Fraternità San Pio X

Assisi-Smo – NO!

Assisi-Smo – NO! on Gennaio 8, 2011

Alcune persone temono ancora che la Fraternità San Pio X dell’Arcivescovo Lefebvre si avvii verso un cattivo accordo con la Roma di Benedetto XVI, ma con l’Assisi-ismo del Papa, fra le altre cose, si potrebbe dire che lo stesso Benedetto XVI sta facendo del suo meglio per impedire una tale eventualità.

Sei giorni fa egli ha sostenuto, in teoria, che le “grandi religioni” del mondo possono costituire “un importante fattore di pace e di unità del genere umano”. Cinque giorni fa, egli ha annunciato, in pratica, che ad ottobre di quest’anno andrà “come pellegrino” ad Assisi per commemorare il 25° anniversario dell’Incontro di Preghiera delle Religioni Mondiali tenuto nel 1986 dal Papa Giovanni Paolo II. Ma la teoria che tutte le “grandi religioni del mondo” possano contribuire alla pace del mondo, fu rigettata decisamente dall’Arcivescovo Lefebvre, mentre la pratica dell’incontro di preghiera di Assisi del 1986 venne da lui condannata come una flagrante violazione del Primo Comandamento, violazione che, attuata dal Vicario di Cristo, costituì uno scandalo inaudito in tutta la storia della Chiesa. Forse solo il timore che l’eccessiva ripetizione si rivelasse controproducente gli avrebbe impedito di censurare severamente quest’ultimo tassello dell’Assisi-ismo.

Comunque, l’Arcivescovo allora riconosceva che troppi pochi cattolici avevano colto l’enormità dello scandalo. E questo perché l’intero mondo moderno emargina Dio, pone tra parentesi la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, fa della religione una questione di libera scelta e relega la Tradizione cattolica nel mero ambito della sensibilità o del sentimento. Colpendo anche i papi, questo modo di pensare è diventato così normale dappertutto che ognuno di noi è in pericolo.

Occorre tornare ad alcune nozioni basilari:—

Ogni cosa che esiste richiede una Causa Prima. Questa Causa, per essere la Prima, dev’essere l’Essere stesso, Essere del tutto perfetto, poiché qualsivoglia secondo dio, per essere differente dal Primo, dovrebbe avere una qualche perfezione mancante al Primo. Così che il vero Dio può essere solo uno. Quest’unico vero Dio ha assunto la natura umana una volta, e solo una volta, nella Divina persona di Nostro Signore Gesù Cristo, il quale ha provato la sua divinità con una tale quantità e qualità di miracoli che mai hanno accompagnato alcun altro uomo e che per di più da allora hanno accompagnato la Sua Chiesa: la Chiesa Cattolica Romana. L’appartenenza a questa Chiesa è data dalla fede, che è aperta a tutti gli uomini. Accettare questa fede è per loro l’indispensabile punto di partenza verso la salvezza eterna. Se invece si rifiutano di credere, si pongono sulla strada che li porta alla dannazione eterna (Mc, XVI, 16).

Pertanto, se con le loro iniziative passate e future su Assisi, i Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno incoraggiato e incoraggiano le anime a pensare che il Cattolicesimo non è la sola e unica via per la felicità eterna, ma solo uno dei tanti promotori (anche se il migliore) “della pace e dell’unità” del genere umano nella vita di quaggiù, ne consegue che entrambi i papi hanno facilitato nella vita di lassù la terribile dannazione di innumerevoli anime.

Piuttosto che avere una qualche parte in tale tradimento (quantomeno oggettivo), l’Arcivescovo Lefebvre preferì essere dileggiato, rigettato, disprezzato, marginalizzato, ridotto al silenzio, “scomunicato”, e così via.

C’è un prezzo da pagare per mantenersi fermi nella Verità. Quanti cattolici sono pronti a pagarlo?

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Quarantesimo Anniversario

Quarantesimo Anniversario on Novembre 6, 2010

Lunedì scorso è stato un giorno di immensa gratitudine e di qualche cautela. Ricorreva il 40esimo anniversario della fondazione della Fraternità San Pio X, il giorno in cui Mons. Charrière, vescovo di Ginevra, Losanna e Friburgo, a nome della Chiesa universale, approvò ufficialmente gli Statuti della Fraternità che gli erano stati sottoposti alcuni mesi prima da Mons. Lefebvre.

Per chiunque si sforzi di mantenere la fede cattolica e di viverla in mezzo alla complessiva strisciante apostasia odierna, il motivo della gratitudine è chiaro. A partire dal Vaticano II, la Chiesa ufficiale si è venuta a trovare in uno stato di collasso, che è ancora in atto, perché i responsabili ecclesiastici si sono votati alle novità di quel Concilio che ha voluto mettere l’uomo al posto di Dio. Così che i cattolici continuano ad essere indotti in errore, mentre la struttura piramidale della Chiesa di Dio si sbriciola da cima a fondo.

Pertanto, per un vero cattolico, per un uomo di Chiesa convinto della struttura piramidale, rendersi conto che fosse necessario costruire una contro-piramide in mezzo alle rovine della piramide principale, fu un primo miracolo. Per lui, riuscire ad erigere questa piramide minore sotto il peso della pressione papale della fatiscente piramide maggiore, fu un secondo miracolo. E per i successori dell’Arcivescovo, l’aver tenuto in piedi la piramide minore per quasi 20 anni dopo la sua morte, è stato un terzo miracolo. Ora, la FSSPX non ha il monopolio della difesa della fede – Dio ce ne scampi! -, ma è stata la spina dorsale di questa difesa. Noi dobbiamo rendere un illimitato grazie a Dio che con la Sua bontà permette a chiunque di comprendere quale dono sia stata la FSSPX.

Ma dobbiamo anche essere cauti.

Il Padre Barrielle (1897–1983) fu il Direttore Spirituale del primo seminario di Ecône, in Svizzera, fin dai primi giorni, e io mi ricordo come avesse l’abitudine di citare spesso le parole del suo amato maestro, il Padre Vallet (1883–1947), gran predicatore degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, dei quali elaborò quel sistema in cinque giorni che è così proficuo per le anime della FSSPX in tutto il mondo – proprio col contributo di Padre Barrielle che lo ha trasmesso ai seminaristi. Il Padre Vallet aveva studiato a fondo gli Esercizi e la loro storia e faceva osservare che una volta fondata una Congregazione per predicarli, e accertato il suo successo, ecco che entro un certo lasso di tempo il Diavolo riesce a deviare o a distruggere tale Congregazione.

Di quanto tempo si trattava secondo Padre Vallet, come riferiva Padre Barrielle? Quarant’anni!

Ora, la predicazione degli Esercizi non è il solo apostolato della FSSPX, si può quindi sperare che ci venga risparmiata la speciale attenzione del Diavolo? Nient’affatto!

Se questa piramide minore è in effetti la spina dorsale della difesa della fede nel bel mezzo delle rovine della Chiesa che si sgretola tutt’intorno, essa potrà essere oggetto solo di una maggiore concentrata attenzione!

Stiamo in guardia tutti e sulla base della struttura piramidale del Cattolicesimo, che quelli che sono in cima a questa piramide siano specialmente presenti nelle nostre accurate preghiere.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Rimandare la Condanna?

Rimandare la Condanna? on Ottobre 30, 2010

In seguito a diversi recenti numeri di Commenti Eleison che sottolineano l’importanza della dottrina (CE 162 , 165 , 166 , 167 , 169 ), un lettore chiede se forse non sarebbe più saggio rimandare la condanna del Vaticano II, posto che né gli officiali romani della Chiesa, né i cattolici in generale sono pronti ad accettare che il Concilio sia dottrinalmente così cattivo come sostenuto dalla Fraternità San Pio X, a seguito di Mons. Lefebvre.

In realtà, esso è ancora peggio.

Nei documenti del Vaticano II, il problema dottrinale non sta principalmente nel fatto che sono apertamente e chiaramente eretici. In effetti, la loro “lettera”, che contrasta col loro “spirito”, può sembrare cattolica, al punto che l’Arcivescovo Lefebvre, che prese parte direttamente a tutte e quattro le sessioni del Concilio, li firmò tutti, tranne gli ultimi due, i peggiori, “Gaudium et Spes” e “Dignitatis Humanae”. Eppure, questa “lettera” è sottilmente contaminata dallo “spirito” della nuovissima religione centrata sull’uomo, per la quale propendevano i Padri conciliari, e che da allora sta corrompendo la Chiesa.

Se l’Arcivescovo Lefebvre potesse oggi votare di nuovo questi 16 documenti, ci si chiede se con la saggezza dell’esperienza ne voterebbe anche uno solo di essi.

Ora, questi documenti sono ambigui perché seppure in gran parte sono interpretabili esteriormente come cattolici, all’interno sono avvelenati dal modernismo, che è la più perniciosa di tutte le eresie della Chiesa, come dice San Pio X nella “Pascendi”. E allora, quando per esempio i cattolici “conservatori”, per “fedeltà” alla Chiesa, li difendono, cos’è che conservano esattamente?

Il veleno e la sua capacità di continuare a corrompere la Fede cattolica di milioni di anime, alle quali perciò si spiana la strada della dannazione eterna!

Tutto questo mi fa venire in mente un convoglio alleato che durante la II Guerra Mondiale attraversava l’Atlantico con rifornimenti vitali per gli Alleati. Un sottomarino nemico riuscì ad emergere nel bel mezzo del perimetro difensivo delle navi, così che poté facilmente silurarne una dopo l’altra, visto che i cacciatorpediniere alleati battevano il perimetro esterno alla ricerca dei sommergibili, mai potendo immaginare di poterseli ritrovare al loro interno!

Il Diavolo è nel bel mezzo dei documenti del Vaticano II e sta silurando la salvezza eterna di milioni di anime, camuffato com’è in questi documenti.

Ora immaginiamo un marinaio dalla vista acuta che, trovandosi in uno dei mercantili del convoglio, si accorge della debole scia lasciata dalla presa d’aria del sommergibile. Egli grida, “Il sommergibile è dentro!”, ma nessuno lo prende sul serio.

Deve aspettare e tacere, o deve gridare “Allarmi!”, e continuare a gridare fino a che il capitano non si accorga anche lui del pericolo mortale?

La Fraternità San Pio X deve gridare sul Vaticano II, e continuare a gridare, senza posa, perché milioni di anime sono in un incessante pericolo mortale.

Per comprendere questo pericolo la cui teoria è certamente difficile da cogliere, si legga, o si traduca nella propria lingua, il fondato libro sui documenti del Vaticano II del Padre Alvaro Calderon “ Prometeo: la religion del hombre ”.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Vocazioni – Da Dove?

Vocazioni – Da Dove? on Ottobre 2, 2010

Dopo aver seguito per alcune decine di anni una serie di corsi in scienze umanistiche, a tempo parziale e a tempo pieno, presso due Università di importanti città di una “avanzata” nazione occidentale, Roberto (come lo chiameremo) si trova sostanzialmente d’accordo con la critica alle università moderne presentata in un recente “Commenti Eleison” ( CE 158 ), ma avanza una interessante obiezione che sposta in avanti di uno o due passi la questione. Cominciamo con la sua diretta esperienza del “sistema” universitario odierno.

Alcuni anni fa, dopo anni di studio che sembravano interminabili, Roberto ha finalmente ottenuto il suo dottorato in storia, ma a mala pena e in modo tale da pregiudicare per sempre il conseguimento di un incarico come professore universitario. Il sistema del politicamente corretto, egli dice, è riuscito a difendersi con successo dalle sue idee di “estrema destra”. “All’integralista è stato messo il bavaglio, la democrazia è salva. Lo stupido si è gettato da solo sotto il rullo compressore ed è stato regolarmente schiacciato, così facilmente come Winston nel famoso romanzo di George Orwell, 1984”.

“Data la mia esperienza”, egli scrive, “non mi sento di raccomandare ad un giovane, e ancor meno ai miei stessi figli, di andare all’università per le discipline umanistichee. Piuttosto, si lasci che scelgano un lavoro manuale o una formazione tecnica avanzata. L’ideale sarebbe lavorare in proprio, in un paese o al massimo in una piccola città, così da evitare la moderna schiavitù dello stipendio”. Per fare quello che vorrebbe, dovrebbe nascere un’altra volta, egli dice, perché in quanto intellettuale cattolico sente che la sua azione è stata limitata alla testimonianza.

Tuttavia, Roberto oppone una seria obiezione a questa soluzione di preferire dei lavori manuali o una formazione tecnica avanzata. In breve, egli dice, è vero che gli ingegneri possono essere pagati meglio dei filosofi, ma la semplicistica natura del loro lavoro – on-off, zero-uno – li distoglierà dall’interessarsi alle umane, troppo umane, complicazioni della religione e della politica. In teoria, uno potrebbe essere un tecnico di giorno e un poeta di notte, ma in pratica, dice Roberto, è difficile condurre una vita divisa tra questi due opposti, perché in tal modo un uomo finirà in genere col perdere l’interesse per l’uno o per l’altro.

Egli osserva la stessa tensione all’interno della scuola della Fraternità San Pio X presente nella sua parte del mondo. In teoria, le discipline umanistiche vi hanno un posto preminente, ma in pratica i ragazzi e il personale tendono a preferire le scienze, a causa delle migliori prospettive di lavoro. Roberto ha l’impressione che in tal modo i giovani che escono da quella scuola sono meno bene attrezzati per comprendere in profondità i problemi della Chiesa conciliare o del mondo moderno.

Fine della sua testimonianza.

Il problema è grave. Per esempio, le scuole della FSSPX sono pressate a rivolgere l’attenzione verso le scienze, mentre i futuri sacerdoti hanno sicuramente bisogno di una buona formazione nelle scienze umanistiche, perché le anime non funzionano sul semplicistico uno-zero, on-off. Eppure, se le vocazioni non provengono dalle scuole della Fraternità San Pio X, da dove proverranno? Come possono essere preservate le cose spirituali in un mondo che si dedica alle cose materiali? Le anime dei giovani, come possono essere orientate verso il sacerdozio? Io ho notato che in molti casi l’elemento decisivo è il loro padre che pratica seriamente la sua religione.

Si legga il libro di Tobia nel Vecchio Testamento (non è né lungo, né difficile da capire) e si vedrà come Dio premi i padri attraverso i loro figli.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Dottrina Sottovalutata

Dottrina Sottovalutata on Settembre 25, 2010

In una rivista nordamericana solitamente riflessiva, “Culture Wars”, il Direttore ha di recente addossato la responsabilità, a me personalmente insieme all’intera Fraternità San Pio X, di volerci tagliare fuori dalla corrente principale della Chiesa cattolica. Elenco qui, il più brevemente ed equamente possibile, gli argomenti di E. Michael Jones, indicando con delle lettere i punti principali, per facilitare la risposta:—

Il suo argomento principale è che il problema del Concilio Vaticano II non è dottrinale: “(A) I documenti del Concilio non sono di per sé responsabili di tutte le follie che sono seguite al Concilio in nome del suo “spirito”. In effetti questi stessi documenti sono a volte ambigui, ma (B), Dio è sempre con la Sua Chiesa, ecco perché (C) solo qualcosa di cattolico può ottenere il consenso dei vescovi del mondo riuniti insieme, come è successo nel Vaticano II. (D) Pertanto, può e deve bastare l’interpretazione delle ambiguità alla luce della Tradizione, come a suo tempo si propose di fare Mons. Lefebvre.

“Perciò (E) il Vaticano II è tradizionale, e qualsiasi problema fra Roma e la FSSPX non può essere dottrinale. (F) Ne deriva che il vero problema della FSSPX è che rifiuta la comunione per paura della contaminazione, (G) rifiuto causato dalla sua scismatica mancanza di carità. (H) Il conseguente senso di colpa essa lo copre pretendendo che la Chiesa sia in una situazione di emergenza senza precedenti, provocata dall’anti-dottrina del Vaticano II. (I) Quindi la FSSPX sta dicendo che la Chiesa ha fallito nella sua missione e che la FSSPX sola constituisce la Chiesa. Sciocchezze! Vescovi della FSSPX, firmate il vostro cedimento a Roma!”

RISPOSTA: Il problema del Vaticano II è ESSENZIALMENTE dottrinale. (A) Ahimè, i documenti del Vaticano II sono in effetti responsabili dello “spirito” del Vaticano II e delle sue folli conseguenze. È la loro grande ambiguità stessa, riconosciuta da E.M.J. , che ha scatenato le follie. (B) Dio è effettivamente con la Sua Chiesa, ma lascia i Suoi uomini di Chiesa liberi di scegliere di danneggiarla grandemente, mai però fatalmente (cf. Lc. XVIII, 8). (C) Fu così che lasciò cadere la massa dei vescovi cattolici nella spaventosa crisi ariana del quarto secolo. Quello che è successo una volta sta accadendo oggi di nuovo, solo in peggio. (D) Nella fase iniziale della lotta post-conciliare per la Tradizione, poteva essere ragionevole appellarsi all’interpretazione del Vaticano II alla luce della Tradizione, ma questo stadio è di gran lunga superato. Gli amari frutti dell’ambiguità hanno provato da tempo che gli abilmente avvelenati documenti conciliari non possono essere recuperati.

In tal modo, (E) il Concilio non è per niente tradizionale, e il conflitto fra Roma e la FSSPX è ESSENZIALMENTE dottrinale, tale che (F) ci sono buone ragioni per temere la contaminazione, a causa della falsa dottrina del Vaticano II – essa conduce le anime all’Inferno. (G) Né tra i tradizionalisti (non-sedevacantisti) vi è una mentalità scismatica, nonostante (H) la Chiesa sia nel pieno della peggiore emergenza della sua intera storia. (I) Ma proprio come nella crisi ariana i pochi vescovi che conservarono la fede dimostrarono che la Chiesa non aveva assolutamente fallito, così la FSSPX fa parte della Chiesa e sta preservando la Fede, senza pretendere in alcun modo di sostituire o di essere essa stessa la Chiesa.

Michael, quando, in tutta la storia della Chiesa, i suoi vescovi riuniti sono stati volutamente ambigui ? Lei ammette l’ambiguità del Vaticano II. Quando mai gli uomini di Chiesa sono ricorsi all’ambiguità, se non per spianare la strada all’eresia?

Nella Chiesa di Nostro Signore il “sì” dev’essere sì e il “no” dev’essere no (Mt. V, 37).

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Dottrina – Perché? – II

Dottrina – Perché? – II on Settembre 18, 2010

La dottrina, o l’insegnamento, è dell’essenza stessa della Chiesa cattolica. Alle anime, prima di tutto, si deve insegnare come andare in Cielo, o non potranno mai arrivarci. “Andate dunque e insegnate a tutte le nazioni” è una delle ultimissime istruzioni di Nostro Signore ai suoi Apostoli (Mt. XXVIII, 19). È per questo che l’eroica lotta dell’Arcivescovo Lefebvre per la Tradizione cattolica (1970–1991) fu prima di tutto dottrinale.

Ed è anche per questo che, come ricordato la scorsa settimana in CE 165, il Vescovo Fellay ha detto a Brian Mershon, nel maggio scorso, che le differenze dottrinali non possono essere messe da parte per giungere ad un qualsiasi accordo pratico con Roma, per quanto questo sia attraente. Alla domanda se il rifiuto da parte della Fraternità San Pio X di una soluzione canonica o pratica non fosse “un segno di ostinazione o di cattiva volontà”, il Vescovo ha risposto (le sue parole sono reperibili sul sito web di “ The Remnant “): “. . . . È del tutto evidente che qualunque soluzione pratica che si attuasse senza un fondamento dottrinale solido porterebbe direttamente al disastro . . . . Abbiamo tutti questi esempi di fronte a noi: la Fraternità San Pietro, l’Istituto Cristo Re e tutti gli altri sono completamente bloccati a livello di dottrina, perché hanno prima accettato l’accordo pratico.”

Il motivo per cui la dottrina cattolica viene “bloccata” da qualsiasi accordo pratico è dato dal buon senso. I Romani di oggi sono ancora assolutamente attaccati al loro Concilio (Vaticano II). Questo Concilio è essenzialmente un allontanamento dalla Tradizione cattolica, la Religione di Dio, in direzione di una nuova religione dell’uomo. Se essi fanno quindi una grande concessione alla Tradizione, come sarebbe un’eventuale regolarizzazione della FSSPX, necessariamente chiederanno in cambio una concessione similare. Ora, essi sanno che la FSSPX è avvinta alla dottrina cattolica, per tutti i motivi esposti in precedenza, quindi il minimo che possano chiedere è che le differenze dottrinali vengano sorvolate, per il momento.

Ma questo è sufficiente ai fini dei Romani! Una volta firmata la ri-unione pratica, quel “per il momento” lascerebbe posto all’euforia non-dottrinale di tutte le anime tradizionali che sarebbero felici di essersi liberate dalla freddezza (come da esse percepita) della disapprovazione di Roma, e questo renderebbe abbastanza difficile alla FSSPX fare marcia indietro se – per caso, ovviamente – il “momento” si trasformasse in un lasso di tempo indefinito. La trappola sulla FSSPX sarebbe così scattata.

Ma il “sorvolare”, il passare oltre la dottrina, specialmente il sorvolare sulla radicale differenza dottrinale tra la religione di Dio e la religione dell’uomo, equivale a sorvolare, o ad accantonare, Dio stesso. Ma come è possibile che un servo di Dio possa servire Dio accantonandoLo o sorvolandoLo? A ben riflettere, questo è il primo piccolo passo verso una grande apostasia!

Come ha ricordato il Vescovo Fellay, 40 anni di esperienza confermano questi principi – il campo di battaglia della Tradizione cattolica è disseminato di cadaveri di organizzazioni che hanno iniziato nobilmente, ma che hanno fallito perché non hanno capito quant’è importante il problema dottrinale.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra