Fraternità San Pio X

Colloqui difficili I

Colloqui difficili I on Settembre 5, 2009

Qual è il risultato migliore che si può sperare, e il risultato peggiore che si può temere, dai “colloqui dottrinali” che avranno inizio quest’autunno a Roma tra la Chiesa ufficiale e la Fraternità San Pio X? In pratica il divario dottrinale tra il conciliarismo di Roma e il cattolicesimo della Fraternità è così fondamentale (può 2 più 2 essere uguale sia a 4 sia a 5?) che i “colloqui” non dovrebbero nemmeno cominciare. Tuttavia, supponendo che i rappresentanti di Roma e della Fraternità siedano attorno ad un tavolo, cosa si può sperare?

A meno di uno stupendo miracolo di Dio, non vi è, umanamente parlando, alcuna speranza che i Romani abbandonino la loro devozione al Vaticano II, quel Concilio la cui lettera mescola le religioni di Dio e dell’uomo e il cui spirito è sicuramente per la religione dell’uomo. Da oltre 40 anni gli uomini di Chiesa che controllano Roma sono posseduti dalla convinzione che la religione di Dio debba essere adattata all’uomo moderno, e nulla indica che essi siano collettivamente in procinto di abbandonare la loro mortale “miscela”, al contrario. Si Veda per esempio la più recente enciclica del Papa, “Carità nella Verità”.

Pertanto, il massimo che si può sperare da parte dei Romani è che alla Verità cattolica esposta loro dalla FSSPX, una manciata di essi reagirà positivamente, molto probabilmente in privato – possano essi salvare le loro anime! Da parte della FSSPX, nella migliore delle ipotesi essa avrà testimoniato la Verità al vertice della Chiesa, laddove questo è di massima importanza; e se così in alto si notasse solo poco o nessun bene apparente, si potrebbe ancora sperare che questi “colloqui” aprano una possibilità a tutti i cattolici di buona volontà, perché possano rafforzare la loro comprensione di quella dottrina per la quale i cattolici sono cattolici, e fortificare il loro buon senso cattolico per il quale, naturalmente e soprannaturalmente, 2 più 2 fa 4, e nient’altro.

Quello che possiamo temere, invece, è che questo primato della dottrina possa essere offuscato dal fascino dell’autunno romano. “Chi si sdraia con i cani romani, si alza con le pulci porpora”, dice un proverbio (inventato da un amico). La tentazione per la FSSPX, specialmente se Roma agiterà sul muso dell’asino ancora disprezzato sia il bastone di un’ulteriore condanna, sia la carota del riconoscimento, sarà quella di sorvolare sul divario dottrinale e di accontentarsi di una sorta di “accordo pratico” per cui alla FSSPX, già molto simpatica a Benedetto XVI, per esempio, potrebbe essere concesso lo stato giuridico nella Chiesa ufficiale, in cambio di una almeno tacita accettazione di smettere di attaccare il suo conciliarismo.

Tuttavia, tale accettazione sarebbe l’inizio della fine, non della difesa della Fede, ma della difesa di essa da parte della FSSPX, perché, come il comunismo vecchio stile ben sapeva, i cattolici non si devono mai combattere sul piano della dottrina, dove sono i più forti. Piuttosto la sua strategia era quella di proporre un qualche tipo di accordo pratico, in base al quale i cattolici avrebbero potuto sorvolare sulla dottrina e co-operare con i comunisti nell’azione. Come il comunismo ha sempre saputo, da cosa nasce cosa . . .

Kyrie eleison.

“Sincerità” pericolosa

“Sincerità” pericolosa on Agosto 22, 2009

Se Benedetto XVI non è un positivo distruttore della Chiesa, come Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II prima di lui, quantomeno egli presiede alla sua distruzione. Una recente critica di Don Peter Scott, che conduce un’eccellente analisi dell’ultima enciclica di Benedetto XVI (accessibile su angelqueen.org) solleva ancora una volta la questione cruciale: questi Papi sono coscienti della distruzione che sta attuandosi sotto la loro responsabilità? In generale, ci sono tre risposte principali.

In primo luogo, liberali e modernisti negano che sia in atto una distruzione, tale che, naturalmente, i recenti Papi sono inconsapevoli di essere o di essere stati dei distruttori. Essi sono stati dei buoni Papi, non sono da biasimare, devono solo essere seguiti.

In secondo luogo, al contrario, i sedevacantisti dicono che questi Papi sono stati responsabili della devastazione della Chiesa, tutti sono stati fin troppo bene educati, hanno conosciuto troppo bene la Chiesa pre-conciliare (essendo tutti anziani) e tutti hanno giurato troppo spesso (nella loro giovinezza) l’imperativo Giuramento Anti-Modernista, tale che non si può dire che non fossero coscienti della distruzione che hanno causato. Non solo dobbiamo biasimarli, ma logicamente non possiamo ritenere che siano stati dei Papi, per non parlare del fatto di seguirli.

In terzo luogo, come l’alba e il tramonto non sono contraddittorii o illogici semplicemente perché mischiamo la notte e il giorno, ma entrambi sono eventi reali che si verificano una volta ogni 24 ore, così la posizione di mons. Lefebvre e della Fraternità San Pio X non è contraddittoria semplicemente perché è più complicata, collocandosi tra le relativamente semplici posizioni dei liberali e dei sedevacantisti. Al contrario, è più reale di entrambi, corrispondendo meglio alla complessa realtà di questi Papi cattolici liberali. (Mons. Lefebvre usava dire che un cattolico liberale è una contraddizione vivente.)

Contro i liberali, questa terza posizione sostiene che, naturalmente, con questi Papi vi è stata una distruzione della Chiesa, essi con la loro formazione, l’esperienza pre-conciliare e i solenni giuramenti devono certo averne coscienza. Così, sono tutti da biasimare per le loro gravi responsabilità, anche se l’esatto grado di biasimo dovuto loro è noto solo a Dio.

Contro i sedecavantisti, tuttavia, nella nostra epoca moderna profondamente malata, mentre la cecità come quella di questi Papi è oggettivamente colpevole, essa può essere soggettivamente più o meno sincera. Per esempio nel suo seminario tedesco del dopo guerra, il giovane Joseph Ratzinger fu in contatto con brillanti e indubbiamente carismatici professori modernisti che gli insegnarono che la Chiesa tradizionale doveva essere, se non distrutta, almeno rivista per adattarla all’uomo moderno. E Joseph Ratzinger ha creduto in questo: così che la dottrina tradizionale, la Chiesa tridentina e i suoi solenni giuramenti fossero tutte cose buone e anche eccellenti per il loro tempo, ma quel tempo è passato! Obiezione: Pio X (“ Lamentabili ” # 58) non ha insegnato solennemente che la Verità non può evolvere? Il Cardinale Ratzinger ha detto che “ Lamentabili ” era un eccellente insegnamento – per il passato!!

Ancora una volta, Dio solo è giudice dell’esatta responsabilità del giovane Joseph e dei suoi insegnanti che l’hanno fatto cadere nella trappola della verità che evolve, ma quel che è certo è che una volta che una mente è caduta in questa trappola, visto il contesto odierno, può venirne fuori solo con somma fatica. Fino a quando un avvertimento e / o un castigo divini non purificheranno il contesto, i liberali possono facilmente essere in grave errore, ma sinceri.

La FSSPX stia attenta a questa “sincerità” che fa sentire bello l’errore! Prima di tutto la Verità, e senza bugie o ambiguità, anche se il nostro mondo malato ci cade addosso come una tonnellata di mattoni!

Kyrie eleison.

Dio dispone

Dio dispone on Agosto 15, 2009

Se è vero, come dice il proverbio, che “L’uomo propone e Dio dispone”, allora può essere saggio moderare, alla luce delle disposizioni di Dio o della Provvidenza, la paura che si può avere delle proposte o delle intenzioni degli uomini. Anche in questa crisi spaventosa della Chiesa e del mondo, non dobbiamo farci prendere dal panico, perché nelle parole di un altro proverbio, le linee degli uomini possono essere storte, ma il Signore Iddio vi scrive dritto.

Ad esempio, se la crisi della Chiesa, nucleo della crisi mondiale, è stata scatenata dalla separazione, senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, operata dal Vaticano II tra Verità cattolica e Autorità cattolica, ne consegue che i cattolici aggrappati alla Verità – in linea di massima, i “tradizionalisti” – saranno a corto di Autorità, mentre i cattolici aggrappati all’Autorità – in linea di massima la Chiesa ufficiale – saranno a corto di Verità. Non osserviamo come i “tradizionalisti” che non hanno perso il senso dell’Autorità cattolica si propongano in qualche modo di ricongiungersi ad essa o intendano farlo? Mentre i cattolici ufficiali che non hanno perso il senso della Verità cattolica (innumerevoli sono quelli che oggi hanno perso il senso di ogni verità!) si propongano in qualche modo di recuperarla o intendano farlo?

Ma entrambe queste buone intenzioni possono diventare scomposte. Per un verso, se i “tradizionalisti” cercano di compiacere il mondo usando l’ambiguità, il classico inizio di abbandono della Verità, essi potranno piacere agli uomini (soprattutto ai giornalisti), ma di certo non piaceranno a Dio, che “detesta il parlare duplice” ( Proverbi VIII, 13). Per l’altro verso, se Benedetto XVI sta cercando di re-integrare la Fraternità San Pio X nella Chiesa ecumenica, come se la Tradizione fosse solo un’opzione fra le tante, anche lui non piacerà a Dio per il suo rifiuto di vedere quanto siano assolute le esigenze della Verità cattolica.

Ma anche supponendo che tali intenzioni siano o siano diventate scomposte, si può considerare che Dio può ancora scrivere diritto con esse. Per esempio, il fatto che i “tradizionalisti” si sforzino di mantenere il loro senso dell’Autorità cattolica e il fatto che questo Papa stia cercando di mantenere il contatto con la Tradizione cattolica, a loro modo non servono entrambi Dio, nella Sua preparazione della futura riunione di Verità e Autorità? Tale riunione può non avvenire così presto come noi vorremmo, ma questo non comporta il panico. Il Signore Iddio è visibilmente al lavoro, e guarda alla Sua Chiesa.

Al tempo stesso, però, nessun cattolico pensi che vi sia equivalenza tra l’azione del mondo della Tradizione che spinge l’Autorità verso la Verità e l’azione del Papa che spinge la Verità verso l’Autorità. La Verità ha la priorità assoluta: “ Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità”, dice il Verbo Incarnato ( Gv. XVIII, 37). L’Autorità più alta di tutte ha subordinato se stesso alla Verità. L’Autorità errante deve cedere il passo. Per quanto riguarda il mondo della Tradizione, quantunque sia nella Verità, esso deve rimanere umile e caritatevole, guardando sempre all’Autorità, senza illusioni, ma con una speranza incrollabile.

Kyrie eleison.

Palese contraddizione

Palese contraddizione on Maggio 9, 2009

Da quando, con il Concilio Vaticano II, l’Autorità cattolica e la Verità cattolica sono state sostanzialmente separate, i cattolici che si sono aggrappati all’Autorità hanno avuto problemi con la Verità, e i cattolici che si sono aggrappati alla Verità hanno avuto problemi con l’Autorità cattolica. Cosa potrebbe esserci di più logico? I cattolici di entrambi gli schieramenti vagheggiano una riunione. Soprattutto tra i cattolici conciliari decenti, la cosa prende la forma concreta del desiderio ardente che Papa Benedetto XVI e la Fraternità San Pio X giungano ad un’intesa.

Benissimo. Ma c’è un problema. Il Vaticano II contraddice la Verità cattolica, senza la quale l’Autorità cattolica si dissolve, e oggi si sta dissolvendo, perché il suo Divino Maestro, nostro Signore Gesù Cristo, è “la Via, la Verità e la Vita” ( Gv. XIV, 6). A riprova della contraddizione, si legga per esempio “ Il Concilio Vaticano II e la libertà religiosa ” di Michael Davies, dove egli dimostra che, mentre la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che nessun uomo ha un vero e proprio diritto a non essere impedito dal propagare l’errore, il Vaticano II ( Dignitatis Humanae ) insegna che ogni uomo ha un vero e proprio diritto a non essere impedito dal propagare l’errore (tolto l’ordine pubblico – si veda in particolare il capitolo XXII di Davies). La contraddizione è palese.

A prima vista può sembrare poco importante, perché che importa se poche persone folli in più o poche persone folli in meno declamino pubblicamente una cosa insensata? Ma in realtà la differenza tra il diritto e il non-diritto a propagare l’errore è esattamente la differenza che c’è tra la divinità di celluloide di Hollywood e il Signore Dio degli Eserciti, che con tuoni e fulmini riempì di terrore i cuori degli Israeliti anche miglia lontano dal suo fiammeggiante Monte Sinai ( Esodo XX, 18–21).

Necessariamente, ogni azione umana segue qualche pensiero. Ma il pensiero è espresso tra gli uomini, o nella società, soprattutto con le parole. Così l’essere e l’azione di ogni società umana si basano su scambi di parole. Pertanto o la verità e l’errore in tali scambi non sono di alcuna importanza per l’esistenza di qualsiasi società o della direzione che va prendendo, o qualsiasi società deve controllare i discorsi pubblici che si fanno, almeno quanto basta per controllare la trasmissione significativa dell’errore significativo.

Ora l’unico limite fissato dal Vaticano II al discorso pubblico è che esso non debba turbare “l’ordine pubblico”. Così, secondo il Vaticano II, ogni eresia o blasfemia può essere espressa in pubblico fino a quando non si rende necessario chiamare la polizia, e ogni divinità esistente deve inchinarsi davanti a queste “libertà e dignità della persona umana”!

Al contrario, il Signore Iddio del Sinai, la Santa Trinità la cui Seconda Persona è Gesù Cristo, ci dice che risponderemo di ogni parola infondata ( Mt. XII, 36), e anche dei pensieri peccaminosi ( Mt. V, 28). Quindi, in accordo con la Verità di Dio (e purché faccia più bene che male), la società cattolica deve controllare la pubblica propagazione dell’errore contro la Fede o la morale.

Kyrie eleison.

Bella domanda!

Bella domanda! on Aprile 25, 2009

Sul sito di un certo Don John Zuhlsdorf è apparsa questa settimana una serie di osservazioni provocate da “ Colloqui difficili ”, pubblicato qui la settimana scorsa. Molti di queste osservazioni sono relativamente ponderate – complimenti a Don Zuhlsdorf. Una di esse va dritta al punto: “Mons. Williamson usa dei termini senza definirli. Mi piacerebbe sapere davvero se io sono un neo-modernista.”. Da parte sua, Joe Pinyan vuole sapere se, “per non essere in combutta con Baal”, deve rendere culto a Dio in una cappella della FSSPX piuttosto che in una parrocchia dove si celebra la Messa nella forma “straordinaria” e nella forma “ordinaria”.

Per dare una risposta a Joe, vorrei iniziare definendo il neo-modernismo. Esso è la rinascita (“neo”), permessa dentro la Chiesa cattolica dal Vaticano II (1962–1965), dell’onnicomprensiva eresia del modernismo. Il modernismo è il terribile sistema della corruzione della mente, emerso più di un secolo fa all’interno della Chiesa, e solennemente condannato da San Pio X nella sua enciclica “ Pascendi ”; secondo il modernismo la Chiesa cattolica dovrebbe adeguarsi per adattarsi al mondo moderno, a guisa di protestantesimo e di liberalismo. In effetti, esso è l’ultima forma di liberalismo, perché con i suoi principi kantiani pretende di liberare la mente dell’uomo (e la sua volontà) da qualsiasi verità (o legge).

Il modernismo è un errore particolarmente ipocrita e pericoloso, perché può lasciare intatte le apparenze del cattolicesimo mentre lo svuota della sua realtà. Così, Gesù Cristo non è veramente Dio, ma io sono libero di farne un Dio (per me) se voglio. Così, la verità cattolica e la Legge diventano tutto ciò che mi conviene fare di esse. Così, prescindendo dai Dieci Comandamenti, io divento libero di obbedire a nessuno di essi o a tutti e dieci, perché in entrambi i casi sto ubbidendo a me stesso. Il neo-modernismo è ancora più pericoloso del modernismo, perché i più altolocati uomini di Chiesa, invece di continuare a condannare totalmente il modernismo come S. Pio X, lo hanno adottato per stabilirlo ufficialmente all’interno della Chiesa!

In tal modo, oggi i cattolici sono stati resi liberi di partecipare sia alla forma “straordinaria” sia a quella “ordinaria” della Messa, a seconda che preferiscano il vero Dio immutabile e la sua essenzialmente immutabile vera Messa, o entrambe le Messe in quanto adatte al mondo di oggi. Ora, questa recente liberalizzazione della vera Messa può essere derivata dalle migliori intenzioni di Benedetto XVI, ma il vero Dio impone a tutti noi di adorarLo come Egli è realmente, e non come è stato ridimensionato dall’uomo moderno. Così, Joe, io mi aspetto di certo che tu mi creda contro Roma, se ti dico di fuggire la forma “ordinaria” della Messa, ma se non vuoi avere niente a che fare con il culto di Baal, perché oggi di questo si tratta, oggettivamente parlando è quello che dovresti fare.

Tuttavia, se non vuoi credere a me, devi leggere! Purtroppo, Pascendi di Pio X è una lettura difficile. Allora inizia da qui su Dinoscopus, con questi “Commenti Eleison”, che trattano di religione. Poi gradualmente passa ai due libri, che presto saranno quattro, pubblicizzati a fianco. Poi puoi leggere qualcosa degli scritti di Mons. Lefebvre.

Ma la cosa più importante per fare luce è recitare il Rosario della Madre del vero Dio.

E che Dio ti benedica.

Kyrie eleison.

Colloqui difficili

Colloqui difficili on Aprile 18, 2009

Da Mons. Tissier de Mallerais, che ha parlato a Parigi, abbiamo ascoltato che sono stati fissati i termini per i colloqui dottrinali che si svolgeranno tra la Fraternità San Pio X e le autorità della Chiesa a Roma. I colloqui si svolgeranno per iscritto, che è cosa saggia, così ci sarà meno spazio per la passione e più tempo per un’attenta riflessione. Inoltre essi non saranno resi pubblici, una clausola che nella migliore delle ipotesi elimina le “acclamazioni” da entrambe le parti, come se si fosse a teatro, non ci sarà infatti alcun pubblico presente.

Da Roma si sente dire che la spinta verso un’intesa fra Roma e la FSSPX, prodottasi con la “remissione delle scomuniche” ai quattro vescovi della FSSPX, voluta dal Papa a gennaio,

è stata seriamente rallentata dalla diffidenza generata dal clamore dei media di gennaio-febbraio, cosa appositamente preordinata. Eppure, soggettivamente parlando, vi è certamente ancora della buona volontà da parte del Papa verso la FSSPX, e non c’è mancanza di buona volontà da parte della FSSPX verso la persona del Santo Padre.

Il problema di queste discussioni è che, oggettivamente parlando, come da entrambe le parti si ha una certa riluttanza ad ammettere, siamo in presenza di uno scontro inconciliabile tra la religione di Dio e la religione dell’uomo. Il Vaticano II ha mischiato insieme le due cose, così che per metà vi si trova troppa religione dell’uomo. Ma ecco che Benedetto XVI vuole combinare il Vaticano II con la Tradizione cattolica, che è come dire che vi è ancora troppa religione dell’uomo per un quarto. Supponiamo ora che la Fraternità San Pio X e Benedetto XVI si trovino d’accordo a venirsi incontro a metà strada. Questo sarebbe ancora come mescolare un ottavo della religione dell’uomo con i sette ottavi della religione di Dio, che per gli scopi di Dio Onnipotente si tratterebbe ancora di un ottavo di troppo.

Infatti, come ci vuole una sproporzionatamente piccola quantità di acqua mescolata con un pieno di benzina (o gasolio) per arrestare il motore di un’automobile, così basta una piccola aggiunta di idolatria per fermare a morte la vera religione di Dio. Il Signore Iddio stesso ci dice che Egli è un Dio geloso ( Esodo XX, 5, ecc.), e non tollera alcun falso dio accanto a lui.

A qualcuno nella FSSPX che potrebbe essere tentato di condividere il culto divino con i neo-modernisti, come a qualsiasi neo-modernista che potrebbe voler condividere il culto divino con i cattolici, il profeta Elia dell’Antico Testamento direbbe, come ha detto agli Israeliti in esilio, “ Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui! ” ( I Re, XVIII, 21), e la Scrittura prosegue dicendo: “Il popolo non gli rispose nulla”.

Soggettivamente, gli Israeliti volevano avere entrambe le cose. Oggettivamente, questo era impossibile. Lo stesso vale per noi.

Kyrie eleison.