liberalismo

Prospettive in crescita

Prospettive in crescita on Agosto 29, 2009

Un ancora possibile piano straordinario del Cielo per il mondo di oggi lo si potrebbe cogliere dal fatto che il cristianesimo ortodosso starebbe rivivendo in Russia, come descrittomi qualche giorno fa a Londra da un Russo. La sua descrizione corrisponde all’impressione riportata in Russia da un amico americano in visita a San Pietroburgo pochi anni fa – Il Russo medio ha decisamente in sé una consistenza spirituale maggiore di quanto ne abbia il devastato Occidentale medio. E questo non si collega con la Madonna di Fatima . . . ?

A Londra, il Russo mi ha detto che la Chiesa ortodossa in Russia sta seguendo più che guidando una rinascita dell’Ortodossia tra la gente. La partecipazione alla liturgia ortodossa è aumentata della metà negli ultimi due anni, e ora almeno l’80% dei Russi si definisce “ortodosso”, cioè credente. Nuove parrocchie stanno nascendo ovunque. Le Bibbie si esauriscono non appena vengono messe in vendita. La letteratura religiosa è fiorente, mentre la propaganda atea sta morendo. La “Santa Russia” sta sorgendo dalla tomba in cui il comunismo si sforzò di seppellirla dal 1917 al 1989.

Da quando le strutture comuniste dell’”impero del male” sovietico (Presidente Reagan) sono crollate nel 1989, i Russi hanno guardato a un’ideologia che rimpiazzasse il comunismo non col liberalismo occidentale, ma con le loro radici nazionali e religiose fondate nell’Ortodossia russa. Cosa avrebbe potuto offrire alla Russia il decadente Occidente per rispondere alle nuove esigenze degli anni 1990? In economia, il saccheggio della loro ricchezza ad opera degli avvoltoi capitalisti; in politica, il progredire dell’accerchiamento delle loro frontiere, per garantire la permanente egemonia globale degli Stati Uniti, attraverso la costruzione di un anello di basi militari, cosa che costituisce una, se non la reale, ragione per la disastrosa occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan mai portata a termine; in religione, la spinta verso Est dell’ecumenismo conciliare, con cui apparentemente gli ecclesiastici russi non vogliono avere a che fare – al contrario, sono consapevoli del movimento tradizionale cattolico e lo sostengono.

Tuttavia, cerchiamo di non farci illusioni: l’Ortodossia russa mette insieme la religione e il patriottismo in una miscela non del tutto divina, e l’Ortodossia è ancora scismatica, rifiutando la supremazia papale, ed eretica, rifiutando un certo numero di dogmi, così i Russi hanno bisogno di essere convertiti alla vera Chiesa universale o cattolica. Ma se la Madonna di Fatima ha individuato il loro paese per la consacrazione al suo Cuore, questo non potrebbe essere, non tanto perché i Russi sono ancora cattivi comunisti, quanto perché le enormi sofferenze del popolo russo nei babilonici 70 anni di prigionia comunista, richiamino dalla sempre profonda religiosità della “Santa Russia” un ritorno di vitalità spirituale che potrebbe salvare la vera Chiesa, attualmente in stato di avvizzimento in Occidente, dove l’autorità della Chiesa potrà ancora avere un certo seguito, ma ha poca fede, mentre il resto tradizionale ha la vera Fede, ma poco seguito e ancor meno autorità?

Dio sa quanto la Chiesa occidentale abbia bisogno anche di conversione!

Potrebbe allora la Russia spezzare il suo accerchiamento con una Terza Guerra Mondiale che la porterebbe all’occupazione dell’Europa, la quale indurrebbe finalmente il Papa latino a consacrare la Russia al Cuore della Madonna, come lei ha già chiesto invano da tempo? A quel punto, il rinnovato vigore religioso dei Russi, potrà salvare la nostra languente Autorità cattolica e la Tradizione, la cui Verità a sua volta purificherà i loro errori? Se è così, allora Dio avrà ancora una volta “rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia! . . . Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! . . . A lui la gloria nei secoli.” ( Rm. XI, 32 . . . 36).

Cattolici, istituzionali e tradizionali, pregate con tutto il cuore per la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato della Madre di Dio, o “Theotokos”, come è conosciuta nella Chiesa d’Oriente.

Kyrie eleison.

“Sincerità” pericolosa

“Sincerità” pericolosa on Agosto 22, 2009

Se Benedetto XVI non è un positivo distruttore della Chiesa, come Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II prima di lui, quantomeno egli presiede alla sua distruzione. Una recente critica di Don Peter Scott, che conduce un’eccellente analisi dell’ultima enciclica di Benedetto XVI (accessibile su angelqueen.org) solleva ancora una volta la questione cruciale: questi Papi sono coscienti della distruzione che sta attuandosi sotto la loro responsabilità? In generale, ci sono tre risposte principali.

In primo luogo, liberali e modernisti negano che sia in atto una distruzione, tale che, naturalmente, i recenti Papi sono inconsapevoli di essere o di essere stati dei distruttori. Essi sono stati dei buoni Papi, non sono da biasimare, devono solo essere seguiti.

In secondo luogo, al contrario, i sedevacantisti dicono che questi Papi sono stati responsabili della devastazione della Chiesa, tutti sono stati fin troppo bene educati, hanno conosciuto troppo bene la Chiesa pre-conciliare (essendo tutti anziani) e tutti hanno giurato troppo spesso (nella loro giovinezza) l’imperativo Giuramento Anti-Modernista, tale che non si può dire che non fossero coscienti della distruzione che hanno causato. Non solo dobbiamo biasimarli, ma logicamente non possiamo ritenere che siano stati dei Papi, per non parlare del fatto di seguirli.

In terzo luogo, come l’alba e il tramonto non sono contraddittorii o illogici semplicemente perché mischiamo la notte e il giorno, ma entrambi sono eventi reali che si verificano una volta ogni 24 ore, così la posizione di mons. Lefebvre e della Fraternità San Pio X non è contraddittoria semplicemente perché è più complicata, collocandosi tra le relativamente semplici posizioni dei liberali e dei sedevacantisti. Al contrario, è più reale di entrambi, corrispondendo meglio alla complessa realtà di questi Papi cattolici liberali. (Mons. Lefebvre usava dire che un cattolico liberale è una contraddizione vivente.)

Contro i liberali, questa terza posizione sostiene che, naturalmente, con questi Papi vi è stata una distruzione della Chiesa, essi con la loro formazione, l’esperienza pre-conciliare e i solenni giuramenti devono certo averne coscienza. Così, sono tutti da biasimare per le loro gravi responsabilità, anche se l’esatto grado di biasimo dovuto loro è noto solo a Dio.

Contro i sedecavantisti, tuttavia, nella nostra epoca moderna profondamente malata, mentre la cecità come quella di questi Papi è oggettivamente colpevole, essa può essere soggettivamente più o meno sincera. Per esempio nel suo seminario tedesco del dopo guerra, il giovane Joseph Ratzinger fu in contatto con brillanti e indubbiamente carismatici professori modernisti che gli insegnarono che la Chiesa tradizionale doveva essere, se non distrutta, almeno rivista per adattarla all’uomo moderno. E Joseph Ratzinger ha creduto in questo: così che la dottrina tradizionale, la Chiesa tridentina e i suoi solenni giuramenti fossero tutte cose buone e anche eccellenti per il loro tempo, ma quel tempo è passato! Obiezione: Pio X (“ Lamentabili ” # 58) non ha insegnato solennemente che la Verità non può evolvere? Il Cardinale Ratzinger ha detto che “ Lamentabili ” era un eccellente insegnamento – per il passato!!

Ancora una volta, Dio solo è giudice dell’esatta responsabilità del giovane Joseph e dei suoi insegnanti che l’hanno fatto cadere nella trappola della verità che evolve, ma quel che è certo è che una volta che una mente è caduta in questa trappola, visto il contesto odierno, può venirne fuori solo con somma fatica. Fino a quando un avvertimento e / o un castigo divini non purificheranno il contesto, i liberali possono facilmente essere in grave errore, ma sinceri.

La FSSPX stia attenta a questa “sincerità” che fa sentire bello l’errore! Prima di tutto la Verità, e senza bugie o ambiguità, anche se il nostro mondo malato ci cade addosso come una tonnellata di mattoni!

Kyrie eleison.

Realtà impensabile

Realtà impensabile on Luglio 18, 2009

Dopo che “Commenti Eleison”, dieci settimane fa ha detto che la divisione tra Autorità cattolica e Verità cattolica è stata responsabile dell’odierna incomparabile rovina della Chiesa, recentemente un lettore ha obiettato che una tale divisione sarebbe impensabile perché la Verità cattolica passa attraverso l’Autorità cattolica. La breve risposta è: normalmente, sì; oggi, no. Vediamo come l’obiezione sia sbagliata, e quindi perché.

Che Verità e Autorità siano divise è provato dai frutti (cfr. Mt. VII, 15–20). La Verità cattolica produce buoni frutti, ma il Conciliarismo che l’Autorità cattolica ha portato avanti a partire dal Vaticano II ha prodotto solo frutti cattivi – su tutti i fronti la Chiesa conciliare è al collasso, a meno che non si ridefinisca il termine “collasso”. Questo collasso può essere riconosciuto dai laici più facilmente che dai chierici, in parte perché i laici di solito non subiscono quel pesante indottrinamento conciliare oggi normale per il clero, in parte perché i laici di solito non hanno messo in gioco la loro vita e la loro reputazione sul successo del Concilio, come ha fatto la maggior parte delle odierne autorità della Chiesa.

Un modo per descrivere la grandezza di Mons. Lefebvre consiste nel dire che egli fu una delle pochissime autorità della Chiesa, che in seguito al Concilio non solo vide come la Verità cattolica fosse stata abbandonata dall’Autorità cattolica, ma anche quale grande costo personale comportasse ciò che vedeva. Quante volte gli abbiamo sentito dire, negli anni ‘70: “È inconcepibile, è inimmaginabile”, il che significa che il disastro in corso nella Chiesa era – “impensabile”.

Ma questo non gli ha mai impedito di riconoscere che la realtà fosse quella.

Come fosse diventata realtà, egli usava spiegarlo attraverso i precedenti 500 anni di storia della Chiesa: il protestantesimo si levò contro il cattolicesimo, e una volta postosi contro il cattolicesimo, diede luogo al liberalismo, secondo il quale tutte le “verità” sono buone indifferentemente. Per un certo tempo tale assurdità fu contrastata da ciò che rimaneva ancora del buon senso degli uomini e della fede, soprattutto da parte degli uomini di Chiesa cattolici – L’Autorità era ancora ancorata alla Verità – ma alla fine, al Concilio, anche questi uomini di Chiesa hanno rinunciato a resistere. Se il sole declina, alla fine si spegne. Se si va a bere, alla fine ci si ubriaca. Se la marea continua a salire, alla fine supera la cima di tutte le dighe costruite per tenerla indietro.

La grande Enciclica di San Pio X sul Modernismo, “ Pascendi ”, illustra quella corruzione finale della mente che, superando tutti gli argini, segna la fine dei tempi, se non la fine del mondo. Tale corruzione ha sommerso gli uomini di Chiesa cattolici al Vaticano II, ed essi hanno abbandonato la Verità cattolica.

Dunque, Dio Onnipotente avrebbe abbandonato la Sua Chiesa cattolica? Nient’affatto ( Mt. XXVIII, 20). Ma Egli non ha mai promesso che la Sua Chiesa non avrebbe potuto ridursi a un piccolo resto, o adesso o alla fine del mondo ( Lc. XVIII, 8).

Kyrie eleison.

Debole obiezione

Debole obiezione on Maggio 16, 2009

Un amico mi ha appena ricordato la classica obiezione all’insegnamento della vera Chiesa cattolica sulla libertà religiosa, delineato qui la scorsa settimana. Ecco l’obiezione: Maggiore: Forzare la fede di qualcuno è assurdo, perché la fede non è qualcosa che può essere imposta a forza. Minore: Ma rifiutare la libertà religiosa delle persone significa forzare le loro credenze. Conclusione: Rifiutare la libertà religiosa è assurdo.

Il Maggiore qui è vera. Che qualcuno creda o non creda in materia di religione è una scelta del suo proprio libero arbitrio, che o non può essere determinato al di fuori di lui, e / o – soprattutto nel caso della Fede cattolica – non dev’essere determinato dal di fuori, perché “ Nemo nolens credit ” (Sant’Agostino), cioè nessuno può credere contro la sua volontà. Così la forzatura esterna della Fede cattolica è impossibile o sbagliata.

Il problema sta nel termine Minore dell’obiezione. La dottrina tradizionale della Chiesa: che uno Stato cattolico non debba concedere ai propri cittadini la libertà religiosa, non significa che lo Stato dovrebbe forzare la fede privata di qualcuno, né significa che lo Stato dovrebbe costringere qualcuno ad agire pubblicamente in conformità col credo cattolico. Significa invece che uno Stato cattolico ha il diritto di impedire la pratica pubblica di ogni religione contraria al credo cattolico, e se il divieto realizza più bene che male, lo Stato ha il dovere di vietare tale pratica. Questo perché ogni Stato costituito da esseri umani viene da Dio, al pari di essi, e ha da Dio il corrispondente dovere di provvedere temporalmente (cioè fare il possibile nel tempo, qui in basso sulla terra) al benessere eterno dei suoi cittadini (cioè alla loro salvezza in Cielo). I cittadini sono normalmente influenzati da tutto quello che succede intorno a loro nello Stato, quindi la loro salvezza eterna è normalmente ostacolata dalla pratica pubblica delle false religioni.

Così la Chiesa cattolica insegna che la libertà religiosa deve essere negata 1) solo nel caso di false religioni, 2) solo nella loro pratica pubblica, e 3) solo quando si farà più bene che male a vietare tale pratica. Questo ha un significato solo negli Stati cattolici, perché dove vi è poca o nessuna Fede cattolica, tale divieto ha poco o nessun senso. Oggi questo significa in quasi tutti gli Stati, perché i cittadini di tutti gli Stati moderni sono così immersi nel liberalismo (la quasi-religione della libertà), che anche in un presumibile Stato cattolico oggi un tale divieto sarebbe un oltraggio al culto della libertà della gente e quindi tale che farebbe più male che bene.

Tuttavia, di queste tre condizioni, la prima è la chiave. Se non si coglie che il cattolicesimo è l’unica religione completamente vera, non si potrà mai concepire il perché tutte le altre religioni devono sempre essere vietate in pubblico. Al contrario, se si coglie che solo il cattolicesimo (almeno accettato implicitamente) è in grado di inviare le anime al Cielo, e che tutte le altre religioni, come tali, e ripeto come tali, inviano le anime all’Inferno, ne consegue automaticamente che la loro pratica pubblica dovrebbe, ove ragionevole, essere vietata. È una questione di Fede. “ Signore, io credo, aiutami nella mia incredulità ” ( Mc. IX, 24).

Kyrie eleison.

Bella domanda!

Bella domanda! on Aprile 25, 2009

Sul sito di un certo Don John Zuhlsdorf è apparsa questa settimana una serie di osservazioni provocate da “ Colloqui difficili ”, pubblicato qui la settimana scorsa. Molti di queste osservazioni sono relativamente ponderate – complimenti a Don Zuhlsdorf. Una di esse va dritta al punto: “Mons. Williamson usa dei termini senza definirli. Mi piacerebbe sapere davvero se io sono un neo-modernista.”. Da parte sua, Joe Pinyan vuole sapere se, “per non essere in combutta con Baal”, deve rendere culto a Dio in una cappella della FSSPX piuttosto che in una parrocchia dove si celebra la Messa nella forma “straordinaria” e nella forma “ordinaria”.

Per dare una risposta a Joe, vorrei iniziare definendo il neo-modernismo. Esso è la rinascita (“neo”), permessa dentro la Chiesa cattolica dal Vaticano II (1962–1965), dell’onnicomprensiva eresia del modernismo. Il modernismo è il terribile sistema della corruzione della mente, emerso più di un secolo fa all’interno della Chiesa, e solennemente condannato da San Pio X nella sua enciclica “ Pascendi ”; secondo il modernismo la Chiesa cattolica dovrebbe adeguarsi per adattarsi al mondo moderno, a guisa di protestantesimo e di liberalismo. In effetti, esso è l’ultima forma di liberalismo, perché con i suoi principi kantiani pretende di liberare la mente dell’uomo (e la sua volontà) da qualsiasi verità (o legge).

Il modernismo è un errore particolarmente ipocrita e pericoloso, perché può lasciare intatte le apparenze del cattolicesimo mentre lo svuota della sua realtà. Così, Gesù Cristo non è veramente Dio, ma io sono libero di farne un Dio (per me) se voglio. Così, la verità cattolica e la Legge diventano tutto ciò che mi conviene fare di esse. Così, prescindendo dai Dieci Comandamenti, io divento libero di obbedire a nessuno di essi o a tutti e dieci, perché in entrambi i casi sto ubbidendo a me stesso. Il neo-modernismo è ancora più pericoloso del modernismo, perché i più altolocati uomini di Chiesa, invece di continuare a condannare totalmente il modernismo come S. Pio X, lo hanno adottato per stabilirlo ufficialmente all’interno della Chiesa!

In tal modo, oggi i cattolici sono stati resi liberi di partecipare sia alla forma “straordinaria” sia a quella “ordinaria” della Messa, a seconda che preferiscano il vero Dio immutabile e la sua essenzialmente immutabile vera Messa, o entrambe le Messe in quanto adatte al mondo di oggi. Ora, questa recente liberalizzazione della vera Messa può essere derivata dalle migliori intenzioni di Benedetto XVI, ma il vero Dio impone a tutti noi di adorarLo come Egli è realmente, e non come è stato ridimensionato dall’uomo moderno. Così, Joe, io mi aspetto di certo che tu mi creda contro Roma, se ti dico di fuggire la forma “ordinaria” della Messa, ma se non vuoi avere niente a che fare con il culto di Baal, perché oggi di questo si tratta, oggettivamente parlando è quello che dovresti fare.

Tuttavia, se non vuoi credere a me, devi leggere! Purtroppo, Pascendi di Pio X è una lettura difficile. Allora inizia da qui su Dinoscopus, con questi “Commenti Eleison”, che trattano di religione. Poi gradualmente passa ai due libri, che presto saranno quattro, pubblicizzati a fianco. Poi puoi leggere qualcosa degli scritti di Mons. Lefebvre.

Ma la cosa più importante per fare luce è recitare il Rosario della Madre del vero Dio.

E che Dio ti benedica.

Kyrie eleison.

Grandezza di Dio

Grandezza di Dio on Febbraio 21, 2009

Un famoso sonetto, proveniente dall’amore di Dio, mostra l’originalità del poeta inglese e sacerdote gesuita, Gerard Manley Hopkins

(NdT: gli aspetti tecnici del testo non consentono una adeguata traduzione; per facilitare il senso di alcuni passi, abbiamo riportato la poesia di Hopkins sia nel testo noto in italiano, sia nell’originale inglese)

Per celebrare il ritorno di un nativo nella sua patria inglese dopo 35 anni di peregrinazioni all’estero, diamo un breve sguardo ad un famoso sonetto del sacerdote e poeta gesuita del XIX secolo, Don Gerard Manley Hopkins. Molto adeguatamente il sonetto rievoca la grandezza di Dio. Chi non si è mai imbattuto in Hopkins si prepari ad un percorso accidentato, ma lo affronti tranquillamente, perché la corsa vale la pena. Ecco “La grandezza di Dio”:

Il mondo è carico della grandezza di Dio.?

Darà fiamma, come fulmine da lamina vibrata?

si raccoglie a ingrandirsi, come il gocciolio d’olio?franto.

Perché l’uomo ora non teme la sua verga??

Generazioni hanno pestato, pestato, pestato;?

e tutto è seccato dal commercio; ?oscurato, macchiato dalla fatica;?

e porta chiazze d’uomo e puzza d’uomo: il suolo?è nudo ora, né sente piede, perché calzato.?

Ma non per questo la natura è spenta;?

vive in fondo alle cose la freschezza più cara;?

e sebbene l’ultima luce dal nero occidente se ne sia andata?

oh, il mattino, dall’orlo bruno d’oriente, sgorga ?

perché lo Spirito Santo sopra il curvo?mondo

cova con caldo petto e con oh! ali di luce.

The world is charged with the grandeur of God.

It will flame out, like shining from shook foil;

It gathers to a greatness, like the ooze of oil

Crushed. Why do men then now not reck his rod?

Generations have trod, have trod, have trod;

And all is seared with trade; bleared, smeared with toil;

And wears man’s smudge and shares man’s smell: the soil

Is bare now, nor can foot feel, being shod.

And for all this, nature is never spent;

There lives the dearest freshness deep down things;

And though the last lights off the black West went

Oh, morning, at the brown brink eastward, springs—

Because the Holy Ghost over the bent

World broods with warm breast and with ah! bright wings.

Hopkins nacque nel 1844, primo di nove figli di una coppia appartenente all’anglicanesimo conservatore. Brillante scolaro, ottenne una borsa di studio per il Balliol College di Oxford, dove primeggiò negli studi classici. Sotto l’influenza di John Henry Newman, celebre oxfordiano convertitosi al cattolicesimo 20 anni prima, Hopkins divenne cattolico un anno prima di lasciare Oxford, e all’età di 23 anni entrò nella Compagnia di Gesù. Nel corso dei suoi studi egli approfondì la teologia e la filosofia di Duns Scoto, che accese il suo interesse per la scrittura, e in lui sorse una visione del tutto personale della natura immutabile e della poesia inglese. Nel 1877 fu ordinato sacerdote e svolse il suo impegno parrocchiale in Inghilterra. Nel 1884 fu trasferito a Dublino, dove morì di tifo nel 1889, dicendo: “Sono così felice!”.

Pertanto la vita di Hopkins si svolse interamente all’interno del XIX secolo, tempo del liberalismo e del romanticismo inglesi. Tuttavia, ciò che in lui lo portò a convertirsi al cattolicesimo e a diventare sacerdote, fece sì che il suo romanticismo fosse ben diverso da quello dei suoi contemporanei, che potevano per lo più sentire solo “il malinconico, lungo, affievolirsi del ruggito” della fede, di Dio, della speranza.

“Grandezza di Dio” è piena di Dio e piena di speranza.

Poste in forma di sonetto classico, i primi quattro versi del poema parlano della grandezza di Dio che traspare e trasuda da tutta la Creazione. Ma allora come può l’uomo moderno (versetto 4), prestarGli così poca attenzione? La risposta (l.5–8) è che secoli di vita dediti al denaro (“commercio”) hanno tagliato l’uomo fuori dalla natura, e spogliato di Dio l’uomo e la natura (“il suolo è nudo ora”). Eppure (1.9–14) Dio è ancora lì, nel profondo le cose della natura, come sempre. L’uomo ha voglia di allontanare le luci della civiltà occidentale, Dio ricrea costantemente il mondo con luminosità e calore.

Ad una prima lettura, l’originalità del linguaggio e delle immagini di Hopkins può essere scoraggiante. Chi ha mai sentito parlare ad esempio del Signore Iddio paragonato a lamina vibrata o al petrolio? Ma dentro Hopkins vi è un vino nuovo che non andrà in botti vecchie. Per far passare il suo messaggio, la mancanza di vita dell’uomo moderno, ricorre a ripetizioni (“pestato, pestato, pestato”, “seccato . . . ?oscurato . . . macchiato”), in 12 dei 14 versi, utilizza allitterazioni vecchio stile (“chiazze, puzza”, “piede, sentire”, ecc.).

Circa il ritmo, invece del classico pentametro giambico inglese (te-tum, te-tum, te-tum, te-tum, te-tum), abbiamo una varietà di piedi e un numero variabile di battute per verso, da tre (1.9, 13), a cinque (1.10), per lo più quattro (ad esempio il primo verso).

Tuttavia, che nessuno pensi che Hopkins fosse indisciplinato. Egli scelse la forma del sonetto petrarchesco che permette solo quattro diverse rime per i 14 versi (qui:—od, -oil, -ent and -ings), che per un poeta inglese è abbastanza impegnativo. E si noti come la cura artigianale per l’ultimo verso sia un culmine:—“World broods” accanto a “warm breast” col contrasto di “bright wings”, (wb, wb, bw); mentre gli spondei (tum, tum) “World broods” e “bright wings” inquadrano due anepesti (te-te-tum) “with warm breast” e “and with ah!”.

Si legga il verso lentamente ad alta voce, e si vedrà se c’è una qualche esasperazione in Don Hopkins!

Chiaramente egli non ha alcun interesse all’originalità in se stessa. Piuttosto, nel contesto del liberale XIX secolo, decadente ed esausto, il sacerdote convertito ha una nuova visione della Creazione e del suo Creatore, che richiede ritmi e linguaggio rinnovati.

In verità, chiunque recupera Dio recupererà originalità!

Potessero gli uomini stanchi ritrovare la loro strada verso Dio!

Quanto fresca e luminosa sarebbe l’alba di quel giorno!

Kyrie eleison.