Gesù Cristo

Dottrina Indispensabile

Dottrina Indispensabile on Ottobre 9, 2010

Ricordo quanto Mons. Lefebvre, nel 1986, fosse rimasto sorpreso di come pochi seguaci della Tradizione Cattolica sembrassero cogliere l’enormità dell’amorevole incontro di tutte le religioni ad Assisi, ma tale è la corruzione dei nostri tempi: idee e verità non hanno più alcuna importanza, perché “ basta l’amore ”.

In verità, tutti noi abbiamo bisogno, assolutamente, sia della dottrina sia dell’amore.

La dottrina non è solo un’insieme di parole. Quelli di noi che hanno l’inestimabile dono della Fede sanno che da questa nostra breve vita in questo mondo dipende un’eternità di inimmaginabile beatitudine o orrore nella vita futura, e sanno che questo è il destino di tutti gli uomini, che credano o meno, e che l’unica eccezione è quella del limbo per gli innocenti non battezzati.

Si sa poi che a meno che Dio non sia crudele – vano desiderio di molte povere anime che cercano di giustificare la loro rivolta contro di Lui! – Egli offre a tutte le anime in ogni momento la luce e la forza di cui hanno bisogno per guadagnare il Cielo ed evitare l’Inferno, se lo vogliono.

Ma quando un’anima non ha la Fede, che forma possono assumere questa luce e questa forza?

Alla domanda facciamo rispondere due non cattolici.

Il Dott. Samuel Johnson, un gigante del comune buonsenso inglese del 18° secolo, diceva: “Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita”. Vale a dire che dietro la scombinata vita quotidiana in tutti i suoi dettagli, un uomo forgia giorno dopo giorno la sua generale attitudine di vita.

Il conte Leone Tolstoi, nel suo romanzo epico Guerra e Pace , dice: “Amare la vita significa amare Dio”. Vale a dire che la generale attitudine di vita di un uomo è in effetti un’attitudine riguardo a Dio.

Certo, molte anime moderne potranno negare con forza che la loro attitudine di vita possa avere qualcosa a che fare con un “inesistente” Dio, ma non per questo Dio non mantiene in vita sia loro sia tutto quello che li circonda, mentre dà loro in ogni momento il libero arbitrio col quale amare o odiare Dio stesso, in essi e intorno ad essi.

In tal modo, i comunisti sono ufficialmente atei, però Lenin una volta disse: “Dio è il mio nemico personale”. I comunisti, come tali, odiano la vita, e odiano Dio.

Allora, qual è la giusta attitudine nei confronti della vita e di Dio?

Il primo comandamento stabilisce: amarLo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima. Ma come posso amare qualcuno senza prima averne una qualche conoscenza? La retta attitudine nei confronti della vita e di Dio presuppone almeno una qualche fede o fiducia nella bontà della vita e/o di Dio.

È così che, nei Vangeli, quando qualche anima semplice va da Nostro Signore a chiedere un miracolo, Egli, nel concedere il miracolo, mette spesso alla prova la sua “fede”, o la loda o la premia.

Quale Fede? La Fede in Lui. Ma chi è Lui esattamente?

Le anime dotte devono rispondere formulando la dottrina.

Questa dottrina di Dio potrà essere affinata nei secoli, ma non può essere cambiata, non più di quanto possa essere cambiato Dio stesso. Essa è la guida per la nostra attitudine nei riguardi della vita e di Dio, per quanto vogliamo essere inimmaginabilmente felici e non infelici per tutta l’eternità.

La dottrina cattolica è la verità. Dio è la verità. La verità è indispensabile.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Dottrina Sottovalutata

Dottrina Sottovalutata on Settembre 25, 2010

In una rivista nordamericana solitamente riflessiva, “Culture Wars”, il Direttore ha di recente addossato la responsabilità, a me personalmente insieme all’intera Fraternità San Pio X, di volerci tagliare fuori dalla corrente principale della Chiesa cattolica. Elenco qui, il più brevemente ed equamente possibile, gli argomenti di E. Michael Jones, indicando con delle lettere i punti principali, per facilitare la risposta:—

Il suo argomento principale è che il problema del Concilio Vaticano II non è dottrinale: “(A) I documenti del Concilio non sono di per sé responsabili di tutte le follie che sono seguite al Concilio in nome del suo “spirito”. In effetti questi stessi documenti sono a volte ambigui, ma (B), Dio è sempre con la Sua Chiesa, ecco perché (C) solo qualcosa di cattolico può ottenere il consenso dei vescovi del mondo riuniti insieme, come è successo nel Vaticano II. (D) Pertanto, può e deve bastare l’interpretazione delle ambiguità alla luce della Tradizione, come a suo tempo si propose di fare Mons. Lefebvre.

“Perciò (E) il Vaticano II è tradizionale, e qualsiasi problema fra Roma e la FSSPX non può essere dottrinale. (F) Ne deriva che il vero problema della FSSPX è che rifiuta la comunione per paura della contaminazione, (G) rifiuto causato dalla sua scismatica mancanza di carità. (H) Il conseguente senso di colpa essa lo copre pretendendo che la Chiesa sia in una situazione di emergenza senza precedenti, provocata dall’anti-dottrina del Vaticano II. (I) Quindi la FSSPX sta dicendo che la Chiesa ha fallito nella sua missione e che la FSSPX sola constituisce la Chiesa. Sciocchezze! Vescovi della FSSPX, firmate il vostro cedimento a Roma!”

RISPOSTA: Il problema del Vaticano II è ESSENZIALMENTE dottrinale. (A) Ahimè, i documenti del Vaticano II sono in effetti responsabili dello “spirito” del Vaticano II e delle sue folli conseguenze. È la loro grande ambiguità stessa, riconosciuta da E.M.J. , che ha scatenato le follie. (B) Dio è effettivamente con la Sua Chiesa, ma lascia i Suoi uomini di Chiesa liberi di scegliere di danneggiarla grandemente, mai però fatalmente (cf. Lc. XVIII, 8). (C) Fu così che lasciò cadere la massa dei vescovi cattolici nella spaventosa crisi ariana del quarto secolo. Quello che è successo una volta sta accadendo oggi di nuovo, solo in peggio. (D) Nella fase iniziale della lotta post-conciliare per la Tradizione, poteva essere ragionevole appellarsi all’interpretazione del Vaticano II alla luce della Tradizione, ma questo stadio è di gran lunga superato. Gli amari frutti dell’ambiguità hanno provato da tempo che gli abilmente avvelenati documenti conciliari non possono essere recuperati.

In tal modo, (E) il Concilio non è per niente tradizionale, e il conflitto fra Roma e la FSSPX è ESSENZIALMENTE dottrinale, tale che (F) ci sono buone ragioni per temere la contaminazione, a causa della falsa dottrina del Vaticano II – essa conduce le anime all’Inferno. (G) Né tra i tradizionalisti (non-sedevacantisti) vi è una mentalità scismatica, nonostante (H) la Chiesa sia nel pieno della peggiore emergenza della sua intera storia. (I) Ma proprio come nella crisi ariana i pochi vescovi che conservarono la fede dimostrarono che la Chiesa non aveva assolutamente fallito, così la FSSPX fa parte della Chiesa e sta preservando la Fede, senza pretendere in alcun modo di sostituire o di essere essa stessa la Chiesa.

Michael, quando, in tutta la storia della Chiesa, i suoi vescovi riuniti sono stati volutamente ambigui ? Lei ammette l’ambiguità del Vaticano II. Quando mai gli uomini di Chiesa sono ricorsi all’ambiguità, se non per spianare la strada all’eresia?

Nella Chiesa di Nostro Signore il “sì” dev’essere sì e il “no” dev’essere no (Mt. V, 37).

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Dottrina – Perché? – II

Dottrina – Perché? – II on Settembre 18, 2010

La dottrina, o l’insegnamento, è dell’essenza stessa della Chiesa cattolica. Alle anime, prima di tutto, si deve insegnare come andare in Cielo, o non potranno mai arrivarci. “Andate dunque e insegnate a tutte le nazioni” è una delle ultimissime istruzioni di Nostro Signore ai suoi Apostoli (Mt. XXVIII, 19). È per questo che l’eroica lotta dell’Arcivescovo Lefebvre per la Tradizione cattolica (1970–1991) fu prima di tutto dottrinale.

Ed è anche per questo che, come ricordato la scorsa settimana in CE 165, il Vescovo Fellay ha detto a Brian Mershon, nel maggio scorso, che le differenze dottrinali non possono essere messe da parte per giungere ad un qualsiasi accordo pratico con Roma, per quanto questo sia attraente. Alla domanda se il rifiuto da parte della Fraternità San Pio X di una soluzione canonica o pratica non fosse “un segno di ostinazione o di cattiva volontà”, il Vescovo ha risposto (le sue parole sono reperibili sul sito web di “ The Remnant “): “. . . . È del tutto evidente che qualunque soluzione pratica che si attuasse senza un fondamento dottrinale solido porterebbe direttamente al disastro . . . . Abbiamo tutti questi esempi di fronte a noi: la Fraternità San Pietro, l’Istituto Cristo Re e tutti gli altri sono completamente bloccati a livello di dottrina, perché hanno prima accettato l’accordo pratico.”

Il motivo per cui la dottrina cattolica viene “bloccata” da qualsiasi accordo pratico è dato dal buon senso. I Romani di oggi sono ancora assolutamente attaccati al loro Concilio (Vaticano II). Questo Concilio è essenzialmente un allontanamento dalla Tradizione cattolica, la Religione di Dio, in direzione di una nuova religione dell’uomo. Se essi fanno quindi una grande concessione alla Tradizione, come sarebbe un’eventuale regolarizzazione della FSSPX, necessariamente chiederanno in cambio una concessione similare. Ora, essi sanno che la FSSPX è avvinta alla dottrina cattolica, per tutti i motivi esposti in precedenza, quindi il minimo che possano chiedere è che le differenze dottrinali vengano sorvolate, per il momento.

Ma questo è sufficiente ai fini dei Romani! Una volta firmata la ri-unione pratica, quel “per il momento” lascerebbe posto all’euforia non-dottrinale di tutte le anime tradizionali che sarebbero felici di essersi liberate dalla freddezza (come da esse percepita) della disapprovazione di Roma, e questo renderebbe abbastanza difficile alla FSSPX fare marcia indietro se – per caso, ovviamente – il “momento” si trasformasse in un lasso di tempo indefinito. La trappola sulla FSSPX sarebbe così scattata.

Ma il “sorvolare”, il passare oltre la dottrina, specialmente il sorvolare sulla radicale differenza dottrinale tra la religione di Dio e la religione dell’uomo, equivale a sorvolare, o ad accantonare, Dio stesso. Ma come è possibile che un servo di Dio possa servire Dio accantonandoLo o sorvolandoLo? A ben riflettere, questo è il primo piccolo passo verso una grande apostasia!

Come ha ricordato il Vescovo Fellay, 40 anni di esperienza confermano questi principi – il campo di battaglia della Tradizione cattolica è disseminato di cadaveri di organizzazioni che hanno iniziato nobilmente, ma che hanno fallito perché non hanno capito quant’è importante il problema dottrinale.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Realtà Dilagante

Realtà Dilagante on Settembre 4, 2010

“Ma, Eccellenza, come si fa a dichiarare (CE 163) che il Signore Iddio è la sola vera soluzione per tutti i problemi sociali di una grande città moderna, come quelli che il suo amico Le ha presentato nella sua città tre settimane fa? Cos’ha a che fare Dio con la politica o con i problemi sociali? Ho sempre pensato che Egli avesse a che fare solo con cose come la religione e la spiritualità!”

Oh, mio caro amico, chi è Dio? Non solo Egli ha creato l’anima di ognuno di noi e la materia con la quale i nostri genitori mettono insieme i nostri corpi, ma Egli continua anche a crearli in ogni momento che essi continuano e continueranno ad esistere. Egli è quindi più vicino a ciascuno di noi esseri umani di quanto lo siamo noi stessi. Così la Chiesa insegna che ogni offesa contro il nostro prossimo è prima di tutto un’offesa contro Dio, perché Egli è più profondamente e più intimamente in noi di quanto noi lo siamo con noi stessi. Quindi chiunque offende il prossimo, offende più profondamente Dio, e chiunque non offende mai Dio non offenderà il suo prossimo. Se quindi nella parrocchia e nella scuola della Fraternità San Pio X (CE 163) i parrocchiani e i bambini imparano a mettere al primo posto Dio e i suoi Dieci Comandamenti, non stanno imparando a risolvere alla radice tutti i problemi della grande città, relativi ai rapporti col prossimo anche in ambito politico-sociale?

Riandiamo ai questi problemi sociali della grande città del mio amico. Nei sobborghi periferici, abitati per lo più da bianchi, questi vivono al di sopra delle loro possibilità in ville falsamente sontuose. Essi vogliono apparire ricchi e sognano di diventarlo. Non stanno adorando il materialismo e Mammona, cioè il denaro? Cosa si insegna invece nella parrocchia? “Non potete adorare Dio e Mammona, ma o l’uno o l’altro” (Mt. VI, 24). Nella periferia interna, abitata per lo più da persone non bianche, queste trascurano in larga misura le loro abitazioni, certo con la disperazione degli urbanisti. Ma non è anche questa una forma simile di materialismo: quella di misurare una vita buona o il bene delle anime da come si mantiene la propria abitazione? La pulizia può essere vicina alla pietà, come si suol dire. Ma cosa imparano i parrocchiani? – “Cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt. VI, 33). In altre parole, cercate prima la pietà e la pulizia ne seguirà.

Infine, nel centro storico della città la vitale linfa industriale viene sempre meno. Perché? Non è il capitalismo stesso che, in cerca di maggiori profitti con la subordinazione dell’industria alla finanza, ha delocalizzato l’industria americana in paesi più convenienti? Non è l’aver posto il denaro prima degli uomini che causa il continuo peggioramento della disoccupazione, lo spopolamento dei centri cittadini e il trasferimento di tutto il potere nelle mani dei maestri del denaro, che lo usano per trasformare sempre più velocemente gli già fieri Stati Uniti in una parte umiliata del loro globale stato di polizia?

Come è potuto accadere? A causa dei bianchi che hanno voltato le spalle a Dio, che hanno rinunciato (come insinua il mio amico) alla missione che Dio aveva loro affidato di guidare il mondo verso di Lui, e che stanno adorando Mammona come fosse la realtà suprema.

Che la piccola parrocchia e la scuola della Fraternità San Pio X, fuori da quella città, possano a lungo fare della supremazia di Dio, di Nostro Signore Gesù Cristo, la realtà dilagante!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Le “Università” – Rimedi – I

Le “Università” – Rimedi – I on Agosto 7, 2010

“Va bene, Eccellenza”, potrebbero dire i genitori, “le ‘università’ sono una devastazione” ( EC 158 ). “Ma se uno pensa così, Lei deve ammettere che la devastazione la si trova un po’ dovunque. E allora cosa dobbiamo fare con i nostri figli? La legge di Dio vieta di utilizzare mezzi illeciti per prevenire il loro arrivo. Arrivano. E allora?”

La risposta rapida è che in un mondo peggiore come mai, le anime che vogliono andare in Cielo dovranno essere più eroiche che mai, ma la loro ricompensa sarà parimenti più grande che mai.

Pio XII diceva che il mondo si trovava in una condizione peggiore di quella del tempo di Sodoma e Gomorra, ed egli morì nel 1958! Che cosa avrebbe detto oggi?

Di fronte allo stesso problema, i Papi che vennero dopo di lui, col Vaticano II spostarono la “linea di porta” per non dover continuare a condannare, condannare, condannare. Ma quella era la strada della faciloneria. Spegnere gli allarmi non è la stessa cosa di spegnere l’incendio. La Chiesa e il mondo continuano allegramente a bruciare, e la prima cosa che devono fare i genitori è affrontare senza illusioni il problema: l’estremo pericolo per la salvezza eterna dei propri figli.

Una volta colto il pericolo, la loro Fede Cattolica suggerirà loro che non possono prendere la bassa strada conciliare, né qualsiasi altra strada comoda, ma dovranno avviarsi per la più alta strada eroica. “Non andremo in Cielo su un letto di piume”, diceva san Tommaso Moro. E Nostro Signore ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt. XVI, 24), e “Ma chi persevererà fino alla fine, sarà salvato” (Mt. XXIV, 13). I genitori devono convincersi che se per salvare le anime dei loro figli è necessario essere eroi, ebbene, lo saranno. A quel punto, come dice il proverbio, “volere è potere”, così che una volta che l’amore dei genitori avrà acquisito la volontà circa il fine, saprà trovare un mezzo, dentro e fuori casa.

Per fuori casa, vedremo nel “Commenti Eleison” della prossima settimana alcune alternative pratiche all’’università’.

Per dentro casa, ogni sacerdote degno di questo nome dirà loro di partire fissando fermamente la recita del Rosario in famiglia, e di proseguire scaraventando fuori quel televisore che è un tabernacolo del mondo, della carne e del diavolo.

Fin dalla più tenera età, i cuori e le menti dei bambini siano nutriti in casa con i contatti vitali della famiglia e con discussioni vivaci su tutto ciò che accade intorno. Questo perché quando i bambini giungeranno all’età per l’università il più sarà stato fatto, bene o male, col risultato che se un ragazzo è cresciuto in una vera atmosfera familiare, elevata verso il cielo con la preghiera, la peggiore delle ‘università’ non potrà arrecargli troppo danno, mentre se è stato cresciuto come un ‘televidiota’ la migliore università a stento potrà aiutarlo al elevarsi verso il Cielo.

Si noti che EC 158 non ha vietato ai genitori di pagare le spese per inviare il loro figlio all’’università’, ha detto di riflettere molto seriamente prima di farlo.

Se i genitori riflettono molto seriamente mentre il loro ragazzo è ancora giovane, la loro Fede dovrebbe indicare loro come dev’essere cambiata la vita in casa, senza troppo indugio.

Come dice San Paolo (I Cor. II, 9), citando Isaia (LXIV, 4), il Cielo val bene ogni impensabile sforzo per la sua bellezza, anche al di là della più sfrenata immaginazione umana.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra

Utilità dei Colloqui – II

Utilità dei Colloqui – II on Luglio 31, 2010

Alcune persone si sono chieste, meravigliate, se il redattore di “Commenti Eleison” abbia subito un qualche tipo di pressione per citare, tre settimane fa ( CE 156 ), le argomentazioni del vescovo de Galarreta a favore dei colloqui dottrinali attualmente in corso fra Roma e la Fraternità San Pio X. La risposta è che non vi è stato alcun tipo di pressione.

Ma, allora, forse il Commentatore dei “Commenti Eleison” è andato fuori di testa? La risposta è: non più del solito.

Il motivo per cui i lettori si sono meravigliati è, naturalmente, perché “Commenti Eleison” ha sostenuto più di una volta che c’è poca speranza che dai colloqui possa scaturire un qualche accordo, a motivo del fatto che non si possono miscelare olio e acqua. Se si agita fortemente una bottiglia contenente entrambi, l’olio e l’acqua si mescoleranno fino a quando continuerà lo scuotimento, ma non appena questo si fermerà, l’olio e l’acqua si separeranno nuovamente. È nella loro natura . Essendo più leggero, l’olio è destinato a galleggiare sopra l’acqua.

Analogamente, è nella natura della vera dottrina divina della Chiesa e della dottrina umanista del neo-modernismo il potersi mescolare, ma non miscelare. La “lettera”, o i documenti, del Vaticano II le mescolano, ma neanche questi capolavori di confusione del Vaticano II, come ad esempio la “Dignitatis Humanae” sulla libertà religiosa, sono riusciti a miscelarle. Lo dimostrano le conseguenze del Vaticano II, prodottesi in conformità con il suo “spirito”. Questo “spirito del Concilio” che continua a lacerare la Chiesa. E l’”ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI è una ricetta per continuare ad agitare fortemente, o dovremmo dire risolutamente, ma la religione di Dio e la religione dell’uomo continueranno a non miscelarsi. Esse continuano a viaggiare separate.

E allora, perché “Commenti Eleison” cita il Vescovo de Galarreta che è a favore dei colloqui?

Per due ragioni. In primo luogo, in nessuno dei suoi argomenti – li si legga attentamente – egli si aspetta o spera che l’olio e l’acqua possano miscelarsi. Al contrario, quando dice di auspicare che i colloqui si concludano nella primavera del prossimo anno, lascia sicuramente intendere che lo scuotimento della bottiglia non deve andare avanti indefinitamente, soprattutto se questo potesse generare in tanti l’illusione che l’olio e l’acqua possano eventualmente essere miscelati.

In secondo luogo, da tutte le sue argomentazioni relative agli effetti collaterali dei colloqui, si evince che questi ultimi possano produrre una sorta di scongelamento tra Roma e la FSSPX, sia riguardo a quei Romani che vorrebbero la FSSPX congelata all’esterno, sia riguardo a quei sostenitori della FSSPX che vorrebbero congelare definitivamente ogni contatto con Roma.

Il Commentatore dei “Commenti Eleison” si onora di convenire col suo collega che i contatti fra Roma e la FSSPX sono una buona cosa per la Chiesa Universale, fintanto che non sorga il pericolo per la FSSPX di venir meno alla sua missione provvidenziale , che consiste nel proteggere dalla Roma di oggi il Deposito della Fede, per quando la Roma di domani ritornerà al suo buon senso cattolico.

“Il cielo e la terra passeranno”, dice Nostro Signore, “ma le mie parole non passeranno” (Lc XXI, 33).

Dio non voglia che la FSSPX debba mai unirsi alla Roma che mescola l’olio di Dio con l’acqua dell’uomo!

Madre di Dio, mantienici fedeli alla nostra missione!

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra