziale” quando il denaro scorreva, diventa “frivolezza” quando il flusso si ferma.

« Quando cerchi un lavoro, se il tuo miglior giudizio ti dice che il lavoro che avevi non è più una possibilità (agenzia immobiliare, mediazione ipotecaria, editoria, edilizia, vendita al dettaglio, lavoratore dell’auto, etc.), ora può essere il tempo, se praticabile, per vivere il tuo sogno. Cosa hai voluto fare da sempre? Hai scoperto qualche talento e qualche capacità che ti distinguono dagli altri? Considera attentamente ciò che ti piacerebbe fare di più e quali sono le possibilità per viverlo . Bisogna partire da qui. Se il solo lavoro che puoi trovare è umile, fallo al meglio. Fallo con creatività e senza risentimento, e allora si presenteranno delle possibilità al più alto livello . Se fai ciò che ami, non sarà mai un “lavoro”. Una definizione di felicità può essere questa: “Quando ti svegli il mattino e quello che devi fare è quello che sceglieresti di fare ”.

« Valuta la tua situazione personale. Cerca uomini che pensano come te e che si trovano in situazioni analoghe e hanno altre competenze. Vi è una qualche forza nel numero. Un gruppo con un obiettivo può avviare un programma che per un singolo sarebbe impensabile e inattuabile. »

Le sottolineature sono mie. Sarò felice se si riveleranno errate, ma adesso devo pensare che la prima priorità sarà fra poco un’azione che guardi alla sopravvivenza. Gerald Celente fornisce qui alcune linee di pensiero. Naturalmente bisogna pregare, questo è essenziale, ma come dice un vecchio proverbio . . . aiutati che Dio t’aiuta.

A tutti i lettori mando la mia benedizione per il nuovo anno.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra